Riassunto delle caratteristiche del prodotto 1. DENOMINAZIONE

Riassunto delle caratteristiche del prodotto
1. DENOMINAZIONE
ALPRAZOLAM ABC 0,25
ALPRAZOLAM ABC 0,50
ALPRAZOLAM ABC 1
ALPRAZOLAM ABC 0,75
mg compresse
mg compresse
mg compresse
mg/ml gocce orali, soluzione
2. COMPOSIZIONE QUALI-QUANTITATIVA
ALPRAZOLAM ABC 0,25 mg compresse
Una compressa contiene:
Principio attivo: alprazolam mg 0,25
ALPRAZOLAM ABC 0,50 mg compresse
Una compressa contiene:
Principio attivo: alprazolam mg 0,50
ALPRAZOLAM ABC 1 mg compresse
Una compressa contiene:
Principio attivo: alprazolam mg 1
ALPRAZOLAM ABC 0,75 mg/ml gocce orali, soluzione
1 ml di soluzione contiene:
Principio attivo: alprazolam mg 0,75
10 gocce corrispondono a 0,25 mg di alprazolam.
Per gli eccipienti v. punto 6.1
3. FORMA FARMACEUTICA
Compresse; Gocce orali, soluzione.
4. INFORMAZIONI CLINICHE
4.1 INDICAZIONI TERAPEUTICHE
L’alprazolam è indicato nel trattamento dei disturbi di ansia. L’ alprazolam è
anche efficace nel trattamento dell’ansia associata a depressione e nel
trattamento del disturbo da attacchi di panico con o senza evitamento fobico. E’
anche indicato per bloccare o attenuare gli attacchi di panico e le fobie nei
pazienti affetti da agorafobia con attacchi di panico.
4.2 POSOLOGIA E MODO DI SOMMINISTRAZIONE
Il dosaggio ottimale di ALPRAZOLAM va individualizzato a seconda della gravità
dei sintomi e della risposta soggettiva del paziente. Le indicazioni posologiche
riportate dovrebbero coprire le esigenze della maggior parte dei pazienti.
Qualora fosse necessario un dosaggio più elevato le dosi vanno aumentate
gradualmente per evitare rischi di effetti collaterali. In questi casi è
consigliabile aumentare prima la dose serale di quella diurna.
In generale i pazienti mai trattati con psicofarmaci richiedono dosi minori
rispetto a quei pazienti precedentemente trattati con ansiolitici o sedativi,
antidepressivi, ipnotici o a pazienti alcolisti cronici.
Si consiglia di usare sempre la dose più bassa per evitare il rischio di
sedazione residua o atassia.
In caso di effetti collaterali già con la somministrazione iniziale si consiglia
di diminuire il dosaggio.
I pazienti dovrebbero essere periodicamente controllati per adattare il dosaggio
nel modo più appropriato.
Il trattamento deve essere il più breve possibile.
Bisogna seguire il paziente con regolarità valutando attentamente la necessità
di continuare il trattamento, in modo particolare quando il paziente diventa
asintomatico.
Ansia e ansia associata a depressione La dose iniziale varia da 0,25 a 0,50 mg 3
volte al di’. Questo dosaggio verrà aumentato secondo le esigenze del paziente
fino ad un massimo di 4 mg al giorno in somministrazioni suddivise; la durata
complessiva del trattamento, generalmente, non dovrebbe superare le 8-12
settimane compreso il periodo di sospensione graduale. In determinati casi, può
essere necessaria l’estensione oltre il periodo massimo di trattamento; in tal
caso, ciò non deve avvenire senza una rivalutazione della condizione del
paziente da parte dello specialista.
Nei pazienti anziani, in pazienti con epatopatia grave o in presenza di malattie
organiche debilitanti si consiglia di iniziare con 0,25 mg 2-3 volte al giorno e
di aumentare in caso di necessità, solo se tollerato.
Agorafobia e disturbo da attacchi di panico Nei pazienti con agorafobia
associata ad attacchi di panico o con disturbo da attacchi di panico con o senza
evitamento fobico, la dose iniziale è di 0,5-1 mg, somministrata prima di
coricarsi, per uno o due giorni. La dose dovrebbe quindi essere adattata secondo
la risposta del singolo paziente. Gli incrementi del dosaggio non devono
superare 1 mg ogni tre o quattro giorni. Gli incrementi di dosaggio possono
essere effettuati dapprima a mezzogiorno, poi al mattino e infine nel
pomeriggio/ sera fino al raggiungimento di uno schema posologico 3 o 4 volte al
giorno per una durata non superiore a 8 mesi.
