Federico II di Prussia in 80 schede

Presentazione multimediale a cura della IVC classico del liceo
statale Concetto Marchesi di Mascalucia (CT)
a.s. 2013/2014
1. L’incredibile figura di Federico II di Prussia
1.1- Chi era Federico II il Grande?
Federico II di Prussia, noto come Federico il
Grande, nacque il 24 Gennaio 1712 a Berlino e
morì il 17 Agosto 1786 a Potsdam all’età di 74
anni. Visse nel pieno assolutismo e nel vivo
dell’illuminismo. Si considerava un filosofo, aveva
una corrispondenza con Bach e Voltaire e
componeva egli stesso sinfonie. In un arco di
tempo di dieci anni, condusse 16 battaglie
vincendone 13. Già in vita gli venne attribuito
l’appellativo di “Grande”. Era soprattutto un re
militare, caratteristica non scontata all’epoca.
Martina Arona
Ritratto di Federico II di Prussia,
realizzato da Anton Graff
1. L’incredibile figura di Federico II di Prussia
1.2- Cos’è la “grandezza”?
Non tutti i personaggi della storia godono
dell’appellativo “Grande”. Alcuni esempi sono :
Alessandro Magno, Pietro il Grande o Caterina la
Grande. Luigi XIV si faceva chiamare così tra i suoi
cortigiani, ma la denominazione non ebbe seguito. Fu
Voltaire a far circolare degli opuscoli con l’appellativo
“Grande” attribuito a Federico II di Prussia. In genere, la
grandezza di questi personaggi non dipende dalle loro
qualità morali (spesso erano spietati anche con i figli),
ma dalla politica e dalle scelte decisive compiute.
Ritratto di Voltaire, realizzato
da Nicolas De Largillière
(1656-1746), Olio su tela,
60x50, Institute et Musèe de
Voltaire.
Martina Arona
1. L’incredibile figura di Federico II di Prussia
1.3 Caratteristiche di Federico: cinismo e disprezzo
Federico era sleale, ingrato e cinico. Da questo
deriva il detto “lavorare per il re di Prussia”,
usato quando non viene riconosciuto da altri il
proprio lavoro. Non dava alcuna importanza alla
parola data o ai trattati. Disprezzava gli uomini
che paragonava a cervi utili solo a popolare il
parco di un nobile. La sorella Guglielmina definì
un inferno i soggiorni alla reggia di Federico,
poiché egli la prendeva in giro a causa dell’uomo
che aveva sposato e la umiliava. Sembra che
amasse solo i suoi levrieri.
Ritratto di Guglielmina di Prussia,
realizzato da Antoine Pesne.
Martina Arona
1. L’incredibile figura di Federico II di Prussia
1.4 L’ estensione della Prussia
Quando Federico II salì al trono, il suo
regno contava ben poco. Questo
inizialmente piccolo territorio sarà
quello che nel corso dell’Ottocento
unificherà la Germania che nel ‘700 era
divisa in numerosi stati, che formavano
il cosiddetto “ventre molle
dell’Europa”. La secolare espansione
prussiana verso i territori dell’est fu
presa a modello da Hitler. Anche per
tale ragione nel secondo dopoguerra
un velo di silenzio è caduto sull’antico
sovrano, considerato un modello dai
nazisti.
Martina Arona
Cartina che rappresenta l’espansione
della Prussia nell’epoca di Federico
2. Un nuovo protagonista nell’Europa continentale: La
Prussia
2.1 Gli Hoenzollern centralizzano il
potere e dotano la Prussia di un
poderoso esercito
Nel corso del Seicento, mentre si
indeboliva la potenza spagnola e si
rafforzavano Inghilterra e Francia, tra i
pretendenti alla supremazia europea si
aggiunse la Prussia. In questo caso
furono la forza militare, l’unificazione
dell’amministrazione e una politica
accogliente e tollerante a creare quasi
dal nulla uno Stato destinato a divenire
uno dei protagonisti della storia
europea. Si tratta di un paese che fu
abolito per decreto il 25 febbraio 1947
dalle quattro potenze vincitrici della
seconda guerra mondiale. La Prussia di
un tempo è attualmente divisa tra
Germania, Polonia, Lituania e Russia.
Matilde Carbonaro
Königsberg nel 1652
2. Un nuovo protagonista nell’Europa continentale: La Prussia
2.2 Brandeburgo,terra di frontiera.
Il Brandeburgo era una terra di frontiera,
colonizzata progressivamente dagli antenati di
Federico il Grande, ossia i principi elettori,
capi di città o di territori tedeschi che
detenevano il potere di eleggere l’imperatore
del Sacro Romano impero. Alberto di
Hoenzollern, dell’Ordine dei Cavalieri
teutonici, fu il primo ad ottenere l’investitura
a signore della marca di Brandeburgo, la cui
capitale era Berlino. Egli si convertì al
luteranesimo e secolarizzò i beni dell’Ordine,
appropriandosene con il titolo di Duca di
Prussia. Nel 1618 il Ducato di Prussia fu
annesso al Brandeburgo, formando un
territorio discontinuo e composito
geograficamente e socialmente.
Matilde Carbonaro
Alberto di Hohenzollern, Gran Maestro
dell’Ordine dei Cavalieri teutonici.
2. Un nuovo protagonista nell’Europa continentale: La
Prussia
2.3 L’ordine dei Cavalieri teutonici
Importante nel processo della formazione del
territorio prussiano fu l’Ordine dei cavalieri
teutonici, che incrementò ulteriormente la
spinta verso est. Originariamente, il compito
dei cavalieri era difendere la terra Santa. In
seguito alla perdita dei luoghi sacri iniziarono
ad operare soprattutto nei territori del Baltico.
Per difendere il territorio, nella seconda metà
del XII secolo vennero costruiti diversi
castelli, come quello di Königsberg.
La sconfitta definitiva dell’Ordine fu
formalizzata nel secondo trattato di Thorn
(Toruń) del 1466, che garantiva all’Ordine il
controllo della Prussia Orientale solo come
vassallo della Polonia.
Matilde Carbonaro
La crociata prussiana dei Cavalieri Teutonici
dipinto conservato nel museo storico di Toruń
2.Un nuovo protagonista nell’Europa continentale: La Prussia
2.4 Dopo la morte di Alberto di
Hohenzollern, la Prussia
diventa uno Stato.
Dopo la morte di Alberto di
Hohenzollern, il Brandeburgo,
insieme a numerosi altri territori
differenti tra loro, fu ereditato da
Federico di Hohenzollern, primo re di
Prussia. Da questo momento
cominceranno a nascere una
coscienza ed un’identità nazionale
prussiane.
Matilde Carbonaro
Federico I Hohenzollern.
3. La famiglia di Federico il Grande
3.1 Il padre di Federico: Federico Guglielmo I
Federico Guglielmo I è passato alla storia con il nome di
"re sergente", in quanto fanatico dell'esercito, proprio
come sarà il figlio. A differenza di quest’ultimo, però, non
combatterà mai in prima persona. Federico Guglielmo,
maniaco della disciplina, costituì il reggimento dei
“Granatieri giganti”che divenne famoso in tutta Europa.
