n.17
POOH
50 anni di carriera con lode
La lunga estate dei Modà
Il Parental Control spiegato alle famiglie
Arte: la bellezza ritrovata
sommario
in questo numero
12 . Pooh
28 . Arte - La bellezza ritrovata
26 . Arte - Il Ponte
40. Cinema
46. Modà
54. Ligabue
56. Fabrique - Daniele Orlando
64. Jaselli
68. Notes/Parental Control
72 . Benessere
74 . Sapori
82 . Libri
n.17
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twitter.com/itaeventi
Direttore responsabile
Guido Biondi
Grafiche e impaginazione
Massimiliano Pallai
Hanno collaborato a questo numero:
Bruno Quiriconi, Andrea Thomas,
Antonio Distefano
Iscritta con l’autorizzazione del Tribunale
di Milano al numero 335 del 25/10/2013
Editore - Concessionaria di Pubblicità
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37047 San Giovanni Lupatoto (VR)
finito di stampare maggio 2016
editoriale
C
osa significa nazional-popolare? Probabilmente avere una vasta popolarità
tra le persone comuni. Una connotazione magari non di tendenza ma certamente da tener presente se vogliamo
quantificare le dimensioni della popolarità – ad
esempio – di un artista. È il caso del più longevo
gruppo musicale italiano, i Pooh. Sarà un grande evento festeggiare una carriera lungimirante e
di successo in un luogo simbolico come lo Stadio
di San Siro a Milano (già sold out) per poi salutare il pubblico sciogliendo la band alla fine dell’anno. Mai amati dai critici musicali e dai radical
chic, i Pooh hanno pero’ conquistato negli anni
i cuori del pubblico, tanto da avere uno “zoccolo
duro” tra tre diverse generazioni. Amori nati sotto il suggello delle loro canzoni ce ne sono tantissimi, altrettanti conclusi e raccontati come nella bellissima “Ci penserò domani” riarrangiata e
ricantata recentemente insieme a Mario Biondi. I
Pooh rappresentano – molto meglio di tanti altri
– lo specchio di un Paese che ha sempre trovato nella semplicità la chiave di lettura delle proprie emozioni e della quotidianità. Alla faccia degli snob”. (G. B.)
8 ITA EVENTI
cover
I Pooh festeggiano il cinquantennale della loro lunghissima carriera. Con una vera
sorpresa, anzi due: il ritorno di Riccardo Fogli e Stefano D’Orazio. L’occasione – di
partecipare ai loro concerti – è unica e irripetibile: alla fine del 2016 il gruppo terminerà
il suo percorso, così come lo conosciamo. di Guido Biondi
T
anti gli appuntamenti live annunciati per i
festeggiamenti del cinquantennale dei Pooh
che vedranno la band protagonista negli
stadi di Milano (10 e 11 giugno), Roma (15 giugno) e Messina (18 giugno) con Reunion - l’ultima
notte insieme e a settembre all’Arena di Verona (8,
9 e 11 settembre) con tre concerti-evento insieme ad amici e colleghi per una grande festa della
musica. Doppio sold out per i concerti di Milano
e di Roma: a grande richiesta dei fan, aumentano
le date del tour nei palasport con cui in autunno
Roby Facchinetti, Dodi Battaglia, Red Canzian,
Stefano D’Orazio e Riccardo Fogli, per la prima
volta in una formazione a cinque, porteranno la
loro musica nelle principali città italiane e incanteranno il pubblico con i loro più grandi successi
del passato oltre a brani inediti scritti in occasione
di queste celebrazioni. Queste le date confermate: il 13 settembre alla Fiera di Bergamo, il 28 e il
29 ottobre al Pala Sele di Eboli - Salerno, l’1 e il 2
novembre al Pala Florio di Bari, il 4 novembre al
Palalottomatica di Roma, l’8 novembre all’ Unipol
Arena di Bologna, l’ 11 novembre al Mediolanum
Forum di Assago – Milano, il 18 e 19 novembre
al Nelson Mandela Forum di Firenze, il 25 e il 26
12 ITA EVENTI
novembre al PalaAlpitour di Torino. I biglietti si
possono acquistare su www.ticketone.it e punti di
vendita e prevendite abituali. È attualmente in rotazione radiofonica “Chi fermerà la musica”, lo storico brano dei Pooh del 1981 riarrangiato a cinque
voci. Il video del brano è stato girato a sorpresa in
Piazza Duomo a Milano dove i Pooh hanno iniziato a suonare all’improvviso davanti al sagrato del
Duomo attirando numerosi fan e passanti; il video
è diretto da Gaetano Morbioli. A settembre uscirà
poi il disco, presentato da F&P Group e A1 Entertainment e distribuito da Sony Music, che raccoglierà immagini e brani di Reunion - l’ultima notte
insieme oltre ad alcuni brani inediti per immortalare e far rivivere al pubblico l’emozione dei grandi
eventi negli stadi. Il disco uscirà in versione 3 Cd
e in versione 3 Cd + Dvd. Rtl 102.5 è media-partner. I festeggiamenti per il cinquantennale termineranno ufficialmente il 31 dicembre. Uno dei più
allegri è senza dubbio Riccardo Fogli: “Quando ho
ricevuto la telefonata dei miei amici mi è venuta una
emozione fortissima e ho capito che sarebbe stata l’occasione giusta di riunirci. I concerti saranno – almeno per me, grande emotivo – sicuramente il momento
per piangere dalla gioia”.
