Un mix incendiario di glam rock, melodie power pop e molta energia punk, i Cheap Time sono il parto cerebrale del grande Jeffrey Novak, statunitense proveniente dal Tennessee che ha iniziato a suonare in band indie fin dall'adolescenza. La prima versione del gruppo vedeva al fianco di Jeff due personaggi attivissimo nell’underground americano, Jemina Pearl (al basso) e Nathan Vasquez (alla batteria), entrambi provenienti dai Be Your Own Pet. Dopo il 2007 entrambi lasceranno la band per dedicarsi a tempo pieno al secondo progetto, mentre al loro posto arrivano Stephen e Ryan i quali daranno una nuova impronta alle composizioni e si avvicineranno a band come The Quick, Sparks, Milk’n’Cookies. I Cheap Time sono stati capaci di fare molta strada in brevissimo tempo, merito di un perfetto lavoro di squadra ma soprattutto dell’apporto al gruppo di Jeff. Persino pensando al periodo in cui stava realizzando il suo iniziale progetto solista, la Jeffrey Novak One Man Band, era evidente che un musicista come lui avesse tantissimo da dare alla scena underground del rock'n'roll, ma la conferma arriva con la sua ultima creazione, i meravigliosi Cheap Time dal suono adrenalinico ed impazzito. I loro album sono delle opere di raffinato power pop, che attingono ispirazione da ogni angolo della cultura moderna e la filtrano attraverso la tradizione rock degli ultimi 50 anni. Il risultato è quello di un progetto futuristico e glam-punk, come dimostrano i due 7” di partenza – pubblicati da Sweet Rot e Douche Master – in cui è evidente l’influenza di Redd Kross e dei Runaways. Grazie ad un album omonimo di eccezionale intensità, questi ragazzi si fanno notare per il loro stile energetico, fresco, divertente e coinvolgente, unito ad un garage punk rude ed epilettico. www.myspace.com/cheaptime Dopo aver stupito le platee inglesi con numerosi concerti dal vivo, John Fairhurst è stato indicato come uno dei musicisti più intuitivi e creativi che il Regno Unito abbia da offrire i n questi anni. Ciononostante sono stati i lunghi viaggi da lui intrapresi e le tantissime influenze musicali alle quali si è aperto che hanno nel tempo formato il suo eclettico gusto musicale e la sua particolare tecnica di performance dal vivo. Dopo aver incontrato 25 anni fa il maestro indiano K. Sridah, John è stato istantaneamente ispirato dalla naturalezza della sua musica, dalla sua intensità e dai tanti esaltanti collegamenti con musicisti provenienti da altre culture. Pochi anni più tardi John intraprende un viaggio che arriva oltre il sud asiatico, durante il quale forma una sua personalissimo stile. Lavorando al fianco di gangster maori e suonando la sua chitarra slide nei bar blues di Bankok, John inizia a formare il suo talento musicale attravers o sensazioni, personalità e generi differenti, il tutto filtrato dalla sua impareggiabile abilità di musicista. Dopo il ritorno dal suo viaggio, John fa tesoro di tutto ciò che ha appreso per riversarlo in un album che è un melting-pot di visioni ed esperi enze, una vera esperienza sensoriale che immerge l’ascoltatore in un senso di comunità sonora, provando a inglobare tutto il suo mondo musicale. Questo splendido debutto ha fatto parlare della musica di Fairhurst come di un’esplosione blues miscelata al ra ga indiano ed al folk barocco, catapultandolo in ambienti mainstream e dandogli la possibilità di esibirsi davanti ad un pubblico che di norma non si accosta a questo genere di musica. Nel corso dello scorso anno John Fairhurst si è esibito in più di cento concerti dal vivo in giro per il mondo, mentre durante la stagione dei festival in Gran Bretagna si è esibito quattro volte a Glastonbury, in tutte le serate del Fringe Festival di Edimburgo, nonché ai festival di Venn e di End Of The Road. Ma il conto de i suoi show non si è fermato e la vena sonora di John continua a pilotare il pubblico attraverso paesaggi psichedelici che rimangono nella mente dell’ascoltatore per molto, molto tempo. www.myspace.com/johnfairhurst Si è chiuso così il 2008 per The Banshee, con Tom Robinson - talent scout