Interruzione della terapia Come buona regola clinica, la somministrazione deve
essere sospesa lentamente. Si suggerisce di ridurre il dosaggio giornaliero di
non più di 0,5 mg ogni tre giorni. Alcuni pazienti possono richiedere una
riduzione ancora più graduale.
4.3 CONTROINDICAZIONI
Miastenia gravis. Ipersensibilità alle benzodiazepine e loro derivati o ad uno
qualsiasi degli eccipienti del prodotto.
Grave insufficienza respiratoria. Grave insufficienza epatica. Sindrome da apnea
notturna. Glaucoma acuto ad angolo chiuso. Il prodotto può essere usato nei
pazienti con glaucoma ad angolo aperto che ricevono una terapia appropriata.
Non somministrare ai bambini (v. par. 4.4), nel primo trimestre di gravidanza e
durante l’allattamento (v. par. 4.6).
4.4 SPECIALI AVVERTENZE E PRECAUZIONI PER L’USO
Le benzodiazepine sono indicate soltanto quando la sintomatologia è grave,
disabilitante o sottopone il soggetto a grave malessere.
Le situazioni ansiose o
di tensione connesse con lo stress quotidiano
solitamente non richiedono un trattamento con ansiolitici.
Tolleranza
Dopo un uso ripetuto per alcune settimane può manifestarsi una perdita di
efficacia delle benzodiazepine relativamente agli effetti ipnotici.
Dipendenza
L’uso di benzodiazepine può condurre allo sviluppo di dipendenza fisica e
psichica da questi farmaci. Il rischio di dipendenza aumenta con la dose e la
durata del trattamento; esso è maggiore in pazienti con una storia di abuso di
stupefacenti o alcool.
Una volta che la dipendenza fisica si è sviluppata, la sospensione brusca del
trattamento sarà accompagnata dai sintomi da astinenza.
Questi possono consistere in cefalee, dolori muscolari, ansia di estrema
gravità, tensione, irrequietezza, confusione ed irritabilità.
Nei casi gravi
possono manifestarsi i seguenti sintomi: derealizzazione, depersonalizzazione,
iperacusia, intorpidimento e formicolio delle estremità, ipersensibilità alla
luce, al rumore e al contatto fisico, allucinazioni o crisi epilettiche.
Insonnia ed ansia rebound: sindrome transitoria in cui i sintomi che hanno
condotto al trattamento con benzodiazepine ricorrono in forma aggravata; può
manifestarsi all’ interruzione del trattamento.
Può essere accompagnata da altre reazioni, compresi i cambiamenti di umore,
ansia, irrequietezza o disturbi del sonno. Poiché il rischio di sintomi da
astinenza o da rimbalzo è maggiore dopo la sospensione brusca del trattamento,
si consiglia di diminuire gradualmente il dosaggio.
Durata del trattamento
La durata del trattamento deve essere la più breve possibile (v. par. 4.2) e nel
caso dell’ansia non deve superare le 8-12 settimane, compreso il periodo di
sospensione graduale. L’estensione della terapia oltre questo periodo non deve
avvenire senza una accurata rivalutazione della situazione clinica. Può essere
utile informare il paziente quando il trattamento è iniziato che esso sarà di
durata limitata e spiegare precisamente come il dosaggio deve essere diminuito
progressivamente.
Inoltre è importante che il paziente sia informato della possibilità di fenomeni
di rebound, al fine di minimizzare la reazione ansiosa che l’eventuale comparsa
di tali sintomi potrebbe scatenare alla sospensione del medicinale.
E’ accertato che, nel caso di benzodiazepine con una breve durata di azione,
possono comparire sintomi da astinenza nell’intervallo tra una dose e l’altra,
particolarmente per dosaggi elevati.
Quando si usano benzodiazepine con una lunga durata di azione è importante
avvisare il paziente che è sconsigliabile il cambiamento improvviso con una
benzodiazepina a breve durata di azione, poiché possono comparire sintomi da
astinenza.