Vorrei chiederVi una sintesi del percorso che
ha portato all’incredibile reunion con Stefano
e Riccardo: tappe, dubbi, alti e bassi, primi segnali di incoraggiamento sino alla decisione di
fare i concerti allo Stadio.
Roby: Per il cinquantennale, ci siamo fatti questa
grande promessa: se i Pooh fossero arrivati a questo traguardo impossibile avremmo festeggiato alla
grande per concludere la nostra carriera nel migliore dei modi. Negli anni sessanta era difficile, la
vita media di un gruppo era di tre-cinque anni, noi
siamo arrivati a cinquanta e di per sé è straordinario. Come promessa per aver avuto questo grande
regalo dovevamo finire tutti insieme. Ma come
finire… Eravamo in tre, abbiamo deciso di chiudere con i personaggi che avevano fatto parte della
nostra storia, Stefano D’Orazio e Riccardo Fogli.
Ovviamente resta sempre un grande assente: Valerio Negrini, fondatore del gruppo e grande poeta
dei Pooh; senza di lui i Pooh non sarebbero esistiti.
Stefano e Riccardo andavano convinti. Due anni
prima ho chiamato il manager di Riccardo spiegando l’idea e lui non mi ha lasciato neanche finire
di parlare dicendo che sarebbe stato bellissimo. A
distanza di un anno chiamai Riccardo che in qual-
che modo aveva già capito cosa stava accadendo e
rispose semplicemente: “Ci sarà da piangere sul palco e giù dal palco”. Con Stefano è stato più difficile, aveva promesso al mondo che sarebbe sceso dal
palco perché aveva finito di dire e di dare tutto a
questo lavoro, voleva pensare alla sua vita, al di fuori dei Pooh. Gli parlai e all’inizio era titubante, non
sapeva come giustificare questo ritorno al pubblico.
Alla fine anche lui si è convinto ed è stato bellissimo. Da allora abbiamo iniziato questa meravigliosa
avventura e tornare a suonare insieme è stato come
non aver mai smesso. La sintonia è sempre la stessa.
Dodi: Da un po’ di tempo sentivamo l’esigenza di un grande evento che riunisse tutti i nostri
sostenitori insieme a tutti coloro che hanno fatto
parte della nostra storia. Ed ecco che - in occasione di un grande compleanno come il Cinquantennale - ci siamo presi una pausa di due
anni per pensare e organizzare quello che credo
sarà il più grande spettacolo di tutta la nostra
storia. Devo dire che Riccardo ha accettato subito con entusiasmo la nostra proposta mentre,
giustamente, Stefano ha voluto rifletterci bene
anche per la mancanza di un grande pilastro
come Valerio Negrini, nostro storico paroliere.
ITA EVENTI 13
Ma com’è sempre accaduto, una volta accettato, si
è buttato con tutte le sue forze e il suo entusiasmo
nel progetto. In verità la figura di Valerio è la più
grande mancanza di questa reunion ma avvertiamo
continuamente il suo spirito che ci guida e su quel
palco ci sarà anche lui… Dentro di noi.
Red: Stefano è una persona molto onesta con gli
altri e con se stesso, e quando, nel 2009 aveva deciso di andarsene, lo avevo fatto dopo un percorso di
riflessioni molto serie. Siamo riusciti a riportarlo in
pista solo per il fatto che era l’ultima tournée ed era
giusto che anche lui venisse a chiudere il portone
di questo castello bellissimo che insieme abbiamo
costruito. Per quanto riguarda Riccardo era giusto
richiudere il cerchio e ritrovarlo, visto che nella vita
ha sempre continuato a fare questo mestiere, e anche molto bene; inoltre è rimasto un amico per tutti noi. Per me, in particolare, che l’ho scoperto solo
ora, è diventato un fratello.
