scuola , giovani e intergenerazionalita

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SCUOLA , GIOVANI E INTERGENERAZIONALITA'
Tutte le recenti ricerche condotte in ambito scolastico ed extra sugli adolescenti mettono in
evidenza una forte area di problematicità e di disagio psichico.. Le statistiche, infatti, indicano il
30% della popolazione giovanile come soggetti che vivono la loro età con difficoltà difficili da
sopportare:, oltre alla situazione di vittima si sta manifestando sempre di più una insofferenza e
intolleranza generale verso alcuni membri della società, fondamentalmente le categorie
deboli, Anziani, immigrati, altre religioni, verso i coetanei e alcuni ambiti della società. Tale
aggressività viene covata per poi sfociare in comportamenti dettati da una rabbia
estremamente difficile da gestire, insomma tutte le forme di maless ere comprese quelle non
apertamente manifeste.
Il disagio non sembra riguardare in modo specifico un sesso né essere esclusivamente collegato ad
ambienti svantaggiati mentre appare fortemente collegato alle problematiche familiari soprattutto
quelle relative alle separazioni tra genitori non vissute serenamente. Un aumento significativo dei
disturbi di apprendimento porta a riflettere sul depauperamento cognitivo e culturale come
conseguenza di una scarsa motivazione nei contesti significativi per il ragazzo. La mancanza di
riconoscimento di figure autorevoli porta spesso i ragazzi ad atteggiamenti provocatori che non
riescono ad organizzarsi in una proposta costruttiva ma tendono a ridurre ulteriormente la
definizione di ruoli e confini.
Lo scarso interesse per lo studio e le difficoltà di comportamento, spesso non gestibili all'interno
del gruppo classe, porta gli insegnanti ad un atteggiamento di sempre maggiore sfiducia nei
confronti dei ragazzi con una delega, a volte quasi totale, del principio di autorità che crea un clima
di grande tensione nelle classi. Molti insegnanti delle scuole medie lamentano, in questi ultimi anni,
una mancanza di scolarizzazione dei ragazzi e un atteggiamento fortemente oppositivo nei confronti
di regole anche minime di convivenza. Questo clima rende oltremodo difficile un coinvolgimento
dei ragazzi nei programmi scolastici e anche in attività extracurricolari. In molte situazione le
scuole hanno evitato le gita scolastiche per impossibilità a gestire i ragazzi al di fuori del contesto
classe.
I genitori spesso non sanno come porsi nei confronti della scuola e si crea spesso un clima di
confusione di ruoli con forti ingerenze nelle competenze dell'altro che creano tensioni ulteriori sui
ragazzi. Genitori che impongono andamenti diversi alla didattica dell'insegnante e che sono spesso
troppo pronti a difendere il figlio attaccando l'autorità della scuola e insegnanti che si
sovrappongono al ruolo genitoriale abdicando alle proprie competenze. Ma d'altra parte i genitori
non sanno come far fronte ai problemi dei figli all'interno del nucleo familiare e spesso le difficoltà
si sommano con confusioni e sovrapposizioni di ruoli.
Tutte queste difficoltà, con un trend in aumento, non consentono agli attuali adolescenti di
affrontare un momento così difficile della vita con le giuste risorse e i fondamentali punti di
riferimento.
In relazione a tutto ciò il progetto si propone essenzialmente di offrire delle risposte operative alle
difficoltà, alle incertezze e al disagio che i ragazzi in fase pre-adolescenziale vivono nel contesto
scolastico, a casa e nel gruppo dei pari..
Considerata la difficoltà a coinvolgere in un clima di fiducia ragazzi, genitori e insegnanti perché
esplicitino le proprie difficoltà, si ritiene opportuna un'opera di sensibilizzazione che coinvolga
inizialmente in modo indiretto i vari partecipanti attraverso, per esempio, questionari, temi o la
Il progetto si articola pertanto in fasi diverse che contemplano l'informazione, la sensibilizzazione
partecipazione a incontri di gruppo, a conferenze che puntualizzino le aree problematiche e offrano
possibilità di un'informazione per il raggiungimento di strumenti operativi e l'attivazione di
modalità operative per i ragazzi, gli insegnanti, genitori, ed esponenti dell'età avanzata,
comprensiva dell'elaborazione sul campo delle condizioni ambientali e delle richieste più pressanti
Il progetto scuola, giovani e intergenerazionalità ha come scopo quello di aiutare i giovani, le
famiglie e l'istituzione scolastica a prevenire il disadattamento sociale e sempre nell'ambito della
scuola, quello di privilegiare i rapporti tra gioventù e 3a e 4a età perché sono categorie simili tra
loro in quanto composte da persone vulnerabili, economicamente ,socialmente e fisicamente .