Interruzione del trattamento
Come ogni altra benzodiazepina, il dosaggio di alprazolam deve essere ridotto
gradualmente dal momento che l’interruzione brusca o troppo veloce può portare
alla comparsa di sintomi da astinenza.
I sintomi da astinenza possono includere lieve disforia e insonnia o presentarsi
come sindromi maggiori con crampi muscolari e addominali, vomito, sudorazione,
tremori.
Occasionalmente possono comparire episodi convulsivi da astinenza in seguito a
rapida diminuzione o interruzione brusca della terapia con alprazolam.
Questi sintomi, specialmente i più gravi, sono generalmente più comuni in quei
pazienti che sono stati trattati con dosi eccessive per prolungati periodi di
tempo. Comunque, sintomi da astinenza sono stati segnalati anche a seguito di
brusca
interruzione
della
somministrazione
di
dosaggi
terapeutici
di
benzodiazepine. Pertanto l’interruzione brusca deve essere evitata e deve essere
prescritta una riduzione graduale del dosaggio (v. par. 4.2).
Durante la sospensione del farmaco in pazienti affetti da disturbo da attacchi
di panico, a volte si possono osservare sintomi legati alla ricomparsa degli
attacchi di panico che simulano quelli tipici da astinenza.
Amnesia
Le benzodiazepine possono indurre amnesia anterograda. Ciò accade più spesso
parecchie ore dopo l’ingestione del farmaco e, quindi, per ridurre il rischio il
paziente dovrebbe accertarsi di disporre di un periodo ininterrotto di 7-8 ore
da trascorrere nel sonno (v. par.4.8).
Reazioni psichiatriche e paradosse
E’ noto che l’uso di benzodiazepine può indurre reazioni come irrequietezza,
agitazione,
irritabilità,
aggressività,
delusione,
collera,
incubi,
allucinazioni, psicosi, alterazioni del comportamento. Se ciò dovesse avvenire,
l’uso del medicinale deve essere sospeso. Tali reazioni sono più frequenti nei
bambini e negli anziani.
Gruppi specifici di pazienti
Le benzodiazepine non devono essere somministrate ai bambini se non dopo una
valutazione attenta dell’effettiva necessità del trattamento e dei possibili
rischi; qualora il trattamento sia ritenuto necessario la durata dello stesso
dovrà essere la più breve possibile. I dosaggi indicati per gli anziani sono più
bassi rispetto a quelli per gli adulti (v. par.4.2). Egualmente, dosaggi ridotti
sono indicati nei pazienti con insufficienza respiratoria cronica a causa del
rischio di depressione respiratoria.
Si raccomandano le usuali precauzioni nel trattamento di pazienti con alterata
funzionalità epatica e/o renale, mentre le benzodiazepine non sono indicate nei
pazienti con grave insufficienza epatica in quanto possono precipitare
l’encefalopatia. Le benzodiazepine non sono indicate come trattamento primario
della malattia psicotica. Le benzodiazepine non devono essere usate come unico
trattamento della depressione o dell’ansia associata alla depressione (aumentano
il rischio di suicidio in questi pazienti).
L’alprazolam non dovrebbe essere usato in quei pazienti nei quali la depressione
è caratterizzata da rallentamento psicomotorio; in pazienti affetti da
depressione endogena, bipolare o con sintomi psicotici.
L’associazione con altri psicofarmaci richiede particolare cautela e vigilanza
da parte del medico ad evitare inattesi effetti da interazione.
Come con altri farmaci psicotropi, l’ alprazolam in pazienti gravemente depressi
o con tendenze suicide deve essere somministrato con le dovute precauzioni e
prescritto in confezione appropriata.
Dal momento che nel disturbo da attacchi di panico si osserva una concomitante
patologia depressiva (primaria o secondaria) con aumento dei casi di suicidio
nei pazienti non trattati, è importante che la medesima precauzione sia presa
quando l’alprazolam è impiegato per il trattamento dei pazienti con disturbo da
attacchi di panico analogamente all’ uso di un qualsiasi farmaco psicotropo nel
trattamento di pazienti depressi o di quelli in cui si sospetta ideazione o
tentativo di suicidio.