Cercava, infatti, di reclutare uomini altissimi, arruolandoli
nel suo reggimento. Una delle prime cose che Federico
fece quando salì al trono fu licenziare il reggimento dei
granatieri giganti del padre.
Marta Carbone
Johann Christof Merk, Granatiere
gigante di Potsdam, olio su tela,
1718/1719
3. La famiglia di Federico il Grande
3.2 Il carattere di Federico Guglielmo
Federico Guglielmo amava la vita
semplice, odiava i salotti e le
conversazioni, il teatro e la musica lo
annoiavano, non aveva una buona
opinione degli intellettuali e dei filosofi,
soprattutto francesi. Adorava vivere in
campagna, frequentava riunioni serali,
riconosciute dal re come un’istituzione
chiamata “il collegio del tabacco”. Era
un uomo facilmente irritabile, bastonava
i sudditi, i ministri, i figli e minacciava di
morte anche i membri della propria
famiglia.
Marta Carbone
Il teatro del Neues Palais è uno dei migliori spazi teatrali del XVIII
secolo che ci siano rimasti. Federico il Grande assisteva alle
rappresentazioni dalla terza fila del parterre.
3. La famiglia di Federico il Grande
3.3 La madre di Federico: Sofia Dorotea di Hannover
La madre di Federico si chiamava Sofia Dorotea, figlia del re
d'Inghilterra. Proveniva da una grande dinastia ed era stata educata in
una corte raffinata.
Per Federico la madre ebbe
un’enorme influenza. Ella offrì al
ragazzo un modello educativo
opposto a quello del padre. Infatti,
Sofia Dorotea amava la vita di
corte, gli agi, parlava francese, si
circondava di intellettuali e letterati,
proteggeva le arti e le scienze.
Appena Federico salì al trono
escluse però completamente la
madre dagli affari di Stato. Ma
quando ella morì Federico ne soffrì
moltissimo.
Georg Wenzeslaus von Knobelsdorff, Ritratto di
Sofia Dorotea di Hannover, olio su tela, 1753 circa
Marta Carbone
3. La famiglia di Federico il Grande
3.4 La sorella di Federico: Guglielmina
Guglielmina, la sorella maggiore, ebbe
un'importanza centrale nella vita di Federico.
Soprattutto nella sua infanzia e nella sua
adolescenza si creò una complicità fortissima
tra i due. Questa complicità svanì quando
Guglielmina sposò il margravio di Bayreuth.
I due fratelli non riuscirono più a stabilire il
rapporto di un tempo, ma continuarono a
scriversi per tutta la vita.
Marta Carbone
Antoine Pesne - Federico il Grande (1712-1786)
e la sorella prediletta, Guglielmina (1709-1758).
4. L’educazione di Federico
4.1 Modello educativo paterno
Federico Guglielmo, padre del futuro re
Federico il Grande, in età giovanile studiò il
francese e il latino. Sostenne che il primo
vero amministratore dello Stato fosse il Re.
Rafforzò l’esercito, emanò nuove leggi,
costruì nuovi edifici pubblici e fece
bonificare le paludi. Si occupò dell’economia
e dei bilanci. Il suo più grande desiderio fu
quello di impartire al figlio un’ educazione
degna di un principe tedesco.
Denise Carrini
RITRATTO DI FEDERICO GUGLIELMO I
D’HOHENZOLLREN, OLIO SU TELA (1713)
4. L’educazione di Federico
4.2 Un figlio ribelle
FEDERICO II DI PRUSSIA SUONA IL
FLAUTO
Federico, crescendo, fu indifferente agli insegnamenti
impartiti dal padre; si dedicava di nascosto alla lettura di
libri in francese, ascoltava musica e possedeva una
biblioteca segreta. Parlava male il tedesco e solo con i
sudditi. Federico da giovane odiava l’arte militare, anche se
con il tempo cominciò ad apprezzarla.
Denise Carrini
4. L’educazione di Federico
4.3 Odio tra padre e figlio
Tra Federico e il padre intercorreva un odio
reciproco e il padre pensò perfino di
diseredarlo. Egli riteneva che fosse
effeminato, magro e cagionevole di salute e
lo considerava un’offesa personale perché
troppo diverso da lui. Federico faceva tutto
ciò che amava di nascosto, compreso
vedere la madre.
Sofia Dorotea di Hannover e Federico
Guglielmo.
Denise Carrini
4. L’educazione di Federico
4.4 Federico: un sole
nascente
Federico per tutta la vita ebbe
paura del padre. Quest’ultimo
non poteva fare a meno di
odiare il futuro erede al trono,
infatti era geloso e invidioso
del figlio che, già prima della
sua morte, era riconosciuto
come ‘’un sole nascente’’.
FEDERICO II DI PRUSSIA E I SEGNI DEL
POTERE
Denise Carrini
5. La fuga giovanile di Federico
5.1 La Fuga
Un episodio drammatico segnò la vita di
Federico. A diciotto anni decise di scappare di
casa . Un viaggio di Stato organizzato dal padre
gli offrì l’occasione per fuggire. Aveva due
amici particolarmente cari, il tenente Von Katte
ed un giovane paggio Von Keith, con i quali
pianificò la fuga.
Rheinsberg - La residenza del principe
ereditario
Vincenzo Di Grazia
5. La fuga giovanile di Federico
5.2 L’arresto
Federico decise di fuggire di notte: un paggio
doveva sellare due cavalli e Federico uscire ad
aspettarlo fuori dal castello. Tuttavia, due
ufficiali, vedendolo, si insospettirono. Il
mattino seguente il paggio rivelò tutto al re.
Successivamente il re scoprì che erano
coinvolti dei complici e, temendo che stessero
congiurando contro di lui, decise di
condannare Federico ed i due amici per
diserzione, reato che implicava la pena di
morte.
Von Katte, Georg Lisiewski (1729)
Vincenzo Di Grazia
5. La fuga giovanile di Federico
5.3 Gli interrogatori
Federico Guglielmo diede ordine di non parlare di
questo episodio in casa e minacciò di tagliare la
lingua a chiunque ne avesse fatto parola. Von Keith
fuggì. Von Katte fu invece arrestato e sottoposto a
tortura per estorcergli informazioni. I due amici,
Federico e Von Katte furono interrogati
separatamente, ma entrambi negavano di aver
congiurato. La reale intenzione di Federico
Guglielmo non era mettere a morte il figlio, ma farlo
rinunciare al trono. Tuttavia, Federico riuscì a non
farsi diseredare.
Vincenzo Di Grazia
Von Keith, Antoine
Pesne (1755), olio su
tela, Bode Museum,
Berlino, Germania.
5. La fuga giovanile di Federico
5.4 L’esecuzione di Von Katte
Alla fine delle indagini il tribunale giudicò
Federico e Von Katte. Il verdetto doveva
essere espresso tramite l’opportuna scelta di
un passo biblico: per Katte vi fu la reclusione
a vita, mentre Federico fu obbligato a
risiedere per nove mesi nella fortezza di
Kustrin. Il re pretese che la sentenza riguardo
a Von Katte fosse cambiata (segno del suo
assolutismo). Katte fu infatti condannato a
morte per decapitazione, nonostante
Federico fosse stato pronto a rinunciare al
trono per l’amico.
