171 Studi di safety non sono necessari per: - prodotti per uso topico (cutanea, oculare) quando la farmacologia del principio attivo è ben caratterizzata e la esposizione sistemica o la distribuzione negli altri organi sia bassa; - prodotti citotossici per pazienti terminali; ad eccezione di quelle con nuovo meccanismo d’azione in cui è opportuno fare studi di safety; - prodotti biotecnologici con elevata specificità recettoriale come gli anticorpi (è sufficiente la valutazione farmacodinamica e tossicologica); - prodotti biotecnologici con bassa specificità recettoriale e/o rappresentanti una nuova classe terapeutica: considerare studi di safety; - nuove formulazioni di sali con farmacocinetica e farmacodinamica similari. 172 173 Test dei canali hERG hERG è una proteina che costituisce i canali ionici per lo ione K+, nelle cellule miocardiche, i quali sono critici nella fase di ripolarizzazione delle membrane cellullari miocardiche. Disfunzioni di questa proteina inducono un’allungamento del segmento QT dell’elettrocardiogramma e danno luogo alla sindrome del QT lungo caratterizzata da una ritardata ripolarizzazione delle cellule miocardiche che induce anomalia cardiaca associata a fibrillazione ventricolare, sincope e morte improvvisa. Alcuni farmaci possono indurre come effetto collaterale questa sindrome letale come per esempio gli antiarrhythmici della Classe IA e III. Nuove molecole che potrebbero diventare futuri farmaci potrebbe dar luogo ad effetti collaterali letali come la sindrome del QT, quindi si effettua il test hERG. 174 Metodica del test dei canali di hERG. 175 Gli studi tossicologici hanno lo scopo di evidenziare i limiti di tossicità del farmaco e di prevedere i suoi eventuali effetti dannosi o indesiderabili alle condizioni di impiego previste nell’uomo. Principali risposte che la tossicologia deve fornire: 1) Definire • la minima dose tossica • la massima dose non tossica • la relazione tra dose terapeutica e dose tossica •le caratteristiche degli effetti tossici del farmaco e dei suoi metaboliti 2) Individuare • la struttura cellulare, l’organo o il sistema bersaglio 3) Stabilire • la reversibilità o meno degli effetti tossici • le differenze legate al sesso Studi di tossicita’ acuta DEFINIZIONE: “Effetti collaterali insorgenti dopo “breve” tempo dall’assunzione di una dose singola di sostanza assunta nell’arco di 24 ore” Somministrazione unica (acuta) del principio attivo su due o più specie di mammiferi. Dosi somministrate: - ci si riferisce a parametri già noti quando possibile - se si tratta di una sostanza non nota o complessa si procede per tentativi Vie di somministrazione: due diverse vie di somministrazione una delle quali identica o simile a quella proposta nell’uomo, mentre l’altra deve garantire il completo assorbimento sistemico del farmaco (e.v). Range di dosi: che assicuri la comparsa di effetti tossici. Periodo di osservazione: 14 giorni o fino a quando persistono i segni di tossicità. Durata dello studio: è circa 14 gg e comunque mai inferiore a 7 gg e può proseguire per tutto il tempo in cui persistono gli effetti tossici. 176 Il periodo di osservazione deve essere adeguato a mettere in luce i danni ai tessuti e agli organi, oppure il ritorno alla norma delle condizioni dell’animale. Determinazioni: - segni clinici di tossicità - mortalità a determinati intervalli - esame autoptico degli animali deceduti e di quelli sacrificati - esame istopatologico degli organi Finalità del test: ottenere dati su relazione dose/effetto e dose/mortalità per la valutazione quantitativa della: DOSE LETALE 10 (DL10) o MASSIMA DOSE TOLLERATA (MTD) DL10 = quantità di farmaco, in unità di peso o volume per unità di peso corporeo (es mg/Kg), che somministrata ad un gruppo di animali per una determinata via ed in definite condizioni sperimentali, produce la morte del 10% degli animali. E’ definita anche come la massima dose tollerata (maximum tolerated dose). Quest’ultima è usata negli studi antitumorali, per calcolare la Mouse Equivalent Lethal Dose utilizzata per trovare la prima dose da usare negli studi clinici di fase I degli antitumorali. Per motivi etici la determinazione della Dose Letale 50% è stata sostituita da MTD (maximum tollerable dose). Studi di tossicita’ ripetuta DEFINIZIONE: “Effetti collaterali insorgenti dopo l’assunzione di almeno 3 dosi della sostanza (SUBACUTA) o dopo somministrazioni ripetute (CRONICA)”. Subacuta: fino a 3 mesi • Subcronica: fino a 6 mesi • Cronica: oltre 6 mesi • Valuta le alterazioni funzionali e/o anatomo-patologiche conseguenti alla somministrazione ripetuta del farmaco, le eventuali differenze dovute al sesso/specie e la tendenza o meno ad un accumulo. • Il