L`accesso a una informazione diversificata è uno

Miscellanea
sanità e non solo … tessere per il tuo mosaico
Promuovi libertà, giustizia, solidarietà, partecipazione … impegno democratico
18 Marzo 2007 a cura di [email protected]
L’accesso a una informazione diversificata è uno degli strumenti più efficaci per difendere la democrazia e i propri diritti; senza informazione e senza conoscenza non
c’è democrazia. Le istituzioni democratiche non devono essere soffocate dalle concentrazioni mediatiche e finanziarie; in una società in cui l’informazione è sempre più
manipolata e al servizio dei “poteri forti”, i primi a essere calpestati sono proprio i diritti della persona, della collettività e il bene comune. All’insegna dei fondamentali
valori di “Libertà, giustizia, solidarietà, partecipazione”, Miscellanea vuole promuovere la consapevolezza della tutela dei diritti della persona, preservare la libertà di
espressione, l’indipendenza di giudizio e tentare di fornire qualche “tessera” affinché ognuno possa comporre il proprio personale mosaico. “La difesa del nostro
presente e del nostro futuro passa attraverso la conoscenza di quanto accade e di quanto è accaduto”. Luigi Sedita – [email protected]
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I complici. Tutti gli uomini di Bernardo Provenzano da Corleone al Parlamento il nuovo libro di Peter Gomez
… senza lo 'zavorramento mafioso' annuo le regioni del Mezzogiorno sarebbero sviluppate come quelle del Nord. …
la Regione Sicilia versava a una clinica di proprietà di un presunto prestanome di Provenzano per ogni ciclo
completo di terapia antitumorale alla prostata 136.000 euro. Ora, dopo il sequestro da parte della magistratura, lo
stesso ciclo costa 8.093 euro…
“Pane e politica”, una inchiesta trabiliante sulla degenerazione della politica. Un reality che ha come
protagonisti gli stessi politici.
Alcune vitamine accorciano la vita, attenti agli integratori. Vitamina A, E e beta-carotene aumenterebbero del
5% il tasso di mortalità. «Assolti» selenio e vitamina C. - Falsi farmaci 'miracolosi'. Erano integratori
alimentari. Andranno a processo in quattro.
Il Dalèmma di Daniele Luttazzi
Promuovi il software libero, firma la petizione http://www.petitiononline.com/parcondi/petition.html
affinché un rappresentante significativo del software libero venga invitato a partecipare alla trasmissione
televisiva "Che tempo che fa", dove è già stato presente Bill Gates.
Ecco il "medico integrato" alla toscana. Approvata la legge regionale sulle Medicine non convenzionali.
Omeopatia in Toscana, una legge dalla parte del cittadino? A proposito di medicine complementari qualcuno
avanza dei dubbi. La risposta della Regione Toscana
Affitti sempre più in alto e mano libera agli evasori.
Il far west degli affitti L'inchiesta de L'espresso - Poche le case disponibili. Prezzi alle stelle, pigioni al nero ed
edilizia pubblica inesistente. L'emergenza casa travolge le classi medie. E penalizza l'economia del Paese.
La privatizzazione dell’acqua è economia di rapina altro che capitalismo.
Acqua in bottiglia: un problema ambientale di portata mondiale.
Il 57 per cento delle visite specialistiche sono pagate di tasca propria dagli italiani.
Acqua, stangata sulle tariffe fino al 9,5% a causa della gestione in mano ai privati avallata da Regione
Toscana e Comuni fiorentini.
I nostri politici vivono in un mondo dorato a parte. L’annuncio di una probabile discesa in campo delle Liste
Civiche “Beppe Grillo”.
Esistono anche cibi che non sono metallati. – L’elenco dei cibi metallati e non.
Installare software privo di licenza non è reato.
Vietato controllare posta e web dei dipendenti. Il Garante della Privacy emana una normativa che vieta i
controlli sulla navigazione Internet e le email dei dipendenti, mentre consente l'uso di filtri e blocchi per
evitare abusi.
Ciclo di films gratuiti all’Istituto Stensen di Firenze sulle sfide ambientali del nuovo millennio.
Ticket: che sia una vera marcia indietro. - Libertà vigilata sui ticket - Ticket sanitari, i sindacati contro
Formigoni - Impiego di medicinali "off label" - La spesa sanitaria è in frenata"
Certificati inutili, grido di dolore dei pediatri.
La cupola delle tangenti. La mappa delle mazzette dell'uomo di Storace. Le regalie proseguite con Marrazzo.
Ecco la grande spartizione nel governo della Regione Lazio.
La sanità è un affare privato. – Lady Asl condannata - Corruzione, Recordati patteggia con 2 mln di euro.
Il chirurgo, la coca e le raccomandazioni.
Un bicchiere di vino al giorno elisir di lunga vita.
ICE (in case of emergency).
Costi telefonini. Eliminare tassa concessione governativa? un provvedimento liberalizzatore che farebbe bene
a tutti.
Riflessioni sulla “malascuola”.
La mafia si combatte anche con l’ironia. Se lo dice Cuffaro, presidente della regione Sicilia e inquisito per
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mafia !
America maestra di democrazia e diritto.
Un Emirato che nuota nel petrolio ma che preferisce il solare.
Notizie telegrafiche.
Notizie flash
7 volte su 10 l’inquinamento è colpevole di malattie e morte. Secondo i dati dell'Organizzazione mondiale della
Sanità tra il 2002 e il 2004 si sono registrati ben 8.820 morti l'anno attribuibili a valori elevati di PM10.
Dall’American Hearth Association una raccomandazione ai medici: attenzione ad utilizzare Fans e Coxib per
la cura del dolore
Internet: il motore di ricerca più adatto a te.
Santi, navigatori e invalidi civili.
Studio svela proprietà Cannabis.
Esercizio abusivo della professione medica e rischi per i medici collaboratori.
L'Iran legalizza le vendite degli organi.
Una tragedia annunciata.
Supposte Fiat.
Notizie curiose.
Comitati per l’ambiente per opporsi ai “danni delle amministrazioni".
Nella Corea del sud gli alunni possono scegliersi l'insegnante – In USA le api sono sparite - ...
Hondata ecologista.
Sotto le cuffie un popolo di sordi. Allarme dei medici: la generazione iPod condannata al silenzio.
Laureati, colti e disoccupati. E' l'università dei senza lavoro.
Dico/Vaticano. E' la natura che contraddice se stessa, oppure è il suo massimo interprete che non sa capirla?
Europa 7: la televisione scomparsa che il centrosinistra ha sempre difeso e che ora sembra avere dimenticato.
Ri-partiti da 12.
La nuova Tangentopoli? Nasce in Val di Susa. I furbetti del tunnellino. - Chi voglia capire senza preconcetti che
cos’è l’Alpetunnel del Frejus, chi provi senza partito preso né preclusioni ideologiche ad addentrarsi nel mare di
cifre, tabelle, disegni, cartine, progetti, rapporti, finisce per scoprire che l’operazione Valsusa è (anche) una grande
manovra di disinformazione. Ma procediamo con ordine.
Tangenti ad alta velocità. La vera storia dell’appalto Tav numero uno. Gara truccata, soldi al viceministro,
blocco dell’appalto. Finché non spunta la “rossa” Cmc, alleata con il costruttore “bianco”... di Gianni
Barbacetto
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Il sovrappeso potrebbe derivare dalle sostanze agli ormoni che assumiamo attraverso il cibo.
Una nuova tesi riguardo al sovrappeso. Secondo i neurobiologi della University of Missouri, l'alto numero di persone
grasse nei Paesi industrializzati non dipende tanto dai comportamenti individuali sbagliati, quanto da un avvelenamento
chimico prodottosi lungo le tappe della civilizzazione. Il sovrappeso deriverebbe cioè dalle sostanze agli ormoni che
assumiamo attraverso il cibo. Il nemico principale? Il bisfenolo A (BPA).
Due punti prioritari di governo
Tra le 280 pagine di programma dell’Unione scegliamo due punti programmatici da perseguire con determinazione: la
diminuzione delle tasse e il recupero dei 115 miliardi di evasione fiscale.
Da non crederci
Dopo quasi tre anni di aumenti le bollette della luce e del gas delle famiglie dovrebbero tornare a calare. Nel prossimo
trimestre aprile-giugno le tariffe dovrebbero infatti registrare - secondo le prime stime degli esperti - una riduzione del
2,8% per l'elettricita' e del 3,3% per il metano.
Detti e ridetti.
Abbiamo religioni a sufficienza per farci odiare, ma non a sufficienza per farci amare l'un l'altro. - Jonathan Swift
Facendone un peccato, il cristianesimo ha fatto molto per il sesso.- Anatole France
I am not only a pacifist but a militant pacifist. I am willing to fight for peace
Non soltanto sono pacifista. Sono un pacifista militante. Sono disposto a lottare per la pace - Albert Einstein
I poveri vanno alla guerra, a combattere e morire per i capricci, le ricchezze e il superfluo di altri. - Plutarco
La sinistra è un male che solo la presenza della destra rende sopportabile. - Massimo D'Alema
Il dubbio è scomodo ma solo gli imbecilli non ne hanno – Voltaire
Occorre rivedere continuamente tutto ciò che ha l’apparenza di certezza. – Adorno
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I complici. Tutti gli uomini di Bernardo Provenzano da Corleone al Parlamento il nuovo libro di Peter Gomez
… senza lo 'zavorramento mafioso' annuo le regioni del Mezzogiorno sarebbero sviluppate come quelle del Nord. … la Regione
Sicilia versava a una clinica di proprietà di un presunto prestanome di Provenzano per ogni ciclo completo di terapia antitumorale
alla prostata 136.000 euro. Ora, dopo il sequestro da parte della magistratura, lo stesso ciclo costa 8.093 euro…
Il libro è un'inchiesta sulle complicità politiche di Cosa Nostra che parte da un assunto: in questi anni la politica ha
totalmente demandato alla magistratura la selezione delle proprie classi dirigenti. Non è mai accaduto che un politico
venisse autonomamente esplulso dal proprio partito perchè aveva frequentazioni, non occasionali, con i boss. E quando
questo si è verificato è stato solo perchè erano scattate le manette (e a volte non sono bastate nemmeno quelle). Dopo la
cattura di Provenzano la situazione è addirittura peggiorata. Rai e Mediaset ci hanno raccontato l'ex capo dei capi di Cosa
Nostra basandosi solo sull'arresto di un vecchio senza denti, malato, ormai costretto a nascondersi in una masseria dove si
producevano ricotte. Insomma con la complicità di tutti, media, istituzioni e politica, si fa finta di dimenticare che la mafia è
mafia solo perchè ha rapporti con la politica. E se non ne ha è semplice gangsterismo. Peter Gomez
… ...perchè è quella l'unica immagine del vecchio Padrino che è bene rimanga negli occhi degli italiani. L'immagine di una
mafia antica, un po animale, che un tempo uccideva anche personaggi importanti evidentemente solo per il gusto di
uccidere.
Di tutto il resto, dei rapporti politici trasversali di Provenzano, del cassiere del suo clan, pupillo del presidente della Regione
(UDC) e di un ministro UDEUR del governo Prodi, dei capi-mafia di Corleone da sempre amministratori dei beni di un
importante deputato azzurro, del loro collega di Enna, abituato a baciare sulle guance e discutere di affari con un onorevole
DS, mai cacciato e anzi promosso, è meglio non parlare. Le sentenze poi vanno lasciate assolutamente perdere. Condannano
in primo grado Marcello Dell'Utri per tentata estorsione insieme al boss di Trapani, Vincenzo Virga, e Bruno Vespa si
dedica al delitto di Cogne e al pigiama della signora Franzoni. L'attuale senatore UDC ed ex ministro Calogero Mannino si
vede appioppare cinque anni e quattro mesi in appello (verdetto poi annullato con rinvio) e a Porta a porta discute di calcio
scommesse con Maurizio Mosca e Aldo Biscardi.
Non è un caso. Se uno sa certe cose poi magari si mette delle strane idee in testa. Magari comincia a riflettere: forse, pensa,
sono tutti innocenti, forse non hanno commesso reati, forse non avevano capito chi avevano di fronte. Ma se non sanno
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nemmeno distinguere un mafioso da un attivista di partito, perchè bisogna permettere loro di amministrare la cosa pubblica?
Oggi le analisi della Confcommercio dicono che l'organizzazione capeggiata, fino all'11 aprile 2006, dal latitante corleonese
raccoglie il pizzo dal 70 per cento delle attività commerciali in Sicilia (80 per cento a Palermo). L'Eurispes spiega che il
fatturato complessivo delle tre mafie (Cosa Nostra, camorra e 'ndrangheta) nel 2006 ha toccato il 9,5 per cento del prodotto
nazionale lordo. Il Censis, dopo aver consultato settecento imprese, aggiunge che senza lo 'zavorramento mafioso' annuo le
regioni del Mezzogiorno sarebbero sviluppate come quelle del Nord.
Ma un dato narra meglio di ogni altra indagine quello che sta accadendo: nella più moderna clinica di tutta l'isola, la Santa
Teresa di Bagheria, di proprietà di un presunto prestanome di Provenzano, la Regione Sicilia versava per ogni ciclo
completo di terapia antitumorale alla prostata 136.000 euro. Ora, dopo il sequestro da parte della magistratura, lo stesso
ciclo costa 8.093 euro. E allora diventa chiaro che Cosa Nostra non conviene, che gli amministratori pubblici, collusi o
distratti,e vanno emarginati non per moralismo, ma per un semplice calcolo economico. I soldi che gestiscono sono nostri....
“Pane e politica”, una inchiesta trabiliante sulla degenerazione della politica. Un reality che ha come
protagonisti gli stessi politici.
Onore progressista a Riccardo Iacona per Pane e politica (Rai3)
Iacona, coraggioso giornalista del gruppo di Santoro, ha realizzato un capolavoro sulla corruzione dei partiti.
Ruotolo e la Gabanelli restano fantastici ma Iacona ha messo in onda una novità assoluta.
Il suo “Pane e politica” (nella serie W l’Italia
http://www.raitre.rai.it/R3_popup_articolofoglia/0,6844,206^4990,00.html) non è soltanto un quadro impietoso
del voto clientelare. Egli ha usato una tecnica strabiliante: far parlare questi politici.
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Alcune vitamine accorciano la vita, attenti agli integratori. Vitamina A, E e beta-carotene aumenterebbero del
5% il tasso di mortalità. «Assolti» selenio e vitamina C. - Gli antiossidanti e la fiera del dubbio. USA - Alcune vitamine forse fanno più male che bene. A suggerirlo è uno studio apparso su JAMA (Journal of American
Medical Association) secondo cui vitamina A, E e beta-carotene aumentano il tasso mortalità in media del 5 per cento per
chi le assume. La vitamina C e il selenio non avrebbero invece questo effetto. Il nuovo studio è una meta-analisi, una
procedura, quindi, in cui sono raggruppati molti studi precedenti. E’ stata realizzata da un’equipe guidata da Goran
Bjelakovic del Center for Clinical Intervention Research dell'università di Copenhagen. I ricercatori hanno individuato 68
studi clinici controllati per un totale di 232,606 partecipanti.
«Secondo la nostra analisi» hanno detto gli autori, «Beta carotene, vitamina A e vitamina E, somministrati da soli o in
combinazione con altri antiossidanti, hanno significativamente aumentato la mortalità. Non c'è invece evidenza che la
vitamina C aumenti la longevità e nemmeno che cha abbia un effettio negativo sulla durata della vita. Il selenio, infine,
tende a ridurre la mortalità ma sono necessari altri studi per affermarlo con certezza».
«I nostri risultati contraddicono gli studi osservazionali che dichiarano che gli antiossidanti migliorano la salute.
Considerando che il 10-20 percento della popolazione adulta in Nord America e in Europe può consumare integratori con
queste sostanze le conseguenze sulla salute generale possono essere notevoli» continuano gli esperti danesi.
«Ci sono diverse possibili spiegazioni per questo effetto negativo degli antiossidanti sulla mortalità. Eliminando i radicali
liberi forse inteferiamo con qualche meccanismo difensivo essenziale». 28 febbraio 2007
Gli antiossidanti e la fiera del dubbio.
Riceviamo notizie totalmente discordanti su ciò che dovremmo o non dovremmo mangiare: dove è la verità?
Antiossidanti, cura per tutti i mali: questo sembra il messaggio che, negli anni più recenti, ha circondato il
consumo di alcuni elementi sospettati di regalare eterna giovinezza e protezione da gravi malattie. Peccato che
la scienza non sia ancora arrivata a un accordo in proposito! Una recente analisi di 68 studi randomizzati con
232606 partecipanti ha mostrato che i supplementi antiossidanti, come il betacarotene, la vitamina A e la
vitamina E, hanno confermato di essere preziosi per la salute in alcuni studi, ma hanno anche aumentato la
mortalità in 47 studi di ottima credibilità scientifica.
Sappiamo che gli antiossidanti riducono i radicali liberi, che sono strutture instabili legate allo sviluppo dei
tumori e all’invecchiamento: 47 studi analizzati dalla ricerca pubblicata sul Journal of the American M edical
Association (JAMA) hanno dimostrato un aumento del rischio di morte nelle persone che facevano uso di
supplementi di vitamina A, E e betacarotene. Collateralmente, non si è mostrato alcun beneficio (ma nemmeno
rischio) dall’assunzione di selenio e v itamina C. Si tratta di risultati sconcertanti: ci auguriamo che presto la
scienza ci aiuti a capire.
The Journal of the American Medical Association, 2007;297:842-857
Falsi farmaci 'miracolosi'. Erano integratori alimentari. Andranno a processo in quattro.
(la Repubblica Milano: pag. II - 8 marzo 2007) Il PM Francesco Prete ha chiesto il rinvio a giudizio per 4 persone:
l'inventore di Biotex, sua moglie e 2 medici. Avevano inventato questo prodotto definendolo 'miracoloso' per la cura di tutte
le malattie, in realtà si trattava di un integratore alimentare. L'accusa è di associazione per delinquere, truffa ed esercizio
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abusivo della professione.
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Il Dalemma di Daniele Luttazzi
Ogni disastro non ha mai un solo colpevole. E’ sempre il risultato di una catena di eventi. Cominciamo dall'inizio:
Qualche mese fa, Berlusconi teme di perdere le elezioni e cambia la legge elettorale con una porcata.
Poi il 49% degli elettori lo vota ancora nonostante 5 anni fallimentari.
Poi vince d’un soffio l’Unione.
Poi nasce una maggioranza debole, specie al Senato.
Poi è urgente fare la Finanziaria e gliela lasciano fare.
Poi il Partito Democratico stenta a nascere.
Poi la Chiesa vuole bloccare il Partito Democratico per evitare la deriva laicista su eutanasia, pacs, eccetera.
Poi i DS subiscono a sinistra il pressing dei pacifisti, che raccolgono sempre più consensi su temi sensibili come Vicenza e
Afghanistan.
Poi nei DS Mussi minaccia la scissione e la confluenza a sinistra.
Che fare? Cedere alla sinistra pacifista sulla politica estera o restare amico di Condoleeza Rice? Era il dilèmma di
D’Alema. Era il dalèmma.
A questo punto del poker, D’Alema, che è permaloso come un campo minato, va a vedere:-Se si va sotto al Senato, tutti a
casa.E così è stato.
Cade il governo Prodi, e subito tutti i commentatori, i tg e i talk-show a dare la colpa ai due senatori di sinistra che non
hanno votato, Turigliatto e Rossi.
Ma è un falso. Se anche i due avessero votato a favore, infatti, in base al regolamento del Senato la soglia dei voti necessari
si sarebbe alzata di uno: quindi un voto sarebbe comunque mancato.
Nessuno lo ha spiegato agli italiani, di cui sono stati però subito raccolti tutti gli sfoghi indignati e delusi. Una
manipolazione da manuale. Metodo ormai testato, lo stesso con cui ci hanno venduto la guerra in Iraq.
C’è anche chi ha dato la colpa ai due senatori a vita che si sono astenuti, Andreotti e Pininfarina. Possiamo dare la colpa
ad Andreotti e Pininfarina? Oh, mi piacerebbe: sarebbe come comprare una scarpa col calzino incorporato. Ma non sarebbe
del tutto vero, nonostante Andreotti si sia scusato ("Se sapevo che cadeva il governo avrei votato diversamente.") usando la
stessa faccia con cui dieci anni fa negò di conoscere i cugini Salvo.
E' stato dunque un complotto? No, politica all'italiana. Prodi poteva benissimo non dimettersi. Lo ha fatto per metterci il
carico da 90 e ottenere il risultato che voleva: i 12 punti che "rilanciano" l'azione di governo, con Pdci e Rifondazione che
chiedono scusa e uggiolano nell'angolino dove li hanno cacciati. Cai cai cai!
Ci avevano impiegato quattro anni per redigere il programma dell'Unione! Adesso in un giorno sbucano fuori dodici
punti che spostano al centro l'azione di governo. Ci ritroviamo con un governo Prodi-Vaticano. D'Alema: "La politica della
testimonianza la lascio a Franca Rame." Che cinismo! Ma se uno in politica non testimonia gli ideali in cui crede, perchè fa
politica? Per tradire se stesso? No, e infatti D'Alema esprime i propri. D'Alema: "Certa sinistra non serve all'Italia". E' la
sinistra che tutti bollano come "radicale" per coprirla di ignominia. E' la sinistra pacifista. E' la sinistra.
E' la sinistra che non vuole il Partito Democratico: equivale al 12% ( Pdci, Rifondazione, Verdi + correntone DS ).
Un politico che usa la sua maggioranza con arroganza è un politico mediocre e D'Alema lo è. Infatti i DS si stanno
sfasciando.
Come ministro degli Esteri, poi, D'Alema, come Blair, ha ben poco di sinistra: quand'era capo del governo autorizzò i
bombardamenti in Kosovo dicendo che c'entrava l'Onu e non era vero ( tutti adesso concordano sul fatto che quei
bombardamenti non erano necessari, era meglio una più energica azione diplomatica, come sostenevano i pacifisti; per
fermare Milosevic, che aveva massacrato 2000 civili, le bombe Nato di D'Alema ne massacrarono altri diecimila! );
così come adesso D'Alema sostiene che in Afghanistan c'entra l'Onu E NON E' VERO: le nostre truppe sono sotto il
comando del Pentagono. Il ministro della Difesa Parisi ha detto al Tg2:"Quella in Afghanistan è una missione militare per
la pace in una situazione che presenta molti tratti che richiamano la guerra." Sono io, o questa frase di Parisi presenta
molti tratti che richiamano la stronzata?
Siamo in guerra, nonostante la nostra Costituzione lo vieti. Una guerra in cui i talebani vengono accolti come liberatori nel
sud del Paese! Con gli USA che ammettono di non sapere quando potrà finire, e che forse si farà la guerra all'Iran! Che ci
stiamo a fare là, se non la guerra per conto terzi? Facciamo quello che vuole Bush, ma 10 anni fa gli USA erano CON
Saddam, oggi contro. Erano CON i talebani, oggi contro. Si decidano, o il resto del mondo penserà che D'Alema non abbia
una politica estera!
Tutti a parlare di "responsabilità" agitando il ricatto dello spauracchio berlusconiano. "Zitti tutti! Buoni! Volete che torni
Berlusconi?" No di certo, ma le soluzioni sono almeno due, non c'è solo la vostra.
La Repubblica ha scomodato addirittura il filosofo Galimberti per spiegare che una politica responsabile tiene conto delle
conseguenze. Il pacifismo è allora irresponsabile? O immaturo, come sostiene sempre D'Alema? Votare in favore della
guerra è tenere conto delle conseguenze?
Ma alla pace hanno mai dato una vera possibilità? Non mi pare, mentre le loro "soluzioni responsabili" finora hanno
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solo aggravato i problemi e provocato centinaia di migliaia di morti. Tutto per lucrare sulle condotte di gas e petrolio in
quella regione.
Come vedete, il disastro è una catena di eventi. Lo so che sembra folle, ma vi assicuro che aveva un senso quando la
settimana scorsa me l’ha spiegato, Cossiga. By Daniele Luttazzi at 27 Feb 2007 http://www.danieleluttazzi.it/?q=node/288
Promuovi il software libero, firma la petizione http://www.petitiononline.com/parcondi/petition.html
affinché un rappresentante significativo del software libero venga invitato a partecipare alla trasmissione
televisiva "Che tempo che fa", dove è già stato presente Bill Gates.
chi vuole firmare, qui:
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http://www.petitiononline.com/parcondi/petition.html
Si chiede che un rappresentante significativo del software libero venga invitato a partecipare alla trasmissione televisiva
"Che tempo che fa", dove e' gia' stato presente Bill Gates il 20 novembre del 2004.
Questo il <<testo>> della petizione:
<< PAR CONDICIO INFORMATICA IN TV, TRA SOFTWARE LIBERO E SOFTWARE PROPRIETARIO.
Da molti anni esiste il software libero, come d'altra parte, esiste il software proprietario.
Bill Gates, creatore di Microsoft, e' il rappresentante del software proprietario.
Richard Stallman, il creatore del software libero, ne e' il suo legittimo rappresentante.
Milioni di persone utilizzano software libero nel mondo, come pure ormai molte strutture pubbliche (esempi: i comuni di
Berlino e di Vienna, il parlamento francese, e tante altre realta' qui non citate ma reperibili in Internet), ormai hanno fatto la
scelta di utilizzare software libero e di recedere dall'uso di software proprietario.