Le benzodiazepine devono essere usate con estrema cautela in pazienti con una
storia di abuso di stupefacenti o alcool.
Pazienti che abitualmente abusino di alcool e/o sostanze stupefacenti, quando in
trattamento con benzodiazepine devono essere tenuti sotto stretto controllo
medico, a causa della predisposizione di tali soggetti all’ assuefazione e alla
dipendenza.
Per lo stesso motivo i pazienti devono essere avvertiti dei pericoli connessi
con la contemporanea assunzione di alcool o di altri farmaci aventi azione
depressiva sul SNC.
Le gocce orali contengono alcool etilico (circa 13%): dieci gocce pari a 0,25 mg
di alprazolam contengono oltre 43 mg di alcool etilico: pertanto, il prodotto
può essere pericoloso per soggetti con patologie epatiche, alcolisti, soggetti
epilettici o con patologie cerebrali, donne in gravidanza e bambini. L’ alcool
etilico può modificare o incrementare l’ effetto di altri medicinali.
4.5 INTERAZIONI
L’ assunzione concomitante di alcool va evitata. L’effetto sedativo può essere
aumentato quando il medicinale è assunto congiuntamente all’ alcool. Ciò
influenza negativamente la capacità di guidare o di usare macchinari.
Associazione con farmaci che deprimono il SNC: l’effetto depressivo centrale può
aumentare nei casi di uso concomitante di antipsicotici (neurolettici),
ipnotici,
ansiolitici/sedativi,
antidepressivi,
narcotici
analgesici,
antiepilettici, anestetici e antistaminici sedativi.
Nel caso di narcotici analgesici può verificarsi un aumento dell’effetto
euforizzante del narcotico.
Composti che inibiscono determinati enzimi epatici (specialmente il citocromo P
450) possono aumentare l’attività delle benzodiazepine.
In minor grado, questo si applica anche alle benzodiazepine metabolizzate
soltanto per coniugazione.
Le concentrazione plasmatiche allo steady state di imipramina e desipramina
aumentano rispettivamente del 31% e del 20% a seguito di somministrazione
concomitante di alprazolam in dosi fino a 4 mg/die.
Sono state descritte interazioni cinetiche tra le benzodiazepine ed altri
farmaci. Per esempio la clearance dell’ alprazolam e di alcune altre
benzodiazepine può essere diminuita dalla somministrazione concomitante di
cimetidina o antibiotici macrolidi.
Il significato clinico di questi effetti non è stato definito.
4.6 GRAVIDANZA E ALLATTAMENTO
A causa di potenziali rischi di malformazioni congenite, già osservate con
altre benzodiazepine, non somministrare alprazolam nel primo trimestre di
gravidanza.
Se il prodotto viene prescritto ad una donna in età fertile, la paziente deve
essere avvertita dell’opportunità di contattare il suo medico per interrompere
l’assunzione del prodotto nel caso intenda iniziare una gravidanza o sospetti di
essere incinta.
Se, per gravi motivi medici, il prodotto è somministrato durante l’ultimo
periodo della gravidanza o durante il travaglio a dosi elevate, possono
verificarsi effetti sul neonato quali ipotermia, ipotonia e moderata depressione
respiratoria dovuti all’azione del farmaco.
Inoltre, neonati nati da madri cha hanno assunto benzodiazepine cronicamente
durante le fasi avanzate della gravidanza possono sviluppare dipendenza fisica e
possono presentare un certo rischio di sviluppare i sintomi da astinenza nel
periodo postnatale. Poiché le benzodiazepine sono escrete nel latte materno,
esse non devono essere somministrate alle madri che allattano al seno.
4.7 EFFETTI SULLA GUIDA E SULL’USO DI MACCHINE
La sedazione, l’amnesia, la ridotta capacità di concentrazione e la ridotta
funzione muscolare possono influenzare negativamente la capacità di guidare o
utilizzare macchinari. Se la durata del sonno è stata insufficiente, la
probabilità che la vigilanza sia alterata può essere aumentata (v. par. 4.5).
Dato l’effetto depressivo sul SNC dell’alprazolam, i pazienti in trattamento con
il farmaco devono essere avvertiti che potrebbe essere per loro pericoloso
dedicarsi ad attività che richiedano una completa attenzione mentale, quale
lavorare a macchinari pericolosi o guidare autoveicoli, fino a che non sia
possibile escludere per ogni paziente l’insorgenza di sonnolenza o vertigini.