grado di purezza del farmaco non deve essere maggiore di quello che sarà commercializzato. • Due specie di mammiferi, entrambi i sessi, stessa numerosità, selezionate sulla base della somiglianza all’uomo per gli aspetti farmacodinamici e metabolici relativi al composto da saggiare. • La via di somministrazione è quella prevista in terapia. • Trattamento per 28 giorni che serve ad individuare le dosi da utilizzare. • Tre livelli di dose: la dose bassa deve essere sufficiente a produrre un effetto farmacodinamico, la dose alta deve provocare effetti tossici (a non più del 10% degli animali), la dose intermedia è la media geometrica tra le due. Poi si aggiunge un gruppo di controllo (animali non trattati). • Le prove di tossicità per somministrazioni ripetute devono mettere in evidenza le soglie di tossicità, le alterazioni funzionali e/o anatomo-patologiche conseguenti alla somministrazione ripetuta del farmaco o dell’associazione e stabilire le condizioni della comparsa di tali alterazioni in funzione della posologia. 177 • La valutazione degli effetti tossici viene effettuata in base al rilievo della mortalità, all’esame del comportamento, dell’accrescimento, della crasi ematica e di prove funzionali a carico di diversi organi (cuore, fegato, rene, milza etc.) nonché in base a reperti autoptici con relativi esami istologici. VIE DI SOMMINISTRAZIONE: quella che sarà usata nell’uomo • Orale • Inalatoria • Dermica DETERMINAZIONI: • Comportamento e stato di salute dell’animale (peso corporeo, consumo di cibo, test comportamentali) • Parametri ematologici, biochimici ed urinari • Peso degli organi e valutazioni istopatologici FINALITA’ DEI TEST SUBCRONICI O CRONICI: • stabilire il NOAEL o no-observed-adverse-effect level ovvero la dose che non induce nessun effetto nella specie animale presa in esame per poi calcolare la dose iniziale per la prima somministrazione clinica negli studi di fase I (escluso antitumorali che richiedono MTD). 178 Calcolo della prima dose per studi clinici nell’uomo NOAEL = HED (human equivalent dose) fattore di conversione (BSA) HED/fattore di sicurezza = starting dose o prima dose per studi clinici 179 180 Tests di mutagenesi Altri studi da effettuare sono quelli di mutagenesi che riguardano gli effetti indotti dall’impatto di un composto nuovo sul patrimonio genetico. • Con il test di Ames si evidenziano mutazioni puntiformi in procarioti (ceppi di Salmonella thyphimurium e di Escherichia coli). • Con il test di aberrazioni cromosomiche su linfociti umani si valuta l’effetto clastogeno (addizione, riarrangiamento di cromosomi) della molecola in studio sui cromosomi. • Il test del mouse lymphoma (preferito in USA) ha due end points: valutazione dell’induzione di mutazioni geniche + effetto clastogeno (= mutazioni più estese o rotture del DNA). Una sostanza mutagena è potenzialmente responsabile dell’induzione di cancerogenesi e/o di malformazioni fetali. 181 Tests di mutagenesi indicati dalle guideline dell’EMEA Test di Ames E’ un test di mutagenesi in vitro ampiamente utilizzato per determinare se un composto è carcinogeno o mutante ovvero in grado di indurre una mutazione revertente in un microrganismo come ceppi mutati di Salmonella thiphymurium. La mutazione impedisce loro di poter sintetizzare l'amminoacido istidina che è uno dei 20 amminoacidi utilizzati dalle cellule per costruire le proteine. I microorganismi vengono fatti crescere in un terreno di coltura dove l'istidina è presente in quantità limitanti (vi è abbastanza istidina da permettere solo un certo numero di divisioni cellulari). Quindi lo scopo del test è di appurare se un composto con sospetta attività mutagena possa indurre mutazioni in grado di invertire la mutazione che rende impossibile al microrganismo di sintetizzare l'istidina. Quindi se la sostanza che si ritiene cancerogena, rende il microorganismo capace di poter sintetizzare nuovamente l'istidina (proliferazione esponenziale della colonia), viene considerata mutagena. Si prepara una coltura per ogni mutageno che si vuole analizzare e si effettua anche un controllo con una sostanza neutra. Inoltre viene introdotto nel terreno di coltura un estratto di fegato di ratto in modo tale da poter favorire la metabolizzazione e la trasformazione, ad opera degli enzimi del fegato, di sostanze pro-carcinogene in carcinogene. Ci sono proprietà aggiuntive nei batteri utilizzati per il test di Ames: hanno una mutazione aggiuntiva che rende la membrana esterna facilmente permeabile alle grandi molecole da saggiare e hanno una mutazione che elimina alcuni meccanismi di riparazione del DNA. 182 Proliferazione delle colonie poiché l’agente saggiato è mutageno ed ha invertito