Pagina 99, 5 maggio 2014 Consob, Vegas apre alle "gole profonde" della finanza di Lorenzo Dilena Borsa / Una riforma organica del testo unico della finanza e un supervisore europeo sui mercati mobiliari. Sono alcune delle proposte contenute nella relazione annuale sull'attività della Consob nel 2013 presentata oggi da Giuseppe Vegas. Che apre ai whistleblower, chiedendo che le "gole profonde" che segnalano irregolarità o operazioni sospette in materia finanziaria siano premiati «Affiancare al meccanismo di supervisione unico recentemente istituito per assicurare la vigilanza sulle grandi banche dell’Eurozona, un istituto simile per il settore dei mercati mobiliari, realizzando quindi una “Unione finanziaria” simile al modelle dell’Unione bancaria”. E avviare una “riforma organica” del Testo unico della finanza (Tuf), soprattutto in tema di diritto societario e sanzioni». Con questo doppio appello del presidente Giuseppe Vegas, si è aperto questa stamattina a Milano, nella sede della Borsa, l’incontro annuale della Consob con il mercato, nel corso del quale è stata consegnata la Relazione per il 2013 sull’attività svolta dalla commissione, che quest’anno compie 40 anni (fu istituita dalla legge 216 del 1974). «L’attuale impostazione del sistema sanzionatorio risulta inefficiente sul piano della dissuasività e tempestività delle sanzioni», ha detto Vegas, auspicando «l’introduzione di meccanismi di patteggiamento», specialmente per gli illeciti veniali”. Vegas apre ai whistleblower: le "spie" siano premiate Ma la vera novità di questo incontro, nel corso del quale è stata consegnata la Relazione 2013 sull’operato della commissione, è l’apertura ai whistleblower, letteralmente “suonatori di fischietto”, altrimenti detti “segnalatori civici”. Ovvero le persone che, anche a costo di subire ritorsioni sul posto di lavoro, rivelano un’attività disonesta o illegale dei propri colleghi o superiori, di cui sono venuti a conoscenza nell’ambito della proprio lavoro. E sul modello di quanto accade già negli Stati Uniti, dove la Sec, analogo della Consob, ha a disposizione un fondo a cui attingere per premiare i segnalatori, Vegas ha chiesto l’introduzione di «meccanismi premianti per le segnalazioni di operazioni sospette». In questo modo si potrebbe arrivare più facilmente a individuare e colpire, per esempio, gli autori di operazioni di insider trading o di manipolazione del mercato. Già con l’attuale legislazione, comunque, nel 2013 la Consob ha ricevuto 231 segnalazioni di operazioni sospette (208 nel 2012), di cui 184 provenienti da soggetti vigilati italiani. Il 60% ha riguardato condotte riconducibili all’abuso di informazioni privilegiate e il 35% ipotesi di manipolazione, principalmente relativi ad azioni (83%) e solo per il 10% ad obbligazioni. Le frizioni con Bankitalia Nella Relazione per il 2013, che come previsto è stata consegnata al ministro dell’Economia, perché la trasmetta con eventuali annotazioni al parlamento, la Commissione di vigilanza sulla Borsa chiede anche una revisione della normativa sui servizi di investimento. Rivendicando, in particolare, maggiori poteri su tutto ciò che riguarda il risparmio gestito, su cui per ora «permane una ripartizione delle competenze tra Consob e Banca d’Italia foriera di complessità e sovrapposizioni». In sostanza, è il ragionamento, se la disciplina comunitaria dei mercati finanziari si ispira al cosiddetto “modello twin peaks” (a due picchi), in cui da un lato c’è un’autorità che vigila sulla stabilità finanziaria (Bankitalia, nel nostro caso) e dall'altro una che assicura correttezza e trasparenza dei comportamenti (la Consob), allora occorre trasferire un po’ di competenze dalla prima alla seconda. Specialmente in materia di intermediari che gestiscono risparmio in forma collettiva (fondi) o individuale (gpm) e per ciò che riguarda l’autorizzazione alle banche nella prestazione di servizi di investimento. In questi casi, secondo quanto si legge nella relazione, «la separazione contabile e patrimoniale dei portafogli gestiti fa sì che il rischio dell’investimento venga trasferito direttamente sull’investitore e non permanga in campo all’intermediario»: perciò, dovrebbero prevalere l’attenzione sulla correttezza dei comportamenti (e quindi la competenza della Consob) più che quella sulla stabilità dell’intermediario. Abusi di mercato e sanzioni record Secondo i dati della Relazione della Consob, nel 2013 è stato registrato il secondo record per le sanzioni irrogate, dopo il picco del 2007, anno in cui giungevano a conclusione, fra gli altri, i procedimenti per l’estate delle scalate del 2005 (Antonveneta, Bnl, Rcs più Exor). Nell’anno sono stati adottati 142 provvedimenti finali relativi a procedimenti sanzionatori (183 nel 2012), dei quali 135 si sono chiusi con l’applicazione di sanzioni per complessivi 32,5 milioni di euro, più del triplo rispetto all’anno precedente. Dall’inizio di quest’anno e fino al 30 aprile, invece, sono state già decise sanzioni per quasi 10 milioni in relazione ad abusi di mercato, circa 3,2 milioni verso intermediari ed importi minori a carico di promotori finanziari e fenomeni di abusivismo. Nei primi quattro mesi del 2014, inoltre, la Consob ha sanzionato 17 casi di violazioni degli obblighi di informativa societaria e corporate governance per complessivi 2,3 milioni. Per quanto riguarda gli abusi di mercato nel loro complesso, la Consob ha concluso 22 indagini in materia di abusi di mercato, accertando 13 illeciti amministrativi: 4 casi di insider trading, altri 4 di aggiotaggio informativo e 5 casi di manipolazione operativa dei prezzi. Dieci di questi indagini sono finiti sul tavolo della procure.