Evento Formativo Residenziale N° 131
ADHD
EZIOPATOGENESI, DIAGNOSI E
TRATTAMENTO
Libro degli atti
Poster e comunicazioni
23-24 novembre 2012
Casa Regina Montis Regalis
Piazza Carlo Emanuele I, n°4
Vicoforte Santuario
(CN)
1.
Sindrome di Down e ADHD: descrizione di un caso clinico “il peperino Luca”
Antonini A., Vallana M., Duella S., Platini S., Melillo M., Guccione F…………………….
3
2.
Verifica dell’efficacia del trattamento farmacologico nell’ADHD: presso il Centro
di Riferimento di Borgomanero- ASL di Novara
Duella S., Vallana M., Antonini A., Guglielmetti B., Guccione F……………………………. 5
3.
ADHD: Tanti possibili percorsi diagnostici: Un’indagine sul territorio della
provincia di Novara
Vallana M., Antonini A., Duella S., Brigatti R., Guccione F…………………………………….
8
4.
Organizzazione del sonno nei bambini con Deficit di Attenzione ed Iperattività
prima e dopo terapia farmacologica
Galloni G., Delia G., Moletto A., Mana M., Vigliano P……………………………………………. 9
5.
Il Centro di Riferimento Regionale per il Trattamento Farmacologico dell’ADHD
dell’ASL TO 3: bilancio dell’attività a 5 anni dall’apertura .
Negro P., Rolando M…………………………………………………………………………………………. 10
6.
Efficacia dell'approccio multimodale in un grave caso di ADHD con comorbilità
per DSA in adolescenza
Bollea R., Guccione F., Zambrino C.A., Rasmini P………………………………………………… 11
7.
ADHD e sindrome di Tourette: lo spettro psicopatologico
Giraudo M.C., Davico C., Gerardi S., Notari D., Torta F., Anichini A……………………….. 12
8.
Un caleidoscopio di famiglie: il gruppo di parent training
Veneziani…………………………………………………………………………………………………………. 13
9.
Disturbi di attenzione e disturbi di apprendimento in una casistica di pazienti
affetti da Sindrome di Tourette
Giraudo M.C., Davico C., Gerardi S.,Notari D.,Ruffino C., Torta F., Anichini A., Bassi B.. 14
10.
ADHD sottotipo combinato e difficoltà scolastiche: presentazione di un
caso clinico
Burdino E, Caronia MS., Tardivo R., Allamandri V., Fiorella, R. Ragazzo F……………… 15
11.
Compliance terapeutica, monitoraggio ed effetti collaterali rilevati nei pazienti
in trattamento farmacologico presso il Centro di Riferimento Regionale ADHD di
Savigliano
Caronia M.S., Burdino E., Fiorella R., Ragazzo F…………………………………………………….16
12.
“Gli Animotosi” – Intervento psico-educativo con un gruppo di regazzi ADHD
Meinero L., Cogno S., Ragazzo F……………………………………………………………………………18
13.
Colloquio Informativo con genitori di ragazzi Disattenti
Cogno S., Ragazzo F………………………………………………………………………………………………19
14.
ADHD: percorso diagnostico e di ricerca Centro di Riferimento Regionale di
Savigliano
Ando’ A. , Burdino E., Caronia S., Ferro L., Fiorella R. Ragazzo F. Zennaro A……20
15.
Il funzionamento di personalità in minori con diagnosi di ADHD: uno studio
pilota attraverso il Rorschach (C.S. Exner, 1993)
Andò A., Cristofanelli S., FerroL., Fiorella R., Pignolo C., Ragazzo F., Zennaro A………..21
ADHD:
eziopatogenesi, diagnosi e trattamento
Vicoforte 23 24 novembre 2012
ADHD e SINDROME DI DOWN:
descrizione di un caso clinico “il peperino Luca”
Alessia Antonini*, Marianna Vallana*, Sara Duella*, Silvia Platini*, Michela Melillo** Fulvio Guccione***
*Psicologa Centro di Riferimento ADHD ASL Novara Ospedale di Borgomanero
** Neuropsichiatra Infantile ASL NO Distretto di Arona
***Responsabile Centro di Riferimento ADHD ASL NO Ospedale di Borgomanero
INTRODUZIONE:
In letteratura sono presenti pochi studi che riguardano l’ipotesi di una comorbidità tra Sindrome di
Down e Disturbo di Attenzione a Iperattività.
Ekstein e colleghi (2011) affermano nel loro studio che la prevalenza di ADHD nei bambini con
sindrome di Down sia stata molto elevata, raggiungendo il 43,9%. Invece, non è emersa nessuna
correlazione significativa tra i sintomi di ADHD e il livello di ritardo mentale. Gli autori concludono che
i bambini con sindrome di Down sono a maggior rischio per l'ADHD.
In uno studio condotto nel 2005 Hastings e coll. rilevano un aumento della prevalenza di ADHD e
sintomi di iperattività nei bambini con disabilità mentali rispetto ai loro fratelli, ciò conferma la
possibile presenza di ADHD /Ipercinesia in bambini con disabilità intellettive.
Green e coll. nel 1989 evidenziano una connessione tra il comportamento problematico dei figli e le
difficoltà di mantenere il controllo e la gestione delle situazioni da parte dei genitori.
Nell’ipotesi di approfondire questa comorbidità, abbiamo avviato un percorso di osservazione del caso
clinico di un ragazzino di 14 anni, giunto al Centro di Riferimento ADHD ASL Novara Ospedale di
Borgomanero.
METODO:
PRESENTAZIONE
Presentiamo il caso di Luca un ragazzo di 14 anni affetto da sindrome di Down, iperattività e deficit di
attenzione questi ultimi significativi sin dai primi anni di vita. Luca nel corso degli anni è stato sottoposto a
numerosi trattamenti non farmacologici (progetti educativi a scuola, inserimento in un Centro Diurno,
progetto di assistenza domiciliare, progetto terapeutico riabilitativo) e farmacologici (Risperidone) con
risultati assai scadenti in termini di riduzione dell’iperattività.
Il ragazzo è giunto presso il nostro centro di riferimento nel maggio 2012 inviato da un centro di territorio
per una valutazione in relazione all’opportunità di intraprendere una terapia con psicostimolante.
Il presente lavoro descrive l’iter procedurale ed i risultati ottenuti attraverso il supporto farmacologico.
-
PARTECIPANTI
Il percorso ha previsto il coinvolgimento di Luca 14 anni, dei genitori, degli insegnanti, dell’assistente alla
persona e dell’educatore.
-
MATERIALI
Sono state somministrate prove specifiche per l’individuazione della sintomatologia tipica dell’ADHD a Luca,
mentre gli adulti hanno compilato questionari sul comportamento nei diversi contesti di vita.
L’attenzione sostenuta è stata indagata attraverso la prova Sustained Attention della batteria Attenzione e
Memoria (AM) / Attention & Memory Battery Leiter-R.
Per la valutazione dei problemi comportamentali e psicopatologici nei bambini con particolare attenzione
alla valutazione dei sintomi presenti nel Disturbo dell’attenzione/Iperattività sono state somministrate ai
genitori e agli insegnanti le scale comportamentali Conners’ Parent Ratig Scale, Conners’ Teacher Ratig Scale.
Inoltre, sono seguite sedute di osservazione.
