impero e papato fra crisi e riforma

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ATTENZIONE: la parte scritta con questa scrittura riguarda al contrasto fra chiesa ed
impero.
LA SOCIETA’ FEUDALE
A causa della disgregazione dell’impero di Carlo Magno e delle invasioni susseguitesi, si venne a creare
una situazione in cui il governare su territori di grande estensione, così nacque il feudalesimo.
Consistente nella suddivisione del regno in piccole parti amministrati da feudatari (duchi e marchesi),
uomini di fiducia del re, questo fenomeno si sviluppò in due diversi modi: in Germania i feudi
rimasero abbastanza grandi da poi permettere il ritorno delle monarchie senza problemi, in Italia ed in
Francia invece all’interno dei feudi si vennero a creare dei sotto gruppi amministrati da conti ad inoltre
la creazione di realtà ancora più piccole quali i castelli.
In età carolingia i feudi erano appezzamenti terrieri concessi ai cavalieri dopo il giuramento di fedeltà
quale beneficio per il loro costoso e specializzato servizio, in seguito il legame di fedeltà venne ad
indebolirsi ed i cavalieri ed i conti subinfeudaroni i benefici del re a valvassori.
Questo processo di trasformazione venne innescato ed attuato a partire da due grandi fatti, il primo fu
il trasformare il feudo quale concessione revocabile in bene ereditario, il secondo la trasformazione del
feudo da signoria terriera a signoria politica poiché cavalieri e castellani, quando il potere del proprio
padrone era lontano estendevano il loro a tutti i cittadini del luogo svolgendo funzioni pubbliche.
Inoltre in questo periodo, l’immunità (potere di amministrare la giustizia dei reati minori senza
l’intervento degli agenti del re) che era concessa ai territori ecclesiastici quali le abbazie vennero
ampliati a tutti i feudatari e valvassori. Anche se già loro avevano questo potere sui propri lavoratori,
l’immunità lo ampliava a tutti i piccoli proprietari che pur essendo fuori dai confini dei fondi dominici.
Aggiunto al potere giudiziario però il signore poteva istituire anche tasse, così aggiunse tagli, angherie
e corvées che erano pagamenti in denaro od in natura in cambio della protezione del signore.
Infine il signore chiese ed ottenne i poteri bannali ovvero la possibilità di costruire edifici di utilizzo
pratico quale un mulino e ordinare ai cittadini di utilizzare solo quello per il loro lavoro sotto
pagamento.
In questo periodo si distinsero le classi libere (cavalieri e mondo dei grandi e piccoli vassalli) e degli
schiavi che, seppur avevano diritto di proprietà, venivano tartassati per ogni cosa quale il matrimonio
con una persona di un altro feudo o il passaggio in eredità.
Si rinforzarono i princìpi di “nessuna terra senza signore” e “nessun uomo senza signora”.
In questa società, i cavalieri presenti quale forza militare, si sviluppò fino a creare una società con un
proprio codice di valori ed una propria cultura che si accompagnava alla nobiltà.
Per la creazione di questi valori (inizialmente il valore ed il coraggio con l’esaltazione alla violenza)
ebbe un grande ruolo la chiesa che dapprima sotto la minaccia della scomunica li obbligava a rispettare
certi valori e che poi, nel processo di nomina di cavaliere fece in modo di creare una cerimonia ricca di
simboli religiosi che lo investiva di una missione spirituale per la difesa dei deboli e della chiesa.
In questa società si forarono tre ordini: oratores, bellatores e laboratores.
IMPERO E PAPATO FRA CRISI E RIFORMA
Come abbiamo già visto nella divisione dell’impero, in Italia ed in Francia ci fu una maggiore
frammentazione del potere mentre in Germania si formarono sei grandi ducati che si rivelarono
strutture politiche durevoli.
La lotta contro il potere papale cominciò da qui con Ottone primo.