Per capire facilmente, in tutte le lingue, quali sono le differenze tra i due software, il libero e i proprietario, e' possibile
consultare il seguente sito: http://www.whylinuxisbetter.net/index_it.php
Il 20 novembre 2004 la trasmissione Rai "Che tempo che fa", condotta da Fabio Fazio, ha invitato e intervistato Bill Gates,
il rappresentante della Microsoft.
GLI UTENTI ITALIANI DI SOFTWARE LIBERO CHIEDONO A FABIO FAZIO DI OSPITARE IN UNA DELLE SUE
PROSSIME TRASMISSIONI DI "CHE TEMPO CHE FA" UN RAPPRESENTANTE DEL SOFTWARE LIBERO.
Al momento sono eleggibili tre personaggi allo scopo:
RICHARD STALLMAN, fondatore del software libero:
http://it.wikipedia.org/wiki/Richard_Stallman
http://www.stallman.org/
http://www.masternewmedia.org/it/2007/01/09/che_cose_il_software_libero.htm
LINUS TORVALD, creatore del kernel Linux
http://it.wikipedia.org/wiki/Linus_Torvalds
MARK SHUTTLEWORTH, il creatore di Ubuntu, una distribuzione GNU/Linux che sta raccogliendo l'apprezzamento
crescente del pubblico di utenti di software libero:
http://it.wikipedia.org/wiki/Mark_Shuttleworth
http://www.markshuttleworth.com/
-mauro pecchioli GNU/linux user 441564
Sai perche' GNU/linux e' meglio?
http://www.whylinuxisbetter.net/index_it.php
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Ecco il "medico integrato" alla toscana. Approvata la legge regionale sulle Medicine non convenzionali.
Il Consiglio Regionale della Toscana ha da poco approvato una proposta di legge che disciplina l'esercizio delle medicine
complementari da parte dei medici chirurghi e odontoiatri, dei medici veterinari e dei farmacisti. Il provvedimento è stato
approvato all'unanimità. Le disposizioni normative della legge riguardano le medicine complementari, agopuntura,
fitoterapia e omeopatia, già inserite nei Livelli essenziali di assistenza dal Piano sanitario regionale (vedi "Salute" del
3/2/2005) e incluse nell'accordo regionale applicativo dell'Accordo Nazionale sulla specialistica ambulatoriale ("Salute"
30/11/2006).
La legge stabilisce che gli ordini professionali creino elenchi di professionisti esercenti le medicine complementari sulla
base di requisiti, che verranno definiti da un'apposita Commissione regionale. Agli elenchi possono iscriversi i medici
chirurghi e odontoiatri, i medici veterinari e i farmacisti, purché in possesso dei titoli previsti da un'apposita commissione
regionale. Questa Commissione regionale è composta dai rappresentanti della direzione generale dell'assessorato al Diritto
alla salute e politiche di solidarietà, dai rappresentanti di medici, veterinari e farmacisti, dei centri regionali di riferimento
per le medicine complementari, delle associazioni delle discipline in oggetto (agopuntura, fitoterapia e omeopatia), delle
Università toscane e gli esperti designati dal Consiglio Sanitario Regionale.
I compiti della commissione sono innanzitutto di definire i criteri sufficienti per l'ammissione all'elenco dei medici
chirurghi, odontoiatri, medici veterinari e farmacisti che praticano le medicine complementari, quindi i criteri di
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accreditamento degli istituti pubblici e privati di formazione nelle singole discipline. Gli istituti pubblici e privati che
possono attestare, con idonea documentazione, che adottano programmi di studio conformi ai criteri che verranno definiti,
possono ottenere l'iscrizione all'elenco degli istituti di formazione accreditati dalla Regione.
Grande soddisfazione ha espresso Fabio Roggiolani, primo firmatario della legge: "La Toscana, non solo afferma il suo
primato nell'utilizzo delle medicine complementari ma può proporsi come apripista per analoghe proposte di legge
depositate alla Camera e al Senato". Un legge dunque che intende garantire il principio della libertà di scelta terapeutica del
paziente e la libertà di cura del medico, riconoscendi pari dignità a terapie che ora saranno finalmente integrate.
di Elio Rossi, Resp. Ambulatorio Omeopatia Asl II, Lucca
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Omeopatia in Toscana, una legge dalla parte del cittadino? A proposito di medicine complementari qualcuno
avanza dei dubbi. La risposta della Regione Toscana
La Toscana da tempo ha avviato un processo di riconoscimento ed integrazione delle più diffuse Medicine Non
Convenzionali nel sistema sanitario pubblico. Si aprono ambulatori che erogano prestazioni di tali medicine e quindi si
devono reclutare i medici che vi prestino la loro opera. Ma qui sta la spiacevole sorpresa: il livello di competenza richiesto
ai professionisti per poter accedere alla convenzione corrisponde a quello di un corso introduttivo (140 ore), bel lontano dal
minimo indispensabile per garantire la necessaria competenza. Si tratta di medici specialisti (ginecologi, pediatri, ortopedici
ecc..) che per ottenere il titolo in queste specialità "convenzionali" hanno fatto corsi a tempo pieno per più anni e che a
questa loro certificata competenza si limitano ad aggiungere una "spolverata" di agopuntura, omeopatia, o fitoterapia.
Siamo sicuri che si tuteli così la salute dei cittadini?
Dott.ssa Antonella Ronchi, pres.F.I.A.M.O. (Fed. Italiana delle Associazioni e dei Medici Omeopati)
A questa lettera risponde il relatore della legge sulle Mnc approvata in Toscana.
Gentile presidente, la legge regionale Toscana è stata approvata da tutte le associazioni che l'hanno letta e che sono state
invitate alle consultazioni compreso esponenti della sua. Tutti la ritengono una legge di svolta e un grande risultato, lei
invece di unirsi a tutti i medici di medicine complementari nella soddisfazione decide di aprire un fronte su una questione
semplicemente inesistente nella lettera e nello spirito della legge stessa.
La formazione dei nostri medici esperti anche in medicine complementari sarà decisa di comune accordo da una
commissione che procederà nel segno della concertazione e che rappresenta sia il mondo scientifico che quello medico e
quello associativo e non potrà discostarsi da quella linea nazionale di rigore che perseguono i progetti di legge Pellegrino e
Ripamonti depositati alle Camere che nascono in larga parte nello stesso laboratorio di idee e di confronto.
Perseguiamo l'obbiettivo di avere medici di medicine complementari e non alternative nella direzione di costruire una
medicina integrata per poterla mettere a disposizione di tutti i nostri concittadini e non solo di una elite più o meno
illuminata. Credo che i nostri concittadini abbiano diritto alla libertà di scelta ma ripeto tutti coloro che lo desiderano e non
solo quelli che se lo possono permettere.
La delibera delle 140 ore sana situazioni molto lontane nel tempo e riguarda tutti gli specialisti in genere, serve a non
mettere fuori dal sistema professionisti seri e stimati ma che si sono formati in anni in cui le offerte formative erano ben
diverse da quelle di oggi e quindi non è collegabile in nessun modo alla legge sulle medicine complementari, ma forse a lei
serve per altre battaglie ideologiche che a noi sinceramente non interessano.
Fabio Roggiolani, consigliere Verde, primo firmatario della legge e Presidente della Commissione Sanità del Consiglio
regionale della Toscana
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Affitti sempre più in alto e mano libera agli evasori.
Mano libera agli evasori
Secondo i dati ufficiali del ministero dell'Economia i proprietari di una casa in affitto che dichiarano redditi al fisco italiano
sono poco più di 3 milioni e mezzo.
Il reddito medio annuo dell'immobile, stando alle dichiarazioni degli italiani, sarebbe di 5 mila e 200 euro, pari a meno di
450 euro al mese. Basta confrontare questo dato con gli annunci di un qualsiasi giornale per capire che l'evasione fiscale in
questo settore è una piaga visibile a occhio nudo. Buona parte dei proprietari non registra nemmeno il contratto e moltissimi
padroni dichiarano molto meno di quanto incassano.
"Nel 2006 i controlli sull'evasione fiscale nel settore immobiliare sono raddoppiati passando da 3.800 a 7.200. E siamo
riusciti", spiega il colonnello Giovanni Avitabile, del III Reparto Operazioni delle Fiamme gialle, "a scoprire così ricchezza
non dichiarata al fisco per 112 milioni contro i 51 milioni del 2005. L'evasione accertata sulle vendite è stata pari a 85
milioni circa di euro, mentre per gli affitti sono stati accertati canoni non dichiarati per circa 27 milioni di euro. Nell'anno
precedente, grazie a un servizio particolarmente vasto nella zona di Roma sulle case affittate agli studenti abbiamo scovato
48 milioni di euro di evasione fiscale.
E gli effetti sono evidenti: dopo l'operazione abbiamo registrato un aumento del 16 per cento nelle richieste di registrazione
dei contratti". È una goccia nel mare. 'L'espresso' ha visionato i dati del ministero dell'Economia in materia di tasse e affitti.
Ebbene, il totale dei redditi da locazione dichiarati in Italia in un anno ammonta a 19,5 miliardi di euro. Una cifra
gigantesca che potrebbe raddoppiare se si facesse a tappeto la lotta all'evasione. Lo dimostrano i dati dell'Agenzia delle
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entrate: sui 20 mila e 500 controlli effettuati nel 2006 dagli ufficiali del fisco quasi la totalità dei contribuenti non è risultato
in regola.
Il reddito tassato grazie ai controlli si è raddoppiato rispetto a quello dichiarato dal contribuente: da 55 milioni di euro a 117
milioni. In alcuni casi individuare gli evasori sarebbe davvero un gioco da ragazzi. Lo dimostra l'operazione sul mercato
degli affitti in nero portata a termine dalla Direzione regionale delle Entrate dell'Umbria. È bastato chiedere all'Adisu,
l'agenzia per il diritto allo studio dell'Umbria le copie delle dichiarazioni di presa di alloggio presentate dai 'fuori sede' per
la richiesta di borse di studio, per scoprire che un affitto su due è in nero. Su 1.600 posizioni esaminate, ben 750 sono
risultate irregolari. Il 37 per cento dei contratti di locazione non era stato registrato e il restante 16 per cento registrato in
ritardo. Il 40 per cento dei contribuenti ha chiuso il contenzioso con il fisco ammettendo l'irregolarità. Anche alla luce di
queste esperienze il ministro Vincenzo Visco ha introdotto in Finanziaria un primo tentativo di conflitto di interesse tra
locatore e inquilino. I fuori sede che dichiarano il loro affitto al fisco possono detrarselo dalle tasse fino 2.500 euro
all'anno. Peccato che nessuno lo sappia.
Affitti sempre più in alto. Andamento dei canoni medi di locazione delle abitazioni in alcune città
(2001 = 100) 2001 2002 2003 2004 2005 2006
Milano 100 115 131 147 159 166
Firenze 100 115 130 145 157 165
Roma 100 113 127 142 153 162
Napoli 100 110 123 136 147 156
Bologna 100 110 132 144 151 154
Genova 100 112 125 139 149 153
Pisa 100 112 123 134 143 150
Siena 100 109 120 133 142 149
Torino 100 107 120 130 143 148
Perugia 100 113 124 134 142 147
Fonte: Scenari Immobiliari
Il far west degli affitti L'inchiesta de L'espresso - Poche le case disponibili. Prezzi alle stelle, pigioni al nero ed
edilizia pubblica inesistente. L'emergenza casa travolge le classi medie. E penalizza l'economia del Paese.
di Marco Lillo http://espresso.repubblica.it/dettaglio/Far-West-in-affitto/1526427&ref=hpsp
Anna Grazia Wanderlingh è stata espulsa dalla sua città con una lettera. Abitava in via Tiburtina 150, a due passi
dall'università, per quarant'anni ha diviso gioie e dolori con altre 65 famiglie in questo stabile popolare di San Lorenzo. Un
giorno del 2004 i padroni hanno venduto il palazzo e i 700 euro di pigione improvvisamente sono diventati pochi. Gli
studenti fuori sede sono disposti a pagare il triplo e così alla soglia dei sessant'anni, nonostante l'impresa di suo marito
guadagni 26 mila euro all'anno, la signora Wanderlingh si è ritrovata troppo povera per Roma. Ha provato a resistere, ha
sfilato in corteo, è andata al 'Maurizio Costanzo Show', ma è stato tutto inutile. Per sopravvivere decorosamente andrà a
Santa Marinella, a 60 chilometri da Roma: 600 euro al mese. Vederla fare i picchetti davanti all'abitazione per difendere il
suo diritto alla casa, con la sua acconciatura signorile e il maglioncino elegante accanto alla compagna Simona Panzino, la
candidata 'senza volto' delle elezioni primarie dell'Unione, è la migliore prova che l'emergenza casa in Italia è diventato un
problema di massa.
Canone selvaggio
Negli ultimi cinque anni i canoni a Roma sono aumentati del 62 per cento e in alcune zone sono persino raddoppiati. A
Milano e a Firenze è andata peggio. Secondo il calcolo reso noto dall'Istat la scorsa settimana, nel 2006 l'inflazione ha avuto
un picco per i ceti meno abbienti. Sono loro ad aver subito le conseguenze dell'aumento dei prezzi più degli altri, e il motivo
di questo divario sta in buona parte nel caro-casa. Gli affitti impazziti rendono le nostre città simili all'America spietata
descritta nell'ultimo film di Muccino. Basta un periodo nero al lavoro, un problema di salute e si finisce in un ricovero per
homeless, come Will Smith ne 'La ricerca della felicità'. Roberto Basili, per esempio, la sua felicità l'ha persa nel novembre
2004, quando gli è arrivata una lettera che intimava a tutti i 14 inquilini del suo stabile di lasciare la casa. Lui era lì dal
1966, ex impiegato dell'agenzia viaggi della Fao, una moglie al ministero dei Trasporti, una vita tra ambasciatori e consoli,
a 79 anni è costretto a vedersela con l'ufficiale giudiziario che vuole cacciarlo. Paga 600 euro al mese comprese le spese, ma
la serena vecchiaia che progettava tra le quattro mura di via Caio Rutilio è andata in frantumi: "Chiedevano 1.500 euro al
mese, ora sono scesi a mille, ma non ce la facciamo comunque. È un incubo. La notte mi sveglio pensando dove andremo.
Mia moglie ha avuto un ictus e non posso trasferirla". Basili è un moderato che votava Partito repubblicano. Con
moderazione, ma è indignato: "Se il Comune di Roma non interviene, a luglio finiremo per strada. I politici nazionali si
disinteressano di noi. Solo il nostro municipio e il centro diritti di Action ci stanno dando una mano". Action è l'ultima
spiaggia. Il movimento di estrema sinistra famoso per gli espropri dei palazzi sfitti non gode di ottima stampa, eppure
svolge una funzione sociale fondamentale sul fronte del disagio abitativo. Grazie a un accordo con il Comune di Roma,
garantisce in sei municipi della periferia i 'centri diritti', veri e propri sportelli aperti al pubblico con tanto di assistenza
legale e psicologica.
La tribù dei senza casa
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In passato negli uffici del centro diritti arrivavano solo immigrati ed emarginati. Ora ci sono 'i cartolarizzati', cioè
gli inquilini dei palazzi degli enti previdenziali venduti dallo Stato per fare cassa; i 'privatizzati', cioè quelli che
resistono nei vecchi palazzi di banche e assicurazioni, finiti in mano a società che sfruttano e sfrattano senza
scrupoli; poi ci sono gli 'occupanti senza titolo', entrati nelle case popolari violando la legge e infine 'i nuovi poveri', le
famiglie normali strappate alle abitudini borghesi dalla scadenza di un contratto. Per tutti il nemico numero uno è lo sfratto.
E per difendersi, tutte le tribù del caro affitti si incontrano negli uffici di Action e fanno fronte comune. L'unione fa la forza,
soprattutto quando bisogna resistere allo sfratto. I 'privatizzati' di via Marchisio, vicino a Cinecittà, per esempio, lunedì 5
febbraio hanno difeso le loro case schierandosi davanti al portone. Ma era il primo accesso, quello senza poliziotti. D'ora in
poi ci sarà bisogno di rinforzi. Questa lunga stecca di appartamenti della periferia est di Roma dimostra l'effetto che fanno i
paroloni come cartolarizzazione e privatizzazione quando atterrano dall'empireo degli economisti sulla pelle dei comuni
mortali. Le Generali hanno ceduto in blocco il palazzo a un politico-imprenditore: Camillo Colella, un costruttore di
Isernia che è anche esponente di spicco della Margherita molisana. Colella da tre anni cerca di buttare fuori 86 famiglie per
realizzare una plusvalenza di 15 milioni, ma i 'privatizzati', guidati da Massimo Cappellani, vendono cara la pelle.
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La privatizzazione dell’acqua è economia di rapina altro che capitalismo.
Seguitemi, se ci riuscite, in questa storia. Vi svelo subito il finale: ci hanno rubato l’acqua. Nel 1992 la legge Galli avvia la
privatizzazione dell’acqua. Nascono 92 società di gestione a capitale misto: privato e pubblico. Queste società hanno un
solo obiettivo: il profitto. Alcune sono quotate in Borsa. Più aumenta il prezzo dell’acqua, più aumenta il valore dell’azione
e più staccano dividendi.
Tutti sanno che il petrolio di questo secolo si chiama acqua. Rispetto al petrolio ha una qualità importante: non serve per
spostarsi, ma per vivere. L’acqua è vita e ogni giorno 30.000 persone muoiono nel mondo per mancanza d’acqua. Quale
speculazione migliore della vita umana?
La privatizzazione dell’acqua è più di una vergogna, di uno schifo. Le parole trovatele voi. L’Acea che dà l’acqua ai romani
ha incrementato il suo utile nell’ultimo anno del 30% distribuito in gran parte agli azionisti. “Grazie Roma che ci fai
piangere ed abbracciarci ancora...”.
Il giro d’affari annuo delle piovre dell’acqua è di CINQUEMILIARDIDIEURO. Questo non è capitalismo. E’un’economia
di rapina che fa utili sulla pioggia. L’acqua non può essere un dividendo, non può produrre utili. Va sottratta alle società
per azioni. In futuro di acqua ce ne sarà sempre meno. E’ un bene pubblico. Anzi, è il principale bene pubblico. Il Governo
faccia qualcosa prima che la gente si muova da sola. http://www.beppegrillo.it/2007/03/acqua_a_mano_ar.html
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Acqua in bottiglia: un problema ambientale di portata mondiale.
I consumatori spendono complessivamente circa 100 miliardi di dollari all'anno per comprare l'acqua in bottiglia, credendo,
e spesso sbagliando, che sia migliore di quella che esce dai rubinetti. Nel mondo, il consumo di acqua imbottigliata e'
arrivato a 155 miliardi di litri nel 2004, aumentando del 57% dal 1999.
"Anche nelle regioni in cui l'acqua del rubinetto e' potabile, la domanda per l'acqua imbottigliata e' in aumento e ha come
conseguenza la produzione di immondizia inutile e il consumo di enormi quantita' di energia", afferma la ricercatrice Emily
Arnold, dell'Earth Policy Institute. Anche se nella maggior parte dei paesi del mondo, Europa e Stati Uniti compresi, vi
sono piu' leggi relative alla qualita' dell'acqua del rubinetto di quante ve ne siano per l'acqua imbottigliata, l'acqua in
bottiglia arriva a costare anche 10.000 volte di piu'. A piu' di 10 dollari ogni 3,78 litri, negli Stati Uniti l'acqua in bottiglia e'
piu' cara della benzina.
"Senza dubbio poter disporre di acqua pulita e' essenziale per la salute dell'intera popolazione mondiale", afferma la Arnold.
"Ma l'acqua imbottigliata non e' la risposta allo sviluppo mondiale, ne' risolve i problemi di quel 1,1 miliardi di persone
a cui manca l'acqua potabile".
Per avere acqua piu' sicura e sistemi di trasporto piu' sostenibili nel lungo periodo bisognerebbe migliorare e ingrandire gli
impianti gia' esistenti per il trattamento e l'igiene dell'acqua. "I membri delle Nazioni Unite sono concordi nel voler
dimezzare il numero di persone che non ha accesso all'acqua potabile entro il 2015. Per raggiungere lo scopo, si dovrebbero
raddoppiare i 15 miliardi di dollari spesi ogni anno per l'igiene e la fornitura dell'acqua. Anche se questa cifra sembra
smisurata, e' niente in confronto ai 100 miliardi di dollari che si spendono ogni anno per l'acqua imbottigliata".
L'acqua del rubinetto ci arriva attraverso un'infrastruttura poco dispendiosa a livello energetico, mentre l'acqua potabile
viene trasportata per lunghe distanze, spesso attraversa i confini nazionali, con navi, treni, aerei e camion. Questo implica lo
spreco di enormi quantita' di combustibili fossili.
Ad esempio, solo nel 2004 un'industria di Helsinki ha spedito 1,4 milioni di bottiglie di acqua finlandese imbottigliata
nell'Arabia Saudita, con un viaggio di oltre 4.000 chilometri. E nonostante il 94% dell'acqua in bottiglia venduta negli Stati
Uniti sia prodotto internamente, molti americani importano l'acqua da posti lontani 9.000 chilometri, come le Fiji e altre
remote nazioni, per soddisfare la domanda di "acqua chic ed esotica", come dice la Arnold.
I combustibili fossili vengono utilizzati anche per l'imballaggio dell'acqua. La maggior parte delle bottiglie sono fatte di
polietilene tereftalato, una plastica che deriva dal petrolio grezzo. "Costruire bottiglie per soddisfare il solo mercato
americano richiede piu' di 1,5 milioni di barili di petrolio all'anno, abbastanza per fornire carburante a circa 100.000
automobili in un anno", nota la Arnold. E, una volta svuotata, la bottiglia viene buttata. Secondo il Container Recycling
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Institute, l'86% delle bottiglie di plastica per l'acqua usate negli Stati Uniti diventa immondizia. Incenerire bottiglie usate
genera sottoprodotti tossici come il gas e le ceneri di cloro che contengono metalli pesanti legati a un elevato numero di
problemi di salute degli uomini e degli animali.
Neanche sotterrare le bottiglie di plastica e' una soluzione. Le bottiglie sotterrate, infatti, possono impiegare anche 1.000
anni per sciogliersi nel terreno. In tutto il mondo, circa 2,7 milioni di tonnellate di plastica vengono usate per imbottigliare
l'acqua ogni anno. Nel 2004 gli Stati Uniti hanno esportato quasi il 40% delle bottiglie da riciclare in destinazioni lontane
come la Cina, sprecando altro combustibile.
Nel frattempo si rischia anche che le fonti si asciughino. Piu' di cinquanta villaggi indiani soffrono per la carenza del
prezioso liquido da quando la Coca-Cola Corporation di Dasani ha cominciato a estrarre l'acqua per imbottigliarla. Problemi
simili si sono riscontrati in Texas e nella regione dei Grandi Laghi nell'America del Nord, dove gli agricoltori, i pescatori e
altre persone la cui vita dipende dall'acqua hanno gravi problemi causati dall'estrazione intensiva dell'acqua, che fa
diminuire velocemente il livello delle falde.
Il maggior consumo pro capite di acqua imbottigliata si registra negli Stati Uniti, ma gli aumenti piu' rapidi di consumi si
hanno nei paesi ad alta densita' di popolazione come il Messico, l'India e la Cina. In totale il consumo di acqua imbottigliata
in India e' triplicato dal 1999 al 2004, in Cina e' raddoppiato.
Mentre gli utili delle industrie private che derivano dalle vendite di acqua imbottigliata di dubbia qualita' - che consistono in
oltre 100 miliardi di dollari all'anno e sono in aumento - i sistemi municipali, che non creano sprechi energetici e sono gia'
controllati, dovrebbero essere implementati per la distribuzione di acqua potabile a poco prezzo a tutti i popoli del mondo.
Numerosi altri problemi sollevati dall'articolo sarebbero degni di approfondimento. Le preoccupazioni dei ricercatori sul
consumo delle risorse sfruttate per distruggere le bottiglie d'acqua usate, saranno soddisfatte da migliori disposizioni per
ridurre lo spreco e riciclare i materiali? Se il sistema pubblico di distribuzione dell'acqua fornisce un prodotto migliore a
piu' persone a un costo minore, come dichiara l'EPI, allora quali sono gli ostacoli per gli investimenti necessari negli Stati
Uniti e nei paesi poveri e come possono i cittadini superare tali ostacoli?
Alcune di queste domande sembreranno incomprensibili al lettore medio e ai custodi dei media. E, come se niente fosse,
continuiamo tutti a bere dalla bottiglia.
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Il 57 per cento delle visite specialistiche sono pagate di tasca propria dagli italiani.
Gli italiani mettono spesso mano al portafoglio quando si sottopongono a una visita specialistica. Nel 57 per cento dei casi,
comprese le prestazioni odontoiatriche, i cittadini pagano di tasca propria. Ma se si escludono le cure del dentista, che nel
92 per cento sono interamente a carico del paziente, si scende al 47,8 per cento. Lo specialista privato è preferito anche per
le visite ostetrico-ginecologiche (private nel 64,5 per cento dei casi), seguono le visite dietologiche (57 per cento),
dermatologiche (52 per cento) e oculistiche (50 per cento). Lo rileva il rapporto Istat su 60.000 famiglie presentato nei
giorni scorsi al ministero della Salute. Marche e Umbria si distinguono per le quote più alte di visite a pagamento. Le
percentuali più basse si registrano invece in Sardegna e in Sicilia. Si sottopone a visite a pagamento, inoltre, anche chi ha
uno status sociale basso (46,8 per cento). Si ricorre a visite e ad accertamenti privati soprattutto per la fiducia nel medico o
nella struttura di riferimento (71,5 per cento e 55,0 per cento rispettivamente). Anche per il ricorso alle strutture pubbliche
la fiducia nel sanitario resta il motivo prevalente (53 per cento per visite e accertamenti specialistici). Il numero di visite
effettuate è aumentato, negli ultimi cinque anni, del 16,7 per cento e ha riguardato soprattutto gli ultra settantacinquenni
(+36,7 per cento).
