Il secolo XIV (brevi cenni) Nel corso del XIV secolo i due grandi poteri universali, che avevano dominato a lungo l’Europa, il papato (sostenuto dai guelfi) e l’impero (sostenuto dai ghibellini), entrarono in una crisi progressiva Papato e imperatore si contendono il potere La chiesa dovette contrastare nuove eresie che si diffusero in Europa. In molti casi questi movimenti criticavano le eccessive ricchezze della chiesa e il fatto che essa si occupasse troppo di politica (potere temporale). In Francia e nel nord Italia si diffusero i Càtari, nel centro Europa e in Piemonte i Valdesi (guidati da Valdo). La reazione della chiesa fu molto dura: i Valdesi furono scomunicati, e i Catari distrutti da una crociata organizzata dal re di Francia Filippo II° e dal papa Innocenzo III° La chiesa combatte contro le eresie La chiesa represse i movimenti ereticali anche attraverso i tribunali dell’Inquisizione; nei processi da essi organizzati si praticava la tortura e spesso i sospetti venivano condannati a morte La repressione dei movimenti ereticali La chiesa cercò anche un rinnovamento al suo interno. Si diffusero così gli ordini mendicanti, Francescani e Domenicani, che praticavano la povertà. San Francesco d’Assisi (vissuto tra il 1182 e il 1226) visse dedicandosi alla predicazione e alla povertà. San Domenico era un sacerdote spagnolo; i domenicani, oltre a vivere in modo semplice, si dedicarono allo studio della dottrina religiosa. Il rinnovamento della chiesa e gli ordini mendicanti Dal punto di vista politico il papa continuò la sua secolare lotta contro il potere imperiale. Nel corso del XIII° secolo il papa Innocenzo III° (aiutato dai comuni italiani) e l’imperatore Federico II° (che aveva la sua corte in Sicilia) si scontrarono in una lunga serie di guerre Federico II° e la lotta contro il papa Alla morte di Federico II° (1250) i suoi successori non riuscirono a contrastare le iniziative dei papi, che sfruttarono l’aiuto della famiglia reale francese degli Angiò. Dopo la sconfitta dell’imperatore a Montaperti (1260) contro l’esercito guidato da Carlo d’Angiò, l’Italia meridionale passò sotto il controllo francese La crisi definitiva dell’impero Il potere imperiale entrò in una crisi ormai irreversibile. Di fatto l’impero si ridusse ai possedimenti tedeschi, austriaci e boemi. La corona imperiale fu assegnata alla famiglia degli Asburgo (che la manterrà per quasi 5 secoli) Il papa era uscito vincitore dal conflitto con l’imperatore, ma nel corso del ‘300 il suo potere andò progressivamente in crisi. Innanzitutto pesava ancora la divisione con la chiesa ortodossa d’Oriente (ricorda lo scisma del 1054) Nello stesso tempo il papato entrava sempre più in contrasto con i nuovi stati nazionali che andavano formandosi. Così il re di Francia Filippo IV° all’inizio del XIV° secolo, in seguito ad una serie di contrasti che riguardavano alcuni privilegi del clero francese, arrivò addirittura ad imprigionare il papa, Bonifacio VIII°, dopo averlo dichiarato eretico La crisi del papato La cattività avignonese e il tramonto dell’autorità universale della chiesa Dopo qualche anno il re francese, per controllare meglio il potere del papato, trasferì la sede papale ad Avignone, dove rimase per circa 70 anni (fino al 1377). In seguito la sede papale tornò a Roma, ma per un certo periodo i francesi elessero un antipapa, così si ebbero per circa 30 anni due papi (e per un breve periodo addirittura tre!). Alla fine, nel 1419 la divisione fu ricomposta, ma il prestigio del papato come potere universale era ormai compromesso Nel XIV° secolo si ebbe una grave crisi economica che colpì l’Europa. Non vi era abbastanza cibo per nutrire la popolazione (che era precedentemente aumentata). La popolazione diminuì vistosamente, anche per le contemporanee gravi carestie e per il diffondersi di una terribile epidemia di peste. La crisi del ’300 La crisi colpì in modo particolare la popolazione