Fobie Fobia… Paura marcata, irragionevole e persistente di oggetti, luoghi, situazioni o attività della cui innocuità il soggetto è del tutto consapevole. Comporta un’intensificazione dell’ansia all’avvicinamento dell’oggetto temuto (anche se solo immaginato) fino a veri e propri attacchi di panico. Il soggetto tende di conseguenza a evitare le situazioni temute come sollievo dall’ansia (condotte di evitamento). Fobia: intensa paura irragionevole ed inappropriata nei confronti di uno specifico stimolo esterno. Caratteristiche principali sono: 9La sproporzione della paura nei confronti della situazione da affrontare; 9La natura invasiva di queste paure; 9L’ineliminabilità con argomentazioni razionali; 9(La consapevolezza dell’esagerazione); 9La constatazione dell’intensa reazione ansiosa indotta dall’esposizione allo stimolo fobico; 9Tendenza all’instaurarsi di comportamenti di evitamento. Classificazione delle Fobie nel DSM 5 Agorafobia Fobia Sociale: relative a situazioni sociali o relazionali Specifica: caratteristiche nei confronti di oggetti o situazioni Agorafobia Riguarda situazioni in cui è presente timore di un grave malessere, di perdita di controllo sul contesto (impossibilità ad allontanarsi o ricevere soccorsi) Criteri diagnostici per Agorafobia Paura o ansia marcate relative al trovarsi in due o piu’ delle seguenti situazioni: A. 1. 2. 3. 4. 5. Utilizzo dei trasporti pubblici Trovarsi in spazi aperti Trovarsi in spazi chiusi Stare in fila oppure tra la folla Essere fuori casa da soli B. L’individuo teme o evita queste situazioni a causa di pensieri legati al fatto che potrebbe essere difficile fuggire oppure che potrebbe non essere disponibile soccorso nell’eventualita’ che si sviluppino sintomi simili al panico o altri sintomi invalidanti o imbarazzanti. C. La situaz. agorafobica provoca quasi sempre paura o ansia D. Evitamento, accompagnatori o paura e ansia intense E. Sproporzione rispetto al reale pericolo e al contesto socioculturale F. Persistenza: 6 mesi o piu’ G. Disagio/compromissione H. Condizione medica I. La paura,l’ansia o l’evitamento non sono meglio spiegati dai sintomi di un altro disturbo mentale: Fobia Sociale: evitamento limitato alle situazioni sociali; Fobia Specifica: evitamento limitato ad una singola situazione, come gli ascensori; Disturbo Ossessivo-Compulsivo: evitamento dello sporco per gli individui con ossessioni di contaminazione; Difetti o imperfezioni percepiti nell’aspetto fisico (Dismorfismo corporeo Disturbo Post-traumatico da Stress: evitamento di stimoli associati con un grave evento stressante; Disturbo d’Ansia di Separazione: evitamento della separazione dalla casa o dai familiari. Caso Clinico “Rimanere sano” Il Signor Michaels, un programmatore di computer di 28 anni, cerca trattamento a causa delle sue paure che gli impediscono di far visita al suocero, malato terminale, in ospedale. Spiega di temere qualunque situazione anche se remotamente associata con la possibilità di un ferita al corpo o di una malattia. Per esempio, non può sopportare un prelievo di sangue, o di vedere o perfino di sentir parlare di persone ammalate. Queste paure sono il motivo per cui evita di consultare un medico anche quando è ammalato, ed evita di far visita ad amici o a membri della famiglia ammalati e perfino di ascoltare la descrizione di procedure mediche, di traumi fisici, o di malattie. È diventato vegetariano 5 anni fa per evitare di pensare agli animali che venivano uccisi. Il paziente fa risalire l’esordio di queste paure ad un particolare incidente avvenuto quando aveva 9 anni e la sua insegnante di dottrina aveva raccontato dettagliatamente un intervento chirurgico al quale era stata sottoposta. Mentre ascoltava, iniziò a diventare ansioso e ad avere capogiri, sudava profusamente, e