Il numero di visite generiche e' cresciuto del 20,5 per cento e quello delle specialistiche del 10,5 per cento. L'incremento
complessivo delle visite si verifica in più della metà dei casi per ripetizione di ricette, in 917 mila casi per malattia e 895
mila per controllo dello stato di salute. Tra le visite specialistiche sono più numerose le visite odontoiatriche (26,9 per
cento), seguite da quelle ortopediche (11,4 per cento), oculistiche (10,8 per cento) e cardiologiche (9,5 per cento).
Aumentano soprattutto le visite urologiche (+35,4 per cento), le cardiologiche (+34,3 per cento), le geriatriche (+33,0 per
cento) e le dietologiche (+32,8 per cento). Per quanto riguarda invece gli accertamenti specialistici, il 21 per cento viene
fatto a pagamento. Lazio, Puglia, Marche e Sicilia sono le regioni nelle quali più frequentemente i controlli specialistici
sono interamente a carico dei cittadini.
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Acqua, stangata sulle tariffe fino al 9,5% a causa della gestione in mano ai privati avallata da Regione
Toscana e Comuni fiorentini.
Una vera e propria contraddizione. I fiorentini sono anni luce più avanti di chi li amministra. Hanno capito che l'acqua è un
bene comune non illimitato e hanno iniziato a consumarne meno. E cosa fa Publiacqua, società per azioni in mano alla
multinazionale Acea? Li punisce aumentando le tariffe, fino al 9,5% in più, perché i mancati introiti vanno coperti a tutti i
costi con la tariffa. E' la legge che lo vuole. Quella stessa legge avversata dalla rete dei movimenti che in Toscana chiedono
da anni la ripubblicizazione dell'acqua e che lo hanno fatto anche con una proposta di legge popolare ignorata dalla Regione
Toscana. La Regione e i Comuni dell'Ato 3, a partire dal Comune di Firenze, tutti enti governati uniformemente dalla stessa
maggioranza, hanno sposato in pieno il modello liberista della privatizzazione, rifiutando a priori ogni discussione con chi
denuncia da tempo le storture del sistema.
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I nostri amministratori non hanno scuse. Sapevano che sarebbe andata così ma niente hanno fatto. Nel 2003 si è tenuto a
Firenze il primo Forum Mondiale dell'Acqua, che evidenziava chiaramente quanto sarebbe successo in Toscana non appena
la gestione fosse passata ai privati. L'economista Riccardo Petrella, fondatore del Contratto Mondiale dell'Acqua e oggi
incaricato dal governo Prodi di lavorare per la difesa dei beni comuni, è stato a Firenze sempre osteggiato per le sue analisi.
Questo è il risultato.
Oggi a Firenze la cultura dei cittadini è più avanti rispetto alla cultura dei loro amministratori che non sono in grado di
capire la complessità dei nostri tempi o sono in cattiva fede. A pagare intanto è chi risparmia i consumi e rispetta come non
mai un bene comune dell'umanità.
I nostri politici vivono in un mondo dorato a parte. L’annuncio di una probabile discesa in campo delle Liste
Civiche “Beppe Grillo”.
Esistono persone come me, come voi, che vivono in un mondo a parte. Un mondo parallelo dove i desideri si avverano. Una
realtà di fiaba dove si va in pensione dopo due anni e pochi mesi, i Pacs ci sono già, si viaggia gratis, si percepisce uno
stipendio da favola. Un mondo in cui i pregiudicati sono ben voluti e numerosi. In percentuale tale da superare i quartieri
più malfamati d’Italia. In cui un corruttore di giudici può fumare il suo sigaro e rilassarsi a spese nostre. Un posto ideale con
macchine blu e portaborse. Chi ha la fortuna di viverci vuole condividere con noi la sua felicità. E lo fa tutti i giorni nelle
trasmissioni televisive, radiofoniche, sui giornali. Non importa ciò che dice, ma che lo possa dire.
Un luogo dell’Ideale,
della democrazia compiuta con persone elette dai segretari di partito. Un cerchio del Paradiso con pregiudicati, avvocati,
giornalisti, dipendenti dello psiconano, sindacalisti e funzionari di partito. Non rappresenta gli italiani, ma il Sogno italiano
sì. Quella aspirazione alla ricchezza e al potere senza meriti, senza intelligenza, senza onestà che è nei nostri geni. Questo
mondo è un incantesimo figlio della legge elettorale e dei media.
Lo scorso anno ho proposto di limitare a due i mandati
elettorali, di non candidare pregiudicati, di permettere al cittadino di votare una persona e non un partito. Proposte che
avvicinano la politica alla realtà. Che permettono un ricambio del sangue in Parlamento. Adesso non ci credo più. Non
penso che sia possibile scalfire questa classe, l’unica vera classe in Italia, con referendum o proposte di legge. Una
corporazione autoreferenziale che non vuole perdere nessuno dei suoi privilegi. L’unica possibilità è isolarla, svuotarla di
significato, prendendo il controllo delle realtà locali. Un passo alla volta. Sostituendo i partiti con i movimenti e le liste
civiche. Nel tempo, quel mondo a parte comincerà a svanire e ne rimarrà solo l’involucro. Le persone che lo popolano ci
appariranno come in realtà sono. Dei dipendenti infedeli e, quasi sempre, incapaci. http://www.beppegrillo.it/2007/03/un_mondo_a_parte.html
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Esistono anche cibi che non sono metallati. – L’elenco dei cibi metallati e non.
Una buona notizia. Esistono anche cibi che non contengono metalli. Roba buona che si può mangiare. Per chi si fosse perso
le puntate precedenti, al supermercato, insieme ai tortellini e al pane, ricordo che possiamo portarci a casa anche cromo,
titanio e cobalto. Vi fornisco come pro memoria l’elenco di alcuni prodotti metallati: - Pane Panem: Ferro, Nichel, Cobalto,
Alluminio, Piombo, Bismuto - Cornetto Sanson (cialda): Ferro, Cromo e Nichel (acciaio) - Biscotto Marachella Sanson:
Silicio, Ferro - Omogeneizzato Manzo Plasmon: Silicio, Alluminio - Omogeneizzato Vitello e Prosciutto Plasmon: Ferro,
Solfato di Bario, Stronzio, Ferro-Cromo, Titanio - Cacao in polvere Lindt: Ferro, Cromo, Nichel - Tortellini Fini: Ferro,
Cromo - Hamburger McDonald’s: Argento Leggete l’elenco completo. E l’elenco di altri prodotti senza scorie, che si
possono mangiare senza paura dei metal detector all’aeroporto: - Tiny Twists - classic style - Rold Gold - Quadrelli al
rosmarino – Buitoni - Pane bianco morbido a fette, Armonie, Michetti, Fette biscottate integrali - Mulino Bianco Barilla Fette biscottate integrali Buongiorno Natura - Crackers Premium – Saiwa - Special K - Kellog's - Sfogliatine – Faraon Croccantelle al sesamo, Pizza Snack gusto mediterraneo - Forno Damiani - Offelle – Bistefani - Galletti, 10 e trenta,
Tarallucci - Mulino Bianco Barilla - Ringo Goal, Pavesini – Pavesi - Biscotto bucaneve – Doria Leggete l’elenco completo.
Mi aspetto che le società dei prodottisenzascorie abbiano almeno un moto di riconoscenza per la pubblicità ricevuta. E mi
spediscano a casa qualche cassa di alimenti gratis. - http://www.beppegrillo.it/2007/02/heavy_metals.html
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Installare software privo di licenza non è reato.
Finalmente un tribunale stabilisce chiaramente cosa debba intendersi per illecito penale e amministrativo. Assolto un
imputato dall'accusa di aver illecitamente detenuto e installato software privo di licenza.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 12-03-2007] - La Guardia di Finanza nel corso di un controllo fiscale presso una impresa
aveva sequestrato alcuni CD contenenti programmi mancanti della relativa licenza d'uso; alcuni di essi risultavano installati
sul computer dell'imprenditore, per cui denunciavano quest'ultimo per il reato di duplicazione e detenzione abusiva di cui
all'art. 171 bis Legge 633/41 e quindi ipotizzando un fine commerciale o imprenditoriale nella duplicazione stessa.
Con sentenza depositata l'8 febbraio, il tribunale di Lanciano ha assolto l'imprenditore dall'accusa ritenendola non provata,
perché la semplice detenzione o l'installazione di programmi copiati non configura il reato se non ne viene comprovato
anche la finalizzazione richiesta dalla legge.
Il Tribunale ha rilevato che per integrare gli estremi del reato è necessario che detenzione di copia contraffatta, duplicazione
o installazione siano effettuati allo scopo di trarne profitto, mentre la semplice detenzione, mancando lo scopo di lucro,
configura il solo illecito amministrativo previsto dall'articolo 174 ter della legge 133 citata.
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18 Marzo 2007 a cura di [email protected]
Aggiungiamo due commenti. Il primo riguarda la persistenza dell'illecito amministrativo, che a oggi non dovrebbe neppure
più essere configurabile in quanto ci è stato imposto un balzello a titolo risarcitorio del possibile uso contraffattorio di opere
dell'ingegno protette, sulle copie vergini di CD e DVD; il che dovrebbe mettere almeno al sicuro i detentori dalle possibili
richieste risarcitorie per danno da parte degli aventi diritto. Ovviamente, a meno che questo ultimi non riescano a dimostrare
che i supporti in questione non abbiano scontato il balzello.
Se l'interpretazione è corretta, quanto previsto dall'art. 174/ter diventerebbe una norma meramente ordinatoria in quanto non
più assistita da sanzione e quindi ipotizzante fatto non punibile pur restando comportamento definito "illecito"
dall'ordinamento giuridico.
Il secondo commento riguarda un caso conclamato di spocchia istituzionale e riguarda il "diritto di fotocopia" limitato al
massimo del 15% e solo per uso personale di opere protette, graziosamente concesso dalla SIAE non si sa bene con quanto
fondamento giuridico. Orbene, l'AIDRO - Associazione Italiana Diritti Riproduzione Opere (dell'ingegno)" lancia una
campagna informativa in otto Regioni consentendo solo agli enti di fotocopiare legalmente parti di libri e riviste per
realizzare dispense e materiale didattico.
A parte che non si capisce bene a che serva un'associazione che in qualche modo si sostituisce a un'ente di Stato (la SIAE)
creato appunto per la tutela dei diritti degli autori, vale la pena di ricordare che il peso delle fotocopie professionali in euro
ascenderebbe a oltre 14 milioni; il che vale a creare almeno un principio di illuminazione, anche se continua a restare buio
completo sulla parte relativa alla pretesa "legalizzazione" nel senso suddetto.
Facendo un po' di dietrologia provocatoria (ma non tanto) e ricordando i vari blitz della Guardia di Finanza nelle stamperie
universitarie, ci chiediamo: a quando un balzello su ogni risma di carta A4? – Dodi Casella
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Vietato controllare posta e web dei dipendenti. Il Garante della Privacy emana una normativa che vieta i
controlli sulla navigazione Internet e le email dei dipendenti, mentre consente l'uso di filtri e blocchi per
evitare abusi.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 06-03-2007] - Il Garante della Privacy fa finalmente chiarezza, con una normativa che
sarà pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale nei prossimi giorni, su quali controlli può praticare un datore di lavoro sulle
email professionali e sulla navigazione in Internet dei dipendenti in orario di lavoro, dai Pc professionali nelle sedi lavoro (o
anche a casa in caso di telelavoratori mobili o domiciliari).
E' vietato al datore di lavoro monitorare i siti Internet che un dipendente visita perché da questi si potrebbe risalire a idee
politiche, sindacali, religiose, a orientamenti sessuali, a dati riservati e tutelati dallo Statuto dei Lavoratori.
Il datore di lavoro può prevedere precise norme per evitare usi impropri, privati e non autorizzati, di Internet e delle
email professionali, può escludere con filtri e altri sistemi i siti web non di interesse professionale e aziendale oppure il
download di musica e immagini
Il datore di lavoro può quindi prevenire usi impropri da parte del lavoratore, ma non può controllare la sua navigazione in
Internet o accedere alla sua casella di posta elettronica aziendale.
Si consiglia l'uso di caselle di posta condivise da più lavoratori per evitare che l'azienda non possa accedere per problemi
vari a dati utili allo svolgimento dell'attività lavorativa.
Ma la casella di posta, anche quella aziendale, non può essere soggetta a intrusioni arbitrarie da parte del datore di
lavoro.
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Ciclo di films gratuiti all’Istituto Stensen di Firenze sulle sfide ambientali del nuovo millennio.
Comune di Firenze - Consiglio di Quartiere 2 in collaborazione con Istituto Stensen
In questa edizione la nostra attenzione sarà rivolta ad una delle più grandi sfide del nuovo millennio: la difesa dell’ambiente
contro il degrado, la minaccia dei cambiamenti climatici, lo sfruttamento delle risorse.
PROGRAMMA
3 Aprile 2007 ore 21.00
UNA SCOMODA VERITÁ di Davis Guggenheim, USA, 2006
Al Gore, candidato alla presidenza degli Stati Uniti, mette in guardia non solo la popolazione statunitense ma tutto il
mondo, sui danni che l’effetto serra sarà in grado di produrre se non si pone rimedio alla sconsiderata crescita delle
emissioni di gas inquinanti nell’atmosfera.
Interverranno: Gianpiero Maracchi, climatologo, direttore dell’Ist. di Biometereologia del CNR di Firenze
10 Aprile 2007 - ore 21.00
INVISIBLE WATER di Andrea Palladino e Astrid Lima, (Ita/Gb 2005)
Manaus è la capitale geografica e culturale dell’Amazzonia brasiliana. A Manaus 300.000 persone stanno vivendo da anni
una paradossale emergenza idrica: la distribuzione dell’acqua - privatizzata nel 2000 - raggiunge solo i quartieri
centrali e residenziali, e l’acqua potabile costa più che in Europa.
ARAL FISHING IN AN INVISIBLE SEA di Carlos Casa e Saodat Imailova, (Ita 2004)
Il lago Aral, tra Uzbekistan e Kazakistan, è il quarto mare interno più grande del mondo: a partire dal 1960 l’ecosistema è
stato sconvolto dalle decisioni del governo di Mosca che, in evidente competizione con gli Stati Uniti, ha pianificato
un’assurda monocoltura di cotone nella zona. Il film sceglie di concentrarsi sullo spirito di sopravvivenza di chi abita nella
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18 Marzo 2007 a cura di [email protected]
zona, sui gesti quotidiani delle persone, tagliando fuori qualsiasi considerazione di carattere politico-economico e
scegliendo dimettere a confronto tre generazioni di pescatori: i vecchi, gli adulti, i più giovani.
Interverranno: Andrea Palladino, regista e Medici senza frontiere
17 Aprile 2007 - ore 21.00
THE END OF SUBURBIA di Gregory Greene, (Usa 2004)
Il primo e più celebre film sul picco del petrolio. The End of Suburbia ha già qualche anno di vita, ma conserva intatta la
sua forza comunicativa.
Centrato principalmente sul fenomeno degli enormi sobborghi americani, che vivono solo grazie al petrolio a basso prezzo,
ne esamina il preoccupante futuro attraverso documenti storici, interviste, opinioni.
Interverranno: Ugo Bardi, Università di Firenze, presidente AspolItalia - Alessandro Gioli,Università di Firenze, Eurosolar
24 Aprile 2007 - ore 21.00
THE FUTURE OF FOOD di Deborah Koons, (Usa 2004)
Un documentario anti-OGM, un film-intervista ad agricoltori ed esperti che evidenzia in quale misura gli alimenti
geneticamente modificati stiano minacciando la sicurezza del cibo. Agricoltori ed esperti denunciano come la natura rischi
di essere brevettata da sei multinazionali biotech. È un'esortazione a trattare con cautela le biotecnologie che diminuiscono
la sicurezza alimentare; contrastare brevetti o monopoli che rischiano di minare la libertà di scelta del cibo
Interverranno: Nanni Ricci, Slow Food Toscana - Paolo Conti, giornalista
Tutte le proiezioni sono ad ingresso gratuito fino ad esaurimento dei posti disponibili.
Presso Cinema Auditorium Stensen Viale Don Minzoni 25/c - Firenze
Per info: 055/ tel. 055/5535858 - [email protected] - [email protected]
Programma a cura di: Filippo Lazzerini con la collaborazione di Sara Chiarello, Anita Galvano, Francesca Marsilio,
Michele Crocchiola.
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Ticket: si auspica una vera marcia indietro.
Libertà vigilata sui ticket
(Il Sole 24 Ore: pag. 25, la Repubblica Milano: pag. I - 27 febbraio 2007)
Il Governo ha convertito in legge il cosiddetto 'Decreto milleproroghe'. Per quanto riguarda il settore farmaceutico, questo
significa che le Regioni, dal 31 marzo, potranno eliminare il ticket da 10 euro su medicinali e analisi a patto di trovare
misure compensative per assicurare il gettito previsto dalla Finanziaria. Il Governatore della Lombardia Roberto Formigoni
ha annunciato che dovrà 'aumentare il prezzo di quelli più costosi, dai 25 euro in su'. La Lombardia, entro fine marzo, dovrà
decidere quali misure adottare per reperire i 130 mln di euro.
Ticket sanitari, i sindacati contro Formigoni
(la Repubblica Milano: pag. I - 28 febbraio 2007)
Partono le polemiche dei sindacati in seguito alla scelta del Governatore della Lombardia Roberto Formigoni di cancellare il
ticket da 10 euro solo sugli esami meno cari e di aumentare quello sugli esami più costosi. Franco Giorgi di CISL
Lombardia afferma: 'non posso accettare aumenti di 7 euro sulle ricette quando le fasce di reddito sono le stesse da 13 anni'.
Lella Brambilla di CGIL Lombardia dichiara: 'non possiamo tollerare che tutti i costi si scarichino solo sui lavoratori
dipendenti'.
Impiego di medicinali "off label"
A seguito delle richieste di chiarimenti in ordine all’applicazione del disposto dell’art. 1, comma 796, lett. z) della legge 27
dicembre 2006, n. 296 (legge finanziaria 2007), il Ministero della Salute, con nota del 12 febbraio 2007, ha sottolineato che
la norma citata deve essere inquadrata nel contesto delle disposizioni vigenti, le quali consentono la erogazione a carico del
SSN anche di medicinali utilizzati per indicazioni terapeutiche diverse da quelle previste nel provvedimento di
autorizzazione all’immissione in commercio, quando manchino valide alternative terapeutiche e i medicinali siano inseriti
in uno specifico elenco predisposto dall'AIFA, secondo criteri stabiliti dalla stessa Agenzia. Nell’occasione, il Ministero ha
invitato l’AIFA a procedere, con urgenza, alla revisione e all’aggiornamento dell’elenco dei farmaci predisposto in
attuazione della disposizione sopra citata. Per ulteriori informazioni: www.ministerosalute.it.
La spesa sanitaria è in frenata"
(Il Sole 24 Ore: pag. 28 - 1 marzo 2007) In seguito ai tagli dei prezzi decisi dal Governo si è abbassata la spesa farmaceutica
pubblica e i relativi conti tornano in equilibrio. I dati diffusi da Federfarma indicano, infatti, che il bilancio del 2006 per i
farmaci a carico dello Stato si è fermato a 12,327 mld registrando un +4% rispetto al 2005, in controtendenza rispetto al 1°
trimestre dell'anno in cui si erano avuti picchi di incremento prossimi al 15%. Il consumo dei farmaci ha registrato un
andamento a macchia di leopardo: picco massimo della spesa netta in Calabria, +9,3%, e minimo a Bolzano, -7,6%.
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Certificati inutili, grido di dolore dei pediatri.
A cura de Il Pensiero Scientifico Editore - 05/03/2007 - La denuncia. In Italia operano circa 7000 pediatri di famiglia, che
compilano ciascuno mediamente 10 certificati al giorno, per un consumo giornaliero di 35.000 fogli A4, pari a 70 risme di
carta. Siamo a circa 14.000 risme all'anno: quanti alberi occorre abbattere per produrre tanta carta? Ogni giorno si sprecano
35.000 ore per il ritiro e la consegna di certificati, ben 7.000.000 di ore annue, con un costo economico e sociale immane.
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18 Marzo 2007 a cura di [email protected]
Tutto questo ha un qualche senso? No, affermano i diretti interessati. I provvedimenti del Ministro della Salute Livia Turco
volti a diminuire i certificati medici richiesti dalla Pubblica Amministrazione hanno contribuito ad alleggerire la situazione?
Non abbastanza, affermano gli addetti ai lavori. La denuncia viene dalle pagine della rivista Un Pediatra Per Amico.
L'incubo di ogni pediatra. Spiega Vincenzo Calia, direttore di Un Pediatra Per Amico (UPPA) e pediatra di famiglia: “Il
Ministro della Salute progetta di eliminare la stragrande maggioranza dei certificati medici: indubbiamente un'iniziativa
encomiabile. Io poi questi certificati li ho sempre detestati, e vi spiego perché. Ecco cosa “certifico” più e più volte al
giorno:
- attesto che un bambino è sano e perciò ha diritto ad andare a scuola o all'asilo nido; perché, se fosse, mettiamo,
cardiopatico o diabetico non avrebbe questo diritto?
- attesto il diritto a fare attività sportiva non agonistica o a frequentare una colonia (cioè un paio d'ore di gioco alla
settimana o una settimana di vita all'aria aperta all'anno); per la salute di nessun bambino questa attività potrebbe essere
rischiosa!
- attesto il diritto di un genitore ad assentarsi qualche ora o qualche giorno dal lavoro per portare il bambino in ambulatorio
o assisterlo perché è malato; e perché bisogna diffidare di quel genitore e non credergli se lo dichiara lui stesso? Non è
difficile scoprire gli approfittatori e punirli, se si vuole veramente farlo.
- attesto il diritto del bambino piccolo di tornare a riposarsi a casa il pomeriggio; ma se lui non ce la fa a restare tutto il
giorno all'asilo, non basta il buon senso per capirlo?
- attesto il diritto del bambino allergico a non mangiare determinati alimenti: quale potrebbe essere il motivo per non
credere alla semplice richiesta di una mamma?
- attesto il diritto di tornare a scuola dopo una comune malattia: il certificato più gettonato di tutti e contemporaneamente il
più inutile. Qual è la mamma che manda a scuola il bambino malato? Se lo fa, probabilmente sa che a scuola starebbe
meglio che a casa.
- attesto il diritto del bambino di tornare a scuola dopo un periodo di vacanza: questo è il massimo dell'imbecillità, ma non
si riesce a sradicarla.
- attesto il diritto di un bambino guarito da una malattia contagiosa a tornare a scuola: l'unico certificato che avrebbe un
senso, perciò l'onnipresente UCAS (Ufficio Complicazione Affari Semplici), che nella città dove lavoro è molto attivo, ha
pensato bene di raddoppiarlo.
- ogni tanto attesto delle cose veramente ridicole: che a un bambino non piace il Parmigiano, che arriverà a scuola un po' più
tardi, che quando gli scappa la pipì è meglio mandarlo in bagno che fargliela fare addosso… Ma siamo diventati pazzi?”
Bibliografia. Calia V. Tutto bene: ecco il certificato inutile. Un Pediatra Per Amico n° 1, Gennaio/Febbraio 2007.
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La cupola delle tangenti. La mappa delle mazzette dell'uomo di Storace. Le regalie proseguite con Marrazzo.
Ecco la grande spartizione nel governo della Regione Lazio.
da l’Espresso del 2.3.07 di Marco Lillo e Peter Gomez - Non è cambiato nulla. Rubano come prima, anzi più di prima.
Alcuni lo fanno col metodo classico della mazzetta: la busta, o meglio il pacchetto pieno di soldi consegnato ai politici in
maniera nemmeno troppo furtiva, spesso negli ascensori del palazzo in vetrocemento di via Cristoforo Colombo a Roma
che ospita gli uffici della Regione Lazio. Altri, invece, lo fanno quasi alla luce del sole in occasione dell'approvazione di
ogni legge di bilancio, quando i consiglieri di maggioranza e opposizione si spartiscono circa 30 milioni di euro di
finanziamenti gentilmente concessi a centinaia di organizzazioni, ufficialmente senza fini di lucro, segnalate dai singoli
esponenti di partito.
Il risultato è che 15 anni dopo l'arresto a Milano di Mario Chiesa, nella Capitale tangentopoli continua. Con gli stessi vizi di
sempre: accanto ai collettori di bustarelle che raccolgono fondi neri per i vertici delle formazioni politiche, c'è la solita
pletora di portaborse, dirigenti e funzionari ladri tout-court che fanno la bella vita. Sopra ci sono infine i partiti (quasi tutti)
che si dividono in allegria e a norma di legge fondi pubblici dei quali poi nessuno si prende la briga di verificare la reale
destinazione. E questa volta non è un 'si dice'. A raccontarlo, ai pm romani Giancarlo Capaldo e Giovanni Bombardieri,
sono due documenti scoperti dai carabinieri nel corso delle indagini sulle truffe di Lady Asl, l'imprenditrice che riusciva a
far accreditare dalla Regione le proprie cliniche e i propri laboratori sanitari, versando tangenti a funzionari e politici.