RISULTATI
Valutando i risultati ottenuti alle scale Conners, compilate dai familiari è possibile dedurre come Luca abbia
ottenuto punteggi medi che indicano la presenza di un problema significativo (Punteggi T >70), alla scala
3
ADHD:
eziopatogenesi, diagnosi e trattamento
Vicoforte 23 24 novembre 2012
ADHD Index, indice empirico più sensibile per individuare un problema di deficit di attenzione e iperattività,
un punteggio medio di 75, corrispondente a un problema decisamente atipico.
I questionari compilati dagli insegnanti, dall’assistente alla persona e dall’educatore evidenziano un
punteggio medio di 56, confermando un quadro appena leggermente atipico-quadro problematico
borderline.
Nel grafico il riassunto dei dati.
Non è stato possibile portare a termine la prova di attenzione sostenuta del test di Leiter-R a causa della
concentrazione limitata e dell’iperattività di Luca.
Il test è stato riproposto dopo la somministrazione del farmaco e si è notato che i tempi di attenzione si sono
prolungati tanto da permettere al ragazzo di concludere due prove sulle quattro totali.
CONCLUSIONI
I risultati del percorso valutativo evidenziano che Luca presenta sintomi tipici dell’ADHD, difficoltà di
concentrazione e impulsività elevata, in accordo con quanto riportato da Ekstein e colleghi (2011).
Dall’osservazione è emerso che dopo la somministrazione del Metilfenidato i tempi di attenzione sono
migliorati permettendo a Luca di riflettere di più sul compito assegnato e di portare a termine momenti di
gioco con l’esaminatore.
Inoltre, si sottolinea, come rilevato da Green e coll. nel 1989, l’influenza delle difficoltà di gestione della
mamma sulle prestazioni di Luca che migliorano in ambienti e situazioni strutturate, come la scuola.
BIBLIOGRAFIA
Ekstein S, Glick B, Weill M, Kay B, Berger I. Down syndrome and attention-deficit/hyperactivity disorder (ADHD).
Journal of Child Neurology 2011; 26 (10)
Hastings RP, Beck A, Daley D, Hill C.Symptoms and their correlates with intellectual disabilities. Research in
Developmental Disabilities. 2005 Sept-Oct; 26 (5) :456-68.
Green JM, et al. Attention disorder in a group of ypung Down’s syndrome children. Journal of Mental Deficiency
Research. 33:105-122, 1989.
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ADHD:
eziopatogenesi, diagnosi e trattamento
Vicoforte 23 24 novembre 2012
Terapia farmacologica nell’ADHD: un’esperienza presso il Centro di
Riferimento di Borgomanero- ASL di Novara
Sara Duella*, Marianna Vallana*, Alessia Antonini*, Beatrice Guglielmetti*, Fulvio Guccione**
* Psicologa Centro di Riferimento ADHD ASL Novara Ospedale di Borgomanero
** Responsabile Centro di Riferimento ADHD ASL No Ospedale di Borgomanero
INTRODUZIONE
Il trattamento farmacologico del Disturbo da deficit di attenzione/iperattività (ADHD) ha
ricevuto un crescente interesse da parte della ricerca scientifica.
Nel corso degli ultimi anni numerosi studi sperimentali hanno dimostrato l’efficacia
terapeutica del metilfenidato e dell’atomoxetina (Newcorn JH et al., 2008; Prasad S et al.,
2007; Wang Y et al., 2007). Inoltre, un recente studio di meta-analisi, condotto da Hanwella e
collaboratori (2011) , ha evidenziato che il metilfenidato può essere considerato come il
primo e più significativo approccio farmacologico al trattamento dell’ADHD nell’infanzia e
nell’adolescenza.
Il Centro di Riferimento ADHD di Borgomanero-ASL NO, che ha iniziato l’attività nel 2009, ha
in carico 140 pazienti con diagnosi di ADHD (ICD-10 F90-F90.9) di cui 23 in terapia
farmacologica. Si presenta qui l’analisi descrittiva dei casi attualmente in trattamento
farmacologico.
METODO
OBIETTIVI
Monitorare il decorso clinico e comportamentale, nonché l’efficacia e l’eventuale presenza di
effetti collaterali nei pazienti affetti da ADHD in trattamento farmacologico, presso il nostro
Centro di Riferimento a tre mesi dall’assunzione della terapia.
PARTECIPANTI
23 pazienti in terapia farmacologica 20 maschi e 3 femmine di età compresa tra 7 e 16 anni,
età media 11,08. Di questi 16 (69,5%) con diagnosi ICD-10 F90.0 (Disturbo dell’attività e
dell’attenzione) e 7 (30,4%) F90.1 (Disturbo ipercinetico della condotta). 9 (39,1%)
presentavano 1 comorbidità, 11 (47,8%) presentavano 2 comorbidità, solo in 3 casi (13,1%)
presentavano esclusivamente diagnosi principale di disturbo dell’attenzione con iperattività.
La comorbidità principale era rappresentata da F91.3 Disturbo opppositivo provocatorio
presente in 12 pazienti (52,2%). Le altre principali comorbidità erano rappresentate da: F81.3
Disturbo misto delle capacità scolastiche presente in 4 pazienti (17,4%); F31 Sindrome
affettiva bipolare 2 (8,7%); F84.1 Autismo atipico 2 (8,7%); F70 Ritardo mentale lieve 3
(13%). 21 (91,3%) in terapia con metilfenidato e 2 (8,7%) in terapia con atomoxetina. 9
(39,1%) sono giunti al centro di riferimento su invio dei centri di territorio e 14 (60,9%)
erano pazienti già in carico al centro.
MATERIALI
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ADHD:
eziopatogenesi, diagnosi e trattamento
Vicoforte 23 24 novembre 2012
Tutti i pazienti in sede diagnostica erano stati sottoposti alla batteria testistica prevista dal
protocollo. Inoltre prima dell’inizio della terapia farmacologica erano stati sottoposti ad
accertamenti clinico-strumentali ed ematochimici altrettanto previsti dal protocollo nazionale.
I pazienti candidati alla terapia con metilfenidato erano pure stati sottoposti alla dose test in
ambiente ospedaliero. Successivamente alla somministrazione della terapia farmacologica i
pazienti sono stati monitorati come previsto alla prima e quarta settimana, al terzo e sesto
mese e il follow up prosegue. Tutti i pazienti sono stati inseriti nel Registro Nazionale ADHD
dell’Istituto Superiore di Sanità, previo consenso informato.
E’ stato poi condotto uno studio osservazionale su 9 pazienti (39,1% del campione) per
verificare attraverso il subtest Attention Sustained della scala Leiter-R, (GH Roid e LJ Miller,
2002) e la scala comportamentale Conners’ Parent Rating Scale-Revised (CK Conners, 2007)
l’evoluzione della sintomatologia, attraverso la somministrazione di tali test al tempo 0
(prima dell’assunzione della terapia farmacologica) e al tempo 1 (a tre mesi dall’assunzione
della terapia).
RISULTATI
22 (95%) dei 23 pazienti in terapia farmacologica hanno proseguito il trattamento per almeno
tre mesi con soddisfacente risposta clinica e comportamentale ed in assenza di significativi
effetti collaterali. Per un solo 1 paziente è stato necessario uno switch da ATX a MPH per la
presenza di effetti collaterali modesti ma fastidiosi (gastralgia).