Ste: Festeggiare insieme i nostri 50 anni è un’idea
che arriva da lontano. Ce lo eravamo promesso da
sempre, forse voleva essere solo una scaramanzia e
forse non pensavamo neanche noi che sarebbe mai
stato possibile, ma gli anni sono passati veloci e fortunati tanto che lentamente avevamo cominciato a
crederci anche noi
Un paio d’anni fa, quell’antica promessa che era
rimasta impolverata in qualche cassetto, si è riaffacciata prepotente; Roby, Dodi e Red ancora
fortemente e splendidamente Pooh, a turno mi
buttarono addosso l’idea di festeggiare in qualche
modo i cinquant’anni anni di questa nostra band
passata incolume attraverso mezzo secolo di musica. “Non puoi mancare” era il puntuale saluto che
chiudeva ogni nostra chiacchera. Francamente non
mi sentivo di rimettermi in pista tradendo in qualche modo quell’addio tanto commovente, quanto
definitivo, che avevo promesso a me stesso e al mio
pubblico sotto le luci del nostro ultimo concerto
nel settembre del 2009. Ma da sempre la forza dei
Pooh, quando credono in qualcosa, è irrefrenabile e
il “non puoi mancare, … ci sarà anche Riccardo…”,
alla fine, ha sortito il suo effetto. Iniziarono delle
lunghe riunioni: partorimmo un’idea che, sapevamo, non aveva nessuna possibilità di essere re-
14 ITA EVENTI
munerativa: due Concerti secchi nei due più grandi stadi d’Italia, San Siro a Milano e Olimpico a
Roma per salutare il nostro pubblico e scendere per
sempre dal nostro palco! Commenti degli addetti ai
lavori: “un suicidio! Dove le andate a prendere centomila persone in due giorni? Non è più tempo di questi
numeri”. Ma come accade spesso nelle favole le cose
andarono e stanno andando diversamente.
Com’è l’atmosfera a registrare nuove versioni
delle vostre celebri canzoni con Stefano e Riccardo? La chimica è sempre la stessa? Che tipo
di emozioni state provando?
Pooh: È una sensazione strana perché è come collaborare con persone che ci hanno vissuto da esterni
nonostante siano di famiglia; per cui spesso hanno
una visione più chiara di quella che avremmo noi…
E questo fa un gran bene! Inoltre è un po’ come
fare ogni volta i conti col nostro passato al quale
spesso non pensiamo ma che è la parte più piena di
emozioni della nostra vita a parte le nostre famiglie.
La musica ha il potere travolgente di abbattere ogni
barriera e cancellare anni di storia in un attimo! Ed
è successo così, ci siamo messi agli strumenti ci siamo guardati e abbiamo fatto due prove e due tentativi e il pezzo cominciava a girare, a rotolare nel
modo giusto. Certe magie non si possono spiegare,
ma sono il segreto di una carriera come la nostra!
Sdo: Devo dire che ritrovarmi in studio con i miei
colleghi mi ha dato da subito la sensazione che quei
cinque anni vissuti lontano dai Pooh, non fossero
mai esistiti. Tutto era perfettamente come sempre,
e Riccardo, che mancava dal gruppo dal ’73, sembrava non essersene mai andato via, era come se il
tempo si fosse fermato alle goliardie e agli entusiasmi dei nostri esordi. Emozionante e divertente, ma
soprattutto irripetibile!
Come state preparando il concerto negli stadi
di Milano e Roma? La scaletta è già stata decisa? Ci saranno ospiti a sorpresa? Ci sarà un filo
narrativo?
Pooh: Proprio in questi giorni stiamo perfezionando la scaletta. Devo dire che è stato un lavoro lungo
e sofferto.
ITA EVENTI 15
Se si pensa che abbiamo inciso più di quattrocnto
brani si capisce che non è facile lasciare a casa certe
canzoni, soprattutto quando toccano l’emozionalità di qualcuno di noi. Un input è stato quello di
pensare alla scaletta perfetta; quella che rispettasse
oltre ai grandi successi tutte le sfaccettature della nostra maniera di fare musica, da quella rock a
quella che affronta temi importanti, a quella che
racconta i rapporti di coppia, fino al Prog, senza
tralasciare il fatto che avremo quattro inediti di cui
uno strumentale.
Sdo: Da settembre ai nostri giorni abbiamo cucito
e disfatto la scaletta almeno venti volte, mi sono
sentito una novella Penelope alle prese con dubbi
e ripensamenti. Dovevamo mettere insieme il programma perfetto, ma ogni canzone che rimaneva
fuori dalle tre ore che ci eravamo dati come tempo
massimo del nostro concerto, era puntualmente un
motivo di dibattito. Alla fine abbiamo selezionato
cinquanta brani che saranno la nostra scaletta di
addio e crediamo di aver inserito tutto il meglio
che siamo riusciti a fare nei nostri lunghi anni di
musica. Per gli ospiti ci siamo resi conto che non ci
sarebbe stato spazio per gratificarli. Avrebbero forse
interrotto quelle tre ore di musica serrata alla quale
abbiamo dedicato quattro mesi di prove.
