La Voce del Leone I.I.S. “Roncalli-Sarrocchi” Anno IX n° 1 Ottobre 2014 La Voce del Leone contatti: Facebook.com/giornalinoLaVocedelLeone Anno IX n°1 Ottobre 2014 Blog: La-voce-del-leone 1.webnode.it IN QUESTO NUMERO: 3-5 6-7 I.S.I.S. Ebola: il virus misterioso Comenius 2014 “Destination Roncalli” 8 9 2 Editoriale Halloween: Le nostre Rubriche: 10-11 La Rubrica di Daniel . . a cura di Daniel Prodan 16-18 Cuochi provetti a cura di Alessia Spedale e Roberta Santonastaso 12-13 Storie di guerra sul mare a cura di Marco Nesi 19 Enigmistica a cura di Dr. Enigma e di PIDI 14-15 Le Grandi Biografie a cura di Ramin Afzali Pag.2 “Per correr migliori acque alza le vele omai la navicella del Leone...” Così,parafrasando Dante Alighieri e nella speranza che il “sommo poeta”non me ne voglia, voglio iniziare questo articolo che apre il I numero del IX anno del nostro giornalino. Certamente il nove è un numero importante,aldilà delle implicazioni dantesche,anche perché non accade tanto spesso che esperienze scolastiche come queste durino così tanto nel tempo e con i risultati positivi che il nostro Leone ha raccolto negli anni. E non dubito che i nostri lettori abbiano visto i cartelloni dedicati a La Voce del Leone che i ragazzi della Redazione hanno affissi ,nei giorni scorsi, alle pareti della nostra scuola. Tuttavia non è il caso che vi annoi con i successi del Leone,non è questa la sede e nemmeno il momento,però ci tengo particolarmente a ricordare che il prossimo 23 aprile i miei “giornalisti” ritireranno il Premio Nazionale “Giornalista per 1 giorno” e che partecipano all''assegnazione dell'Oscar del giornalismo scolastico 2015 avendo ricevuto la candidatura ufficiale per la sezione “Varietà dei contenuti” già nel mese di Agosto. Il numero che state per sfogliare è ricco ,come al solito,di argomenti e di rubriche. Abbiamo parlato dell'ISIS e del virus Ebola,due temi purtroppo presenti nella cronaca delle ultime settimane; ma non abbiamo dimenticato il nostro Istituto che ,nel mese di Ottobre, ha ospitato le delegazioni straniere nella fase italiana del Progetto Comenius; ma non abbiamo trascurato nemmeno Halloween. Ci siamo occupati di papa Giovanni Paolo II ed anche dell'ammiraglio Nebogatov. Insomma ci siamo mossi liberamente tra:la cronaca,la Storia,le tradizioni e le nostre rubriche;come sempre abbiamo fatto, da nove anni a questa parte! Prima di concludere e approfittando della “navicella”, vorrei rivolgere un grande “In c..o alla balena” ai nuovi giornalisti ,che dal prossimo numero affiancheranno i “veterani” in redazione;d'altronde non potrei mai augurare a dei Leoni di “andare in bocca” a un semplice “lupo”,non trovate? E adesso: “BUONA LETTURA”. Patrizia Davini Pag.3 Ebola:il virus misterioso La peggiore epidemia del virus Ebola da quando è stato scoperto il virus, nel 1976, è iniziata attorno al mese di aprile del 2014 e la sua diffusione preoccupa l'autorità sanitaria mondiale, che ancora oggi non riesce a capire se e quando essa si fermerà. Per fare chiarezza riassumiamo qui sotto ciò che è importante sapere del virus e della sua pericolosità. Il virus Ebola è estremamente aggressivo, appartenente alla famiglia dei Filoviridae, come il virus Marburg, che causa problemi simili. Ebola provoca una serie complessa e rapidissima di sintomi, dalle febbri emorragiche con temperature di almeno 38,8 °C, al dolore ai muscoli e agli arti fino ai numerosi problemi al sistema nervoso centrale. Nello specifico i sintomi di Ebola sono: febbre, forte mal di testa, dolore muscolare, diarrea, vomito, dolori addominali ed emorragie inspiegabili. Il periodo di incubazione (dal momento del contagio all'insorgenza dei primi sintomi) va da 2 a 21 giorni. La morte è fulminante e sopraggiunge nello stesso periodo (2-21 giorni). Di solito il virus è molto infettivo e virulento, e quindi se colpisce una o due persone di un villaggio si diffonde con estrema rapidità e "consuma" tutte le persone che colpisce. ESEMPI DI CONTAGIO 1)Mangiare il cibo di un malato. Per la stessa ragione di sui sopra, quest'ultimo può essere entrato in contatto con la saliva infetta. 2)Essere punti dall'ago di una siringa usata per curare un paziente con Ebola. 3)Pulire il cadavere di una persona morta a causa di Ebola. È una delle principali vie di diffusione del virus nei Paesi africani, dove si seguono particolari rituali durante i funerali. 4)Fare sesso con un malato o con una persona guarita da Ebola. Sembra infatti che il virus rimanga attivo nello sperma anche a distanza di 3 mesi dalla guarigione. Pag.4 Il cosiddetto serbatoio naturale del virus sono ,molto probabilmente, le volpi volanti(pipistrelli), grossi chirotteri che mangiano frutta e abitano le foreste tropicali; si pensa che il virus "viva" all'interno di questi animali da moltissimo tempo perché non causa in essi nessuna sintomo. Per arrivare all'uomo il virus potrebbe essere passato dalle volpi volanti alle scimmie, o ad altri animali della foresta, e infine all'uomo attraverso il fenomeno del bush-meat, cioè la carne ricavata da animali selvatici come antilopi o scimpanzé trasmette a chi se ne ciba il terribile virus. Il fenomeno si è aggravato da quando compagnie del legname o minerarie occidentali e cinesi sono penetrate nella giungla per il disboscamento e la ricerca di fonti di minerali. Mangiando la carne di questi animali gli uomini possono essere rapidamente contagiati. La trasmissione del virus è molto rapida, attraverso i fluidi corporei, come muco o sangue, ma anche attraverso le lacrime o la saliva, il vomito o le feci e il contatto con aghi o coltelli usati dall'ammalato. Anche se di solito questi virus non si trasmettono attraverso l'aria, è stata dimostrata nelle scimmie la trasmissione in goccioline contenenti il