LESSICO PALEOCRISTIANO
Cristo (Χριστός lat. Christus lett. “unto”, da χρίω, “ungo”):). E’ la traduzione dell’ebraico masiah (da cui
“messia”), che indica il sovrano consacrato con l’unzione per volontà divina ed è applicato a Gesù di
Nazaret, riconosciuto come l’atteso salvatore di Israele e dell’umanità intera. In riferimento a Cristo i
primi cristiani impiegavano anche l’immagine del pesce, il cui nome greco ἰχθῦς era letto come acronimo
di Ιησοῦς Χριστὸς Θεοῦ Υἱός Σωτήρ (Gesù Cristo, Figlio di Dio, Salvatore)
Kerygma (κήρυγμαannuncio da κηρύσσω): con questo termine si indica comunemente il contenuto del
primo annuncio del Cristianesimo, cioè la resurrezione dai morti di Gesù il Cristo, figlio di Dio, come
compimento delle promesse messianiche di salvezza universale.
Vangelo (εὐαγγέλιον =”buona notizia”; lat. evangelium): il termine, originalmente impiegato per indicare
lieti eventi (vittorie, nascite di personaggi illustri) indica l’annuncio dell’avvento del Regno di Dio operato
da Cristo. In senso più specifico indica i quattro libri (Vangelo di Matteo, Marco, Luca, Giovanni) tutti
pervenuti in greco, che raccontano, in prospettiva di catechesi, episodi della vita di Cristo: l’infanzia (solo
in Matteo e Luca) e soprattutto la predicazione, i miracoli operati, la morte e resurrezione. I Vangeli
nascono all’interno delle Chiese locali nel corso del I secolo d. C., come risposta all’esigenza di ordinare e
fissare per iscritto un ricco materiale di fatti e detti di Gesù tramandati oralmente o in scritti oggi perduti.
Si ritiene che il Vangelo più antico sia quello di Marco, scritto per la comunità romana poco dopo la metà
del I secolo.
Trinità (Ἁγία Τριάς, lat. Trinitas): caratteristica identificante della fede cristiana, precisata nei primi secoli
della Chiesa attraverso il ricorso ad una terminologia filosofica greca, è la fede in un unico Dio in cui
sussiste tuttavia la distinzione fra tre Persone (ὑποστάσεις) che condividono la medesima natura (ϕύσις)
divina: a) il Padre creatore (πατήρ, pater) ; b) il Figlio (υἱός, filius), cioè il Verbo (λόγος, verbum, secondo
la terminologia del Vangelo di Giovanni) o parola divina generata fuori dal tempo, che si manifesta agli
uomini in Gesù Cristo attraverso l’assunzione della natura umana nel parto verginale di Maria; c) lo
Spirito Santo (ἅγιον πνεῦμα, sanctus spiritus), propriamente l’amore che unisce il Padre al Figlio,
comunicato da Cristo agli uomini dopo la sua resurrezione.
Angelo (ἄγγελος, lat. angelus, da ἀγγέλλω, “annuncio”): gli angeli sono considerati esseri puramente
spirituali creati da Dio, che già nell’Antico Testamento intervengono come messaggeri divini.
Diavolo (διάβολος=”oppositore”, lat. diabulus, da διαβάλλω): secondo la dottrina giudaico-cristiana è un
angelo (indicato anche come Lucifero e Satana) ribellatosi a Dio assieme ad altri spiriti, che agisce nella
storia come tentatore maligno dell’uomo, a partire dalla caduta dei progenitori nel peccato e nella morte,
ma la cui sconfitta è stata segnata dalla redenzione operata da Cristo.
Paradiso (παράδεισος dal persiano, lat. paradisus “parco, giardino”): indica figurativamente il luogo
originario dello stato di perfezione dell’uomo prima di conoscere il peccato e la morte (paradiso terrestre),
poi lo stato della visione beatificante di Dio dopo la morte riservato come premio ai giusti, contrapposto
all’Inferno.
Parusìa: (παρουσία “avvento”): è il ritorno trionfale di Cristo alla fine dei tempi, allorché sarà sancito il
giudizio di salvezza per i giusti e di condanna eterna per i malvagi, assieme al diavolo.