Moltissimi vostri colleghi vi considerano dei
professionisti rigorosi e competenti a livello
musicale. Avete portato per primi il Prog in
Italia con alcuni dischi-capolavori. Guardando
indietro alla vostra discografia cosa vi rende più
orgogliosi e quali capitoli vorreste cambiare?
Pooh: Beh intanto ringraziamo gli amici colleghi
per le belle parole. Credo che una delle cose per cui
essere orgogliosi del nostro lavoro è quella di aver
portato avanti, sviluppandola per cinquant’anni,
una nostra maniera di fare musica, al punto che ad
oggi - piacciano o no -, i Pooh hanno un loro suono
ben caratteristico e riconoscibile. C’è stato un periodo in cui ci siamo fatti prendere un po’ troppo
dalla tecnologia e i nostri dischi suonavano un po’
freddini, ma abbiamo invertito la rotta tornando
al nostro suono di band con influenze rock. Ogni
disco ha un suo perché, ed è stato motivo di crescita, di maturazione da parte nostra. Nel corso della
nostra storia, non siamo stati mai particolarmente
attenti ai giudizi o alle lusinghe del nostro volubilissimo mondo, siamo andati dritti per la nostra strada e forse questa scelta che arriva da lontano, è stata
la nostra fortuna. Ci siamo resi autonomi dalla discografica ufficiale sin da “tenera età”: siamo stati
incoscientemente indipendenti per tutta la nostra
carriere, inseguendo a ruota libera tutte le nostre
curiosità, a volte facendoci anche male, ma anche
18 ITA EVENTI
in questi casi considerando i nostri scivoloni come
“esperienze costruttive”. Credo che i Pooh abbiano
avuto la grande fortuna di aver sempre dato il massimo: il nostro “professionismo declamato”, in fondo,
è sempre stata la nostra normalità; non siamo mai
riusciti a vedere il nostro lavoro in modo diverso
da come lo andavamo facendo, per cui anche guardandoci indietro… Non c’è nulla di cui pentirci.
Ci sono nei vostri dischi solisti alcune canzoni
che avreste voluto fossero dei Pooh? E, dopo questi appuntamenti del 2016, avete già in programma dei vostri progetti, magari sperimentali?
Dodi: C’è un brano che fa pare del disco che ho realizzato l’anno scorso con Tommy Emmanuel che
si chiama “Grazie” di cui oltre alla musica ho scritto il testo in cui ringrazio gli amici, le compagne
che ho avuto e tutti coloro che grazie al mio lavoro
ho avuto l’occasione di conoscere. Ecco credo che
sia un concetto condivisibile anche dai miei amici
Pooh. Sono tante le cose che vorrei e potrei fare dal
2017 in poi… Sicuramente progetti che mi facciano crescere e magari collaborazioni con artisti importanti, come con Vasco, Zucchero, Tommy, Mia
Martini e tanti altri.
Red: Credo che quelle che noi scriviamo da soli,
per i nostri dischi solisti, siano canzoni che non
hanno quel tipo di coralità adatta alla band. Anche se abbiamo fatto alcune canzoni che potevano
essere, viceversa, perfette per degli album solisti, in
quanto molto personali ed intime: canzoni come
“Pierre”, “Stare senza di te”, “Cinquanta primavere”, “L’altra donna” e tante altre. Ma credo che i
Pooh, quando scrivono per i Pooh, principalmente
pensino al gruppo ed è così che nasce quel suono
e quella coralità che ci ha contraddistinto in tutti
questi anni.
Sdo: Io non ho mai fatto dei dischi da solo, anche
quando mi sono dedicato ai Musical ho sempre
avuto accanto i miei “Amici per sempre” e nelle fortune che hanno accompagnato i miei lavori, di certo i Pooh hanno avuto una ruolo importante. Per il
futuro, quando tornerò a fare il “Musicalaro”, che
è stato mio ultimo domicilio conosciuto, di certo
so che potrò contare, ancora una volta, sul nostro
straordinario gruppo di lavoro.
Avete uno “zoccolo duro” di pubblico fedelissimo e siete fra i pochissimi artisti ad avere
alcune generazioni insieme per i vostri concerti. Quali sono secondo voi le cose preferite del
pubblico in un gruppo così longevo come il vostro, caso unico in Italia?
Dodi: Crediamo che i Pooh rappresentino amicizia, impegno, positività e unione verso un’obbietti-
vo comune. Il fatto di aver portato avanti il nostro
gruppo, nonostante le defezioni di alcuni componenti, è stata una delle cose più belle. Significa che
tutti siamo utili ma nessuno indispensabile quando
la motivazione è importante. Poi è naturale, che
continuando per tanti anni e - grazie al cielo -, con
successo, le varie generazioni si siano aggiunte al
folto pubblico che ci ha amato fin dall’inizio.