La vulnerabilità è una caratteristica comune alle due classi di età; giovani e anziani soffrono di
paure, in quanto spesso sono vittime di violenze verbali, fisiche, sessuali, sevizie e
maltrattamenti, arroganze, soprusi, specie nelle zone di forte concentrazione ur bana, carenti di
spazi verdi e di strutture socio culturali
La vulnerabilità deriva anche dal fatto che sia i giovani che gli anziani sono già da molti anni
"orfani" della famiglia dal momento che questa si è andata riducendo fino alla minima
composizione a causa della mobilità dei suoi membri per ragioni di lavoro, matrimoniali o altre.
Tale situazione è ancora aggravata dal fatto che per necessità economiche o per conformarsi al
nuovo stile di vita, i membri di età attiva tendono tutti a lavorare, quindi risulta minore sia la loro
permanenza in famiglia sia la loro tolleranza verso i soggetti non attivi in senso produttivo e
diversamente orientati come interessi.
Il giovane prima di trovare un lavoro stabile,non è autonomo e vive grazie all' aiuto della famiglia
e della società;
L'anziano vede diminuire le sue risorse sia economiche che fisiche e quindi perde parte della sua
autonomia.
E' singolare il fatto che le due generazioni sono accomunate da una svalorizzazione basata sul
valore economico perché nessuno delle due è attiva in senso di produttività ed entrambe sono
considerate a carico della società. anche se ciò è dipeso dall'allungamento della scuola
dell'obbligo e dalla pensione anticipata.
Entrambe le categorie sono, sia pur per motivi diversi, fuori dallo stile di vita che viene deciso
dagli adulti « produttivi » e spesso non ne comprendono neppure il senso.
Inoltre nella società attuale non solo i giovani non ricevono l'ascolto di cui avrebbero bisogno ma
diventano piuttosto dei "target" ovvero degli "osservati speciali", verso i quali vengono attuate
"campagne", "elaborate strategie" contro. Si combatte infatti contro delinquenza
giovanile,contro la droga o altre forme di devianza o di rifiuto e si finisce qualche volta per
combattere anche involontariamente, contro i giovani.
Gli anziani accusano i giovani di essere irresponsabili, ingrati e di non rispettare le regole sociali
squalificando le figure di riferimento, insegnanti, padri, nonni, tutori dell'ordine, etc. mettendo in
mostra quel fare arrogante finalizzato a dimostrare che ne sanno sempre più di loro.
Per contro abbiamo tanti adulti che sono stati categorizzati come pensionati( potenzialmente)
attivi che si sentono inutili e mal visti dai giovani in quanto accusati di aver creato una società
basata sui valori dell'anziano o dell'adulto escludendo i giovani o mettendoli in attesa diessere
grandi per poter usufruire dei benefici della società.
Tutto ciò, se è vero in generale, raggiunge livelli di alto rischio sociale nelle zone e nei quartieri con
problematiche sociali amplificate.
Perché l'iniziativa riesca è necessario combattere tali attitudini e modi di pensare pregiudizievoli
Per favorire un rapporto che, attraverso un esperienza continuativa, possa svilupparsi con
soddisfazione di entrambe le categorie.
.Costruire un clima amicale e un abitudine allo scambio consentirà di risolvere i piccoli problemi
e i pregiudizi perché nei momenti in cui si socializza si è più disposti ad ascoltare l'altro e a
preparare le basi per la ricerca di consensi o di soluzioni concertate nell'interesse comune.
Per promuovere e stimolare la cooperazione intergenerazionale il primo luogo è e deve essere la
scuola. Il ricorso a un'equipe di mediatori nell'ambito della scuola è estremamente importante per
il buon esito perché sono essi i riferimenti del progetto sia nella fase iniziale, sia per sostenerlo o
rilanciarlo qualora la spinta dinamica si affievolisse.