alla fine svenne. Ricorda grandi difficoltà nell’essere sottoposto a vaccinazioni e ad altre pratiche mediche di routine nei seguenti anni scolastici, come episodi di svenimento o di semisvenimento nell’adolescenza e nell’età adulta, ogni volta che assisteva ai più lievi traumi, sentiva parlare di ferite o malattie, o vedeva una persona ammalata o sfigurata. Quando di recente vedeva qualcuno in un negozio su una sedia a rotelle, cominciava a preoccuparsi che la persona soffrisse e si addolorava talmente da svenire e cadere sul pavimento. Era molto imbarazzato quando riprendeva coscienza, per la cerchia di persone che lo circondava. Il Signor Michaels negava ogni altro problema emotivo. Gli piaceva il suo lavoro, sembrava procedere bene con sua moglie, ed aveva molti amici. Criteri diagnostici per Fobia Specifica A. Paura o ansia marcate verso un oggetto o situazione specifici (per es., volare, altezze, animali, ricevere un’iniezione, vedere il sangue). B. La situaz. o l’oggetto provocano quasi sempre paura o ansia C. Evitamento o paura e ansia intense D. Sproporzione rispetto al reale pericolo e al contesto socioculturale E. Persistenza: 6 mesi o più F. Disagio/compromissione G. Il disturbo non è meglio spiegato da: Fobia Sociale: evitamento limitato alle situazioni sociali; Agorafobia; Disturbo Ossessivo-Compulsivo Disturbo Post-traumatico da Stress: evitamento di stimoli associati con un grave evento stressante; Disturbo d’Ansia di Separazione: evitamento della separazione dalla casa o dai familiari. Specificare il tipo: Tipo Animali. Tipo Ambiente Naturale (per es., altezze, temporali, acqua). Tipo Sangue-Iniezioni-Ferite. Tipo Situazionale (per es., aeroplani, ascensori, luoghi chiusi). Altro tipo (per es., paura di soffocare, vomitare o contrarre una malattia) Fobia degli animali È la più diffusa in popolazione generale; E’ la prima per frequenza nelle donne e la seconda per gli uomini; Nella maggior parte dei casi non determina un livello di compromissione tale da condurre a una vera fobia; E’ considerata fisiologica nell’infanzia e solo raramente persiste nella pubertà; Più frequenti: insetti, serpenti, cani, gatti, topi. In genere è circoscritta a una singola specie animale. Fobia degli agenti atmosferici Timori di alcuni fenomeni naturali (lampi, tuoni, vento, oscurità); Essendo difficilmente prevedibile il contatto con lo stimolo fobico, i livelli di ansia risultano costantemente elevati, comportando un continuo stato di allerta; Si associa ad ansia da separazione e disturbo di panico. Epidemiologia Prevalenza 5-11,3% Rapporto F/M 2:1 variabile per i diversi sottotipi Familiarità Maggior rischio di sviluppare il disturbo nei parenti di soggetti affetti (rischio 4 volte maggiore) Età di esordio Infanzia-adolescenza (ma variabile per i diversi sottotipi; quelle situazionali hanno generalmente un esordio più tardivo) Sintomi di stato Paura persistente, irrazionale ed eccessiva di particolari oggetti, situazioni o animali. Condotte di evitamento, sintomi neurovegetativi durante l’esposizione allo stimolo. Prognosi Nella maggior parte dei casi il disturbo è scarsamente invalidante e il soggetto conserva un buon adattamento. Decorso Tendenzialmente cronico. Alcune forme moderate possono risolversi in maniera graduale attraverso l’esposizione ripetuta. Comorbilità Maggiore rischio per altri disturbi d’ansia e somatoformi e depressione. Il 15% ha più di una fobia. DAP, DAG, FS Da non dimenticare Rilevanza clinica: molti di noi hanno paure esagerate di qualcosa. La maggior parte delle persone riescono a gestirle senza troppe difficoltà. Per un abitante di Milano, avere una fobie dei serpenti è poca cosa; lo stesso non si può dire per un contadino indiano. Prevalenza: le fobie specifiche si osservano raramente nella