Nonostante fosse stato incoronato dal papa non accettava la sua subordinazione ad egli e si proclamò
controllore della qualità morale dell’alto clero e designatore delle cariche vescovili.
Inoltre mise i vescovi quali conti non solo per la cultura e le capacità ma anche per l’impossibilità di
creare una dinastia.
Con il privilegium Othonis fece prevalere il suo potere e decretò che solo lui poteva approvare
l’elezione del papa.
Inoltre Ottone I ampliò il suo regno sia verso l’Europa orientale sia verso l’Italia meridionale contro
l’impero d’oriente, divenendo sovrano d’Italia.
Purtroppo dopo la sua morte i discendenti non furono in grado do mantenere il potere come
l’antenato e persero il controllo sull’elezione papale.
Nello stesso periodo la morale del clero e del papato ebbe una crisi che vene combattuta con la
riforma morale.
Tra le accuse vi furono quella di simonia e quella di nicolaismo (avere una vera e propria famiglia).
Questa riforma includeva principalmente nuovi ordini monastici che avevano fatto una scelta di vita
spirituale rifugiati in luoghi inaccessibili quali Camaldoli.
Un altro fu un movimento laico milanese i cui esponenti erano chiamati patari che dichiaravano
nulli i sacramenti impartiti dal clero simoniaco.
Ma le principali forze riformatrici furono il monastero di Cluny che si batteva per un ritorno dei
monasteri ad una più rigida regola benedettina ed a far prevalere la preghiera e lo studio teologico
piuttosto che gli eventi mondani ed Enrico III che convocò un concilio per depositare Benedetto IX
ed i seguenti pontefici vennero designati dall’imperatore.
Alla morte di Enrico III venne sottratta l’elezione del papa dall’influenza del sovrano e vennero
dichiarati simoniaci tutti i vescovi nominati dell’imperatore.
Alla salita al trono di Enrico IV ed all’elezione a pontefice di Gregorio VII i contrasti si fecero molto
forti fino al punto in cui i due si deposero a vicenda. Purtroppo la scomunica del papa ebbe più
effetto poiché tolse il potere dell’imperatore dai duchi tedeschi e così dovette chiedere perdono.
Dopo non molto però gli scontri si riaccesero ed arrivarono ad un compromesso in cui i due poteri
sarebbero rimasti completamente separati.
GUGLIELMO IL CONQUISTATORE E LA NASCITA DELL’INGHILTERRA NORMANNA
Nel XI sec., morto il re anglosassone Edoardo il confessore, re d’Inghilterra, un invasione normanna di
una schiera di cavalieri comandati dal duca di Normandia Guglielmo conquistò il potere. In breve tutte
le terre vennero requisite e suddivise tra i cavalieri e vi fu fatto un dettagliato di famiglie e proprietà
inglesi. Si venne a creare così una classe dominante che solo dopo molto tempo imparò a parlare
inglese. Inoltre, Guglielmo il conquistatore, essendo duca di Normandia rimase comunque sottomesso
al re di Francia anche se era politicamente più potente.
LA CRISI DI BISANZIO E DELL’ISLAM
In tutto il periodo del medioevo l’Europa, dominata da boschi e paludi ed in cui la gran parte della
popolazione, anche le classi dirigenti, non erano in grado di scrivere e leggere, non era nulla in
confronto all’impero bizantino ed ai califfati arabi, infatti i due cominciarono rispettivamente a
conquistare l’Italia meridionale e la Spagna.
Nonostante questo dopo il mille vi fu una ripresa europea nella quale con grande facilità i normanni
riconquistarono l’Italia fino ad arrivare alla Sicilia.
A monte vi furono numerose invasioni turche a danno dei califfati. Questi infatti in un primo
momento si arruolarono negli eserciti dei califfi di Baghdad ma in un secondo momento prese vita una
vera e propria invasione e nel 1055 la città venne conquistata.
