I Disturbi di Personalità Dott. Antonio Prunas Personalità e disturbi di personalità z Il termine personalità viene utilizzato, spesso con diverse sfumature di significato, in ogni registro del linguaggio. z Come tutti i concetti complessi, esso non risponde a una definizione univoca. z Gordon Allport (1987-1967) ha contato più di cinquanta definizioni diverse. z Per il filosofo tedesco Karl Jaspers (1883-1969) “nessun concetto viene impiegato con significati tanto diversi e variabili come quello di personalità o carattere”. “Con personalità s’intende una modalità strutturata di PENSIERO, SENTIMENTO e COMPORTAMENTO che caratterizza il tipo di adattamento e lo stile di vita di un soggetto e che risulta da fattori costituzionali, dello sviluppo e dell’esperienza personale” (WHO, 1994) Modalità disadattive profondamente radicate, generalmente riconoscibili dall’adolescenza o anche prima, che perdurano per buona parte della vita adulta anche se spesso divengono meno evidenti nella mezza età e nell’anzianità. (WHO, 1978) Dal DSM si può ricavare una definizione di personalità anche a partire dai criteri necessari per diagnosticare il Disturbo: “I tratti di personalità sono pattern costanti di percepire, rapportarsi e pensare nei confronti dell’ambiente e di se stessi, che si manifestano in un ampio spettro di contesti sociali e personali. Soltanto quando i tratti di personalità sono rigidi e disadattativi, e causano una significativa compromissione funzionale o un disagio soggettivo, denotano Disturbi della Personalità” (DSM 5, 2013) In questa ultima definizione, vi è un accenno ad aspetti di rigidità e disadattatività, che implicano un’area ambientale e relazionale: vi è cioè una “sofferenza” e un impedimento relazionale. Schematicamente potremmo dire i disturbi della personalità riguardano tendenzialmente il modo in cui un soggetto cerca di affrontare persone e situazioni esterne per lui intollerabili, in passato o nel presente. La definizione di patologia di personalità proposta dall’ICD10 prevede un “grave disturbo della costituzione caratterologica e delle tendenze comportamentali dell’individuo quasi sempre associato a conflitti sociali e personali”. L’ICD-10 considera i DP - modalità di comportamento radicate e durature - si manifestano come risposta ad una gamma di situazioni personali e sociali - sono deviazioni estreme dal modo in cui l’individuo medio si pone in una cultura. - (in genere), sono accompagnati da sofferenza soggettiva, da problemi nel funzionamento e nelle prestazioni sociali - fanno la loro comparsa durante l’infanzia o l’adolescenza e si sviluppano nell’età adulta. Confrontando i due sistemi di classificazione (ICD-10 e DSM 5) si possono notare alcune differenze, ma in linea generale le due classificazioni non si contrappongono, soprattutto nella definizione di disturbo di personalità. Alcune definizioni di personalità patologica e di disturbo di personalità Alcune definizioni di personalità patologica e di disturbo di personalità Schneider (1921) Personalità abnormi che soffrono della loro anormalità e della cui anormalità soffre la società. Rado (1935) Disturbi della integrazione psicodinamica che affliggono significativamente l’adattamento della vita dell’organismo e delle sue funzioni di utilità e piacere. Davis (1987) Una modalità duratura di percepire, relazionarsi e pensare all’ambiente circostante, che causa disagi nel funzionamento sociale e lavorativo. Rutter (1987) Una modalità persistente e pervasiva nelle relazioni sociali ed in genere nel funzionamento sociale. Criteri Diagnostici Generali per la Diagnosi di Disturbo di Personalità secondo il DSM 5 z A. Un pattern abituale di esperienza interiore e di comportamento che devia marcatamente rispetto alle aspettative della cultura dell’individuo. Questo pattern si manifesta in due (o più) delle seguenti aree: 1) cognitività (cioè modi di percepire e interpretare se stessi, gli altri e gli avvenimenti); 2) affettività (cioè la varietà, intensità, labilità e adeguatezza della risposta emotiva); 3) funzionamento interpersonale; 4) controllo degli impulsi. z B. Il pattern abituale risulta inflessibile e pervasivo in un’ampia varietà di situazioni personali e sociali; z C. Il pattern abituale determina disagio clinicamente significativo o compromissione del funzionamento in ambito sociale, lavorativo o in altre aree importanti; z D. Il pattern è stabile e di lunga durata, e l’esordio può essere fatto risalire almeno