Vincenzo Di Grazia
Spada utilizzata per l’esecuzione di Hans
Hermann von Katte in Kuestrin
6. Il cambiamento di Federico
6.1 Un Federico ipocrita
Dopo aver assistito alla decapitazione
dell’amico, Federico mutò il suo carattere:
cominciarono ad emergere soprattutto il senso
del dovere e l’avarizia. Adottò un
comportamento ipocrita anche nei confronti del
padre: si sottomise alla sua autorità e si dimostrò
pronto a tutto pur di riguadagnarne la stima. Il
padre lo fece liberare e gli consentì di riportare
la spada, ma non gli concesse facilmente il
perdono: Federico doveva dimostrare di essere
davvero cambiato e doveva imparare ad
amministrare correttamente il Paese.
Elena Di Paola
Esecuzione di Von Katte
6. Il cambiamento di Federico
6.2 Le preoccupazioni del padre e il progetto religioso
Federico Guglielmo aveva affidato il figlio ad
alcuni custodi, che avevano il compito di
riferirgli tutte le sue azioni. In particolare
desiderava informazioni riguardo ai sentimenti
religiosi del figlio, che mostrava interesse verso
la dottrina della predestinazione. Quando
Federico Guglielmo si recò a Küstrin per
verificare se in Federico fosse davvero
avvenuto un cambiamento, il figlio rispose alle
sue domande esattamente come egli avrebbe
voluto, ma nonostante questo il padre era
consapevole del fatto che Federico non avrebbe Carta geografica della Germania, Küstrin
mai vissuto come un principe tedesco.
Elena Di Paola
6. Il cambiamento di Federico
6.3 L’unico successo del progetto educativo
Il progetto educativo del padre fu quasi del
tutto fallimentare, eccetto che in campo
militare. Dopo aver permesso a Federico di
indossare nuovamente l’uniforme, il re lo
mise a comando di un reggimento e fu
spedito in un’altra cittadina con il ruolo di
colonnello. Federico iniziò ad amare questo
tipo di vita e continuò a dedicarsi ad essa
anche quando divenne re. A ventidue anni
condusse la sua prima campagna militare e
cominciò a pensare alla gloria militare
come se fosse l’unico destino di un re.
Federico principe ereditario,
colonnello.
Elena Di Paola
6. Il cambiamento di Federico
6.4 Il matrimonio
Il matrimonio di Federico fu imposto dal
padre: egli scelse una principessina tedesca,
la principessa di Brunswick, anche se la
madre avrebbe voluto che sposasse una
principessa inglese. Federico si sposò nel
1733 all’età di ventidue anni, ma questo
evento non portò importanti cambiamenti
nella sua vita. Egli comprò un palazzo a
Reinsberg e iniziò a ristrutturarlo secondo il
suo gusto, iniziando così a vivere come un
principe. Le potenze straniere iniziarono ad
interessarsi a lui e ad offrirgli prestiti ad
insaputa del padre.
Elena Di Paola
Elisabetta Cristina di Brunswick, Antoine
Pesne, 1739, olio su tela
7. Verso la militarizzazione della società prussiana
7.1 Federico diventa re
Quando Federico Guglielmo morì
(1740), salì al trono, all'età di ventotto
anni, il figlio, che era già noto come
Principe illuminato. Si pensava che il
nuovo re, Federico II, avrebbe dato
inizio ad una nuova era di piaceri e
divertimenti, ma, riconoscendo
l'importanza dei suoi doveri e della sua
autorità, fu egli stesso a cambiare vita. In
breve tempo Federico introdusse nove
reggimenti per rafforzare l'esercito e
abolì l'ordine dei granatieri giganti.
Elisa Finocchiaro
Ritratto di Federico II, Antoine Pesne
7. Verso la militarizzazione della società prussiana
7.2 Le spese militari
L'esercito fu al centro degli interessi di Federico.
Addirittura Mirabeau affermò che "La Prussia
non è uno Stato che possiede un esercito, ma è
l'esercito a possedere la Prussia". Le spese
militari infatti prendevano larga parte al bilancio
dello Stato. La popolazione aumentava e la
Prussia diveniva progressivamente uno Stato
Militarista.
Elisa Finocchiaro
Ritratto di Honoré Gabriel Riqueti conte
di Mirabeau, François Lonsing.
7. Verso la militarizzazione della società prussiana
7.3 Militarizzazione della società
In Prussia iniziò un processo di
militarizzazione della società. Federico fece
arruolare anche mercenari. Causa di ciò fu la
povertà demografica della Prussia. Dunque
l'esercito era perlopiù composto da stranieri
(soprattutto però di area tedesca). L'intera
popolazione finì con l'identificarsi con
dell'esercito.
Federico II e i suoi soldati.
Elisa Finocchiaro
7. Verso la militarizzazione della società prussiana
7.4 La struttura dell'esercito riproduce quella sociale
Ogni reggimento era composto da uomini
provenienti da cantoni diversi. Così come la
popolazione era composta da nobili e contadini,
allo stesso modo vennero ripartiti i ruoli all'interno
dell'esercito. Federico pretese sempre che
solamente i nobili diventassero ufficiali, eccezion
fatta per l'artiglieria (in cui venivano ammessi
anche i borghesi), mentre i soldati erano soprattutto
contadini. Solo durante le guerre degli ultimi anni
Federico accettò anche ufficiali borghesi ma, alla
fine degli scontri, venivano congedati e mandati in
pensione.
Elisa Finocchiaro
Prussiani del 35° reggimento di fanteria.
8. Guerra di Successione Austriaca e invasione della Slesia
8.1 La crisi politica
Pochi mesi dopo l'ascesa al trono di Federico si
presentò una grave crisi politica. Il 20 ottobre 1740
morì l’imperatore d’Austria Carlo VI d’Asburgo,
lasciando come erede al trono la figlia Maria Teresa.
Carlo VI aveva emanato la Prammatica Sanzione, un
decreto che aboliva la Legge Salica, secondo la
quale le donne non potevano succedere al trono,
ottenendo il consenso dei principi elettori. Tuttavia,
non appena Carlo VI morì, Alberto I di Baviera
decise di candidarsi, in competizione con Maria
Teresa.
Andreana Franceschini
Carlo VI D'Asburgo (Vienna, 1685–1740)
8. Guerra di Successione Austriaca e invasione della Slesia
8.2 Il progetto di conquista della
Slesia
Federico dava per scontato che il suo dovere
di re fosse quello di conquistare nuove
provincie e di ingrandire il regno. Appena
ricevuta la notizia della morte
dell’imperatore, decise subito di agire.
Federico voleva mettere in pratica dei
progetti su cui aveva meditato già da tempo,
ossia invadere una grossa provincia
dell’impero, la Slesia. Ma, sicuro di sé
com’era, sottovalutò l’avversario che si
trovava davanti.