I loro rapporti con i bizantini furono ben diversi, infatti questi ultimi ingaggiarono una vera e propria
guerra santa contro i Turchi ma nel 1071 subirono una clamorosa sconfitta.
A causa di queste continue lotte non vi erano forze militari per proteggere l’Italia dai Normanni ed
inoltre le vie commerciali tra l’impero di Bisanzio ed i califfati arabi e India e Cina vennero interrotte.
Sempre dopo l’anno mille gli hilaliani, una tribù di beduini arabi invase la Tunisia interrompendo i suoi
rapporti con la Sicilia.
Inoltre il califfato di Cordovia, venne interrotto nella sua conquista in Spagna dalla resistenza cristiana
finanziata non solo dai vari regni ma molto anche dall’ordine monastico di Cluny.
Questa resistenza ebbe fine solo nel 1492 dopo lunghe battaglie in cui le due parti si scambiavano
continuamente di posto tra vinti e vincitori.
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Delle crociate avvenute tra il 1100 ed il 1200 la quarta fu la più disastrosa, infatti le forze militari
messe a disposizione di Innocenzo III da Venezia prima conquistò per lei la città di Zara e poi, giunti a
Costantinopoli non proseguirono ma distrussero l’impero Bizantino ed i veneziani ebbero il controllo
di buona parte della capitale e di altri territori.
LE MONARCHIE MEDIOEVALI
Nel 1154 il titolo di duca di Normandia e re d’Inghilterra passò a Enrico II che, sposando la duchessa
di Aquitania ed acquisendo il diritto di successione al ducato di Bretagna, si ritrovò padrone di un vasto
territorio. Enrico II inoltre costruì un efficiente sistema tributario ad affiancò alle forze militari dei
baroni quelle dei mercenari. Solo la chiesa cercò di fermarlo e l’arcivescovo di Canterbury lo accusò.
Morto nel 1189 Enrico II, il suo tentativo di stato centralizzato andò in fumo. Il suo primogenito
Riccardo Cuordileone era un sostenitore delle crociate e non era mai presente, mentre il secondo,
Giovanni, non fu in grado di difendere i regni inglesi dalla Francia così da perdere gran parte dei suoi
feudi in Francia, così organizzò una coalizione contro il re francese ma venne sconfitto, così Giovanni
Senzaterra dovette tornare in patria dove fu costretto dai baroni ad istituire la Magna Charta
Libertatum che concedeva loro molti diritti tra i quali quello di essere giudicati solo da loro pari.
La Spagna intanto era divisa in quattro regni (Portogallo, Navarra, Aragone Castiglia), la coalizione dei
quali respinse il dominio islamico fino a Granada dove vi restò fino al 1942. Il regno che maggiormente
guadagnò territorialmente fu Castiglia che però si ritrovò con la presenza di due minoranze etniche
(ebrei e mori mussulmani)
In Germania, alla morte di Enrico IV, per il periodo in cui il successore Federico II era ancora troppo
giovane per governare, papa Innocenzo III fu la maggiore autorità e ritenendolo uno strumento della
politica papale egli appoggiò il giovane all’elezione alle corone reali di Germania ed Italia.
Dal 1212, anno della sua incoronazione, Federico II si concentrò sul regno di Sicilia facendo in modo
che tutto il potere tornasse nelle mani del sovrano e non nelle mani dei baroni.
In questo periodo fece del regno di Sicilia un regno abbastanza potente da preoccupare il papato ed i
comuni dell’Italia centro-settentrionale.
Quando Federico cercò definitivamente a porre il suo potere sui tali comuni, esplose il conflitto e
nonostante alcune vittorie, Federico non riuscì a tener testa a papato e comuni e quando morì nel
1250 vide già il suo regno sgretolarsi.
CONCETTI:
- popolo: insieme degli individui che formano la totalità della presenza umana in una entità
territoriale, tutti coloro che si sentono parte di una comunità o un gruppo sociale-economico più
ristretto riferito alle classi.
