RISTORANTINO_WINE BAR_JAZZ CLUB OSTERIA RIVE _Via Rive 14 _Cartigliano_Info: 348.8265815 DOM 10 Maggio H 22.00 REGINA OLSEN OPERA TEATRALE CON ACCOMPAGNAMENTO MUSICALE DAL VIVO. LE MUSICHE SONO SCRITTE , ARRANGIATE E SUONATE DA MIRCO MAISTRO, STORICO FISARMONICISTA DI PATRIZIA LAQUIDARA. A FARE DA IDEALE QUINTA TEATRALE SARANNO LE IMPONENTI OPERE DI CRISTIANO BAGGIO, GIOVANE PITTORE TREVIGIANO. VEN 15 Maggio H 22.00 BRUNA SARDO JEZZENSAMBLE Giovane, emergente formazione italiana che propone sonorità jazz rivisitate in chiave etno-folk. Bruna Sardo elegante e raffinata voce dal morbido timbro vocale. VEN 22 Maggio BOSSAMBA Per una allegra serata di jazz bossanova e ritmi brasiliani SAB 30 Maggio RACHEL GOULD La sua carriera artistica, iniziata nei primi anni '70 è costellata di prestigiose collaborazioni: da incisioni con Chet Baker, Dave Liebman , Art Farmer, a concerti con Woody Herman, Sal Nistico, Benny Bailey. music partner A TOR R I LIVE OG N FINE D I VENERDI’ EL ME CONCE SE RT BLUES I TORRI DI QUARTESOLO - via brescia 67 (dietro le piramidi) TEL 0444-267535 THIENE VICINO AL CASELLO DELL’autostrada - via f. foscari 3 tel 0445.820807 www.roosterhouse.it CELL 335.7594675 A AZINE SOUND M AG ND VISION Anno 5 - N° 63 - maggio 2009 Aut. Trib. Bassano d. G. N° 8/03 del 3.09.2003 DIRETTORE RESPONSABILE: STEFANO ROSSI - EDITORE: DANIELE PENSAVALLE Grafica: DJD - Cover : Andrea Blitz Studio (VR) www.blitzstudio.it Web Designer & IconCover: Osvaldo Casanova(VI) - www.OfficineVanilla.com Redazione: S. Rossi (VI) - Ilaria Rebecchi (VI) - G. Mari (VI) - L. Lago (VI) - A. Lo Giudice (VI) - M. Visentin (VI) - F. Nicolli (VI) A. Rebecchi (VI) - A. Battista (Glasgow) - Gustave (VI) - S. Calgaro (VI) - Tobia fiorese (VI) - L. Sartor (TV) Denise Zanin (VI) - Stephanie dark (TV) - Rachele Materassi (mi) - roberto dissegna (mi) S&V INFO POINT: INFO COMMERCIALI: DANIELE 349.1970263 - MATTEO 340.2797052 WEB: WWW.SOUNDANDVISION.IT - EMAIL: [email protected] MYSPACE: MYSPACE.COM/SOUNDANDVISIONZINE - FACEBOOK: CERCATECI TRA I GRUPPI! magazine alternativo per tutti quelli che vivono le notti fatte di suoni e visioni jazzweek 2009 dal 10 al 16 Maggio - Ingresso Libero concerti aperitivo dalle 18 - concerti serali dalle 21 SA Domenica 10 Maggio ore 21.30 MATTEO SABATTINI NEW YORK 5et feat. Mike Moreno M. Sabattini - sax tenore, M. Moreno - chitarra, K. Randalu - pianoforte, M. Clohesy - basso, O. Calvaire - batteria m ag gi o RT 20 09 Sabato 16 Maggio dalle ore 19.00 SWINGIN’ MAN - Gianni Cazzola Relaxin ’with... F. Bertazzo - voce, M. Calgaro - chitarra, B. Pilotto - contrabbasso + OPEN JAM SESSION (Ore 21.00) ALTERNATIVE SARTEA Martedì 12 Maggio dalle ore 19.00 SWINGIN’ MAN - G. Cazzola & The Natural Bop Killers G. Carollo - tromba, G. Gigarella - sax, O. Marchioni - organo Mercoledì 13 Maggio dalle ore 19.00 SWINGIN’ MAN - G. Cazzola Cookin’ with ... G. Carollo - tromba, G. Gigarella - sax, O. Marchioni - organo Giovedì 14 Maggio dalle ore 19.00 SWINGIN’ MAN - Gianni Cazzola Workin’ with... Michele Calgaro Trio plus VERY VERY SPECIAL FRIENDS (dalle 21.00) EA Martedì 5: Back from Berlin Dax DJ set Giovedì 7: Le Soleil, Paris : Spettacolo Video, Musica, Teatrale liberamente ispirato alla vita e alle opere di Arthur Rimbaud e Jim Morrison. Music by Eroma; Video: fabio Ferrando Fux, Manuel Baldini; Performer: Gianfranco Trappolin Sabato 9: Jazz Cherry Quintet Domenica 10 fino Sabato 16: Bar Sartea present JAZZ WEEK 2009 Domenica 17: TOM MESS acoustic folk rock from karlsruhe, DE + HAT MAN power folk from Vicenza Martedì 19: Discosymphony Dax DJ set Venerdì 22: Insolito Trio Domenica 24: LT. SLAM bastard acoustic country from Berna, CH Martedì 26: Infunktuation (Dub) Dax DJ set Venerdì 29: BACK TO BLACK - Sound & Vision DJ Set BAR SARTEA - C.so San Felice 362 - Vicenza - www.sartea.it - Myspace.com/barsartea Venerdì 15 Maggio dalle ore 19.00 SWINGIN’ MAN - Gianni Cazzola Steamin’with... B. Calamosca - trombone, M. Calgaro - chitarra, L. Calgaro - contrabbasso + OPEN JAM SESSION (Ore 21.00) editoriale di stefano rossi UN SOLO RISCHIO: ROVINARE UN MITO... VEN22 ROKKAFE’ ::: CASTELCUCCO (TV) ::: VEN 29 SARTEA ::: VICENZA ::: Questo mese torno a parlare di musica, per affrontare un tema a me assai caro, ovvero il prog rock e, in particolare, quello dei Genesis. O meglio, quello che era dei Genesis. L'idea di una reunion completa, tutti e cinque i componenti della storica formazione d'un tempo, aveva sfiorato i musicisti ancora alcuni anni fa, quando alla fine invece ci ritrovammo con i “soliti” tre affiancati dai “soliti” due. Ovvero, Tony Banks (alle tastiere), Mike Rutherford (al basso e chitarra) e Phil Collins (batteria e voce), con l'aiuto indispensabile di Daryl Stuermer (al basso e chitarra) e Chester Thompson (alla batteria). Il tour europeo che intrapresero fu di buon successo di pubblico, un po' meno di critica. Tornarono infatti dopo oltre dieci anni di assenza e riproposero una brutta copia dello spettacolo di allora. L'album dal vivo che ne venne ricavato rasentava il patetico (con pezzi scesi di tono perché Phil Collins non ci arrivava più con la voce e amenità del genere). Essi stessi non apparivano più così sicuri sul palco. Il Dvd della tappa di Roma fu già meglio, sia dal punto di vista strumentale che umano. E qui nacque il primo sospetto per cui crediamo possibile, magari tra un paio di anni, ritrovarci in uno stadio a vedere i veri Genesis. I tre superstiti infatti confessarono di aver avuto come prima idea quella di coinvolgere anche Peter Gabriel e Steve Hackett per portare in tournée “The Lamb Lies Down on Broadway”, l'ultima opera che fecero assieme nel 1974. Al diniego (neanche tanto convinto...) dei due, ripiegarono sulla solita scaletta di qualche anno prima. Ora forse i tempi sono maturi: informatori ben vicini a Gabriel e Hackett riferiscono di una sospensione delle tournée dei due per il prossimo anno; metti insieme questo con le dichiarazioni quasi entusiastiche un po' di tutti i musicisti e un nuovo fatto (la pubblicazione dell'ennesima riedizione supermasterizzata dell'album in questione) e capisci che si sta sondando il terreno per verificare la fattibilità di un evento d e l g e n e re. O l t re t u t t o, onestamente, per quanto bravi siano tuttora sia Peter Gabriel che Steve Hackett, nessuno dei due ha più (soprattutto il primo) il successo planetario d'un tempo. C'è un solo rischio: rovinare un mito... O T K C A B DJ D VISION) (fm Sound & presents BLACK Vuoi organizzare questa serata nel tuo locale? Chiama 349.1970263 INtervista di stephanie dark ::: EXCLUSIVE ::: BUGO LA GABBIA (PD) - 4 APRILE 2009 PH: FABIO LAZZARI Interno giorno – La gabbia music club – soundcheck di Cristian Bugatti in arte Bugo. Esterno mezza sera. Due sedie nei sassolini, un registratore, un toscanello: “Perché Bugo è prima simile a Beck, poi a Rino Gaetano, poi a Battisti– attacco – e così immerso nei confronti non lo si considera mai come se stesso?” “Devo chiederlo a te, siete voi che fate i confronti, a m e n o n l u s i n ga n o, n o n dispiacciono. E' aria nel vento. Forse è meglio dire meno cose, ma giuste…” Lo sguardo è rivolto al basso, i capelli gli coprono gli occhi e abbozza un mezzo sorriso, timidezza rock per questo sottile musicista di Trecate che a 17 anni ascoltando rap e Jimi hendrix s'è avvicinato alla batteria per poi toccare l'arte in tutti i sensi. Interno notte – l'attacco de il giro giusto esplode tra le pareti nere del club e l'onda elettronica del nuovo lavoro ci invade tutti: abbandonata la riservatezza che a volte le parole ci impongono esce tutta l'energia dell'artista poliedrico che attira a sé il pubblico come una onda e lo risbatte ai bordi del palco. Flashback-esterno sera “da dove nasce la canzone che da' il nome al tuo tour che poi rappresenta un po' una svolta in termini musicali per te?” continuo abbandonandomi alla brezza primaverile: “quella canzone nasce per Violante Placido, ci conoscevamo un po', ancora oggi mi viene da sorridere quando la canto. L' ho scritta pensando che fosse lei a cantare, lei che poi per qualcuno è già il giro giusto.Il disco … fondamentalmente è di musica elettronica…è un po' come gli altri un po' no, è naturale ma non è fatto casualmente. Quello che poi conta sai… è sotto il vestito, è il corpo. Quello che conta sono i testi perché i testi sono il cuore, la pancia il pensiero. Interno notte – cuore, pancia pensiero mi ripeto mentre Ggell esalta i fan che seguivano Bugatti da qualche anno e ormai la giacca a righe blu verticali è tutt'uno con il sudore degli accaniti sotto il palco. Cuore pancia pensiero mentre passano C'è crisi, Love boat, Primitivo e Sesto senso ma non nel senso in cui lo scrivo. Rewind tardo pomeriggio: “In Primitivo dici che sei ridotto all'eccesso e non all'osso, ma l'eccesso è sempre un male?” “Perché un male? Non volevo dire che l'eccesso è un male. Le mie canzoni non ti dicono quello che penso. Vogliono aprire a soluzioni, voglio che gli altri si interroghino. Mi piace il contrasto: io voglio stare senza pc ma alla fine l’ho usato per fare tutto il disco” E per fortuna, mi dico, quando nella rivisitazione di prisencolinansinailciusol dell'Adriano nazionale il nostro musicante si scatena scendendo dal palco, buttandosi a terra, mimando facce. L'onda iniziale assume sempre più l'aspetto di uno tsunami: questo è il Bugo “nuovo” o forse sempre lo stesso e non lo ricordavo. “C'è crisi, l'apripista dell'album, È uscita proprio al momento giusto con un video oltretutto eccezionale” incalzo “Si, anch'io sono soddisfatto di quel video. Comunque Io non volevo scrivere u n a c a n zo n e s u l l a c ri s i economica, anche perché nasce molti anni prima, quasi 5. A me viene una idea, sai, poi ci giro attorno… le mie canzoni non hanno un significato solo, ne han tanti, forse troppi.” Interno, tarda notte – il concerto sta per finire. La musica la si può sfiorare con il dito come umidità che scende dal soffitto nero e leccarla con avidità perché Casalingo live in una nuova versione è abbagliante più delle strisce blu della giacca del Bugatti, più della luce che mi resta puntata in faccia per tutta la sera (maledetta posizione sbagliata rispetto al palco). Chiedo “C'è un lato oscuro di Bugo? E dove vuole arrivare?” mi guarda torvo, forse tredici minuti di conversazione sono un numero che porta sfortuna o semplicemente, ha fame “Credo che anche tu ce l'abbia un lato oscuro… io non ho un lato oscuro, credo nella forza - (ride citando Star Wars) – non cerco di capire chi sono, come ragiono... non mi interessa capire… e dove voglio arrivare, in che senso? … a 102 anni !” Profondo crepuscolo Concerto finito, pioggerellina c'avvolge e coperto nel cappuccio Bugo esce tra la gente e mi spiega l'origine della giacca, la mia ossessione “Me l'ha regalata un ragazzo, uno stilista (giapponese?). Si è presentato ad un concerto, e senza mai avermi preso le misure…, era perfetta”. C'avviamo intingendo i piedi nelle pozzanghere verso le rispettive auto dopo aver gustato una ottima insalata di musica condita da un olio altrettanto gustoso. Un live da vedere: coinvolgente, spassoso a sprazzi dolce. Dimenticavo, scrivendo ho ascoltato una compilation rock anni '50, grazie p e r i l c o n s i g l i o, B u g o. storie di band a nudo - live REVIEW di nowhere girl UNPLUGGED MINISTRI - SHINDY CLUB "Veramente vivo in tempi bui E non ho nulla di cui preoccuparmi Perché son diventato buio anch'io Ma di notte son uguale agli altri” E' un caldo pomeriggio di metà Aprile, ore 15. Arriva un pulmino Wolkswagen giallo old-style targato Milano e scendono 3 ragazzi che iniziano a scaricare piatti, amplificatori e chitarre. Qualcuno di loro dice che suonare in un posto così bello gli sembra un miracolo, altri sorseggiano vino, parlano di università o suonano la chitarra nel cortile, per ingannare il tempo. Dopo qualche ora li ritroviamo pronti, davanti ad un pubblico attento seduto sopra cuscini colorati, su un piccolo palco, illuminati dall'ultimo sole del giorno. E' venerdì, la gente si prepara per il weekend, mentre noi stiamo per assistere ad un piccolo miracolo di musica italiana contemporanea. Di loro si è già parlato in passato: dei loro album dai titoli profetici e veritieri ("I Soldi Sono Finiti" e "Tempi Bui"), delle loro casacche napoleoniche che mi raccontano aver comprato per gioco ad un mercatino hippie ad Amsterdam, dei loro testi disillusi ed ermetici che dipingono la nostra generazione come nessuno riesce a fare meglio, della loro ascesa, meritata, al successo nazionale, della loro propensione verso la melodia in accompagnamento alla rabbia post-punk perfettamente in accordo con le liriche. Di loro si sa anche che suonano e cantano eccellentemente. Così l'atmosfera intima e gioviale che si instaura appena salgono sul palco con le rinomate giacche d'ordinanza, coinvolge la gente, la cui enfasi nell'ascoltarli nudi e crudi in unplugged, viene mitigata dagli intermezzi di spirito che il trio (+1) milanese regala. Due chitarre e una sola voce, le mani per battere il tempo, gli occhi per incrociare il favore degli ascoltatori, i brani di maggior successo in una versione spoglia di artifici e volumi, insolita e perfetta. Crudele nel pathos, geniale nell'adattamento melodico. Così finché la gente comune si apprestava a sistemarsi i capelli per il consueto venerdì senza cervello e fatto di discorsi vuoti (del resto "ed è come se non avessero mai deciso niente" - "Il Bel Canto"), al contrario i Ministri ci offrivano ore di arte pura e riflessioni sulla società contemporanea, sulla musica dialettale e sul ruolo del rock ai nostri giorni. E' iniziata così una serata che ha visto poi giri di grappa sul rinomato ponte tra discorsi sulla discografia italiana e sulla meraviglia della natura. Ma questa è un'altra storia. Divini. (NowhereGirl) Scaletta UNPLUGGED: La Piazza Fari Spenti Berlino Tempi Bui Il Futuro E' Una Trappola Il Bel Canto PH: AMBRA REBECCHI Nuovi lidi e chitarre ci attendono, nuove voci e diversi suoni: la vostra raccontastorie acustica vi da appuntamento alla prossima puntata. Chi sarà il protagonista del prossimo unplugged? STAY TUNED ON : www.soundandvision.it ELECTRO sapiens di Matteo visentin C I A O !T e a c h e r T i g a ! Ma chi l'ha