Andreana Franceschini
Maria Teresa d'Asburgo (Vienna, 1717–1780)
8. Guerra di Successione Austriaca e invasione della Slesia
8.3 La Slesia
La Slesia, attualmente in Polonia, al tempo di
Federico era abitata in prevalenza da tedeschi ed
era una provincia ricca, con un’industria tessile
fiorente. Federico la conquistò col pretesto che la
popolazione della Slesia per metà era protestante
e non era giusto che fosse costretta ad ubbidire
agli Asburgo che erano cattolici. Tuttavia, l’altra
metà della Slesia era cattolica. Federico agì con
una tale spregiudicatezza che le corti europee ne
rimasero scosse, inaugurando una Realpolitik
spietata, una politica cinica in cui contano solo
La Prammatica Sanzione del 1713.
gli interessi bruti.
Andreana Franceschini
8. Guerra di Successione Austriaca e invasione della Slesia
8.4 Giustificazione della presa della Slesia
Federico non si preoccupò di trovare nessuna giustificazione legale per
l’invasione della Slesia. Fece sapere a Vienna che non occupava la
regione per ostilità verso l’Impero ma per garantire la pace fra Prussia ed
Austria. In cambio della Slesia, Maria Teresa avrebbe potuto contare
sulla sua sincera amicizia, perché tutto quello che lui aveva a cuore era il
bene della casata d’Austria.
Andreana Franceschini
Cartina della Slesia
9. Le prime battaglie di Federico
9.1 La prima battaglia vittoriosa
Nel Dicembre 1740 Federico entrò in Slesia: fu l’inizio
della guerra di successione Austriaca. Alla fine
dell'inverno del 1741 Maria Teresa mandò un esercito in
Slesia per tentare di riconquistare la provincia: fu la
battaglia di Mollwitz.
Federico attaccò per primo,
ma fu una battaglia così
caotica che decise di
retrocedere. Quando all’alba
tornò in campo, scoprì che
pur senza di lui il suo esercito
aveva vinto.
Carla Gagliano
Battaglia di Mollwitz (10 Aprile 1741)
9. Le prime battaglie di Federico
9.2 L’invasione della Boemia e la
seconda vittoria
Dopo la vittoria di Mollwiz Federico
propose agli Austriaci un armistizio
segreto. All’impero austriaco che stava
soppesando la decisione, vennero in
soccorso i francesi, che cominciarono ad
avanzare in Boemia. Federico decise
allora di riprendere a combattere. Gli
Austriaci organizzarono a fatica un
esercito ed ebbe così inizio la battaglia di
Chotusitz. Federico riuscì a vincere
sbaragliando un esercito molto più grande
del suo.
Carla Gagliano
Un’ immagine della battaglia di Chotusitz combattuta il
17 Maggio del 1742 in Boemia tra l’Austria e la Prussia.
9. Le prime battaglie di Federico
9.3 La pace ed il successivo ritorno in
guerra.
Dopo la sconfitta di Chotusitz, Maria
Teresa accettò di cedere la Slesia a
Federico per concludere la pace e
Federico, nonostante avesse promesso
alla Francia e alla Baviera, sue alleate,
di continuare la guerra fino alla
sconfitta dell'Impero Austriaco, decise
di accettare. Ma senza la Prussia i
Francesi non avrebbero avuto le energie
di continuare a combattere. Entrò in
guerra l'Inghilterra, alleandosi con
l’Austria, e nel 1743 gli Inglesi
sbaragliarono i Francesi. Federico
decise allora di rientrare in guerra,
alleandosi di nuovo con la Francia e con
la Baviera.
Carla Gagliano
La cartina della Baviera, alleata di
Federico II di Prussia.
9. Le prime battaglie di Federico
9.4 Una terza vittoria e la nascita del mito.
Nel 1744 Federico entrò in Boemia con il suo esercito, ma trovò una situazione poco favorevole
in quanto la Boemia era una provincia cattolica fedele agli Asburgo dove i Prussiani erano
considerati nemici. Federico decise allora di retrocedere. Nel frattempo la Sassonia si alleò con
l'Austria promettendo aiuti per riconquistare la Slesia. Gli Austriaci e i Sassoni organizzarono un
esercito grande il doppio di quello di Federico, ma Federico riuscì clamorosamente a sbaragliare i
nemici nella battaglia di Hoenfriedberg. In occasione di questa battaglia Federico scrisse anche
una marcia militare dedicata alla sua cavalleria: la marcia di Hoenfriedberg. Invase la Sassonia,
occupò Dresda e si decise di firmare la pace.
Carla Gagliano
Dipinto della battaglia di Hoenfriedberg di Carl Rochling.
10. Federico II: re di Prussia durante la pace
10.1 Federico e L’AntiMachiavelli
Federico rimase talmente scandalizzato dal
“Principe” di Machiavelli, che iniziò a scrivere
un’ opera per confutarlo: l’ «Antimachiavelli».
Egli pensava che i re fossero ormai al sicuro
dalle congiure del ‘500 e per questo scrisse che i
principi dovevano dedicarsi al bene dello Stato.
Quando Federico divenne re, Voltaire fece
pubblicare l’opera, che venne apprezzata in tutta
Europa. L’Antimachiavelli probabilmente non
esprimeva il vero sentire di Federico, tranne per
l’affermazione che “il re è il primo servo dello
Stato”.
L’Antimachiavelli, Federico II
Giada Giuffrida
10. Essere re di Prussia durante la pace
10.2 Federico, re filosofo e sovrano assoluto
Federico era un re filosofo e
illuminista. Egli non era
particolarmente ottimista e il suo
illuminismo non gli impedì mai di
essere un sovrano assoluto.
Dipinto di Charles Gabriel
Lemonnier, rappresentante la lettura di una
tragedia tragedia di Voltaire.
Giada Giuffrida
10. Essere re di Prussia durante la pace
10.3 Il carattere solitario di Federico
Il sistema di governo assolutistico di
Federico comportava che il re governasse
da solo. Non aveva confidenti, consiglieri e
nemmeno collaboratori, soltanto servitori.
Dedicava gran parte del suo tempo in
viaggi d’ispezione, prendeva nota di tutto
ciò che gli sembrava dovesse essere
corretto e puniva chi trasgrediva gli ordini
impartiti.
Esercito Prussiano
Giada Giuffrida
10. Essere re di Prussia durante la pace
10.4 La politica finanziaria di Federico
Tallero prussiano
Giada Giuffrida
Federico era molto attento ai bilanci.
Durante la guerra dei sette anni impose
una tassa di 30.000 talleri e ordinò
all’amministrazione locale di
riscuoterli. La sua più importante
riforma fu l’introduzione dell’appalto
delle tasse ai privati francesi. Un
gruppo di esperti lavorò per
combattere l’evasione fiscale e il
contrabbando, ma gli appaltatori si
rivelarono corrotti . Dopo le proteste
popolari Federico fu costretto a
licenziarli assumendo personale
prussiano.