virus. È probabile che la trasmissione possa avvenire anche attraverso i rapporti sessuali. Nei villaggi o nelle zone più remote i contatti frequenti tra gli ammalati e i parenti aiuta la trasmissione del virus. Ebola sopravvive alcune ore all’esterno di un organismo; se si tocca la superficie infetta e poco dopo si toccano gli occhi o si mettono le dita in bocca potrebbe avvenire il contagio. Pag.5 Non si hanno rischi di contrarre il virus nei casi in cui si entra in contatto con persone senza sintomi (ma che poi sviluppano la febbre emorragica). Ebola si può prendere solo da persone che hanno già i sintomi della malattia poiché solo in questo caso il virus è presente nei fluidi avendo già colonizzato con alte concentrazioni l’organismo. Ebola si diffonde solo tra mammiferi e non non ci sono prove dirette che venga trasportato dagli insetti come avviene con le zanzare ,per esempio, per la malaria. Al momento solo uomini, scimmie, primati e pipistrelli possono venire contagiati (e trasmettere) il virus. Ebola ha una percentuale di fatalità del 68% tra le persone colpite. Pur essendo mortale non è riuscito a diffondersi al di fuori dei villaggi in cui è scoppiata l'epidemia, fermato solo dal fatto che colpiva regioni e agglomerati remoti e isolati. Qui spesso uccideva la maggior parte della popolazione e l'isolamento e la mancanza di strade rendeva facile iniziare una quarantena. Per questo l'arrivo in una città popolosa e dotata di rapidi collegamenti con l'esterno potrebbe essere molto preoccupante. Le condizioni di una grande città sono ideali per la trasmissione di un virus così aggressivo. La scoperta del virus è relativamente recente probabilmente perché è aumentata anche la penetrazione nelle foreste da parte delle grandi compagnie del legname o minerarie, che hanno spinto gli abitanti dei singoli villaggi a nutrirsi del bush-meat. Poiché l'infezione è estremamente veloce e la virulenza molto alta, se un virus di questo tipo "conquistasse" una città potrebbe colpire la popolazione molto rapidamente e prima che le autorità possano essere in grado di fermarlo. Non esistono cure o vaccini, anche se ci sono stati tentativi fatti con la trasfusione di sangue o plasma tratti da individui colpiti ma sopravvissuti. Sono alla studio metodi estremamente avanzati, come la cosiddetta tecnologia anti-senso o il farmaco sperimentale Zmapp, ma non si hanno ancora i risultati clinici. A oggi - quando le vittime vengono immediatamente idratate, nutrite e curate con appositi farmaci antipiretici - c'è comunque una probabilità di sopravvivenza, come è successo a due medici a cui è stato somministrato in via eccezionale il farmaco Zmapp ma soprattutto, curati negli Stati Uniti con farmaci antipiretici e reidratanti. L'ipotesi del cambiamento nelle modalità di trasmissione del virus Ebola non ha per ora nessun fondamento, e trova poche evidenze anche nella storia delle epidemie virali. È vero che Ebola - come tutti i virus - è soggetto a modificazioni genetiche, ma queste non sono mai tali da determinare un cambiamento delle caratteristiche di trasmissione. Per diventare trasmissibile per via aerea, Ebola dovrebbe iniziare a replicarsi nelle cellule delle vie respiratorie dell'ospite. Ma il virus per sua natura non è interessato a questa parte del corpo: colpisce i vasi sanguigni e il fegato. Roberta Santonastaso Pag.6 I.S.I .S. Da circa tre mesi sentiamo parlare quasi in ogni telegiornale di ISIS e delle decapitazioni che questa organizzazione sta facendo in questo periodo. Con questo articolo cercheremo di spiegare a grandi linee cos'è l' ISIS e cosa sta succedendo in Iraq da un paio di mesi a questa parte. L'ISIS è lo stato Islamico dell'Iraq e della Siria, ed è un gruppo terroristico di natura jihadista guidato da Abu Bakr Al Baghdadi. Da più di due anni l’ ISIS combatte una guerra civile contro il presidente sciita Bashar Al Assad, attuale presidente della Siria, e da circa un anno ha cominciato a combattere non solo le forze governative siriane ma anche i ribelli più moderati creando ,di fatto,un secondo fronte di guerra. L’ISIS è un’organizzazione molto particolare,perché definisce se stessa come “stato” e non come “gruppo”. Usa metodi così violenti che anche Al Qaeda ne ha preso le distanze. Controlla un territorio ,delle dimensioni del Belgio, tra l'Iraq e la Siria e lo amministra in autonomia, ricavando dalle sue attività i soldi che le servono per sopravvivere. Teorizza una guerra totale e interna all’Islam, oltre che contro l’Occidente, e il suo scopo è la creazione di un califfato nei territori conquistati dai militanti dello Stato Islamico in Iraq e Siria, dove l' ISIS impone la Shariah, ovvero la legge islamica. Oggi i suoi militanti sono giunti a meno di 100 Km. dalla capitale irachena, Baghdad. L'avanzata, rapida e inaspettata, ha fatto emergere i moltissimi problemi dello stato iracheno e ha intensificato le tensioni settarie tra sciiti (sostenitori del successore di Maometto Imam) e sunniti (sostenitori di Califfo ,successore di Maometto e guardiano della Shariah). Tra le stragi e le carneficine di giornalisti e reporter occidentali compiute fino a qui ricordiamo quella di James Foley, giornalista 40enne di Boston rapito in Siria nel 2012. Lo Stato Islamico ha diffuso un video intitolato “Messaggio all'America”in cui un boia jihadista lo decapita senza pietà. Nel video compare la scritta: “Obama ha autorizzato operazioni militari contro lo stato islamico ponendo effettivamente l’America su un piano scivoloso verso un nuovo fronte di guerra contro i musulmani”. Poi il filmato mostra il presidente Obama che dalla Casa Banca annuncia raid aerei sull' Iraq. Nel video Foley appare nel deserto, in ginocchio, con indosso una tuta arancione e con un terrorista, interamente