In questo contesto dobbiamo essere coscienti che quando proponiamo di facilitare l'incontro
tra giovani e persone anziane stiamo cercando di riparare ad una situazione di assenza di
punti di contatto.
Sicuramente bisogna tener conto dell'interesse del singolo individuo e della generazione alla quale
appartiene così come bisogna considerare i problemi che ostacolano la cooperazione per ottenere
una condivisione dell'attività.
L'anziano aldilà dei vantaggi materiali ritrova un ruolo ed il giovane che per la prima volta si
sente ascoltato senza pregiudizi, può esprimersi liberamente e riconsiderare il ruo lo del nonno,
che spesso è stato stravolto in seno alla famiglia per difficoltà tra i coniugi o con i figli,
specialmente nei matrimoni ricomposti, o per difficoltà economiche, di alloggio, di
insoddisfazione nel mondo del lavoro, ecc...
Il giovane manca di esperienza e il contatto con persone più anziane può aiutarlo e sentirsi
valorizzato, così come accadrebbe per l'anziano stesso che spesso è alla ricerca di uno "status".
Gli incontri devono mostrare subito il possibile interesse per quei settori ove i giovani hanno grandi
lacune e sono coscienti del fatto che senza l'aiuto di persone competenti, che prestino la loro
attenzione e disponibilità, non sono in grado di colmare.
L'attività intergenerazionale rappresenta un modo efficace per toccare e vivere il senso della
solidarietà, della qualità della vita, per favorire l'integrazione nella società, per facilitare i
rapporti e prevenire i conflitti intergenerazionale.
Questa esperienza è importante perché fa rendere conto a tutti i partecipanti che le possibilità di
evoluzione sono basate sulle capacità e sulle potenzialità del singolo individuo.
La cooperazione intergenerazionale iniziata nel modo più semplice con esperienze condivise
nell'ambito scolastico, deve essere riportata, come modello acquisito, ne lla famiglia e nella
società. E' importante riflettere sul fatto che attualmente i maggiori conflitti tra le diverse
generazioni si verificano in famiglia e che gli aspetti educativi sono stati demandati alla scuola.
Diventa quindi sempre più indispensabile fornire al ragazzo un modello funzionante e modulabile
da riproporre nella propria fami glia grazie al senso di solidarietà sociale acquisito durante il
processo di condivisione. Riuscire a comunicare ai ragazzi il senso di una società partecipativa,
basata sul rispetto reciproco, consente di favorire il rispetto verso gli anziani di oggi per poter
fare proiettare il pensiero verso il futuro quando saranno loro a essere rispettati in qualità di
anziani. La situazione giovanile che è stata presentata in pre messa è una realtà di cui
siamo tutti consapevoli e il tentativo di modificarla deve basarsi fondamentalmente su due
punti: 1) Aiutare i giovani, attraverso un ascolto autentico, a trovare un sano rapporto
con la normatività prima che la sfiducia, e il disinteresse prendano forza nella loro vita
quotidiana tanto da determinare atteggiamenti e modalità più difficili da modificare nel tempo.
Questa finalità può essere perseguita nella scuola tramite l'apertura di uno sportello d'ascolto.
Esperienze già effettuate ci hanno consentito . realmente di ottenere grandi risultati.
2 )Attività di prevenzione mirata a favorire la tolleranza e a valorizzare proprio le fasce deboli
quali anziani, stranieri, soggetti disabili, o considerati tali o diversi solo perché prof essano
un'altra religione.
Per una società interrazziale è di fondamentale importanza che questo riconoscimento di valori e
questo incontro con gli anziani avvenga in età precoce, preadolescenziale( dagli undici ai tredici
anni all'interno della scuola med ia) perché solo con un effettiva valorizzazione dei valori
dell'altro , soprattutto se di altra religione o nazionalità si può prevenire l'aggressività mirata
contro un bersaglio e l'adesione a stupide e pericolose idee antisociali.