11. Il progetto politico di Federico il Grande
11.1 LA POLITICA ECONOMICA DI FEDERICO IL GRANDE
Federico il Grande sposò una politica economica
di stampo mercantilista. Le idee mercantiliste già
al tempo di Federico cominciavano a sembrare
antiquate. Alcuni economisti del ‘700 additarono
proprio la Prussia come esempio di politica
economica errata. Nonostante ciò sotto il suo
regno la produzione agricola crebbe,
probabilmente anche grazie all’incremento
demografico, e qualche industria sovvenzionata
dallo Stato cominciò a svilupparsi. Un esempio
dell’inefficienza economica di Federico fu la
Slesia che subì un forte declino economico dopo Industria manifatturiera nel Settecento.
la conquista prussiana.
Debora Maravigna
11. Il progetto politico di Federico il Grande
11.2 LA PRUSSIA E L’INDUSTRIA DELLA PORCELLANA
Federico, oltre al monopolio di Stato sul sale e
sui tabacchi, introdusse anche quello sul caffè.
Il monopolio sui prodotti era uno strumento
per scoraggiare le importazioni di merci estere.
Il re incoraggiò la fabbricazione di porcellana
in Prussia, rubando i segreti dalle migliori
fabbriche del settore sassone. Tuttavia le
porcellane prodotte a Berlino non furono
apprezzate sul mercato.
Porcellana prussiana
Debora Maravigna
11. Il progetto politico di Federico il Grande
11.3 L’AMMINISTRAZIONE DELLA GIUSTIZIA
Uno degli aspetti della vita sociale nei quali
si sono verificati cambiamenti rilevanti, nel
corso del XVIII secolo, è quello
dell’amministrazione della giustizia. Le
riforme attuate in Europa da alcuni sovrani,
tra cui lo stesso Federico II, influenzati dal
pensiero illuminista, sono state il primo passo
verso l’eliminazione di due pratiche fino ad
allora consuete ed accettate: la tortura e la
pena di morte. Federico diede inizio ad
un’opera di accentramento e mitigazione
della giustizia. Il disprezzo di Federico per i
suoi giudici, considerati tutti corrotti, è
proverbiale.
Federico II.
Debora Maravigna
11. Il progetto politico di Federico il Grande
11.4 LA TOLLERANZA RELIGIOSA
Già alla fine del ‘600, i re di Prussia avevano
intuito che accogliere gli ugonotti cacciati
dalla Francia per la revoca dell’editto di
Nantes avrebbe contribuito alla crescita del
Paese. Molto significativa fu la scelta di
Federico di attuare una politica accogliente
anche verso i gesuiti, quasi ovunque
perseguitati nel ‘700. Essi erano degli ottimi
insegnanti e Federico ne aveva un disperato
bisogno. Egli fece addirittura costruire a
Berlino una cattedrale cattolica, quella di
Sant’Edvige. Attraverso questa politica
Federico manifestò la propria tolleranza
religiosa.
Debora Maravigna
Cattedrale di Sant’Edvige a
Berlino
12. Federico il Grande: arte e cultura
12.1 La produzione letteraria di Federico
Federico era definito dai suoi contemporanei
re-filosofo. Egli lasciò un'enorme produzione
letteraria in lingua francese e scrisse soprattutto
poesie didascaliche. La sua opera più famosa è
però l'Antimachiavelli. Si dedicò inoltre alla
stesura di trattati, opere storiche e filosofiche.
Scrisse anche le sue memorie.
Martina Marceca
Opera del filosofo di Sans-Souci,su Federico II di Prussia
12. Federico il Grande: arte e cultura
12.2 Disillusione e limiti
Dagli scritti di Federico emergeva uno spirito vivace,
ma il suo stile era superficiale. Egli non fu un vero e
proprio pensatore e nelle sue opere si possono
riscontrare limiti non indifferenti. Federico non scrisse
di come il mondo stesse cambiando al suo tempo,
perché non credeva nel progresso dell'uomo e non si
interessò all’evoluzione della scienza. Aveva una
grande cultura, ma non viaggiò molto.
Martina Marceca
Berlino nel 1785.
12. Federico il Grande: arte e cultura
12.3 Attività edilizia
A Berlino è presente un monumento di
Federico a cavallo, circondato dagli edifici
che egli fece costruire, tra cui il teatro e la
cattedrale cattolica.
Federico aveva una vera “mania” per i
palazzi. Si potrebbe pensare che questa
fosse un'ostentazione inutile. Essi
costituivano però un elemento
propagandistico necessario per il re. Il
Palazzo di Sans Souci venne costruito dopo
aver vinto la prima guerra e al suo interno
Federico vi invitava musicisti, scrittori e
intellettuali.
Monumento equestre di Federico II, Berlino
Martina Marceca
12. Federico il Grande: arte e cultura
12.4 Gusto artistico
Federico, uomo molto raffinato, collezionava quadri francesi e col tempo mise insieme
una straordinaria collezione d'arte. In quest'epoca il Rococò stava giungendo al termine
e si stava diffondendo il neoclassicismo, stile condiviso da tutti gli intellettuali. Il suo
neoclassicismo lo portò a disprezzare Shakespeare, che considerava rozzo e barbaro.
Non aveva una buona conoscenza della lingua tedesca , tant‘è vero che non leggeva
testi tedeschi.
Martina Marceca
Palazzo di Sans Souci
13. LA FILOSOFIA E LA MUSICA
13.1 Federico e Voltaire
Il rapporto tra Federico e Voltaire fu molto
intenso sia per le diverse permanenze del
filosofo presso la corte di Berlino, sia a
livello epistolare. Quando divenne re,
Federico invitò per una prima volta
Voltaire alla sua reggia e i due trascorsero
tre giorni molto intensi all’insegna del
piacere letterario. Voltaire si recò per la
seconda volta a corte per volere del
governo francese, il quale, poiché la
guerra di successione austriaca era sul
punto di scoppiare, voleva servirsi dello
scrittore per conoscere i progetti di
Federico.
Pieranna Marsiglione
Voltaire e Federico a Chateau de Sans-Souci,
vicino Potsdam, Adolph von Mezel
13. LA FILOSOFIA E LA MUSICA
13.2 Voltaire alla corte di Federico
Dopo la guerra, Federico riscoprì il gusto
della poesia e invitò Voltaire a vivere a
corte.
Nonostante fosse gentile nei confronti del
filosofo, Federico si comportava sempre
da padrone e Voltaire era considerato
quasi un giullare. Il rapporto tra i due
andò avanti fino a che Voltaire non decise
di lasciare la corte senza avvisare nessuno,
e portando via con sé alcuni scritti di
Federico. Venne però catturato e costretto
a restituirli. Nonostante dopo questo
episodio i due non si rivedessero più,
continuarono però a scriversi.
Pieranna Marsiglione
Voltaire ritratto da Maurice Quentin de La Tour
13. LA FILOSOFIA E LA MUSICA
13.3 La passione per la
musica
Federico fu anche un
esperto compositore
musicale. Durante il
periodo del suo regno
promosse l’opera e
fece anche costruire il
teatro dell’opera a
Berlino. La musica
rappresentava l’unico
mezzo attraverso il
quale il re si sentiva
libero di esprimersi e
anche l’unico aspetto
in cui egli partecipava
alla cultura tedesca.