4.8 EFFETTI INDESIDERATI
Gli eventuali effetti indesiderati dell’ alprazolam vengono osservati
generalmente all’inizio del trattamento e solitamente si risolvono con il
proseguimento della terapia o riducendo le dosi.
Nei pazienti in trattamento per ansia o ansia associata a depressione, gli
effetti
indesiderati
più
frequentemente
riportati
sono
sonnolenza,
vertigini/senso di testa vuota.
Meno frequentemente sono stati segnalati annebbiamento della vista, cefalea,
depressione, insonnia, nervosismo, tremore, variazioni ponderali, disturbi della
memoria/amnesia,
disturbi
della
coordinazione,
atassia,
sintomi
gastrointestinali e iperattività del sistema nervoso autonomo.
Come con altre benzodiazepine si possono manifestare in rari casi reazioni
paradosse
quali:
eccitazione,
agitazione,
difficoltà
di
concentrazione,
confusione, allucinazioni ed altre alterazioni del comportamento.
Inoltre si possono osservare: riduzione delle risposte emotive e della
vigilanza, reazioni cutanee.
In rari casi è stato segnalato aumento della pressione intraoculare. Associate
all’impiego di ansiolitici benzodiazepinici, alprazolam compreso, sono state
inoltre segnalate le seguenti reazioni avverse: distonia, irritabilità,
anoressia, affaticamento, difficoltà di linguaggio, diplopia, ittero, debolezza
muscolare, alterazioni della libido, irregolarità mestruali, incontinenza o
ritenzione urinaria ed alterazioni della funzionalità epatica.
Gli effetti collaterali più comuni nei pazienti in trattamento per disturbi da
attacchi
di
panico
sono
sedazione/sonnolenza,
affaticamento,
atassia/incoordinazione e difficoltà di linguaggio.
Effetti
indesiderati
meno
comuni
sono:
variazioni
dell’umore,
sintomi
gastrointestinali, dermatite, disturbi della memoria, disfunzioni sessuali,
alterazione della sfera intellettiva e confusione.
Amnesia
Amnesia anterograda può verificarsi anche ai dosaggi terapeutici; il rischio
aumenta ai dosaggi più alti. Gli effetti amnesici possono essere associati con
alterazioni del comportamento (cfr. 4.4)
Depressione
Uno stato depressivo preesistente può essere smascherato durante l’uso
prolungato di benzodiazepine.
Reazioni psichiatriche e paradosse
Le benzodiazepine o i composti benzodiazepino-simili possono causare reazioni
come: irrequietezza, agitazione, irritabilità, aggressività, delusione, collera,
incubi, allucinazioni, psicosi, alterazioni del comportamento.
Tali reazioni possono essere abbastanza gravi: sono più frequenti nei bambini e
negli anziani.
Dipendenza
L’uso di benzodiazepine (anche alle dosi terapeutiche) può condurre allo
sviluppo di dipendenza: la sospensione della terapia può provocare fenomeni di
rebound o di astinenza (cfr. 4.4).
E’ stato segnalato abuso di benzodiazepine.
4.9 SOVRADOSAGGIO
I sintomi di sovradosaggio si manifestano come aumento della sua attività
farmacologica, soprattutto atassia e sonnolenza.
Una dose eccessiva di benzodiazepine non dovrebbe costituire rischio per la
vita, a meno che non vi sia assunzione concomitante di altri deprimenti del SNC
(incluso l’alcool).
Nel trattamento del sovradosaggio di qualsiasi farmaco, deve essere considerata
la possibilità che siano state assunte contemporaneamente altre sostanze.
A seguito di una dose eccessiva di benzodiazepine per uso orale, si deve indurre
il vomito (entro un’ora) se il paziente è cosciente o somministrare la lavanda
gastrica con protezione delle vie respiratorie se il paziente è privo di
conoscenza.