Tutti i pazienti hanno ridotto in maniera significativa, seppur variabile, la sintomatologia
come confermato dai colloqui con i genitori, con gli insegnanti e con i ragazzi.
In relazione ad uno studio osservazionale su 9 pazienti che erano stati sottoposti a
valutazione tramite test di Leiter-R l’analisi descrittiva dei risultati mostra un netto
miglioramento a tre mesi rispetto alla fase pre-test nell’83% dei casi.
Anche rispetto all’Indice ADHD delle CPRS-R a tre mesi si è evidenziata nella maggior parte
dei pazienti (55%) una riduzione non in maniera così incisiva rispetto alla capacità di
attenzione sostenuta rilevata con la scala Leiter-R. Ciò sembrerebbe suggestivo per una
differente percezione soggettiva dei genitori che non sempre corrisponde a modificazioni
obiettive da parte dei figli affetti da ADHD.
CONCLUSIONI
22 pazienti su 23 (95%) a tre mesi dall’assunzione della terapia farmacologica con MPH o
ATX hanno ottenuto un beneficio dal trattamento, una riduzione della sintomatologia in
assenza di effetti collaterali di rilievo, come comprovato dalle valutazioni cliniche e testistiche.
In un unico caso è stato necessario uno switch da ATX a MPH per presenza di effetti collaterali
(gastralgia) di modesta entità e subito risoltosi con la sospensione della terapia. Il follow up
dei pazienti prosegue.
Questa esperienza clinica, ancora in fase preliminare e di tipo osservativo, conferma in
accordo con la letteratura scientifica l’importante contributo della terapia farmacologica nel
trattamento dell’ADHD (Hanwella R. et all, 2011; Newcorn JH et al., 2008; Prasad S et al., 2007;
Wang Y et al., 2007).
Inoltre, questo lavoro conferma l’importanza di utilizzare diversi strumenti di valutazione sia
per la diagnosi sia nel corso del trattamento dell’ADHD (ICSI Health Care Guideline, 2010),
affiancando, per esempio, i questionari osservativi, che riflettono la percezione genitoriale del
comportamento del bambino, a misure più indipendenti e obiettive della sintomatologia
oggetto di indagine.
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ADHD:
eziopatogenesi, diagnosi e trattamento
Vicoforte 23 24 novembre 2012
L’ analisi proseguirà con l’ampliamento della casistica al fine di verificare, anche attraverso
analisi statistiche, la bontà dei trattamenti farmacologici e non farmacologici.
BIBLIOGRAFIA
Conners CK. CRS-R. Conners’ Rating Scale-Revised. Giunti O.S. 2007.
Hanvella R., Senanayake M. and de Silva V. Comparative efficacy and acceptability of
methylphenidate and atomoxetine in treatment of attention deficit hyperactivity disorder
in children and adolescents: a meta-analysis. BMC Psychiatry. 2011; 11: 176.
ICSI Health Care Guideline. Diagnosis and management of Attention Deficit
Hyperactivity Disorder in primary care for school-age children and adolescents. Eighth
Edition. 2010.
Newcorn JH, Kratochvil CJ, Allen AJ, Casat CD, Ruff DD, Moore RJ, Michelson D.
Atomoxetine and osmotically released methylphenidate for the treatment of attention
deficit hyperactivity disorder: acute comparison and differential response. Am J
Psychiatry. 2008;165(6):721–730.
Prasad S, Harpin V, Poole L, Zeitlin H, Jamdar S, Puvanendran K. A multi-centre,
randomised, open-label study of atomoxetine compared with standard current therapy in
UK children and adolescents with attention-deficit/hyperactivity disorder (ADHD). Curr
Med Res Opin. 2007;23(2):379–394.
Roid GH, Miller LJ. Leiter-R. Leiter International Performance Scale-Revised. Giunti O.S.
2002.
Wang Y, Zheng Y, Du Y, Song DH, Shin YJ, Cho SC, Kim BN, Ahn DH, Marquez-Caraveo
ME, Gao H. et al. Atomoxetine versus methylphenidate in paediatric outpatients with
attention deficit hyperactivity disorder: a randomized, double-blind comparison trial.
Aust N Z J Psychiatry. 2007;41(3):222–230.
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ADHD:
eziopatogenesi, diagnosi e trattamento
Vicoforte 23 24 novembre 2012
ADHD: TANTI POSSIBILI PERCORSI DIAGNOSTICI
Un’indagine sul territorio della provincia di Novara
Marianna Vallana*, Alessia Antonini*, Sara Duella*, Renata Brigatti**, Fulvio Guccione***
* Psicologa Centro di Riferimento ADHD ASL Novara Ospedale di Borgomanero
** Neuropsichiatra Infantile Centro di Riferimento ADHD ASL Novara Ospedale di Borgomanero
***Responsabile Centro di Riferimento ADHD ASL Novara Ospedale di Borgomanero
Abstract
Introduzione. In Italia, così come in molti altri paesi, bambini che presentano ADHD spesso non
vengono diagnosticati correttamente (Sayal et al., 2006). Come si evince da alcuni studi, ad oggi
non esistono test specifici per permettere di effettuare diagnosi di ADHD: solitamente la
valutazione viene effettuata sulla base dell'osservazione clinica, della raccolta di informazioni da
fonti multiple e di alcune interviste semistrutturate (Masi e Zuddas, 2009).
Col presente studio abbiamo voluto indagare quali fossero effettivamente le modalità
diagnostiche, seguite da parte operatori specialistici del territorio, nella valutazioni di pazienti
con sospetto di ADHD al fine anche di sensibilizzare gli operatori sulle difficoltà diagnostiche
legate a questa patologia.
Metodo e procedure sperimentali. Il lavoro è stato sviluppato in più momenti, nel corso degli anni
2010 e 2011 sono stati presenti ai singoli operatori dell’ Asl di Novara due questionari, uno volto
ad indagare il punto di vista individule rispetto il Disturbo di Attenzione e Iperattività, l’altro volto
a indagare il percorso diagnostico ritenuto più opportuno per giungere all'inquadramento dei casi
con sospetto ADHD; terminata la raccolta dati è stata effettuata un’attenta analisi statistica
descrittiva.
Risultati e conclusioni. I risultati del primo questionario mostrano come il 67% degli operatori,
considera l’ADHD come un’entità diagnostica specifica. Abbiamo voluto indagare, tra gli operatori
che ritengono l’ADHD come identità diagnostica specifica (67%), quale secondo loro fosse la
natura della patologia, ammettendo risposte multiple. Il campione di operatori si è così
distribuito: il 60% riconosce la patologia come a natura prevalentemente neurobiologica, il 27%
riconosce la patologia come a natura prevalentemente psicologica-relazionale ed infine il 20%
riconosce la patologia come a natura prevalentemente educativa.
Il 47% degli operatori coinvolti ha effettuato invii a colleghi per una valutazione dei casi in equipe;
di contro il 53% dei casi ha effettuato una valutazione in autonomia.
Il 63% degli operatori ha partecipato ad almeno un convegno sull’argomento negli ultimi 5 anni, il
36% ha partecipato a corsi specifici sull’ADHD. Infine solamente l’1% non ha partecipato a corsi e
convegni, sul tema, negli ultimi 5 anni.