Pieranna Marsiglione
Concerto per flauto di Federico il Grande a
Sans-Souci, Adolph Von Menzel
13. LA FILOSOFIA E LA MUSICA
13.4 L’incontro con Bach
L’incontro con Bach fu per Federico un
momento memorabile. Nonostante la sua
musica fosse ben diversa da quella del
grande compositore, Federico sentì il
bisogno di confrontarsi con quest’ultimo. I
due si incontrarono una sola volta ma in
quell’occasione discussero a lungo di
strumenti musicali, di polifonia e dell’arte
della fuga. Proprio su un tema proposto
dallo stesso Federico, Bach compose una
delle sue opere più importante: “L’offerta
musicale”.
Pieranna Marsiglione
Ritratto di J.S.Bach, Haussmann
14. L’inizio della Guerra dei Sette anni
14.1 Come inizia la Guerra dei sette anni
La Guerra più dura che Federico affrontò fu la Guerra dei Sette anni, che cominciò nel
1756 e che coinvolse tutto il mondo. Il re d’Inghilterra era un principe tedesco degli
Hannover. La Francia minacciava di invadere l’Hannover. Maria Teresa d’Austria offrì
alla Francia di aiutarla, e in cambio questa l’avrebbe aiutata a riconquistare la Slesia. Fu
una proposta coraggiosa: Maria Teresa ebbe l’audacia intellettuale di allearsi con la
Francia, antica nemica, per stroncare la Prussia di Federico.
Miriam Messina
Maria Teresa d’Austria e Wenzel Anton von Kaunitz-Rietberg, uno dei
maggiori architetti dell’Alleanza tra Austria e Francia.
14. L’inizio della Guerra dei Sette anni
14.2 Federico II attaccò per primo
Maria Teresa creò una coalizione con Francia e
Russia. Vi fu una difficoltà nello scatenare la
guerra, visto che la Francia era legata alla Prussia
da un trattato di alleanza, che scadeva nel marzo
1756. Quando Federico vide che i Francesi non
erano interessati a rinnovare il contratto, si
insospettì. Nel maggio del 1756 Austria, Francia
e Russia si allearono. Essendo circondato
Federico decise di attaccare per primo.
La Prussia è circondata: la Russia a Est, l’Austria a Sud-Est, e la Francia
a Sud-Ovest.
Miriam Messina
14. L’inizio della Guerra dei Sette anni
14.3 La conquista della Sassonia
Nell’estate del 1756 Federico decise di invadere la Sassonia, pur avendo contro di sé
anche i suoi stessi ministri, che glielo sconsigliavano vivamente. Occupò Dresda senza
dichiarazione di guerra e senza preavviso, costringendo l’esercito sassone ad
arrendersi. Federico, inoltre, confiscò praticamente tutti i beni del regno di Sassonia e
costrinse i soldati sassoni ad arruolarsi nel suo esercito. Non si era mai visto in Europa
un comportamento simile.
Miriam Messina
Mappa della città di Dresda, in Sassonia
14. L’inizio della Guerra dei Sette anni
14.4 La prima sconfitta di Federico II
Quest’azione diede un vantaggio a Federico e nel
1757 egli invase la Boemia. Maria Teresa gli
mandò contro un esercito guidato da Carlo di
Lorena, che però Federico sbaragliò senza
problemi. Maria Teresa mise in campo allora un
altro esercito, guidato stavolta dal maresciallo
Dawn. Federico lo attaccò, convinto di poter
vincere. Ma fu Dawn a sconfiggerlo nella battaglia
di Kolin, la prima che il re prussiano perse
dall’inizio della sua carriera.
Federico II dopo la battaglia di Kolin di
Julius Schrader
Miriam Messina
15. Guerra dei Sette anni (prima fase)
15.1 La sensazione che la guerra finirà molto presto
Estate del 1757, la grande guerra europea era scoppiata da un anno e nessuno sapeva
che ne sarebbe durata altri sei e che sarebbe passata alla storia come Guerra dei Sette
anni. La Prussia era sola sul continente, la sua unica alleata, l’Inghilterra, combatteva
prevalentemente sui mari. Contro Federico le più grandi potenze del mondo: Francia,
Impero Austriaco e Russia. In questo periodo a Federico arrivò una brutta notizia: la
morte della madre. Federico rientrò a Berlino e lasciò l’esercito al fratello Augusto, che
fallì.
Miriana Mirabella
Primi anni della Guerra dei Sette anni
15. Guerra dei Sette anni (prima fase)
15.2 Federico e la battaglia di Rossbach (5 Novembre 1757)
Tre grandi eserciti avanzarono verso la Prussia. Federico decise di andare a Sud contro
i Francesi. I Francesi avevano il doppio dell’esercito e avanzavano con sicurezza.
Federico al mattino mise in movimento l’esercito prussiano, scatenò l’attacco e in due
ore l’esercito nemico fu annientato. I prussiani persero 500 uomini, il nemico 10.000. I
generali stranieri cominciarono ad avere terrore di Federico.
Battaglia di Rossbach, 5 Novembre 1757
Miriana Mirabella
15. Guerra dei Sette Anni (prima fase)
15.3 La battaglia di Leuthen
Federico si era liberato solo di uno dei tre eserciti nemici. Radunò le sue forze e si
mise in marcia verso la Slesia. In inverno non si era soliti combattere, ma gli
Austriaci erano già entrati in Slesia e bisognava buttarli fuori. Nel dicembre del 1757
Federico entrò in Slesia e sbaragliò gli Austriaci, che avevano un esercito grande il
doppio del suo. Questa fu la battaglia di Leuthen. Federico ancora una volta stupì il
mondo. Si cominciò a pensare che fosse invincibile in battaglia.
Miriana Mirabella
Battaglia di Leuthen
15. Guerra dei Sette Anni (prima fase)
15.4 Federico l’eroe protestante
Alla sera della battaglia di Leuthen l’esercito prussiano si inginocchiò nella
neve piena di sangue ed i soldati tutti insieme cantarono una corale luterana
in ringraziamento a Dio. In un mese Federico sbaragliò Francia e Austria,
con il suo alleato inglese. L’opinione pubblica inglese viveva questa guerra
come una guerra di protestanti contro papisti. Da quel momento Federico
diventa l’eroe protestante.
Miriana Mirabella
Conclusione della battaglia di Leuthen
16. LA GUERRA DEI SETTE ANNI (seconda fase)
16.1 BATTAGLIA DI ZORNDORF
Nel giro di un mese Federico II
sconfisse i Francesi e gli
Austriaci. Ma nel 1758 l’esercito
russo si impadronì della Prussia
orientale e si mise in marcia
verso Berlino. Federico non
temeva i Russi, poiché pensava
che fossero un popolo di non
civilizzati ed era convinto di
poterli liquidare totalmente. La
battaglia di Zorndorf, però, non
andò come Federico aveva
previsto: per la prima volta il re
filosofo perse contro i russi.