- Arti, corporazioni: gruppo di persone appartenenti ad uno stesso ambito lavorativo che cercano di
far prevalere i loro interessi e che comprende dalle classi più alte ai più piccoli lavoratori.
Alla morte di Federico II l’impero rimase per lungo tempo senza sovrano fino a che non fu eletto tale
Rodolfo d’Asburgo. Per tutti gli anni a seguire il sovrano venne sempre eletto e la figura dell’impero
non tornò più potente e autoritario rispetto a Francia od Inghilterra.
A questo punto la guerra tra papato ed impero sembrava vinta dal primo, soprattutto dopo la nomina
a papa di Bonifacio VIII che prima affermò il suo dominio su Roma e Lazio, poi si impegno a porre fine
a vari conflitti sia in Italia che in Europa, in fine proclamò il 13000 quale anno di giubileo
richiamando migliaia di pellegrini. Questo sembrò il momento di massimo prestigio per il papato.
Tuttavia nei precedenti quattro anni fu in corso un contrasto fra Bonifacio ed il re di Francia Filippo
il Bello. Infatti egli male reagì all’intenzione del papa di avere solo lui il permesso di acconsentire il
pagamento di qualsiasi imposta, così il papa concesse al clero francese di poter sovvenzionare il
sovrano. Quando però Filippo volle allargare il suo potere giurisdizionale ai vescovi, egli sospese i
privilegi di questo ed emanò due bolle:
- ausculta fili che indicava la superiorità dei suoi poteri a quelli terreni
- Unam sanctam che rivendicava, oltre al potere spirituale, anche il potere temporale.
A favore delle teorie di Filippo troviamo Aristotele che indicava lo stato quale istituzione fondata
sulla natura e non sulla grazia divina, quindi venuta prima della chiesa, ponendo anche gli stati
infedeli quali legittimi se basati si giustizia e legge.
Al contrario i filopapali sostenevano che fin da Carlo Magno il papato deteneva “le due spade” e che
un uomo che non fosse stato liberato dal peccato dalla chiesa non aveva il diritto di possedere
proprietà private.
Non avendo Bonifacio scomunicato il re, egli riuscì ad indire un concilio ed a far dichiarare il papa
simoniaco ed eretico.
Dopo la morte di Bonifacio venne eletto papa un cardinale francese.
I MOVIMENTI ERETICALI
Accanto alla controversia tra papato ed impero vi fu una riforma della chiesa portata avanti dai patari
che volevano il ritorno gli ideali originari della chiesa quale la povertà, e da questa nacquero diversi
nuovi ordini quali l’eremo della Certosa in cui i monaci vivevano isolati in meditazione.
Nel medioevo si svilupparono anche nuove eresie che, al contrario di quelle antiche avevano origine
dal popolo. Due grandi rivendicazioni furono:
- Pauperismo, ovvero non avendo avuto gli apostoli proprietà private, il vero cristiano non deve
avere nulla
- Anticlericalismo, ovvero l’ingiustizia della detenzione del clero del diritto di diffondere la parola di
Dio.
Per esempio, Valdo, un ricco commerciante si fece tradurre i testi evangelici in volgare per predicare;
inizialmente ignorato venne poi accusato dal vescovo di Lione per aver usurpato il potere del clero,
venne espulsa la comunità e successivamente venne perseguitata quale eretica.
CATARI :
Nonostante il nome greco faccia pensare ad un’origine orientale, non si sa dove questo movimento
nacque a causa del forte sradicamento di tali dottrine da parte della chiesa.
Essi ripudiavano il monopolio del sacro da parte delle gerarchie ecclesiastiche e si avvicinarono di più
al popolo ed alle masse predicando. Inoltre ripudiavano ogni forma di impulso alla vita corporea quale
il matrimonio od all’avere figli. In questo caso vennero distinte due classi, i perfetti che non potevano
avere rapporti ed i restanti a cui era concesso.