detto che un buon dj deve per forza aver vissuto gli anni Ottanta per farsi rispettare nell'Olimpio dei più grandi?? Sfatiamo questo tabù che solo chi ha vissuto quel periodo è degno delle maggiori platee...Tiga Sontag è al giorno d'oggi uno dei maggiori dj/produttori a livello mondiale e sfido anche i più scettici verso il genere che propone a dimostrare il contrario. Questo canadese è in continua evoluzione da quando mosse i primi passi negli anni '90, iniziando a promuovere feste e festival in una nazione che storicamente riserva pochissimo spazio alla scena elettronica. Tiga, cari signori scettici del “so tutto io”, si è formato da solo, partendo dal suo negozio di dischi dove nelle ore “morte” cominciava a mixare, a fondere techno, hip-hop, newwave...Tiga non suonava negli anni Ottanta, ma li conservava nel suo cuore pulsante di battiti disco che allora andava davvero forte. Da qui il passo a fondare la prima etichetta discografica e a produrre il primo singolo, Sunglasses At Night, cover del connazionale Corey Hart, un enorme successo che spalancò le porte a quell'allora giovane ragazzo di Montreal. Tiga non si accontenta, vuole crescere, mostra fin da subito di non voler fermarsi di fronte a niente e nessuno: pubblica così un doppio cd di house, pop e techno, dando il via alle danze che lo porteranno, dopo una “pausa lavorativa”, a prendere contatti con l'etichetta DFA, molto forte in E u ro p a e f re s c a d e l l a p u bbl i c a z i o n e d e g l i L c d Soundsystem e poi ad esplodere definitivamente con You Gonna Want Me, con la voce degli Scissor Sisters. E arriviamo al 2006 con Sexor, dove troviamo Talking Heads e Nine Inch Nails a condire un album che chiunque si appresti ad ascoltare Ciao!, suo ultimo lavoro uscito in Aprile, non può non aver “orecchiato” almeno una volta. Di Tiga ricordiamo inoltre remix importanti come Bones dei Killers o Shake The Disease dei Depeche Mode....insomma,che dire, onore agli anni '80, senza dei quali molti sounds non esisterebbero, ma facciamo scendere dal paradiso musicale qualche personaggio troppo sopravvalutato e rendiamo onore al maestro Sontag. intervista di i. rebecchi :::... EXCLUSIVE ...::: ELETROFANADANGO Dal geniale debutto discografico di “Radio Taxi!” alla miscela inquieta di mistero, letteratura, tealto, ironia, post-rock e cinema del nuovo “In Quanto Già Peccato”; gli ElettroFandango parlano della folle passione per l'arte, il peccato e i monatti… - "In Quanto Già Peccato"… Un album diretto che riflette sul tema del Peccato, sia in chiave ironica sia riflessivamente. La poetica del vago fa da contorno al tutto, questo si può percepire non solo nei testi, ma anche dalla musica che si presenta sotto varie sfumature creando una sorta di fusione tra "energia e quiete". Non siamo ne giudici ne boia, siamo solo peccatori, ma non abiureremo mai. Cosa ha ispirato i molti scenari differenti presenti nell'album (Bukowski, la misteriosa Venezia…)? Non abbiamo voluto dare uno stampo unico alle canzoni, ma abbiamo cercato di trasmettere la sensazione di un viaggio, come nei film di Jodorowsky. Abbiamo creato un disco avvolgente, odoroso e ruvido, che attraverso le molte ambientazioni sembra avere gelosia, vizi, follia e perversioni come temi più salienti dei testi dell'album, ma fondamentalmente parliamo unicamente del mammifero Uomo. Video-proiezioni, vocalità recitata, sperimentazione sonora. Cosa vi ispira? Non amiamo il “poeticume edulcorato”, o gli intellettualismi a basso volume. Cerchiamo di trasportare lo spettatore in un'esperienza sensoriale che parte dai suoni per arrivare alle immagini, in una sorta di teatro sperimentale. Ci appassiona il rock pesante ambientale (Drone), i testi di stampo cantautorale, la videoarte, la musica elettronica, i ritmi tribali e ipnotici e vogliamo sviluppare il tutto in più livelli sensoriali. Ecco quindi l'idea di suonare con delle maschere, ecco le videoproiezioni, ed ecco i fumi allucinogeni che disperdiamo illegalmente durante i concerti. "In Quanto Già Peccato"... peccheremo ancora? Ne siamo consapevoli, dunque non c'è soluzione né redenzione? Se spremi la società il succo che ne ricavi è velenoso; nel disco ne trovi poche gocce ma letali. Soluzione? Redenzione? Queste sono cose che noi ci concediamo da soli: non necessitiamo né della Confessione, né dell' Estrema Unzione. Soprattutto perché non accettiamo di dover essere giudicati dalla storpiatura di un Best Seller. Peccheremo ancora, senza dubbio e con molto gusto, in quanto destinati a uno dei gironi danteschi. “In Quanto Già Peccato” ELETTROFANDANGO Web: www.myspace.com/elettrofandango La muscolatura e l'originalità post-rock del cantato-recitato e delle esplosioni elettriche tra blues e rock, vengono sublimate dagli Elettrofandango nel nuovo album “In Quanto Già Peccato”, (registrato da Giulio Favero de Il Teatro Degli Orrori) nella fusione trascinante di musica, suoni ed immagini a creare una sorta di meta-teatro d'avanguardia, in cui canzoni suonate e recitate, citazioni di Bukowski ed immagini grottesche sono esaltate live e dalle videoproiezioni di Alberto Boem suggerite musicalmente nell'album stesso. E se già l'ambientazione di questo concept-album che indaga sul Peccato, in una Venezia nebbiosa e godereccia del 1600, e nel viaggio immaginifico di tamburi macabri, violini ubriachi e vecchi sporcaccioni, la sostanza sonora gode già dall'incipit di Caino E Ferro, di ritmi tribali e immagini acquose. Calavera Monamour, è un tango mistico, Dal Furore Alla Cenere risente degli influssi de Il Teatro Degli Orrori, e Formamentis, è difficile e sporca. Poi Verrà La Morte E Avrà I Tuoi Occhi, orecchiabile, elettronica e ruvida, Confessioni Di Un Vecchio Sporcaccione, in cui le parole grezze di Remo Remotti sono veicolate da un turbinio sonoro, e All'Ippodromo, infernale brano in cui peste e pazzia si avvicendando tra blues e post-rock recitato. Infine Mi Sigarè è il peccato materializzato nelle distorsioni, nella sensualità e nell'indagine dell'animo umano, perverso e consapevolmente peccatore. Geniale. (Voto 8.5) SIMPLY THE BEST OGNI DJ FINE SETTIMANA SET ORGANIZZAZIONE CENE SU TEL E COMPLEANNI PRENOTAZIONE 0444.834856 VIA GARIBALDI 26 - LONIGO (VI) LIVEREPORTMILANO LIVEREPORTMILANO THE ZEN CIRCUS @ CIRCOLO MAGNOLIA MERCOLEDÌ 8 APRILE 2009 by Recel proposte, oltre che la già citata Do FRANZ FERDINAND@ You To?, la meravigliosa PALASHARP by Marilù Walk Want Away, The Fallen e infine photo by recel Se diamo per assodata l'idea che per arrivare al successo l'importante è far parlare di sé, nel bene o nel male, bisogna riconoscere gli Zen Circus q u e s t o o b i e t t ivo l o raggiungeranno molto presto. E' un po' che sento nominare i loro punk folk rock e decido di andare a sentirli al Magnolia, pur non avendo mai ascoltato un loro disco. Arrivo mentre sul palco si esibisce un gruppetto di tre ragazzi giovani e scatenati. Sono bravi. Il cantante ha una bella voce. Vivace e profonda. Il loro rock è fresco e potente. Mi piacciono proprio. Ma non sono gli Zen Circus. Gli Zen Circus arrivano poco dopo, sotto forma di due ragazzi veramente scheletrici seguiti da un terzo, che pare più normopeso. Se dovessi descrivere la loro esibizione live in una parola, quella che sceglierei sarebbe infantile. Quello degli Zen Circus è un rock multilingue piuttosto stupido, che a tratti rasenta il limite della sopportazione e che va a pescare un po' qua un po' là, dai Sonic Youth a Cochi e Renato. I testi sono costruiti attorno al (solito) plurisfruttato spirito punk di ribellione irriverente, che, ahimè, ai giorni nostri assume spesso le forme colpevoli della banalità estrema. Il pubblico però sembra apprezzare molto l'esibizione, compresi i mediocri exploit a sfondo politico-sociale in cui il cantante/chitarrista-con-ariada-eterno-adolescente, che tra le sue doti non può certamente vantare quella di saper tenere il palco, si prodiga durante gli intermezzi. Peccato, perché gli spunti musicali sono di buon livello e soprattutto perché la tecnica è notevole, davvero notevole. Il terzetto è affiatatissimo, assolutamente armonico e sincronizzato. Si capiscono alla perfezione e non sbagliano un colpo. Diciamo che il sapore che questo live degli Zen Circus mi ha lasciato è quello di u n fo l k - p u n k p i e n o d i potenzialità incompiute, di una musica che non ha ancora capito pienamente se stessa ma che si sta sforzando intensamente per crescere nella direzione giusta. Se scrivo dei Franz Ferdinand non posso essere imparziale. Pertanto o taccio o dichiaro il mio spudorato e viscerale amore per loro. Credo che alla fine sceglierò la seconda opzione. Il concerto, inizialmente previsto per l'Alcatraz, viene spostato al Palasharp, alla fine era quasi pieno senza creare l'effetto claustrofobico che probabilmente un club più piccolo avrebbe dato. L'apertura spetta ai Kissogram ,un gruppo berlinese che fa degnamente il lavoro di spalla, senza annoiare e senza strafare. I quattro di Glasgow salgono sul palco e per togliere qualsiasi dubbio su quello che diventerà un concerto memorabile scelgono un inizio da togliere il fiato, con The Dark of the Matinee, No You Girl e Do You Want To? dove tutto il palazzetto salta, canta e ha l'aria di non voler essere in nessun altro posto al mondo. Alex Kapranos a centro palco tiene alta la tensione per tutto il c o n c e r t o, d e g n a m e n t e supportato dal Nick McCarthy, a cui spetta il compito di chitarra a cui si affiancano le tastiere, soprattutto per i brani di Tonight: Franz Ferdinand, dove l'elettronica è più marcata. Il concerto privilegia il primo e il terzo album, mentre del secondo vengono Ousiders con il finale – solito ma comunque grandioso - con tutti e quattro alla batteria. L'equilibrio viene dato dalla scelta di canzoni che alzano e abbassano per quanto possibile il ritmo, con una strabordante presenza scenica di Kapranos, fino quasi a ipnotizzare il pubblico. Questa sera ha molti momenti indimenticabili, ma nessuno come Take Me Out, che nonostante gli innumerevoli ascolti è sempre una sorpresa con quel cambio di tempo che fa sembrare tutto il palazzetto un'unica onda di persone che saltano e cantano e il mattino dopo si sveglieranno molto probabilmente afone. Michael e What She Came For seguono serrate, e chi se le sente più le gambe, ma tant'è, ci penseremo a tempo debito. La prima parte del concerto si chiude con Ulysses, canzone di forse non immediato impatto, ma che dal vivo esprime un'energia degna di nota. Serpeggia il dubbio che, come la sera prima a Bologna, non faranno Jacqueline. Certo, il concerto sta andando alla stragrande, ma, no, davvero non possono non farla, non possono abbandonare nello sconforto tutti questi fans, che se l'aspettano, sai quanto sono venuti apposta per sentirla??? Risalgono sul palco, si sistemano gli strumenti “Jacqueline was seventeen, working on her desk...” e l'ovazione sale alle stelle. Come tutti i loro concerti, la chiusura è affidata a This Fire, con loro che alla fine salutano abbracciati e sì, i Franz Ferdinand davvero ci stupiscono ogni volta e altrettanto sì, il giorno dopo avevo già in tasca il biglietto per rivederli, il 14 luglio, a Roma. APRITE LE ORECCHIE a cura di i. rebecchi STATE A SENTIRE ! "Merci CuCu" El-Ghor D A N Z E M O D E R N E Seahorse Recordings 2009 genere: indie rock voto: 7/8 Web: www.myspace.com/elghor Se la lingua francese è spesso accostata in musica alle ballate soavi e a vocalità impalpabili, gli El-Ghor dimostrano con il secondo album, “Merci Cucu”, che l'indipendenza musicale tra pop-rock e post-rock può essere gradevolmente affidata a liriche ispirate seppur grintose ed originali. In lingua francese, appunto. Così l'album, realizzato con la collaborazione di Davide Arneolo (Marlene Kuntz) e Francesco Di Bella (24 Grana), scintilla in arrangiamenti delicati ed archi incantati, dalla vivace Monsieur Paul alla radiofonica J'Arrive A Voir, passando per la retrò Mémoire Aide Moi, e la gritnosa Laisse Nous La Mer. Cucù-Tête che sembra cibarsi dei rintocchi del pianoforte, Miss Marianne, ballata malinconica e corale, Rien N'est Parfait un toccante indie rock godibile. Belle armonie, raffinate soluzioni, semplicità indie, funk scarno, spigolature wave, noise ed inquietudine cantautorale. Davvero ammirevole! "Day & Nights of ...” Capital inudibilia a cura di a. lo giudice Fierce Panda - Aprile 2009 genere: indie/rock - voto: 8+ Web: www.myspace.com/capitalmyspace Echi Placebo-memori, new-wave intrisa di post-rock, sintetizzatori spaziali, chitarre ruvide ed epiche melodie nostalgiche '80s. Un pacchetto che ha in sé U2, New Order, The Cure e White Lies, e che i Capital manifestano nel breve e nuovo ep “Days And Nights Of Love And War”, che parte con la tormentata, decadente e new-wave Ruin per sfociare in Broken Glass, in cui si concentrano sonorità magnetiche, e Earphones intimista, dark e introspettiva. Poi Hey There, che in momenti sintetici plasma un pop amabile e Easier To Leave, enigma pop-rock dalle influenze svariate e fruibili. Talmente bello che risulterà troppo corto, questo ep della band di Toronto che sintetizza il postdecadent-new wave-rock contemporaneo e lo esalta in un tripudio di scintille psichedeliche. Bellissimo! "Understanding Electricity” Official Secrets Act One Little Indian genere: indie/rock/pop - voto: 8 Web: www.myspace.com/officialsecretsact Parte da Leeds la nuova rivoluzione brit-rock dell'anno, grazie agli Official Secrets Act che con pennellate di glam rock e fruibilità pop, sulla scia di band come i Vampire Weekend, riescono a mescolare le molteplici influenze (Talking Heads Television, Neutral Milk Hotel) creando originali soluzioni musicali e liriche nell'esordio di “Understanding Electricity”. Mainstream ricorda gli Smiths ed è orgogliosamente pop, So Tomorrow è un new wave incalzante e The Girl From The BBC, primo singolo, brilla nella coralità a tratti beatlesiana. Poi A Head For Herod, ballata contemporanea tra momenti sintetici e voce retrò, Momentary Sanctuary, effettata alla Cure, Bloodsport, poetica e dotata di pathos crescente e straziante. Victoria è psichedelica e Under The Flightpath prende spunto dai Pulp e dal pop '60s. Infine Little Birds è puro brit-pop con inserzioni elettroniche e Hold The