Un'inchiesta che ha già portato all'arresto di una mezza dozzina di dirigenti regionali, di un capo di gabinetto dell'ex
governatore Francesco Storace e di un suo assessore, ma che ora minaccia di estendersi a tutti i lavori pubblici dell'era del
centrodestra.
Operazione Torax.
Il primo documento è un file di un computer intitolato Torax ('torace' in spagnolo). A scriverlo, con l'intenzione di ricavarne
una lettera da inviare a Storace, è stato l'ex assessore ai Trasporti Giulio Gargano, attualmente agli arresti domiciliari dopo
aver patteggiato una pena a 4 anni e sei mesi per lo scandalo della sanità. Gargano lo ha preparato per difendersi dalle
accuse di aver intascato denaro all'insaputa del partito, mosse contro di lui all'interno di Alleanza nazionale. Con precisione
l'ex assessore fa allora il punto della situazione: elenca tutta una serie di appalti relativi alla costruzione di strade, ferrovie e
acquisti di bus. Parla della privatizzazione dell'azienda per il trasporto su gomma. Cita quasi tutte le grandi opere del
governo Storace più una serie di gare dell'Anas regionale, l'Astral e della società a capitale misto che deve costruire la
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18 Marzo 2007 a cura di [email protected]
bretella autostradale per Formia. Ricorda, infine, gli appalti per le pulizie, per le assicurazioni e per la vigilanza. Spesso
accanto ai nomi delle aziende vincitrici (ci sono pure le cooperative rosse e alcune imprese considerate vicinissime ad An)
indica il nome dei loro referenti politici e in un caso arriva a scrivere: "Tu dovresti ripartire la cifra fra te, Forza Italia e
Udc". Poi fa riferimento quasi esplicito a delle somme di denaro mascherate da una serie di 'X'.
Assalto alla diligenza.
Il secondo documento è invece la lista delle associazioni e degli enti a cui vengono erogati fondi pubblici in occasione delle
leggi di bilancio regionali (l'ultima risale al 2006). È un elenco lunghissimo che i carabinieri hanno per ora acquisito solo
nella parte riguardante 46 diversi finanziamenti sponsorizzati dallo stesso Gargano e dall'attuale sottosegretario alla Difesa
Marco Verzaschi (Udeur), sotto inchiesta per corruzione. Gli investigatori si sono resi conto che accanto al denaro stanziato
per iniziative meritevoli, come l'assistenza agli anziani, la promozione di eventi culturali e sportivi, i finanziamenti alle
parrocchie, compaiono soldi destinati anche a una serie di organizzazioni amministrate da parenti o collaboratori dei
consiglieri regionali. Il sospetto è insomma che alla Pisana (il consiglio del Lazio) ci sia chi sostiene la propria attività
politica utilizzando denaro dei contribuenti. Il tutto in maniera formalmente legale visto che quest'anno per ciascuno dei 70
consiglieri sono stati messi a disposizione 350 mila euro (100 mila cash per le associazioni, più 250 mila in conto capitale
per i lavori pubblici); che erano 550 mila 12 mesi fa e addirittura circa 700 mila quando alla testa della Regione c'era ancora
Storace. Ora i capigruppo dei partiti di centrosinistra, con una lettera al 'Corriere della Sera', si affannano ad assicurare che
la prassi è perfettamente regolare, mentre la giunta Marrazzo spiega di aver tentato di ridurre il più possibile gli
stanziamenti. Sull'intera materia è stata però aperta una seconda inchiesta, da parte del pm romano Giuseppe De Falco, e dai
primi accertamenti è emerso, per esempio, il caso di un'associazione pro Amazzonia beneficiata con più di un milione di
euro che, secondo le denunce dei Comunisti italiani, ha sede dove un consigliere ha il proprio gruppo politico 'rosso-verde':
stesso indirizzo, stesso numero di telefono. È probabile che in questa indagine finiranno per confluire anche le
dichiarazioni, ancora top secret, raccolte durante l'inchiesta su Lady Asl che spiegano le apparenti differenze di trattamento
tra i vari consiglieri (più soldi gestiti da membri della minoranza rispetto a quelli della maggioranza) con la necessità di
garantire agli sconfitti una sorta di risarcimento elettorale.
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La sanità è un affare privato. – Lady Asl condannata - Corruzione, Recordati patteggia con 2 mln di euro.
Lady Asl, al secolo Anna Iannuzzi, nei suoi interrogatori punta il dito anche contro due big della sanità privata come i
gruppi Angelucci e Ciarrapico. Al pm chiede velenosa: "Perché non indagate anche sugli altri?". E quando si sente
rispondere: "Lei ci dia delle indicazioni che se abbiamo dei buchi li colmiamo", non può far a meno di sbottare: "Voi,
magistrato mio, ci avete una voragine, mi creda. Per esempio, perché non indagate su Villa Patrizia?". È l'inizio di una serie
di presunte rivelazioni tutte ancora da valutare. Lady Asl mette a verbale le confidenze di un direttore sanitario secondo il
quale la clinica, che fa parte del gruppo Tosinvest (Angelucci) e che oggi si chiama San Raffaele al Nomentano, sarebbe
riuscita a ottenere rimborsi regionali anche per prestazioni per le quali non era stata accreditata. Uno scandalo, protesta
Anna Iannuzzi, "però a loro non li arresta nessuno". Il tentativo di Lady Asl è quello di descriversi come la vittima di un
sistema costretta a pagare tangenti per ottenere con le mazzette quello che i suoi concorrenti più importanti ricevevano
grazie ai rapporti politici. In questo contesto parla anche del 'nemico' Giuseppe Ciarrapico e del suo gruppo Eurosanità che
in base a una sentenza del Tar doveva ricevere 50 milioni di euro dalle Asl e che invece, dopo una transazione autorizzata
proprio da Storace, si sarebbe ritrovato in tasca molto di più. A seguire la transazione è stato Cosimo Speziale, l'ex direttore
generale della Asl Roma B, già arrestato e oggi grande gola profonda dell'inchiesta. Speziale non la contraddice e spiega ai
pm: "Il Policlinico Casilino era intoccabile perché Ciarrapico aveva rapporti diretti con Storace: arrivavano le cose già belle
e preparate. Lo sapevano pure le pietre che Ciarrapico è legato a Storace".
Due misteri per Lady Asl
Un tesoro tutto cash, tenuto su conti correnti fin troppo facili da scoprire: senza investimenti, senza comprarci nemmeno un
immobile. Possibile che Anna Iannuzzi, ormai nota con il soprannome di Lady Asl, abbia lasciato oltre 30 milioni di euro
senza utilizzarli? Una mossa che non si accorda con la scaltrezza del personaggio, capace di costruire dal nulla un piccolo
impero della sanità convenzionata. Quel denaro, secondo i magistrati, è il frutto della truffa montata a freddo dalla Iannuzzi
con complicità di alto livello: denaro versato dalla Regione Lazio sui conti della Ims e della Medicom, due dei centri della
signora delle tangenti, per prestazioni mai effettuate. Per chi erano i soldi? Nelle sue confessioni fiume, solo in parte
riscontrate, Anna Iannuzzi sostiene che quei milioni erano la provvista per la campagna elettorale di An: soldi non suoi, ma
destinati ai politici. Lei però li trattenne violando gli accordi e ci fu una lite furibonda con l'assessore Giulio Gargano. Il
pubblico ministero Giancarlo Capaldo contesta questa ricostruzione a Gargano durante l'interrogatorio, ma il magistrato non
sembra sostenerla fino in fondo. E infatti torna alla carica con la Iannuzzi e le domanda: "Mi sembra strano che lei potesse
fare un simile scherzetto ad An quando c'era il rischio di una vittoria alle elezioni di Storace, ci dica la verità...".
Non è l'unico punto che resta misterioso. Con il marito Andrea Cappelli i pm insistono sui rapporti con alti prelati. Tentano
di esplorare l'ipotesi del socio occulto. Ma l'uomo nega: conferma intense relazioni ecclesiastiche, sbandierate come uno
strumento per arginare l'invadenza della politica: "Le faccio un esempio: monsignor Tarcisio Bertone ha inaugurato una
delle nostre strutture ed è venuto più volte da noi. Il segretario Joseph di papa Ratzinger, adesso non ricordo il cognome, è
stato da noi più volte, il segretario di quand'era cardinale, non l'attuale Georg". Cappelli spiega ai pm di non avere ricevuto
dal Vaticano contropartite né richieste, ma che ogni tanto la moglie consegnava donazioni in contanti di "poche migliaia di
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18 Marzo 2007 a cura di [email protected]
euro" a diversi monsignori tra i quali anche Bertone, ora segretario di Stato. – da l’espresso 1.3.07
Lady ASL condannata a 8 anni di carcere
(la Repubblica: pag. 25, Il Messaggero: pag. 1 - 6 marzo 2007) - Si chiude con giudizio abbreviato il processo ad Anna
Giuseppina Iannuzzi, nota come Lady ASL, condannata ad 8 anni di reclusione nell'ambito della maxi inchiesta sulla Sanità
della Regione Lazio. La Iannuzzi avrebbe elargito tangenti per ottenere autorizzazioni ed accreditamenti per le sue strutture
private ed avrebbe inoltre sottratto soldi alle casse regionali tramite un meccanismo di falsi mandati di pagamento a fronte
di prestazioni mai erogate. Il Gup ha inoltre condannato a 6 anni il marito della Iannuzzi, Andrea Cappelli, a 4 anni il
commercialista Tondi e a 3 anni ed 8 mesi il funzionario della ASL RMB, Mauro Passi. Cosimo Speziale, Direttore
Generale della ASL RMB, ha patteggiato per una pena di 4 anni.
Corruzione, Recordati patteggia con 2 mln di euro
(Il Sole 24 Ore Finanza & Mercati: pag. 47 - 14 marzo 2007)
Recordati, indagata dalla Procura di Milano per corruzione, patteggia con 2 mln di euro. L'inchiesta aveva portato all'arresto
di 3 manager, accusati di avere costituito una rete di medici e farmacisti 'a libro paga' degli informatori della società.
Recordati è stata coinvolta anche in un'altra indagine, condotta dalla Procura di Bari, riguardo ad una truffa ai danni del
SSN. Per quanto concerne il procedimento di Milano, l'azienda ha depositato alle autorità giudiziarie il nuovo modello
organizzativo 'ulteriormente rafforzato per prevenire condotte illecite da parte dei dipendenti' ed ha inoltre 'messo a
disposizione ogni profitto e risarcito al Ministero della Salute ogni danno che possa essere derivato dalle condotte illecite
dei propri dipendenti'.
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Il chirurgo, la coca e le raccomandazioni.
Davanti ai magistrati la loro è stata una polemica senza esclusione di colpi. Da una parte Cosimo Speziale, ex direttore
generale della Asl Roma B e grande pentito dell'inchiesta sulla tangentopoli laziale che accusa politici ed ex assessori, tra i
quali anche l'attuale deputato di Forza Italia Giorgio Simeoni, di aver intascato mazzette a getto continuo. Dall'altra Giulio
Gargano, ex assessore di An alla Sanità e ai Trasporti, che si difende ed elenca le ragioni per cui Speziale potrebbe avercela
con lui, arrivando a mettere a verbale un episodio dai contorni ancora oscuri. Quando i pm gli fanno presente che Speziale,
per una gara relativa alle pompe funebri, sostiene di avergli dato 20 mila euro "sull'ascensore, perché lui aveva paura delle
microspie", Gargano, che pure ha ammesso altri contributi, è categorico: "Speziale non mi ha mai dato soldi, anche se una
volta, prima della Pasqua del 2004, mi ha dato un pacchetto, che non ho aperto, da consegnare a Niccolò Accame, il
portavoce di Storace". Un pacchetto "rettangolare, incartato come fosse un regalo da festa, con un bigliettino sopra che
sembrava un piccolo mattone", spiega Gargano, sostenendo di averlo dato ad Accame fuori dalla Regione. Comunque
stiano le cose un fatto è certo: dai verbali dell'inchiesta emerge un ritratto del sistema sanità regionale sconcertante. Gargano
ricorda che Storace rimproverava al suo manager "di essere totalmente autonomo, di non seguire le direttive" e aggiunge
che lo scontro tra i due raggiunse l'apice quando "in occasione di un incidente in cui morì una persona, Storace gli chiese di
mettere il primario e tutta l'équipe medica immediatamente fuori ruolo in attesa degli esiti delle indagini, mentre Speziale
non fece niente di quanto richiesto". Dopo questo caso ne sarebbe seguito un altro: la storia di un primario neurochirurgo
forse cocainomane per qualche mese in servizio all'ospedale Sandro Pertini.
Gargano racconta che il medico doveva "mettere in piedi una struttura importante per l'intervento alla colonna vertebrale".
Dopo qualche tempo però Speziale lo chiamò per dirgli: "Ma io questo non lo posso far lavorare, perché questo mi arriva
tardi alla mattina, non ci sta mai, questo è cocainomane".
Di fronte a questa obiezione Gargano si tira indietro. "Io questa cosa non la so", gli risponde, "a me di lui mi hanno parlato
molto bene. Ma se tu dici che è cocainomane è chiaro che non può fare interventi sulla colonna vertebrale perché
metterebbe a rischio seriamente la vita dei pazienti". Il neurochirurgo, di cui l'ex assessore non ricorda il nome, viene
comunque messo da parte.
Ma anche a Gargano sembra restare il dubbio: quel medico era davvero un tossicodipendente, oppure quello della cocaina
era solo un pettegolezzo utilizzato per farlo fuori? Da l’Espresso 1.3.07
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Un bicchiere di vino al giorno elisir di lunga vita.
Roma, 28 feb. (Adnkronos Salute) - Più longevi con un bicchiere di vino al giorno. A descrivere le virtù della bevanda di
Bacco, ovviamente a dosi moderate, è uno studio olandese presentato oggi al 47esimo congresso dell'American Heart
Association, in corso al Orlando. La ricerca, condotta su 1.373 uomini nati tra il 1900 e il 1920, sostiene che un moderato
consumo di alcol, in media circa un bicchiere al dì, è associato a un minor rischio di morte per malattie cardiovascolari e,
più in generale, per altre patologie. Ma, assicurano gli studiosi della Wageningen University and National Institute for
Public Health and the Environment di Bilthoven, confrontato a birra e altri alcolici, il vino ha sicuramente la meglio.
Lo studio è durato ben 40 anni, con interviste su stili di vita, dieta, abitudini alcoliche, fumo e peso corporeo, nonché
eventuali problemi di salute, con particolare attenzione a infarti, ictus, diabete e cancro. I partecipanti allo studio, o meglio i
superstiti, sono stati intervistati l'ultima volta nella metà del 2000. E la 'Zupthen ricerca', così chiamata per la città di
provenienza dell'intero campione, ha evidenziato che 20 grammi di alcol al giorno riducono del 36% il rischio di morte e, in
particolare, del 34% quello legato a malattie cardiovascolari. Non solo. Bere mezzo bicchiere di vino al giorno per un lungo
periodo, ovvero come vera e propria abitudine di vita, riduce del 40% il rischio di morte e del 48% il pericolo di morire per
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patologie cardiovascolari. L'aspettativa di vita era di 3,8 anni maggiore negli uomini che bevevano vino rispetto a quelli che
avevano bandito l'alcol dalla propria dieta. Mentre confrontati ai consumatori di birra e altri alcolici, gli amanti della
bevanda degli Dei vantavano un'aspettativa di vita più lunga di ben due anni.
"Potremmo supporre - commenta Martinette Streppel, fra gli autori dello studio - che ciò sia legato all'aumento del
colesterolo cosiddetto 'buono' che l'alcol produce, o a una riduzione della coagulazione del sangue dovuto all'inibizione del
processo di aggregazione delle piastrine". E un maggior aiuto potrebbe arrivare dal vino rosso, grazie al contenuto di
polifenoli che svolge un'azione protettrice per cuore e arterie. Ma l'American Heart Association raccomanda di non
prendere iniziative 'pericolose', cominciando a bere vini e alcolici con la speranza di vivere più a lungo, dimenticando i
rischi connessi all'abuso di queste bevande. E invita i cittadini a rivolgersi al proprio medico per analizzare insieme
colesterolo, peso corporeo, fumo, ipertensione e tutti gli altri fattori che potrebbero 'non andare d'accordo' con il consumo di
alcolici. (Ile/Adnkronos Salute)
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ICE (in case of emergency)
Gli operatori delle ambulanze hanno segnalato che molto sovente, in occasione di incidenti stradali, i feriti hanno con loro
un telefono portatile.
Tuttavia, in occasione di interventi, non si sa chi contattare tra la lista interminabile dei numeri della rubrica.
Gli operatori delle ambulanze hanno lanciato l'idea che ciascuno metta, nella lista dei suoi contatti, la persona da contattare
in caso d'urgenza sotto uno pseudonimo predefinito.
Lo pseudonimo internazionale conosciuto è ICE (=In Case of Emergency).
E' sotto questo nome che bisognerebbe segnare il numero della persona da contattare utilizzabile dagli operatori delle
ambulanze, dalla polizia, dai pompieri o dai primi soccorritori.
In caso vi fossero più persone da contattare si può utilizzare ICE1, ICE2, ICE3, etc.
Facile da fare, non costa niente e può essere molto utile.
Se pensate che sia una buona idea, fate circolare il messaggio di modo che questo comportamento rientri nei comportamenti
abituali.
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Costi telefonini. Eliminare tassa concessione governativa? un provvedimento liberalizzatore che farebbe bene
a tutti.
Il relatore al decreto sulle liberalizzazioni, Andrea Lulli, ha auspicato l'eliminazione della tassa di concessione governativa
sui telefonini, quella che viene applicata ai contratti fissi e il cui costo e' uno dei motivi per cui le schede sono piu'
utilizzate.
Finalmente un provvedimento che sa di liberalizzazione e non di propaganda e demagogia. Si tratta dell'eliminazione di
un costo per l'utenza finale che i gestori non recupereranno in altro modo. L'abolizione del costo delle ricariche e' stato
recuperato aumentando le tariffe dei consumi e altrettanto avverrebbe qualora fosse stabilita l'abolizione dello scatto alla
risposta. Non solo, ma e' stato stabilito un pericoloso precedente, facendo intervenire lo Stato nella definizione di tariffe
che, invece, spettano ai gestori rispetto al loro modo di voler e poter essere sul mercato.
La tassa di concessione governativa e' provvedimento ben diverso: spetta al legislatore e non crea alcun pericoloso
precedente. Anzi. Da' il via ad un metodo, la detassazione, che dovrebbe essere preso ad esempio per tanti altri settori, si' da
passare dalle politiche a parole di difesa dei consumatori ad atti pratici e tangibili.
Una cosa pero' non ci convince in cio' che sostiene il relatore Andrea Lulli. Perche' aspettare la prossima finanziaria, cioe'
il 2008? Se fosse solo per un mero calcolo di introiti in meno che l'Erario ne avrebbe senza averlo programmato,
comprendiamo la difficolta', ma non ci sembra insuperabile, anche perche' l'effetto positivo che un simile provvedimento
avrebbe, darebbe giovamento a tutta l'economia: lo Stato che abolisce una tassa se perde da una parte, ci guadagna in
fiducia e credibilita' per le proprie politiche liberalizzatrici... e se uno Stato democratico non si basa su consenso e fiducia...
http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/iniziative_mostra.php?ed=212&id=174237
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Riflessioni sulla “malascuola”.
C'è qualcosa che non quadra in questa brutta storia, soprattutto dal punto di vista della colpevolizzazione all'unisono della
maestra indagata, senza approfondimenti ulteriori sull'organizzazione scolastica, sul reclutamento degli insegnanti di
sostegno, sul possesso dei requisiti curriculari previsti dalla legge per il conferimento da parte dei Dirigenti Scolastici
di incarichi di sostegno su classi con alunni diversamente abili.
Sarebbe troppo semplicistico dire, ad esempio, che i danni a cose e persone causati da un giovane senza patente alla guida di
un automobile concessa irresponsabilmente dai genitori, sia interamente del giovane stesso.
ll bambino tunisino di sette anni di una scuola elementare di Milano è stato medicato con alcuni punti di sutura sulla lingua.
Le ultime notizie parlano di iscrizione nel registro degli indagati, in un procedimento per lesioni colpose, dell'insegnante di
sostegno di 22 anni, originaria di Messina.
Le ferite sulla lingua del bambino sarebbero state provocate dalle forbici tenute in mano dall'insegnante la quale, secondo la
vittima, avrebbe pronunciato la seguente frase: "se non stai zitto ti taglio la lingua".
Dal canto suo, l'insegnante, al momento sospesa dall'incarico, avrebbe parlato di un incidente .
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Il Ministro dell'Istruzione è stato durissimo contro l'insegnante responsabile dell'episodio ed ha parlato di licenziamento.
Analogamente, mass media e commentatori si sono abbandonati a tutti i tipi di improperi, pillole scandalistiche, tutte dirette
unicamente sull'"insegnante mostro", e per niente sul sistema scolastico che, riguardo all'assistenza ai disabili, soffre di
carenze strutturali di vecchia data.
Non ultime la formazione, l'aggiornamento e le verifiche sui titoli di studio e sui progetti finanziati dalle province per
favorire la frequenza dei ragazzi svantaggiati.
L'insegnante di sostegno che avrebbe ferito con le forbici il bambino era senza il titolo di studio necessario per insegnare,
così come, a Milano, il 30% delle insegnati di sostegno agli alunni diversamente abili è priva del titolo di studio necessario
per poter esercitare tale professione (corriere della sera 28 dicembre).
Ricordiamo che oggi la legge prescrive il possesso di una laurea specifica in scienze della formazione primaria per poter
accedere ad una cattedra scolastica nella qualità di insegnante di sostegno.
Una nota del MIUR del 24/04/2001 aveva a suo tempo sollecitato gli organi ispettivi del MIUR e delle pubblica
amministrazione a verificare la validità dei titoli rilasciati ai sensi del DI 460/98 dalle Università in convenzione con enti
esterni.
Pertanto le disposizioni normative prevedono, per i docenti della scuola dell'infanzia (ex materna) e primaria (ex
elementare) il conseguimento del titolo di specializzazione attraverso la laurea in scienze della formazione primaria e la
frequenza di un corso aggiuntivo di 400 ore per il sostegno.
Ma ritornando sull'argomento di cronaca, ci viene in mente un altro episodio recente accaduto a Roma: i presunti abusi su
un bambino down undicenne da parte di un'assistente domiciliare di 22 anni.
In quell'occasione il Sindaco Walter Veltroni e la delegata all'Handicap Ileana Argentin gridarono indignati contro lo
scandalo ma nessuno si è preoccupato di andare a "scavare" su quale fosse il piano educativo individuale di quel bambino
presso i servizi sociali, di quali verifiche fossero state fatte, su quali figure esternalizzate e precarie ruotassero intorno al
bambino e con quale formazione e specializzazione.
Insomma si tende spesso volutamente a buttare un gran fumo su episodi certamente gravi offrendo un facile capro espiatorio
al fine di occultare le responsabilità a monte, che sono più gravi ed appartengono, più verosimilmente, al Sistema Scuola
oppure all'ente pubblico committente dei servizi di assistenza.
Allora ci chiediamo chi deve rispondere di quanto accade nelle scuole, nei centri diurni, nelle residenze assistite quando non
viene garantita un'adeguata copertura dell'organico specializzato?
Chi deve rispondere dal punto di vista etico e giuridico quando disabili, minori e anziani titolari di un diritto
costituzionalmente garantito, diventano le galline dalle uova d'oro di enti pubblici e di cooperative e associazioni Onlus?
Domenico Ciardulli - Educatore Professionale Coordinatore dei Servizi http://www.ciardullidomenico.it/
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La mafia si combatte anche con l’ironia. Lo dice Cuffaro, presidente della regione Sicilia!
(regioni.it) “Anche su internet si dibatte dello spot che ho girato per un’emittente televisiva regionale. E nella rete emerge
una dialettica matura, a volte aspra e polemica, con posizioni che si contrastano. Credo di potere dire che ho avuto ragione
nel volere partecipare a quel promo ironico. Il mio obiettivo era quello di aprire un dibattito sulla Sicilia vera, una Sicilia
alla quale la mafia fa schifo”. Lo afferma il presidente della Regione Siciliana, Salvatore Cuffaro, commentando le
polemiche sullo spot e le migliaia di commenti lanciati sul web.
“Per combattere la mafia è inutile e dannoso continuare ad alimentarne il mito – continua – mentre sbeffeggiandola e
ridicolizzandola si fa opera di contrasto, per far sì che questo cancro vada estirpato. E poi è giusto che tutti sappiano che le
coppole che ho indossato sono prodotte da una cooperativa di San Giuseppe Jato che lavora in uno spazio sequestrato ai
boss mafiosi”.
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America maestra di democrazia e diritto.
** Ecco come la peggiore America reagisce all'azione della nostra magistratura, alla faccia del diritto internazionale, della
sovranità dei popoli e delle istituzioni degli stati liberi, ecco come "l'alleato naturale" reagisce minaccioso ...........
*Il pm Armando Spataro e gli altri protagonisti dell'inchiesta su Abu Omar potrebbero aver bisogno presto di avvocati
difensori che parlino l'inglese.* Nel giorno in cui gli Usa confermano il 'nò all'estradizione degli agenti della Cia ricercati
dall'Italia, a Washington spunta l'idea di un contrattacco giudiziario americano: due esperti di uno dei maggiori studi legali
d'America, hanno proposto al Congresso di varare una legge che permetta di incriminare i procuratori che in Europa
prendono di mira funzionari americani.