pratica clinica perché, nella maggior parte dei casi, le persone preferiscono modificare la propria vita per assecondare la paura. Disturbo d’ansia sociale Caso Clinico “Sul palcoscenico” Harry è un trentatreenne che vive a Seattle con la moglie. Dopo avere terminato il college ha lavorato come agente di vendite per una compagnia di assicurazioni. Si è rivolto ad uno psichiatra privato, raccomandatogli da un amico, lamentando “ansia al lavoro”. Harry si descrive come estroverso e brillante durante l’adolescenza e la prima età adulta, senza problemi rilevanti fino al terzo anno del college. In seguito iniziò ad essere estremamente teso e nervoso quando studiava per gli esami e per le prove scritte. Gli batteva il cuore, le mani gli sudavano e tremavano. Di conseguenza spesso non scriveva ciò che gli veniva richiesto e, quando lo faceva, lo consegnava dopo la data dovuta. Non riusciva a capire perché fosse così nervoso nell’affrontare prove scritte o esami poiché in passato aveva sempre svolto bene questi compiti. I suoi voti ne risentirono in maniera negativa. Subito dopo il diploma, Harry venne assunto come agente di vendita per un’agenzia di assicurazioni. Il suo addestramento iniziale (frequentare lezioni, compiti di lettura) procedette tranquillamente. Tuttavia, quando iniziò a prendere in carico dei clienti, ricomparve l’ansia. Diveniva estremamente nervoso quando prevedeva di fare telefonate dai clienti. Quando il telefono dell’ufficio squillava, cominciava a tremare e talvolta non riusciva neanche a rispondere. Alla fine per evitare di agitarsi non programmava appuntamenti e non contattava i clienti che avrebbe dovuto incontrare. Quando gli venne chiesto che cosa in queste situazioni lo rendesse nervoso, disse di essere preoccupato di ciò che il cliente poteva pensare di lui: “Il cliente potrebbe accorgersi che sono nervoso e potrebbe farmi domande di cui non conosco le risposte e mi sentirei stupido”. Quindi scriveva e modificava ripetutamente testi di vendita per le conversazioni telefoniche poiché diceva: “sono talmente preoccupato di dire la cosa giusta. Penso di essere molto preoccupato dall’essere giudicato”. Sebbene non sia mai stato disoccupato, Harry ritiene di avere reso solo per il 20% della sua capacità lavorativa, cosa tollerata dal suo principale solo perché un agente di vendita viene pagato solo su commissione. Negli ultimi anni Harry ha dovuto prendere in prestito grosse somme di denaro per far tornare i conti. Sebbene abbiano subito il peso delle ristrettezze finanziarie, Harry e sua moglie ricevono regolarmente ospiti a casa loro e amano socializzare con gli amici in occasione di pic-nic, feste e cerimonie. Harry si lamenta: “Accade proprio quando ci si aspetta da me che faccia qualcosa. Allora è come se fossi su un palcoscenico, da solo, mentre tutti mi guardano”. Criteri diagnostici per Disturbo d’Ansia Sociale (Fobia Sociale) A. Paura o ansia relative a una o più situazioni sociali nelle quali l’individuo è esposto al possibile esame degli altri. Gli esempi comprendono interazioni sociali (per es. avere una conversazione, incontrare persone sconosciute), essere osservati (per es., mentre si mangia o si beve) ed eseguire una prestazione di fronte agli altri (per es. fare un discorso). B. L’individuo teme che agirà in modo tale o manifesterà sintomi di ansia che saranno valutati negativamente (cioè saranno umilianti o imbarazzanti; porteranno al rifiuto o saranno offensivi per gli altri). C. Le situaz. sociali provocano quasi sempre paura o ansia D. Evitamento o paura e ansia intense E. Sproporzione rispetto al reale pericolo e al contesto socioculturale F. Persistenza: 6 mesi o più G. Disagio/compromissione H. Condizioni mediche/uso sostanze I. Il disturbo non è meglio spiegato da: Disturbo di