Apostolo (ἀπόστολος “inviato” da ἀποστέλλω, “invio”); il termine indica in senso stretto i dodici
discepoli prescelti da Cristo per annunciare il Vangelo, e più in generale tutti coloro che sono chiamati
all’opera di evangelizzazione.
Pentecoste (Πεντηκοστή=”cinquantesimo (giorno)”, da πεντήκοντα): è il cinquantesimo giorno dalla
Pasqua, quando sugli apostoli riuniti nel cenacolo scende sotto forma di lingue di fuoco lo Spirito Santo,
atto di nascita della Chiesa.
Chiesa (ἐκκλεσία= assemblea; lat. ecclesia da ἐκκαλέω, “convoco”) E’ la comunità dei convocati, di coloro
che credono in Cristo e che hanno per questo ricevuto il sacramento del battesimo. Con la diffusione del
Cristianesimo ogni comunità cittadina o regionale costituisce una Chiesa locale, che sviluppa
progressivamente una propria gerarchia (greco ἱεραρχία= ordinamento delle autorità religiose), guidata
dal vescovo. Il termine, per metonimia, viene poi ad indicare l’edificio in cui si riunisce l’assemblea.
Bibbia (τὰ βιβλία= “i libri”; lat biblia): si indica il complesso di testi sacri inclusi dalla Chiesa nel canone
(κανών=”canna di misura, quindi misura, regola”) di quelli riconosciuti come divinamente ispirati.
L’Antico Testamento (παλαιὰ διαθήκη=antico patto, alleanza) corrisponde in sostanza alla Bibbia greca
dei “Settanta”, così detta dal numero dei traduttori greci impiegati, secondo una leggenda. Essa
comprende tutti i testi sacri ufficiali degli Ebrei, ma anche alcuni libri, detti deuterocanonici (di un
canone secondario) composti prima della venuta di Cristo in ambienti giudaici, ma non considerati
normativi dagli Ebrei.
Il Nuovo Testamento (καινή o νεὰ διαθήκη=nuovo patto, alleanza) è composto da scritti elaborati nelle
prime comunità cristiane: i 4 Vangeli, cioè i tre συνοπτικοί, sinottici “dalla comune visione” (i Vangeli di
Matteo, Marco e Luca, che presentano frequenti parallelismi legati all’impiego di fonti comuni) e il
Vangelo più tardo ed elaborato teologicamente di Giovanni, gli Atti degli Apostoli (una continuazione del
Vangelo di Luca che narra le vicende della Chiesa delle origini e in particolare dell’apostolo Paolo), le
Lettere di San Paolo (scritte dall’apostolo Paolo o a lui attribuite), le lettere apostoliche (di Pietro,
Giovanni, Giacomo, Giuda), ed infine l’Apocalisse di Giovanni (ἀποκάλυψις=rivelazione), l’unico scritto
profetico del Nuovo Testamento, attribuito dalla tradizione all’evangelista Giovanni.
Apocrifi (ἀπόκρυϕος=”nascosto, non autentico”; da ἀποκρύπτω): sono quegli scritti religiosi ebraici o
cristiani non considerati autentici dalla Chiesa, per il loro carattere apertamente fantasioso o per la visione
eretica che sta alla base; esistono in particolare numerosi vangeli apocrifi, che raccontano fatti e detti
attribuiti a Cristo assenti negli altri vangeli (i vangeli apocrifi dell’infanzia, in particolare, sono alla base di
molte iconografie sacre di età medioevale), atti di apostoli, o altre Apocalissi, attribuite a vari autori.
Vulgata E’ la traduzione latina della Bibbia, in larga parte effettuata da San Gerolamo (347-420) sulla base
dei testi originali ebraici, che vene ad avere valore normativo per la Chiesa Cattolica occidentale.
Vescovo (ἐπίσκοπος=supervisore; lat. episcopus) E’ il successore degli apostoli, che è a capo come
“pastore” di ogni Chiesa locale, con il compito di sorvegliare sull’integrità della fede e dei costumi della
comunità religiosa, e di ammettere i nuovi cristiani all’interno della Chiesa stessa amministrando il
sacramento del battesimo.