I risultati al secondo questionario evidenziano come siano state privilegiate, oltre al colloquio
anamnestico (100%), le valutazioni psicodiagnostiche (95%) e cognitive (66%), rispetto a quelle
comportamentali (55%), neuropsicologiche (40%) e degli apprendimenti (16%). Sono inoltre
limitati i colloqui effettuati di professionisti con gli insegnati (8%). Inoltre, dal confronto con gli
operatori del territorio emerge la carenza di strumenti valutativi neuropsicologici adeguati
all’interno delle strutture del territorio.
Sulla base di questi dati è stato proposto un corso di aggiornamento sul tema ADHD, agli
operatori del territorio. Lo scopo del corso di aggiornamento, oltre alla presentezione dei dati
emersi era quello di sensibilizzare gli operatori sulle pratiche diagnostiche utilizzate e fornire
nuovi strumenti di valutazione utilizzabili.
Bibliografia. Masi, G., Zuddas, A.. (2009). Il disturbo da deficit di attenzione e iperattività.
Supplemento Area Pediatrica 9/10, 3-16.
Sayal, K., Hornsey, H., Warren, S., MacDiarmid, F., & Taylor, E. (2006). Identification of children at
risk of Attention Deficit/Hyperactivity Disorder: A school-based intervention. Social Psychiatry and
Psychiatric Epidemiology, 41, 806–813.
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ADHD:
eziopatogenesi, diagnosi e trattamento
Vicoforte 23 24 novembre 2012
Organizzazione del sonno nei bambini con Deficit di Attenzione ed Iperattività
prima e dopo terapia farmacologica
G. Galloni, G. Delia, A. Moletto, M. Mana*, P. Vigliano
S.C. Neuropsichiatria Infantile – ASLTO1 – Ospedale Martini
*S.C. Neurologia – Ospedale Martini
Introduzione
I bambini ed i genitori dei bambini affetti da Deficit di Attenzione ed Iperattività (ADHD) riportano
frequentemente disturbi del sonno; questo riscontro è confermato da parte di studi polisonnografici
riportati in letteratura.
Abbiamo programmato studi polisonnografici notturni per valutare i parametri di base e l’architettura
del sonno in b. con ADHD nel tentativo di valutare gli eventuali disordini del sonno e di verificare le
scelte terapeutiche.
Metodi
In accordo con i criteri del DSM-IV abbiamo diagnosticato ADHD in 11 bambini, 8 dei quali, in base alla
gravità del quadro sintomatologico, sono stati fino ad ora reclutati per la polisonnografia notturna.
Due di questi sono stati registrati prima e 6 mesi dopo l’inizio della terapia con Atomoxetina e 4 con
Metilfenidato. I risultati dei parametri esaminati sono stati confrontati con quelli di 18 b. di controllo e
sottoposti a valutazione statistica con il metodo del t-test per campioni indipendenti.
Riportiamo i risultati statisticamente significativi:
- i bambini con ADHD hanno un aumento dei movimenti globali senza modificazione dello stato
e/o della fase di sonno e dei movimenti che provocano alleggerimento del sonno e/o risvegli
notturni con significativo aumento della veglia durante il sonno, riduzione dell’efficacia dello
stesso, aumento della durata della fase I e II e riduzione delle fasi di sonno profondo
- il confronto tra i dati ottenuti nei bambini prima e dopo il trattamento con Metilfenidato
evidenzia una riduzione della fasi I di sonno con un consolidamento della fase II.
Conclusioni
Questi risultati non differiscono da numerosi studi pubblicati in letteratura e suggeriscono una
maggiore frammentazione del sonno con una riduzione, nei bambini con ADHD, delle fasi di sonno
profondo. Si può ipotizzare quindi che esista una comorbidità fra ADHD e disturbo del sonno, legato ad
un disturbo dell’arousal, per modificazione della soglia di eccitabilità.
Questi dati devono essere confermati da ulteriori studi con il reclutamento di un maggior numero di
pazienti e dal confronto tra pazienti con ADHD non trattati e dopo inizio del trattamento farmacologico.
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ADHD:
eziopatogenesi, diagnosi e trattamento
Vicoforte 23 24 novembre 2012
Il Centro di Riferimento Regionale per il Trattamento Farmacologico dell’ADHD
dell’ASL TO 3: bilancio dell’attività a 5 anni dall’apertura.
Paolo Negro*; Marco Rolando **
*Neuropsichiatra Infantile ASL TO3;
** Direttore S.C. Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza ASL TO3
ABSTRACT
OBIETTIVO:
Raccolta dati e discussione dei risultati emersi tra tutti i medici territoriali di NPIA che afferiscono al Centro.
METODO:
Raccolta dati attraverso NPI-NET. Discussione dei risultati attraverso la tecnica del focus group
RISULTATI:
La popolazione dell’ASL TO3 nella fascia 0-17 ammonta a circa 100.000 unità. I dati di letteratura stimano una
prevalenza dell’ADHD del 3-5%. L’1% della popolazione è costituita dai casi clinicamente gravi. Nella nostra ASL
i minori con diagnosi di ADHD visti dagli operatori NPI nell’anno (settembre 2011 \ settembre 2012) sono stati
196. Di questi 196, 22 sono in trattamento farmacologico. Di questi 22, 18 provengono da un solo distretto. Si
evidenzia pertanto un basso numero di minori diagnosticati rispetto ai dati previsti e ad un ancor più basso
numero di pazienti trattati farmacologicamente con un rilevante squilibrio (n° di casi diagnosticati e trattati con
farmaco) tra i singoli operatori. Tale squilibrio è stato discusso attraverso un focus group.
CONCLUSIONI:
Nel focus group sono emerse considerazioni interessanti. Per quanto riguarda la diagnosi vi sono perplessità sui
criteri diagnostici, sull’origine ambientale piuttosto che neurobiologica dei sintomi e sulla comorbidità che
spesso risulta più evidente, e quindi più diagnosticata, dell’ADHD. Per quanto riguarda il trattamento
farmacologico è risultato come la mancata disponibilità del farmaco e la necessità di ricorrere ad un secondo
livello per la convalida diagnostica, la prescrizione e i controlli di monitoraggio siano di ostacolo sia alla
formazione di quell’esperienza concreta che sta alla base dell’operato medico sia alla prescrivibilità di un
farmaco per il quale spesso vi sono rilevanti timori da parte dei pazienti. I risultati sono discussi nel dattaglio nel
poster.
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ADHD:
eziopatogenesi, diagnosi e trattamento
Vicoforte 23 24 novembre 2012
Efficacia dell'approccio multimodale in un grave caso di ADHD con comorbilità per DSA
in adolescenza
Romolo Bollea*, Fulvio Guccione**, Carlo Alberto Zambrino***, Paolo Rasmini*
S.C. Neuropsichiatria Infantile “ASL Vercelli” *; ** Responsabile Centro di Riferimento ADHD Ospedale
di Borgomanero ASL Novara; ***S.C. Neuropsichiatria Infantile “ASL Novara”
Razionale ed obiettivi
Presentiamo il caso di un adolescente di 14 anni affetto da grave disturbo comportamentale in ambito familiare e
scolastico inquadrabile come ADHD di tipo combinato grave associato ad un Disturbo specifico della lettura con
disortografia e disgrafia. Il minore ha usufruito favorevolmente di un intervento multimodale caratterizzato da:
supporto al nucleo familiare, educativa territoriale e collaborazione con la scuola; successivo approccio
farmacologico con Metilfenidato in collaborazione con il Centro di Riferimento Regionale di quadrante a
Borgomanero (No).