Line accoglie ritmi da dancefloor, ballata, songwriters e pop-rock. Innovazione musicale con gusto per il passato e visioni future tra glam-rock spaziale, momenti sintetici e vocalità avvolgente: il meglio degli ultimi 30 anni di musica. Faccio male a me stesso, ma spero sia salutare: “Modern Dance” è una cagata pazzesca! L'ho detto! Non voglio condannare tout court i Pere Ubu: i due singoli di esordio (30 Seconds over Tokio / Heart of Darkness e, soprattutto, Final Solution / Cloud 149) sono tra le cose più belle mi sia stato dato di ascoltare. Ma quel disco di esordio… non c'è un critico musicale che non lo incensi, che non lo consideri pietra angolare della cultura rock. Anch'io, fino a poco tempo fa, avrei guardato con malcelato disprezzo il superficialotto che avrebbe osato porre dubbi su un'opera così seminale, così profetica, così…boh. Ad un certo punto mi sono chiesto, perché mi piace questo disco? E non sono riuscito a darmi una risposta. So benissimo perché, ad esempio, impazzisco per l'esordio dei Suicide, per restare in ambito new wave, ma “Modern Dance” dei Pere Ubu, ho il sospetto, piace perché piace alla gente che piace. Sì, è vero, un'opera va contestualizzata e, nel caso in esame, la contestualizzazione è particolarmente pregnante (c'è la crisi dell'industria pesante alla fine degli anni '70 che ha lasciato Cleveland, la città dei Nostri, con le sue enormi fabbriche, come un'orribile wasteland da distropia apocalittica / ci sono le nevrosi e le paranoie dell'uomo moderno, lasciato solo e senza punti di riferimento dopo una stagione di grandi speranze e forti ideologie), ma, alla fine della fiera, 'sti cazzi?! Questi sono discorsi da gente che ha speso una barca di soldi per p ro c u ra rs i u n a c o p i a d'importazione del disco e non vuole arrendersi all'idea che forse era il caso di attendere la ristampa in edizione economica (si potrebbe fare un discorso analogo per “Y” del Pop Groupattaccatemi pure, ne ho per tutti!). La triste verità è che “Modern Dance” lascia l'amaro da insoddisfazione in bocca: è un disco che eiacula precocemente e riesce, comunque, ad essere dispersivo (con un minutaggio complessivo così scarso, i sei p a l l o s i s s i m i m i nu t i d i “Sentimental Journey” sono una vera e propria presa per il culo), ma, soprattutto, non dice un beneamato nulla- dando così la possibilità ai critici di speculare a ruota libera. Questi ultimi si dimostrano alquanto grati, regalando in blocco il massimo dei voti al disco che gli ha dato modo di dimostrare quanto sono bravi come esegeti. Recentemente ho fatto lo stesso discorso in relazione ai film di David Lynch e sono stato quasi mangiato vivo… ROCK ICONS a cura di i. rebecchi BOB DYLAN Profeta, cantore, poeta, compositore, utopia del perduto senso d'appartenenza alla tradizione, icona del movimento di protesta americano, folk singer con chitarra, cappello ed armonica, Robert Allen Zimmerman nasce sotto il segno dei gemelli a fine maggio del 1941 a Duluth in Minnesota. Ribattezzatosi Bob Dylan così in onore al poeta Dylan Thomas, è summa ed antitesi dell'arte del '900, nella sfida alle convenzioni iconografiche imposte dalla cultura pop degli anni '60 e nella missione di portavoce generazionale della socialità americana reale e dimenticata, vagabonda e illuminata. Trasferitosi a New York alla fine degli anni '60 per rendere omaggio al morente Wo o dy G u t h r i e e p e r frequentare i circoli culturali del Greenwich Village, dove raccontava l'alienazione e la disperazione della sua generazione attraverso il talking blues, liriche forbite e una vocalità ruvida e sgraziata, in accordo con la personalità introversa e silenziosa, Dylan fu scoperto da John Hammond (già scopritore di Billie Holiday e Aretha Franklin), diventando l'idolo dei giovani bianchi americani, una ponte tra la re a l t à s o c i o - p o l i t i c a e l'angoscia intimista collettiva, per le doti narrative ed eroiche che fin dagli esordi lo distinsero dagli altri cantori folk-blues dell'epoca, per l'animo di protesta e il talento letterario. Nel '61 registra in due giorni “Bob Dylan”, esordioraccolta di classici folk e blues, e nel 1962 l'anno dopo “The Freewheelin'”, pregno di brani di protesta e d'attualità ispirati a Guthrie e alle canzoni tradizionali degli schiavi, in cui si sposano le immagini del Dylan profeta e pacifista, glorificato dalla più splendida e famosa delle sue canzoni, B l ow i n ' I n T h e Wi n d , stereotipo ed immagine della canzone di protesta dell'epoca ed ode anti bellica. Divenuto idolo per pubblico, critica e colleghi, Dylan è in prima linea con l'amante Joan Baez, nella lotta ai diritti civili, e dopo la Marcia su Washington, uno sceneggiato tv e qualche litigio con i media, esce “The Times Are a-Changin'”, esempio della personalità attivista ed impegnata dell'artista. Nel 1964 esce “Another Side Od Bob Dylan”, che affronta t e m at i c h e d i f fe re n t i , romantiche (To Ramona) e rock (Black Crow Blues), sublimate da Chimes Of Freedom, in cui realtà sociale si affianca a poesia immaginaria: i l p ri m o p a s s o p e r i l cambiamento di rotta della carriera di Bob da folk singer popolano a rock star mondiale. Nel '65 esce “Bringing It All Back Home”, album in cui l'artista si fece accompagnare per la prima volta dalle chitarre elettriche, e in cui sono presenti richiami alla poesia beat (Subterranean Homesick Blues) e in cui regna quella Mr. Tambourine Man, una delle più importanti canzoni della storia. Quell'anno Dylan si esibì in elettrico al Newport Folk Festival con un gruppo p rove n i e n t e d a l l a Pa u l Butterfield Blues Band, fu pesantemente fischiato, contestato e costretto a lasciare il palco dopo solo tre canzoni, da un pubblico tradito dalla chitarra elettrica. Pochi giorni dopo Bob registrò il brano Positively 4th Street, pieno di riferimenti diretti all'accaduto e critica verso al comunità folk. Lo stesso anno esce il singolo Like A Rolling Stone: i 6 minuti di riff ed organo, asprezza folk ed attitudine rock più importanti della musica di tutti i tempi. L'album successivo, “Highway 61 Revisited” attraversa il blues del suo paese in surreali momenti di chitarra e in brani che Dylan portò in tour con i The Hawks. Il 1966 è l'anno di “Blonde On Blonde”, un misto di folk, gospel, beat, rock e r&b, a chiudere la trilogia di capolavori dylaniani. Dopo un tour mondiale culminato nella performance al Manchaster Free Trade Hall, in cui uno spettatore indignato gridò a Dylan “Giuda!” per via delle chitarre elettriche (e Bob rispose incitando la band a suonare il più forte possibile Like A Rolling Stone), l'artista tornò a NY e tra le pressioni mediatiche di “Tarantula”, il manoscritto di Dylan, di un nuovo tour ed album, fino al celebre incidente in moto nei p r e s s i d i Wo o d s t o c k misterioso e mai spiegato, forse solo ideato per sfuggire alle pressioni in un isolamento che durò oltre un anno e mezzo. Nel '67 iniziò alcune registrazioni casalinghe poi pubblicate nel '75 col nome di “The Basement Tapes”, e lo stesso anno The Hawks cambiarono nome in The Band e registrarono in solitaria l'album “Music From A Big Pink”. Lo stesso anno esce “John Wesley Harding”, raccolta di brani contemplativi e sacri con pochi strumenti e testi tradizionali, tra cui All Along The Watchover ripresa poi da Jimi Hendrix. “Nashville Skyline”, album country in cui duetta anche con Johnny Cash e il Festival dell'Isola di Wight nel 1969 aprono le porte agli anni '70 di “Self Portrait”, criticato da i fan, e del brano I'd Have You Anytime, scritta con l'amico George Harrison, portato al Concerto per il Bangladesh di Harrison nel 1971. Registra alcune sessioni mai edite col poeta Allen Ginsberg, e l'anno dopo partecipa al film “Pat Garret & Billy The Kid”, collaborando alla colonna sonora con Knocking On Heaven's Doors e registra “Planet Waves” per la Geffen Records. Nel '74 inizia il tour con The Band, pubblica “Blood On The Tracks” e scrive la prima canzone di protesta di s u c c e s s o, d o p o ave r incontrato il pugile Carter incarcerato per triplice omicidio: Hurricane. Il tour fu un tripudio di ospitate celebri,da Joan Baes a Ginberg e Joni Mitchell. Dopo “Desire” ('76), il film “Renaldo And Clara” e il concerto di addio di The Band, duetta con Eric Clapton in Sign Language, inclusa in “No Reason To Cry” e pubblica “Street Legal” ('78). Risorto e in pace col suo passato e con i media, Dylan nel '79 frequenta una classe di biblistica in California, e pubblica due album di musica gospel, “Slow Train Coming”, pieno di simbologia cristiana, e “Saved”, che ispirò lo stesso John Lennon per la sua non finita Serve Yourself. Shot Of Love è la prima canzone laica in due anni, a cui segue l'album del 1983 “Infidels” e “Down In The Groove” ('88). Dopo un'incursione nel rap e il non capito album “Knockend Out Loaded” ('86), parte in tour con Tom Petty e con i The Grateful Dead, per poi iniziare il Never Ending Tour. Attore in “Hearts Of Fire”, nella Rock And Roll Hall Of Fame dal 1988, autore con H a r r i s o n d i “ Trave l i n g Wilburys”, criticato per “Oh Mercy” e “Under The Red Sky”,dedicato alla figlia di 4 anni (che vede la partecipazione di Slash, Elton John, George Harrison e molti altri), partecipa nel 1992 ad un tour con Carlos Santana, tornando alle radici folk degli esordi con “Good As I Been To You” e “World Gone Wrong”, che spicca nel capolavoro delicato di Lone Pilgrim. Collabora poi con Michael Bolton e partecipa alla c o m m e m o ra z i o n e d i Woodstock del '94 e registra un MTV Unplugged. Dopo un problema cardiaco torna in tour esibendosi persino davanti al Papa a Bologna, fa uscire “Time Out Of Mind” prodotto da Daniel Lanois, partecipa a “Clinch Mountain Country” di Ralph Stanley e parte in tournée con Paul Simon. Nel 2000 vince Golden Globe e Oscar per Things Have Changed, colonna sonora di “Wonder Boys”, pubblica nel 2 0 0 1 ” L ove A n d T h e f t ” , collabora all'album-tributo a Johnny Cash, e viene insignito della seconda laurea ad honorem nel 2004. La sua vita è il fulcro di un documentario realizzato da Martin Scorsese nel 2005. “Modern Times” esce nel 2006 e lo stesso anno esordisce come conduttore radiofonico nel suo programma settimanale per la XM Satellite Radio, Theme Time Radio Hour. Dopo il premiato film “I'm Not There” di Todd Haynes, basato sulla molteplice pluralità dell'artista, esce “Dylan”, antologia dell'intera carriera. Vince il Premio Pulitzer alla carriera nel 2008 e a fine aprile 2009 è uscito il più recente “Togheter Through Life”. Venerato profeta della realtà, artefice della controcultura degli ultimi 60 anni, e n i g m at i c o i n t e r p re t e, sfuggente, schivo e anti-divo, Bob Dylan è uno che portò luce sulla tradizione folk e sul suo circondario culturale dalle radici anti schiaviste, un menestrello raffinato che fece dell'utopia generazionale la propria bandiera, anche contro tutto e tutti. Un genio. Uno, nessuno, centomila. live review di ZANIN denise live REVIEW di A. LO GIUDICE E A T R O D E G L I O R R O R I ALPONJAMJAMBOREE T I l R a d u n o d e i M u s i c i s t i d e l l a Va l d'A l p o n e h a i n f u o c at o i l p a l c o d e l J a c k Th e R i p p e r La Jam session è conosciuta come una riunione di musicisti con il reale scopo di approfondire le proprie capacità musicali ed abilità nel comporre. Alla base di tutto ci sta l'improvvisazione, che rende l'incontro ricco di fantasia e creatività. L'etimologia pare essere sbocciata attorno agli anni venti negli ambienti jazz, diffondendosi poi anche nel rock: negli anni sessanta, infatti, anche i musicisti rock si cimentarono in jam session; ne è un esempio Eric Clapton con i Derek & Dominos, dove nell'ultima versione dell'album Layla, viene inclusa una serie di registrazioni in jam fra Clapton, i membri della sua band ed altri musicisti (tra cui Duane Allman). Il divertimento sta nella capacità di intrattenere il pubblico, e si può dire che il tentativo veronese ha raggiunto i suoi obiettivi. Sabato 11 Aprile 2009, si è tenuto presso il locale Jack The Ripper (Roncà_VR), il raduno dei musicisti della Val d'Alpone : l'Alpon Jam Jamboree. Si è trattato di una vera e propria jam session alla quale hanno potuto partecipare tutte le band provenienti dalla vallata (approssimativamente sulle 50!!). La serata, presentata dall'ormai conosciuto gruppo dei Montecchia City Rockers (paladini musicali della zona veronese), ha dato libero sfogo ai musicisti e ai tantissimi invitati, proponendo una imperdibile lista di canzoni che hanno rappresentato la storia del rock sin dalle origini. Il locale, gre m i t o d i ge n t e, s i è trasformato in un palcoscenico d ' e vo l u z i o n e m u s i c a l e, puntando all'ascolto di grandi brani d'artisti d'altri tempi (Hendrix, Black Sabbath, Bob Dylan, Doors,…e tanti altri). Più che provare a tornare indietro nel tempo, lo scopo della serata pare essere stato l'unire diverse (quanto simili) realtà musicali della zona, avendo così la possibilità di farsi conoscere e riconoscere. La voglia di far musica è molta, gli individui non mancano e la possibilità di un nuovo stravagante incontro serpeggia ancora nelle menti dei nostalgici; forse non era come ce la immaginavamo, forse non è possibile tornare nel fulcro dei migliori anni musicali, ma se t e n t a r n o n nu o c e, c i riproveranno finché il rock non esploderà dalle vene! In coro siete tutti invitati: “Oh ti!!! Ghe la Jam!!!” (di Denise Zanin) N E W A G E 0 4 . 0 4 . 