Creatività e auto-distruttività "La sola cura della distruttività … è lo sviluppo del potenziale creativo dell’uomo." (E. Fromm) Pochi giorni fa sono accaduti due fatti dolorosi, che meritano una riflessione profonda. Il grande stilista inglese Alexander Mc Queen, 40 anni, sconvolto per la morte della madre, si è suicidato impiccandosi. Il famoso attore americano Alec Baldwin, ex marito di Kim Basinger, già tempo fa vicino al suicidio, è stato ricoverato per uno stato di auto-avvelenamento. Non si sa se per una overdose di sonniferi o di alcol e stupefacenti. Sono soltanto i casi più recenti di artisti infelici e auto-distruttivi. Nei giorni scorsi abbiamo parlato di creatività e droga, a proposito di Morgan. (Potete trovare l'articolo nella pagina "Archivio delle novità quotidiane" in questo sito) Queste notizie fanno pensare e meritano un chiarimento scientifico. Noi sosteniamo che la creatività fa bene, aiuta a star bene, aiuta persino i pazienti psichiatrici. Come si conciliano queste affermazioni con i dati di fatto che costatiamo nella cronaca quotidiana e nella storia dell’arte (c’è un elenco infinito di artisti del passato suicidi, malati di mente, alcolisti o drogati) ? L’auto-distruttività è strettamente correlata al disturbo mentale (se una persona è serena, libera e felice non è mai autodistruttiva. È falso ciò che alcuni, persino Freud, hanno sostenuto: che l’uomo abbia un istinto di morte, una spinta verso la sua autodistruzione. Quindi ogni comportamento autodistruttivo è comunque espressione di una disagio psichico). Poiché la capacità artistica è spesso associata all’auto-distruttività, e poiché l’auto-distruttività è correlata a un disturbo mentale, alcuni deducono che la creatività sarebbe associata ai disturbi mentali. Con questo tipo di ragionamento alcuni concludono che la creatività non farebbe bene, anzi spesso si accompagnerebbe ad un grande malessere. Queste deduzioni sono erronee e nascono da un errore di base: la confusione tra 1. creatività umana e 2. produttività di opere, artistiche o innovative. Queste due capacità umane sono in realtà distinte. Anche se alcune persone fortunatamente le hanno entrambe contemporaneamente. Infatti si può realizzare un prodotto veramente innovativo o una performance artistica o sportiva anche originale e tecnicamente perfetta, ma avere comunque una creatività umana inibita o bloccata. Quindi possiamo avere un attore abilissimo, un cantante perfetto, un grande stilista, un campione sportivo che hanno però vistosi blocchi nella loro creatività umana applicata alla vita quotidiana e quindi hanno un disagio esistenziale più o meno evidente ed un’auto-distruttività più o meno concretizzata. Il fondamentale concetto di Erich Fromm, uno dei più grandi psicoanalisti post-freudiani, “Chi non può creare vuole distruggere”, si riferisce al fatto che una persona ha bisogno assoluto di realizzare la sua creatività umana vivendo esperienze relazionali creative nella vita quotidiana, nel rapporto con se stesso con gli altri e col mondo. Cioè non basta limitarsi a produrre opere e oggetti: ognuno ha bisogno di realizzarsi come “artista della vita”. E se non riesce a farlo, se una persona non riesce a realizzare creativamente la sua vita quotidiana, vuole distruggere … o, come accade più spesso, autodistruggersi. Quindi la creatività, che consiste nella capacità di sviluppare relazioni creative libere e profonde con se stessi, con gli altri e con il mondo, non si accompagna mai alla distruttività auto o etero diretta. L’autodistruttività invece è sempre correlata ad un blocco della creatività umana. Pertanto distruttività, disagio mentale e blocco della creatività sono strettamente correlati tra loro, mentre invece la creatività umana libera e totale non è mai correlata né al disagio mentale, né alla distruttività. Anzi ne è il migliore antidoto, la migliore prevenzione. Per questi motivi tutti gli interventi che portano alla liberazione della creatività sono strumenti molto efficaci per prevenire e curare le varie forme di distruttività. E infatti nella pratica clinica una serie enorme di evidenze e di esperienze confermano che lo sblocco della creatività umana comporta la soluzione del disagio mentale e l’eliminazione della distruttività. Il Personal Creativity Training (vedi la pagina specifica in questo sito) è la tecnica più moderna, più completa ed efficace per raggiungere questi obiettivi. Tanti artisti e tanti professionisti, tanti giovani e tanti anziani potrebbero trovare la giusta e definitiva soluzione per diventare artisti della vita, riuscendo a realizzare grandi opere d’arte e contemporaneamente fare della propria vita il miglior capolavoro. Ribadiamo: "La sola cura della distruttività … è lo sviluppo del potenziale creativo dell’uomo." (E. Fromm)