Metodi:
Si tratta di un ragazzo di origine rumena in carico alla S.C. NPI ambito di Gattinara dal novembre 2011 dove è
giunto alla consultazione per episodi di aggressività ed impulsività agita indiscriminata in ambito scolastico e
familiare. In anamnesi familare non vi sono dati relativi al padre che non si è mai occupato di lui, tratti di
impulsività sono riscontrabili nella figura materna. Unicogenito.
QI 87 con Matrici di Raven; concorda con WISC: QIT: 91; QIV: 88, QIP: 97
Al test Santo Di Nuovo emerge un grave disturbo dell'attenzione con un tempo di risposta immediato, deficit
della attenzione focalizzata, della memoria visiva a breve termine, facile distraibilità.
Alle Conners sia scuola che famiglia supera cut off > 5
Sartori - Job – Tressoldi: Velocità di lettura di parole: < 2.57 DS
Prove MT lettura di brano: rapidità < 0.9 DS
Scrittura di parole e non parole: < 5° centile
Disgrafia: alla prova numeri la velocità è < 2.4 DS
a seguito della diagnosi di DSA sono state fornite alla scuola le opportune misure dispensative e compensative.
Successivamente alla impostazione della presa in carico multimodale con colloqui quindicinali di supporto alla
famiglia, all'inserimento di un educatore professionale per alcune ore alla settimana, e a frequenti incontri con il
collegio docenti della scuola media frequentata, è stato inviato Presso il Centro di riferimento ADHD di
Borgomanero.
Presso il Centro di Riferimento di Borgomanero sono stati effettuati gli approfondimenti di prassi: conferma
diagnostica, accertamenti in D.H.pre-arruolamento e dose-test per il metilfenidato. Verificata un’adeguata
risposta al test in acuto il paziente ha iniziato un trattamento giornaliero con Ritalin 30 mg. die.
La risposta alla terapia con Metilfenidato ha contribuito in maniera significativa al miglioramento della
sintomatologia con la riduzione dell'impulsività, della inattenzione e iperattività.
Oltre ai dati clinici e testologici anche la capacità di autoregolazione in ambito scolastico appare più adeguata.
Conclusioni:
L'outcome favorevole del trattamento multimodale di questo paziente grave e complesso, anche in
considerazione della fase evolutiva adolescenziale, gestito in stretta collaborazione tra la SC NPI territoriale di
Vercelli ed il Centro Regionale di riferimento ASL Novara, conferma la necessità di costruire percorsi di rete
integrati tra le Strutture di NPI per la gestione efficace dei pazienti con problemantiche cliniche complesse.
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ADHD:
eziopatogenesi, diagnosi e trattamento
Vicoforte 23 24 novembre 2012
ADHD e sindrome di Tourette:lo spettro psicopatologico
MC Giraudo, C Davico, S Gerardi, D Notari, F Torta, A Anichini
NPI AO OIRM S.Anna, Torino
La sindrome di Tourette è un disturbo dello sviluppo neuropsichico, che consiste in molteplici
tic motori e uno o più tic vocali. Essa è rappresentata da uno spettro psicopatologico nel quale
rientrano diverse forme, dalle più semplici alle più complesse secondo un continuum che va
dai Disordini da Tic cronici, alla Sindrome di Tourette Pura, alla forma Full-Blown, e alla
Tourette tipo Plus. La diagnosi di sindrome di Tourette nell’infanzia è sempre più frequente,
così come delle sue comorbidità psichiatriche, presenti nel 90 % di pazienti, che concorrono a
definire una diagnosi di sindrome di Tourette di tipo PLUS.
Le comorbidità più comuni riportate in letteratura sono l’ADHD (Attention Deficit
Hyperactivity Disorder) (60-80 %) e il DOC (Disturbo Ossessivo Compulsivo)(11-80 %), la
depressione (8 %), il disturbo di personalità (64%), oltre al disturbo d’ansia e al disturbo del
controllo degli impulsi . Alla Tourette PLUS si associa inoltre un alto rischio di condotte auto
lesive(14-60 %), o SIB (Self InjuriousBehaviours) e di tentativi anticonservativi(9 %).Dalla
letteratura emerge anche che iperattività, disattenzione e impulsività tendono a comparire
ancheprima dell’insorgenza dei tic.
Al Day Hospital dedicato a Tourette, tic e PANDAS della Clinica Universitaria di Torino
annessa al Dipartimento di Scienze dell’Infanzia e dell’Adolescenza afferiscono bambini nei
quali il processo di diagnosi della sindrome di Tourette prevede un protocollo mirato a
rilevare le varie comorbidità, tra cui l’ADHD. Presenteremo i risultati del nostro studio relativi
alla comorbidità ADHD,ST e le altre comorbidità,con particolare attenzione alle condotte a
rischio (tentativo di suicidio e condotte autolesive).
A Cavanna, MD Servo, F Monaco, MM Robertson: The behavioralspectrum of Gilles de la Tourette Syndrome. J
NeuropsychiatryClinNeurosci 21:1 Winter 2009
Anichini et Al.: Sindrome di Tourette Plus in età evolutiva:analisi di 30 protocolli Rorschach. Gior.Neuropsich Età Evol.
2011;31:207-214.
C Davico, S Toscano, C Ruffino, E Osello, C Lasorsa, A Anichini: Le “condotte a rischio” nei soggetti con sindrome di Tourette
Plus in età evolutiva. Torino, Maggio 2011
CA Mathews et al: Self Injurious behaviour in Tourette syndrome: correlates with impulsivity ad impulse control. J
neurolNeurosurg Psychiatry 2004; 74:1149 - 1155
MM Robertson : Tourette syndrome, associated conditions and the complexities of treatment Brain (2006), 123, 425 – 462
MM Robertson, The prevalence and epidemiology of Gilles de la Tourette Syndrome, pt1 the epidemiological and prevalence
studies. J Psychosom Res. 2008; 65 (5): 461-472.
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ADHD:
eziopatogenesi, diagnosi e trattamento
Vicoforte 23 24 novembre 2012
“Un caleidoscopio di famiglie: il gruppo di parent training”
O. Veneziani
Servizio di NPI ASL To2
Nell’ambito del trattamento dell’ADHD grande importanza riveste il lavoro con la famiglia,
punto di partenza e di arrivo per ogni percorso “abilitativo”. Soprattutto nell’ottica di
efficienza/efficacia che, giustamente, investe i nostri servizi in questo periodo e che,
ingiustamente, rischia di provocare tagli indiscriminati, l’avvio di un percorso di gruppo di
sostegno ad una genitorialità così complessa e messa in crisi, come quella dei genitori di
bambini con ADHD, ci è sembrata una scelta fondamentale.
L’intervento verte, quindi, sulla descrizione di un gruppo di parent training tenuto presso il
nostro servizio e sulle implicazioni dei diversi tipi di genitorialità nella gestione di bambini
con ADHD.
In questo particolare gruppo, infatti, erano presenti quattro coppie di genitori, di cui una
biologica, due affidatarie e una adottiva.
L’intervento si concentra sui diversi stili di attaccamento presenti nei nuclei e sulle ricadute
sintomatologiche sui bambini.
Saranno, inoltre, descritti le similitudini e le differenze tra le famiglie e il percorso che li ha
portati ad un esito comune.