all’adolescenza o alla prima età adulta; z E. Il pattern abituale non risulta meglio giustificato come manifestazione o conseguenza di un altro disturbo mentale; z F. Il pattern abituale non è attribuibile agli effetti fisiologici di una sostanza (per es. una sostanza di abuso, un farmaco) o di un’altra condizione medica generale (per es. un trauma cranico). z I DP possono avere importanti conseguenze sul piano sociale e personale. I soggetti che ne sono affetti: z z z z z z z Interrompono prematuramente gli studi; Incontrano difficoltà di adattamento nel contesto lavorativo; Non riescono ad avere amicizie o rapporti affettivi stabili; Sono spesso coinvolti in attività pericolose o illegali; Hanno comportamenti violenti auto- o etero-diretti; Abusano di sostanze; Appaiono immaturi, con scarse capacità di tollerare lo stress, carenti di introspezione. z Nonostante ciò, nella maggior parte dei casi, negano l’esistenza di problemi interiori, tendono ad attribuire agli altri le proprie difficoltà e possono rifiutare l’aiuto dello specialista che consultano solo se sollecitati dai familiari o se compare un altro disturbo (es. Ansia, Depressione, ecc.). Epidemiologia z Ricerche epidemiologiche condotte negli Stati Uniti (su campioni rappresentativi della popolazione generale) hanno portato a stimare intorno al 15% la prevalenza di un qualsiasi disturbo di personalità in soggetti adulti (Grant et al., 2004). Non ci sono rilevanti differenze di prevalenza tra i sessi (che sono tuttavia evidenti per alcuni quadri clinici in particolare). Nella popolazione psichiatrica la prevalenza è stimata tra il 30 e il 50% per i pz ambulatoriali e intorno al 50% per quelli ricoverati. z Almeno nella metà dei casi i DP si presentano in comorbilità fra loro o con i Disturbi di Asse I. z z z L’insorgenza è rintracciabile nella adolescenza/inizio dell’età adulta; Esordi più tardivi devono far sospettare: z z z z tarda Un disturbo correlato all’uso di sostanze; Una condizione medica; Una reazione transitoria a uno stress esistenziale. L’evoluzione è generalmente cronica anche se per alcuni disturbi (Borderline e antisociale) è stata rilevata una tendenza al miglioramento spontaneo nel tempo. I Disturbi di Personalità DSM 5 sono raggruppati in tre cluster: z Cluster A: “ritiro emozionale e stranezza comportamentale”; z Cluster B: “Instabilità, drammaticità, esagerata manifestazione delle emozioni”; z Cluster C: “Ansia, sottomissione, evitamento”. z Modificazione della personalità dovuta a un’altra condizione medica z Disturbo di Personalità con/senza altra specificazione Cluster A Include tre quadri diagnostici: - Disturbo Paranoide di Personalità; - Disturbo Schizoide di Personalità; - Disturbo Schizotipico di Personalità. Criteri DSM 5 per Disturbo Paranoide di Personalità A. Diffidenza e sospettosità pervasive nei confronti degli altri, tanto che le loro motivazioni sono interpretate come malevole, che iniziano nella prima età adulta e sono presenti in svariati contesti, come indicato da quattro (o più) dei seguenti elementi: 1) Sospetta, senza fondamento, di essere sfruttato, danneggiato o ingannato dagli altri; z 2) Dubita, senza giustificazione, della lealtà o affidabilità di amici e colleghi; z 3) E’ riluttante a confidarsi con gli altri a causa del timore ingiustificato che le informazioni possano essere usate contro di lui; z 4) Legge significati nascosti umilianti o minacciosi in osservazioni o eventi benevoli; z 5) Porta costantemente rancore (cioè non dimentica gli insulti, le ingiurie o le offese); z 6) Percepisce attacchi al proprio ruolo o reputazione non evidenti agli altri ed è pronto a reagire con rabbia o a contrattaccare; z 7) Sospetta in modo ricorrente, senza giustificazione, della fedeltà del coniuge o del partner sessuale; z z B. Il disturbo non si manifesta esclusivamente durante il decorso della schizofrenia, del disturbo bipolare o depressivo con caratteristiche psicotiche o di un altro disturbo psicotico, e non è attribuibile agli effetti fisiologici di un’altra condizione medica. Nota: se i criteri vengono soddisfatti prima dell’esordio della schizofrenia, aggiungere “premorboso”, ad es. “disturbo paranoide di personalità (premorboso)”. z Prevalenza E’ stata riportata una prevalenza di questo disturbo nella popolazione generale dello 0,5-2,5%, negli ambienti psichiatrici di ricovero del 10-30% e tra i pazienti esterni delle cliniche per malattie mentali del 2-10%. z Familiarità: Vi è qualche evidenza