Il luogo di incontro è la scuola,dove possono essere ascoltati e coinvolti tutti i ragazzi anche se è
importante facilitare in questo percorso di crescita sopratutto quei ragazzi che, in base all'attività
dello sportello d'ascolto, sono risultati maggiormente a rischio sia per f attori individuali sia per
situazioni ambientali. La modalità di attuazione si articolerà attraverso i laboratori professionali
che vedranno impegnati contemporaneamente giovani e anziani. I temi che saranno sviluppati
riguarderanno le esperienze vissute d a non intendere solo come abilità raggiunte nel proprio
mestiere ma anche come conoscenza delle esperienze più creative da quelle artistiche, teatro,
pittura, canto etc a quelle esperenziali come i mestieri, però raccontati da chi li ha interpretati
fino a poco prima.( lavoro di selezione degli anziani) . Queste informazioni aiutano anche il giovane nello
scegliere il proprio futuro, suscitano curiosità, ampliano il panorama degli interessi e danno il valore
al passato che poi è la storia. Il progetto sulla intergenerazionalità conterà sul coinvolgimento degli
anziani nelle attività organizzative con la possibilità di mettere in campo antiche competenze
non più adeguatamente considerate dal contesto culturale attuale. Basti pensare al nuovo interesse
che i giovani mostrano verso, ad esempio, il biliardo per comprendere l'importanza del
punto di intersezione tra anziani e giovani in un progetto che li veda entrambi protagonisti in
funzione di registi e attori. Potrebbe altresì essere utile uno scambio di ruoli che veda i giovani
impegnati come arbitri in tornei che vedano gli anziani in primo piano come nel caso del gioco
delle bocce. Iniziative di questo tipo consentirebbero anche il recupero di gestualità e
competenze che rischiano la totale dispersione e favorirebbero il passaggio di competenze sia pur
nel rispetto delle trasformazioni generazionali. Anche per quanto riguarda il crescente interesse dei
giovani verso il mondo culinario potrebbe essere utile l'organizzazione di "scuole di cucina" gestite
da anziani\e con l'obiettivo di fornire, oltre alle ricette non abituali, tutte quelle raffinatezze che
oggi nelle famiglie non riescono più a essere tramandate a meno che non siano presenti dei nonni
con funzione positiva all'interno del nucleo familiare. Se co nsideriamo quante trasmissioni
televisive collocano al proprio interno programmi di cucina capiamo quanto sta diventando forte la
domanda in tal senso. E' chiaro che poter vivere direttamente un'esperienza del genere aiuta alla
costituzione di quel senso di appartenenza fondamentale per chi deve crescere per trovare una
propria strada. All'interno delle palestre o di altri spazi potrebbero essere offerte, anche attività
teatrali e di ballo valorizzando anche in questo caso l'eventuale presenza degli anziani per il
recupero (sempre più in auge) di balli popolari e danze antiche.
Gli operatori dello sportello d'ascolto assumono anche il ruolo di mediatori per favorire la
costituzione dei laboratori condotti dagli anziani verso i giovani e i laboratori condotti dai giovani
verso gli anziani, perché insegnare agli adulti aspetti semplici o complessi come l'uso di
apparecchiature elettroniche fino al computer consente di sentirsi partner e non solo discenti.
.Per migliorare la situazione è indispensabile cogliere il più alto consenso possibile tra le due
generazioni in causa.
Accanto a loro si deve tuttavia considerare la possibilità di partecipazione di nuovi gruppi di
interesse e di influenza, quali le associazioni, i comitati di quartieri, i municipi e gli assessorati
comunali e provinciali e regionali.
La loro presenza dovrebbe poter influenzare il dibattito intergenerazionale fondato sulle diverse
età aprendo delle possibilità nuove a dei programmi di attività a breve e a lungo termine.
Risulta opportuno però che oltre ai laboratori nella scuola vi possano essere momenti esterni di
condivisione e conoscenza anche presso i luoghi di aggregazione degli anziani, se presenti sul
territorio. Altresì è importante che per le diverse iniziative vi possa essere una ufficialità sociale
determinata da gli enti sopraccitati e tramite l'apertura di un tavolo per l’intergenerazionalità presso
il municipio del territorio ove risiede la scuola .