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ADHD:
eziopatogenesi, diagnosi e trattamento
Vicoforte 23 24 novembre 2012
Disturbi di attenzione e disturbi di apprendimento in una casistica di pazienti affetti da
Sindrome di Tourette.
M. C. Giraudo, C. Davico, S. Gerardi, D.Notari,C. Ruffino, F. Torta, A. Anichini, B. Bassi
Dipartimento di Scienze della sanità pubblica e pediatriche- S.C.D.U. Neuropsichiatria
Infantile Azienda Ospedaliera Città della salute e della scienza di Torino - OIRM -S. Anna*
Background scientifico: Nei soggetti con ST, a fronte di capacità intellettive normali,
l’osservazione clinica e l’evidenza sperimentale in ambito neuropsicologico indicano un’
alterata capacità di inibire risposte comportamentali inappropriate o anti-economiche con
conseguente impossibilità di un output motorio e comportamentale adattativo.
Scopo: Tale ricerca si propone di valutare la presenza, la distribuzione e le caratteristiche
delle difficoltà di apprendimento in un campione di 52 bambini e adolescenti afferiti alla
nostra Struttura dal 2006 a oggi.
Metodologia: Nell’ ambito del nostro protocollo diagnostico e terapeutico, con follow up
ripetuti, è stata proposta un’intervista mirata sui disturbi di apprendimento e sono stati
analizzati i profili ottenuti dalla somministrazione della scala WISC III.
Discussione: La ST ha un forte impatto sul funzionamento scolastico di questi ragazzi,
indipendentemente dalla severità della sintomatologia ticcosa; ne deriva un disagio
sfaccettato, comprendente disturbi di apprendimento specifici e non, deficit attentivi, disturbi
della condotta e disturbi di socializzazione, che possono comportare “flessioni” nel
rendimento scolastico e/o rifiuto e abbandono scolare.
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ADHD:
eziopatogenesi, diagnosi e trattamento
Vicoforte 23 24 novembre 2012
ADHD sottotipo combinato e difficoltà scolastiche: presentazione di un caso clinico
E. Burdino*, M.S. Caronia*, R. Tardivo*, V. Allamandri°, R. Fiorella*, F. Ragazzo*
*Centro di Riferimento ADHD Savigliano; ° Logopedista S.C. NPI Savigliano
I.A. è una bambina di 8 anni che frequenta la classe III elementare, secondogenita, nata a
termine da gravidanza decorsa fisiologicamente.
Sviluppo neuropsicomotorio nella norma. Riferita alterazione ritmo sonno veglia.
All’anamnesi familiare risulta cugina di II grado con problemi di iperattività.
Giunta all’ osservazione degli operatori del Servizio NPI territoriale per iperattività e difficoltà
scolastiche a dicembre 2010.
Effettuate valutazione neuropsicologica e logopedica nel mese di febbraio 2011 che rilevano
difficoltà di letto-scrittura e di calcolo non ancora inquadrabili in un disturbo specifico dell’
apprendimento per età anagrafica ma ascrivibili ad un quadro di ADHD, sottotipo combinato.
Si concorda con la famiglia la terapia farmacologica con metilfenidato iniziato ad agosto 2011
associato ad un trattamento logopedico con la finalità di potenziare l' automatizzazione dei
processi di letto-scrittura e calcolo; la presa in carico è tuttora in corso. E' stato deciso dall'
équipe terapeutica di rinviare l'intervento cognitivo-comportamentale atto all'acquisizione di
strategie di autocontrollo perchè a fine prima elementare la bambina risultava didatticamente
molto carente e pertanto si è ritenuto prioritario indirizzare le risorse di I.A. verso
l'acquisizione degli strumenti indispensabili per la prosecuzione del percorso scolastico,
anche attraverso l'attivazione delle Esigenze Educative Speciali e specifica programmazione
didattica. É in previsione un training sull'autoregolazione durante l'anno scolastico in corso.
Contemporaneamente sono stati effettuati colloqui di supporto alla genitorialità e incontri con
gli insegnanti con cadenza semestrale.
La valutazione pre e post farmaco ha compreso: test cognitivi (WPPSI III, WISC III), Batteria
Italiana per ADHD (BIA), Figura di Rey (copia e rievocazione differita), TPV – Copia e Velocità
visuo-motoria, Five Point, Test di Cancellazione, questionari sul comportamento
somministrati a genitori ed insegnanti (CBCL, CPRS-R,CTRS-R); sono stati proposti in forma
sperimentale per uno studio attualmente in corso in collaborazione con l’ Università di
Genova anche il test Flanker, Posner Automatico e Posner Volontario.
Il confronto tra la valutazione neuropsicologica effettuata prima e ad un anno da inizio del
trattamento con Ritalin evidenzia un miglioramento del funzionamento cognitivo globale della
bambina, afferibile ad un una maggiore autoregolazione, capacità attentiva, riduzione
dell'impulsività ed dell'iperattività.
Bibliografia:
- C. Cornoldi, ‘Difficoltà e disturbi dell’ apprendimento’, Ed. Il Mulino, 2007.
- F. Benso, ‘Neuropsicologia dell’ attenzione: teoria e trattamento nei disturbi dell’
apprendimento’, Ed. Del Cerro, 2004.
- G.M. Marzocchi, ‘La presa in carico dei bambini con ADHD e DSA. Costruzione della rete
tra clinici, genitori ed insegnanti’, Ed. Erickson, 2011.
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ADHD:
eziopatogenesi, diagnosi e trattamento
Vicoforte 23 24 novembre 2012
Compliance terapeutica, monitoraggio ed effetti collaterali rilevati nei pazienti in
trattamento farmacologico presso il Centro di Riferimento Regionale ADHD di
Savigliano
M.S. Caronia*, E. Burdino*, R. Fiorella*, F. Ragazzo*
* Centro di Riferimento Regionale ADHD Savigliano
Il nostro Centro di Riferimento ha attualmente in carico 60 pazienti in trattamento
farmacologico di cui 59 in terapia con metilfenidato e 1 in terapia con atomoxetina. Dei 59
pazienti che attualmente stanno assumendo metilfenidato, 5 pazienti hanno precedentemente
assunto terapia farmacologica con atomoxetina che hanno interrotto per inefficacia
terapeutica (3 non responders e 2 per dimagramento). La dose media di metilfenidato assunta
è compresa tra 0,3 e 0,4 mg/kg/dose in due-tre somministrazioni/die mentre la dose media di
atomoxetina è di 1,2 mg/kg/die.
Durante i cinque anni di esperienza del nostro Centro abbiamo rilevato i seguenti effetti
collaterali nei pazienti che assumono metilfenidato: nel 3 % dei casi è stata rilevata astenia,
calo ponderale, dolore articolare, dolore addominale, tachicardia, vertigine soggettiva; nell'
1,6 % dei casi abbiamo rilevato nausea, palpitazioni, nel 5 % dei casi comparsa di crisi
epilettiche (in pazienti che presentavano anomalie irritative specifiche all' EEG), effetto
rebound al termine dell' emivita farmacologica, tic vocali semplici transitori, nell' 11,6 % dei
casi disturbi del sonno, nell' 8,3 % irritabilità, sudorazione, tic motori semplici (in 4 pazienti la
sintomatologia ticcosa è regredita spontaneamente, in 1 bambino che presentava tic motori
prima di inizio della terapia si è osservato peggioramento della sintomatologia); nel 18,3 %
dei casi è stata riferita cefalea, nel 35 % inappetenza; nel 26,6 % dei pazienti nessun effetto
collaterale.