«Gli Usa spesso vengono accusati di violare leggi internazionali, ma l'inchiesta italiana è una violazione gravissima di
quelle leggi, un orribile esempio di ipocrisia e un insulto agli Stati Uniti», dice all'Ansa David Rivkin, che insieme al
collega Lee Casey ha lanciato la proposta oggi con un articolo sul Washington Post.
Rivkin e Casey non sono avvocati qualunque.
Entrambi hanno lavorato per Casa Bianca e ministero della Giustizia nelle amministrazioni Reagan e Bush padre e sono ora
partner del potente studio 'Baker Hostetler'.
L'articolo completo su : http://www.democrazialegalita.it
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Un Emirato che nuota nel petrolio ma che preferisce il solare.
L'iniziativa di produrre energia elettrica sfruttando il sole ormai non fa piu' molta notizia, ma quando a lanciare il
programma e' uno dei paesi che piu' di tutti deve la sua ricchezza al petrolio, allora la questione cambia.
Abu Dhabi, l'emirato arabo piu' ricco dei 7 che formano la federazione degli Emirati Arabi Uniti, ha lanciato un piano per
posare tanti pannelli solari quanti ne sono necessari per produrre 500 megawatt di energia pulita, circa il fabbisogno
energetico di 10mila abitazioni.
Sultan al-Jaber, responsabile esecutivo dell'Abu Dhabi Future Energy Company, ha spiegato che l'impianto e' solo l'inizio di
un futuro polo arabo delle energie da fonti rinnovabili. - Peacereporter.net
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Notizie telegrafiche.
In Italia i treni viaggiano alla stessa velocita' di trenta anni fa
'Repubblica' ha realizzato un'indagine per verificare i tempi di percorrenza dei treni delle ferrovie dello Stato, dal Nord al
Sud. Ed i risultati sono simili a quelli di trent'anni fa. Per esempio: se oggi volete partire con un Eurostar da Torino per
Venezia, ci metterete 4 ore e 43 minuti passando da Milano o 4 ore e 53 minuti passando da Bologna. Nel 1975 c'era un
treno, il 533, che da Torino portava in laguna in 4 ore e 40 minuti.
Gli svizzeri sono primi in Europa per uso del treno
Con 42 viaggi a testa l'anno, gli svizzeri risultano primi in Europa per uso del treno. Nel mondo sono superati dai
giapponesi per numero, ma non per chilometri percorsi. Dati 2005: la media pro capite e' stata di 1.929 chilometri percorsi
contro i 1926 dei giapponesi, che pero' di viaggi ne fanno 68 all'anno. Come si spiega l'amore per il treno degli svizzeri?
Con una buona offerta e carrozze confortevoli e ben attrezzate.
Si a tasse proporzionali per le industrie che inquinano
Un sondaggio realizzato per l'International Herald Tribune e la tv France 24 sull'inquinamento, ha rilevato che la maggior
parte degli intervistati e' d'accordo a tassare le industrie in base a quello che inquinano (tra l'81% e il 92% quelli a favore).
L'indagine e' stata condotta su 6576 persone in Gran Bretagna, Francia, Germania, Italia, Spagna e Stati Uniti.
Il sovrappeso deriverebbe dalle sostanze agli ormoni che assumiamo attraverso il cibo
Una nuova tesi riguardo al sovrappeso. Secondo i neurobiologi della University of Missouri, l'alto numero di persone grasse
nei Paesi industrializzati non dipende tanto dai comportamenti individuali sbagliati, quanto da un avvelenamento chimico
prodottosi lungo le tappe della civilizzazione. Il sovrappeso deriverebbe cioè dalle sostanze agli ormoni che assumiamo
attraverso il cibo. Il nemico principale? Il bisfenolo A (BPA).
Le migliori patatite fritte
La Fondazione Warentest in Germania ha effettuato controlli sulle patatine fritte di sette catene di "fast-food" e di alcuni
distributori automatici. Risultato: solo Burger King ha ottenuto un "buono" per i suoi bastoncini; il ristorante di Ikea ha
incassato un "insufficiente" a causa dell'alto contenuto di grassi trans e le patatine di McDonald's si sono dovute
accontentare di un "soddisfacente" (eccesso di acrilammide).
Quanto e' importante la religione
La religione ha un valore diverso a seconda dei Paesi Ue, indica Eurostat che nel 2006 ha interpellato 27.000 cittadini sul
tema. La media: la religione e' importante per la vita del 53% del campione -soprattutto per casalinghe ed anziani. La
specificita': ha importanza per l'88% di maltesi e polacchi, per l'86% di greci, ciprioti e rumeni; non ne ha per il 72% dei
belgi, il 70% dei cechi, il 69% degli svedesi, il 65% degli spagnoli.
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Notizie flash
I pericoli delle pillole contro il mal di testa
Secondo uno studio dei ricercatori del Brigham and Women's Hospital di Boston, il consumo delle piu' comuni pillole
contro il mal di testa, incrementa il rischio di malattie cardiovascolari e di infarti. Gli uomini che prendono regolarmente
l'aspirina, l'ibuprofen e il paracetamol, hanno una maggiore pressione sanguigna rispetto a chi non fa uso di questi
medicinali. Lo studio e' stato pubblicato su Archives of Internal Medicine.
I dubbi sulle virtù sanitarie dell'aglio
Da 3.500 anni, l'aglio (allium sativum) e l'aglio selvatico (allium ursinum) si usano contro le malattie cardiovascolari. Se ne
parlava gia' nell'antico Egitto, e la medicina occidentale ha prodotto cento studi clinici sugli effetti preventivi dell'aglio
quale toccasana contro il colesterolo. Ora, uno studioso di Stanford pubblica su "Archives of Internal Medicine" i risultati di
un esperimento clinico che quasi ne azzera le virtu'.
In Germania sale la preoccupazione per la gestione dei rifiuti altrui
Sale la preoccupazione per la gestione dei rifiuti altrui. Essendo dotata di un solida ed efficiente rete di inceneritori, col
tempo si e' trasformata in un Paese ricettore dei residui non smaltiti altrove. Cosi', sul suo territorio approdano scorie di
munizioni dalla Svezia, pesticidi dalla Colombia, residui d'amianto dall'America, farmaci tossici dalla Nuova Zelanda,
solventi dalla Cina, batterie al piombo dal Montenegro.
In Italia le multe al codice della strada sono il 7% del valore delle imposte dei Comuni
Un forziere da 1,25 miliardi di euro l'anno. L'Italia delle multe si presenta cosi' dopo un'inchiesta condotta dal Sole24Ore
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del lunedi' sui bilanci 2005 degli oltre 8 mila Comuni. In soli 4 anni gli accertamenti per infrazioni al Codice della
Strada sono cresciuti del 52%. Per avere un'idea del peso delle multe sui bilanci comunali, basti pensare che il valore delle
sanzioni equivale al 7% delle imposte locali.
In GB un compenso in denaro per le donne che doneranno ovuli per la ricerca scientifica
The Human Fertility and Embryology Authority si prepara ad allargare la frontiera della ricerca sulle cellule staminali
compensando con 250 sterline le donne che doneranno i loro ovuli a fini scientifici. Attualmente i laboratori britannici non
possono nemmeno accettare donazioni di ovuli a fini di ricerca, a meno che non si tratti di sottoprodotti di trattamenti per
fertilizzazione in vitro o sterilizzazione.
In Italia il medico può imporre le cure contro la volontà del paziente
E' legittimo l'intervento di un medico, anche se questo e' contrario alla volonta' espressa dal paziente ormai incosciente, se e'
necessario a salvargli la vita. Lo dice una sentenza della Cassazione, che ha rigettato il ricorso di un testimone di Geova che
si era visto negare dalla Corte d'appello di Trento il risarcimento dei danni morali 'patiti per essere stato costretto, contro la
sua volonta' a subire una trasfusione sanguigna'.
In GB eroina gratis ai tossicodipendenti per ridurre il crimine
In Gran Bretagna la mutua (National Health Service) fornira' l'eroina gratis ai drogati piu' incalliti: cosi' non dovranno
commettere piu' crimini per pagarsi la tossicodipendenza. Secondo indiscrezioni il Governo Blair adottera' su scala
nazionale questa controversa strategia, dopo aver tirato le somme di esperimenti pilota. Il Ministero dell'Interno prevede di
ridurre i crimini del 20% entro il 2008 adottando questa misura.
In GB tasse locali cresciute del 90% da quando c'è il Governo Blair
Secondo un'indagine del Times l'imposta sui servizi comunali e' aumenteta del 3,8%, pari a 1315 sterline, + 47 sterline
rispetto al 2006. Da quando s'e' insediato il Governo di Tony Blair l'imposta e' cresciuta oltre il 90%, da 688 sterline del
1997 alle 1315 del 2007.
7 volte su 10 l’inquinamento è colpevole di malattie e morte. Secondo i dati dell'Organizzazione mondiale della
Sanità tra il 2002 e il 2004 si sono registrati ben 8.820 morti l'anno attribuibili a valori elevati di PM10.
Roma, 15 mar. (Adnkronos Salute) - L'inquinamento ambientale e gli stili di vita scorretti sono responsabili nel nostro
Paese sette volte su dieci (75%) delle malattie e delle cause di morte. Non solo. In 13 città italiane con oltre 200 mila
abitanti - secondo i dati dell'Organizzazione mondiale della Sanità - tra il 2002 e il 2004 si sono registrati ben 8.820 morti
l'anno attribuibili a valori elevati di PM10.
Preoccupanti anche gli effetti dei cambiamenti climatici: nell'estate del 2003, particolarmente calda, si sono avuti in Italia
2.222 decessi in più rispetto all'anno precedente, e nel solo periodo compreso tra il 15 luglio e il 15 agosto l'aumento delle
morti è stato del 36% nella popolazione generale e del 40% tra le persone di oltre 65 anni. A fornire le cifre dei rischi del
degrado ambientale sulla salute sono i camici bianchi italiani della Federazione nazionale degli Ordini dei medici e
dell'Isde Italia (Associazione italiana medici per l'ambiente), che hanno presentato oggi a Roma un documento comune
sul tema. L'iniziativa congiunta ha l'obiettivo di coinvolgere i medici attraverso la sottoscrizione di un programma,
distribuito nelle sedi degli ordini dei medici, che ne affermi il ruolo attivo anche nella tutela dell'ambiente.
"Noi medici - ha spiegato Amedeo Bianco, presidente Fnomceo - siamo i primi testimoni delle evidenti ricadute che il
danno ambientale provoca sulla salute dei nostri pazienti. Come operatori delle aziende sanitarie e dei dipartimenti di
prevenzione, per esempio, rileviamo quotidianamente dati che indicano un aumento delle malattie e della mortalità da
inquinamento atmosferico. Come medici di medicina generale constatiamo direttamente negli ambulatori la diffusione
sempre maggiore dei tumori e soprattutto l'abbassamento dell'età in cui queste malattie insorgono. E, come pediatri,
registriamo l'aggravarsi nei bambini, soprattutto quando sono residenti nelle zone più inquinate e trafficate, di patologie
come l'asma, il raffreddore, le bronchiti, le broncopolmoniti e soprattutto i tumori".
Per questo, i medici hanno deciso di scendere in campo, già nei mesi scorsi quando è stato introdotto nel nuovo Codice
deontologico un articolo ad hoc, il numero 5, che invita i medici a considerare l'ambiente nel quale l'uomo vive e lavora
come determinante fondamentale della salute dei cittadini. Un articolo che invita anche ad un atteggiamento attivo. Il
'camice bianco', infatti, deve favorire e partecipare alle iniziative di prevenzione e di tutela della salute sia nei luoghi di
lavoro che nella vita quotidiana. "La partecipazione merita di essere sottolineata - spiega Roberto Romizi, presidente
dell'Isde Italia - i medici che operano sul territorio, così come gli specialisti, verificano ogni giorno i danni che l'ambiente
inquinato provoca nella popolazione. Ma le potenzialità di questa consapevolezza devono portare a azioni pratiche". Il
documento preparato dai medici sarà ora inviato ai diversi organismi politici e amministrativi, dai ministeri alle
amministrazioni comunali per invitare a coinvolgere i 'camici bianchi' nelle strategie e nella programmazione per la tutela
dell'ambiente.
Il 'documento ambiente' traduce i principi in azioni concrete: importante, per esempio, l'introduzione - nella progettazione
delle politiche ambientali delle città - della Valutazione di impatto sanitario (da affiancarsi alla Valutazione ambientale
strategica e alla valutazione di impatto ambientale) che dovrebbe avere proprio il medico come referente, attraverso
interventi precisi, che abbiano il giusto peso nelle strategie decisionali in tema di prevenzione e riduzione dell'inquinamento
atmosferico.
Il medico, inoltre, viene indicato come protagonista negli interventi per la modifica gli stili di vita: campagne informative,
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educazione ambientale, iniziative promozionali sull'uso di trasporti sostenibili.
Dall’American Hearth Association una raccomandazione ai medici: attenzione ad utilizzare Fans e Coxib per
la cura del dolore
Molti medici dovrebbero modificare le proprie abitudini prescrittive in materia di antidolorifici, dal momento che, nei
pazienti cardiopatici o a rischio, “i farmaci antinfiammatori non steroidei, con l’eccezione dell’aspirina, aumentano il
rischio di infarto e ictus”. Questo è quanto si legge nelle raccomandazioni diramate dall’American Hearth Association
attraverso il periodico Circulation: Journal of the American Heart Association, organo ufficiale dell’Associazione. “Diversi
medici usano prescrivere i farmaci Coxib in prima battuta contro il dolore cronico, anche in pazienti con manifesti problemi
cardiaci, mentre ci si dovrebbe affidare a tali farmaci solo in ultima istanza, - prosegue il comunicato - tenendo conto delle
problematiche a livello cardiaco del paziente, sarebbe opportuno affrontare il dolore scegliendo di affidarsi “in prima battuta
ad acetaminofene, aspirina e agli analgesici narcotici”. La scelta di ricorrere maggiormente agli analgesici oppioidi
risponderebbe inoltre alle raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, che suggerisce l’utilizzo di
oppiacei nel dolore moderato-severo, preferendo la via di somministrazione orale, particolarmente efficace ed agevole.
Anche le “Note AIFA per l’uso appropriato dei farmaci 2006-2007”, in particolare la nota 66 dedicata a FANS non
selettivi e Coxib, evidenziano peraltro come per i FANS “il rischio di ospedalizzazione per una complicanza grave e
potenzialmente fatale è stimato fra l’1 e il 2% per anno”, mentre “i dubbi avanzati sul profilo di sicurezza cardiovascolare
dei Coxib appaiono tutt’altro che infondati” e “il complessivo profilo di sicurezza dato dal rapporto tra tossicità
gastrointestinale e rischio cardiovascolare.
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Internet: il motore di ricerca più adatto a te.
Siti internet, pagine web, blog, portali e directory, i contenuti presenti in rete sono sempre di più e districarsi nel materiale
disponibile è sempre più complesso. Per districarsi è indispensabile l'utilizzo di un motore di ricerca o, meglio, del motore
di ricerca più adatto. Anche i motori, infatti, sono cambiati e si sono moltiplicati e presentano caratteristiche diverse, che è
utile conoscere per ottimizzare il tempo dedicato alle ricerche e, soprattutto, la rilevanza di risultati.
Scegliere la lingua
I motori di ricerca italiani vanno benissimo per cercare testi nella nostra lingua, mentre non ci si può aspettare di inserire
parole chiave in italiano nella stringa di ricerca di un motore americano e ottenere dei risultati che abbiano un significato. I
motori più grandi (cioè quelli che hanno indicizzato una grossa fetta della rete) in genere hanno versioni nazionali, nelle
diverse lingue, così che è possibile utilizzare la versione corrispondente alla nazionalità del documento che si sta cercando
(www.yahoo.com - http://search.yahoo.com/?fr=yfp-t-501 ). Oppure si utilizza il motore con interfaccia in italiano
impostando però, nelle opzioni di ricerca avanzata, lingua e nazionalità di quello che si sta cercando (www.google.it - ;
www.altavista.com).
La bussola giusta
I principali motori di ricerca generalisti, sopraccitati, offrono già la possibilità di restringere la ricerca a particolari
tipologie di contenuti, quali: immagini; video; musica; notizie; gruppi di discussione (forum); blog; feed; negozi online. Per
i più esigenti esistono però motori costruiti esclusivamente indicizzando determinati settori del web e non altri, per esempio
FindSounds per canzoni e suoni.
Scirus scienza e basta, davvero utile in campo medico perché cerca solo su siti e riviste che si occupano di scienza; si limita
alle pubblicazioni in lingua inglese che, però, in rete sono la maggioranza.
Global Spec è interamente dedicato all'ingegneria e a tutti gli argomenti ad essa correlati, aziende, prodotti, materiali,
apparecchiature, brevetti. In gergo è quel che si definisce un portale, cioè un indice ben ordinato (directory) e monotematico
di siti. MedExplorer è l'analogo in campo medico.
Simile e ancora più tecnica esp@cenet la banca dati europea dei brevetti, accessibile gratuitamente dai singoli siti nazionali.
Omgili in inglese cerca i termini d'interesse solo nelle discussioni presenti all'interno dei forum.
Quelli che "clusterizzano"
Sono motori, più spesso metamotori (inviano la richiesta dell'utente a più motori di ricerca contemporaneamente), che
raccolgono i risultati raggruppandoli in sottocartelle a tema, così da facilitare l'identificazione del gruppo di risultati più
corrispondenti alle proprie esigenze.
Per esempio Clusty e Mooter: fanno risparmiare molto tempo senza limitare la numerosità dei risultati.
Da provare
Decisamente particolare il cinese (con interfaccia in inglese) ChaCha Search che permette di eseguire la ricerca con l'aiuto
di una guida, cioè chattando in diretta con un assistente che aiuta a focalizzare meglio la ricerca.
Mentre cRANKy è il motore dedicato ai senior: centra le ricerche sui documenti rilevanti per gli overcinquantenni e
presenta i risultati con una breve descrizione. Per monitorare un preciso momento Gotuneed, sito italianissimo che propone
la ricerca con tre chiavi contemporaneamente: dove, che cosa e quando.
Infine, per controllare l'attendibilità dei siti d'informazione medico-scientifica, un giro sul sito della Health on the Net
Foundation è d'obbligo.
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Santi, navigatori e invalidi civili.
Un milione di infortuni sul lavoro all’anno, 27.000 invalidi senza una mano, una gamba, tre dita. 41 miliardi di euro di
danno sociale nel 2006. Una corte dei miracoli. Stiamo diventando un Paese di navigatori, di santi e di storpi. La domanda
è sempre la stessa: chi ci guadagna? E’ evidente che è un problema di soldi. Meno un’azienda investe in sicurezza più fa
profitti perchè se rimborsa un invalido paga solo due lire. Se le paga. Questa imprenditoria ha però i suoi lati positivi. Può
produrre mutilati da esportare nei Paesi più ricchi. Per chiedere la carità per la strada e mandare le rimesse in Italia. Nella
lettera di Marco Bazzoni, rappresentante dei lavoratori per la sicurezza, una cosa però non mi torna. Che l’Inail guadagni
circa due miliardi di euro all’anno sulle disgrazie dei lavoratori. Non ci voglio credere, non ci posso credere. Aspetto una
smentita. “Oltre alla mattanza quotidiana nei luoghi di lavoro ogni anno ci sono quasi un milione di infortuni sul lavoro.
Di questi, 27 mila riguardano lavoratori che rimangono invalidi sul lavoro. Molti di questi invalidi ricevono degli assegni
da fame da parte dell'Inail, e questo assegno è l'unico sostentamento economico, perchè hanno perso la capacità di lavorare
per la perdita di un arto di una mano, o perchè sono rimasti paralizzati o perchè hanno perso una gamba, ecc. Voglio
ricordare che l'anno scorso l'Inail ha avuto degli utili di quasi 2 miliardi di euro. Non sarebbe il caso di aumentare gli
assegni agli invalidi sul lavoro? Per quanto riguarda gli infortuni questi hanno un costo sociale altissimo, circa 41 miliardi
di euro l'anno (quanto una finanziaria pesante). E' un costo insopportabile. Purtroppo gli infortuni sul lavoro stentano a
calare (sono anni che siamo a sempre a questa soglia di un milione di infortuni l'anno). Bisogna che tutti si rimbocchino le
maniche a cominciare da governo e datori di lavoro, fino ad arrivare a lavoratori e sindacati. Voglio concludere la mia
lettera con la poesia 'Le morti bianche' di Michael Santhers: 'L'operaio capì che l'inferno è sulla terra e il paradiso sono
quelle ali che ti fanno volare sopra le miserie. Dall'ultimo piano, il decimo piano, guardò il cielo, fece per toccare una
nuvola con un dito e precipitò nel vuoto. Le chiamano morti bianche come avvenissero senza sangue. Sono morti
inopportune che spesso avvengono quando l'informazione è già impegnata in altri eventi. Sono cadaveri con vite banali,
sono numeri decimali che non incidono sul bilancio. Sono cani che hanno abbaiato nel qualunquismo per mestiere, sono un
nome nell'anagrafe che si cancella come un'impronta nel deserto in pieno vento, sono i ricordi sbiaditi del giorno dopo.' - - Marco Bazzoni - Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza. [email protected]
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Studio svela proprietà Cannabis.
Un nuovo studio sui malati di Aids ha provato incontrovertibilmente le proprietà antidolorifiche della marijuana, tanto che
potrebbe far cambiare la legislazione repressiva che vige negli Stati Uniti sui farmaci ricavati da questa sostanza. Lo auspica
Lester Grinspoon, professore emerito di psichiatria dell'Università di Harvard, in un articolo apparso sul quotidiano
americano The Boston Globe, in cui ricorda che l'uso della cannabis come medicinale contro il dolore era conosciuto già
5mila anni fa. La ricerca a cui fa riferimento Grinspoon è stata portata avanti dall'Università della California di San
Francisco. A un gruppo di malati di Aids è stata fatta fumare della marijuana, ed è stato verificato che questo riduce
sensibilmente i dolori provocati dalle neuropatie periferiche associate alla malattia. Secondo lo psichiatra questa è la prova
'incontrovertibile' che la cannabis ha effetti terapeutici. Grinspoon ricorda nell'articolo, riportato anche dall'International
Herald Tribune, che in realtà gli usi medicinali della cannabis sono noti da 5mila anni, e tra il 1840 e il 1900 sono usciti
più di 100 lavori scientifici su questo argomento. In tempi recenti l'interesse in questo campo è tornato alto, ma si è
scontrato con i pregiudizi culturali e anche con ostacoli legali negli Stati Uniti e anche in diversi paesi occidentali. "Nel
frattempo - fa notare lo psichiatra - l'industria farmaceutica si sta sforzando di sintetizzare i cannabinoidi chimicamente,
ottenendo però sostanze molto più costose di quelle estraibili dalla pianta". Secondo Grinspoon i tempi sono maturi per
ripensare la legislazione sulla marijuana. "Nuove leggi - conclude il docente di Harvard - darebbero sollievo a milioni di
sofferenti di Aids, cancro, sclerosi multipla e altre patologie debilitanti".
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Esercizio abusivo della professione medica e rischi per i medici collaboratori.
Corte d'Appello di Milano
Esercizio abusivo della professione medica e rischi per i medici collaboratori
Posto che alla figura professionale dell'odontotecnico è preclusa qualunque manovra nel cavo orale di un paziente - anche la
stessa ispezione - essendogli consentita la sola realizzazione di protesi modellate su impronte rilevate da un medico o da un
odontoiatra abilitato, commette il delitto di esercizio abusivo della professione medica, a mente dell'art. 348 cod. pen.,
l'odontotecnico il quale provveda direttamente alla installazione di una protesi dentaria, limando monconi, fissando viti ai
perni, rilevando impronte ed infine fissando detta protesi. Sarebbero sul crinale di una responsabilità concorsuale i medici
dentisti o odontoiatri che si avvicendano nella collaborazione con chi esercita abusivamente la professione medica, laddove
avessero avuto elementi per ritenere che l'imputato effettuasse attività non consentite. (Avv. Ennio Grassini www.dirittosanitario.net)
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L'Iran legalizza le vendite degli organi.
Per contrastare il mercato nero degli organi lo Stato iraniano ha istituzionalizzato il sistema di vendita del rene da parte
degli aspiranti donatori... altruismo o estrema povertà?
La prevalenza di pazienti con insufficienza renale in Iran è più bassa che nei paesi occidentali; inoltre l’Iran è l’unico
paese dove non esistono liste d’attesa per i trapianti di rene. Ahad Ghods si vantava dell’efficienza della nefrologia
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iraniana sul numero di novembre dello scorso anno della rivista Clinical Journal of the American Society of Nephrology. La
dichiarazione ha incuriosito, tra gli altri, Anne Griffin, giornalista del British Medical Journal, che ha condotto e
pubblicato nell’ultimo numero della rivista un’inchiesta in merito.
In Iran un candidato al trapianto di reni può ricevere l’organo da un donatore cadavere, da un parente, da un donatore non
familiare in vita. Il 76 per cento delle donazioni viene fatto da donatori non familiari, il 12 per cento da cadavere. L’Iran è
un paese di altruisti in cui vi sono persone che si sentono di rimanere con un solo rene per aiutare qualcuno a vivere? Non
proprio. In Iran è legale vendere il proprio rene: se ne ricavano circa 900 dollari più le spese sanitarie legate
all’operazione e alla degenza; il 90 per cento della somma è pagato dall’assicurazione del ricevente e il restante 10 per
cento dallo stato. Di solito i donatori ricevono una somma di denaro aggiuntiva da parte dei riceventi.