di BBC6 - che ha indicato il loro "Your Nice Habits" come miglior disco dell'anno fra gli emergenti "worldwide". Soddisfazione non da poco, unita alle 40 date in 4 mesi del tour italiano, che ha toccato locali come Tenax, Circolo degli Artisti, Covo, Spazio 211, alle recensioni entusiaste raccolte anche sulla stampa generalista (D di Repubblica, GQ, Glamour, Pig Mag..), a passaggi e interviste su All Music e Radio RAI. Una produzione su cui si è scommesso molto, quella di "Your Nice Habits", dal respiro internazionale dato dalla mano del produttore Luke Smith e dall'attitudine a macinare indie rock a 360° - sia nei contenuti che nella forma - dei quattro. Il 2009 vedrà The Banshee confrontarsi a tu per tu col pubblico Europeo. Il 30 Gennaio "Your Nice Habits" esce in Austria, Germania, Svizzera e Benelux su Fading Ways, distribuito da Alive! e Sonic Rendezvous. Dal 4 al 21 Febbraio la band sarà in tour in questi paesi per un primo giro di promozione, supportato dalla campagna media (a cura di Tomlab, la label di Shins e Parenthetical Girls) che già annuncia recensioni sui più importanti magazines in lingua tedesca (Vice, Visions, Musikexpress...). Il 20 Marzo inoltre la Shifty Disco di Oxford (label che ha lanciato fra gli altri Elf Power e Young Knives) pubblica un EP Digitale incentrato sul singolo "People Around", in concomitanza con un nuovo tour UK di 6 date. Intanto, il nuovissimo video realizzato da Stefano Bertelli di Seenfilm per "People Around" sarà da fine gennaio nel palinsesto delle TV musicali italiane. Hype? Difficile calzare questa definizione ad una band che da anni macina chilometri e palchi in ogni parte d'Italia e non solo, con un seguito appassionato e sempre più numeroso. Chi li ha visti suonare li ha richiamati entusiasta "sul luogo del delitto". Provare per credere! www.myspace.com/thebanshee Eric Chenaux arriva dal Canada ed unisce l’appr occio alla strumentazione classica con una vena da sperimentatore, proponendosi come eccezionale manipolatore di chitarre ed elementi elettronici. Dopo aver suonato e cantato negli anni 80 e 90 nella band post -punk dei Phleg Camp e nel duo Lifelikeweeds, n el 2001 fonda l’etichetta Rat -drifting con la quale pubblica musica di amici e collaboratori, dedicandosi alla scoperta di realtà sonore inedite e difformi. Collaboratore ed amico di Sandro Perri/Polmo Polpo – col quale ormai condivide un approccio romanti co, libero ed assolutamente vellutato alla forma canzone – l’autore di “Sloppy Ground” si cimenta in una musica ispiratissima, raccolte di canzoni d’amore che, come lui stesso spiega, «parlano di ciò che l’amore crea piuttosto che di ciò che l’amore signif ica». I suoi brani, infatti, sono rarefatti e sognanti, costruiti su un background di drone che vengono addolciti dalla voce di questo menestrello. Con “Love Don’t Change” Chenaux mette a segno la migliore ballata de forse della sua carriera, avvicinandosi alle meraviglie dell’ultimo Perri ed insistendo sulla chitarra fuzzy di Aimee Dawn Robinson dal piglio assolutamente slegato. Con “Rest You Daylight” la classicità folk prende il sopravvento unendo ai carezzevoli accordi di chitarra il soffio vocale di Er ic, mentre in “Have I Lost My Eyes” il ritmo diventa ancor più cadenzato e deciso. Per le registrazioni del suo ultimo album Eric ha voluto accanto a sè alcuni dei migliori musicisti di Toronto, ma ha anche affidato l’artwork all’artista visuale Corinne Carlson, perfetta interprete del mood di questi brani. L'originalità della tecnica chitarristica e scritturale di Chenaux, del tutto difformi e molto avanzate rispetto alla consuetudine folkie, fa sì che l'insieme risulti veramente peculiare ed eccentrico, u na via di mezzo tra avant rock, out folk e musica di ricerca, come se uno dei vecchi maestri (Bull, Fahey, Basho) avesse deciso di misurarsi sul formato della canzone. www.myspace.com/ericchaneaux Geoff Farina è conosciuto soprattutto per i testi astratti e lo stile irriverente di suonare la chitarra, una tecnica che ha sviluppato negli ultimi 12 anni con il lavoro nei Karate