vestito di nero e col volto coperto, che gli preme un coltello alla gola. Il giornalista è mostrato mentre parla contro la guerra in Iraq e contro “la recente campagna aerea”. E ancora, il terrorista che in inglese dice: “Questo è James Foley, un cittadino americano… i vostri attacchi hanno causato perdite e morte tra i musulmani… non combattete più contro una rivolta, noi siamo uno stato, che è stato accettato da un gran numero di musulmani in tutto il mondo. Quindi, ogni aggressione contro di noi è un’aggressione contro i musulmani e ogni tentativo da parte tua, Obama, di attaccarci, provocherà un bagno di sangue tra la tua gente”. A quel punto il terrorista mette un lungo coltello alla gola dell’ostaggio, e inizia vigorosamente a tagliare. Nell’immagine successiva si vede il corpo del giornalista riverso per terra, nel sangue, e la sua testa mozzata sulla schiena. Poco dopo si vede il corpo di Foley con la testa insanguinata poggiata in grembo. Prima delle immagini della decapitazione si leggono delle scritte in arabo ed inglese che spiegano come questa sia una prima risposta a Barack Obama per i raid aerei degli ultimi giorni contro l’Isis. Pag.7 A tal proposito, ricordiamo Khadijah Dare, 23 anni,che non è l’unica donna a combattere nelle file di Isis, ma è una delle più feroci. Khadijah Dare affida a Twitter la glorificazione dell’uccisione di James Foley e afferma di voler essere la prima jihadista donna ad uccidere un britannico o un americano. Con abbreviazioni e usando lo slang di una ragazza qualunque inneggia alla morte. Proprio lei che sarebbe originaria di Lewisham, nel sud di Londra. Secondo i quotidiani britannici sarebbe arrivata in Siria nel 2012 a fianco del marito di origini turche (ma proveniente dalla Svezia) anche lui combattente di Isis. Sull’intestazione del suo profilo twitter si legge il seguente avvertimento: «Tutti i giornalisti ,cani a caccia di ossa, verranno bloccati». Le dichiarazioni della donna preoccupano l' opinione pubblica britannica. Non solo carneficine e teste mozzate, i terroristi puntano alla guerra via web affidandosi alle mani esperte degli hacker. Junaid Hussain, 20 anni di Birmingham, è stato fermato dalla polizia inglese perché accusato di aver creato un gruppo criminale allo scopo di rubare soldi dai conti online per finanziare l’ISIS. Il pericolo più grande,infatti, è costituito proprio da questi gruppi che non risiedono in Iraq o Siria e quindi possono organizzarsi per compiere attacchi informatici. Naturalmente l’Italia è un target importante, visto che il nostro paese ha offerto il proprio supporto ai curdi contro l’organizzazione islamica attraverso il rifornimento di armi e munizioni. Per evitare amare sorprese è consigliabile ridurre al minimo i pagamenti online. Transazioni che lasciano tracce sul web e che potrebbero mettere a rischio i dati dei conti correnti online. Sarebbero proprio questi ultimi quelli più esposti al rischio di un attacco hacker dei filo-jihadisti. Un altro accorgimento utile potrebbe essere quello di fare acquisti o transazioni attraverso siti certificati che assicurano un certo livello di protezione durante le transazioni. Più il portale è affidabile più alte sono le barriere di protezione per i circuiti che autorizzano le transazioni. L’Italia che dispone di gruppi informatici specializzati che fanno riferimento ai nostri servizi segreti dovranno fare un gran lavoro. Non soltanto cercare di evitare attacchi a siti strategici e partire immediatamente alla ricerca di coloro che, anche dal nostro paese, hanno deciso di arruolarsi digitalmente. Dobbiamo fermare questo piccolo esercito che minaccia direttamente i nostri risparmi! Noemi Lucà Pag.8 Comenius 2014 “Destination Roncalli” Nella seconda settimana di Ottobre si è svolto, grazie al coordinamento della Preside e della professoressa Milazzo, il progetto Comenius presso la nostra cara scuola. Come già sapete questo progetto tratta delle problematiche mondiali (le quali inquinamento, alimentazione ecc.), la tematica affrontata quest'anno è stata l'alimentazione e le varie tematiche che la riguardano e dopo esserci divisi in gruppi, abbiamo svolto delle attività per creare delle presentazioni e una coreografia per un flash mob. Il Comenius oltre all'obiettivo di trovare possibili soluzioni e discutere di problemi globali ha anche un altro scopo, quello di unire i ragazzi delle cinque nazioni partecipanti (Croazia, Italia, Polonia, Ungheria e Turchia) e non a caso alla fine delle attività quotidiane previste (visite delle città e vari progetti) c'erano spesso dei ritrovi tra i ragazzi per conoscersi e divertirsi insieme. Alla fine i risultati sono stati più che evidenti; tra canti, melodie di chitarra e risate si è formato un grande gruppo affiatato e unito. Avendo vissuto questa esperienza in prima persona per ben due volte posso anche fare un commento rispetto a ciò che ho potuto notare. Infatti ho trovato un'Italia molto più organizzata rispetto all'ultima nazione visitata, un'Italia che fa invidia a tutti gli studenti stranieri che non a caso venivano da me per complimentarsi per la scuola e soprattutto per i paesaggi che avevamo fatto vedere loro. Detto questo vorrei ringraziare coloro che si occupano di questi progetti e la scuola che li rende possibili. Vi offro alcune foto della gara di cucina che ha caratterizzato le giornate italiane del Comenius. Le delegazioni dovevano cucinare dei piatti tipici delle loro nazioni a base di pane raffermo. Per la cronaca la delegazione vincitrice è stata quella croata. Davide Checcucci Foto di gruppo dopo la gara La squadra vincitrice in compagnia della prof.sa Milazzo Pag.9 Halloween,la festa delle zucche intagliate Halloween è una festività anglosassone che trae le sue