Il sistema di vendita è regolato per legge e per verificarne il rispetto è stata istituita un’agenzia governativa ad hoc. Il
donatore deve essere sano e di età compresa tra i 20 e i 35 anni; i donatori interessati a vendere il proprio rene non
possono usare i canali della pubblicità ma devono comunicare all’agenzia la loro disponibilità. I riceventi possono iscriversi
alla lista dei donatori da cadavere o, alternativamente, a quella dei donatori viventi. Lo stato ha deciso di adottare questa
soluzione per eliminare il mercato nero degli organi. L’Organizzazione Mondiale della Sanità e la World Medical
Association si sono dichiarate contrarie alla donazione tramite pagamento.
Ma chi sono i donatori? Secondo dei dati non pubblicati del Transplantation and Special Disease Center iraniano il 79 per
cento dei donatori non ha l’assicurazione sanitaria; di questi il 30 per cento ha un lavoro fisso, il 6 per cento un titolo
d’istruzione superiore, la restante parte vive sotto la soglia di povertà. Francis Delmonico, direttore della New England
Organ Bank, intervistato sulla questione ha dichiarato: "L’esperienza iraniana mi dice che in quella nazione c’è un
povero che rimane povero ma con un rene in meno".
FonteGriffin A. Kidneys on demand. BMJ 2006;334:502-5.
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Una tragedia annunciata.
Come se niente fosse, Sky ha trasmesso stasera uno dei prodotti propagandistici più lerci mai filmati dall'industria
cinematografica, documentari nazisti di Leni Riefenstahl esclusi.
Si tratta del docu-drama The Path to 9/11, una diarrea di fatti fasulli che giustifica in qualche modo la guerra in Iraq, solleva
Bush dalla sue responsabilità, e attribuisce fra l'altro a Clinton la colpa di non aver fermato bin Laden a suo tempo.
Le bugie sono un sottoprodotto di David Horowitz e David Cunningham, due noti attivisti di destra.
Horowitz ha creato il Center for the Study of Popular Culture, un "think tank" finanziato fra gli altri dal miliardario di
estrema destra Richard Mellon Scaife. Erano di Scaife anche i 2 miliardi e mezzo di dollari dell’Arkansas Project,
un’operazione sporca con cui vennero assoldati "testimoni" che raccontassero storie negative su Clinton, storie che poi
risultarono false.
David Cunningham ha fondato The Film Institute (TFI), dedicato “ alla trasformazione divina dell’industria cinematografica
e televisiva dall’interno “.
Il padre di Cunningham è Loren Cunningham, fondatore del gruppo evangelico di destra Youth With A Mission (YWAM).
Lo sceneggiatore del docu-drama è un altro attivista di destra, Cyrus Nowrasteh.
Sky appartiene a Rupert Murdoch, il magnate dei media, grande sponsor della guerra criminale, coloniale e illegale di
Bush in Iraq. Il titolo italiano del film ne potenzia il messaggio neo-con: 11 settembre - Una tragedia annunciata.
Negli USA, il film venne trasmesso l'anno scorso dalla rete ABC ( gruppo Disney ) scatenando giuste polemiche e
boicottaggi. In Italia, al solito, si dorme. By Daniele Luttazzi
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Supposte Fiat.
Una notizia è passata quasi inosservata. Lo scorso mese la Consob ha preso coraggio, o forse non poteva farne a meno, e ha
dichiarato l’incapacità temporanea ad assumere cariche in società quotate per il trio Lescano dell’Ifil (che controlla la Fiat)
composto da Gianluigi Gabetti, Franzo Grande Stevens e Virgilio Marrone. Gabetti si è beccato 5 milioni di euro di multa.
La Consob ha riferito di Gabetti: “carattere doloso delle violazioni, da ricollegare alla piena falsità dei comunicati
conseguente alla partecipazione (riconnessa anche alle cariche rivestite nell’ambito del Gruppo Agnelli) alle attività
concernenti l’operazione di equity swap...”
La magia delle parole che non fanno capire un c..o. Equity swap, provate a
dirlo, piano, a vostra moglie, nell’intimità: e..q..u.i.t.y..s..w..a..p. Penserà a un nuovo gioco erotico un po’ doloroso. E vi
dimenticherete così dei vostri titoli Fiat nel cassetto. Quelli che vi ha consigliato la vostra banca di fiducia.
Gabetti ha, per
la Consob, manipolato il mercato, ma vediamo i fatti:
- Il titolo Fiat crolla in Borsa nella primavera del 2005
- La Exor
lussemburghese (di maggioranza Giovanni Agnelli & Co.) acquista da Merryl Linch quasi il 10% di tutta la Fiat a un
valore di circa 5 euro in modalità equity swap, quindi a un prezzo di cessione futuro concordato
- Ifil compra dalla società
Exor 82 milioni azioni ordinarie Fiat a un prezzo di 6,5 euro
- Il comune azionista poteva comprare nello stesso periodo le
azioni a 7,5-8 euro
La famiglia Agnelli capitanata da Gabetti, ha comprato azioni Fiat a 5 euro come Exor e venduto
azioni Fiat alla Ifil a 6,5. Tutto in casa. Non ha informato in modo trasparente il mercato. Ha mantenuto il controllo della
Fiat con il 30,06% solo grazie a questa operazione. Che bella famiglia.
Ma la Fiat non è quell’azienda che quando
perdeva c’era la cassa integrazione con i soldi nostri e quando guadagnava i soldi se li teneva in tasca? E a quando una
“supposta equity” alla famiglia Agnelli? http://www.beppegrillo.it/2007/03/supposte_fiat.html
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Notizie curiose
Storie di ordinari fraintendimenti
"Mamma, se hai bisogno di aiuto, per qualsiasi cosa, chiamalo". Cosi' le aveva detto il figlio, passandole il numero di
cellulare "di un amico".
Lei, mamma di Durant, nello Stato dell'Oklahoma (Usa), con un piccolo problema di droga, non ci ha pensato due volte e
alla prima "necessita'" lo ha chiamato, chiedendogli alcune dosi.
Non l'avrebbero mai arrestata se quella piccola canaglia avesse specificato che il numero era di un poliziotto.
L'intenzione del giovane era ovviamente di aiutare la madre, non certo di fornirle il numero di un pusher. Ecco cosa succede
a non parlare coi figli...
Il mago in Ferrari
La Guardia di Finanza di Palermo ha arrestato un mago-sensitivo di 60 anni per tre milioni di euro di evasione fiscale.
Sequestrate Ferrari, Porsche, Jaguar e un notevole patrimonio immobiliare.
Ciò che colpisce - avrebbe detto il comandante provinciale della Guardia di finanza, Francesco Carofiglio - è che l'uomo
non abbia avuto nessun presentimento... – Tgcom
La diplomazia del frustino
Qualche notte fa Tzuriel Refael, ambasciatore israeliano a San Salvador, è stato trovato in un ufficio dell'ambasciata legato,
ubriaco e in perfetta tenuta sado-maso, con tanto di museruola. Fortunatamente non ricorda nulla. – Peacereporter
Schemi tattici
L'ex Ct della nazionale colombiana di calcio, Francisco "Pacho" Maturana, ha le idee chiare: "Il sesso prima delle partite? E'
una questione molto personale, che riguarda solo i giocatori. L'importante è che non lo facciano durante". - Gazzetta.it
Annunci economici realmente apparsi su quotidiani napoletani.
* Astrochiromante diplomata con corso di formazione della Regione Campania predice futuro o effettua pulizie delle
scale e finestroni dei palazzi a prezzi interessanti.
* Automobile con la scritta Polizia vendesi. Identica a una vera: affarone!!!
* Apparecchiatura per tomografia assiale computerizzata, identica a quella rubata all'Ospedale Santa Maria Pietosa
degli Orfanelli Ciechi, vendesi a clinica privata. No perditempo!
* Bellissimo quadro antico raffigurante due vecchi che si picchiano a bastonate vendesi ad intenditore.
Comitati per l’ambiente per opporsi ai “danni delle amministrazioni". – Martini, presidente della regione
Toscana critica Asor Rosa.
REPUBBLICA FIRENZE 12/3/07 Asor Rosa guiderà la rete dei comitati Obiettivo: "opporsi ai danni delle amministrazioni" MASSIMO VANNI - IL paladino di Monticchiello Alberto Asor Rosa guiderà la rete dei comitati toscani che si
battono per la tutela del paesaggio, contro «i danni che le amministrazioni comunali stanno producendo». Un
coordinamento che già domenica 25 marzo potrebbe vedere la luce in una Convention alla quale parteciperanno, come
richiesto da Nicola Caracciolo di Italia Nostra, anche le associazioni ambientaliste. E´ quanto è stato deciso ieri al convegno
del Centro studi Cisl organizzato dal Comitato per Fiesole, dove per un´intera giornata urbanisti e esponenti dei comitati si
sono avvicendati a denunciare gli «scempi edilizi» modello Monticchiello.
Fiesole anzitutto, per il quale il presidente del comitato Cosimo Mazzoni, con l´aiuto dell´archeologo Riccardo Francovich,
punta il dito contro il progetto dell´area Garibaldi, dove la Fondazione Menarini «realizzerà 28 mini-appartamenti» e così
facendo, dice Mazzoni, consumerà «un abuso a norma di legge». Ma anche Firenze, dove i «tanti interventi smantellano il
territorio», dice Mario Bencivenni. Bagno a Ripoli, che secondo i conti di Sergio Morozzi, autorizza 150 villette. San
Casciano e l´insediamento della Laika, ricorda Claudio Greppi. La Piana e l´inceneritore, aggiunge Valeria Nardi. Poi
ancora, San Salvi, Montebeni, San Quirico d´Orcia. E quando Asor Rosa lancia l´idea di una rete dei comitati, «a
cominciare dalla Toscana», tutti si dicono d´accordo.
E´ l´annuncio di un nuovo livello conflittuale. «Più maturo», dice Asor Rosa. Ma anche più efficace: «Cosa va cambiato? Il
fatto è che lo Stato ha abdicato alla responsabilità urbanistica passando tutto alle Regione. E la Regione Toscana ha
abdicato nei confronti dei Comuni - dice il presidente toscano di Italia Nostra Caracciolo - si deve ricostituire un sistema
d´autorità a cui poter fare ricorso in caso di problemi». Col presidente toscano Piero Baronti però Legambiente prende le
distanze: smentisce pure di essere tra gli organizzatori del convegno («Non siamo stati neppure interpellati, ci hanno messo
nell´elenco senza avvertirci»). Come annunciato, in platea nessun rappresentante delle istituzioni. Si fa vedere solo il
presidente del Consiglio regionale Riccardo Nencini all´inizio, ma se ne va poco dopo.
Martini critica Asor Rosa "Puntate solo allo scontro"
La Regione e gli "ecomostri"
Prima il caso Monticchiello, ora il convegno di Fiesole dove i comitati fondano una sorta di alleanza per difendersi dai
danni delle amministrazioni locali. Per il presidente della Toscana Claudio Martini comincia ad essere troppo. E a
provocazione decide di rispondere con provocazione: «Il Sole 24 ore scrive che per sostenibilità ambientale la Toscana ha
già raggiunto gli obiettivi di Lisbona fissati per il 2010. Con tre anni di anticipo. Ciò però non significa che non si possa
fare di più e meglio ma da qui a scegliere una logica di scontro con le istituzioni ci passa parecchio». Ce l´ha in particolare
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con Asor Rosa che da mesi guida la protesta di chi si oppone alla politica regionale in tema di ambiente e paesaggio. «A
Fiesole nessuno ci ha invitati, ho letto il programma giovedì scorso ma non avevo avuto nessun contatto con gli
organizzatori, quindi era un modo per dimostrare che sfuggiamo dal confronto. Se avessi fatto la stessa cosa si sarebbe detto
che sono un cafone. Io non posso dire altrettanto, ovviamente, dato lo spessore intellettuale dei personaggi in questione. Ma
quel convegno aveva un´impronta esplicitamente critica».
All´accusa rivolta dai comitati a Regione ed enti locali sui cosiddetti ecomostri, Martini replica con evidente irritazione:
«Combattere da soli non serve. I problemi legati a rendita e speculazione si affrontano solo se uniti. Per questo i comitati
sbagliano: criticare le istituzioni è legittimo ma tagliarle fuori no. Il dialogo deve avvenire però su basi serie. In ogni caso
vedo che anche Legambiente prende le distanze dai comitati e non credo che il Piano di indirizzo territoriale della
Toscana sarà scardinato da questo tipo di convegni. Il primo ragionamento di Asor Rosa era interessante ma adesso il
livello del dibattito mi sembra un po´ scaduto».
Martini cita la classifica del Sole sugli obiettivi di Lisbona: tasso di occupazione al 70%, spesa in ricerca e sviluppo al 3%,
tasso di scolarizzazione superiore all´85%, sviluppo di fonti rinnovabili al 22%. Tra le regioni d´Italia in media la Toscana è
quinta. «Andiamo decisamente bene sul fronte dell´occupazione in Toscana, dove siamo secondi dietro soltanto all´Emilia
Romagna», dice Martini, «ma non possiamo dire per innovazione e coesione sociale che ci vedono a metà classifica:
dodicesimi ed ottavi. E questo non va bene».
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Nella Corea del sud gli alunni possono scegliersi l'insegnante – In USA le api sono sparite - ...
KOREA SUD / Gli alunni possono scegliersi l'insegnante
Alla Choongham High School di Seoul, gli alunni possono scegliersi l'insegnante. I ragazzi hanno un'ora di tempo per
cercare il candidato migliore consultando sul Web 20 profili, incluse le foto dei maestri. A chi non si decide per tempo
viene assegnato un maestro "d'ufficio", tenuto conto del fatto che la classe non puo' superare i 37 alunni. L'idea non piace al
sindacato, secondo cui un maestro non e' un bene di consumo qualunque.
USA / Le api sono sparite
In Usa gran parte delle api sono sparite. Hanno lasciato l'alveare, abbandonato anche la discendenza, non sono piu' tornate.
Sparite senza lasciar traccia. Lo dicono molti apicoltori che, con i primi caldi, si sono avvicinati alle arnie e le hanno trovate
vuote. Non se ne conosce la causa. Alcuni esperti ipotizzano addirittura la fine degli insetti come specie. Cio' che sarebbe
un grosso guaio per l'umanita'.
GERMANIA / I giornali possono pubblicare foto e notizie di gente famosa solo se riguardano eventi di pubblico
interesse
Nel processo che contrappone la principessa Carolina di Monaco ai giornali e' in gioco la liberta' di stampa. Il Tribunale
federale si e' espresso su sei denunce di violazione della sua riservatezza, dandole ragione. La sentenza: i giornali possono
pubblicare foto e notizie di gente famosa solo se riguardano eventi di pubblico interesse; altrimenti serve il benestare
dell'interessato. Ma chi stabilira' il "pubblico interesse"?
ITALIA / Drogato da Internet. Padre allontanato da casa
Giorno e notte incollato al computer a casa, con microfono e cuffia in testa a videogiocare a Internet per 10-12 ore al
giorno, senza quasi mai riposarsi, tanto da annullarsi completamente davanti al pc. La moglie e la figlia si rifugiano dal
fratello di fronte agli scatti d'ira dell'uomo. Ma ora la Procura di Milano restituisce la casa alle due vittime, mentre per lui e'
stato autorizzato l'allontanamento da casa per 6 mesi.
Hondata ecologista
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"Niente sponsor ma solo l'immagine della Terra, perché la sua salute è la nostra preoccupazione". Così è stata presentata la
nuova monoposto di formula 1 progettata dalla Honda per la stagione 2007.
La rinuncia agli sponsor sulle fiancate "in nome dell'impegno ambientalista dell'azienda" è un colpo di genio. Perché ha
dato alla compagnia una visibilità planetaria e ha consentito di raggiungere un ambito ben più ampio di quello circoscritto ai
soli appassionati della formula uno. Per ottenere un risultato simile con le vie tradizionali sarebbero serviti molti più soldi di
quelli garantiti dai marchi esibiti sulle vetture. Quindi un'operazione doppiamente vantaggiosa, dal punto di vista mediatico
e da quello economico, che ha anche il merito di ricordarci quanto siano più eleganti le livree monocolore (o
monotematiche, come in questo caso) rispetto a quelle tappezzate di riquadri e colori diversi. Basta comparare le vetture di
formula uno, le maglie delle squadre calcistiche o di rugby degli anni Sessanta con le attuali per non aver dubbi su quali
preferire.
Ma un'operazione geniale non è necessariamente sincera. Al contrario il più delle volte si tratta di un'involontaria
ammissione di colpa. Excusatio non petita accusatio manifesta: gli inquinatori che si ergono a protettori dell'ambiente
ricordano i cacciatori che sostengono di tutelare gli animali.
L'Honda è solo l'ultima grande multinazionale che promuove se stessa come una "persona" premurosa, generosa e sensibile:
facciamo del bene non solo beni.
Una campagna che ricorda uno spot della Shell dove - mentre scorrevano le immagini che ritraevano una donna che
guardava preoccupata i camion che si muovevano in un paesaggio da sogno fatto di laghi e montagne verdi - la voce
narrante diceva: "Questa donna sta cercando di proteggere tutto questo dalla minaccia di essere distrutto in nome di gas e
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petrolio. Ma lei non è contro la società petrolifera, lei è la società petrolifera", per l'esattezza una geologa della compagnia.
L'assimilazione al buon padre di famiglia caritatevole è strumentale all'operazione simpatia che ha accomunato nell'ultime
secolo le più grandi corporation mondiali nel cercare, in vari modi, di non spaventare il cittadino-consumatore con la loro
crescente concentrazione di potere. Una crescita senza freni capace di fagocitare tutto e tutti in nome di profitti e dividendi.
Una voracità spaventosa che ha reso queste multinazionali consapevoli della necessità di una umanizzazione, per evitare il
rischio di essere riconosciute per quel che in realtà sono e devono essere: moloch in grado di spendere tanti soldi per
guadagnarne molti di più.
Questa strategia è condivisa dai colossi farmaceutici, petroliferi, automobilistici, informatici: l'importante è toccare il cuore,
colpendo l'immaginazione con immagini ad effetto che tengano occupati gli occhi e a riposo la mente, non facendola andare
al di là dell'apparenza meticolosamente costruita.
Il gioco riesce sempre. Come nel caso della trovata Honda: come possono migliorare la qualità dell'ambiente molti sponsor
in meno e un'immagine della terra in più? Semplicemente non possono. Né servono a sensibilizzare l'opinione pubblica,
perché l'unico passo successivo o coinvolgimento in una crociata comune è effettuare una donazione alla fondazione creata
dalla società. Conseguenza beffarda e perversa quella del (presunto) benefattore che chiede i soldi al malato per pagargli le
cure. Ma di questo si tratta.
E così l'unico messaggio da veicolare, in tempi di effetto serra e riscaldamento globale, è questo: noi non attentiamo
all'ambiente, al contrario ci preoccupiamo di tutelarlo.
Come?, con qualche adesivo in meno? Molto più efficace e credibile, anche dal punto di vista del meccanismo che avrebbe
innescato sui concorrenti, sarebbe stata la promozione della "prima formula uno a motore elettrico" o qualcosa di simile. Ma
già questo avrebbe significato anteporre gli interessi del prossimo a quelli dell'azienda. Eventualità fuorilegge da più di un
secolo: da quando nel 1883, nella causa Hutton contro West Cork Railway, i giudici arrivarono a mettere nero su bianco
l'imperativo del capitalismo d'azienda: "se uno vuole fare il filantropo lo faccia coi soldi suoi, l'obiettivo di una società di
capitali è produrre profitti per gli azionisti non fare beneficenza". Fin troppo chiaro capire cosa rende felice chi acquista
azioni. Niente a che vedere con sole e prati verdi. (red. is)
http://www.isinsardegna.it/modules.php?name=News_Pro&file=article&sid=3563
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Sotto le cuffie un popolo di sordi. Allarme dei medici: la generazione iPod condannata al silenzio.
13.3.07 da la Stampa Marco Accossato - Fra tre anni, in Italia, ci saranno più sordi che anziani. Dall’adolescenza alla Terza
età, il bombardamento dei decibel mieterà ogni anno, da oggi per i prossimi 36 mesi, il 5 per cento di «vittime» in più
rispetto al passato. Finché nel 2010 i malati di ipoacusia (cioè la difficoltà a percepire i suoni) passeranno dal 12 al 27 per
cento della popolazione: una porzione di italiani ben più alta della fascia di popolazione anziana, che s’attesterà attorno al
22 per cento. L’indebolimento cronico dell’udito colpirà insomma un numero altissimo di giovani, e ben prima dell’età in
cui le funzioni uditive - come quelle visive - cominciano a indebolirsi naturalmente.
Gioie e dolori della generazione iPod. Sono i pre-adolescenti e gli adolescenti a essere in pericolo. Papà e mamme sono
avvertiti: «La musica “sparata” nelle orecchie - mette in guardia il professor Carlo Giordano, presidente della Società
italiana di Audiologia clinica e ordinario di Otorinolaringoiatria all’Università di Torino - può causare effetti devastanti
all’orecchio». Cuffie sempre più microscopiche che entrano completamente nel padiglione auricolare «vengono ormai
utilizzate quotidianamente e costantemente per coprire i rumori del traffico, ma per far ciò il volume deve essere tenuto
molto vicino agli 80 decibel, un livello sonoro in grado di provocare già le prime gravi lesioni alle cellule acustiche».
Non è solo colpa della musica a tutto volume. Sul banco degli imputati ci sono anche le norme non rispettate sui luoghi di
lavoro. E poi l’inquinamento del traffico, dai tram sempre più pesanti e sferraglianti, all’«effetto riverbero» che producono
le vie strette e ogni giorno più sature di auto, camion e pullman in coda. «Ma - prosegue il professor Giordano - l’abitudine
alla musica costantemente accesa è una moda che dovrebbe essere tenuta sotto controllo, così come gli effetti della
discoteca, dove si dovrebbero creare al più presto “aree di ristoro acustico”: 15-30 minuti a “digiuno” dai decibel del rock
basterebbero per far rilassare il sistema uditivo».
Bastano i dati dell’Università di Boston a far dire «occhio alle orecchie»: è dimostrato che la potenza di MP3, iPod, lettori
Cd hanno una capacità di emissione del suono che va dai 91 ai 121 decibel, che si traduce in 139 decibel complessivi, con
l’introduzione degli auricolari nel condotto uditivo che incrementa il segnale da 6 a 9 decibel. L’equivalente del rumore di
un aereo in fase di decollo.
«Il pericolo - sottolinea il professor Giordano, che è primario all’ospedale Molinette di Torino - sta sia nella potenza
d’uscita sia nel protrarsi del tempo a cui i ragazzi sono sottoposti, anzi si sottopongono, a questo bombardamento». E poco
importa che la Apple, ad esempio, abbia introdotto il limitatore di volume nella sua serie Nano. «I ragazzini si passano il
software che sblocca il limite, o conoscono i codici per farlo direttamente». L’iPod all’orecchio «non dovrebbe superare il
tempo di un’ora al giorno al 60 per cento del potenza massima».
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18 Marzo 2007 a cura di [email protected]
Quando nel 2010 si calcoleranno i malati di ipoacusia si dovranno aggiungere altri numeri: «Ad esempio i 20 miliardi di
euro che rappresenteranno i costi diretto e indiretti dei danni da inquinamenti acustico, o le oltre 35 mila giornate lavorative
perse per i disturbi e le terapie necessarie». C’è poi un particolare da tenere in considerazione, lancia un secondo allarme il
presidente della Società italiana di Audiologia clinica: «Il mix rumore-fumo è in grado di decuplicare i disturbi all’orecchio,
perché il fumo compromette la microcircolazione interna». Senza contare che, anche a livelli molto bassi, soffre in più di
perdita del sonno e dei sogni, di tachicardie, ipertensione, ed è dimostrato sugli animali persino un’influsso negativo sulle
secrezioni ormonali».
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Laureati, colti e disoccupati. E' l'università dei senza lavoro.
2 marzo 2007 Laureati, colti e disoccupati
E' l'università dei senza lavoro
Solo la metà di loro trova impiego a un anno dalla laurea. E’ il peggior risultato dal 1999 a oggi. E sono i più preparati ad
avere maggiori difficoltà. Nel 2006 un laureato guadagna in termini reali meno di cinque anni fa. I risultati dell’indagine
di AlmaLaurea. TABELLA: chi trova lavoro. DISPARITA': laureate svantaggiate. LO STIPENDIO: generazione mille
euro. BLOG: racconta la tua esperienza
di FEDERICO PACE
Iperqualificati, con qualche sogno in testa e sempre meno pagati. Destinati a emigrare, pur di evitare la disfatta. I laureati
mostrano sul loro volto i segni delle sempre più acute contraddizioni di un intero paese dove il merito e le qualifiche non
vanno quasi mai di pari passo con le opportunità e i compensi. Sul loro volto sono sempre più evidenti i segni del disagio
provato di fronte a quella porta, quasi sempre socchiusa, che dovrebbe portarli al lavoro e alla maturità.