Noemi Moncada
Federico II e la battaglia di Zorndorf,
Carl Röchling
16. LA GUERRA DEI SETTE ANNI (seconda fase)
16.2 Scontro con l´esercito austriaco
Gli Austriaci nel 1758 misero in piedi un
esercito affidato al maresciallo Dawn e
avanzarono verso la Sassonia. Federico II
andò loro incontro e si fermò nella zona in
cui erano accampati i nemici.
L' esercito prussiano venne attaccato
durante la notte dalle truppe di Dawn e
Federico fu costretto a ritirarsi. Dopo la
sconfitta e dopo la notizia della morte
della sorella Guglielmina, il re prussiano
attraversò una profonda crisi dalla quale
uscì invecchiato e stanco.
Noemi Moncada
La Guerra dei Sette anni.
16. GUERRA DEI SETTE ANNI (seconda fase)
16.3 BATTAGLIA DI KUNERSDORFF
Nelle ultime battaglie della guerra,
Federico perse molti dei suoi generali
migliori e più fidati. Arrivò un nuovo
attacco dell´esercito russo, che si era unito
con l´esercito austriaco e Federico si
ritrovò a dover fronteggiare un esercito
molto più grande del suo. La battaglia
avvenne sull' Oder, dove il re filosofo
attaccò per primo ma venne sconfitto.
Noemi Moncada
La battaglia di Kunersdorff
16. GUERRA DEI SETTE ANNI (seconda fase)
16.4 Dopo la sconfitta di
Kunersdorff
Nel 1759 Federico, che aveva già 47
anni, era intenzionato a riprendersi i
territori che gli erano stati sottratti.
L´esercito però non aveva più le forze
per poter sostenere un altro attacco ed
era formato principalmente da
mercenari o reclute giovanissime.
Ancora una volta però Federico si
salvò grazie alla sua stessa leggenda. I
nemici infatti non credevano che fosse
ridotto cosi male e il generale russo
decise di ritirarsi e tornare indietro per
mettere in salvo quel che restava del
suo esercito prima dell’inverno.
Noemi Moncada
Esercito prussiano durante la battaglia.
17. LE FASI FINALI DELLA GUERRA DEI SETTE ANNI
17.1 Il Miracolo della Casa di Brandeburgo
Federico II aveva definito "il miracolo della
casa di Brandeburgo" la decisione del
generale russo di non marciare verso
Berlino dopo la disfatta prussiana a
Kunersdorf. I Russi avevano preferito
ritirarsi per poi presentarsi nuovamente
sull’Oder, poiché la zarina Elisabetta era
estremamente determinata a troncare sul
nascere la potenza prussiana, mentre a
Vienna Maria Teresa d’Asburgo era
intenzionata a riprendere la Slesia che le era
stata sottratta vent’anni prima.
Carlotta Patanè
Ritratto di Elisabetta Petrovna, Louis Tocque,
1758
17. LE FASI FINALI DELLA GUERRA DEI SETTE ANNI
17.2 Il bombardamento di Dresda
All’inizio della campagna del 1760,
Federico con un debole esercito si
aspettava l’attacco da tutti i suoi nemici
e decise, come sempre, di attaccare per
primo. Egli assediò quindi la capitale
della Sassonia, Dresda, che era in mano
agli Austriaci, e fu il primo nella storia
ad ordinare un bombardamento
distruttivo su una città
e su una popolazione civile. Dresda però
Le rovine del vecchio Kreuzkirche, Dresda
non cedette e Federico fu costretto a
(Bernardo Bellotto) 1765
tornare indietro. Mentre i Russi si
trovavano sull’Oder in attesa degli alleati
da Vienna, Federico decise di attaccare
gli Austriaci.
Carlotta Patanè
17. LE FASI FINALI DELLA GUERRA DEI SETTE ANNI
17.3 La battaglia di Liegnitz
Nell’estate 1760 il Maresciallo Dawn
rimase trincerato in Slesia con l’esercito
austriaco e Maria Teresa lo esortò a
muovere battaglia. Federico aveva a
disposizione un esercito inferiore e
sembrava che non ci fosse alcuna
speranza di vittoria. Dawn decise di
attaccare ma Federico intuì i suoi piani,
spostò il suo esercito e contrattaccò
all’improvviso. Nella battaglia di Liegnitz
Federico sconfisse clamorosamente un
esercito quattro volte più grande del suo.
Carlotta Patanè
Piano della battaglia di Liegnitz 1790
17. LE FASI FINALI DELLA GUERRA DEI SETTE ANNI
17.4 La battaglia di Torgau
Dopo la vittoria di Liegnitz una piccola
forza russa aveva occupato Berlino.
Federico si mise in marcia, ma alla sola
notizia del suo arrivo i Russi si diedero
alla fuga. Dawn ritornò in Sassonia e
così anche Federico. Si scontrarono ancora
nella battaglia di Torgau, che durò otto ore,
alla fine delle quali, proprio quando
sembrava che per Federico e il suo esercito
non ci fosse più scampo, egli ordinò un
ultimo attacco e riuscì a mettere in fuga gli
Austriaci. Le perdite furono enormi per
entrambe le parti, ma Federico ne uscì
ancora una volta vincitore.
Piano della battaglia di Torgau 1790
Carlotta Patanè
18: Gli ultimi anni della Guerra
18.1 La battaglia di Quebec e la conquista del Canada
Fine del 1760, quinto anno di guerra. La finanza pubblica faceva fatica a sostenere le
spese del conflitto. Oltre ad Austria e Russia, l’altro grande nemico di Federico era la
Francia, che stava combattendo la sua guerra anche contro l’Inghilterra. Nel 1759 gli
inglesi vinsero la battaglia di Quebec. L’impero coloniale francese ne era uscito
distrutto e da qui iniziarono le difficoltà della Francia che avranno conseguenze
catastrofiche. Gli eserciti Austriaci e Russi come di consueto avanzarono, l’Austria
verso la Slesia, i Russi verso il Baltico. L’esercito di Federico ormai era allo stremo
delle forze.
Giulia Puglisi
Presa del Quebec
18: Gli ultimi anni della Guerra
18.2 Lo zar Pietro III e l’alleanza con Federico Il Grande
Nel 1762 morì la zarina Elisabetta. Il suo
erede, Pietro III, era un grande ammiratore di
Federico. Dopo solo una settimina di regno
decise di ristabilire i rapporti con Federico,
rinunciò a tutte le conquiste, restituì la Prussia
orientale e si alleò con lui per aiutarlo a
sconfiggere i suoi nemici. Federico infine
riuscì ad ottenere il sostegno diretto delle
truppe russe raddoppiando il suo esercito.
Lo zar Pietro III
Giulia Puglisi
18: Gli ultimi anni della Guerra
18.3 Caterina la Grande
Poco dopo l’ascesa al trono di Pietro III salì al
potere la moglie Caterina, che sciolse l’alleanza con
Federico. Egli nel frattempo si preparò ad attaccare
di nuovo il generale Dawn in Slesia e lo sconfisse
nell’ultima battaglia della sua carriera, scacciando
gli Austriaci definitivamente dalla Slesia. La
battaglia di Friedberg fu l’ultima battaglia della
guerra dei Sette anni.