0 9 - Sabato sera l'inizio del concerto del Teatro degli Orrori mi ha distratto dallo spettacolo di due graziose fanciulle di circa 18 anni (lo dico per non essere considerato un po' pedale, ma, in tutta sincerità, non sono sicuro che fossero maggiorenni) con il trucco e l'aria da zoccolette, che si slinguavano amenamente in mezzo al pubblico. Questo per dire che Pierpaolo Capovilla e soci spaccano alla grandissima, se riescono a far passare in secondo piano certe cose. Quindi al diavolo questo sordido esibizionismo adolescenziale e parliamo di rocchenroll- del muro di rumore bianco che il Teatro degli Orrori riesce a sollevare davanti alla stridula voce con cui il cantante declama i suoi versi grondanti di sangue ed alcol. “Finalmente è morta / folle creatura / adesso posso bere quanto mi pare / senza vederti impazzire” è una chiamata alle armi per il pubblico del New Age che impazzisce trasformandosi in una massa pogante come non ne vedevo da un bel po'. “ C a r ra r m at o R o c k ” e l a meravigliosa “Compagna Teresa” fanno schizzare fino al soffitto il livello di testosterone e chi se ne frega se, in alcuni punti, l'aria è così satura di distorsioni che si ha l'impressione di perdere qualche passaggio. Il messaggio arriva, disperato e arrogante, alle orecchie del pubblico: questa vita è di dubbio gusto e vogliamo annichilirci sotto un'onda di birra e feedback. La panza alcolica di Pierpaolo, lo sguardo che spazia tra il torvo ed il demente, il suo gesticolare sconclusionato (specie quando afferra il microfono con entrambe le mani e lo scuote con forza sui e giù) e persino il furetto morto che si lascia crescere in testa, sono p a r t e i n t e gra n t e d e l l o spettacolo, al pari del basso metallico, dell'elettroshock chitarristico e del devastante pistonare percussivo. E poi l'urlo che caccia a metà di “Maria Maddalena” è come una mano che ti afferra il cuore e, senza preavviso, lo strizza, come la voce da incubo di Alan Vega nell'inferno di “Frankie Teardrop” più di trent'anni fa. Dopo tutto questo tempo, non siamo ancora riusciti a trovare una via di uscita dalla gola del serpente e, finito il concerto, le due teenager che si davano di limone erano sparite chissà dove. C'è di che essere disperati! interview di i. rebecchi :::...EXCLUSIVE :::... THE SILENT COMEDY BELLI, RETRÒ, COLTI E FOLK: DAL CINEMA MUTO AI TOUR MONDIALI The Silent Comedy: hanno suonato con Louis XIV e Razorlight, sono una band californiana che con evidenti attitudini country-folk legate alla tradizione, propensione indie-rock e una sorprendente capacità di fondere teatro, musica, racconto, poesia e videoclip. Joshua, leader e voce della band, mi descriveva da tempo il suo progetto musicale come nato come satellite di un'altra band e fortemente concentrato sugli scenari cinematografici e letterari dei primi anni del '900. Una band fortemente folk e di stampo cantautorale, in cui mandolini, banjo, violini ed armoniche sposavano indipendenza rock, intellettualismi soffusi e il cinema muto americano degli anni '20. Ho voluto scavare a fondo in questa realtà made in USA, anomala, tradizionale e creativa, con la viva speranza di vederli presto live anche in Italia. Come sono nati The Silent Comedy? J: The Silent Comedy voleva essere un gruppo solamente da disco, costola dei Dehra Dun di cui io e Benjamin, mio fratello, facevamo parte. Poi iniziammo per caso a fare piccoli concerti e la cosa crebbe portandoci persino a fare un tour nella parte Ovest degli Usa. Il sound che abbiamo sviluppato è il frutto degli ascolti di molti anni di folk americano contemporaneo e non solo. Recentemente abbiamo apportato molto più rock'n'rollblues. Quanto è importante l'Arte per la vostra ispirazione? E chi vi ha maggiormente ispirati? J: In origine, come suggerisce il nome stesso della band, personalmente fui ispirato dai film muti americani del primo ventennio del 1900. Quel periodo fu particolarmente prolifico per i registi e il cinema, ad esempio. La creatività e la genuinità dei pionieri del cinema è d'ispirazione come approccio stesso alla musica da diverse prospettive. Molte star del primissimo cinema provenivano dal circuito teatrale di Vaudeville e i miei nonni erano vaudevilles. Sono affascinato dalla storia del cinema e del teatro e addirittura porto nelle nostre perfomances un po' di vaudevilles, carnevale e aspetti religiosi. Chiunque sia connesso alla nostra band è musicista, scrittore o regista o pittore, ed ognuno di noi ha un background artistico di almeno uno di questi settori. Charlie Chaplin e Buster Keaton sono per noi fonte primaria di ispirazione. E poi Albrecht Durer, Hieronymus Bosch ed altri scrittori, filosofi, pensatori e artisti. Anche artisti moderni come Mike Maxwell, con cui abbiamo appena collaborato: abbiamo usato una delle opere di Mike per la copertina del nostro ultimo album, e lo stesso pezzo è stato da lui riprodotto su scala moltiplicata come enorme scenografia. Io e mio fratello siamo influenzati ed affascinati dai soggetti misteriosi, e molto di ciò si può dedurre dalle liriche delle nostre canzoni. La nostra propensione nel descrivere tragedie umane e ingiustizie sociali ci è valso il soprannome di “Fratelli Grimm”!. E musica, cinema e letteratura ci influenzano molto in questo senso. Darren Aronofsky è il regista che rappresenta questa nostra tendenza più di tutti. Cosa ascoltano The Silent Comedy? J: Dunque,abbiamo gusti ed attitudini diverse, tra noi. Dal ganster-rap ai The Decemberists, Josh Ritter, Joanna Newsom, Gillian Welch, Modest Mouse, Te Arcade Fire, Kaizers Orchetra, Tom Waits, Califone, Kings Of Leon e via dicendo. O ancora Transfer, Get Back Loretta, Dirty Sweet, Paddle Boat, Delata Spirit, Calico House, Swim Party, Or The Whale, The Nion Line e Peter and The Wolf. a cura di matteo visentin H.E.R.O.I.N photo by Ambra Human Environmental Return of Output/Input Network: con questo progetto crossmediale, il 24 Aprile escono in radio e in streaming su sito e myspace niente meno che i Motel Connection con l'appoggio di Stefano Fontana. Un progetto inedito, innovativo (prevede l'uscita di singolo, fumetto e persino un videogame), a “ridotto impatto ambientale”, in grado di interagire con il pubblico grazie a geniali stratagemmi artistici. H.E.R.O.I.N., nuovo singolo del gruppo torinese di Samuel e Pisti, esce anche come videogioco e sarà l'inizio di un nuovo album previsto per il 2010 che verrà per intero riprodotto in videogame 3D realtime, con gli avatar dei Motel Connection impegnati a liberare da abusi e oppressioni la nostra malata società. Grazie inoltre alla collaborazione con Disegno Industriale del Politecnico di Torino, produzione e promozione saranno realizzate con concetti di eco design, risparmio energetico e sostenibilità ambientale. I Motel Connection sin dall'esordio nel 2001 hanno sempre interagito con Web, cinema e arte, cercando di continuo un suono nuovo ed in particolare prestando costante attenzione all'interazione con il pubblico. Con questo ultimo pezzo si arriva addirittura ad un coinvolgimento fisico della gente, toccando anche un' idea di c re at i v i t à i n t e s a c o m e interazione tra diverse creatività individuali, le quali grazie all'era digitale stimolano una cultura diffusa e portano al nuovo concetto di musica sociale. Rivoluzionario! VIA DELLA TORRE 6 TEL 338.9541720 WWW.MYSPACE.COM/NENOGUITARS MERCOLEDI’ APERTO FINO ALLE 22.00 non perdiamoci di vista di g. mari Faces…the good boys! Tempo fa insieme ad un caro amico musicista si discuteva delle origini del Rock e sui gruppi che ci hanno influenzato. Così tra una citazione e l'altra ci siamo trovati entrambi d'accordo nel ricordare un gruppo inglese, ormai dimenticato, i Faces. Adesso si può parlare di supergruppo ma allora nessuno faceva queste distinzioni, il livello professionale era alto, spesso raggiunto con anni di gavetta, inoltre le fusioni tra i gruppi erano frequenti e spesso lasciavano il segno. Nel caso dei Faces, pur avendo vita breve, sono riusciti a produrre ben 5 dischi, di cui l'ultimo di inediti, Open To Ideas, uscito postumo. Tutti i componenti partivano da lontano e avevano una solida base che affondava le radici nel periodo RnB nella Londra underground dei primi anni sessanta. Alla fine di quel favoloso decennio Rod Stewart (voce, ex The Steampacket ) e Ronnie Wood (chit- ex Bird) avevano già concluso le loro collaborazioni per i primi due dischi solisti di Jeff Beck, Truth e Beck-Ola, perciò si unirono con quello che restava della favolosa Mod band degli Small Faces, rimasti orfani dopo la dipartita di Steve Marriott (Humble Pie). Kenney Jones (batt), Ronnie Lane (basso) e Ian Mclagan (pianohammond) rappresentavano una delle migliori sezioni ritmiche in circolazione e così nacque la band inglese, tra le più famose della storia del rock, i Faces. Il primo disco arrivò presto e non a caso venne ironicamente intitolato, “small faces ( aka First Step) “, per ricordare a tutti i fans che in fondo i nuovi Faces erano ancora tutti disposti a fare il migliore rock & roll. All'ascolto però i Faces suonavano molto made in USA, e una cosa è sicura, non erano più gli Small Faces, perché il loro sound era molto distante da quello precedente, fatta eccezione per le ballate folk nelle quali Rod Stewart attingeva a piene mani dalla tradizione. A questo proposito vale la pena citare un loro grande classico, Sweet Lady Mary, che ricorda molto un altro grande successo del Rod Stewart solista, ovvero Maggie May, il suo primo successo planetario. Dal loro primo album spicca Three Button Hand Me Down, uno dei loro maggiori successi di inizio carriera. Comunque risulta evidente che la fonte principale di ispirazione era il blues delle origini, quello che scorreva lungo il fiume Mississippi. Infatti il loro primo singolo fu una cover di Bob Dylan, Wicked Messenger. Le ragazzine impazzivano per Rod Stewart, la nuova tendenza androgina del mondo del Rock dell'epoca non lo colse impreparato, infatti il vecchio sopranome che aveva, “Rod the Mod”, la dice lunga sulle sue origini e sulla voglia che aveva di sperimentare nuove mode e filosofie di vita. Lasciato da una parte un certo machismo, l'uomo dei primi anni settanta e in particolare quello del mondo musicale, dava ampio spazio per il suo look a lustrini, tutine, rossetti e accessori femminili vari e il risultato di lì a poco fu l'esplosione del Glam Rock. Per certi versi quindi i Faces sono degli antesignani del genere ma il loro stile musicale resterà comunque molto classico e poco incline alla moda e agli eccessi. Un buon brano che spiega bene questa tendenza è la galoppante Had Me A Real Good Time. Gli albums e i singoli di successo uscirono regolarmente a partire dal 1970. Iniziarono con il già citato First Step, e poi nel 1971 ben due uscite, Long Player, e A Nod Is As Good As A Wink…To A Blind Horse…,considerato dai più il loro capolavoro. Infine nel 1973 l'ultimo LP, Ooh La La, con all'interno l'omonima canzone, firmata da Lane e Wood. Il più attivo e prolifico tra i Faces è senza ombra di dubbio Rod Stewart che parallelamente inizia la sua carriera solista producendo i suoi dischi e utilizzando il resto della band per registrarli. Il successo da solista però è maggiore rispetto ai risultati raggiunti dai Faces tanto da permettergli, dopo lo scioglimento, di trasferirsi negli States e conquistare il mercato mondiale. La cosa divertente è che nel suo primo periodo il sound è sovrapponibile a quello dei Faces, e tra le produzioni discografiche non c'è alcuna differenza ! Un paio di canzoni dei Faces, in particolare, You Can Make Me Dance,Sing Or Anithing e l'inedità Open To Ideas sembrano anticipare di un bel po' di anni lo stile vincente e il lato più commerciale che in seguito Rod Stewart avrebbe adottato per la sua carriera solista. A partire dalla metà degli anni settanta molte delle sue canzoni, fatte con questo stampo hanno conquistato milioni di fans, soprattutto tra la parte femminile, facendolo diventare una delle maggiori Rockstar, Dagli inizi degli anni ottanta il declino e nulla che valga la pena di ricordare. Come altri artisti ha preferito godersi la vita e mantenere lo status raggiunto producendo dischi inutili e spudoratamente commerciali, il vero Rod Stewart è un altro, perciò comprate i suoi dischi tenendo presente che la sua data di scadenza è il 1980. THE ARTYPARTY 3 giorni di arte a Vicenza The ArtyParty è musica, fotografia, graffiti, video e divertimento. Una festa in cui writers, musicisti, attori e pubblico si mescoleranno tra loro sotto il segno dell'immagine della città e della sua rivalutazione, dal 22 al 24 maggio a Vicenza nel cortile dell'Araceli. Dai dj set di Mawkish, Dax dj e Attack! by Global Beat alle videoproiezioni Vj by Videotape il venerdì; da Glamour Manifesto, The Wanted, Your Hero agli headliner Dufresne il sabato, fino alla conclusiva domenica all'insegna dei dj set e dello spettacolo teatrale di Musa Fragile. In affiancamento il tema della rivalutazione della città, Homesick Hometown, con la mostra fotografica di 10 artisti nazionali e un'esposizione di graffiti di noti writers. The ArtyParty 22-23-24 Maggio 2009 Araceli, Vicenza Japan nr. 1 MONTE CROCETTA bassano del grappa (vi) Edit di “Megaloman”, quel film giapponese degli anni 80.. p e n s at e N O N c o n o s c eva Megaloman.. e quasi quasi conoscevamo più cartoni animati giapponesi di lui! Siamo stati di Domenica a Cittadella al “Flea Market” per cercare vecchi dischi! Abbiamo trovato per 1 euro delle compilation con pezzi Italo Disco molto interessanti. Eh sì, le produzioni Italiane anni 70/80 hanno fatto davvero il giro del mondo ed ispirato un sacco di Djs e Artisti! Ne vado fiero: pensate che Sangy dell'etichetta Musix Records è Vicentino; Gaznevada, Alexander Robotnik hanno davvero “aperto la mente” ai producer internazionali ..se poi la Dance Music ha avuto i suoi sviluppi è grazie a Noi italiani.. I giapponesi ne vanno matti! graphic by S&V seguo dal lontano 2002 ed è sempre stato il mio sogno fare venire a Vicenza questi artisti! www.family-house.net/fon.html (leggi l'intervista!) DJ Kent è un appassionato collezionista di Disco Music, estimatore di Italo Disco e pure Hip Hop. Il suo stile oserei definirlo "Psychedelic Disco" in quanto propone brani funk con lunghe escursioni melodiche da viaggio.. In questi giorni ho potuto stare con lui e fargli conoscere un po' Venezia, Vicenza, la nostra cucina ecc. è stato veramente interessante. . Assieme al mio amico e collega Beker gli abbiamo fatto ascoltare un bel po' delle nostre produzioni MAWKISHwww.myspace.com/th Martedì 21 Aprile al Bar Sartea di Kza della band Force Of Nature. emawkish ..e le ha volute tutte Vicenza abbiamo avuto ospite Force Of Nature è una formazione masterizzare in cd! In particolare DJ Kent, componente assieme a nata un bel po' di tempo fa; la gli abbiamo fatto ascoltare il ReELECTRONIC BLOG di Djdax intervista di M. visentin :::... EXCLUSIVE ...::: CRAZY- TIFF. Banale, Padova, 3 Aprile 2009 Testi