Presbitero (πρεσβύτερος= anziano; lat. presbyterus, da cui “prete”) E’ il sacerdote cristiano, colui che
celebra il sacrificio eucaristico, l’agape.
Diacono (διάκονος = servo; lat. diaconus) E’ il grado inferiore della gerarchia ecclestiastica, con compiti di
proclamazione della Parola di Dio, assistenza ai poveri e ai malati. Nella chiesa delle origini il termine è
anche applicato a donne come Febe, diaconessa di Cencre, ricordata da San Paolo nella Lettera ai Romani.
Monaco (μοναχός, lat. monachus, da μόνος, “solo”): è colui che si distacca dalla vita cittadina per ritirarsi
in contemplazione spirituale, praticando l’ascesi (ἄσκησις, “esercitazione, disciplina spirituale”). I monaci
potevano vivere isolati come eremiti (da ἔρημος, “solo)” detti anche anacoreti (ἀναχώρεται, da
ἀναχωρέω “mi ritiro”), oppure in cenobi (coenobium, da κοινὸς βίος, vita comune)
Agàpe (ἀγάπη) termine greco che nei Vangeli viene utilizzato, assieme al verbo ἀγαπάω, per indicare
l’amore cristiano, donativo e non possessivo come l’ἔρως (in latino ha il suo corrispondente nella parola
caritas, talora scritta anche impropriamente charitas). Agape viene poi anche ad indicare il rito del
banchetto eucaristico in generale.
Eucaristia (εὐχαριστία=ringraziamento): è l’offerta agli apostoli del pane e del vino come proprio corpo e
sangue che Cristo compie nel corso dell’ultima cena, preceduta, appunto da un ringraziamento a Dio. Il
termine indica poi generalmente la celebrazione memoriale del rito della cena da parte delle comunità
cristiane e le stesse specie del pane e vino consacrati.
Battesimo (βάπτισμα=immersione): è il rito di purificazione dai peccati che il catecùmeno (κατηχούμενος
cioè istruito nella dottrina cristiana, la “catechesi”) compie al momento del suo ingresso nella Chiesa,
nella notte di Pasqua, attraverso l’immersione (in origine) in una vasca piena d’acqua, nel βαπτιστήριον
(baptisterium), a ricordo del battesimo di Cristo nel fiume Giordano ad opera di Giovanni il Battista.
Seguiva immediatamente l’unzione con il sacro crisma (χρῖσμα=unguento e unzione, da cui “cresima”).
Martire (μάρτυς=testimone; latino martyr) E’ colui che offre la sua testimonianza (μαρτύριον; lat.
martyrium) di fede in Cristo, anche a costo della vita. Μαρτύριον viene di conserva chiamato anche
l’edificio, in genere di piccole dimensioni e a pianta centrale, in cui si venerava il martire in oggetto.
Confessori (confessores): sono propriamente quei cristiani che non sono stati uccisi, ma hanno subito
torture o sofferenze fisiche per testimoniare la loro fede.
Lapsi (lett. coloro che sono scivolati): coloro che chiedevano di essere riammessi all’interno della Chiesa,
dopo aver rinnegato la fede cristiana per salvarsi dalle persecuzioni. La riammissione dei lapsi costituisce
un problema assai discusso nelle prime comunità cristiane.
Ortodossia (ὀρθοδοξία=”retta opinione”): è la fede sostenuta dalla chiesa cattolica (καθολική=universale,
unitaria). Con lo scisma d’Oriente del 1053 venne ad indicare la dottrina sostenuta dalle chiese orientali in
dissidio con la Chiesa cattolica di Roma
Eresia (greco αἵρεσις=”fazione, dottrina” lat haereses): è una dottrina religiosa considerata erronea dalla
Chiesa cattolica; i suoi adepti sono quindi chiamati “eretici”.
Domus ecclesiae: sono i primi luoghi di ritrovo dei cristiani, messi in origine a disposizione da facoltose
famiglie. Per quanto non avessero caratteristiche distintive particolari dal punto di vista architettonico,
erano adattate nell’articolazione degli spazi interni alle esigenze del culto. A Dura Europos (Siria) se ne è
trovato l’esempio forse più antico (III sec.), caratterizzato dalla presenza di affreschi di carattere sacro ed
di una piccola vasca battesimale.