Sdo: La nostra musica è stata probabilmente la colonna sonora di tre o forse quattro generazioni e
“il pubblico dei Pooh” a turno si è identificato nelle nostre piccole storie, quelle che raccontavano di
sentimenti e di “amori” ma che nel tempo ha saputo apprezzare anche le nostre incursioni nel sociale,
nell’attualità e nel quotidiano che andava cambiando. Un buon merito di questa “fedelizzazione” che
ha reso “zoccolo duro” i nostri fan, è stato sicuramente il talento e le capacità letterarie di Negrini, il
nostro poeta e autore delle più importanti canzoni
del nostro repertorio e grande assente di questo nostro cinquantennale. Valerio era attento a tutte le
evoluzioni della nostra Italia, aveva una visione del
futuro estremamente illuminata e ha saputo affrontare, in epoche lontane e non sospette, argomenti
scottanti e complicati, come l’omosessualità, la
prostituzione, l’immigrazione ed ancora gli eventi
storici riletti con pacatezza, e le antiche leggende rivisitate con la voglia di dare nuovi valori ai miti del
passato. Il tutto con un linguaggio accessibile e mai
banale, impreziosito dalle straordinarie melodie di
Facchinetti, Canzian e Battaglia. Credo che tutto
questo abbia fatto la differenza e abbia trasformato
il nostro pubblico, nel “popolo dei Pooh”. Valerio è
stato il mio modello e se sono riuscito a raccontare
le mie storie, e farle diventare canzoni dei Pooh, lo
devo di certo a lui.
Le versioni updatate dei vostri successi suonano ancora meglio e hanno un suono più contemporaneo e compatto. Eppure non è facile
ottenere l’attenzione dei network radiofonici,
sempre distratti dalle hit di plastica anglosassoni. Penso alla versione nuova con Mario Biondi
“Ci penserò domani”, a mio avviso una delle
vostre canzoni più struggenti in una versione
davvero magica. Perché secondo voi le radio
snobbano gli artisti che hanno fatto la storia
della musica italiana?
Pooh: In realtà le radio hanno accolto molto bene
questa ondata di rinnovamento che abbiamo voluto dare alle nuove versioni di “Pensiero”, “Noi due
nel mondo e nell’anima” e “Chi fermerà la musica”.
Mah, credo sia un trend internazionale motivato
più dalla voglia di novità che dalla voglia di sentire
cose belle… A volte cambiamo la macchina anche
se quella che abbiamo va benissimo… Risuonare
oggi canzoni di almeno trent’anni fa è stato fantastico. Dodi ha dato con la sua chitarra una sferzata
di nuova energia ad alcuni dei nostri brani storici
e la stessa formula l’abbiamo applicata nell’arrangiare il repertorio dei nostri prossimi concerti.
Affrontare il discorso delle radio che privilegiano
o snobbano alcuni artisti sarebbe molto compli-
22 ITA EVENTI
cato. Ad oggi gli interessi dell’editoria radiofonica
vanno spesso al di la dei talenti e della qualità, si
privilegiano esclusive e l’antagonismo tra i diversi
network porta a considerare “intrasmettibile” un
brano che magari per un’altra radio è un gran successo. Non ci sono più le mezze stagioni!
Ci sarà un nuovo album a ridosso dei concerti
negli stadi? O pensate a un disco dal vivo per
l’occasione? Inserirete in scaletta anche i brani
minori amati dai fan? Quali - a vostro avviso -,
sono nel nostro Paese gli artisti che più vi assomigliano per gusto, tenacia e background? E infine, potete svelare qualche aneddoto accaduto
nella vostra lunghissima e meravigliosa carriera?
Dodi: Credo che i Modà e i Negramaro possano
rappresentare a oggi lo spirito che ci ha animati e a
loro, insieme a tutti i nuovi gruppi, facciamo i nostri auguri. Sento un’affinità fra la nostra musica e
quella dei Muse che peraltro mi piacciono molto.
Red: Gli artisti internazionali che ancora si muovono nel mondo e hanno successo ci assomigliano
tutti perché tutti siamo nati di un’epoca in cui si
partiva veramente dal marciapiede, e dovevi farti le
ossa sulle tue ossa.
Non c’erano i talent a spianare la strada. In Italia ci
sono artisti che con grande tenacia portano avanti
il loro progetto, ma nominarne alcuni e lasciarne
fuori altri non sarebbe carino!
