Corso di laurea in Scienze dell’Educazione A. A. 2010 / 2011 Istituzioni di Linguistica (M-Z) Dr. Giorgio Francesco Arcodia ([email protected]) 1. Il morfema Il morfema è la più piccola unità linguistica dotata di significato. Ess.: il, di, bell-a, can-e, frustr-a-t-i… → i morfemi sono gli “elementi dotati di significato” identificabili entro la struttura delle parole → diversamente dalla parola, il morfema ha una minore evidenza intuitiva, ma è più semplice da definire nella teoria Istituzioni di Linguistica (M-Z) – A.A. 2010 / 2011 – [email protected] Struttura di una parola (forma flessa) come concatenazione di morfemi: cane → can‒ ‘animale domestico della famiglia dei canidi’ + e ‘singolare’ cani → can‒ ‘animale domestico della famiglia dei canidi’ + i ‘plurale’ Una parola può essere composta da: un morfema → parola monomorfemica Ess.: it. uno, bar, sempre; ingl. boy, tall, green… due o più morfemi → parole bimorfemiche, trimorfemiche… Ess.: it. tavol-o, bass-e, dolc-issim-o, industri-al-izz-a-zion-e… 2 Istituzioni di Linguistica (M-Z) – A.A. 2010 / 2011 – [email protected] Scomposizione in morfemi: tram → #tram# parola monomorfemica indesiderabile → #in-desider-a-bil-e# vinaio → #vin-ai-o# (N.B.: “#” indica ‘confine di parola’) riformulazione → #ri-formul-a-zion-e# 3 Istituzioni di Linguistica (M-Z) – A.A. 2010 / 2011 – [email protected] 1.1 Categorie di morfemi Morfemi lessicali: veicolano il significato “generale” di una parola, il loro significato non dipende dal contesto Ess.: can-e, can-i, tram, desider-a, gatt-o, formul-a-re vs. Morfemi grammaticali: veicolano valori grammaticali (numero, genere, tempo, modo…); il loro significato è, in parte, legato al contesto Ess.: tram, desider-a, gatt-o, formul-a-re → ma anche, ad es., di: il cane di Paolo vs. la farfalla di carta vs. Morfemi derivazionali: servono a formare nuovi lessemi (e non forme flesse di lessemi esistenti) Ess.: in-desider-a-bil-e, ri-formul-a-zion-e 4 Istituzioni di Linguistica (M-Z) – A.A. 2010 / 2011 – [email protected] Morfemi liberi: possono ricorrere da soli in una frase Ess.: tram, ieri, quando, oggi... → possiamo dire che tutte le parole monomorfemiche sono anche morfemi liberi vs. Morfemi legati: non possono essere usati in isolamento, devono sempre combinarsi con altri morfemi per formare una parola (eccezione: enunciati metalinguistici, come in‒ è un morfema legato, etc.) Ess.: in-, -bil-, cas-a, alt-o, gatt-i… 5 Istituzioni di Linguistica (M-Z) – A.A. 2010 / 2011 – [email protected] N.B.: lessicale ≠ libero, grammaticale ≠ legato: lessicale grammaticale libero ing. chair ing. will (marca di futuro) legato it. cas‒ it. ‒a (femminile singolare) In italiano, solo le parole invariabili sono monomorfemiche; in inglese, la situazione è diversa #dog# → parola monomorfemica, morfema lessicale libero #dog-s# → un morfema lessicale libero e un morfema grammaticale legato → in inglese, informazioni quali il numero (singolare vs. plurale) vengono codificate su parole (morfemi liberi), in italiano su radici (morfemi legati), quali tavol-, bell-, etc. 6 Istituzioni di Linguistica (M-Z) – A.A. 2010 / 2011 – [email protected] Affissi e radici: prefisso radice suffisso ri-copr-o (a) prefissazione: aggiunta di un morfo a sinistra della parola Ess.: sfortunato, indefinito, preallarme (b) infissazione: aggiunta di morfi all’interno di una parola Ess.: batad ifugao (lingua delle Filippine) dinumloh ‘ha piovuto forte’ → in = passato (c) suffissazione: aggiunta di morfi alla destra della parola Ess.: riscaldamento, dolcemente, latinista N.B.: prefissi + suffissi + infissi = affissi; suffissi grammaticali = desinenze 7 Istituzioni di Linguistica (M-Z) – A.A. 2010 / 2011 – [email protected] Esempi di analisi dei morfemi: #nord# → parola monomorfemica, morfema lessicale libero #città# → parola monomorfemica, morfema lessicale libero #tavol-o# → un morfema lessicale e un morfema grammaticale, entrambi legati #bell-o# → un morfema lessicale e un morfema grammaticale, entrambi legati #dis-armon-ic-o# → un morfema lessicale (armon-) e tre morfemi grammaticali, tutti legati #asciug-a-capell-i# → due morfemi lessicali e due morfemi grammaticali, tutti legati Qual è il significato dei morfemi che compongono le parole analizzate? 