surreali, coinvolgenti, d i re t t i . U n a s e n s u a l i t à abbagliante e per nulla scontata. Una determinazione che traspare dal suo sguardo deciso, avvolgente. Un' irriverenza “made in Italy” che l'ha portata ad essere apprezzata fuori confine ed a collaborare con nomi importanti della scena internazionale. Tutto questo, e non solo, è Tying Tiffany, un concentrato di elettronica, rock e punk possente e sensazionale, che accompagna l'ascoltatore in una dimensione di pazzia, quella stessa che lei ci sbatte in faccia con Pazza. Una serata senza “buchi”, elettrizzante, d e c i s a , d ove abb i a m o assaporato tutto il background musicale di un'artista senza peli sulla lingua che da l'idea di non p i e g a rs i d i f ro n t e a l l e imposizioni del mercato discografico, mantenendo la propria originalità: alla faccia di chi non c'era! S&V: Classica domanda,mi sembra però doveroso fartela in un momento in cui si tende troppo a generalizzare: con che nome definiresti il tuo stile musicale? S e n o n ri c o rd o m a l e i l termine“elettroclash” non è proprio di tuo gradimento...Mi distacco dalle definizioni e dalle etichette create da altri, mi diverte definire il mio genere, electrospanking, un termine ironico che rappresenta la carica muscolare trasmessa dal mio groove, mi piace unire i suoni dell'elettronica più algida al punk, rock fino toccare in alcuni punti noise e psichedelia. S&V: Da Padova a Bologna...dal nordest all' Emilia...confermi la mia supposizione che in una città come Bologna si respiri un'aria diversa, ci sia più apertura mentale verso la creatività e la voglia di sperimentare nuove idee e sensazioni? Sicuramente a Bologna per tradizione storica la mentalità è differente da quella veneta, ho viaggiato e conosciuto molte città . Bologna pero' mi è sempre piaciuta, ci andavo spesso i weekend e proprio così ho avuto modo di avvicinarmi alla città e alla sua storia musicale-artistica, spesso di culto; ci vivo da più di 7 anni e mi ritrovo nella mentalità aperta di una città che è sempre stata attenta ai movimenti artistici e filosofici. S&V: Cosa ti ha fatto avvicinare alla scena elettronica? E cosa pensi d e l l ' at t u a l e s i t u a z i o n e “modaiola”che si è creata intorno alla musica elettronica, principalmente in Italia? La mia curiosità mi ha portato ad ascoltare e ricercare le più disparate sonorità, specialmente gruppi che attingevano dall'elettronica tipo NIN , Atari Teenage riot, D.A.F, la scena EBM '80, ma anche suoni piu' rarefatti come quelli dell'ambient e IDM. L'elettronica è una scena piuttosto complessa, a differenza di altri generi musicali ne esistono varie forme ed espressioni ed è in continua evoluzione. L'Italia anche in passato ha avuto dei periodi di fulgore legati a questa scena, vedi l'italodisco. Non definirei "modaiola " solo l'attenzione legata alla musica elettronica, ma ad esempio anche all'indie rock o all'Hip Hop, è una forma di branco o di aggregamento culturale che c'è sempre stato nella musica, ovviamente spero che venga sentito in questo modo e non come un abito alla moda che si indossa e si getta. S&V: Hai s t u d i at o t e at ro e s e i un'appassionata di varie forme artistiche. Ci sono una o più opere in particolare alle quali ti ispiri maggiormente? Il cinema, i fumetti, sopratutto se trattano visioni oniriche, horror o fantascientifiche, ma anche il neorealismo, ho una collezione vastissima di film, da Rossellini, a Fellini a Lynch a Takashi Miike e molti altri . Fumetti come Il grande male di David B, riescono a raccontare un tema come l'epilessia in maniera semplice e magica e accessibile a tutti, o anche Persepolis ad esempio. Ogni forma d'arte è fonte di ispirazione, è quello che tiene in vita la voglia di non accontentarsi mai al grigiore che ci sta intorno. S&V: A chi, passami il termine, sputeresti volentieri in faccia? Oppure, dato che suonavi il basso, a chi lo spaccheresti volentieri in testa? Ovviamente non voglio nomi e cognomi...anche solo strati sociali, appartenenti ad associazioni politiche...in generale... La lista sarebbe lunghissima...te ne elenco una parte: I giornalisti d'assalto, che senza nessuna pietà, rispetto e dignità cercano di trionfare sulle disgrazie altrui. A quella parte di popolo che cerca morbosamente questo tipo di notizia mettendolo, oltretutto, sullo stesso piano dell'ultima cazzata detta alla tv dal lampadato di turno. Ai tipi che durante i concerti si impalano ai lati del palco, per studiare se la strumentazione che usi è figa. A quelli che offendono o usano termini volgari sul web, nascosti da un nickname. Anticonformismo, coraggio, genialità. L'etichetta berlinese Get Physical ci ha visto bene.... Miller, dedicata ai Depeche Mode e intitolata “Stripped”, come una loro nota canzone. Ora, l'uscita del nuovo album “Sounds of the universe” e l'imminente tour che toccherà in giugno anche Roma e M i l a n o m i fo rn i s c o n o l'occasione per recensire il libro. Premetto che apprezzo molto la musica dei Depeche e mi stupisco sempre di come in Italia, una sorta di seconda patria per il gruppo, non ci sia una bibliografia sul gruppo all'altezza dell'amore che i fans italiani riservano alla band. Infatti, fino all'uscita di “Stripped”, edito da Castelvecchi, in commercio l'unico volume di qualità che raccontasse le gesta del gruppo i n g l e s e è s t at o “ B l a ck celebration”, di Steve Malins, “Words like violence break the dello scorso anno, l'uscita in pubblicato da Chinaski nel 2006. silence…”. Ho salutato con libreria di una imponente Perciò, diciamo che “Stripped. I grande entusiasmo, sul finire biografia, firmata da Jonathan Depeche Mode messi a nudo” ha HI FIDELITY - libri che suonano di f. nicolli WORDS LIKE VIOLENCE BREAK THE SILENCE colmato un vuoto. Ma non del tutto. Perché, oltre alla completezza di informazioni (anche tecniche), all'abilità di Miller, giornalista freelance s p e c i a l i z z at o i n mu s i c a elettronica, nel trovare fonti e aneddoti inediti e all'ottima capacità dello stesso autore di raccontare, incrociandole, le vite dei componenti dei DM, emergono anche le lacune dell'edizione italiana del libro. Innanzitutto, l'originale è stato pubblicato in Inghilterra da Omnibus Press nel 2004. Ebbene, dopo più di quattro anni compare finalmente sugli scaffali delle librerie la versione italiana…e si scopre che, a fronte di un prezzo di copertina non proprio popolare, non è stato fatto il minimo sforzo di aggiornare l'opera, né la discografia allegata in appendice. Ora, dal 2004 di cose ne sono successe, in seno al gruppo. Andy Fletcher, Martin Gore e Dave Gahan hanno inciso “Playing the angel”, nel 2005, nel quale per la prima volta Gahan, voce della band, compare anche come autore di alcuni brani. E naturalmente al disco è seguito un altro eccezionale tour mondiale. Con un po' di attenzione e di lungimiranza in più, l'edizione nostrana del libro avrebbe potuto “superare” l'originale. Ma tant'è, il volume, di quasi seicento pagine, resta un ottimo riferimento per conoscere la storia quasi trentennale di un gruppo che è rimasto sulla cresta dell'onda rendendo inconfondibile il proprio sound ed è riuscito a sopravvivere (nel caso di Gahan in senso letterale!) alle mode musicali. Intanto, godiamoci il nuovo album, sperando che le parole che Fletcher pronunciò nel 2003 non siano profetiche: “Siamo orgogliosi dei risultati che abbiamo ottenuto e credo che potremmo fare ancora qualche album…Non so, forse altri due. I Rolling Stones fanno ancora dei tour, ma i loro album sono terribili. Non vogliamo fare la stessa fine”. (Francesco Nicolli) VIADELLATORRE G A L L E R Y presenta Bosco Anna Paola Inaugurazione Sabato 9 maggio ore 18.30 L'artista in questione racchiude nei suoi dipinti l'espressione della sua personalità facendo emergere colori intensi e vivaci che coprono forme stilizzate richiamanti il mondo dell'africa ricco nella sua seplicità… VIADELLATORRE - GALLERY - Via delle Torre 6 - Bassano del Grappa (VI) TH E BE S T C I locali che trovate in questa sezione sono attenta valutazione che considera: originalità. Tutti i locali sono stati Vi invitiamo quindi a frequentarli e fare di LU B SOUND & VISION A LL NIGHT CLUBBING 45giri Desideri richiederci informazioni per il NIGHT CLUBBING stati scelti e selezionati grazie ad una ambiente, programmazione proposta e selezionati e visitati dal nostro staff. questi i vostri locali preferiti. tuo locale? Chiamaci 349.1970263 BAR ASTRA SARTEA SABOTAGE Contrà Barche Vicenza C.so San Felice 362 Vicenza - www.sartea.it Viale dell’Industria 12 (VI) www.sabotagebar.eu Il centro di Vicenza, al centro del mondo, nel centro della musica! “Nuovo Bar Astra” powered by his eclectic owner Mopi and his amazing staff. Music every day, music every night ,,, music inside. Taste us and you never forget us! Peace & Love!Da non perdere i mitici concerti e dj set ap e r i t i vo. A p e r t o t u t t e l e Locale storico di Vicenza che da anni allieta e propone importanti novità. JND Festival Electronic Music, che ha portato il Sartea a livelli internazionali grazie ad una selezione ricercata di djs di ottimo livello provenienti dai Clubs di Berlino, New York e Londra. Ambiente liberty, affascinante e ricercato che risalta la qualità del servizio. Chiuso Lunedì Stanchi degli innumerevoli baraperitivo, dei localini minimal, dei Jazzclub, della "birra a fiumi e bella gente", della musica a 360° e dei Discobar che affollano le notte della provincia? Allora il Sabotage è il vostro rifugio: Band e DJ Set R'n'R, Garage, Heavy Metal, Stoner, HardCore, HardRock e molto altro rumore a volume sostenuto: “Sabotage it's Louder than Loud!” IL BORSA P.zza dei Signori (VI) myspace.com/borsacaffe Incastonato all'interno della Basilica Palladiana nel cuore del salotto vicentino tra antico e moderno, il Borsa caffè, in una nuova veste propone arte, musica, un ottima selezione di vini accompagnati da cicchetti e tartine, splendidi piatti freddi, formaggi e innovative insalate. Alla sera fantasiosi cocktails movimentati da atmosfere musicali dal vivo e selezioni di mix elettronici dei nostri Countermove resident DJ's. Chiuso Mercoledì VINTAGE KLUB Via Savona 126 - Torri di Quartesolo Info: www.myspace.com/vintageklub WINE ENOTECA Via Garibaldi - Lonigo (VI) Tel 0444.834856 RISIGO YOURBAN Via dell’Industria - Piovene(VI) Tel. 0445.650005 Via 51° Stormo - Thiene (VI) Tel. 0445.374482 ARCI Il Vintage Club si trova nella zona del centro commerciale Le Piramidi. Entrando vi accorgerete che state vivendo in un nuovo mondo fatto da tenui colori e ricercato design vintage. La sera le luci tenui esaltano il Vintage Klub, sonorità elettroniche miscelate dai migliori Djs vi porteranno a vivere nuove emozioni. D’estate vi aspetta il giardino estivo per degustare cocktails e drinks sempre all’altezza delle aspettative. Wine Enoteca quest’anno si fa in due! La parte “vecchia” è rimasta per gli amanti della degustazione vini e degli assaggi di formaggi francesi e delle ottime cruditè di pesce. La seconda e nuovissima sala è per gli amanti dai cocktails e della ottima musica proposta ogni ven, sab e dom da selezionati djs. Lo spazio esterno ricavato nella galleria vi sorprenderà! La qualità dai vini non si discute: sono cento le etichette in mescita. Passate una serata al Wine! Diventerà il vostro locale per sempre! Yourban Music Club è la vera nuova proposta in provincia. Uno spazio polifunzionale che ospitarà una ampia programmazione con DjSet e Live. Ma non solo: all’interno 4 sale prova insonorizzate ed attrezzate a disposizione dei gruppi, un bar sempre attivo e ampio spazio ad ogni forma di espressione artistica. Per tutti noi fuori da ogni schema ma dentro la YOURBAN Culture. www.yourban.org Risigo..Locale ricercato, curato in ogni particolare vi offre una pausa pranzo con menù a prezzo fisso in un ambiente rilassante. Vi propone serate tranquille accompagnate da una cucina tradizionale stagionale. Alla sera, nell’atmosfera giusta, potrete cenare abbinando ai piatti scelti ottimi vini o con ottime birre in bottiglia. Chiuso Domenica OSTERIA RIVE SHINDY CLUB CONTRA’ GRANDA MONTE CROCETTA Via Rive - Cartigliano 14 (VI) Tel. 348.8265815 Via S. Giorgio - Bassano (VI) Tel. 0424.500.000 Via Barbieri 25 - Bassano (VI) Info 347.7597201 Loc. Monte Crocetta Bassano (VI) - Tel. 0424.502017 Tra un mix perfetto di pezzi di design vintage anni ’50-’70 e di elementi tradizionali, Giovanna ha creato un locale unico nel suo genere, dove si respira un’atmosfera d’altri tempi. Pensare di essere arrivati in un esclusivo jazz club in una grande metropoli non è un azzardo! Cucina creativa, arte, musica il mix perfetto per un locale che vi darà mille emozioni tutte indimenticabili! Lo Shindy Club da trent’anni è la discoteca dei bassanesi doc, informale ed “alternativa” offre serate di vario genere: il venerdì concerti live, il Sabato rock puro al primo piano, e musica elettronica nell’ Electric Ballroom. Avete presente la pubblicità “cosa sarebbe il mondo senza la Nutella?” Decisamente si abbina a “cosa sarebbe Bassano senza lo Shindy!”