origini da ricorrenze celtiche (All-Hallows-Eve) che ha assunto negli Stati Uniti le forme accentuatamente macabre e spesso violente con cui oggi la conosciamo e che si celebra la notte del 31 ottobre. L'usanza si è poi diffusa anche in altri Paesi del mondo e le sue caratteristiche sono molto varie: si passa dalle sfilate in costume ai giochi dei bambini, che girano di casa in casa recitando la formula ricattatoria del” dolcetto o scherzetto” (trick-or-treat). Tipica della festa è la simbologia legata al mondo della morte e dell’occulto, così come l'emblema della zucca intagliata, derivato dal personaggio di Jack-o'-lanterna. Jack-o'-Lantern L'usanza di Halloween è legata alla famosa leggenda dell'irlandese Jack, un fabbro astuto, avaro e ubriacone, al quale ,dopo l’ennesima sbronza, apparve il Demonio intenzionato ad impossessarsi della sua anima di peccatore. Jack chiese al Diavolo che gli venisse concesso di bere un ultimo bicchierino. Ottenuto il permesso,egli si lamentò del fatto che non aveva nemmeno un soldo per pagare la consumazione, così pregò il suo “benefattore” di trasformarsi in una moneta da 6 pence. Avvenuta la mutazione, Jack afferrò la moneta e la mise nel suo portafoglio che aveva una croce ricamata sopra. Imprigionato irrimediabilmente, per riottenere la libertà, il Diavolo accettò il patto di posticiparne di un anno la morte proposto dall’ubriacone. L'anno seguente,la vigilia di Ognissanti,il Diavolo si presentò per ottenere l’anima dell’uomo; ma questa volta Jack gli propose una nuova scommessa: glie l'avrebbe data non appena Satana fosse sceso dal melo dopo averne colto un frutto. Lucifero sorrise ed accettò salendo sull’ albero lì vicino. Fu allora che Jack incise sulla corteccia una croce che impedisse al Diavolo di saltare giù e, con la vittoria in pugno, gli propose un altro patto: egli avrebbe cancellato la croce, se Lui si fosse impegnato a non tentarlo più. Dopo circa un anno, Jack morì. Al suo bussare alle porte del Paradiso gli venne risposto che non sarebbe potuto entrare perché aveva condotto una vita dissoluta e piena di peccati. Giunto all’Inferno, anche il Diavolo gli negò l’accesso , ancora offeso per come era stato raggirato dall’uomo, pur tuttavia fece a Jack un dono: un tizzone che gli illuminasse la strada nel limbo oscuro. Jack si ingegnò allora di far durare il più a lungo possibile quella luce e così la ripose in una rapa svuotata, ricavandone così una lanterna. Da allora, nelle notti della vigilia di Ognissanti, è possibile scorgere la fiammella di Jack, che vaga alla ricerca della sua strada. Da allora fu soprannominato Jack O’Lantern ,ma anche Hob O’Lantern o Fox Fire,o Corpse Candle, o Will O’ The Wisp. Si sarà notato che nella leggenda si parla di una rapa e non di una zucca. La spiegazione di ciò sta nel fatto che gli irlandesi sbarcati in America non ebbero più a disposizione il loro tubero e ricorsero, quindi, alle grosse zucche gialle facilmente reperibili nella nuova terra e ben più grandi. Lidia Li Perni Roberta Santonastaso Pag.10 La rubrica di Daniel Perché litighiamo sempre? “La mente del giusto riflette prima di rispondere”. —Proverbi 15:28, CEI. Nella scena che sto per descrivere Alessia contribuisce in diversi modi a far nascere una discussione. Sapresti individuarli? È mercoledì sera. Alessia, che ha 17 anni, ha fatto tutto quello che doveva fare in casa e può finalmente concedersi un po’ di meritato riposo. Si butta sul divano e accende la TV. Con un tempismo perfetto la madre si affaccia sulla porta e non sembra avere un’aria allegra. “Alessia! Perché perdi tempo a guardare la TV quando dovresti aiutare tua sorella a fare i compiti? Non fai mai quello che ti dico!” “Agli ordini, padrona!”, mugugna Alessia, a voce abbastanza alta da essere sentita. Sua madre le si avvicina. “Che cos’hai detto?” “Niente, mamma”, dice Alessia sospirando e alzando gli occhi. Adesso sua madre è veramente arrabbiata. “Non usare quel tono con me!”, dice. “E allora il tono che usi tu con me?”, ribatte Alessia. La pacchia è finita: è iniziata un’altra discussione. LA SCENA appena descritta ti suona familiare? Tu e i tuoi genitori litigate di continuo? In tal caso, fermati un momento a riflettere. Su quali argomenti vi scontrate più spesso? Spunta una o più voci o aggiungine altre. □ Atteggiamenti □ Lavori di casa □ Vestiti □ Orario di rientro □ Svago □ Amicizie □ Comportamento con persone dell’altro sesso □ Altro ..... Pag.11 A prescindere dall’argomento, le discussioni fanno stare male sia te che i tuoi genitori. Naturalmente potresti morderti la lingua e fingere di essere sempre d’accordo con quello che dicono i tuoi. Ma è questo che Dio si aspetta da te? No. È vero che la Bibbia ti dice di ‘onorare tuo padre e tua madre’. Ma ti esorta anche a coltivare la capacità di pensare e a usare le “facoltà di ragionare”. (Romani 12:1) In questo modo è inevitabile che tu maturi le tue convinzioni, alcune delle quali potrebbero risultare diverse da quelle dei tuoi. Nelle famiglie in cui si seguono i principi biblici, però, genitori e figli riescono a comunicare pacificamente, anche quando non vedono le cose nello stesso modo, e ciò è possibile mettendo in pratica il consiglio di Colossesi 3:13 : “Continuate a sopportarvi gli uni gli altri e a perdonarvi liberalmente gli uni gli altri se qualcuno ha motivo di lamentarsi contro un altro. ...” Come ti puoi esprimere senza che una normale conversazione sfoci in una lite furibonda? È facile dire: “Il problema sono i miei genitori. Mi stanno sempre con il fiato sul collo!” Ma rifletti: fino a che punto sei in grado di cambiare gli altri, compresi i tuoi? In realtà, l’unica persona su cui puoi intervenire sei tu. E se fai la tua parte per allentare la tensione è più probabile che