Panico; Dismorfismo corporeo; Spettro autistico. I. Se presente condizione medica (es. obesità, Parkinson, deturpazione da ferita) paura, ansia, evitamento non sono correlati a questa o sono eccessivi. Specificare se: Legata solo alla performance (parlare, esibirsi in pubblico) Venivano identificati nel DSM IV due sottotipi clinici: - Fobia sociale specifica: ansia sociale limitata a situazioni specifiche; - Fobia sociale generalizzata: ansia sociale indotta da numerose situazioni che comportino la possibilità di fare brutta figura e quindi di essere giudicati negativamente dagli altri. Situazioni prestazionali Parlare o esibirsi in pubblico; Usare il telefono in pubblico; Mangiare o bere in presenza di altri; Scrivere in pubblico; Essere osservati nello svolgimento di un’attività; Utilizzare bagni pubblici; Entrare in una stanza dove tutti sono seduti. Situazioni di interazione sociale Essere presentati; Incontrare persone autorevoli; Andare a una festa; Ricevere ospiti; Parlare con sconosciuti; Avvicinare persone dell’altro sesso; Dare un ricevimento. Situazioni e performance scatenanti Telefonare Lavorare quando si è osservati Esprimere disaccordo con persone appena conosciute Sostenere esami orali Parlare, cantare o ballare di fronte ad altri Camminare o guidare di fronte ad altri Chiedere informazioni Entrare in una stanza dove sono già riunite altre persone Tentare di conoscere qualcuno (altro sesso) Parlare a persone autorevoli Dare un ricevimento/andare a una festa Uscire da un negozio senza comprare niente Restituire merce a un negozio Guardare negli occhi persone poco conosciute Essere al centro dell’attenzione Beidel e Turner, 2007 Sintomi caratteristici in pz fobico-sociali Sintomi fisiologici Rossore del volto; Sudorazione; Tremore; Blocco mentale; Tachicardia; Palpitazioni; Morsa allo stomaco; Confusione e stordimento; Nausea, mal di stomaco, diarrea; Bisogno impellente di urinare. Sintomi cognitivi (Sensibilità interpersonale) Autosvalutazione Senso di inferiorità; Perfezionismo; Attesa di essere criticati dagli altri; Ipersensibilità al giudizio e alla critica; Attesa di non avere successo; Attesa di comportarsi inappropriatamente in situazioni sociali; Paura di essere considerato ridicolo, stupido o goffo; Scarsa assertività; Disagio nel trovarsi al centro dell’attenzione. Sintomi comportamentali Evitamento di situazioni sociali critiche; Scarsa partecipazione durante situazioni sociali; Affidarsi solo ad amici e familiari; Tono di voce sottomesso; Parlare in modo formale e ossequioso; Assumere una posizione del corpo curva e col capo chino; Evitamento del contatto oculare; Torcere le mani/tenere in mano un oggetto; Scusarsi anche quando non è necessario; Recitare una parte o dire bugie per sentirsi a proprio agio. Diagnosi differenziale Fobie: condizioni da escludere Timidezza normale vs Fobia sociale vs Disturbo Evitante di Personalità Fobia specifica vs sociale vs agorafobia: oggetto o situazione evitati Fobie vs PTSD: evitamento di stimoli connessi all’evento traumatico Fobie vs DOC: evitamento di situazioni che attivano le compulsioni Altre condizioni di evitamento/ritiro: Autismo, SPD, SKTPD: mancanza di interesse per le altre persone DDM: ritiro dalle situazioni sociali per mancanza di interesse, piacere e di energia Ansia di separazione: le paure che motivano evitamento sono legate a separazione da caregiver Disturbi psicotici: evitamento sociale connesso ai contenuti deliranti Dipendenza da sostanze: evitamento sociale causato dall’intossicazione e dalla mancanza di motivazione Condizioni mediche: la persona evita l’imbarazzo conseguente a mostrare degli aspetti della sua malattia (calvizie in un paziente oncologico, tremore in un paziente con il Parkinson, ecc.) Timidezza Timidezza patologica Fobia