Il tavolo o commissione deve prevedere la partecipazione di giovani, anziani e di un consigliere
circoscrizionale demandato, oltre ad un mediatore dell'equipe che opera nella scuola. La
commissione favorirà sul territorio la realizzazione delle attività proposte, tenendo conto che tale
realizzazione deve favorire il senso di appartenenza alla società, ritrovare i valori reali adesso
trascurati, nel senso della riscoperta e non dell'imposizione. Sviluppare il senso di rispetto e non
di scherno per i più deboli, il senso civico e di responsabilità. Evitare i conflitti intergenerazionali,
integrare con il senso della solidarietà e dell'accoglienza, della convivenza urbana specie nelle zone
degradate.. Accettare che vi possano essere diversi stili di vita e che sono raggiungibili.
La scuola media Istituto comprensivo Baccano sarà oggetto del progetto, sita in un territorio
periferico, con il corpo docente e i dirigenti disponibili ad una fruttuosa collaborazione, consapevoli
della necessità eli un aiuto psicologico come strumento per rinforzare il valore dell'attività didattica e
non come mezzo per depistare l'autorevolezza dell'istituzione scolastica. L'obiettivo principale del
progetto è infatti quello di fornire ai giovani la possibilità di un contatto all'interno della scuola, cioè
come una risorsa della scuola e non come un'alternativa esterna, che possa dare loro un riferimento
di spazio e di tempo nei momenti critici dell'iter scolastico e nelle fasi di forte contrapposizione alle
figure e ai ruoli degli adulti.
Questa scuola media ha una popolazione studentesca per un totale di circa 3 00 studenti, qui si
prevede la realizzazione delle proposte per tutti i partecipanti al progetto previa elaborazione delle
informazioni ottenute nella fase iniziale di presentazione ed osservazione.
Fase di sensibilizzazione e informazione
L'intento di questa fase è quello di far veicolare nella scuola l'informazione sulle proposte
operative che si intendono attivare.
I contatti avverranno tramite cassette delle lettere installate nelle scuole, tramite e-mail, sms,
successivamente anche tramite un sito loro dedicato, oltre alla possibilità di un contatto diretto.
L'equipe sarà composta fondamentalmente da psicologi ma è previsto l'inserimento di ogni altra
figura necessaria per aiutare i ragazzi ad affrontare problemi particolari. Il contatto avverrà di
massima nelle scuole attraverso sportelli di consultazione e gruppi di lavoro di varia natura.
Proposte rivolte agli insegnanti
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Verrà specificato che nei loro confronti si cercherà di fornire un aiuto tramite il counseling di
sportello per le singole situazioni e si cercherà di proporre, attraverso incontri collettivi, strumenti
concettuali per gestire il singolo alunno e per far fronte alle complesse dinamiche del gruppo
classe e per gestire il rapporto con i genitori nelle situazioni extradidattiche.
Verrà anche proposto un questionario all'inizio del progetto per far sì che vengano indicati temi e
problematiche che saranno affrontate nei focus group/conferenza dibattito oltre gli argomenti già
previsti.
Lo sportello di ascolto sarà attivo all'interno della scuola ogni settimana.
La collaborazione e la condivisione del pro g etto da parte del dirigente scolastico è ovviamente
necessaria per la realizzazione e la buona riuscita dello stesso. Anche a livello pratico, onde evitare
confusione nella scuola e perdite di tempo, è necessaria la collaborazione per poter usufruire degli
spazi necessari alle diverse attività che sono rispettivamente per le conferenze l'Aula magna, per lo
sportello d'ascolto una stanza disponibile negli orari scolastici e per l'attivazione dei gruppi un aula
in orario pomeridiano, sia se i gruppi sono dedicati solo ai ragazzi o sono dedicati all'incontro con
gli anziani.
Proposte rivolte ai genitori
Ai genitori verrà fatta recapitare una brochure informativa nella quale verrà spiegato il progetto e
indicata la possibilità di contatto indiretto tramite e -mail oltre allo sportello d'ascolto che sarà
attivato nella scuola in orario scolastico con frequenza settimanale.
Per i genitori sono possibili focus-group sui temi educativi, sulle relazioni familiari e sulle
problematiche dei ragazzi. (Comportamento a rischio, disadattamento.etc) qualora la
situazione lo richiedesse .