L’intransigenza ad i propri ideali portava però speso i perfetti al fanatismo ed alla aperta sfida verso
l’autorità religiosa.
Essendo nella Linguadoca in numerosa maggioranza i catari, nel 1208 Innocenzo III istituì una crociata
contro di essi assaltando il mondo francese.
GLI ORDINI MENDICANTI
La crociata contro l’eresia però non utilizzò solo le armi materiali ma anche la predicazione. La chiesa
infatti, se voleva vincere doveva imparare a parlare agli uomini con un linguaggio accessibile a tutti
rinunciando alla sua misteriosità.
Questo si concretizzò principalmente con due movimenti: predicatori Domenicani ed i Francescani,
entrambi riconosciuti dal papa.
I francescano non solo erano autorizzati a predicare ma gli era stata autorizzata la regola francescana
ovvero che non dovessero possedere nulla.
Quale nuovo ordine si affermarono anche gli ordini mendicanti, ovvero coloro che vivevano solo con
la carità. Le case di questi ordini vengono costruiti nei quartieri esterni delle città, nel mezzo dei
processi di urbanizzazione.
I domenicani ed i francescani ebbero in breve tempo il controllo dell’insegnamento della teologia e,
soprattutto i primi, il compito di controllare l’ortodossia, inserendo la figura dell’inquisitore.
Compito di questi era trovare e punire gli eretici svolgendo indagini anche sulla base di piccolissimi
sospetti.
In quanto l’ordine dei francescani si vide diviso, in quanto le ricchezze donate erano molte e vi era una
parte di loro che voleva ritornare ad elemosinare solo lo stretto necessario per vivere. Così Innocenzo
IV dichiarò i loro beni quali proprietà della santa sede concessi loro.
Coloro che declamavano la povertà sembrava che avessero la meglio fino a che non salì come papa
Bonifacio VIII che perseguitò tutti coloro che sostenevano il pauperitismo.
Ma la definitiva scomparsa di questo credi venne nel 1317 quando Giovanni XXII proclamò eretico il
pensiero pauperitista.
BANCHE
Con lo sviluppo economico dei commerci e la crescita della circolazione monetaria, si venne a creare il
bisogno di mezzi di pagamento più funzionali. Così si crearono i banchi in cui depositare il denaro ed ai
quali richiedere in cambio ricevute con le quali pagare i debiti evitando il vero e proprio movimento
della moneta, scomodo ed assai pericoloso.
Non furono solo i banchieri ad esercitare l’attività bancaria ma anche mercanti associati in potenti
compagnie.
Nel corso del XIII secolo vi fu una urbanizzazione incredibile che portò le città ad allargare le proprie
cinta murarie anche due volte fino ad arrivare ad un’area anche di dieci o più volte quella iniziale.
PESTE
La peste fece la sua comparsa nel 1347. Anche se già nel VI e VIII sec. vi fu, si perse traccia e memoria
di quella malattia. In questo periodo la parola peste venne ad indicare un morbo ben preciso:
- peste bubbonica quando si mostra con i caratteristici bubboni, febbre altissime ed allucinazioni con
la morte nel 60% dei casi. Trasportata nell’Asia dalle pulci sui roditori.
- Peste polmonare, altamente contagiosa, e colpisce l’apparato respiratorio secondariamente alla
peste bubbonica.
Nonostante queste malattie abbiano cicli di presenza ben distinti si ritrovano a coprire tutto l’anno in
quanto l’una occupa lo spazio lasciato vuoto dall’altra.
Questa malattia prese vita nell’Asia centrale e si diffuse lungo tutta la via della seta, arrivando fino
all’occidente.
La peste del ’47 non fu che la prima di una serie di 5 epidemie alla fine delle quali i morti non si
poterono contare ed andarono su cifre intorno ai 10 milioni all’anno.
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