e nel duo The Secret Stars. Più recentemente Geoff ha lavorato agli arrangiamenti e alla registrazione di musiche per National Public Radio ed inoltre ha composto e interpretato colonne sonore originali per film commissionate dal festival annuale Schermo Sonoro di Cinemazero a Pordenone. La sua musica è stata utilizzata anche per i film “Staccato Purr of the Exhaust” (di L.M. Meza) e “Security, Colorado” (di Andrei Gillis, il 24esimo film prodotto nel segno del Manifesto del Dogma 95). Ha pubblicato oltre 30 dischi, comprendenti sia quelli realizzati come solista e sia quelli con The Secret Stars e Karate, vendendo oltre 100.000 Cd ed LP nel mondo. Negli ultimi dieci anni ha tenuto più di 900 concerti in 20 Paesi, molti dei quali in occasione di grandissimi eventi come il Roskilde Festival in Danimarca o Supersonic di MTV. Geoff ha collaborato con molti musicisti tra cui Zu, Chris Brokaw, Dan Littleton, Luther Gray, Nate McBride, Allan Chase, Taylor Ho Bynum, Rebecca Gates, l’artista Jed Speare, il video-maker Jodi Buonanno, e la danzatrice Alissa Cardone. Geoff ha studiato al College di Musica di Berklee e all’University of Massachusetts, dove ha conseguito un master con una tesi sulla storia dell’uso di sintetizzatori analogici. Ha studiato chitarra con Ben Monder e Tim Miller, basso con Bruce Gertz e Oscar Stagnaro, ed ha lavorato come assistente di Bill Finnegan. Inoltre scrive di chitarre e hardware per strumenti sul magazine Tape Op. I suoi primi articoli sui cambiamenti nell’amplificazione sono stati raccolti da poco in un libro dal titolo Tape Op: The Book About Creative Music Recording. Attualmente Geoff vive e lavora al Narragansett Grange Hall, uno spazio per artisti che possiede in comune con Jodi Buonanno, l’artista/musicista che fa parte con lui di Secret Star. Geoff e Jodi hanno comprato e restaurato un edificio storico nel 1998; da allora the Grange Hall ospita numerosi studi musicali e d’arte, tra cui anche un atelier di pittura e diversi spazi comuni. Geoff e Jodi ogni anno offrono liberamente e gratuitamente uno spazio per vivere e per lavorare a un artista-in-residence che ha bisogno di queste risorse per realizzare un progetto specifico. Tra gli artisti-in-residence degli scorsi anni vi sono i fotografi Patrick Graham e Melanie Standage, ed i video-artisti Ron Rege e Ida Pearle. I suoi ultimi progetti lo hanno visto al fianco di Pupillo e Zerang (con l’album “Still Life with Commercials”), Chris Brokaw e con la sua nuova band Glorytellers. www.myspace.com/karateband The Snipplers sono un duo di musica elettronica, formatosi nel settembre del 2007, dopo numerosi anni di esperienze musicali differenti: Joao Ceser ex cantante metal hardcore ed ex batterista Jazze Rock; Scarty ex rapper solista e beatmaker. Il loro punto di forza sono le performance live caratterizzate dall’assenza di computer: sintetizzatori, microfono, drum machine, arpeggiatori, luci, videoproiezioni (by PauerHart VJ) e hard party attitude ne sono i protagonisti. Grazie a questa speciale formula live sono riusciti a stabilire quel contatto umano che solitamente un DJ non ha con il suo pubblico e ad ottenere numerosi ingaggi per feste di ogni genere, sia dancefloor che rock shows.Il loro album d’esordio “Nipple” esce per l’etichetta Hypotron / Irma con la quale e’ già stato pubblicato un EP e dei loro remix su Beatport. “Nipple” contiene 15 tracce al veleno dove l’elettronica viene fusa con il rap ed il rock sfogandosi in un mix violento ma allo stesso tempo molleggiato, dove le uniche vittime sono i sintetizzatori che vengono spinti e spremuti al limite delle loro possibilitaà. Tra le tracce del disco si trovano un remix (“My baby left me” original song by Ninfa), un featuring con Stelly (The Fonograph-Nerd Follia) e un featuring con i Belzebass (Hypotron rec.). www.myspace.com/thesnipplers La sua esperienza musicale parte nei primi anni '80 quando si propone come batterista ad una band di amici e inizia a suonare cover di Neil Young, Led Zeppelin e Stones, più alcuni amori nascenti della scena New wave inglese. Nel 