Proposte rivolte ai ragazzi
Oltre al materiale informativo già presente nella scuola al momento de ll'attivazione del progetto,
uno psicologo spiegherà le varie proposte con un intervento di circa 1 ora in ogni classe e
somministrerà un sociogramma che servirà come base per la riflessione del primo focus group con
le insegnanti.
In collaborazione con il corpo docente si procederà con questionari o altre proposte per conoscere il
pensiero dei ragazzi sulla 3° e 4° età.
A ogni ragazzo verrà data una piccola brochure con le spiegazioni del progetto nel suo insieme.
1) Ogni ragazzo avrà la possibilità di contattare un operatore dell'equipe in modo indiretto tramite:
e-mail, sito, sms, cassetta postale nella scuola per poter ricevere una risposta personale. Questo
tipo di comunicazione, oltre a venir incontro alle modalità tipiche della fase adolescenziale, si
ritiene che possa favorire il superamento delle resistenze che spesso si accompagnano alla richiesta
di aiuto.
2) Ogni ragazzo potrà contattare direttamente un operatore dell'equipe tramite lo sportello d'ascolto
che sarà attivo nella scuola una volta a se ttimana. Per rendere più facile il contatto, verrà
specificato che l'operatore che accoglie i ragazzi non sarà lo stesso che incontra i genitori e gli
insegnanti,
3) Verranno attivati dei focus- group riguardanti i temi:
1)
2)
Il corpo e le sue necessità;
L'uso di sostanze;
3)
Vivere a scuola;
4)
Il rapporto con i genitori;
5)
Le amicizie;
6)
Moda e tendenze;
7)
La sessualità;
8)
L'alcool
9)
I rapporti con gli anziani
10) futuro, desideri e le possibilità concrete
Gli incontri si svolgeranno nella scuola in orario pomeridiano
La numerosità dei gruppi sarà determinata dagli argomenti se specifico solo per gli studenti, o
dall'interesse dei temi organizzati con gli adulti.
Nel corso dell'anno, a seconda dei temi emersi, verranno effettuate ricerche mirate per
monitorare il malessere e le sue evoluzioni e per consentire, ove necessario, un intervento in
ambito preventivo.
Docenti
1) conferenze generali per il corpo insegnante
2) focus-group
3) Sportello d'ascolto attivo ogni settimana
Genitori
1) conferenze
2) Sportello d'ascolto attivo ogni settimana
3) Attivazione di focus group in caso di necessità
Studenti
1) presentazioni del progetto in ogni classe.
2) Sportello d’ascolto attivo ogni settimana.
2) Focus-group/o conferenze dibattito
4) Possibilità di usufruire di contatto e consultazione via mail, sms, sito web, cassetta della
posta all'interno della scuola.
5) Possibile attivazione di gruppi di incontro, ripetuto per rispondere ad esigenze emerse.
6) Laboratori giovani e anziani con cadenza quindicinale, modificabile anche a settimanale a
seconda della partecipazione.
Scuola
1) Osservazioni e valutazioni delle dinamiche all'interno della classe e della scuola.
t
2) Ricerche mirate ad individuare forme di malessere non manifeste ma a possibile rischio, anche di
comportamento antisociale.
Progettazione e realizzazione
I
1) Costituzione dell'equipe con definizione dei ruoli
2)
Formazione di tutti gli operatori coinvolti nei progetto
3)
Supervisione e coordinamento delle attività svolte
4)
Elaborazione dei dati emersi nei vari contatti per adeguare il progetto in corso d'opera
5)
Informatizzazione dei dati rilevati
6)
Realizzazione di una brochure esplicativa
7)
Attivazione di una segreteria dedicata al progetto
8)
Pubblicazione degli esiti dell'attività svolta
9)
Preparazione dei questionari, dei sociogrammi e del materiale idoneo e necessario alla realizzazione
del progetto
10) Attivazione degli sportelli di ascolto per i ragazzi, per i genitori, per i docenti.
11 ) Attivazione dei focus-group per i ragazzi, i genitori e per i docenti.
12 ) Selezione (lei ragazzi per individuare i tutor di laboratorio
13) Selezione degli anziani per individuare i tutor di laboratorio
14) Attivazione e gestione dei laboratori
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