Sdo: Credo che l’alchimia che ha dato vita al nostro gruppo sia abbastanza irripetibile. Quattro
musicisti, di quattro città diverse, con quattro diverse identità, uniti da un unico progetto e casualmente portati per quello che nel tempo è diventato
il ruolo “aziendale” di ciascuno di noi, non sia cosa
facile da ricostruire. Ognuno di noi si sentiva appagato dalla propria funzione e non c’erano “sgomitamenti” o invasioni di campo. Le nostre leggendarie
“regole di convivenza”, erano facilmente applicabili
perché nessuno avrebbe voluto essere o fare quello
che era o faceva l’altro. Sapevamo tenere separato
il lato l’artistico da quello “manageriale”, il privato
dal pubblico e soprattutto abbiamo sempre anteposto l’amicizia al business e questo è successo anche
quando io decisi nel 2009 di scendere dalla nostra
fortunata astronave. I miei colleghi non riuscivano
a condividere questa mia scelta spericolata, ma alla
fine compresero le mie esigenze e mi lasciarono
andare, rimanendomi amici e continuando a volermi bene. Ecco, credo che una roba così, al di la
dei talenti e della professionalità, sia difficilmente
replicabile.
Dodi: A proposito di aneddoti: ricordo che Lucio
Battisti lo incontravamo in un locale di Rimini
dove si riunivano tutti i musicisti che lavoravano
in riviera e spesso ci raccontava di sé. Lucio stesso,
in occasione della finale del Cantagiro, mi chiese in
prestito la mia chitarra perché non aveva portata la
sua. Ai tempi io usavo una pelle di volpe come tracolla e quella sera la casa discografica di Lucio decise
di fargli le foto per il suo nuovo disco… Me lo ritrovai simpaticamente con la mia pelliccia sulla spalla!
Red: Un giorno Vasco ci disse che veniva a vedere
i nostri concerti, quando ancora era agli inizi, per
capire come si facevano gli spettacoli grandi e importanti. Lorenzo Jovanotti invece si faceva portare
dalla mamma al Palaeuro a Roma perché voleva
vedere il gong di Stefano, quando era poco più che
un bambino. Piero Pelù ci portò una sua cassettina
audio da ascoltare mentre preparavamo un disco in
Toscana, ma non gli dedicammo moltissima attenzione; peccato perché era uno forte e lo è ancora!
È così via, chissà quante cose abbiamo involontariamente fatto, provocato e non siamo nemmeno
venuti a conoscenza, ma questa è la vita: a ogni
nostro gesto, a ogni nostro pensiero, corrisponde
sempre una azione, una reazione nel mondo che ci
circonda! Ecco perché bisogna stare attenti e muoversi con rispetto. Forse questo è stato il vero grande motivo del successo dei Pooh!
Sdo: Nel mio libro Confesso che ho stonato ci sono
più di quattrocento pagine di incontri ed aneddoti,
momenti esagerati e storie al limite del lecito, non
saprei cosa prediligere per rispondere a questa domanda anche perché una biografia “autosputtanate” come quella che mi sono scritto addosso, lascia
l’imbarazzo della scelta.
arte
EGITTO POMPEI
Tre sedi diverse per ripercorrere l’incontro tra culture lontane
ma storicamente legate e intimamente connesse, attraverso
il dialogo tra reperti egizi di epoca faraonica e opere di età
ellenistico-repubblicana e imperiale che ne hanno accolto e
riletto l’iconografia. di Andrea Thomas
A
pre al pubblico la mostra
Egitto Pompei, seconda
tappa del progetto espositivo omonimo, inaugurato il 5
marzo scorso al Museo Egizio
e nato dalla collaborazione tra
quest’ultimo, la Soprintendenza
Pompei e il Museo Archeologico Nazionale di Napoli, con
l’organizzazione di Electa. In
occasione della mostra agli Scavi
di Pompei, curata da Massimo
Osanna e Marco Fabbri con
Simon Connor, gli spazi recentemente restaurati della Palestra
Grande accolgono statue monumentali del Nuovo Regno (XVIXI sec. a.C.), periodo di massimo splendore della civiltà egizia.
Provengono da Tebe, principale
centro religioso dell’epoca, la
magnifica statua seduta del faraone Thutmosi I (XV sec. a.C.),
ritrovata nel tempio del dio
Amon, a Karnak, e le sette colossali statue raffiguranti Sekhmet
(XIV sec. a.C.), divinità egizia
dalla testa leonina misteriosa e
inquietante, al contempo potenza devastatrice e dispensatrice
di abbondanza. Le imponenti
sculture in granito – eccezionali
prestiti provenienti dalla collezione permanente del Museo
Egizio esaltati dallo scenografico
allestimento di Francesco Venezia – costituiscono una testimonianza straordinaria del mondo
della mitologia egizia, oltre a
rappresentare il potere faraonico
al tempo della XVIII dinastia.