1986 prende in mano le redini del gruppo Vecchi Sentieri e fonda gli Hamilton (poi Hameldome), insieme all'amico d'infanzia Andrea Medori. Nel 1989 si qualifica alle finali di Arezzo Wave dove con gli Hameldome gli è riconosciuto il titolo di miglior band esordiente. Poco dopo esce dal progetto. Va a vivere prima in Scozia, poi a Roma e successivamente a Milano. Qui nasce l'intenzione di poter tornare a suonare grazie allo stimolo fornito dai numerosi concerti a cui ha assistito in questo periodo. Lo pseudonimo Moltheni nasce da una farmacia di via Sardegna a Milano, anche se saranno soprattutto la città e i suoi luoghi oscuri ad influire così tanto sulle prime filastrocche del cantautore marchigiano: piccole canzoni d'amore, ricollegabili alla tradizione drakeiana più intimista, nonché al cantautorato di Battisti adattato ad un linguaggio più moderno che ricorda lo stile dei primi Afterhours e di Cristina Donà. Nel 1997 si sposta a Bologna. È qui che entra in studio per la prima volta abbracciando una chitarra e registra dei brani propri che poco tempo dopo giungeranno nelle mani di Carmen Consoli e di Francesco Virlinzi a Catania. Il legame con Virlinzi intanto si stringe sempre più e dà vita a due album (Natura in replay uscito nel 1999 e Fiducia nel nulla migliore nel 2001). Moltheni viene selezionato per il Brand New tour di Mtv e nel febbraio 2000 partecipa alle serate finali del festival di Sanremo con il brano Nutriente. Nel 2003 partecipa alla colonna sonora di Perduto amor, il film dell'esordiente regista Franco Battiato. Nel luglio 2004 Moltheni incontra Enrico Molteni dei Tre allagri ragazzi morti e ipotizza l'uscita di un album diverso rispetto ai lavori precedenti, caratterizzato da suoni acustici e minimali. Splendore terrore esce nel gennaio 2005 per l'etichetta Tempesta con distribuzione Venus. Nei mesi successivi parte il tour durante il quale Moltheni registra un vinile contenente alcuni brani eseguiti dal vivo. Nell'ottobre 2006, sempre per la Tempesta, esce Toilette memoria, il quarto album ufficiale. Il disco è caratterizzato da sonorità che mischiano rock-pop e folk e da testi più ariosi rispetto all'introspezione dei lavori precedenti. Il disco è anticipato da un ep per le radio che contiene anche la cover di Battisti Il tempo di morire. Nell’autunno del 2007 viene pubblicato Io non sono come te, un ep contenete sei inediti registrato in Svezia, prosecuzione del percorso musicale tracciato da Toilette memoria. Nel 2008 viene pubblicato I segreti del corallo (La Tempesta/Venus), caratterizzato da una doppia anima: una prima parte più suonata e una seconda caratterizzata da sonorità folk più intime e minimali. www.myspace.com/moltheni Il duo norvegese dei Moha è formato da batteria, tastiere e chitarra suonate da Morten J. Olsen e Anders Hana. I ragazzi si esibiscono assieme anche in altre band, fra cui Ultralyd, Ingar Zach, Paal Nilsen-Love, Noxagt e Jaga Jazzist, ma proprio con questo progetto di sperimentazione sonora viene dato sfoggio delle loro capacità di trattare gli strumenti e di sconvolgere i ritmi. Fra il 2006 e il 2007 i Moha hanno dato alle stampe due dischi, “Raus Aus Stavanger” e “Norwegianism”, entrambi su Rune Grammofon, dove creano una miscela musicale simile agli stravolgimenti degli Zu, ma le loro maggiori affinità sono più dirette verso Don Caballero, Hella, e Lighting Bolt. Nel 2008 viene pubblicato il 7 pollici “Jeff Carey's MoHa!” e il nuovo disco “One-way Ticket to Candyland” (sempre per Rune Grammofon). The Wire ha indicato il nuovo singolo come un ibrido estremo fra improvvisazione elettronica ed elementi dark wave, mentre su molti altri media questa band è stata proclamata come l’esponente più importante del nuovo rock norvegese. www.myspace.com/themoha Marylise Frecheville ed Eric Boros (Il dinamic-duo chiamato Vialka) stanno portando la loro musica, il loro lifestyle gitano e il loro turbo-folk-punk in tutti gli angoli del mondo oramai da sette anni. Hanno vissuto in Svizzera, Slovenia e Canada ma attualmente hanno preso la Francia come loro sede