8 Istituzioni di Linguistica (M-Z) – A.A. 2010 / 2011 – [email protected] 1.2 Morfo e morfema Il morfema è la più piccola unità linguistica dotata di significato. → in realtà, il morfema è un’unità del livello astratto; un morfema viene rappresentato fonologicamente, realizzato concretamente da (allo)morfi Fonologia Morfologia Livello astratto Fonema Morfema Livello concreto (allo)foni (allo)morfi Morfo = “ogni elemento di significante segmentabile all’interno di una parola” Morfema = elemento di significato 9 Istituzioni di Linguistica (M-Z) – A.A. 2010 / 2011 – [email protected] Ad un solo morfo possono corrispondere più morfemi, ovvero, una sola forma può veicolare più significati Ess.: Sergio parla molto lentamente #parl-a# significante -a significato {Presente} {Indicativo} {3° Persona} {Singolare} 10 Istituzioni di Linguistica (M-Z) – A.A. 2010 / 2011 – [email protected] Ess.: Sergio è simpatico #è# significante significato è {essere} {Presente} {Indicativo} {3° Persona} {Singolare} → Un morfo a cui corrispondono più significati è detto morfo cumulativo; l’insieme dei morfemi rappresentati da un unico morfo viene definito pacchetto morfemico 11 Istituzioni di Linguistica (M-Z) – A.A. 2010 / 2011 – [email protected] Morfi zero: morfemi privi di significante → russo kniga ‘libro’ (nominativo singolare) vs. knig (genitivo plurale, ‘dei libri’); cf. student ‘studente’ (nominativo singolare) vs. studentov (genitivo plurale) → “opposizione di qualcosa con niente” (de Saussurre); problema per un modello di morfologia a ‘entità e disposizioni’ Morfi vuoti: morfi privi di significato Es.: am-a-re, tem-e-re, dorm-i-re am-a-v-o tem-e-v-o dorm-i-v-o AMARE-?-imperfetto-1° p.s. TEMERE-?-imperfetto-1° p.s. DORMIRE-?-imperfetto-1° p.s. am-a-te AMARE-?-2° p.p. tem-e-te TEMERE-?-2° p.p. dorm-i-te DORMIRE-?-2° p.p. → vocali tematiche: hanno un significante stabile, posizione fissa, ma non significato; la loro funzione è quella di indicare la classe di coniugazione del verbo (1°, 2°, 3°) 12 Istituzioni di Linguistica (M-Z) – A.A. 2010 / 2011 – [email protected] La struttura del verbo italiano: <parlare> → parlradice avocale tematica TEMA re desinenza flessiva . amare radice am‒ tema ama‒ temere tem‒ teme‒ dormire dorm‒ dormi‒ forme singolari del presente indicativo (amo, teme, dormi) → allomorfi di uno stesso morfema lessicale forme dell’imperfetto (amava, temevi, dormivate) 13 Istituzioni di Linguistica (M-Z) – A.A. 2010 / 2011 – [email protected] 2. Allomorfia e suppletivismo Allomorfi = morfi diversi che corrispondono ad uno stesso morfema Es.: inutile illogico impossibile irrilevante → in‒ ‘non X’ → cf. la nozione di allofono; anche gli allomorfi non compaiono mai negli stessi contesti Il morfema del plurale nominale in inglese ha tre forme (allomorfi) book-s girl-s hors-es [s] [z] [ɪz] → significante significato [s] [z] [ɪz] {Plurale} 14 Istituzioni di Linguistica (M-Z) – A.A. 2010 / 2011 – [email protected] Es./2: il morfema indicante in italiano l’azione del leggere: legg- (legg-o, legg-i, ecc.) less- (less-i, less-e) lett- (lett-o, lett-a, ecc.) Plurale nominale turco (armonia vocalica) adam ‘uomo’ → ev ‘casa’ → # adam+lar # # ev+ler # {uomo}+{Plurale} {casa}+{Plurale} 15 Istituzioni di Linguistica (M-Z) – A.A. 2010 / 2011 – [email protected] 2.1 L’allomorfia in un modello a entità e processi Modello a entità e processi: parole come concatenazione di morfemi (≈ modello a entità e disposizioni); ogni morfema ha un allomorfo di base / rappresentazione soggiacente a un livello profondo, che può subire delle trasformazioni a contatto con altre entità → trasformazioni effetto di processi fonologici regolari → verbi italiani: tema come allomorfo di base (ama, teme, dorme) → Regola di cancellazione di vocale: V[- acc] → ø / ____ + V → ama + o = amo (cancellazione di a) → ama + te = amate cf.: → lo zio, l’amico 16 Istituzioni di Linguistica (M-Z) – A.A. 2010 / 2011 – [email protected] 2.2 L’allomorfia in un modello a lessemi e paradigmi Non tutti i casi di allomorfia sono spiegabili con processi fonologici: → am-a, dorm-e, tem-e → scelta dell’allomorfo determinata dalla classe di flessione, una proprietà del lessema Cf. paradigma del presente indicativo di udire odo odi ode udiamo udite odono (*udo) (*udi) (*ude) (*odiamo) (*odite) (*udono) → allomorfia od‒ / ud‒ non spiegabile né dal punto di fonologico, né semantico (numero) 17 Istituzioni di Linguistica (M-Z) – A.A. 2010 / 2011 – [email protected] → classi di partizione dei paradigmi verbali italiani Presente indicativo (di alcuni verbi): 1° p.s. 2° p.s. 3° p.s. 1° p.p. 2° p.p. 3° p.p. CLASSE B CLASSE A CLASSE B sedere finire uscire andare siedo siedi siede sediamo sedete siedono finisco finisci finisce finiamo finite finiscono esco esci esce usciamo uscite escono vado vai va andiamo andate vanno → alternanze fonologiche diverse; ciò che questi verbi hanno in comune è la partizione 18 Istituzioni di Linguistica (M-Z) – A.A. 2010 / 2011 – [email protected] → le classi di flessione e le classi di partizione servono a spiegare i casi di allomorfia, così come i processi fonologici: vinco vinci vince vinciamo vincete vincono reggo reggi regge reggiamo reggete reggono gioco giochi gioca giochiamo giocate giocano pago paghi paga paghiamo pagate pagano k/ʧ g /ʤ k g → allomorfia motivata fonologicamente, ma non per i verbi della 1° coniugazione 19 Istituzioni di Linguistica (M-Z) – A.A. 2010 / 2011 – [email protected] 2.3 Suppletivismo Suppletivismo: quando, in una serie morfologicamente omogenea, si trovano radicali forme diverse che intrattengono evidenti rapporti semantici senza evidenti rapporti formali → caso ‘estremo’ di allomorfia Ess.: vado, vai, va, vanno vs. andiamo, andate buono vs. migliore vs. ottimo (cf. buonissimo) acqua vs. idrico cavallo vs. equino Bologna vs. felsineo (cf. bolognese) → fenomeno che frequentemente è spiegabile con la ‘coesistenza’ di lessemi dall’origine diversa: vado, vai, va, vanno vs. andiamo, andate → lat. vadere vs. ambulare (?) → cf. francese j’irai ‘andrò’, nous irons ‘andremo’ < lat. ire acqua vs. idrico → lat. aqua(m) vs. gr. hýdōr cavallo vs. equino → lat. caballu(m) ‘cavallo da lavoro’ vs. equus ‘cavallo’ Bologna vs. felsineo (cf. bolognese) → lat. Felsina ‘nome etrusco di Bologna’ 20 Istituzioni di Linguistica (M-Z) – A.A. 2010 / 2011 – [email protected] Suppletivismo debole vs. suppletivismo forte: Suppletivismo debole (o parziale): buy vs. bought, Arezzo vs. aretino → la relazione tra le forme è più ‘visibile’ rispetto ai casi di suppletivismo forte → anche il rapporto tra esci e uscire può essere descritto come suppletivismo debole → cf. corretto vs. correzione, perfetto vs. perfezione, costrutto vs. costruzione: allomorfia o suppletivismo debole? → l’alternanza corretto / correzione è una regola fonologica attiva dell’italiano (marte vs. marziano, etc.); quella arezzo vs. aretino è attestata solo in alcuni nomi come Piacenza vs. Piacentino, Vicenza vs. Vicentino; nel primo caso parliamo di allomorfia, nel secondo di suppletivismo debole Suppletivismo forte: alternanza dell’intera radice (e non solo di alcuni fonemi): → Chieti vs. teatino → lat. teatīnu(m), da Teate ‘Chieti’ → ingl. go vs. went → go ‘andare’, wend ‘procedere’ (ora pass. wended) 21