sociale Fobia sociale generalizz. Disturbo evitante di personalità Timidezza e fobia sociale: diagnosi differenziale Timidezza Sintomi somatici di Sì, di entità lieve ansia Fobia sociale Sì, di entità da moderata a grave Motivi scatenanti ansia Ansia sociale non è l’unico I sintomi ansiosi sono focus del timore innescati sempre dal contatto sociale Funzionamento Scadimento raro e di lieve entità Scadimento frequente e grave Richiesta aiuto Raro Raro per il problema centrale, frequente per sintomi somatici o comorbilità Decorso Tende a ridursi dopo l’adolescenza. Esordio dopo l’adolescenza con decorso progressivamente ingravescente. FS e disturbo evitante di personalità: diagnosi differenziale Leon è un impiegato statale di 45 anni e viene esaminato presso una clinica specializzata per il trattamento della depressione. Afferma di essersi sentito costantemente depresso fin dalle scuole elementari, senza un periodo di umore “normale” per più di pochi giorni alla volta. La sua depressione è stata accompagnata da letargia, poco o scarso interesse o piacere per qualsiasi cosa, difficoltà a concentrarsi e sentimenti di inadeguatezza, pessimismo e risentimento. Gli unici periodi di umore normale si verificano quando è a casa da solo, ad ascoltare musica o a guardare la TV. Ad una ulteriore indagine, Leon rivela che non si ricorda di essersi mai sentito a suo agio dal punto di vista sociale. Anche prima dell’asilo, se gli veniva chiesto di parlare di fronte ad un gruppo di amici dei suoi genitori aveva dei “vuoti di memoria”. Veniva sopraffatto dall’ansia nelle attività sociali infantili, come partecipare a feste di compleanno, che evitava, oppure, se vi andava, rimaneva completamente in silenzio. Poteva rispondere ad una domanda in classe solo se aveva scritto la risposta in anticipo; ma anche in questo caso, frequentemente, borbottava qualcosa e non riusciva a tirare fuori la risposta. Se incontrava bambini nuovi teneva gli occhi abbassati, timoroso del loro giudizio, aspettandosi di sentirsi umiliato ed imbarazzato. Era convinto che tutti coloro che lo circondavano lo ritenessero “muto” oppure un “tonto”. Crescendo Leon ebbe un paio di compagni di gioco tra i vicini, ma non ebbe mai un “migliore amico”. I suoi voti scolastici erano buoni, ma soffriva quando doveva affrontare una esposizione orale in classe. Da adolescente era terrificato dalle ragazze e finora non ha mai avuto un appuntamento con una ragazza, né lo ha mai chiesto a nessuna. Questo lo disturba, anche se è depresso talmente spesso che sente di avere poche energie o interesse per frequentazioni galanti. Leon ha frequentato il college ed ha ottenuto un buon rendimento per un periodo, poi si è ritirato quando le sue votazioni si sono abbassate drammaticamente. Continuò ad essere molto consapevole di se stesso e “terrificato” quando doveva conoscere degli estranei. Ebbe difficoltà a trovare un lavoro perché era incapace di rispondere alle domande durante i colloqui; ci riuscì solo in pochi casi, quando si trattava di lavori per i quali era richiesto soltanto un test scritto. A 24 anni superò un esame del Servizio Civile e gli fu offerto un lavoro in ufficio postale nel turno serale. Questo lavoro gli piaceva poiché implicava scarsi contatti con gli altri. Rifiutò diverse promozioni che gli vennero offerte perché temeva di subire delle pressioni sociali. Sebbene ormai sia supervisore di parecchi impiegati, trova ancora difficile dare istruzioni, anche a persone che conosce da anni. Non ha amici ed evita tutte le occasioni per socializzare con i colleghi. Durante gli ultimi anni ha tentato diverse terapie che lo aiutassero ad uscire dalla “timidezza” e dalla depressione. Leon non ha mai manifestato ansia improvvisa o attacchi di panico in situazioni sociali o in altri