Quando una ragazza o un ragazzo con in tasca la laurea cerca un posto, pare di vedere un gigante che prova ad entrare
attraverso la piccola porticina di una minuscola casa di lillipuziani. Tanti pochi e tanto poco adeguati sono i posti di lavoro
che il sistema economico e il mondo delle aziende italiane prepara per loro. Addetti per i call center o cassieri di negozio
che siano. Con il paradosso, che a questo punto pare quasi logico, che sono proprio i più preparati, quelli che prendono i
voti più alti di tutti a ritrovarsi con il più basso tasso di occupazione. Tanto che a un anno dalla laurea, trovano lavoro solo
quattro su dieci di quelli che hanno preso 110 e lode. Con la triste constatazione che nel 2006 un laureato guadagna al mese,
in termini reali, meno di quanto guadagnava cinque anni fa il fratello maggiore.
Fenomeni conosciuti si dirà, ma il fatto è che quest’anno le cose sono andate ancora peggio. Tanto che per trovare un
impiego non è neppure sufficiente aspettare un anno. I dati del triste record dicono che dopo la fatidica laurea, a un anno dal
giorno della discussione della tesi, dai festeggiamenti e dai sorrisi e dalle congratulazioni, trova lavoro solo il 45 per cento
dei laureati “triennali” (erano il 52 per cento l’anno scorso) e il 52,4 per cento dei laureati pre-riforma, ovvero il dato più
basso dal 1999 (vedi tabella). I dati sono quelli della nona indagine sulla Condizione Occupazionale dei laureati italiani
presentata oggi (vedi la diretta) a Bologna da AlmaLaurea, il consorzio interuniversitario a cui aderiscono 49 università
italiane. Ed è forse utile sapere che il convegno prevede per la mattina di sabato 3 marzo anche una tavola rotonda che
dibatterà di questi numeri e a cui parteciperanno anche Fabio Mussi, il ministro dell’Università, e Cesare Damiano, il
ministro del Lavoro, insieme ad Andrea Cammelli, il direttore di Almalaurea, e il presidente Crui Guido Trombetti.
Secondo l’indagine, l’instabilità che caratterizzava già molti degli impieghi degli anni scorsi si è fatta ancora più acuta. Sia
per i laureati “triennali” che per quegli ultimi che stanno uscendo dal percorso previsto dal vecchio ordinamento. Solo un
giovane su tre che ha conseguito una laurea breve - e ha trovato un impiego - è riuscito a siglare un contratto a tempo
indeterminato. L’anno scorso l’impresa era riuscita al 40 per cento di loro. Stessa storia per i giovani che hanno ultimato il
percorso di laurea del “vecchio ordinamento”, la quota di chi è riuscito ad avere un contratto stabile è scesa al 38,4 per
cento. Il lavoro atipico dal 2001 a oggi è cresciuto di ben dieci punti percentuali.
“Seppure rimangono innegabili le miglior opportunità occupazionali e di retribuzioni di un laureato rispetto a quelle di un
diplomato – ci ha detto Andrea Cammelli, direttore di AlmaLaurea - la ripresa economica del Paese ancora non coinvolge i
giovani usciti dalle università che continuano a crescere una generazione di laureati invisibile e poco rappresentata. Il loro
infatti non è solo un problema occupazionale, ma anche di esclusione dalla rappresentanza e dalla classe dirigente. Chi ha
dai 25 ai 39 anni rappresenta il 30% della popolazione, ma è rappresentato da meno del 10% dei parlamentari.”
C’è poi lo stipendio. Quel sostegno che dovrebbe permettere alle nuove generazioni di prendere iniziative e decisioni, di
mettere su famiglia, di provare a superare la sindrome di Peter Pan. Quel sostegno, è sempre più esile. I giovani laureati del
post-riforma si ritrovano in tasca a fine mese solo 969 euro. Meno di quanto non fosse l’anno scorso (vedi tabella).
Prendono qualcosa in più i laureati pre-riforma che a fine mese arrivano fino a 1.042 euro. Poco più dell’anno scorso ma, al
netto del costo della vita, ancora meno di quanto un neolaureato guadagnava cinque anni fa.
Senza dire che l’Italia vanta il minoro numero di laureati che lavora a cinque anni dalla laurea (l’86,4 per cento contro una
media europea pari all’89 per cento). Scorrendo i dati dell’indagine di AlmaLaurea si ricava la triste conferma che nel cuore
delle nuove generazioni, anche lì dove è opportuno che l’Italia sia più moderna e vicina all’Europa, covano e crescono le
stesse antiche contraddizioni e disparità che gravano da tempo infinito sul corpo del malato Italia.
Le donne sono meno favorite rispetto agli uomini, hanno un tasso di occupazione più basso, sono più precarie e guadagnano
meno dei loro colleghi uomini (vedi tabella). A un anno dalla laurea lavora il 49,2 per cento delle laureate pre-riforma
contro il 57,1 per cento degli uomini. E il gap salariale nel tempo non fa che crescere, tanto che a cinque anni dalla laurea le
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donne guadagnano un terzo meno di quanto non prendono gli uomini. Quanto alla precarietà a un anno dalla laurea il 52 per
cento delle donne ha un contratto atipico contro il 41,5 per cento degli uomini. E la disparità è ancora più acuta per le
laureate “triennali”, visto che solo il 34 per cento delle donne ha un impiego stabile contro il 48 per cento dei loro colleghi
uomini.
Stesso discorso per le disparità territoriali. Nel 2006 sei laureati del Nord su dieci trova lavoro dopo un anno mentre per le
regioni del Sud le cifre si fermano al 40 per cento. Ovvero le stesse quote nel lontano 1999. Senza dire che a cinque anni
dalla laurea, i giovani del Mezzogiorno prendono 1.167 euro al mese mentre i ragazzi del Nord arrivano a 1.355 euro al
mese.
Non c’è da stupirsi se allora molti di loro non si sentono valorizzati per quello che valgono e, seppure a malincuore,
decidono di muoversi oltre confine per trovare migliori occasioni. All’estero, lì dove sembrano trovare rifugio e compenso.
I laureati italiani che lavorano fuori dai confini nazionali, a cinque anni dalla laurea, arrivano a guadagnare quasi 2 mila
euro, ovvero il 50 per cento in più di quanto non accada alla media complessiva dei laureati. Se non si mette mano a questo
problema, se non si trova un articolato piano per valorizzare i talenti che escono dalle nostre facoltà, poco si potrà fare per
dare slancio al nostro paese.
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Dico/Vaticano. E' la natura che contraddice se stessa, oppure è il suo massimo interprete che non sa capirla?
Il Papa ha oggi invitato i politici cattolici a non votare leggi contro natura. Il pontefice si riferisce in particolar modo ai
Dico, un pallido riconoscimento di pochi –troppo pochi- diritti alle coppie di fatto, anche dello stesso sesso.
Noi non abbiamo l'autorita' di cui il papa e' stato investito da madre Natura, ma ci poniamo questa domanda: se essere gay e'
innaturale, perche' allora esistono in natura cosi' tanti esempi di omosessualita'? E' la natura che contraddice se stessa,
oppure e' il suo massimo interprete che non sa capirla?
Soprattutto, sembra che l'investitura del papa a supremo interprete delle leggi naturali sia avallata dalla quasi totalita' del
mondo politico italiano. Da una parte si e' strillato contro una missiva di sei ambasciatori stranieri inviata al Governo
italiano sull'Afghanistan quale inaccettabile ingerenza ed offesa alla sovranita' nazionale. Nel caso dei Dico, lo Stato del
Vaticano non solo ha pubblicamente interferito con la politica del nostro Paese (con appelli pubblici, lettere, minacce,
colloqui con il Presidente della Repubblica, del Consiglio, ed oggi con il ministro della Giustizia Clemente Mastella), ma e'
riuscito a bloccare la legge, e addirittura a produrre una crisi di Governo.
L'entusiasmo del centro-destra alle parole del Papa, e la timidezza con cui cercano di glissare nel centro-sinistra, rappresenta
forse il punto piu' basso nei rapporti fra Stato e Chiesa dall'unita' d'Italia. Nel nome della naturalezza (sia esso il matrimonio
eterosessuale o l'universo geocentrico), continuano ad essere calpestati i diritti di milioni di cittadini, cosi' violentemente
etichettati quale aberrazione innaturale. 15.3.07 http://www.aduc.it/dyn/avvertenze/iniziative_mostra.php?ed=212&id=174567
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Europa 7: la televisione scomparsa che il centrosinistra ha sempre difeso e che ora sembra avere dimenticato.
In Italia c’è una cupola dell’informazione. Si sapeva già, ma ora c’è la certezza: lo dimostra Francesco Di Stefano di
Europa 7. Una cupola bipartisan, solida, d’acciaio. Non è più come nella Prima Repubblica con tre canali televisivi che
commentavano lo stesso fatto in modo diverso. E poi il cittadino faceva la media. No, ora c’è un monopolio e il cittadino
ha la sicurezza del falso. In un certo senso è più garantito.
Seguitemi in questa storia incredibile. Nel 1999 è assegnata a
Europa 7 la concessione per trasmettere sul territorio nazionale, che viene revocata a Rete 4. Per legge dopo SEI mesi
Europa 7 dovrebbe usare le frequenze di Rete 4. Il governo di CENTROSINISTRA non fa nulla. Fede è rilassato.
Nel
2002 la Corte Costituzionale stabilisce come termine ultimo per la partenza di Europa 7 il 31.12.2003. Puntuale come un
conflitto di interessi arriva il decreto Berlusconi il 23.12.2003 che proroga i termini. Il decreto deve però essere firmato dal
Presidente della Repubblica Ciampi: che lo firma! Francesco di Stefano, editore di Europa 7, decide di rivolgersi al
Consiglio di Stato: che gli dà ragione. Forte di questa sentenza va alla Corte di Giustizia Europea: che gli dà ragione.
Arriviamo al nuovo governo di CENTROSINISTRA. Dopo un’accanita resistenza contro il giudizio della Corte di Giustizia
Europea da parte della Commissione Europea condotta da Frattini si giunge all’udienza. Il rappresentante dell’avvocatura
dello Stato Italiano si presenta per difendere Rete 4 e la legge Gasparri (è vero, non ci credete, ma è vero). L’Italia viene
messa in mora dalla Commissione Europea.
Gentiloni, ministro delle Comunicazioni di nomina rutelliana, non applica la
decisione della cortecostituzionaleconsigliodistatocortedigiustiziaeuropeacommissioneeuropea. Anzi, va oltre, e
propone un disegno di legge dai tempi lunghi e incerti che, se venisse approvato, lascerebbe le cose come stanno. Per capire
come guardate il video. Dura lex, sed retequattro. http://www.beppegrillo.it/2007/03/europa_7_la_tel.html
http://www.youtube.com/watch?v=_XiCi3sqxjE
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Ri-partiti da 12 .
«Come è quella frase? Quando il gioco si fa duro, i duri entrano in campo?». Non si trattasse di una tragedia - la nostra - ci
sarebbe da ridere di questo governo che sembra uscito da un film di Totò e Peppino. Come se non fosse alla canna del gas,
Romano Prodi riparte «con slancio rinnovato, una maggioranza più coesa e l'obiettivo primario di andare avanti nella
ripresa economica già in atto». E si attacca con le unghie e coi denti al suo ultimatum-mantra di dodici punti.
Se l’enciclopedico programma dell’Unione non l’aveva letto nessuno, questo invece lo hanno letto tutti: scuola, economia,
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Mezzogiorno, pensioni, famiglia, incompatibilità tra incarichi di governo e parlamentari. Molta aria fritta, con in più
l’ammissione di debolezza nel finale, tanto degradante da suonare come consapevolezza di inettitudine bella e buona:
portavoce unico per il governo e autorità indiscussa del premier. Superfluo ogni commento.
Vanno invece rimarcati i punti 1 e 3, rispettivamente sulla politica estera e la Tav. Quanto alla prima, la questione è chiara.
Posto che uno col curriculum di Massimo D’Alema non meriterebbe, con tutto il rispetto, nemmeno il sottosegretariato al
ministero dello Sport (“comunismo” a parte: di tutte, quella è davvero la cosa di cui dovrebbe vergognarsi di meno), i
malintesi vicentini e afgani di questo pseudo governo originano da un’unica fondamentale menzogna: che questo Paese
abbia e possa avere una politica estera propria.
Sarebbe bene che il popolo della sinistra radicale capisse una volta per tutte, e insieme ai suoi rappresentanti in Parlamento,
che l’Italia paga, ancora oggi, il prezzo delle «decisioni irrevocabili» di Benito Mussolini. Nei fatti, che siano passati
sessant’anni e che il nostro debito sia stato pagato con gli interessi non conta nulla.
I leader del Polo possono permettersi di ignorare questa semplice verità, perché la vocazione all’ipocrita e servile
sottomissione amicale agli Stati Uniti è evidentemente condivisa col grosso dei loro elettori: nessun problema con la “base”.
I problemi, con le basi, ce li hanno invece nella cosiddetta Unione. Ed è ovvio: se prima promettono solennemente agli
elettori quello che questi si aspettano senza poi poterlo mantenere, la rottura non può non arrivare. Basterebbe un po’ di
vigliaccheria in meno: ammettere la nostra debolezza, e che siamo da più di mezzo secolo un Paese a sovranità limitata. Che
possiamo fare alcune scelte più o meno libere, ma che sulle questioni fondamentali - come quelle di politica estera - fare di
testa nostra è un lusso che non ci è concesso.
Si otterrebbero due risultati: da un lato si diventerebbe più forti, grazie alla franchezza e alla maturità dimostrate; dall’altro
si smaschererebbe l’avversario in tutta la sua misera schiavitù ideologica. Ma per questo servirebbe ben altra "sinistra".
Quanto alla Tav, il problema è tutto nostro: non c’è nessuna colpa da gettare (scaricare) sui marines, i neocon o Mc Donald.
È su temi come questo che un “popolo della sinistra” dovrebbe farsi sentire. Soprattutto perché non può non lasciare attoniti
li fatto che, in una situazione di tale emergenza per il Paese e di fronte al rischio che Silvio Berlusconi riesca, un’ennesima
volta, a essere recuperato dalla sala rianimazione più in forma di quando ci è entrato, la costruzione di una linea ferroviaria
ad alta velocità continui a essere per questo governo una necessità imprescindibile.
Quella del presidente del Consiglio potrebbe sembrare una fissazione autistica: nel migliore dei casi, a nessuno frega niente
di sapere che l’Italia ha quattro supertreni capaci di andare alla metà della velocità di quelli giapponesi, mentre i treni
pendolari e gli intercity, oltre a essere regolarmente in ritardo, sono delle maleodoranti discariche su rotaia, che deragliano,
si scontrano e vanno in avaria con regolarità - in questo sì - impressionante.
Per assurdo, sarebbe stato meno folle includere nei dodici punti il ponte sullo Stretto, che costerebbe un terzo e per non
realizzare il quale questo governo farà pagare allo Stato una penale di un paio di miliardi di euro.
Ne abbiamo già parlato, come stanno le cose è chiaro: Gianni Barbacetto in un suo articolo ha definito la Tav come la
«nuova Tangentopoli». Una torta da venti miliardi di euro, di cui solo uno verrà conferito dall’Unione Europea, mentre tutti
gli altri saranno presi dalle tasche dei contribuenti.
Un’opera mastodontica, su di una linea già ora sovradimensionata di due terzi rispetto al traffico effettivo, dal grave impatto
ambientale, piena di difficoltà tecniche e dai tempi di realizzazione biblici.
Nella migliore tradizione della Prima repubblica, cioè, la Tav sarà con tutta probabilità un’operazione che avrà come unica
funzione quella di spendere i soldi pubblici, non per il bene della collettività ma a vantaggio dei soliti noti. In una situazione
di crisi totale del sistema produttivo italiano, di enorme debito pubblico e di infrastrutture, sanità, istruzione eccetera ridotte
come tutti sanno. Niente male per il buon governo della sinistra. (ft) http://www.isinsardegna.it/modules.php?name=News_Pro&file=article&sid=3561
La nuova Tangentopoli? Nasce in Val di Susa. I furbetti del tunnellino. - Chi voglia capire senza preconcetti che
cos’è l’Alpetunnel del Frejus, chi provi senza partito preso né preclusioni ideologiche ad addentrarsi nel mare di
cifre, tabelle, disegni, cartine, progetti, rapporti, finisce per scoprire che l’operazione Valsusa è (anche) una grande
manovra di disinformazione. Ma procediamo con ordine.
Un'intera valle in rivolta. Perché la superlinea e il supertunnel sono inutili: non ci sono né merci né passeggeri sufficienti a
giustificare un'opera che costerà come quattro ponti sullo Stretto. Ma sono utili invece per distribuire appalti:
a Marcellino Gavio, all'azienda di famiglia del ministro Lunardi. E alle cooperative rosse... di Gianni Barbacetto
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Il più grande scontro mai avvenuto in Italia tra interessi generali e interessi particolari. Tra i bisogni del Paese, anzi
dell’Europa, e le richieste dei Nimby (“not in my backyard”), quelli che dicono: ovunque, ma non nel mio cortile. Questo è
Valsusa, secondo la vulgata corrente. C’è da fare una grande opera utile per il Paese, anzi per l’Europa. Il più lungo tunnel
ferroviario del continente. La meraviglia – nome in codice: Corridoio 5 – che permetterà di unire Lisbona a Kiev. La
soluzione che passando sotto le Alpi ridurrà da quattro ore a un’ora e mezzo i tempi di percorrenza tra Torino e Lione. Ma
di più: il miracolo che permetterà di togliere un fiume di camion inquinanti dalla strada e di convogliarli su rotaia; il
portento che quadruplicherà le capacità della ferrovia.
Di fronte a queste meraviglie, che dovrebbero far gongolare anche i verdi più verdi, un manipolo di oppositori si schiera
invece inspiegabilmente contro, rifiuta il progresso, minaccia di fare le barricate. Nemici della modernità, Nimby,
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inguaribili egoisti: dal vescovo ai sindaci, dal presidente della Comunità montana all’ultimo dei valligiani. In questi chiari di
luna, compito delle forze politiche responsabili, di destra e di sinistra, da Berlusconi a Fassino, è far capire che gli egoismi
localistici non possono fermare i grandi progetti. Tutto chiaro, dunque, e fine dell’inchiesta vecchio stile.
Ma è proprio così? No. Perché chi voglia capire senza preconcetti che cos’è l’Alpetunnel del Frejus, chi provi senza partito
preso né preclusioni ideologiche ad addentrarsi nel mare di cifre, tabelle, disegni, cartine, progetti, rapporti, finisce per
scoprire che l’operazione Valsusa è (anche) una grande manovra di disinformazione. Ma procediamo con ordine.
Una valle paziente. Nimby? Venite qui a spiegarglielo, a quelli che in Valsusa ci abitano, che sono egoisti. Vivono da
vent’anni in un cantiere. Ne hanno visti, di funzionari romani e di burocrati torinesi. Ne hanno sentite, di mirabolanti
promesse. Hanno assistito al raddoppio della ferrovia (concluso nel 1977), che nei progetti doveva avere un traffico di 15
milioni di tonnellate di merci l’anno (mai raggiunto). Hanno visto crescere l’autostrada (aperta al traffico nel 1992),
costruita nel loro fondovalle, ricavata nel letto della Dora. Hanno aspettato l’edificazione dei nuovi argini, che ancora non
sono finiti. Hanno visto scavare le gallerie autostradali sul fronte di frana. Hanno subìto l’alluvione del 2000, perché il
fiume si è alla fine vendicato. Hanno visto sorgere l’elettrodotto di Venaus. La centrale elettrica di Pont Ventoux. E hanno
constatato che cos’è successo a Bardonecchia: l’unico Comune del Nord sciolto per mafia, perché i cantieri e i subappalti
all’italiana hanno portato la ’ndrangheta al potere, con seguito di richieste di pizzo e traffici di eroina e cocaina e
occupazione delle istituzioni.
Con tutto ciò, alcuni abitanti della Val di Susa stanno ancora aspettando i rimborsi degli espropri compiuti vent’anni fa per
tracciare l’autostrada: molti soldi non sono ancora arrivati... Ne hanno viste di cose, ne hanno sentite di promesse, ne hanno
conosciute di facce di bronzo. E oggi non si fidano più, racconta Claudio Giorno, ambientalista e sindacalista, per anni
considerato troppo verde dai rossi e troppo rosso dai verdi. Aggiungeteci un piccolo particolare: nell’area tra Borgone e
Bussoleno, dove dovrebbe essere costruito l’interscambio tra la vecchia e la nuova linea ferroviaria, continua a funzionare la
Beltrame, un’acciaieria di seconda fusione, che ricicla cioè rottame e materiali ferrosi e che provoca tassi d’inquinamento (e
di mortalità) tra i più alti d’Italia. È un giocattolino che pesa sull’ambiente 80 volte l’inceneritore di Brescia. E che libera
nell’aria non soltanto diossina (prodotto dalla combustione), ma anche Pcb: da dove viene questo veleno? Non certo dal
ferro: ma allora qualcuno sta facendo il furbo e usa la vecchia Beltrame per smaltire rifiuti proibiti? Questa però è un’altra
storia e un’altra inchiesta.
Ma la pazienza dei valsusini è una, e i loro polmoni solo due. Come stupirsi se si allarmano quando vengono a sapere che,
oltre alla diossina e al Pcb, nel loro cielo potrebbe arrivare anche l’amianto? A Balangero c’è la più grande cava d’amianto
a cielo aperto d’Europa, ora naturalmente inattiva. Ora si viene a sapere che i detriti di scavo estratti dalle montagne (lo
“smarino”) saranno oltre 15 milioni di metri cubi: come dieci piramidi di Cheope. Dove metterle? Anche perché, secondo
uno studio ufficiale dell’università di Siena, potrebbero contenere significative quantità d’amianto: “La possibilità che si
verifichino condizioni di rischio sanitario è assolutamente rilevante”, scrive l’oncologo Edoardo Gays dell’Azienda
ospedaliera San Luigi d’Orbassano. L’amianto potrebbe infatti finire per essere disperso nell’aria.
Infine c’è l’uranio. Il cuore della montagna che, in futuro, sarà trivellata è radioattivo. Ma qui siamo fin troppo avanti.
Meglio tornare al presente.
Una linea (abbastanza) inutile. La nuova linea ferroviaria del Frejus è una superopera che inizia a nord di Torino, imbocca
la Valsusa, scompare per due volte nella montagna, ad Alpignano e a Bussoleno, con due gallerie (di 21 e 12 chilometri).
Poi vola sul viadotto di Venaus, per infilarsi infine nel supertunnel, quel “tunnel di base” di 53 chilometri che sbuca in
Francia, a Saint Jean de Maurienne. Poi altre due gallerie sul versante francese, Belledonne e Chartreuse, portano la linea a
collegarsi con l’alta velocità che arriva a Lione.
Il tutto costa come quattro ponti sullo Stretto di Messina. Spiega Andrea Debernardi, di Polinomia, consulente della
Comunità montana della Valsusa: il preventivo è di 2,4 miliardi di euro per la tratta nazionale italiana, 6,7 per il “tunnel
base”, 6,1 per la tratta nazionale francese. Totale: 15,2 miliardi di euro. Previsione dei tempi di realizzazione: 15 anni. Ma
in letteratura, spiega il professor Marco Ponti del Politecnico di Milano, costi e tempi si dilatano almeno del 20 per cento.
Viste le prevedibili difficoltà, la superlinea potrebbe costare una ventina di miliardi di euro ed essere pronta, se tutto andrà
bene, nel 2023. Finché non sarà posata l’ultima traversina, la ferrovia sarà solo un costo, senza apportare alcun beneficio
almeno parziale, senza poter aver alcuna utilizzazione intermedia. E poi che cosa succederà?
Il tunnel sotto la Manica è costato meno, 13 miliardi, ed è fallito non una, ma due volte. Per mancanza di traffico. E serve a
unire Parigi e Londra, non (con tutto il rispetto) Torino e Lione. La superlinea che scavalcherà le Alpi è del tutto
sovradimensionata, rispetto ai bisogni. Potrebbe convogliare su rotaia merci addirittura per 100 milioni di tonnellate l’anno,
con previsione di farne passare 40 milioni: ci vorrebbero 350 treni al giorno, uno ogni quattro minuti, alla velocità di 120
chilometri all’ora, alternati a treni passeggeri da 220 chilometri all’ora. Così il gioco varrebbe forse la candela.
Peccato però che il traffico ferroviario transalpino sia in calo costante dal 2000, fatta eccezione per il Sempione e il
Gottardo. Dal Frejus oggi passano merci per appena 7 milioni di tonnellate l’anno (erano 10 milioni nel 1997) e non c’è
alcun segnale di svolta, né realistiche previsioni di una crescita così vertiginosa. Gli scambi Italia-Francia sono da lungo
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tempo consolidati, sono un business maturo in cui non si prevedono nuovi, clamorosi sviluppi. Del resto è già in corso il
potenziamento della linea esistente che porterà a triplicare la sua capacità, fino a oltre 20 milioni di tonnellate: a che cosa
servirà, allora, la nuova linea? E comunque, perché far arrivare le merci dalla Francia a 120 chilometri all’ora, quando poi,
arrivate in Italia, si fermerebbero in qualche stazione e riprenderebbero la velocità media nazionale per i treni merci, che è
di 19 chilometri all’ora?
E poi il 70 per cento delle merci che ora passa dal Frejus non corre lungo la direttrice est-ovest, ma quella nord-sud: vanno e
vengono da e per Digione, Bruxelles, Londra. Su questa direttrice, le nuove linee svizzere del Gottardo e del Sempione sono
più competitive. Quanto agli scambi continentali sull’ipotetica linea Lisbona-Kiev, tranquilli: si spinge tanto sulla Val di
Susa come se da essa dipendessero per intero le gloriose sorti e progressive dello sviluppo continentale, ma a est di Trieste
non si mette giù neppure un metro di rotaia.