i tuoi resteranno calmi e ti staranno a sentire quando avrai qualcosa da dire. Pertanto, vediamo cosa puoi fare tu per mettere fine alle discussioni. Prova a mettere in pratica i seguenti suggerimenti: magari potresti sorprendere i tuoi, e te stesso, con i cambiamenti che apporterai al tuo modo di comunicare. ● Pensa prima di rispondere. Se ti senti criticato, non dire di getto la prima cosa che ti salta in mente. Per esempio, supponiamo che tua madre ti chieda: “Perché non hai lavato i piatti? Non fai mai quello che ti dico!” Una risposta impulsiva potrebbe essere: “Perché devi sempre sgridarmi?” Usa invece le tue facoltà di ragionare e fai come ti suggerisce Proverbi 15:28 che dice: “La mente del giusto riflette prima di rispondere”. Cerca di intuire, dunque, quali sentimenti si nascondono dietro le parole di tua madre. Di solito espressioni come “sempre” e “mai” non vanno prese alla lettera. Tradiscono piuttosto un certo stato d’animo. Di cosa potrebbe trattarsi? Può darsi che tua madre si senta sotto pressione perché ritiene di avere troppe cose da fare, anche più di quelle che le spettano. Magari vorrebbe solo essere rassicurata di poter contare sul tuo aiuto. Se è così, rispondere con un “perché devi sempre sgridarmi?” non porterà a nulla, se non a una discussione. Perché invece non provi a tranquillizzarla? Ad esempio potresti dire: “Non volevo farti arrabbiare. Vado subito a lavare i piatti”. Stai attento a non usare un tono sarcastico. Se ti metti nei suoi panni, tua madre probabilmente si calmerà e ti dirà qual è il vero problema. Scrivi qui sotto una delle cose che tuo padre o tua madre dice e che ti irrita. Ora pensa a una risposta che tenga conto dei sentimenti che si nascondono dietro alle parole dei tuoi. ● Esprimiti con rispetto. Michele sa per esperienza quanto sia importante il modo in cui si rivolge a sua madre. “A prescindere dall’argomento in discussione”, dice, “finisce sempre che a mia madre non piace il tono con cui le parlo”. Se spesso ti succede la stessa cosa, prova a esprimerti in modo pacato, e non alzare gli occhi o non lanciare altri segnali di insofferenza. Se ti accorgi che stai per perdere la calma sforzati di mantenere la padronanza in modo da non versare benzina sul fuoco. Scrivi qui sotto cosa ti viene spontaneo dire o fare che però sarebbe meglio evitassi. ● Ascolta. La Bibbia dice: “Nelle molte parole non manca la colpa”. (Proverbi 10:19, La Nuova Diodati) Perciò dai a tuo padre e a tua madre la possibilità di parlare e presta la massima attenzione. Non interromperli per giustificarti. Limitati ad ascoltare. Quando i tuoi ti parlano, spegni lo stereo o l’MP3, metti da parte quello che stavi leggendo e guardali in faccia. In seguito, quando avranno finito di parlare, avrai tutto il tempo per fare domande o esprimere il tuo punto di vista. Se invece punti i piedi e insisti per dire subito la tua, potresti solo peggiorare le cose. Anche se c’è qualcosa che vorresti dire, probabilmente quello è “un tempo per tacere”. —Ecclesiaste 3:7. ● Sii pronto a chiedere scusa. È sempre opportuno chiedere scusa per aver contribuito in qualche modo a scatenare una discussione. Romani 14:19 dice:” Così, dunque, perseguiamo le cose che contribuiscono alla pace e le cose che sono reciprocamente edificanti.” Puoi anche dire che ti dispiace per la situazione che si è venuta a creare. Se ti è difficile dire queste cose di persona, prova a metterle per iscritto. Poi fai uno sforzo in più modificando qualsiasi atteggiamento che inizialmente ha contribuito a creare il conflitto. Per esempio, se la disputa è nata perché non hai fatto un certo lavoro, non potresti sorprendere i tuoi mettendoti a fare proprio quello? Anche se non ti va, non è meglio portarlo a termine piuttosto che avere da dire con i tuoi quando si accorgeranno che non l’hai fatto? Pensa a quanto hai da guadagnare facendo la tua parte per allentare la tensione fra te e i tuoi genitori. Anche le famiglie felici hanno dei contrasti, ma sanno come appianarli pacificamente. Proverbi 20:3 dice: “È una gloria per l’uomo desistere dalla disputa, ma ogni stolto [vi] si intromette.” Litigare con i genitori è come correre sul tapis roulant: si spendono molte energie ma non si va da nessuna parte. Prova a mettere in pratica i suggerimenti presentati in questo capitolo e scoprirai che con i tuoi genitori puoi parlare anche di argomenti delicati... senza litigare. Daniel Prodan Storie di guerra sul mare Pag.12 Nikolai Ivanovich Nebogatov:l'ammiraglio dello zar Miei carissimi lettori, oggi non vi racconterò un nuovo episodio delle guerre sul mare, ma farò il ritratto di una persona che ha lasciato una grande impronta nelle battaglie navali: l’ammiraglio Nebogatov, grande protagonista della guerra Russo-Giapponese. Egli,infatti, fu l’uomo che preferì arrendersi e consegnarsi hai nemici piuttosto che far massacrare la sua flotta e i suoi uomini. Ma procediamo per gradi... Nikolai Ivanovich Nebogatov , nato nei pressi di St. Petersburg nella famiglia di un ufficiale di Marina in carriera e laureato presso il Corpo dei Cadetti del Mare nel 1869 fu promosso tenente nel 1874. Nel 1882-86 egli divenne delegato a bordo dell'incrociatore Razboinik e nel 1888 gli fu dato il comando della cannoniera Groza ed in seguito, nel 1889, dalla cannoniera Grad. Egli fu al comando di numerose navi da guerra russe durante la sua lunga carriera, basti ricordare gli incrociatori Krejs, Ammiraglio Nakhimov,nel1896,e Minin. Fu poi nominato responsabile dell' Artiglieria Navale della Flotta Russa del Baltico, e fu promosso Contrammiraglio nel 1901. Durante la guerra russo-giapponese, il grosso della Flotta russa del Baltico fu ribattezzata la "Seconda Flotta del Pacifico", e partì,sotto il comando dell'ammiraglio Zinovy