che viveva nelle campagne, ma anche le città, dove spesso i contadini tendevano a trasferirsi. Solo nel ‘400 si ebbe una parziale ripresa, ma soprattutto in una parte dell’Europa (Fiandre, Inghilterra, nord Italia). In generale la crisi indebolì il ruolo della nobiltà e della vecchia aristocrazia feudale, mentre rafforzò la borghesia cittadina Le conseguenze della crisi Esemplificazioni di schemi sulla crisi del ‘300 Le rivolte nelle campagne e nelle città A causa della crisi economica si ebbero nelle campagne (e in qualche caso anche nelle città, come avvenne a Firenze con il cosiddetto “tumulto dei Ciompi”) molte rivolte; in molti casi i contadini assaltarono i castelli, uccidendo i nobili e gli esattori fiscali. In qualche caso le rivolte furono causate anche da motivi religiosi (ricorda alcune idee degli eretici). Tutte queste rivolte furono duramente represse dai nobili proprietari terrieri. Con la crisi dell’impero nascono gli stati nazionali Mentre il papato e l’impero entravano in crisi, si formarono alcuni stati nazionali, guidati da grandi monarchie dinastiche; i re in alcune zone d’Europa riuscirono a controllare i nobili e i feudatari, diminuendo il loro potere e concentrandolo su sé stessi. In questi stati si formò un gruppo di funzionari stipendiati dal re che riscuotevano le tasse e pagavano gli eserciti, che divennero eserciti di mestiere. L’Inghilterra e la Francia in guerra L’Inghilterra fin dal XIII° secolo era divenuta uno stato molto forte; controllava anche una buona parte della Francia. A lungo i francesi combatterono per scacciare gli inglesi: si ebbe così la guerra dei Cent’anni (dalla metà del XIV° secolo alla metà del XV°), che si concluse con la vittoria dei francesi. In Inghilterra, dopo durissime lotte tra le famiglie nobili, si impose poi la dinastia dei Tudor, che guidò lo stato per 150 anni, rafforzando il potere della monarchia Nella guerra dei Cent’anni ebbe un ruolo fondamentale Giovanna d’Arco, una giovanissima contadina francese che seppe mobilitare i francesi, incitandoli alla guerra contro gli inglesi. Dopo aver conseguito alcune grandi vittorie, fu poi processata dagli inglesi e bruciata come eretica nel 1431, a 19 anni Giovanna d’Arco Nella penisola iberica si rafforzò la monarchia portoghese, mentre il territorio spagnolo era diviso tra Aragona e Castiglia; nel 1469 il matrimonio tra Isabella di Castiglia e Ferdinando d’Aragona portò all’unificazione dello stato spagnolo. Pochi anni dopo furono cacciati da Granada, ultimo possedimento rimasto in Spagna, gli arabi La nascita della Spagna Nel corso del XIV secolo si rafforzò l’impero turco, che prima respinse l’avanzata dei Mongoli e poi, sotto il comando del sultano Othman (da cui il nome ottomano), si espanse nella penisola balcanica, fino a conquistare nel 1453 Costantinopoli, che fu poi chiamata Istanbul. Cadeva così l’impero romano d’Oriente La caduta di Costantinopoli A differenza degli stati nazionali che andavano formandosi in Europa, in Italia restava una forte divisione politica. Tra il ‘300 e il ‘400 ai comuni si sostituirono le signorie, all’interno delle quali il potere fu affidato alle famiglie cittadine più in vista. Esse si trasformarono poi in principati, quando il potere del signore divenne ereditario. La parte meridionale dell’Italia era controllata dai francesi, che persero però la Sicilia, conquistata nel 1302 dagli aragonesi L’Italia e gli stati regionali Tra la fine del ‘300 e il ‘400 le signorie più importanti si combatterono tra loro in numerose guerre, in cui furono largamente utilizzate le milizie mercenarie (anche se queste truppe erano spesso poco affidabili). Soltanto nel 1454 con la pace di Lodi si ebbe un periodo di equilibrio, dovuto all’accordo tra il ducato di Milano, la repubblica di Venezia, la signoria di Firenze (dove regnava la famiglia dei Medici), lo stato della chiesa e il regno di Napoli. L’equilibrio della pace di Lodi fine