Niente paura, dicono i fautori della Grande Opera: non ci sono solo le merci, ci sono anche i passeggeri. E così la linea nata
come “alta velocità” per i passeggeri e poi diventata “ad alta capacità” per le merci ridiventa magicamente una linea “ad alta
velocità” capace di spostare le persone lungo il mitico “Corridoio 5”. Ma la grande corsa Lisbona-Kiev sarà difficile da fare,
non foss’altro per il fatto che le ferrovie spagnole hanno uno scartamento diverso dal resto d’Europa. “E poi l’alta velocità
c’è già. E non costa un centesimo allo Stato: si chiama Ryan Air”, taglia corto il professor Marco Ponti. “Un biglietto aereo
low cost ha un prezzo inferiore ai biglietti ferroviari, ma soprattutto non richiede denaro pubblico, quello che le ferrovie
invece inghiottono in dosi pantagrueliche”.
Difficile infine poter definire “ad alta velocità” una linea quasi tutta in galleria, intasata dai treni merci, che correrà non a
300, ma al massimo a 120 chilometri all’ora. Alla fine, come dimostra Debernardi, la tanto sbandierata “alta velocità” tra
Lione e Torino farà risparmiare soltanto un’oretta. Anche perché – udite udite – per poter entrare in Torino i treni veloci
dovranno correre non sulla nuova superlinea, ma sulla vecchia ferrovia già esistente.
In compenso, il nodo torinese entro cinque anni scoppierà. Anche Milano non sta benissimo quanto a sistema dei trasporti.
Ma per risolvere il problema Torino e il problema Milano non ci saranno soldi: tutti impegnati nel supertunnel che piace
tanto al ministro delle Infrastrutture Pietro Lunardi.
Treni? No, tunnel. L’architettura societaria per fare l’Alpetunnel è un’invenzione che supera perfino quella dell’alta velocità
o del ponte sullo Stretto, con apparenza privata e soldi tutti pubblici. Per il nuovo Frejus si sono alleate le ferrovie francesi
(Rff) e quelle italiane (Rfi) che insieme, al 50 per cento, hanno costituito la Ltf, Lyon Turin Ferroviaire, con il compito di
progettare la superlinea e appaltare i lavori. In questo caso non hanno fatto neppure finta di tirare in ballo investimenti
privati, project financing, redditività futura: paga Pantalone e basta. Con quali soldi, visti i conti dello Stato, resterà un
mistero.
Ma l’importante è mettere in moto la macchina dei finanziamenti, che poi si autoalimenterà. A nessuno interessa veramente
il risultato, che arriverà (forse) tra vent’anni. “Treni? Qui non si parla di treni, ma di tunnel”, ripetono i funzionari delle
ferrovie. L’importante è scavare, e cominciare il più presto possibile. Aprire cantieri. Far girare i soldi. Oggi, subito. Che
cosa importa che il tunnel sotto la Manica sia già fallito due volte? E che l’Alpetunnel (200 chilometri complessivi) costi 15
miliardi di euro, mentre il molto più utile Gottardo (270 chilometri) ne costi solo 12? In tutto ciò, Ltf è il Pantalone che
pagherà. Un Pantalone asimmetrico: benché il controllo della società sia al 50 per cento dei francesi e al 50 per cento degli
italiani, per decisione presa da Lunardi gli italiani pagheranno di più, il 63 per cento della tratta internazionale (4,2 miliardi)
più l’intera tratta nazionale (2,4 miliardi), per un totale di 6,6 miliardi di euro; eppure la supergalleria è solo 8 chilometri in
territorio italiano e 45 in suolo di Francia.
Ma che importa? A incassare, tanto per cominciare, sarà la Rocksoil della famiglia Lunardi, incaricata dei “sondaggi” (le
prime trivellazioni) in Francia: così sarà ipocritamente aggirato il conflitto d’interessi del signor ministro delle
Infrastrutture. In Italia incasserà la Cmc di Ravenna, già pronta a iniziare i “sondaggi” sul territorio nazionale. Con la Cmc,
cooperativa rossa, la Grande Opera diventa bipartisan. Benedetta anche dai vertici dei Ds, da Piero Fassino in giù, fino
all’uomo degli affari della Quercia a Torino, il molto attivo capogruppo alla Provincia Stefano Esposito. E benedetta
malgrado la fiera opposizione dei diessini della Valsusa, sindaci compresi e con in testa Antonio Ferrentino, presidente della
Comunità montana Bassa Valle di Susa. Ma, del resto, responsabile nazionale delle Infrastrutture per i Ds è quel Cesare De
Piccoli che fu indagato e processato (e poi salvato dalla prescrizione) per aver incassato mazzette dalla Fiat, ai bei tempi di
Tangentopoli, sui conti Accademia, Carassi, Linus...
Costi (tanti) e benefici (pochi). Dunque il (poco) tempo risparmiato dai (pochi) passeggeri non giustifica un investimento
così massiccio. Il promesso incremento delle merci che potranno essere trasportate con i treni non combacia con previsioni
attendibili su un reale aumento delle merci da trasportare. Che cosa resta, allora, della grande impresa? Ci saranno grandi
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benefici ambientali, ribattono i sostenitori del tunnel, perché le merci potranno passare dai camion (inquinanti) al treno.
Illusione, sostiene più d’uno studioso. Il professor Angelo Tartaglia del Politecnico di Torino, consulente dei comitati
NoTav, ricorda che in Italia soltanto il 17 per cento delle merci viaggia su rotaia e la quota non è purtroppo molto
incrementabile. Per spostare piccoli numeri dalla gomma al ferro, bisogna sopportare costi pubblici immensi. Le ferrovie,
del resto, nel loro complesso sono costate in 15 anni all’Italia quanto il Progetto Apollo agli Stati Uniti. E non abbiamo
mandato nessuno sulla Luna.
Marco Ponti taglia corto: “La ferrovia è una tecnologia dell’Ottocento, è ottima per trasportare per lunghi tratti merci
pesanti, che produciamo sempre meno, o grandi numeri di passeggeri nelle aree metropolitane; legname, non microchip o
abiti di Armani. E poi ha bisogno di immensi finanziamenti dello Stato, che oggi non ci sono più. Ora, invece, varrebbe la
pena di ridurre le emissioni differenziando i pedaggi e le tassazioni per i camion: far pagare molto quelli che inquinano di
più, così da rendere economico il rinnovo del parco mezzi circolante. Così il beneficio ambientale sarebbe diffuso, non
limitato a una sola tratta. Se proprio poi si volesse aumentare la capacità di trasporto merci, allora converrebbe realizzare il
raddoppio del tunnel stradale del Frejus: costa un decimo e le emissioni possono essere ridotte con i pedaggi fortemente
differenziati”.
Non ci saranno neppure grandi benefici occupazionali: lo scavo di tunnel è un lavoro ormai molto automatizzato. “Si
metterebbe molto di più in moto l’economia e l’occupazione con un grande piano di ristrutturazione delle periferie urbane”,
valuta Ponti.
I furbetti del tunnellino. Tangentopoli ci ha insegnato che quando girano soldi pubblici, spesso c’è chi ne approfitta. L’alta
velocità è la Tangentopoli del futuro, prevedeva in un suo libro, qualche anno fa, lo studioso bolognese Ivan Cicconi. Il
futuro è già qui, anche se ancora non conosciamo nei particolari il nuovo sistema della corruzione. Conosciamo però il
curriculum di alcuni degli uomini impegnati nella grande festa dei tunnel e delle linee ferrate. Di Lunardi, ministro e
progettista, sono pubblici i coinvolgimenti nei lavori (mediante società di famiglia), anche se la Ltf li nega decisamente.
Alcune inchieste giudiziarie, poi, evidenziano l’attivismo negli appalti di Ugo Martinat, esponente di An e viceministro
delle Infrastrutture, gran burattinaio degli affari piemontesi ora indagato per turbativa delle gare per la Torino-Lione, oltre
che per i Giochi olimpici. L’inchiesta sta evidenziando la regia discreta, negli appalti sabaudi, del costruttore Marcellino
Gavio, attorniato da una cupola di ex funzionari di una delle sue aziende, la Sitaf, che oggi hanno fatto carriera in proprio e
da democristiani o socialisti si sono “riposizionati” in area An.
Le intercettazioni telefoniche realizzate dalla Guardia di finanza svelano i retroscena dei maneggi compiuti da questi ex
uomini di Gavio, tra cui Vincenzo Procopio, oggi titolare della Stef, la società che ha progettato l’autostrada TorinoBardonecchia, Walter Benedetto, responsabile della direzione lavori di Ltf, e Gianni Desiderio, del comitato direttivo
dell’Agenzia olimpica. Non sospettando di essere intercettati, parlano tra loro e con Paolo Comastri, numero uno italiano
della società mista Ltf: chiacchiere tutte da verificare, da furbetti del tunnellino. Desiderio, per esempio, racconta al telefono
che la società Stone è del ministro (vorrà dire Lunardi?) e che si è alleata con l’Alpina di Milano, una “scatola vuota” che
sarebbe stata messa in campo da Gavio: “Ci ha fottuti, vi ha fottuto”, dice Desiderio a Benedetto. Procopio, che nelle
conversazioni telefoniche viene definito “il cassiere di Martinat”, s’arrabbia nei confronti di Gavio, lo sospetta di brogli
nelle gare e progetta di far arrivare contro di lui interpellanze in Parlamento. Poi lo va a trovare, si tranquillizza e il giorno
seguente spiega la situazione a Benedetto. Infine riferisce a Desiderio “di aver appreso dai comuni amici della
Metropolitana milanese che non è stato fatto un bel lavoro e che si aspettavano un aiuto più concreto”. Prosegue il rapporto
dei finanzieri: “Vincenzo (Procopio) aggiunge che “serve una botta” e si rende necessario “fare un intervento”. Gianni
(Desiderio) gli dice di andare a parlare con Walter (Benedetto), dato che lui è il presidente della commissione, per verificare
se è necessario intervenire presso Comastri, per poi passare la cosa a Ugo (Martinat)”.
Quando Benedetto riferisce a Martinat che teme grane giudiziarie “per il cantiere di Modane” e lo informa che c’è di mezzo
la Rocksoil della famiglia Lunardi, Martinat risponde: “Uh, cacchio!”. E poi: “Vabbe’, pazienza, nella vita non si vince
sempre...”. Comastri e Benedetto brigano per far vincere a Procopio la gara d’appalto per la “discenderia” di Venaus (una
delle gallerie d’accesso ai tunnel). Quando appare ben piazzata, invece, la società Geodata, i due sospendono la gara:
“Geodata ha la maglia rossa, è vicina alla sinistra”. La Guardia di finanza va allora nella sede di Ltf a sequestrare i
documenti dell’appalto, ma i due li fanno sparire: “Li mandiamo su a Chambery”. Comodo, lavorare alla frontiera.
Dalle intercettazioni emerge una certa arietta d’intese bipartisan per gli appalti ferroviari e stradali piemontesi, con Gavio
ben introdotto anche negli affari che dipendono da Comune, Provincia e Regione, tutti di centrosinistra. Ma in questa storia
d’appalti di rito sabaudo spunta anche l’ambasciatore Umberto Vattani, che ha contribuito a definire in sede internazionale
l’architettura societaria per la gestione della Torino-Lione. E spuntano anche alcuni protagonisti della vecchia Tangentopoli.
Quell’Ercole Incalza che fu travolto dallo scandalo di Lorenzo Necci (a lungo numero uno delle Ferrovie italiane), ma che
fu poi subito riciclato nientemeno che come responsabile del gruppo Economia della commissione intergovernativa italofrancese che ha preparato l’iter per l’approvazione del supertunnel da parte dei rispettivi governi: oggi Incalza è consigliere
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del ministro Lunardi e membro del “gruppo Van Miert” in sede Ue. E quell’Emilio Maraini che insieme a Incalza fu il
dirigente Fs più vicino a Necci, per anni numero uno della Italfer, la società incaricata della progettazione e della vigilanza
sull’alta velocità.
Nel 1993 Maraini fu arrestato a Milano dal pool Mani pulite e negli interrogatori ammise le tangenti pagate come
amministratore delegato di Ansaldo Trasporti per partecipare ai lavori delle metropolitane di Roma e di Milano. Poi, con un
paio di rinvii a giudizio sul groppone, fu messo da Necci al vertice dell’Italfer, finché finì di nuovo in cella, nel 1998, per
ordine dei magistrati di Perugia, in una delle tante inchieste sull’alta velocità. Forte di questo know-how, oggi Maraini è
consigliere di Lunardi per gli affari internazionali.
Martinat e Gavio sospendono ogni conflittualità e fanno fronte comune quando si tratta di pretendere soldi pubblici.
Martinat: “Tremonti vuol tagliare le spese. Noi sosteniamo la tesi opposta, bisogna sfondare ulteriormente. Andiamo a
Bruxelles e diciamo affanculo... Abbiamo bisogno di soldi da investire quest’anno, il prossimo e quello seguente, se
vogliamo vincere le elezioni! Secondo Tremonti, questo ministero dovrebbe spendere il 10 per cento in meno in strade,
ferrovie eccetera”. Gavio: “Roba da matti!”. Così si decidono le grandi infrastrutture e le sorti del Paese. Le teste calde della
Valsusa sono avvisate: non fermeranno il Progresso. - http://www.societacivile.it/primopiano/articoli_pp/tav.html
Tangenti ad alta velocità. La vera storia dell’appalto Tav numero uno. Gara truccata, soldi al viceministro,
blocco dell’appalto. Finché non spunta la “rossa” Cmc, alleata con il costruttore “bianco”... di Gianni
Barbacetto
Egoismo localistico contro interesse nazionale. Nimby (quelli che dicono: dovunque, ma non nel mio cortile) contro i
paladini della modernità e del progresso. Ma a ben guardare i conti, proprio l’interesse nazionale dovrebbe far accantonare
l’alta velocità in Valsusa. Una spesa colossale (oltre 15 miliardi di euro, quattro volte l’investimento per il ponte sullo
Stretto di Messina) per ottenere risultati modesti. Un’opera sostanzialmente inutile: il traffico merci tra Francia e Italia è da
anni in calo costante. Se l’interesse nazionale è dunque sostenuto, in realtà, dai cittadini della Valsusa che si oppongono al
più grande spreco della storia d’Italia, la parte degli egoisti è ben interpretata dalla lobby politico-affaristica del supertunnel.
Che sulla Valsusa, oltretutto, ha già impiantato una nuova Tangentopoli.
Lo dimostra la storia del primo appalto per l’alta velocità in Valsusa. Importante «non tanto per l’importo», scrivono i
giudici che hanno già dovuto occuparsene, «ma perché si tratta della fase iniziale di lavori ben più vasti».
Appalto pilotato. Tutto comincia a Venaus, la località della Valsusa dove dovrebbe iniziare il supertunnel di 53 chilometri
che dovrebbe passare sotto la montagna e sbucare in Francia. La società che guida le danze è l’appositamente costituita Ltf
(Lyon Turin ferroviaire), impresa pubblica controllata a metà dalle ferrovie francesi (Rff) e a metà da quelle italiane (Rfi). Il
primo appalto Ltf è per la progettazione della discenderia di Venaus, cioè la galleria di servizio del supertunnel. Per
accaparrarselo, si mette in moto una variopinta compagnia di furbetti del tunnellino.
Vincenzo Procopio, titolare della società Sti, è il vincitore designato. Ugo Martinat, viceministro delle Infrastrutture e uomo
di An, è il suo santo in paradiso. Paolo Comastri, direttore generale di Ltf, e Walter Benedetto, responsabile della direzione
costruzione di Ltf, sono gli angeli che scendono dal paradiso per far avverare i desideri di Procopio e Martinat.
Le indagini della procura di Torino sulla gara truccata di Venaus nascono per caso. Nel dicembre 2003, infatti, arrivano per
posta quattro buste contenenti strani auguri di Natale: una cartuccia Smith & Wesson calibro 40. Due sono recapitate a
Procopio, agli indirizzi di casa e dell’ufficio, una a Gianni Desiderio, del comitato direttivo dell’Agenzia olimpica, la quarta
a un tale Arcidiacono. Per scoprire chi è il mittente della minaccia e proteggere i quattro destinatari, la procura mette sotto
controllo i loro telefoni: non l’avesse mai fatto! Dalle conversazioni registrate, i magistrati capiscono che i quattro si stanno
dando molto da fare, insieme ad altri, per gli appalti piemontesi. Ascoltano in diretta, esterrefatti, la vera storia della gara di
Venaus.
Gli uomini della Ltf, Comastri e Benedetto, ma anche Desiderio, spifferano a Procopio tutti i segreti dell’appalto. Gli
raccontano che alla gara è interessata la Stone, «società del ministro» (Pietro Lunardi?), che si è alleata con l’Alpina del
costruttore Marcellino Gavio. Smaniano per farlo vincere.
Un regalo ad An. Procopio trova il modo di sdebitarsi. Il 19 marzo 2004 parte un bonifico di 23 mila euro. «Procopio mi ha
detto di fare un versamento ad An, dicendo che il partito aveva bisogno di fondi», racconta tal Casalegno, che si occupa
materialmente dell’operazione. La conferma arriva dalla stessa segreteria di Martinat: il 7 maggio 2004 Alfredo Calvani,
dello staff del ministro, chiama Procopio e gli conferma che il bonifico è arrivato.
Intanto Procopio e Comastri s’incontrano anche di persona, mercoledì 24 marzo 2003. Commentano i magistrati: «È un
grave indizio di turbativa e di collusione. Non vi è altro modo di valutare l’incontro riservato, pochi giorni prima della
chiusura del termine per presentare le domande, tra uno dei potenziali concorrenti a un’asta pubblica e il più alto dirigente
del committente».
Nella riunione, Comastri spiega a Procopio che per vincere deve associarsi con un’altra impresa, la Mm di Milano. Detto,
fatto: Procopio telefona a Maria Rosaria Campitelli, della Mm, e le dice che devono unire le forze, che non può spiegare
tutto al telefono, ma che la gara si può vincere. «Io volevo solamente dirti questo, siccome io ho parlato stasera e so tutto... e
l’idea è venuta anche da lì... Dice: mettetevi insieme». Le fa capire che la cosa è fatta: «So tutto... ma so tutto... so tutto,
perché ho parlato con persona giusta!». Insiste: «Se ti dico di farla con me, vuol dire... che ho qualche motivo...». Certo, i
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tempi sono stretti, le offerte devono essere presentate entro il 2 aprile, ma non c’è da preoccuparsi, perché il termine sarà
prorogato.
Intanto anche Benedetto chiama Procopio e gli dice di «sposarsi con quei signori di Milano», perché il capo (Comastri)
vede di buon occhio quell’unione. Poi, il 25 marzo, la previsione si avvera. Benedetto annuncia: «Scusami se ti disturbo, la
scadenza è stata spostata a mercoledì 14 aprile». Procopio, riconoscente, esclama: «Madonna, vi abbraccerei tutti e due!».
A questo punto, l’allegra compagnia mette a punto l’offerta. Benedetto, nominato da Comastri presidente della
commissione tecnica di gara, si mette a disposizione di Procopio. Gli spiega come fare la relazione tecnica, come calcolare i
prezzi, come rispettare le regole francesi per le offerte, diverse da quelle italiane. Per evitare sorprese, la presidenza della
commissione per l’aggiudicazione della gara, che dovrà far vincere la Sti di Procopio associata all’Mm, viene affidata ad
Adolfo Colombo, che dell’Mm è stato direttore generale dal 1994 al 2000 e, in passato, presidente del consorzio Malpensa
construction (Sea-Mm) per la costruzione del nuovo aeroporto della Malpensa nonché presidente del consorzio Mm-Sogemi
per il potenziamento dei mercati all’ingrosso di Milano.
Ma il diavolo ci mette la coda. Malgrado tante cautele, l’intrallazzo naufraga: un banale errore di redazione della domanda
fa escludere dalla gara l’associazione Sti-Mm. Passa avanti un’altra società, la Geodata: «Invisa al ministro perché
appartiene all’opposta corrente politica» e dotata però anch’essa dei suoi santi in paradiso (l’ingegner Alessandro Macchi,
membro della commissione per la gara di Venaus). Benedetto è sconfortato: «Piuttosto che far vincere Geodata e giocarci le
mie palle col ministro, preferisco che vinca un altro...».
Procopio viene allertato subito: «Lo so, lo so, abbiamo fatto un po’ di corse... Ah», sospira, «conviene fare qualcosa...».
Anzi: «Serve una botta». Un giro di telefonate, e la botta arriva: la gara viene annullata e si comincia tutto da capo. Così
Procopio corregge gli errori e s’appresta a presentare la sua domanda. Peccato che, a questo punto, scatti la magistratura.
Intervengono i sostituti procuratori Paolo Toso e Cesare Parodi, che mandano la guardia di finanza nella sede torinese della
Ltf. Invano: l’impiegata presente dice di non essere in grado di trovare alcun documento sulla discenderia di Venaus.
Possibile? Subito dopo, al telefono, Comastri chiama Benedetto, lo avvisa dell’inchiesta, gli ordina di far sparire al più
presto il dossier chiuso nel suo armadio e di portarlo nella sede Ltf di Chambery.
Allora i magistrati torinesi provano a chiedere nei confronti di Procopio una misura cautelare meno punitiva dell’arresto, ma
economicamente più efficace: chiedono che gli sia impedito di partecipare, per un periodo di tempo, alle gare d’appalto. Il
giudice per le indagini preliminari dice no, anche perché ritiene che non si possa procedere nei confronti di personaggi
coinvolti in una gara indetta dalla Ltf, società di diritto francese con sede a Chambery. Blindati e intoccabili, dunque, gli
appalti della Valsusa: non c’è corruzione, non c’è tangente che tenga, ci pensino i francesi, se ne hanno voglia.
Ma il tribunale del riesame nel settembre 2006 ribalta la decisione. Ltf è stata incaricata dal governo italiano, oltre che da
quello francese, di essere «stazione appaltante» e di indire pubbliche gare, dunque è a tutti gli effetti parte della pubblica
amministrazione. È «del tutto irrilevante verificare il luogo in cui la gara è stata indetta e la legge di quale dei due Stati
regolamenterà l’esecuzione dell’appalto». Se la Cassazione confermerà questa decisione, salterà la garanzia d’impunità
sugli appalti della Valsusa.
Il tribunale del riesame, stabilito che la trasparenza e la correttezza delle gare devono valere anche per la Ltf, accoglie il
ricorso della procura di Torino e blocca l’attività dell’ingegner Procopio. Con una motivazione durissima nei confronti della
«disinvolta spregiudicatezza dimostrata e in particolare la pervicacia con la quale ha continuato a insistere nella turbativa
della gara per la discenderia di Venaus, anche quando era stata quasi assegnata ad altro concorrente».
Indagato anche il santo in paradiso di Procopio, il viceministro Martinat. Ma è un parlamentare. La procura, per continuare
l’indagine, ha chiesto alla Camera l’autorizzazione a utilizzare le intercettazioni telefoniche in cui compare la voce di
Martinat. Ma la Camera si guarda bene dal rispondere.
Nel frattempo, però, la gara è stata rifatta e a vincere è stata una new entry: la Cmc, cooperativa rossa di Ravenna. Cambia
così anche l’atteggiamento dei vertici Ds nei confronti del supertunnel della Valsusa. Mercedes Bresso, la presidente della
Regione, è oggi una moderata ma ferma sostenitrice dell’alta velocità. Eppure nel 2000 dichiarava: «Non barattiamo e non
spezziamo il nostro tracciato. La soluzione Alpetunnel ha un impatto sulla valle a dir poco devastante. È prevista un’uscita
del tunnel che avrà effetti disastrosi. Così come la stazione di sorpasso di Bruzolo e la stessa occupazione dei terreni della
parte bassa della valle. Vogliamo che ci sia un confronto tecnico e politico che vada fino in fondo. E che porti a una
decisione definitiva». Parole oggi dimenticate.
Accanto a Cmc, nello stesso raggruppamento d’imprese, si trova la Cogeis. Titolare Giovanni Bertino, indagato in passato
per reati ambientali a Ivrea e arrestato, nel 1991, per corruzione ad Aosta (insieme a Bruno Binasco, il braccio destro del
costruttore Marcellino Gavio). L’inchiesta era quella della procura d’Aosta sugli appalti truccati per il raccordo
dell’autostrada Torino-Aosta e per la statale del Gran San Bernardo. Nel corso di quella indagine, ricevette un avviso di
garanzia anche il protettore politico di Bertino, Giuseppe Botta, gran signore delle tessere ai bei tempi della Dc, quando era
anche presidente della commissione Lavori pubblici della Camera. Tutto finì con Botta assolto e Bertino, invece,
condannato in appello a 1 anno e 6 mesi.
Oggi Giuseppe Botta ha passato il testimone politico al figlio, Franco Maria Botta, esponente dell’Udc, molto vicino a
Pierferdinando Casini. Dope essere stato assessore nella giunta regionale di Enzo Ghigo, si è candidato, per il centrodestra
contro Antonio Saitta, alla presidenza della Provincia di Torino. Una sfida che sapeva persa in partenza, ma che lo ha
comunque portato a mantenere alta la sua visibilità. Oggi è consigliere regionale. E Giovanni Bertino? Il costruttore
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«bianco» è tornato agli appalti, in alleanza con i «rossi» della Cmc. Le indagini continuano. E s’intrecciano con quelle dei
lavori olimpici e autostradali piemontesi. La nuova Tangentopoli sta prendendo forma. (Diario, 16 dicembre 2005)
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