la mutazione dei ceppi batterici 183 Mouse lymphoma assay The mouse lymphoma TK assay is part of an in vitro battery of tests designed to predict risk assessment prior to in vivo testing. The test has the potential to detect mutagenic and clastogenic events at the thymidine kinase (tk) locus of L5178Y mouse lymphoma tk (+/-) cells by measuring resistance to the lethal nucleoside analogue triflurothymidine (TFT). Cells may be plated for viability and mutation in semi-solid agar (agar assay) or in 96-well microtitre plates. When added to selective medium containing TFT, wild-type tk (+/-) cells die, but TFT cannot be incorporated into the DNA of mutant tk (-/-) cells, which survive to form colonies that may be large (indicative of gene mutation) or small (indicative of chromosomal mutation) in nature. Mutant frequency is expressed as the number of mutants per 106 viable cells. Test dei micronuclei (procedura OECD N. 474) E’ un test di mutagenesi che consente di osservare eventuali errori che avvengono durante la mitosi, causati da agenti mutageni, sia in vitro che in vivo. In questo caso descriviamo la metodica in vivo. Consiste nel prelevare, 24-36h dopo il trattamento con sostanza mutagena in esame, da un organismo (topo o ratto), cellule (eritrociti) durante la mitosi, e osservarne un discreto numero (almeno un centinaio) al microscopio, dopo aver effettuato una colorazione differenziale che evidenzi il materiale genetico: in caso di errori (provocati dal mutageno), sono visibili, oltre al nucleo, frammenti di DNA sparsi per il citoplasma (chiamati micronuclei) che non sono stati incorporati nel nucleo principale durante le ultime fasi della divisione cellulare. Tali alterazioni sono morfologicamente identici a quelli normali ma di dimensioni notevolmente ridotte che non superano un terzo delle dimensioni del nucleo principale. Effettuando un'analisi statistica sui risultati ottenuti (confrontandoli con un controllo costituito da un 184 organismo non sottoposto al mutageno) è possibile determinare l'effetto della sostanza mutagena, quindi dedurre se la sostanza in oggetto di studio, è una sostanza clastogena. Nelle cellule del midollo osseo si evidenzia la formazione di micronuclei sparsi nel citoplasma. 185 186 187 Studi tossicologici sulla riproduzione OBIETTIVI: valutazione dell’effetto tossico della sostanza in esame sulle varie fasi della riproduzione. Mettere in rilievo le modifiche della fertilità o procreazione anomala dovuta a danni dei gameti maschili e o femminili Interferenze con le fasi di impianto del feto e del suo sviluppo Effetti tossici sull’embrione Effetti tossici sul feto (teratogenesi) Interferenze con il parto Effetti sullo sviluppo postnatale Effetti tardivi sulla discendenza ANIMALI UTILIZZATI: 2 specie animali MODALITA’: somministrazione del composto a maschi e femmine prima dell’accoppiamento, durante la gravidanza e l’allattamento. Viene seguito lo sviluppo dei nuovi nati fino al loro nuovo accoppiamento per giungere ad una successiva generazione 188 Studi di cancerogenicità OBIETTIVI: - Registrare l’incidenza dei tumori soprattutto quelli che colpiscono determinati tessuti. - Registrare il periodo di latenza prima della loro manifestazione DURATA DEGLI STUDI: dai 18 mesi (per il topo) ai 24 mesi (per il ratto). ANIMALI UTILIZZATI: • due specie animali somministrando il farmaco per la stessa via proposta per l’uomo. • gruppi sperimentali di almeno 100 animali per livello di dose e gruppo di controllo (sacrificio di animali ai diversi end points) oppure studi con microPET con esiguo numero di animali. SCELTA DELLE DOSI: La dose massima deve esercitare un minimo effetto tossico (riduzione del peso corporeo del 10% o dose massima tollerata o MTD) oppure una tossicità minima a livello di un organo bersaglio. La dose minima deve produrre un effetto farmacologico ma non tossico nell’animale. La dose intermedia è la media tra la massima e la minima Analisi con MicroPET Limiti delle prove precliniche Tempi e costi: l’impiego di animali è costoso e richiede tempo. Animali: l’utilizzo di animali purtroppo è indispensabile poiché i studi in vitro non rappresentano la realtà e quindi sono indicati per capire i meccanismi d’azione dei farmaci ma non sono sufficienti per stabilire il profilo farmacologico e tossicologico di una nuova molecola. Dati di tossicita’ non completamente attendibili: a volte si possono presentare effetti avversi in una specie animale che non trova conferma negli studi sull’uomo. Comunque considerando che tra uomo e ratto c’è 80% di omologia dei geni, gli studi di tossicità negli animali riproducono in maniera piuttosto attendibile quello che può avvenire nell’uomo. 189