All’esterno, nell’area archeologica, si snoda un itinerario egizio:
dal Tempio di Iside, tra gli edifici
pompeiani meglio conservati cui
è stata dedicata una app, alle numerose domus decorate con motivi egittizzanti, come la casa dei
Pigmei, che si apre per la prima
volta al pubblico dopo i restauri del Grande Progetto Pompei
(GPP). Il 28 giugno, al Museo
Archeologico di Napoli, la terza
tappa del progetto. Si inaugurerà
una nuova sezione del percorso
di visita delle collezioni perma-
Sopra: Statua di Sekhmet leontocefala
seduta da Tebe, Karnak, Tempio di
Amenhotep III - Granodiorite
Nuovo Regno / XVIII dinastia,
Amenofi III (1388-1351 a.C.)
187x53x106 cm - Torino, Museo Egizio
Su concessione del Ministero dei Beni e
delle Attività Culturali e del Turismo:
Fondazione Museo delle Antichità
Egizie di Torino, Archivio fotografico
Sotto: Affresco dalla Casa dei Pigmei,
Pompei. Su concessione del Ministero
dei Beni e delle Attività Culturali e del
Turismo: Soprintendenza - Pompei,
Archivio fotografico
nenti, con un focus particolare
sui culti e le religioni orientali
che, transitati in Egitto, hanno
trovato diffusione in Campania
e da qui nel resto della penisola.
Il progetto sull’Egitto segue la
grande mostra su Pompei e l’Europa, allestita nel 2015 al Museo
di Napoli e nell’Anfiteatro di
Pompei, in un viaggio a ritroso
nel tempo, che vedrà protagonisti nel 2017 la Grecia, nel suo
rapporto con Pompei, la Campania e il mondo italico.
EGITTO POMPEI
Pompei, Palestra Grande
e itinerario negli Scavi
ingresso Porta Anfiteatro
Fino al 2 novembre 2016
dalle 9.00 alle 19.30
Info: www.pompeiisites.org
26 ITA EVENTI
arte
LA BELLEZZA RITROVATA.
CARAVAGGIO, RUBENS,
PERUGINO, LOTTO E ALTRI 140
CAPOLAVORI
RESTAURATI
A Milano alle Gallerie d’Italia la mostra
della diciassettesima edizione di Restituzioni,
il programma di restauri di opere
appartenenti al patrimonio artistico pubblico
curato e promosso da Intesa Sanpaolo.
di Andrea Thomas
D
a 27 anni il Gruppo Intesa Sanpaolo sostiene, con cadenza biennale, il restauro di
opere d’arte appartenenti a musei pubblici,
privati o ecclesiastici, siti archeologici e chiese di
tutta Italia individuate insieme a consulenti scientifici sulla base di proposte presentate dagli Enti
ministeriali competenti in materia di tutela. La
scelta delle opere segue un unico criterio: ascoltare
le esigenze dei territori per valorizzarne l’identità
attraverso interventi che privilegino l’effettiva necessità e urgenza del restauro. L’obiettivo è sempre
quello di recuperare manufatti rappresentativi della
varietà del patrimonio storico-artistico italiano, sia
in termini cronologici sia in termini di materiali e
tecniche: pittura su tavola e tela, affreschi, mosaici,
scultura in marmo o pietra, in bronzo, manufatti
tessili, oreficeria, etc. Non si tratta soltanto di capolavori d’indubbia risonanza, ma anche di opere
che sono vicine a noi e contribuiscono a costruire il
vissuto del territorio. Al termine degli interventi di
ciascuna edizione, le opere restaurate sono esposte
in una mostra organizzata da Intesa Sanpaolo, dove
il pubblico può apprezzare il risultato del paziente
lavoro dei restauratori.
Produzione giapponese. Kebiki asagi odoshi hon-kozane do-maru (armatura composita del tipo do--maru a fettucce di seta
azzurra) - metà del XVII e aggiunte del XVIII secolo (elmo);
fine del XV - primo quarto del XVI secolo (spallacci); fine
del XVII - primo quarto del XVIII secolo (resto del corredo).
Acciaio, oro, argento, leghe di rame, rame dorato, rame, legno
policromo, lacca, cuoio, pelle, seta, broccato di seta, canapa,
tinte naturali.Torino, Musei Reali, Armeria Reale
28 ITA EVENTI
Michelangelo Merisi da Caravaggio
(Milano, 1571 - Porto Ercole, Grosseto, 1610)
Ritratto di cavaliere di Malta (Alof de Wignacourt?)
1608, Olio su tela - 118,8 x 95,6 cm
Firenze, Galleria Palatina, Palazzo Pitti
Sopra: Girolamo Mazzola Bedoli (Viadana, Mantova, 1500
ca - Parma, 1569) - Annunciazione. 1540 ca. Olio (tecnica
mista?) su tavola. 208 x 144 cm
Milano, Veneranda Biblioteca Ambrosiana, Pinacoteca;
A destra: Carlo Carrà (Quargnento, Alessandria, 1881 Milano, 1966) - Madre e figlio - 1917, Olio su tela
108,3 x 78,3 x 6,5 cm (con cornice); 90 x 60,2 (senza cornice)
Milano, Pinacoteca di Brera
RESTITUZIONI 2016.