Catacombe (lat. catacumbae, dal toponimo romano κατὰ κύμβας / κύμβης=”sotto la cavità”): sepolcreti
sotteranei (ipogei da ὑπὸ γῆς), presenti in varie città (Roma, Napoli, Siracusa) e realizzati da poeai
specilizzati, i fossores, scavando gallerie a più piani nel sottosuolo tufaceo. I corpi venivano deposti in
loculi scavati nelle pareti, o addirittura nel pavimento (formae), talora inseriti in una nicchia (arcosolium);
nelle gallerie si aprivano camere sepolcrali (cubicula) riservati ad un’unica famiglia. Benché impiegate da
pagani e da ebrei, le catacombe furono abitualmente utilizzate dai cristiani, che rifiutavano l’incinerazione
per rispetto per il corpo e allo stesso tempo non potevano permettersi le più costose inumazioni all’aria
aperta (subdiali, da sub divo=”sotto il cielo”). Pare che le catacombe non siano realmente servite come
luoghi di rifugio durante le persecuzioni, ma il fatto che ospitassero anche i corpi di martiri li fece
diventare, specie dal IV secolo, luoghi di importante devozione, tanto che attorno alle sepolture più
importanti si realizzarono cappelle vere e proprie.
Basilica (da βασιλική=”(aula) regia”) il termine latino, in origine indicante un edificio pubblico romano
destinato all’amministrazione della giustizia, diviso in navate da colonnati interni, viene poi ad indicare
dal IV secolo un grande edificio di culto, che si ispira nella struttura monumentale ai modelli profani.
Cattedrale: E’ la chiesa episcopale, dotata di battistero, in cui è collocata la καθέδρα (lat. cathedra), il
seggio che rappresenta la autorità del vescovo come maestro di fede.
Padri apostolici: sono i primi scrittori cristiani (I-II sec. d. C.) non compresi nel canone biblico.
Padri della Chiesa: sono i successivi scrittori cristiani latini (come S. Ambrogio, S. Gerolamo, S. Agostino)
e greci (come S. Cipriano, S. Giovanni Crisostomo, S. Basilio Magno, S. Gregorio di Nissa), fino al VII-VIII
secolo, su cui si basa la tradizione dottrinale della Chiesa. I loro scritti vengono globalmente indicati con il
termine “Patristica”.
Concili ecumenici: sono le riunioni di vescovi di Oriente ed Occidente a rappresentanza della Chiesa
universale (οἰκουμένη= “terra abitata”) per fissare fondamentali dottrine di fede e sancire la scomunica
(ἀνάθεμα) a chi continuava a sostenere affermazioni in contrasto. I più importanti, direttamente sostenuti
dall’autorità imperiale, sono:
a) il Concilio di Nicea del 325, che affermò Cristo come generato e ὁμοούσιος (lat. consustantialis, della
stessa οὐσία, essenza, lat. substantia) rispetto al Padre, condannando le dottrine del presbitero di
Alessandria Ario, che negava l’originaria divinità di Cristo, sostenendo che Cristo era creatura e in quanto
tale inferiore al Padre;
b) il Concilio di Costantinopoli del 381, che completò il Σύμβολον (affermazione comune, da
συμβάλλω) di Nicea (l’attuale Credo, detto anche “simbolo niceno-costantinopolitano”) con la dottrina
sullo Spirito Santo come terza persona (ὑπόστασις) della Trinità;
c) il Concilio di Efeso del 431, che rifiutando la separazione fra natura divina ed umana di Gesù
sostenuta dal vescovo di Costantinopoli Nestorio, proclamò la Vergine Maria θεοτόκος (madre di Dio), in
quando l’unione delle due nature in Gesù faceva sì che partorire l’uomo fosse allo stesso tempo anche
partorire Dio;
d) il Concilio di Calcedonia del 451, in cui si rifiutò la dottrina monofisita (=una sola natura) del monaco
costantinopolitano Eutiche, che sosteneva l’annullamento della natura umana in quella divina di Cristo
(ciò provocò la separazione di comunità che in Medio Oriente ancor oggi sostengono il monofisismo).