momenti. Piuttosto, la sua ansia aumenta gradualmente fino a raggiungere un livello costante in attesa di situazioni sociali. Non ha mai manifestato sintomi psicotici. Fobia sociale e DEP: diagnosi differenziale Avoidant PD is essentially a problem of relating to persons, social phobia is largely a problem of performing in situations. The avoidant has a feeling of low self-esteem; social phobia implies no such critical judgment. (Millon, 1991) Fobia sociale e DEP: diagnosi differenziale Fobia sociale Disturbo evitante di personalità Sintomi somatici di ansia Sì, fino panico all’attacco di Sì, attacco di panico non incluso nei criteri diagnostici Pervasività Può essere circoscritta a Sempre presente specifiche situazioni Onset Anche l’adolescenza dopo Adolescenza, prima età adulta. Stabile nel tempo. “With the exception of some increased disability in APD compared with SP, the two disorders have the same symptoms, respond to the same treatments, are genetically identical, and appear to be the same disorder”. Reich, 2009 Relazione tra fobia sociale e disturbo di panico Due condizioni distinte: DP ed evitamento sociale secondario: l’ansia sociale e i comportamenti di evitamento sociale sono dirette conseguenze degli attacchi di panico spontanei e del timore che questi ultimi possano mettere in imbarazzo il paziente. Fobia sociale e DP. Epidemiologia Prevalenza 3-13% Rapporto F/M 1,5-2:1 in popolazione generale 1:1 in campioni clinici Familiarità Maggior rischio di sviluppare il disturbo nei parenti di soggetti affetti (rischio da due a sei volte maggiore) (Stein e Stein, 2008) Età di esordio 11-25 anni (picco tra i 13 e i 16). FSG esordisce tipicamente nell’infanzia, e in età evolutiva la prevalenza è simile a quella degli adulti. Sintomi di stato Sintomi cognitivi (sensitività interpersonale, sentimenti di bassa autostima), ansia anticipatoria, timore e/o evitamento delle situazioni di interazione sociale, sintomi neurovegetativi durante l’esposizione alle situazioni temute Decorso Tendenzialmente cronico Comorbilità Nel 70% dei casi: fobie specifiche, dist. umore, DAP, DUS Complicanze Disturbi depressivi: molte persone con fobia sociale sviluppano secondariamente una demoralizzazione o depressione; Uso di sostanze: FS e abuso di sostanze sono intimamente legati. L’alcool ha un importante effetto disinibente. Ma l’uso di sostanze per auto-medicarsi può sfuggire al controllo e evolvere in una vera e propria dipendenza. Lo stesso dicasi per i farmaci ansiolitici. Da non sottovalutare Fattori culturali: Ciò che in Giappone sarebbe normale modestia, potrebbe apparire evitamento sociale nella nostra cultura. La normale estroversione nella nostra cultura potrebbe apparire arroganza e maleducazione in Giappone. Genere: In alcune culture la timidezza è incoraggiata nelle donne. Forme sottosoglia: Molte persone sono terrorizzate da una specifica situazione sociale. In genere la compromissione del funzionamento non raggiunge la soglia clinica e la persona è in grado di gestirla. Disturbo d’Ansia Generalizzato (DAG) Il DAG si manifesta con ansia e preoccupazione eccessive (di cui viene sottolineata la pervasività), relativamente a vari contesti, accompagnate da un corteo sintomatologico di tipo somatico e vegetativo. Le persone con DAG sperimentano quotidianamente un’ansia “libera fluttuante”, aspecifica. Le caratteristiche cliniche del DAG possono essere schematizzate in 4 aspetti nucleari: - Ansia; Tensione motoria; Iperattività autonomica; Vigilanza cognitiva. Ansia è eccessiva e condiziona molti aspetti di vita; si manifesta come apprensione cronica, preoccupazione in tutte le situazioni della vita: per la salute l’incolumità fisica dei propri familiari per i problemi finanziari per il proprio rendimento scolastico e lavorativo Sentimento