Nei pazienti che hanno assunto o assumono Strattera è stato rilevato: nell' 20 % calo
ponderale, nel 60 % cefalea, nell' 20 % nausea, nel 20 % alterazioni tono dell' umore, nel 66 %
inappetenza.
Per quanto riguarda gli esami ematochimici, abbiamo rilevato durante trattamento
farmacologico con metilfenidato rialzo della fosfatasi alcalina nel 13 % dei pazienti, della CPK
nell' 11,6 % dei casi, del fT3 nel 5 % dei casi, dell' fT3 e del TSH in un solo paziente.
A livello elettrocardiografico sono state rilevate in corso di trattamento con metilfenidato
anomalie aspecifiche della ripolarizzazione (tratto ST-T) nel 15 % dei casi, BBDx nel 5% dei
casi, BESV nell' 1,6 % dei casi. In un solo caso è stato richiesto uno specifico approfondimento
Holter risultato poi negativo.
La presenza o meno di effetti avversi è uno dei fattori determinanti la compliance terapeutica
alla pari però di un’ adeguata informazione alle famiglie e ad un’ eventuale intervento
psicologico-psicoterapeutico per l’ elaborazione del significato dell’ assunzione in età scolare
di uno psicofarmaco. Aspetto non secondario che rinforza la motivazione al trattamento è
quello legato alle caratteristiche farmacocinetiche dei due principi attivi per cui l’ azione
terapeutica del metilfenidato risulta essere immediata (già dopo mezz’ ora dalla
soministrazione vs i 15 – 30 giorni richiesti per la titolazione dell’ atomoxetina).
A fronte di una maggiore efficacia clinica e una maggiore tollerabilità degli effetti
collaterali riteniamo il metilfenidato la terapia di prima scelta per il Disturbo da Deficit
di Attenzione ed Iperattività in eta' pediatrica concordamente a quanto proposto dalle
Linee Guida Nazionali e dalla Letteratura Medica.
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ADHD:
eziopatogenesi, diagnosi e trattamento
Vicoforte 23 24 novembre 2012
Bibliografia:
- Linee-guida per la diagnosi e la terapia farmacologica del Disturbo da Deficit Attentivo con
Iperattività (ADHD) in età evolutiva 2002 - Alessandro Zuddas (Cagliari) e Gabriele Masi
(Pisa).
- Vaugghan B., Kratochvil CJ: ‘Pharmacoterapy of pediatric attentiondeficit/hyperactivity disorder’ Child Adolesc Psychitric Clini N Am. 2012 Oct; 21 (4):
941-55.
- Graham J., Coghill D. ‘Adverse Effects of Pharmacotherapies for Attention –Deficit
Hyperactivity Disorder Epidemiology, Prevention and Management’ CNS Drugs 2008, 22
(3):213-237.
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ADHD:
eziopatogenesi, diagnosi e trattamento
Vicoforte 23 24 novembre 2012
“Gli Animotosi”
- Intervento psico-educativo con un gruppo di ragazzi con ADHDL.Meinero° ,S.Cogno* , F.Ragazzo^
SC NPI ASL CN1- sede di Fossano
° Educatrice Professionale
*Psicologa
^Direttore S.C. NPI
I ragazzi con ADHD presentano comportamenti di iperattività, impulsività e disattenzione tali
da creare disadattamento e sofferenza in numerosi ambiti (casa, scuola, sport ecc..).
Il loro percorso di apprendimento risulta notevolmente ostacolato dalle caratteristiche
cliniche, predisponendoli all’insuccesso scolastico e ad una costruzione di un Sé problematico.
L’esperienza di questo gruppo è stata finalizzata principalmente al potenziamento della
consapevolezza nei confronti delle caratteristiche cliniche maggiormente invalidanti
(impulsività, rispetto dei turni, focalizzazione dell’attenzione, pianificazione del lavoro, ecc.)
con l’obiettivo di “trasportare” gli apprendimenti in ambiente scolastico, minimizzando così i
rischi di disadattamento scolastico e sociale.
In particolare si propone un percorso in 16 incontri ed ha come riferimento:
-
l’approccio cognitivo-comportamentale arricchito dai criteri di mediazione contenuti
nella metodologia del Prof. Feuerstein
l’utilizzo di giochi attentivi e di tecniche di rilassamento corporeo
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ADHD:
eziopatogenesi, diagnosi e trattamento
Vicoforte 23 24 novembre 2012
Colloquio Informativo con genitori di ragazzi Disattenti
S.Cogno*, F.Ragazzo°
* Psicologa, SC NPI sede di Fossano
° Direttore S.C.NPI, ASL CN1-Savigliano-Fossano_Saluzzo
ll ruolo della famiglia nel trattamento del bambino con ADHD è di fondamentale importanza,
considerato il contesto educativo e relazionale nel quale il bambino vive. Occorre però
prestare particolare attenzione a come i genitori si rappresentano il problema del figlio e
quindi occorre informarli in modo dettagliato e nello stesso tempo comprensibile su quali
siano i sintomi caratteristici del disturbo.
In specifico vengono presentati alcuni spunti di riflessione per genitori di bambini con
“disturbo di attenzione senza iperattività” attraverso una presentazione power point con
immagini, con titoli sintetici e con frasi esplicative che rappresentano il disturbo e che –
con la guida dell’operatore - permettono ai genitori di fermarsi a riflettere sulle caratteristiche
tipiche della disattenzione.
Durante la presentazione ,i genitori inoltre hanno l’opportunità di “riconoscere e ritrovare”
aspetti particolari del proprio figlio ed in questo modo rappresentarsi meglio la specificità del
problema
L’informazione viene data ai genitori in un incontro successivo alla comunicazione dalla
diagnosi e vengono consegnate le diapositive power point affinchè i genitori possano
rivederle e commentarle a casa.
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ADHD:
eziopatogenesi, diagnosi e trattamento
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ADHD: percorso diagnostico e di ricerca
Centro di Riferimento Regionale di Savigliano
Andò A**, Burdino E*, Caronia S*, Ferro L°, Fiorella R*, Ragazzo F*, Zennaro A** (i nominativi sono in ordine
alfabetico)
*Centro di Riferimento ADHD Savigliano, **Università degli Studi di Torino, °Università degli Studi
della Valle d’Aosta
Il Centro Regionale di Riferimento per l’ADHD dell’ASL CN1 di Savigliano, attivo dal 2007, fino ad oggi ha
effettuato 242 diagnosi di ADHD (204 maschi e 38 femmine); di questi 60 pazienti sono stati sottoposti a
trattamento farmacologico.
Nel corso degli anni si è cercato di identificare un percorso diagnostico in grado di permetterci una rapida
identificazione e analisi dei casi al fine di ottenere un’accurata pianificazione del trattamento e della prognosi.
Questo percorso prevede diverse fasi e gradi di approfondimento a seconda del quadro clinico e
neuropsicologico
del
paziente:
1) la valutazione clinica e neuropsichiatrica: colloquio anamnestico, osservazione clinica / colloqui psicologici.