Se non si osserva miglioramento con lo svuotamento dello stomaco, si deve
somministrare carbone attivo per ridurre l’assorbimento. Si deve prestare
particolare attenzione alle funzioni respiratorie e cardiovascolari nella
terapia intensiva. Il sovradosaggio di benzodiazepine si manifesta solitamente
con vario grado di depressione del SNC che varia dalla sonnolenza al coma. Nei
casi lievi, i sintomi includono sonnolenza, confusione mentale e letargia. Nei
casi più gravi i sintomi possono includere atassia, ipotonia, ipotensione,
depressione respiratoria, raramente coma e molto raramente morte.
Il flumazenil può essere un utile antidoto.
Esperimenti effettuati in animali indicano che dopo una dose massiva per via
endovenosa di ALPRAZOLAM (oltre 195 mg/kg; più di 975 volte la massima dose
giornaliera nell’uomo) può manifestarsi collasso cardiocircolatorio.
Gli animali furono trattati con ventilazione meccanica ed infusione endovenosa
di noradrenalina. Altri esperimenti su animali hanno dimostrato che l’emodialisi
e la diuresi forzata sono di scarsa utilità nel trattamento del sovradosaggio.
5. PROPRIETA’ FARMACOLOGICHE
5.1 PROPRIETA’ FARMACODINAMICHE
Categoria Farmacoterapeutica: ansiolitico
Codice A.T.C. N05BA12
L’alprazolam è una triazolobenzodiazepina appartenente al gruppo terapeutico
ansiolitici-ipnotici-sedativi.
L’alprazolam si lega al sito GABAergico delle benzodiazepine sinergizzando
l’attività del GABA, neurotrasmettitore di tipo inibitorio, determinando così
una riduzione dell’eccitazione neuronale. Questa caratteristica conferisce alla
molecola proprietà ansiolitiche - ipnotiche - sedative.
Studi clinici in volontari sani hanno dimostrato che dosi singole fino a 4 mg
producono degli effetti che possono essere considerati estensioni della sua
attività farmacologica.
Non sono stati osservati effetti significativi sul sistema cardiovascolare o
sull’apparato respiratorio.
5.2 PROPRIETA’ FARMACOCINETICHE
Dopo somministrazione orale l’alprazolam viene rapidamente assorbito. Le
massime concentrazioni plasmatiche si ottengono da 1 a 2 ore dopo la
somministrazione del farmaco. I livelli plasmatici sono proporzionali alla dose;
nell’arco di dosi tra 0,5 e 3 mg, si rilevano picchi plasmatici da 8 a 37 ng/ml.
L’emivita media dell’alprazolam nell’adulto sano è di 11,2 ore (intervallo: 6,326,9 ore).
I principali metaboliti sono l’alfaidrossialprazolam ed un benzofenone.
L’attività biologica dell’idrossialprazolam è circa la metà di quella
dell’alprazolam. Il benzofenone è inattivo. I livelli plasmatici di questi
metaboliti sono estremamente bassi, tuttavia le loro emivite sono dello stesso
ordine di grandezza di quella dell’alprazolam.
L’alprazolam ed i suoi metaboliti vengono escreti principalmente con le urine.
L’alprazolam non influenza il tempo di protrombina o i livelli plasmatici di
warfarin nei volontari ai quali il warfarin è stato somministrato oralmente.
In vitro l’alprazolam si lega per circa l’80% alle proteine sieriche.
Dopo somministrazione nel topo femmina gravida dell’alprazolam 14 C, la
radioattività si distribuì uniformemente nei feti in concentrazioni di 14 C
approssimativamente uguali a quelle presenti nel sangue e nel muscolo
scheletrico della madre.
Differenze nella cinetica e nel metabolismo delle benzodiazepine sono state
osservate in diverse condizioni patologiche, comprendenti alcolismo ed
anormalità della funzionalità epatica e renale, così come nel paziente
geriatrico. In soggetti anziani sani, l’emivita media dell’alprazolam è di 16,3
ore (intervallo: 9-26,9 ore). In donne sane l’assunzione concomitante di
anticoncezionali orali prolunga l’emivita dell’alprazolam (emivita media: 12,4
ore). Anche la concomitante assunzione di cimetidina allunga l’emivita media
dell’alprazolam (16,6 ore). In pazienti con epatopatia alcolica l’emivita
dell’alprazolam varia da 5,8 a 65,3 ore, con una media di 19,7 ore.