. Enjoy! . Aperto Venerdì e Sabato Alla mattina ottime colazioni a base di spremute e centrifughe di frutta fresca, a mezzogiorno e sera a far compagnia agli aperitivi : gustosi tramezzini, stuzzichini e bruschette. Speciale il Venerdì e Sabato con ricercati cocktails e sangria accompagnati dalla selezione musicali dei djs. Disponibile per feste private. Chiuso Lunedì L’Osteria Moderna Monte Cruz si trova a “20 metri al di sopra dell’energia negativa”. A pochi passi dal centro storico, immersa in un’oasi verde, offre un suggestivo panorama su Bassano d. G.. Una parte del locale è arredata in stile “liberty”, mentre l’altra addobbata con rarissime locandine dei film horror degli anni ‘50. Da maggio a settembre con le mod session dj set. “Un villaggio senza musica, è un villaggio morto”. Chiuso Lunedì JACK THE RIPPER LA LOGGIA ZWEIBAR NEW AGE Via Nuova 9 - Roncà - Verona Tel 045.9971260 Corso Guà - Cologna Veneta Verona - Tel. 0442 410 41 Via Ponte Pagnano - Asolo Treviso - Tel 0423.952761 Via Tintoretto 14 - Roncade (TV) Info www.newageclub.it Un vero tempio del Rock! Un punto d'incontro obbligatorio per la buona musica.Da qui sono passate le migliori band underground del pianeta e se Elvis fosse ancora vivo dopo Las Vegas avrebbe scelto questo posto per esibirsi.Il Jack The Ripper è alternativo,fuori dal mucchio, inossidabile, una garanzia di qualità e continuità. Rochenròl !! www.jacktheripper.it Situato nel centro storico di Cologna Veneta Il Loggia cafè è un perfetto punto di partenza per la vostra serata. Tutti i week-end con i migliori D.j. set. Chiuso il Lunedì Zweibar Ist Wunderbar! Ristorante non convenzionale con menù che cambia spesso e accompagnato da ottimi vini. Cocktail fatti a regola d' arte e snack diversi dai soliti, in più...... la Nostra Musica (vedi Rock Cafe). Per l' Aperitivo.... dal cicchetto, all' affettato al coltello, fino al pesce crudo. Ai piedi di Asolo e fornito di comodo parcheggio Zweibar è aperto dal Mercoledi alla Domenica dalle 17.30 all3 2.00. Prenotazioni allo 0423/952761. New Age Club è il rock club più esclusivo della parte nord-orientale della penisola. new age club è totale garanzia di professionalità e visibilità per gli artisti affermati da tutto il mondo. new age club è trampolino di lancio per le nuove realtà musicali. new age club è lo spazio di divertimento notturno senza vincoli anagrafici. lo staff del new age club vi dà il benvenuto per una nuova elettrizzante stagione di live allo stato puro! RICKY’S PUB ROCK CAFE’ CACAO AMERICAN BAR BIG ROOSTER :::.NEW.::: St dei Colli 2 Castelcucco (TV) www.rokkaffe.com Via Roma 7/A - Crespano d. G. Treviso - Tel 0423.538332 Borgo Vicenza (sotto Hotel Palace) Via Commerciale 12 Cittadella (PD) Villa d. Conte-Abbazia Pisani (PD) Dal '91 il "ROCK" è indiscusso punto di riferimento per tutti quelli che (scusate lo snobbismo) la musica la sentono un po' di più. Precursori della DJ CULTURE i due fratellini preparano con i loro super collaboratori anche ottimi drink. Ricerca e coerenza sono alla base del bel connubio tra passato, presente e futuro che ha vita in questo posto. Dal Martedi alla Domenica dalle 17.30 alle 01.00 Info 3496027294 - 347737793 Locale storico reinventato dalla nuova gestione mantiene le caratteristiche che l'hanno reso famoso ; proponendo serate dalle sonorità ricercate contornate da un' atmosfera alternativa. Per tutte le info contattateci su www.myspace.com/cacao7 Ora Oxford Pub si chiama Big Rooster!!! Belle serate con birra a volontà e musica dal vivo!!! Il nuovo staff ti aspetta e ti invita a gustare le nostre nuove birre alla spina, accompagnate da un gustoso menù ricco di novità e proposte appetitose. Chiuso il Lunedì Hot spot per chi ama la musica live di qualità grazie ad una crew e ad un programma bilanciato,si conferma uno dei locali più gettonati. Il meglio delle rock cover band,dell'alternativo ed indipendente, i tributi più leggendari. Dal grunge al postrock, dall'acustico al metal, dall'indie alla new wave! OPENPARTY con i migliori djs in campo rock, crossover, indie, electro! Se cercate un'alternativa al solito music pub con karaoke e cotillons, l'avete trovata. Info: myspace.com/rickyspub VENERDI' 1 : CONF DJ DEEP HOUSE WWW.MYSPACE.COM/DJCONF SABATO 2 : DJ ORIGAMI NU JAZZ DOM 3: VCONCERT LIVE VALENTINA BLACK TRIO VENERDI' 8: CONF DJ DEEP HOUSE WWW.MYSPACE.COM/DJCONF SABATO 9: ISAAK DJ DEEP HOUSE VENERDI' 15 : DJ CONF DEEP HOUSE WWW.MYSPACE.COM/DJCONF SABATO 16: DJ RICKY SIXCHIC HOUSE MUSIC from MENAGE A TROIS DOMENICA 17. CONCERT LIVE THE GROOVE YARD.....HAMMON SOUND QUARTET.... VENERDI' 22: DJ CONF DEEPHOUSE WWW.MYSPACE.COM/DJCONF SABATO 23: BRUNO 19/71 ELETTROHOUSE VENERDI' 29 : OMAR R. DJ HOUSE MUSIC WWW.MYSPACE.COM/RDJOMAR SABATO 30 : DJ RICKY SIX CHIC HOUSE MUSIC from MENAGE A TROIS INTERVISTA di Luca sartor :::...EXCLUSIVE...::: Us3 When jazz meet hip hop by sirTaylor (aka Luca Sartor) Credo senza ombra di dubbio e senza togliere niente a tanti altri(sedicenti ) direttori artistici o gestori di locali che, se negli anni si sono potuti vedere concerti fuori dal mainstream più scontato in ambito jazz e club music in generale, dalle parti di Vicenza, Padova, Venezia e Treviso, lo si deve a Nicola ed al suo Big Club a Padova. Qui ho visto Marcos Valle quando a malapena si conosceva qualcosa di musica brasiliana, Dining Room agli esordi, Cinematic Orchestra ed altri act della Ninjia tune prima dei riconoscimenti mondiali...per dirne alcuni. Non mi sono quindi stupito se l'unica data del nord Italia (le altre erano a Bari e Firenze) gli US3 sono riusciti ad averla qui!! Il locale è ben affollato, segno che in giro per il mondo nonostante la imperante stitichezza dei tempi - c'è ancora qualcuno che ha voglia di spendere due dindi per vedere buona musica(non MTV-radiodeejay dipendente per capirci ), il che mi mette subito di buon umore! Senza fronzoli e presentazioni ci si tuffa nei ritmi downbeat ipnotici tipici dell'hip hop con i due rapper americani che partono sparati su "I let'em know"e a seguire la nuovissima "Got to make a living". Devo dire che non sono mai stato un grandissimo fan del rap perchè secono me spesso gira molta fuffa e poca sostanza. Pochi sono i veri poeti e validi parolieri che rendono il rap un'arte valida e non un mero bullshitting (ovvero collezione di stronzate) su improbabili o scontatissime basi musicali (si và dai campioni di hit 70s al minimal ritmico sintetico...); ma è innegabile che ad esempio in Italia un Frankie Hi nrg od un Cappareza siano dei numeri uno ben al di sopra di quello che mediamente arriva alle orecchie considerando che il nocciolo della scena è proprio underground. Comunque a questo punto i più si stanno già muovendo e "From da streets", "The love of my life", "That's how we do it" non fanno altro che aumentare la cinetica della serata! L'intermezzo del dj. FIRST RATE mi sembra tecnicamente notevole ma mostruosamente pacchiano! Sopratutto se ricordo l'assolo di batteria creato da DJ SCHIZO fatto con dischi e picchiettii sul vinile in una turnee al seguito del citato Frenkie NRG! Quando la musica riparte è la volta di "Gotta get outa here" col suo suono R and B di Chicago -alla ALAIN TOUSSANTche ti tira in pista. Mostruosamente sensuale ed avvolgente con un suono di batterie vinitage e la sezione fiati (tromba e sax ) che spacca!! Quando dai primi beats di batteria in 5/4 si capisce che a r r i va " C a n t a l o o p " è i l delirio...Bellissimo!! "B-Boys","Can I get it?", "Life love music" e la travolgente "She is with me" ci portano vicino alla fine del concerto. Nonostante la difficoltà della lingua noto che il coinvolgimento del pubblico è notevole. Grazie ai giovani rapper che scendono dal palco a ballare e cantare tra noi si è stabilita una at m o s fe ra u n i c a , s e n z a dimenticare l'impeccabile tappeto musicale di un bassista notevole e due fiati da K.O.! Tempo di bis con "keep moving" dal nuovo album, "Lazy day" col il suo bellissimo loop campionato da Donald Byrd è magica; e proclama finale con "kick this". Grande serata al di sopra delle aspettative indubbiamente , a seguire grande musica hiphop con Max Ambassador maestro di cerimonia ed MC di eccellenza!! Per me tempo di chill out per prepararmi all'interview con Mr GEOFF WILKINSON. S&V: avevo colpevolmente perso le tracce degli US3 tempo fà ma mi fà piacere ritrovare una band ad altissimi livelli che guarda sempre avanti! G.W./US3: beh come hai potuto sentire ci diamo da fare! Non posso dire di essere un produttore prolifico, ma ci siamo e credo che il livello musicale giustifichi le minori uscite rispetto altri artisti nel nostro ambito. S&V: entro subito nel vivo della faccenda che mi tocca come produttore e dj: come fu realizzato il primo album "Hand on the torch" del 93? erano tempi in cui non c'erano molti programmi e grandi macchine. Tuttavia ascoltando il disco si rimane ancora oggi colpiti del livello tecnico raggiunto! G.W./US3: all'epoca si lavorava con l'Atari , un computer molto primitivo, con nastri in sincronia e loop creati con giradischi. Molto primitivo per gli standard odierni, ma sicuramente stimolante per la creativita'. Oggi come si diceva si sentono chiaramente gli inserimenti dei campioni e i loop con le differenti equalizzazioni. Se pensi alle potenzialità di programmi come Protools o Qbase nell'editing (il taglio di sequnze musicali ndr) e nell'equalizzazione siamo distanti anni luce da allora. Ma l'idea è quella e fà la differenza con ciò che è venuto poi. Inoltre non dimentichiamoci che nei nostri dischi c'è molta musica suonata! S&V: Ci puoi raccontare come sei arrivato alla Blue Note l'etichetta jazz per eccellenza da subito? un bel colpo per il primo lavoro! G.W./US3: è stato un caso, come spesso avviene. Era un pò che lavoravo al progetto con i campioni di Hancock e D.Byrd e li feci sentire a diverse label. Uno dei primi ad interessarsi alle mie produzioni fu il direttore americano della Capitol che era arrivato a Londra da poco. Ci eravamo conosciuti a L. Angeles. Persona molto lungimirante che ha capito subito le potenzialità della mia musica e del hiphop. Praticamente avevo già pronto il demo di Cantaloop che fu pubblicato subito senza grosse modifiche!! Avevo una opzione per un paio di singoli con la possibilità di usare qualche campione jazz del catalogo Capitol. Il grossissimo successo che il brano ebbe in Giappone e Usa fece arrivare l'opzione per altri 4 brani e poi un album intero! S&V: tutto con un gran uso di musica jazz della Blue Note. Chiaramente non hai preso molto in termini di royalties (diritti d'autore ndr)! G.W./US3: il successo dei primi brani convinse la EMI che poteva muovere tutto il vecchio repertorio jazz, veramente impressionante. Nonostante il presidente della B. N. non fosse granchè convinto arrivò l'OK per l'uso dei samples. Credo sia stato per loro un grosso affare comunque!! Economicamente ti posso dire che il costo di tutto il primo album in termine di licenze per l'uso dei campioni (13 brani in tutto) è stato raggiunto con sole 6 licenze nel secondo album e 3 nel terzo. Secondo me una follia! Econimicamente poi ho guadagnato molto di più con i due album successivi dove ho potuto firmare molti brani inclusi e questo per me è stato importante, ma molti non lo sanno e pensano che il ns primo album sia stato economicamente vincente. S&V: io vi ho sempre collegato al movimento acid jazz che in quegli anni stava esplodendo e credo che l'uso di quei grandiosi loop abbia fatto la differenza. Non sono un gran fan del rap ma la cosa ha funzionato alla grande!! G.W./US3: ci tengo a dirti che non ho niente a che vedere con l'acid jazz e quella scena che oggi e divenuta il nu jazz! Io produco hiphop e rap. Uso a volte campioni di musica jazz - sempre meno comunque - ma è un'altra cosa da quello che intendi te! So che molti ci associano a quella scena degli anni 90 ma non rispecchia i miei intenti. Diciamo che il vecchio jazz torna utile per fare cose nuove, non viceversa! S&V: mi hanno colpito due brani del nuovo album che hai suonato, veramente notevoli! Gotta get out of here sembra avere quel magico suono di Chicago fine 60. Hai usato un campione di rare gruv di quelle parti?? chi diavolo era?? e poi trovo micidiale She's with me!! ho sentito qs stile nuovo con hiphop e bossa suonato da un dj a New York l'anno scorso ad un party in cui ero ospite di Nicodemus (11th lounge st rec/Th.corporation). G.W./US3: mi piacciono molto le sonorità latine e trovo che ci sono dei bei margini per fare cose nuove in quella direzione. Ci sono un paio di cose in quello stile nel nuovo album che segnano la strada. In Italia mi piacciono un casino le produzioni di Gerardo Frisina (schema rec.), ho comprato tutti i suoi dischi!! Non mi piace il nu jazz come ti ho detto, lo trovo spesso monotono con poche idee ritmiche... ma 5 CORNERS QUINTET e G. FRISINA sono delle belle eccezioni! Riguardo al sample di G o t t a ge t o u t a h e re semplicemente non esiste; è un frammento suonato e composto da noi!! sono contento che ti piaccia !!! Qui mi fermo...abbiamo parlato di un sacco di altre cose e tutto conferma l'ipotesi di partenza US3 erano e sono grandiosi nei live come su disco! Avete perso il loro concerto e torneranno chissà quando : per cui compratevi "STOP, THINK, RUN" è un gran bel disco, di questi tempi non è poco! presenti sul territorio italiano, li rendano possibili. Non solo, si prevede anche che per quanto riguarda i reati di diffamazione si applichino, senza alcuna eccezione, tutte le norme relative alla stampa (artt. 595, 595 e 596 bis c.p. e la legge 48 del 1948). La riforma dell'On. Carlucci raggiunge le aule del Parlamento dopo che sono balzati agli onori delle cronache alcuni casi di diffamazione a mezzo internet (creazione di gruppi in Facebook, blog) e di inserimento di file pedopornografici, che la redattrice del progetto di legge dice di voler combattere vietando, appunto, l'anonimato in rete (in tal modo difendendo al contempo anche il diritto d'autore). Sarà interessante vedere come riusciranno le autorità preposte ad applicare francese ha già fatto proseliti in concretamente queste possibili Italia, come risulta da un recente un progetto di legge dell'On. Luca Barbareschi riguardante la diffusione telematica delle opere dell'ingegno che si rifà alla legge d'oltralpe. In tema di trasgressioni in internet è certamente da segnalare anche un secondo progetto di legge dell'Onorevole Gabriella Carlucci che, se approvato, apporterà sensibili (e discutibili) modifiche innanzitutto per ciò che riguarda i reati informatici, ma anche per ciò che attiene la concezione delle pubblicazioni in rete in senso ampio. Il testo in esame vieta, infatti, di effettuare o agevolare l'immissione in internet di contenuti di qualsiasi forma in maniera anonima ed estende la responsabilità di reati, danni e violazioni amministrative connessi alle pubblicazioni anonime ai soggetti che, anche in concorso con altri operatori non crimini e misfatti - avv. roberto dissegna [email protected] CRIMINI E MISFATTI E' stata sorprendentemente bocciata dal Parlamento francese la legge anti-pirateria che molto sta facendo discutere, anche fuori dai confini nazionali. Essa puniva con la sospensione fino a un anno dell'abbonamento a internet i soggetti che fossero stati pizzicati per più di tre volte volte a scaricare illegalmente musica, film o altri contenuti protetti dal diritto d'autore. Se da un lato l'utente era comunque tenuto a pagare il canone di sottoscrizione per il periodo di blocco dell'abbonamento a internet, dall'altro tale blocco non riguardava la posta elettronica, l'instant messaging e le chat, interessando di fatto “solo” la navigazione e l'uso del p2p. La legge sarà rimessa al voto nei prossimi giorni, ma sembra che per evitare il rischio di una nuova bocciatura verrà rimossa la norma sull'obbligo di pagamento dell'abbonamento. Il modello nuove regolamentazioni. Molto importante la parte sull'equiparazione tra internet e stampa. Questo anche perché una recentissima sentenza della Cassazione sembrava avere finalmente chiarito come non fossero equiparabili i due prodotti, con tutto ciò che ne deriva in termine di garanzie (ad es. in ordine ai sequestri ai sensi dell'art. 21 dell Cost), ma anche per ciò che attiene il regime applicabile alle responsabilità tipiche dei prodotti editoriali del direttore e dell'editore, esclusa – secondo questa interpretazione nell'ambito dei blog, forum, ecc. per esempio nel caso di materiale postato da altri. Q u e s t a u l t i m a s vo l t a giurisprudenziale sembra tuttavia già vecchia se, come pare, l'intero settore verrà riformato.