Rozhestvensky, in un viaggio epico per rilevare la Flotta russa del Pacifico, intrappolata durante la battaglia di Port Arthur dalla Marina Imperiale Giapponese. In gran parte per ragioni politiche e per integrare la Seconda Flotta gli fu ordinato di organizzare la "Terza squadra del Pacifico", composta da incrociatori per lo più obsoleti. Infatti quelle navi erano altamente inadatte per l'attività, e dotate di equipaggi non addestrati, che gli altri ammiragli russi ne avevano rifiutato il comando, ma Nebogatov accettò la sfida. Nonostante i numerosi episodi di sabotaggio operati da rivoluzionari e anarchici presenti all'interno degli , equipaggi, Nebogatov salpò, nel febbraio 1905, con la vecchia corazzata Imperator Nikolai I scelta come nave ammiraglia,l’ incrociatore Vladimir Monomakh , le corazzate costiere di difesa Admiral Ushakov, Ammiraglio Seniavin, e General Admiral Graf Apraksin e numerose navi da trasporto. Lo squadrone attraversò il canale di Suez e l'Oceano Indiano per incontrarsi con la Seconda Squadra presso Cam Ranh Bay ,nell’ Indocina francese. Rozhestvensky ,che fin dall'inizio si era opposto alla navigazione della Terza squadra del Pacifico, non condivise la sua strategia; ma la cosa peggiore fu che egli trascurò di informarlo della morte, avvenuta il 24 maggio, dell'ammiraglio von Dmitry Fölkersam, un evento che di fatto rese Nebogatov comandante in seconda Durante il primo giorno della battaglia di Tsushima, il 27 maggio 1905, la flotta giapponese concentrò i suoi sforzi contro la Seconda Squadra del Pacifico e rese possibile la sopravvivenza delle navi di Nebogatov. Pag.13 Storie di guerra sul mare Fu allora che Nebogatov assunse il comando ,dato che l’ammiraglio Rozhestvenski era stato gravemente ferito e la maggior parte delle navi da guerra della Seconda Squadra affondate o pesantemente danneggiate. Dopo aver affrontato i ripetuti attacchi dei giapponesi durante la notte, le navi da guerra russe sopravvissute si disposero intorno all'Imperatore Nikolai I. Il grande ammiraglio si rese conto della netta inferiorità della sua flotta quando fu avvistata la “combinata giapponese”, la mattina del 28 maggio, e soprattutto capì che l’ incrociatore russo al comando dell'ammiraglio Oskar Enkvist non sarebbe arrivato in tempo per evitare l’annientamento. Nonostante le obiezioni della maggior parte dei suoi ufficiali, Nebogatov accettò i termini della resa offertagli dall’ ammiraglio Togo Heihachiro e firmò la dichiarazione di resa a bordo della nave ammiraglia giapponese,la corazzata Mikasa. I termini dell’accordo furono terribili, poiché i russi lasciarono il controllo delle corazzate Imperatore Nikolai I , Orël, Generale Ammiraglio Graf Apraxin, e Admiral Senyavin ai giapponesi. L'ammiraglio Togo Heihachiro Tuttavia, il capitano Vasili Fersen del cruiser Izumrud ,disobbedendo agli ordini, fuggì attraverso le linee giapponesi e il capitano della corazzata Admiral Ushakov che non era a conoscenza dell’ordine di arrendersi, la mattina successiva fu sopraffatto dalle navi giapponesi e fu ucciso e la sua nave affondata. Nebogatov venne catturato e fatto prigioniero dai nipponici mentre in Russia il Ministero della Marina lo congedava con disonore e lo privava del suo titolo nobiliare. L’anno successivo ,il 1906, fece ritorno in patria e con settantasette suoi ufficiali subordinati fu arrestato e portato davanti alla corte marziale. Nel dicembre di quello stesso anno l’avvocato di Nebogatov non convinse il tribunale militare che la colpa della disfatta era da attribuire alla dotazione di armi e munizioni difettose delle sue navi che avevano indubbiamente contribuito all’esito disastroso dello scontro navale e Nebogatov e tre dei suoi capitani furono condannati a morte per fucilazione. Il 25 dicembre 1906, tuttavia, la sentenza fu commutata in 10 anni di carcere per ordine dello zar Nicola da scontarsi nella prigione fortezza dei SS. Pietro e Paolo. L’ammiraglio fu scarcerato solo tre anni dopo, nel maggio 1909, quando venne graziato in occasione del compleanno dello zar. Nebogatov ,successivamente, si trasferì a Mosca dove morì ,nel 1922,lasciando la moglie Nadezhda Petrovna e i tre figli, due femmine e un maschio. Marco Nesi Pag.14 Le Grandi Biografie S. Giovanni Paolo II il “papa della famiglia” Karol Józef Wojtyła, nacque a Wadowice, città a 50 km da Kraków (Polonia), il 18 maggio 1920. Era l’ultimo dei tre figli di Karol Wojtyła e di Emilia Kaczorowska, che morì nel 1929. La sua giovinezza fu caratterizzata dai dolori familiari ,infatti dopo la madre perse in momenti successivi il fratello maggiore, Edmund medico,che morì nel 1932 e suo padre, sottufficiale dell’esercito, nel 1941. La sorella, Olga, era morta prima che lui nascesse. Terminati gli studi nella Scuola Superiore “Marcin Wadowita” di Wadowice, nel 1938 si iscrisse all’Università Jagellonica di Cracovia. Quando le forze di occupazione naziste chiusero l’ateneo nel 1939, il giovane Karol per potersi guadagnare da vivere ed evitare la deportazione in Germania lavorò dal 1940 al 1944 in una cava ed in seguito in una fabbrica di prodotti chimici. A partire dal 1942,, frequentò i corsi di formazione del Seminario Maggiore clandestino di Cracovia, diretto dall’Arcivescovo di Cracovia,cardinal Sapihea . La sua ordinazione sacerdotale fu a Cracovia il 1̊ novem䜀䂽豈䃐Ḁ䃈딀䃈 軨楂 s軌楂列ཻ缰ᐯ列ཻz躴楂躜楂洰; novem Successivamente fu inviato a Roma, dove frequentò la Pontificia Università “S. Tommaso d'Aquino” dove conseguì nel 1948 il Dottorato in Teologia, con una tesi “Sul tema della fede nelle opere di San Giovanni della Croce” . In quel periodo, durante le sue vacanze, esercitò il ministero pastorale tra gli emigranti polacchi in Francia, Belgio e Olanda. Nel 1948 ritornò in Polonia e fu parroco a