Caterina la Grande
Giulia Puglisi
18: Gli ultimi anni della Guerra
18.4 I Trattati di pace e costruzione del Neues Palais
All’inizio del ‘63 si firmano due trattati, quello di Parigi, con il quale la Francia cedette il
suo impero coloniale all’ Inghilterra, e quello di Hubertusburg. Maria Teresa non riuscì a
riprendersi la Slesia e dovette rinunciare al titolo di Duchessa di Slesia. Dopo aver firmato il
trattato, Federico tornò a Berlino e reincontrò sua moglie dopo molti anni. Egli da quel
momento iniziò i lavori per la ricostruzione del suo regno, poiché i danni della guerra furono
ingenti. Nonostante ciò fu l’unico sovrano a non entrare in bancarotta, permettendosi anche
la costruzione del Neues Palais.
Neues Palais
Giulia Puglisi
19. Gli ultimi anni di Federico
19.1 Il tipico mattino del monarca
prussiano
Federico si svegliava prima dell’alba,
si dedicava ad una prima lettura delle
lettere, dettando ad uno scrivano le
risposte, faceva colazione e si vestiva.
In seguito, andava ad ispezionare le
truppe, a volte comandandole
personalmente per testarne
l’efficacia. In tarda mattinata riceveva
i sudditi e ascoltava le richieste di
coloro che riteneva degni di risposta,
fino all’ora del pranzo.
Diego Renda
Federico in tarda età, Wilhelm Camphausen
19. Gli ultimi anni di Federico
19.2 I tipici pomeriggio e sera del monarca prussiano
Dopo il pranzo, abbondante,
speziato e arricchito da
piacevoli discussioni, Federico
passeggiava a cavallo ed in
seguito ricominciava ad
occuparsi della corrispondenza,
fino alle 18, ora in cui dava
inizio a dei concerti in cui
suonava il flauto davanti
all'intera corte, costretta ad
assistere. I concerti duravano
fino alle 11, dopo quell’orario
Federico andava a dormire, per
ricominciare in seguito la
giornata, risvegliandosi alle 4
Federico durante la guerra di successione Bavarese
(o guerra delle patate), Bernhard Rode
del mattino.
Diego Renda
19. Gli ultimi anni di Federico II
19.3 L’ultima “guerra” di Federico e la spartizione
della Polonia
Federico combatte la sua ultima guerra
contro l’imperatore Giuseppe II,
occupando la Boemia. Fu una guerra
insignificante, e venne definita “guerra
delle patate”, poiché i soldati di Federico
per sopravvivere furono costretti a rubare
patate ai contadini. Nel 1772 Federico
diede inizio ad una spartizione della
Polonia, che fu divisa tra Austria, Russia e
Concerto per flauto di Federico il Grande a
Prussia. Egli prese per sé il territorio del
Sans-Souci, Adolph Von Menzel
Corridoio Polacco, che collegava il
Brandeburgo con la Prussia Orientale,
unificando in tal modo il suo regno.
Diego Renda
19. Gli ultimi anni di Federico II
19.4 La trasformazione
della Polonia
Federico
riteneva
la
Polonia
un
territorio
povero di risorse e
arretrato e decise quindi di
iniziarne
una
radicale
trasformazione:
finanziò
opere edili e fece trasferire
lì una parte degli abitanti
prussiani, con l’intenzione
Corridoio polacco, o di Danzica, territorio
di rendere il territorio
ottenuto da Federico II nel 1772
polacco una prospera
provincia tedesca, basata
su sistemi politici moderni.
I Polacchi, abituati ad un sistema di stampo medioevale, protestarono
contro le innovazioni apportate da Federico, ma non poterono nulla
contro di lui.
Diego Renda
20. Dopo la morte di Federico
20.1 I pregiudizi su Federico
Prima di morire Federico tenne una
rivista delle sue truppe in Slesia a cui
parteciparono in molti, tra cui il
marchese Lafayette, che scrisse:
«Nonostante tutto quello che avevo
sentito dire di lui sono rimasto stupito
dal suo aspetto e dal suo vestito e mi
hanno sorpreso molto di più il fuoco e la
dolcezza dei suoi occhi». Il generale
Gilbert invece, che si era fatto
un'opinione negativa su Federico,
quando venne invitato a corte notò che
il re era circondato da cani ed era un
uomo molto solo. Nonostante i suoi
difetti Federico era per tutto il mondo
una leggenda.
Chiara Sciolino
Marchese di Lafayette, Gilbert Motier
20. Dopo la morte di Federico
20.2 La morte di Federico
Nell'agosto del 1785 Federico fece la
sua ultima spedizione in Slesia e da
quel momento la sua salute
cominciò a declinare. Federico morì
alle due del 17 agosto. Egli aveva
espresso nel suo testamento di
essere seppellito nel giardino di
Sans Souci accanto al cavallo e ai
cani ma il suo successore, Federico
Guglielmo II, non rispettò le sue
decisioni e lo fece seppellire nella
cripta della chiesa della
Guarnigione.
Chiara Sciolino
Il famoso giuramento sulla tomba di Federico II - zar
Alessandro, Federico Guglielmo III e Luisa di
Mecklenburg-Strelitz.
20. Dopo la morte di Federico
20.3 L'eredità di Federico
Nel novembre del 1805 lo zar Alessandro
di Russia strinse un'alleanza con il re di
Prussia, Guglielmo III. I due sovrani si
giurarono alleanza sulla tomba di Federico
ma, dopo pochi mesi, sia l'esercito dello
zar sia quello del re furono sbaragliati.
Napoleone dopo aver conquistato Berlino
si recò insieme ai generali nella cripta
della chiesa e ordinò loro di togliersi i
cappelli, perché, diceva, che se Federico
fosse stato ancora vivo, non sarebbero
stati lì. Nel corso dell'800 e del ‘900 lo
sviluppo della Germania si basò molto
sull'eredità di Federico.
Chiara Sciolino
La divisione della Germania
20. Dopo la morte di Federico
20.4 Il ritorno di Federico
Dopo la seconda guerra mondiale la
Germania fu divisa in due parti e
durante i bombardamenti le spoglie
di Federico furono portate nella parte
occidentale. Nel 1989, dopo la caduta
del muro, si avviò per la Germania il
processo di riunificazione e nel 1991
le spoglie di Federico vennero
riportate a Berlino. A Berlino venne
organizzata un'esposizione sulla
Prussia intitolata “Prussia, tentativo
di un bilancio” e, poiché la chiesa
della Guarnigione era stata distrutta,
Federico venne sepolto nel giardino
di Sans Soucis secondo le sue
volontà.
Chiara Sciolino
La tomba di Federico II presso il palazzo di
Sans Souci a Potsdam.
Fonte principale di riferimento:
Alessandro Barbero, Federico il Grande
http://www.alleottodellasera.rai.it/dl/portali/site/page/Page-ca561bf4-dd734cde-8923-be0b3918bdde.html
Coordinamento, progetto grafico e ottimizzazione
A cura di Simona Giannoccaro, Daniela Managò, Serena Romeo, Sebastiano
Privitera.
Supervisione
Alessandro Salerno