(Avv. Roberto Dissegna) wishlist di mr jimma www.myspace.com/mrjimma WHISHLIST P 2 Eccoci,“Wishlist” 2a puntata! Come vi dicevo questo vuole essere uno spazio dedicato al “pensiero fresco”,fatto di riflessioni su come le cose possano migliorare e cambiare al giorno d'oggi,in ambito musical/dance/elettronico.Bast a pensare a come erano belli i club di una volta, di come era bella la musica di un tempo, di come si divertiva la gente, che cavolo, pensiamo a come sarà la musica o almeno a com'è adesso. Gente, per fortuna non siamo circondati solo da “disco” e “minimal” esistono altre cose, altri fermenti sonori. Quindi vi vorrei parlare in queste righe di una tipologia di gente che fa, e farà parte della " s t ra c h i a c c h e rat a " “ cl u b culture”, gente che sta dando, che ha dato e che darà nuova linfa ai club. Questi personaggi son persone che amano le sonorità elettroniche ma anche rock. È gente che vive la musica, i concerti, i live! Nello stesso tempo, poi, è anche un popolo “danzereccio” amante del cosiddetto festone magari mischiato con un po' di ”headbanging”. Ecco a voi il popolo indie/electro o nu rave o nu electro o come meglio vi aggrada. Nato nel Regno Unito durante il 2006 come una moda, ha fatto e sta facendo ora un suo cammino interessante. Come principali esponenti citiamo: Klaxons, Trash Fashion, i brasiliani CSS che sta per Cansei De Ser Sexy (ovvero "Sono stanco di essere sexy") ecc. Un "mix di elettronica, anni Ottanta, disco e punk, con un'attitudine decisamente rock". Eppure, se chiedi ai Klaxons cosa pensino del New R ave, l o ro r i n n e ga n o : "Un'etichetta troppo restrittiva p e r l a n o s t ra mu s i c a " , aggiungerei io... ”beh ovvio”, comunque una ricetta comune c'è: qualche accenno New Wave o agli Ottanta, una buona dose di post-punk, un po' di electro e synth come chitarre. Di artisti e gruppi ce ne son molti, inutile un elenco, chiedete a google. Magari poi dedicheremo degli spazi a gente più sconosciuta che però spacca quanto Justice e company! Chiudiamo dicendo che per chi pensasse che io non voglia spingere la “vinile philosophy”, vi consiglio questo bel negozietto...con in bella mostra “punk-funk/new rave tra i generi: phonicarecords.co.uk Oppure per chi vuole scaricarsi un po' di mp3 dai blog, per ampliare le proprie conoscenze musicali, e fa bene, senza che io stia a dirvi cosa dovete ascoltare e cosa no, vi consiglio 1 blog: http://rcrdlbl.com/ ... A DUE PASSI non solo scarpe ... ma anche TSHIRT - ACCESSORI - SPILLETTE www.myspace.com/aduepassi_shop VIA GARIBALDI 48 - LONIGO (VI) - Tel 0444.436771 VIA VITTORELLI 5/a Bassano del Grappa (VI) tel +39 0424 525583 intervista di L. lago :::... EXCLUSIVE ...::: FREAKS by GIOVANNI PASINI RISTORANTE - WINE BAR 8 MAGGIO KARAOKE con Simonetta 15 maggio Angriest dog (rock sound garden) 16 maggio MAD MIND (evento cena rock ‘70) 22 maggio deep purple (trib. band) 23 maggio le strereotipe (70 cover rock) 29 maggio duo classic rock night con m. angelo & larry acoustic 30 maggio metal master (iron maiden tribute) Nome: “Freaks” Quando: sabato 9 maggio dalle ore 18 Dove: Infart Gallery nel piano inferiore di Ale's Surf Shop: Ortobotanix. Chi: Giovanni Pasini, un ragazzo di 24 anni con un percorso artistico tanto complesso quanto interessante, dalla Ied di Milano ai convegni sul design, dalle esperienze all'estero fino ai ritratti caricaturali. “Perché tanti leader non sono che caricature di sé stessi”. Una personale a 24 anni: è la tua prima esperienza? A dir la verità alcuni dei miei lavori sono stati selezionati per rappresentare il mio vecchio Istituto (Istituto Europeo di Design I.E.D) ad un convegno sul design italiano a New York. Sicuramente questa è la mia prima personale. Un po' mi spaventa, ma credo di aver prodotto qualcosa di positivo n e l l ' u l t i m o a n n o. C o m e f u n z i o n e r à Fre a k s ? C h e importanza ha secondo te l'allestirla all'interno di un movimento come quello di Infart V i a d e l l I n d u s t r i a 1 8 P i o v e n e R o c c h e t t e e in una location come l'Ale's anziché in una galleria più P r e n o t a z i o n i 0 4 4 5 . 6 5 0 0 0 5 C h i u s o l a D o m e n i c a tradizionale (e forse meno street) ? “Freaks” sarà una mostra che raccoglie miei lavori, tele, schizzi, incentrati sul ri t rat t o c a ri c at u ra l e. L'inaugurazione sarà il 9 maggio dalle 18 in poi. Suonerà Esh, ci sarà birra fresca (il che non guasta mai!) e si vedranno delle belle immagini. Ci sarà da d ive r t i rs i i n s o m m a ! L a collaborazione con l'Infart in realtà era da un po' che la si pensava, avevo parlato con Diegoknore più volte e c'era nell'aria la possibilità di organizzare qualcosa assieme. Ero un pò titubante per lo stile street dell'organizzazione ma in realtà con l'ultima manifestazione di settembre è stato fatto un ulteriore passo in avanti: si sono aperti verso anche la più pura illustrazione che è il mondo da cui provengo. Non ho dubbi che questa galleria sarà destinata a crescere, portando nomi sempre più grandi sia nel mondo della Street Art che da fuori. Chi sono i fenomeni da baraccone oggetto del tuo lavoro? In base a che criteri li scegli? E da che idea di base è nata "Freaks"? “Freaks” si lega inevitabilmente all'omonimo film di Tod Browning del 1932, un film dalla forza visiva sconvolgente, specialmente se considerato il periodo in cui venne girato. Il film tratta lo scontro tra una normalità fisica apparente delle persone “normali “ed una “ m o s t r u o s i t à ” fi s i c a d e i cosiddetti “fenomeni da baraccone”. Da questo scontro Browning intendeva far nascere una riflessione sulla bellezza interiore ed esteriore di chi ci circonda, non sempre infatti le due cose sembrano coincidere.. Quindi la scelta del nome “Freaks” e' solo uno spunto per una riflessione sull'apparire. E chi meglio dei politici dovrebbe essere messo su di un palco di fenomeni da baraccone? Sono m o l t e l e c a r i c at u re d i personaggio politici o comunque persone di spicco nel panorama mondiale che disegni. Dietro ai tuoi lavori si nasconde una ricerca anche caratteriale dei soggetti. A che cosa presti maggiormente attenzione? Quali sono i tratti che trasformano un leader in una caricatura? Il mio lavoro tende a ritrarre personaggi politici e non, in una sfumatura caricaturale più o meno accentuata, perciò tendo a definirli più “ritratti caricaturali” che non semplici caricature, in quanto da parte mia c'è pur sempre un’indagine anche caratteriale del soggetto. Giocare con la fisionomia di un vo l t o è e s t re m a m e n t e d i v e r t e n t e, m a s p e s s o aggiungere una tonalità di colore ad uno sguardo, un sorriso appena accennato o il contesto stesso in cui è inserito, rafforzano i messaggi impliciti del ritratto rendendo tutta l'immagine più potente. I nostri "leader" politici di oggi sono una caricatura? Da sempre i leader sono la caricatura di se stessi. Certo però il mondo politico d'oggi è talmente legato all'apparire e all'uso dei media che veniamo quotidianamente bombardati da immagini e slogan, dal manifesto politico (visto che siamo in periodo elettorale), ai canali televisivi se non anche attraverso internet negli ultimi anni. Tutto è giocato sull'immagine, su quel volto, su quel determinato sorriso. Metterli visivamente sul patibolo può essere particolarmente divertente. T-SHIRT FOR SCOOTERIST interview by a. battista :::... EXCLUSIVE :::... Il ritorno della regina del fetish: Pam Hogg Vent'anni fa Pam Hogg era conosciuta a Londra per le sue creazioni in PVC e Lycra, spesso ispirate alla moda fetish e indossate da amicizie celebri come l'iconica Siouxie Sioux. Negli anni 90 la svolta: Hogg lasciò la moda per dedicarsi alla musica, lanciando una band tutta sua, le Doll, e girando persino un film, “Accelerator”, che vantava tra i suoi protagonisti anche Bobby Gillespie dei Primal Scream. Da allora la Hogg si è concentrata su altri progetti musicali come un'altra band, le Hoggdoll, e la direzione di alcuni video musicali con Siouxie Sioux e Alison Mosshart come protagoniste. A febbraio di quest'anno la regina del fetish ha deciso però di tornare sulle passerelle di Londra, con una collezione fatta di attillatissime tute e sensuali abiti in PVC. S&V: Cosa ha rappresentato per te tornare a sfilare sulle passerelle di Londra dopo 10 anni? Pam Hogg: Lo sognavo da tempo. Avevo tante idee ma non sapevo da dove cominciare. Poi è arrivata l'opportunità e ho deciso di coglierla al volo e mi sono buttata in questa nuova avventura. S&V: Alle tue sfilate c'era sempre un grande senso d'anarchia e rivoluzione, credi che la moda abbia perso la sua originalità? PH: Non leggo le riviste di moda, nè seguo le sfilate, ma ho una vera e propria passione per la moda e la spettacolare reazione che ho avuto dopo la sfilata mi ha confermato che c'è bisogno di riportare un po' di emozione nella moda. Ho realizzato le mie creazioni con il cuore, ma credo che molti abiti e accessori in passerella oggi siano dettati dal denaro. S&V: C'è un tema dietro la collezione presentata durante la London Fashion Week? PH: Si intitola “Highway Wayward Women” e si ispira a un viaggio ideale nel tempo che inizia nel futuro con una donna amazzone delle galassie e finisce con una romantica visione di donne criminali ottocentesche. S&V: Chi vorresti indossasse le tue creazioni? PH: Ho confezionato due abiti per Beth Ditto che ha posato per me nuda. È stata una modella perfetta e ha dimostrato che i miei capi sono versatili e possono essere indossati anche da chi non ha un corpo da modella. S&V: Sei riuscita a trovare il tempo per lavorare a nuovi progetti musicali? PH: Ho sempre una canzone in testa e prendo sempre nota di parole e ritmi che mi vengono in mente per il giorno in cui la musica tornerà ad essere la mia carriera principale. Per il momento però credo che la moda mi terrà impegnata per un bel po'. S&V: Chi o cosa ispira da sempre il tuo lavoro? PH: Il mio costante desiderio di creare: penso sempre come un artista e non vedo mai ciò che faccio come una carriera. S&V: Che progetti hai per il futuro? PH: Continuare a lavorare sui miei capi e aprire a maggio per un solo mese una boutique pop-up a Newburgh Street, nel quartiere di Soho a Londra, a pochi passi da dove avevo il mio primo negozio negli anni 80. g33k pron di stefano calgaro NON FUNZIONA IL LINK. Bene. Dovevo immaginarlo, se è scritto in maiuscolo vuol dire che ha sbarellato e non c'è niente che io possa fare per riprendere il controllo. Dovevo duplicare dei CD e mi servivano preventivi per vari tipi di confezioni. Dato per certo che se non avessi trovato qualcosa di più innovativo del solito jewel box sarei passato per banale, mi ero fissato con Digipak™, buste di cartone con o senza anta e scatole di polipropilene. Avevo trovato questa ditta che offriva una serie di confezioni speciali con un bel sito, diverse illustrazioni dei prodotti, fatto bene, bello, bravi, vi contatto. Avevo aperto una chat con il servizio clienti e mi aveva risposto questa donna, gentile anche. Dopo qualche scambio avevo cominciato a farmi un'immagine mentale di questa figura seduta alla scrivania di un ufficio incasinatissimo, con dei paraocchi di cuoio legati sulle tempie. Ho cercato di scacciare il pensiero maligno imputando la cocciutaggine che intuivo dietro le righe ad un pensiero rassicurante: alla fine la ragazza starà lavorando e avrà ordini da evadere o starà seguendo altre quattro o cinque conversazioni. Dopo un po' ho capito che non c'era un vero dialogo tra noi e iniziavo a rimpiangere il form automatico nella pagina dei preventivi, così ho tagliato corto fingendomi soddisfatto, mentre lei affermava che i preventivi sarebbero arrivati entro un'ora. Dopo circa una settimana non avevo ancora ricevuto i preventivi, e mi è arrivato invece lo stesso messaggio, due volte (a distanza di 3 minuti l'uno dall'altro). Era la signorina della chat, che mi chiedeva un riscontro per i preventivi inviati. E lì ho capito tutto. Già con la carogna al collo e tante imprecazioni dentro sono andato su Gmail e ho riesumato i preventivi dalla cartella spam, dove erano stati etichettati come possibile phishing. Toh. E c'erano solo due messaggi con lo stesso preventivo per il jewel box. Perfetto. Ho tentato di farmi mandare il resto con un altro paio di mail dirette, e da qui in poi l'evidente incomunicabilità con l'help desk mi ha investito come un inarrestabile TIR carico di ghisa. Il meglio è venuto quando ho chiesto notizie sul preventivo per la “scatola in cartonato”, che è appunto una scatola di cartone che si apre a scrigno con un piattino per il cd sull'anta destra. Hanno anche il disegnino, sul sito. Non puoi sbagliare, pensavo. Qualunque dipendente sa almeno come si chiamano i prodotti che vende la sua azienda. Invece questa si era convinta che le stessi chiedendo un preventivo per la “software box”, che è una semplice scatola di cartone. Le ho spiegato tre volte che «mi riferivo a quella che sul sito della sua azienda si chiama “scatola in cartonato”», e due volte ho riportato il link alla pagina del prodotto. Ovviamente al secondo tentativo il link è andato a capo e l'URL è rimasto senza le variabili con l'ID del prodotto, e da quel NON FUNZIONA IL LINK non ho più avuto notizie. Vuoi vedere che anche stavolta ho beccato la donna delle pulizie? ARTE’ DI AMBRA REBECCHI DECÒ: ELEGANZA E ARTE "Decò. Arte in Italia. 