In soggetti obesi l’intervallo di emivita del farmaco varia da 9,9 a 40,4 ore,
in media 21,8 ore.
In considerazione della similarità dell’alprazolam con le altre benzodiazepine,
si ipotizza che il farmaco attraversi la placenta e venga escreto nel latte
materno.
5.3 DATI PRECLINICI DI SICUREZZA
I dati di tossicità acuta relativi all’animale da esperimento sono i seguenti:
specie animale
Topo
Ratto
Ratto
somministrazione
i.p.
p.o.
i.p.
DL 50 (mg/kg)
500
2171
819
Negli studi di tossicità cronica condotti su ratti trattati oralmente per 2 anni
con alprazolam alle dosi di 3, 10, 30 mg/kg/die (da 15 a 150 volte la dose
massima
impiegata
nell’uomo),
fu
osservata
una
tendenza
all’aumento
dell’incidenza di cataratte correlato alla dose nelle femmine ed una tendenza
alla comparsa di vascolarizzazione corneale, anch’essa correlata alla dose, nei
maschi. Tali lesioni apparvero solo dopo 11 mesi dall’inizio del trattamento.
Studi condotti sull’animale da esperimento (ratto e coniglio) hanno indicato che
l’alprazolam non è teratogeno e non influenza la fertilità. Le prove di
carcinogenesi e di mutagenesi sono risultate negative.
6. INFORMAZIONI FARMACEUTICHE
6.1 LISTA DEGLI ECCIPIENTI
ALPRAZOLAM ABC 0,25 mg compresse: lattosio, cellulosa microcristallina,
docusato sodico, silice colloidale, amido di mais, magnesio stearato.
ALPRAZOLAM ABC 0,50 mg compresse: lattosio, cellulosa microcristallina, docusato
sodico, silice colloidale, amido di mais, magnesio stearato, sunset yellow
(E110).
ALPRAZOLAM ABC 1 mg compresse: lattosio, cellulosa microcristallina, docusato
sodico, silice colloidale, amido di mais, magnesio stearato, indigotina (E132).
ALPRAZOLAM ABC 0,75 mg/ml gocce orali, soluzione: alcool etilico,
propilenico, saccarinato di sodio, aroma amarena, acqua depurata.
glicole
6.2 INCOMPATIBILITA’
Non sono noti dati al riguardo.
6.3 VALIDITA’
Compresse: 4 anni.
Soluzione per gocce orali: 3 anni.
6.4 SPECIALI PRECAUZIONI PER LA CONSERVAZIONE
Conservare nella confezione originale per proteggere il prodotto dalla luce.
Validità dopo la prima apertura del flacone: 3 mesi.
6.5 CONTENITORE, CONFEZIONI
Compresse: astuccio litografato contenente 20 compresse in blister
Gocce orali: astuccio litografato contenente un flacone di vetro da 20 ml e da
30 ml
6.7 ISTRUZIONI PER L’USO
Vedi par. 4.2.
7 TITOLARE DELL’AUTORIZZAZIONE ALL’IMMISSIONE IN COMMERCIO
ABC FARMACEUTICI S.p.A.
Corso Vittorio Emanuele II, 72
TORINO
8 NUMERO DELL’AUTORIZZAZIONE ALL’IMMISSIONE IN COMMERCIO
ALPRAZOLAM ABC 0,25 mg compresse - 20 compresse
AIC
ALPRAZOLAM ABC 0,50 mg compresse - 20 compresse
AIC
ALPRAZOLAM ABC 1 mg compresse - 20 compresse
AIC
ALPRAZOLAM ABC 0,75 mg/ml gocce orali, soluzione - flacone 20 ml
AIC
ALPRAZOLAM ABC 0,75 mg/ml gocce orali, soluzione - flacone 30 ml
AIC
ALPRAZOLAM ABC 0,25 mg compresse - 30 compresse
ALPRAZOLAM ABC 0,50 mg compresse - 30 compresse
n. 035415013
n. 035415025
n. 035415037
n. 035415049
n. 035415076
AIC n. 035415052
AIC n. 035415064
9 DATA DI PRIMA AUTORIZZAZIONE/RINNOVO DELL’AUTORIZZAZIONE 10/02/03
10 DATA DI (PARZIALE) REVISIONE DEL TESTO Luglio 2009