di un aumento della prevalenza del Disturbo Paranoide di Personalità tra i familiari di pazienti affetti da Schizofrenia Cronica e di una relazione familiare più specifica con il Disturbo Delirante, Tipo Persecutorio. z Disturbo Paranoide di Personalità: Caratteristiche cliniche I criteri diagnostici del Disturbo Paranoide di Personalità, rispecchiano una modalità di pensiero caratterizzata da una costante ricerca di significati oscuri, delle tracce rivelatrici di una “verità” che va oltre il significato apparente della situazione. Questa ricerca senza fine comporta un’iperattivazione dell’attenzione che si evince dalla circospezione legata a questo continuo e attento controllo. Un individuo paranoide analizza continuamente ciò che lo circonda alla ricerca del particolare insolito - uno stile di pensiero molto oneroso per la fatica fisica ed emozionale che comporta. Il paziente paranoide è praticamente incapace di rilassarsi. Il pensiero paranoide è anche caratterizzato da una mancanza di flessibilità: gli argomenti più convincenti generalmente non hanno alcun impatto sulle convinzioni rigide e salde del sospetto paranoide. z Coloro che tentano di discutere con un soggetto con tale disturbo di personalità, si troveranno facilmente ad essere il bersaglio della sua sospettosità. z Il pensiero del paranoide differisce da quello dello schizofrenico paranoide per il fatto di non essere delirante. Infatti, i pazienti con disturbo paranoide hanno una percezione assolutamente precisa del loro ambiente: è il loro giudizio su quanto è percepito ad essere alterato. La realtà in sé non è distorta; lo è invece il significato della realtà come essa appare. z Gli individui paranoidi appaiono inoltre: z seri, privi di senso dell’umorismo; z con un linguaggio iper-razionale e molto diretto; z con una tendenza al pregiudizio; z anaffettivi; z si vantano di essere razionali e obiettivi. z Disturbo Paranoide di Personalità Diagnosi Differenziale z z Disturbo Delirante (Tipo Persecutorio), Schizofrenia, Disturbo Depressivo/Bipolare con Manifestazioni Psicotiche: Questi disturbi sono caratterizzati dalla presenza di franchi sintomi psicotici persistenti (ad es. deliri, allucinazioni). Per porre una diagnosi addizionale di Disturbo di Personalità Paranoide, i sintomi del Disturbo di Personalità devono essere presenti prima dell’esordio dei sintomi psicotici e devono persistere quando i sintomi psicotici sono in remissione; Disturbo Schizotipico di Personalità: I due disturbi condividono tratti di sospettosità, distacco dagli altri e ideazione paranoide ma il Disturbo Schizotipico include anche tratti quali pensiero magico, esperienza percettive inusuali ed eloquio stravagante. z z z z z Disturbo Schizoide di Personalità: Questi individui vengono spesso percepiti come strani, freddi, eccentrici e distaccati ma di solito non presentano una evidente ideazione paranoide. Disturbo Borderline e Istrionico: Anche questi individui, come i soggetti affetti da Disturbo Paranoide, possono reagire con rabbia intensa a stimoli minori, ma di solito non presentano una sospettosità pervasiva; Disturbo Evitante di Personalità: Anche questi soggetti possono apparire molto riluttanti a confidarsi con gli altri ma più per il timore di essere messi in imbarazzo e di essere giudicati che per la paura delle intenzioni malevole degli altri; Disturbo Narcisistico di Personalità: Questi individui possono occasionalmente manifestare sospettosità, ritiro sociale o distacco ma questo deriva principalmente dal timore di rivelare le proprie imperfezioni o i propri difetti; Disturbo Antisociale di Personalità: I soggetti con Disturbo Paranoide possono talvolta manifestare comportamenti antisociali che non sono motivati dal desiderio di sfruttare gli altri o di trarre un guadagno personale, quanto piuttosto un desiderio di vendetta per un torto subito. Cenni di comprensione dinamica • Meccanismo schizoparanoide • Scissione e proiezione degli aspetti cattivi • Angoscia costante correlata alla convinzione che il mondo sia popolato di figure ostili • Necessità conseguente di ‘stare in guardia’ • Non è ‘come se’ gli altri volessero fare del male: gli altri stanno facendolo o progettandolo “Esternamente gli individui paranoidi appaiono esigenti, arroganti e diffidenti, irruenti, non romantici, moralisti, e particolarmente attenti all’ambiente esterno. Internamente essi sono spaventati, timidi, dubbiosi, ingenui e cognitivamente poco efficaci”. (Akthar, 1990)