2) la somministrazione di test e scale specifici per l'ADHD e le sue comorbidità:
• WISC III
• Rating Scale Revised Conner (CPRS, CTR, CASS) - SNAPIV Insegnanti e Genitori
• Child Behavior Checklist CBCL - Youth Self Report YSR
• Children's Depression Inventory CDI
• Pediatric Anxiety Rating Scale PARS
3) Valutazione neuropsicologica focalizzata sulle funzioni esecutive e attentive:
• MEMORIA: la memoria visuo-spaziale (Test di Corsi - BVN), la memoria uditiva (numeri - WISC
III), strategie di memoria verbale (stratecic test di memoria verbale - BIA), memoria di lavoro
(Test Corsi - BVN; numeri inversi - WISC III), memoria spaziale ( Figura complessa di Rey).
• ATTENZIONE: attenzione sostenuta visiva (Continuous Performance Test CPT-BIA), attenzione
uditiva sostenuta (TAU-BIA), l'attenzione selettiva (test ranette-BIA), l'attenzione congiunta
(Leiter).
• IMPULSIVITA’: impulsività (Test MF-BIA), l'inibizione delle risposte spontanee (completamento
di frasi alternative Test-BIA), le interferenze di controllo (Stroop numerico Test-BIA).
• FUNZIONI ESECUTIVE: strategie (Wisconsin card modifica Sorting Test-BVN), la pianificazione
territoriale (Maze Elithorn Percettivo Test-BVN), flessibilità cognitiva (Tower of London-TOL).
4) Funzionamento psicologico: Rorschach Comprehensive System (RCS)
Dai pazienti diagnosticati presso il nostro centro è stato selezionato un campione di 56 soggetti (46 maschi e 10
femmine) con età media di 10,5 anni; il 12,5% con diagnosi di ADHD pura e l’87,5% di ADHD in coomorbidità.
Dalla valutazione neuropsicologica con WISCIII effettuata sul campione emerge la seguente suddivisione rispetto
al quadro cognitivo: 7 pz hanno presentato un quadro cognitivo di RM lieve, 12 pz un quadro cognitivo border e
37 pz quadro cognitivo nella norma.
Sono stati analizzati i dati relativi alle seguenti scale:
• Rating Scale Revised Conner (CPRS, CTR, CASS)
• Child Behavior Checklist CBCL - Youth Self Report YSR
Sono state evidenziate le frequenze delle diverse sottoscale che rientrano in un quadro clinico o atipico.
Dall’analisi dei dati risultano correlare in maniera statisticamente significativa tutte le scale delle CPRS e della
CBCL compilate dalle madri con quelle compilate dai padri.
Per quanto riguarda le CTRS concordano in maniera statisticamente significativa solo con la scala che riguarda
l’ansia –timidezza compilata alla CPRS mamma; in tutte le altre scale la visione degli insegnanti rispetto al
funzionamento del soggetto non concorda con quelle dei genitori.
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ADHD:
eziopatogenesi, diagnosi e trattamento
Vicoforte 23 24 novembre 2012
IL FUNZIONAMENTO DI PERSONALITA’ IN MINORI CON DIAGNOSI DI ADHD:UNO STUDIO
PILOTA ATTRAVERSO IL RORSCHACH (C.S.Exner, 1993)
Andò A. (1), Cristofanelli S. (2) , Ferro L. (2), Fiorella R. (3), Pignolo C. (1), Ragazzo F. (3), Zennaro A. (1)
(nominativi in ordine alfabetico)
(1) Università degli Studi di Torino
(2) Università della Valle d’ Aosta
(3) Centro di Riferimento ADHD Savigliano - A.S.L CN1
Nel panorama scientifico internazionale, gli studi sull’impiego del Test di Rorschach all’interno
dell’assessment dei soggetti con ADHD (Attention Deficit and Hyperactivity Disorder), sono
numericamente esigui (A. Cutugno, 1995; L. Debbi, 1992; K.M Meehan et al., 2008). L’obiettivo della
presente ricerca consiste nell’approfondimento degli aspetti che caratterizzano il funzionamento della
personalità in minori con diagnosi di ADHD attraverso il Test di Rorshcach secondo il Sistema
Comprensivo (Exner, 1993).
Il campione clinico della ricerca è composto da 52 soggetti (46 maschi e 6 femmine) tra i 6 e i 17 anni,
con una scolarità compresa tra 1 e 10 anni, utenti del Centro di Riferimento ADHD dell'A.S.L CN1 di
Savigliano. Per il gruppo di controllo si è fatto riferimento al campione normativo italiano di età
compresa tra i 6 ed i 17 anni (Lis et al., 2005). Ad ogni soggetto, con diagnosi pregressa di ADHD, è
stato somministrato il Test di Rorschach (Exner, 1993) al fine di indagare gli aspetti inerenti lo stato
affettivo, il comportamento e gli schemi percettivi motivazionali.
Prendendo in considerazione le variabili Rorschach maggiormente discusse in letteratura, si è
proceduto al confronto delle stesse con il relativo intervallo di confidenza al 95% del campione
normativo. Il 14% ed il 17% del campione riportano rispettivamente valori inferiori agli indici WDA%
ed il XA% che potrebbero riferirsi ad una scarsa efficienza dell’esame di realtà. Il 25% riporta valori
superiori nell’indice PTI che suggerirebbero una difficoltà a livello ideativo e mediativo, mentre l’11%
mostra valori superiori rispetto all’indice Lambda, che indicherebbero la tendenza alla semplificazione
degli stimoli. Nel 10% del campione si evidenziano valori superiori nella variabile SumC’ che
potrebbero riferirsi ad una difficoltà nella espressione spontanea delle emozioni; si riscontrano,
inoltre, nel 10% del campione un numero inferiore di risposte umane (H) che suggerirebbero una
scarsa capacità nelle relazioni interpersonali ed una condizione di isolamento. Nell’8% dei soggetti
emergono valori superiori inerenti alla variabile SumT che potrebbero riferirsi ad una scarsa
percezione dei bisogni primitivi di accudimento ed a un senso di solitudine. Il 12% del campione del
campione riporta valori inferiori nella variabile AdjD che potrebbero indicare la tendenza ad avere
problemi di tipo adattivo e la presenza di disagio stabile, mentre nel 20% si evidenziano valori
superiori in riferimento all’indice Food che si collegherebbero alla pretesa che siano gli altri a
soddisfare bisogni ed esigenze. Il 25% del campione mostra valori superiori inerenti all’indice di
An+Xy che potrebbero suggerire una fragilità nell’immagine di sé. Esaminando queste stesse variabili
all’interno del sottocampione degli “Aperti” (estrapolati secondo l’indice elaborato da Meyer,1997),
ovvero di quei soggetti che mostrano disponibilità ed adesione al compito, emergono alcune similarità
rispetto al confronto con il campione normativo: gli indici che presentano valori superiori sono il
Lambda (35%), Food (18%) e An+Xy (12%), mentre gli indici che evidenziano valori inferiori sono
WDA% (6%) e XA% (12%) e risposte H (11%). Emergono invece delle differenze per quel che
riguarda gli indici AdjD, SumC’ e SumT, per cui il sottocampione degli “Aperti” non mostra differenze
rispetto al campione normativo.
I dati preliminari ricavati potranno essere approfonditi nell’ambito di successivi studi di ricerca
focalizzati sul matching tra i diversi gruppi suddivisi in base al genere, alla comorbidità della diagnosi
e all’assunzione o meno del farmaco.
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