Niegowic,un paesino vicino a Cracovia, e poi della chiesa di San Floriano, in città. Fu cappellano degli universitari fino al 1951, quando riprese i suoi studi filosofici e teologici. Più tardi, divenne professore di Teologia Morale ed Etica nel seminario maggiore di Cracovia e nella Facoltà di Teologia di Lublino. Il 4 luglio 1958, il Papa Pio XII lo nominò Vescovo titolare di Ombi e Ausiliare di Cracovia. Fu ordinato vescovo il 28 settembre 1958 nella cattedrale di Wavel Il 13 gennaio 1964 fu nominato Arcivescovo di Cracovia da Papa Paolo VI, che lo creò e pubblicò Cardinale nel Concistoro del 26 giugno 1967. I Cardinali, riuniti in Conclave, lo elessero Papa il 16 ottobre 1978 e prese il nome di Giovanni Paolo II e fu il 264° successore dell’Apostolo Pietro. Il papa scampò a un attentato accaduto il 13 Maggio 1981 alle ore 17 . La pallottola misteriosamente deviata dal cuore per pochi millimetri avrebbe potuto ucciderlo . Giovanni Paolo si salvò dopo un intervento durato 6 ore e la sua degenza in ospedale durò 22 giorni. Il 27 Dicembre 1983 Wojtyla incontrò Alì Agca, il suo attentatore, in carcere e lo perdonò . Il suo pontificato è stato uno dei più lunghi della storia della Chiesa,dopo quello di Pio IX e di San Pietro apostolo, ed è durato quasi 27 anni. I suoi viaggi apostolici nel mondo sono stati 104. In Italia ha compiuto 146 visite pastorali. Come Vescovo di Roma, ha visitato 317 parrocchie (su un totale di 333).Più di ogni suo predecessore ha incontrato il Popolo di Dio e i responsabili delle nazioni nelle Udienze Generali del mercoledì (1166 nel corso del Pontificato)a cui hanno partecipato più di 17 milioni di pellegrini, senza contare tutte le altre udienze speciali e le cerimonie religiose (più di 8 milioni di pellegrini solo nel corso del Grande Giubileo dell’anno 2000), nonché i milioni di fedeli incontrati nel corso delle visite pastorali in Italia e nel Mondo. Numerose sono state anche le personalità governative ricevute in udienza: basti ricordare le 38 visite ufficiali e le altre 738 udienze o incontri con Capi di Stato, come pure le 246 udienze e incontri con Primi Ministri. Pag.15 Le Grandi Biografie Tra i numerosi viaggi che ha fatto , Giovanni Paolo II ha visitato anche Colle val d'elsa . Il suo amore per i giovani lo ha spinto ad iniziare, nel 1985, le Giornate Mondiali della Gioventù. Giovanni Paolo II ha promosso con successo il dialogo con gli ebrei e con i rappresentati delle altre religioni. Sotto la sua guida la Chiesa si è avvicinata al terzo millennio e ha celebrato il Grande Giubileo del 2000 . Giovanni Paolo II ha promosso con successo il dialogo con gli ebrei e con i rappresentati delle altre religioni. Con l’Anno della Redenzione, l’Anno Mariano e l’Anno dell’Eucaristia, Giovanni Paolo II ha promosso il rinnovamento spirituale della Chiesa. Ha dato un impulso straordinario alle canonizzazioni e beatificazioni, per mostrare innumerevoli esempi della santità di oggi, che fossero di incitamento agli uomini del nostro tempo: ha celebrato 147 cerimonie di beatificazione - nelle quali ha proclamato 1338 beati e 51 canonizzazioni, per un totale di 482 santi. Ha proclamato Dottore della Chiesa santa Teresa del Bambin Gesù . Ha presieduto 15 assemblee del Sinodo dei Vescovi: 6 generali ordinarie (1980, 1983, 1987, 1990; 1994 e 2001), 1 assemblea generale straordinaria (1985) e 8 assemblee speciali (1980, 1991, 1994, 1995, 1997, 1998 [2] e 1999). Tra i suoi documenti principali si annoverano 14 Lettere encicliche, 15 Esortazioni apostoliche, 11 Costituzioni apostoliche e 45 Lettere apostoliche. Ha riformato i Codici di diritto Canonico Occidentale e Orientale, ha creato nuove Istituzioni e riordinato la Curia Romana. Giovanni Paolo II è morto in Vaticano il 2 aprile 2005, alle ore 21.37, mentre volgeva al termine il sabato e si era già entrati nel giorno del Signore, Ottava di Pasqua e Domenica della Divina Misericordia. Da quella sera e fino all’8 aprile, quando hanno avuto luogo le esequie del defunto Pontefice, più di tre milioni di pellegrini sono confluiti a Roma per rendere omaggio alla salma del Papa, attendendo in fila anche fino a 24 ore per poter accedere alla Basilica di San Pietro. CURIOSITÀ • • • • • • • • • • Giovanni paolo II ha scritto 10 richieste di perdono per gli errori commessi in precedenza dalla Chiesa;uno di questi fu la pubblica ammissione dell'ingiusta persecuzione nei confronti di Galileo Galilei fatta il 31 Ottobre 1992. È stato un fuoriclasse della comunicazione. Ha ordinato 231 cardinali. È stato ricoverato 10 volte in ospedale . È stato uno sportivo. Praticava diverse discipline ,da giovane, tra cui : Ciclismo,Corsa, Calcio, Canoa, Sci e Nuoto. Infatti fece costruire un piscina a Castel Gandolfo . Il 28 aprile successivo alla sua morte, il Santo Padre Benedetto XVI ha concesso la dispensa dal tempo di cinque anni di attesa dopo la morte, per l’inizio della Causa di beatificazione e canonizzazione di Giovanni Paolo II. IL 27 aprile del 2014 è stato proclamato santo da papa Francesco insieme al papa Giovanni XXIII . Papa Francesco nell'omelia lo ha definito “il papa della famiglia”. Tale giorno è stato ricordato come giornata dei 4 papi: Giovanni XXIII, Giovanni Paolo II,Benedetto XVI,Francesco. Sono in tutto 90 i papi santi nella Storia della Chiesa. Ramin Afzali Pag.16 Cuochi provetti La pasta sfoglia:leggerezza friabile Siamo tornati!!! anche per questo anno “Cuochi Provetti” vi delizierà con ricette sfiziose e particolari. In questo numero di Ottobre l'elemento principale sarà la pasta sfoglia... che sia dolce o salata questa ricetta ha origini antiche. Questa pasta era già conosciuta da Egizi, Greci e Romani, che la preparavano con l'olio al posto del burro. La sua prima versione con l'olio al