1919- 1939" fino al 28 Giugno 2009 - Rovigo, Palazzo Roverella Tutto ebbe inizio nel 1925 quando, in occasione di una mostra sul design tenutasi a Parigi, l'Exposition Internationale des Arts Decoratifs et Industriel M o d e rn e s ( E s p o s i z i o n e internazionale delle arti decorative e industriali moderne) si volle dare una denominazione precisa al fenomeno culturale, sociale, mondano ed artistico che stava impersersando in Europra già da alcuni anni: l'art Decò. Un fenomeno caratterizzato da colori brillanti, figure pulite ed eleganti, utilizzo di materiali all'epoca estremamente innovativi come il metallo ed una vasta gamma di influenze che variavano dall'arte greca alle estensione geometriche cubiste, passando per il figurativismo egiziano fino ai profondi richiami alle celebri scenografie di Sergej Pavlovic Djagilev. La mostra, inaugurata il 31 Gennaio 2009 a Palazzo Roverella di Rovigo, propone alcune delle più importanti realizzazioni artistiche del Decò italiano. Simbolo di essa è il bellissimo ritratto di Wally Toscanini, secondogenita delle c e l eb e rri m o d i re t t o re d'orchestra,"descritta" attraverso lo scorrere del pastello sulla carta da Alberto Martini come un'odalisca di epoche remote, con uno sgargiante abito giallo e un copricapo a raggiera ricoperto di perle, di inequivocabile foggia orientale. Passando per le undici sezioni dell'esibizione (tutte caratterizzate da un preciso desiderio di "spiegare" al meglio il fenomeno, come la sezione "Da Venezia a Bisanzio: il decò di Vittorio Zecchin tra vetri e dipinti" o quella dedicata eclusivamente all'esperienza con la scultura, "Decò scolpito") si ha la possibilità di godere di tele di Casorati, Sironi, la straordinaria "Bionbruna" di Giacomo Balla;oppure le porcellane di Gio Ponti, tempere di Galileo Chini, realizzazioni artistiche dei fratelli Thayat e RAM (rispettivamente Enresto e Ruggero Alfredo Michahelles), la monumentalià scultorea tipica del maestro Martini,fino alle deliziose incisioni colorate " au pochoir" di Umberto Brunelleschi o vere e proprie esplosioni di colore, come la tela "Flora" di Gerardo Dottori. Il tutto con l'obbiettivo di rendere omaggio ad un momento artistico e culturale estremamente affascinante, che dopo aver raggiunto la massima fama venne "accusato" di dare una falsa rappresentazione del lusso per poi venire rivalutato negli anni '60-'80, e che nel nostro Paese non era s t a t o a n c o ra i n d a g a t o esaurientemente nelle sue componenti scultoree e pittoriche, superando la classica visione di Art Decò come riferibile al solo mondo delle arti applicate. DREAD MAKER tel 349.7413128 Natural Dread Locks NO prodotti / sistemazione ricrescita / decorazioni con filo, perline, campanellini CONNECT TO SOUND AND VISION SOUND & VISION cerca collaboratori a: VERONA, VENEZIA, TREVISO, BELLUNO, MILANO, BOLOGNA, FIRENZE chiama 349.1970263 o contattaci su www.soundandvision.it LOST IN fashion di anna battista Icone modello, ispiratrici senza tempo: The Model as Muse Il tema dell'annuale mostra organizzata dal Costume Institute di New York esplora il ruolo delle modelle come muse ispiratrici dei loro tempi. Organizzata dal curatore del Costume Institute Harold Koda con la collaborazione dello storico Kohle Yohannan, la mostra “The Model as Muse: Embodying Fashion” inauguratasi qualche giorno fa con un gran galà presenziato da Marc Jacobs, Kate Moss, Justin Timberlake e Anna Wintour, esplora il ruolo delle modelle come muse ispiratrici per intere generazioni. Iniziando con gli anni 40 e il New Look lanciato da Dior e con iconiche foto di Dorian Leigh, Lisa Fonssagrives e Dovima scattate da Richard Avedon, Cecil Beaton e Irving Penn, la mostra si concentra quindi sugli anni 60 attraverso il lavoro di stilisti rivoluzionari quali André Courrèges e Paco Rabanne, e immagini di Peggy Moffit, Twiggy e Veruschka. Gli anni 70 sono rappresentati dalla bellezza di Lisa Taylor e Jerry Hall; gli anni 80 da Cindy Crawford, Christy Turlington, Naomi Campbell e Linda Evangelista mentre nuovi volti alla Kate Moss arrivano negli anni 90. La mostra si chiude con uno spazio dedicato alle infermiere di Richard Prince che hanno ispirato un'intera collezione firmata Marc Jacobs per Louis Vuitton. L'evento comprende anche 70 abiti di alta moda e prêt-à-porter realizzati da Dior, Balenciaga, Yves Saint Laurent, Versace, Armani e Prada, oltre a riviste e filmati. “È stato d av ve ro m o l t o d i f f i c i l e selezionare tutto il materiale per questo evento,” racconta Kohle Yohannan. “Dagli anni 40 in poi, l'industria della moda si è ampliata, rafforzandosi in modo straordinario. Eppure, tra le centinaia di modelle finite nelle pagine delle riviste di moda, ce ne sono state poche che hanno in qualche modo riassunto lo spirito dei tempi in cui sono vissute, lasciando un segno indelebile nelle pubblicazioni di moda e riuscendo a trasformarsi in icone e muse ispiratrici per le generazioni seguenti.” La mostra è fondamentale quindi per comprendere il ruolo delle modelle nella cultura e nella fotografia del XX secolo, ma, a dire di Yohannan, l'evento è molto importante anche perchè riconosce il contributo apportato dalle modelle alla trasmissione di nuovi ideali e canoni di bellezza femminile. “Le modelle oggi non hanno più un ruolo passivo, ma agiscono e interagiscono con il p u bbl i c o p e rs o n a l m e n t e, direttamente e a livello i n t e r n a z i o n a l e, ” s p i e g a Yohannan, “non sono vuote celebrità, ma esprimono la loro personalità attraverso il loro stile, spesso adottato in tutto il mondo, basti pensare a Kate Moss e alla sua collaborazione con la catena di abbigliamento Topshop.” La foto più bella in mostra? Praticamente impossibile indicarne solo una per Yohannan, “Ciò che conta, non è la singola foto, ma il modo in cui questo evento cambierà l'opinione dei visitatori sulle immagini di moda, offrendo loro una nuova prospettiva sul ruolo delle modelle,” spiega, “Senza un'icona come Dovima, non ci sarebbero la foto 'Dovima With Elephants', e questo piccolo esempio è una testimonianza dell'interazione tra il talento di una modella e il talento del fotografo che ha catturato questa immagine trasmettendola alle generazioni future.” La Pappa kebab Felafel fajitas Prenotazioni 329.7454577 Via Gamba 147b - Discesa Ponte Vecchio - Bassano d. G. presenta QUATTRO ZAMPE A POVE REVIEW di ANTONIO LO GIUDICE MARCO PAOLINI E LA MARCA DEGNA Festival “Questa terra è la nostra terra” 15.04.09 FESTA CON MARCIA NON COMPETITIVA APERTA A TUTTI : CANI, PADRONI E SIMPATIZZANTI! 24 maggio 2009 Luogo: Via Cà Morolazzaro - c/o Canile Sanitario di Pove d. Grappa (VI) Ora: Ritrovo ore 9.00 - Ora Partenza: 9.30 Percorso: Km 6 - Iscrizione: Euro 5.00 :::... OBBLIGATORIA LA MUSERUOLA PER I CANI + FEROCI!!! ...::: In regalo un simpatico omaggio e un biglietto per la lotteria finale Il ricavato sarà interamente devoluto alla Lega Nazionale Difesa del Cane e del Gatto Si declina ogni responsabilità per eventuali incidenti tra cani LA MARCIA SI SVOLGERA’ ANCHE IN CASO DI MALTEMPO con la gentile collaborazione del Gruppo Podistico di Pove d. Grappa “I LEPROTTI” INFO: 333.9233037 - 333.2119056 “Questa terra è la tua terra / questa terra è la mia terra (…) questa terra è fatta per te e me”: Woody Guthrie, il prototipo del folksinger americano (a cui Bob Dylan e Bruce Springsteen devono molto), girava gli States da est a ovest, saltando nei vagonibestiame come il personaggio di u n l i b ro d i S t e i n b e c k , accompagnato da una chitarra acustica sulla quale c'era scritto “questa macchina uccide i fascisti”. Cantava di contadini ed operai, di oppressione, scioperi e miseria, del riscatto possibile, non da parte del singolo, ma di un'intera società. Un comunista che ha incarnato il vero spirito americano. A lui è ispirato il festival “Questa terra è la nostra terra” di Montebelluna, risposta al summit dei ministri d e l l ' a gr i c o l t u ra e u ro p e i asserragliati in quel di Cismon. Un festival sulla difesa del territorio dai suoi veri pericoli, che, casomai ve lo steste chiedendo, non sono gli sbarchi di extracomunitari a Lampedusa, bensì lo sfruttamento violento e innaturale delle risorse agricole ed idriche di questo paese (ed altri), che è stato tra le cause della crisi odierna e che rischia di fare tabula rasa dell'intero settore primario (ma, mi rendo conto, non sono problemi che angosciano il lettore medio di “Libero” o chi considera “Studio Aperto” un telegiornale). Ad aprire il festival, Marco Paolini, che con lo spettacolo “Par Vardar” ci regala una summa della sua produzione: c'è il teatro d'inchiesta, incentrato questa volta sull'ingegneria genetica, la sua applicazione sulle colture e i suoi veri scopi - ovvero la creazione di sementi sterili “a comando” per tenere i contadini e le terre saldamente in mano alle multinazionali come la Monsanto. C'è la poesia e la narrativa, con la lettura di brani di De Luca, Camon, Zanzotto oltre agli amati ed immancabili Meneghello e Rigoni Stern. C'è la storia, con la rievocazione della pellagra, esempio di come le scelte politiche in campo agricolo, mirate solo all'aumento dei profitti ed allo sfruttamento insensato del territorio, generano disgrazie con centinaia di migliaia di morti. Ci sono le canzoni, con l'accompagnamento di Lorenzo Monguzzi dei Mercanti di Liquori. E, soprattutto, ci sono stati gli applausi che hanno rischiato di far crollare il Palamazzalovo, quando Paolini ha concluso con queste parole: “Ed è per questo che noi italiani non dovremmo mai vergognarci delle bandiere rosse. Per noi non sono quelle delle sfilate a Mosca, ma il simbolo di decenni di lotte contadine che hanno permesso ai nostri nonni di non morire di fame e di pellagra”. Forse, conoscendo meglio la nostra storia - anche solo italiana o veneta –, si sentirebbero in giro m o l t e m e n o c agat e. IL MEGLIO DEL PEGGIO DELLO SPAGHETTI WESTERN di FOX IL BIANCO IL GIALLO IL NERO "Per un pugno di dollari, per un miserabile pugno di dollari che non sono neanche tuoi devi già ripartire. Almeno lo facessi per qualche dollaro in più, e invece vamos amatar companeros, sempre in giro con il buono, il brutto e il cattivo tempo. Giù la testa caro, sei alla resa dei conti ormai. Chi sono io per te, nessuno ecco, il mio nome è Nessuno, tu devi metterti faccia a faccia con le tue responsabilità. Per queste creature ti danno solo un dollaro a testa, sei il mercenario peggio pagato di tutto il Texas. O'Cangaceiro e noi siamo il mucchio selvaggio, ma tu non vali nemmeno un dollaro bucato. Prima o poi finirai come quel bounty killer del Minnesota Clay, solo poi lo chiamarono il magnifico. Pero ricordalo, c'era una volta il West che dicevi tu. Oggi, anche gli angeli mangiano fagioli. Mah si, corri uomo corri, altrimenti ci arrabbiamo sul serio e se Dio perdona io no, perciò datti da fare, capito? E tu smettila di fare il bestione. Vergognati, vergognati di far vivere i tuoi bambini come dei barboni. Leone, questo devi diventare, se vuoi fare la rivoluzione nel mondo del west." - "Che c'entriamo noi con la rivoluzione?" (risponde spazientito Black Jack) “L'avete sentito? Tanto di Ringo o di Django sono sempre io che me la piango!”. Comincia con lo storico monologo dello moglie di Jack il Nero, sceriffo tutto d'un pezzo interpretato da Eli Wallach, una tra le più grottesche parodie del western all'italiana. Un inizio memorabile nel quale troviamo citazioni a titoli di films che hanno reso grande il genere. Assieme a Eli Wallach altri due protagonisti: Blanc de Blanc, famoso truffatore svizzero (Giuliano Gemma) e un imperdibile Tomas Milian nella veste di Sakura, aspirante samurai che tiene in custodia un sacro pony in viaggio verso una comunità nipponica di immigrati nel West. I tre inverosimili personaggi si buttano in un'avventura che sta a cavallo tra il fagioli western d'annata e la commediola all'italiana. A dirigere Il bianco, il giallo, il nero un nome d' eccezione: Sergio Corbucci, creatore di grandi personaggi da Django a Silenzio, qui in un momento di puro divertimento. La trama si dipana sulla ricerca del pony, rubato nel viaggio in treno che lo doveva portare a destinazione. Sakura, disperato, da buon aspirante samurai, tenta più volte di fare harakiri, ma il Bianco ed il Nero riescono a bloccarlo sia nei tentativi suicidi che nelle disperate e nevrasteniche fughe verso l' orizzonte. Ma anche Blanc e Jack non sono esenti da proprie trame intriganti. Blanc ha rubato a Jack qualche migliaio di dollari che in seguito sono stati mangiati dal pony sacro. Le gags non mancano, con un contorno di umorismo all'italiana tipico della scuola dei registi romani che, a cavallo tra la fine degli anni sessanta ed i primi anni settanta furono una cricca divertente della cinematografia nazionale. Il film, uscito nel 1974, non è realizzato con pochi mezzi e ottenne anche un buon successo di pubblico visto il cast ricco di notorietà. Anche la presenza di una tribù indiana è meno finta che in molti altri films. Gli Apache accusati ingiustamente di aver rapito il pony sacro si scoprirà essere vittime degli intrighi della compagnia ferroviaria. Un cenno finale è per le musiche composte dai fratelli De Angelis, la colonna sonora caratteristica del cinema nostrano. QUESTA È LA LISTA COMPLETA DEI DISTRIBUTORI UFFICIALI DI S&V. QUI TROVERETE SEMPRE LA VOSTRA COPIA OGNI MESE. SCEGLIETE LORO PER RITIRARE IL VOSTRO S&V! a Vicenza e Prov. Punto Ufficiale a Treviso e Prov. IL BORSA P.zza dei Signori 26 - Vicenza OSTERIA RIVE Via Rive 14 - Cartigliano (VI) BAR ASTRA Contrà Barche Vicenza WAITING CLUB - Via Salarola 1 - Marostica (Tel 0424.75143) www.waitingfor.it PROSPORT - Via Zamenhof 821 - Vicenza (Tel 0444.301837) www.prosport.it RIVIERA’S - Via S. Antonio - Marostica (Tel 0424.72512) www.rivieras.it VIOLET SHOP Contrà S. 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