fra i vari tour. La musica dei Vialka è basata sull'interazione intensa fra Marylise (con il suo drumming e la sua voce) e la chitarra di Eric, che gioca, disegna e spazia dalla musica tradizionale a quella moderna. Hanno suonato in oltre quaranta paesi (con più di 100 concerti all'anno) attraverso Europa, Africa, America del Nord e Asia, hanno collaborato con il sassofonista Jacopo Andreini, i macedoni dell’OPA Collectiv, il cineasta francese Laurent Varlet, il cineasta svizzero Sebastien Riond, l'eco-progettista francese Cedric Carles, i membri della fascia cinese SDL punk, il cantante leggendario Damo Suzuki dei Can ed il batterista Kieran Monaghan della Nuova Zelanda. Fondamentale pubblicazione è stata lo split cd insieme all’ensemble israeliano di klezmer-core chiamato Kruzenshtern I Parohodl, un lavoro licenziato da Auris media Israel; il predecessore "Curiosities Of Popular Customs" ha anche destato clamore internazionale ed ha portato alla ribalta mediatica questo eclettico duo. www.myspace.com/vialka L’ascolto dell’ultima pubblicazione del baritono australiano Oliver Mann, intitolata “The Possum Wakes At Night” richiede la massima attenzione, poichè si rivela allo stesso tempo romantico e avventuroso. È il lavoro di un’artista che opera in una dimensione diversa da quella contemporanea, nel quale si possono trovare echi di Antony Hegarty (Antony and the Jonsons) e delle sue delicatezze vocali, riferimenti ai Fleetfoxxes ed alle loro ballate elegiache, ma anche l’audacità degli Animal Collective e delle loro canzoni assolutamente non ortodosse. Ciononostante “The Possum Wakes At Night” è un disco che possiede una forza del tutto personale, difficilmente comparabile con il resto della scena indie dei nostri giorni, un percorso cominciato già nel 2005 con il suo debutto “Oliver Mann Sings” in cui si cimentava con settanta minuti di vocalità epiche e chitarre cristalline. Nel missaggio sono poi stati aggiunti il mandolino ed il clarinetto, elementi che nell’opera del 2008 cedono il passo al drumming ispiratissimo di Jim White (il grande batterista dei geniali Dirty Three), alla chitarra di Karl Sculling (già nei Kes Band) ed al talento di Paddy (fratello di Mann e noto come Grand Salvo). In questo album il rock classico ed i timbri sperimentali volano assieme attraverso brani avventurosi e sorprendenti in cui la voce riesce a toccare le corde più intime dell’ascoltatore. Mann negli ultimi anni ha inoltre partecipato alla realizzazione dei dischi di Architecture in Helsinki e Sodastream, esperienze che l’hanno fortemente influenzato anche nel suo lavoro di songwriter. www.myspace.com/olivermannsings L’incontro con la musica di Aidan Smith è uno di quelli che difficilmente può lasciare indifferenti, perché mette in mostra un talento decisamente fuori dal comune. Partendo da piccole idee pop e da minimali intarsi sonori, il ragazzo di Manchester svela una scrittura talmente brillante ed intraprendente da sbalordire. La formula è abbastanza semplice, tutta basata sulla fragile voce del ventinovenne su qualche accordo di chitarra; e non potrebbe essere altrimenti, dato che buona parte dei brani sono stati registrati tra soggiorni e camere da letto, in alcuni casi prima che Smith prendesse coraggio ed inviasse alcune demo alla label di Badly Drawn Boy. Eppure si rimane irretiti dalla grazia di tracce come “Dream Song 2” o dalla straordinaria ballata in lo-fi “First Eskimo In Liverpool”. Il suo sguardo curioso si poggia su qualunque cosa, prendendone spunto per realizzare piccoli gioielli di chitarra e batteria del calibro di “Old Acustics”, finora il suo primo sbalorditivo capolavoro. Non immune dagli ammiccamenti cocktail-vintage (“Keyboard Twinkles”) e dalle rime baciate di carattere culinario (“Song To Delia Smith”), il ragazzo non dimentica di pagare il giusto tributo a un grande del passato regalandoci una coinvolgente cover di “You’ve Really Got A Hold On Me”. Se per quest’anno doveste scegliere un artista su cui puntare per il futuro, Aidan Smith è quello giusto. www.myspace.com/fancybarrell