posto del burro fu ideata da François Pierre de la Varenne e modificata da Marie-Antoine Carême con l'inserimento dei 5 giri tutt'oggi in uso. La pasta sfoglia , detta anche "sfogliata", è cotta al forno, leggerissima e molto friabile. La sua lavorazione è piuttosto lunga e richiede una certa attenzione nel manipolare gli ingredienti per far sì che l'aria possa inglobarsi tra gli strati di pasta e burro, per poi dilatarsi durante la cottura con un processo chiamato: "lievitazione fisica". La ricetta classica prevede l'utilizzo di farina, acqua e burro tutti in egual proporzione. La preparazione avviene in stadi successivi (fino a sei) che consistono nel modellamento dell'impasto a strati. Regola fondamentale per la sua buona riuscita è avere gli ingredienti alla stessa temperatura affinché possano amalgamarsi perfettamente. Indispensabile,tra i vari "giri", è anche far riposare la pasta in frigorifero. RICETTA ingredienti per la pastella 250ml Acqua 200g Farina “00” 150gr Farina di Manitoba 8g sale ingredienti per il panetto 75g Farina “00” 250gr Burro Preparazione Per la pastella Mescolate e setacciate le due farine. Sciogliete il sale nell’acqua e impastate il tutto fino ad ottenere un composto più morbido ed elastico di quello del pane e, naturalmente, liscio ed omogeneo. Lasciatelo riposare, coperto con un canovaccio, in un luogo fresco per almeno mezz'ora. Per il panetto Estraete il burro dal frigo, tagliatelo a cubetti e unitelo ai 75 grammi di farina. Mischiate il tutto fino ad ottenere un composto omogeneo e senza grumi. Stendete l'impasto con le mani infarinate o ponendolo tra due fogli di carta forno e riducetelo ad un quadrato dello spessore di circa 1 centimetro. Inserite il panetto nella parte bassa del frigo – la più fredda – per almeno mezz'ora. Pag.17 Cuochi provetti Preparazione generale ✔ Stendete la pastella fino a ricavarne un rettangolo di circa 50 centimetri di lunghezza,quindi posizionatevi il panetto al centro coprendolo con i due lembi più lunghi della pastella,facendoli combaciare (ricordatevi che la pasta centrale dev'essere sovrapposta in modo da creare un effetto chiusura a scatola che impedirà all'impasto di aprirsi durante la stesura). Ripiegate anche gli altri due lembi, fino a chiudere il panetto su ogni lato. Ricordatevi sempre di infarinare il piano di lavoro e la pasta per facilitare il lavoro di stesura. ✔ Prendete un mattarello ed esercitate una pressione sull’impasto, così da rendere più cedevole il panetto di burro. Potete quindi cominciare a stendere la sfoglia, che dovrà acquisire una forma rettangolare, regolare. Per fare ciò non limitatevi a stenderla muovendo il mattarello avanti e indietro (perché rischiate di ottenere una sfoglia a forma di clessidra), ma dovete imprimere dei movimenti obliqui, tenendo il mattarello lungo la diagonale del vostro rettangolo ideale, in modo da allargarne anche il centro. Quando otterrete una larghezza di circa 25 centimetri procedete con le pieghe. Piegate i due lati più corti in modo da farli combaciare al centro del lato più lungo,assicuratevi che i due lembi non si sovrappongano e piegatela a libro, appoggiando un lembo sull'altro. ✔ Una volta preparato il vostro panetto segnatelo con una pressione del dito (che vi ricorderà che avete appena praticato la prima piega), avvolgetela nella pellicola e mettetela in frigo per almeno mezz'ora . A quel punto, estraete la sfoglia, posizionatela di fronte a voi con l’apertura sulla destra e ripetete l’operazione di stesura e piegatura (per rendervi conto se la preparazione della vostra sfoglia sta avvenendo nel modo esatto, basta passarci una mano sopra mentre la state stendendo: se la sfoglia risulta omogenea e liscia al tatto, allora state facendo un buon lavoro). Prima di riavvolgerla nella pellicola e di riposizionarla in frigo, segnatela per due volte per ricordare di aver effettuato la seconda piega. L’intero procedimento andrà ripetuto altre tre volte, per un totale di cinque pieghe. Alla fine, la pasta andrà lasciata riposare in frigo per almeno un’ora. Se non volete utilizzare subito la vostra pasta sfoglia, potete avvolgerla nella pellicola e conservarla nel congelatore. Pag.18 Cuochi provetti Ed ora una ricettina sfiziosa per deliziare i vostri palati.... Cornetti di sfoglia con prosciutto, mozzarella e funghi Ingredienti: 500gr pasta sfoglia 200gr funghi champignon 1 spicchio d'aglio 1 ciuffetto di prezzemolo Olio extravergine di oliva q.b. Sale q.b. 1 mozzarella 100gr prosciutto cotto 1 uovo Preparazione Preriscaldare il forno a 180°. Affettare e trifolare i funghetti con poco olio, lo spicchio d’aglio il prezzemolo tritato e il sale. Ridurre la mozzarella in piccoli dadini e tagliare il prosciutto a striscioline. Aprire la pasta sfoglia e tagliarla in otto spicchi. Al centro di ogni spicchio mettere il ripieno di funghi, mozzarella e prosciutto, quindi arrotolare la pasta partendo dalla parte larga per finire con la punta. Infine curvare i due lembi laterali per dargli la classica forma del cornetto. Adagiare i cornetti sulle placche (ne riempirete due con 16 cornetti) foderare di carta forno quindi spennellarli con un uovo sbattuto. Infornare per circa 15 minuti fino ad ottenere una bella colorazione dorata E adesso buon appetito! Alessia Spedale Pag.19 Sudoku Obiettivo: Riempire gli spazi vuoti affinché ogni riga, ogni colonna e ogni riquadro contenga i numeri da 1 a 9. (Attenzione. Ogni riga, ogni colonna e ogni riquadro non possono contenere più di due volte lo stesso numero) 3 6 4 1 3 7 1 8 3 3 5 7 8 5 5 9 4 7 1 2 1 3 8 8 6 7 5 3 4 6 2 7 6 1 9 6 8 4 8 7 9 7 9 (Dott. Enigma) La Voce del Leone Redazione Afzali R.; Checcucci D. Li Perni L.; Lucà N. Prodan D. Santonastaso R. Socha O.; Spedale A. Caporedattore Marco Nesi