di un pericolo vago e indeterminato: stato di allarme cronico. Tensione motoria Si manifesta con: tremori contrazioni o irrigidimenti degli arti superiori e inferiori e in sede cervicale e dorsale cefalee difficoltà a rilassarsi Iperattività autonomica respiro corto affanno palpitazioni sudorazione, secchezza delle fauci sensazione di “groppo in gola”, di “testa vuota” disturbi gastro-intestinali (difficoltà a digerire, nausea, diarrea alternata a stipsi). Vigilanza cognitiva ridotta concentrazione facile distraibilità disturbi mnesici e della vigilanza irrequietezza irritabilità nervosismo stato di allerta sensazione di essere “sul filo del rasoio” improvvisi sussulti insonnia iniziale e centrale Disturbo d’ansia generalizzato A. Ansia e preoccupazione eccessive (attesa apprensiva), che si manifestano per la maggior parte dei giorni per almeno 6 mesi, relative a una quantità di eventi o di attività (come prestazioni lavorative o scolastiche). B. L’individuo ha difficoltà nel controllare la preoccupazione. C. L’ansia e la preoccupazione sono associate a tre (o più) dei sei sintomi seguenti (con almeno alcuni sintomi presenti per la maggior parte dei giorni negli ultimi 6 mesi). Nota Nei bambini è richiesto solo un item. 1) irrequietezza, o sentirsi tesi o con i nervi a fior di pelle 2) facile affaticamento 3) difficoltà a concentrarsi o vuoti di memoria 4) irritabilità 5) tensione muscolare 6) alterazioni del sonno (difficoltà ad addormentarsi o a mantenere il sonno o sonno inquieto e insoddisfacente). D. Disagio/Compromissione. E. Sostanze/Condizioni mediche F. Il disturbo non è meglio spiegato da un altro disturbo mentale: Valutazione negativa nel Disturbo d’Ansia Sociale; Timore di avere ADP nel Disturbo di Panico Disturbo Ossessivo-Compulsivo Disturbo Post-traumatico da Stress; Disturbo d’Ansia di Separazione; Dismorfismo Paura di prendere peso in Anoressia Lamentele fisiche nel disturbo da sintomi somatici Avere una grave malattia nel disturbo d’ansia da malattia Convinzioni deliranti nella schizofrenia/disturbo delirante Epidemiologia Prevalenza 3-8% Rapporto F/M 2:1 Familiarità Ereditabilità di grado moderato Età di esordio Giovanile Sintomi di stato Ansia Tensione motoria Iperattività neurovegetativa Alterazioni della vigilanza e dell’attenzione Esordio Insidioso e sfumato (a differenza del DAP); la maggior parte dei pazienti riferisce di essere ansiosa da sempre. Altri, con esordio in età adulta, riferiscono la comparsa in relazione a eventi stressanti. Decorso Protratto nel tempo quasi come uno stile di carattere, seppure possano esserci oscillazioni e fasi di riacutizzazione (a seconda della presenza di life stressor) Complicazioni Raramente si presenta isolatamente. Abuso/dipendenza da sostanze (alcol, BDZ, stimolanti, ipnotici, ansiolitici) Complicanze di tipo somatico (ulcera, ipertensione) Diagnosi differenziale Disturbo d’Ansia Generalizzato Preoccupazioni realistiche/ansia non patologica Disturbo dell’Adattamento: preoccupazioni eccessive invalidanti ma transitorie Depressione Maggiore: tema depressivo Disturbi psicotici: caratteri deliranti/perdita esame di realtà Condizioni mediche, sostanze o astinenza da sostanze Altre condizioni specifiche: e Disturbo di panico: ansia concentrata su futuri attacchi+evitamento Ansia di separazione: le paure legate a separazione da caregiver Ansia sociale/Fobie specifiche DOC: ansia concentrata su pensiero ossessivo (es. essere contaminati) Anoressia nervosa: ansia concentrata su aumento di peso Dismorfismo corporeo: ansia concentrata su difetti fisici Disturbo da sintomi somatici: preoccupazioni concentrate su sintomi fisici DSPT e disturbo da stress acuto: preoccupazioni incentrate su elementi che ricordano l’evento traumatico ADHD Disturbo evitante di personalità