UN VIAGGIO NEL TEMPO E NELL’ARTE.
La XVII edizione ha numeri da record: ha sostenuto il restauro di 54 nuclei di opere d’arte, per
un totale di 145 singoli manufatti, appartenenti
ai territori di Abruzzo, Calabria, Campania, Emilia-Romagna, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche,
Piemonte, Puglia, Toscana e Veneto, nonché della
Repubblica Slovacca.
Sono 36 gli Enti ministeriali preposti alla tutela e alla valorizzazione delle opere del patrimonio
nazionale coinvolti e 46 gli Enti proprietari; 62 i
restauratori impegnati nel programma e 60 gli studiosi che hanno contribuito alle schede del catalogo. Le opere esposte provengono da siti archeologici, musei e luoghi di culto di tutta la penisola e
ci faranno fare anche un viaggio nel tempo: sono
30 ITA EVENTI
datate dall’antichità al primo Novecento, un arco temporale di oltre 30
secoli di storia dell’arte, e rappresentano in modo paradigmatico il percorso
compiuto dall’arte italiana, con alcuni
esempi di realtà lontane, come l’imponente statua egizia naofora di Amenmes e Reshpu, proveniente dal Museo
Civico Archeologico di Bologna, una
rara armatura giapponese conservata
nell’Armeria Reale di Torino o tre rilievi lignei del Monte Calvario di Banská
Štiavnica nella Repubblica Slovacca.
Tra le tante opere, si potranno ammirare reperti archeologici come il cosiddetto Cavaliere Marafioti, grande statua in
terracotta del V secolo a.C. rinvenuta in
numerosi pezzi a inizio Novecento nella
Locride, appartenente al Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria,
o il grande mosaico pavimentale del I
secolo a.C. proveniente da una domus
di Ravenna, accanto a capolavori del
Medio Evo, come la famosa Croce di
Chiaravalle del Museo del Duomo di
Milano. A livello pittorico, saranno presentate al pubblico opere rinascimentali
di autori quali Francesco del Cossa,
Vittore Crivelli e un’eccezionale Adorazione del Bambino di Lorenzo Lotto
nonché la Crocifissione tra la Vergine e
san Girolamo, grande pala d’altare del Perugino;
dei secoli successivi vanno citati Il Cristo risorto,
uno dei capolavori di Rubens, il Ritratto di Cavaliere di Malta di Caravaggio, le opere di Luca Giordano, Sebastiano Ricci e Francesco Valaperta, per
arrivare al primo Novecento, rappresentato da un
dipinto di Carlo Carrà.
LE NOVITÀ DELL’EDIZIONE 2016.
Restituzioni 2016 si presenta con due grandi novità: la mostra si terrà per la prima volta a Milano
nelle Gallerie di Piazza Scala, dove si potranno ammirare, insieme ai capolavori pittorici e scultorei,
testimonianze preziose delle tradizioni artigianali
italiane, come i costumi della Commedia dell’Arte o i paramenti per il culto religioso. L’edizione di
quest’anno si distingue dalle precedenti anche per
l’inclusione dei territori europei sede delle Banche
estere del Gruppo Intesa Sanpaolo. Il primo Paese a
essere coinvolto è la Repubblica Slovacca. Saranno
in mostra tre rilievi lignei del 1744-1751 provenienti dal Monte Calvario di Banská Štiavnica e raffiguranti L’addio di Gesù a sua Madre, Caifa condanna Gesù, Maria piange sul corpo di Gesù (Pietà).
L’ARTE DEL RESTAURO IN MOSTRA.
Restituzioni è una mostra unica nel suo genere in
quanto affianca all’opportunità di ammirare tutte
insieme opere di solito sparse sul territorio nazionale la possibilità di scoprire l’arte del restauro, una disciplina che, in Italia, riunisce intorno allo stesso tavolo figure
professionali diverse: il restauratore, lo scienziato e lo storico
dell’arte, una caratteristica
questa che rappresenta una
vera eccellenza del nostro
Paese, ponendolo all’avanguardia a livello internazionale. Le più attuali tecniche
utilizzate dai restauratori di
tutte le Regioni coinvolte in
Restituzioni sono raccontate
lungo il percorso espositivo
attraverso i filmati delle fasi
salienti dei lavori, oltre a essere disponibili sul sito web
www.restituzioni.com, insieme alle schede storico-artistiche e alle relazioni di
restauro corredate dalle foto
del prima, durante, dopo gli
interventi su ciascuna opera.
32 ITA EVENTI
Sopra: Gaetano Gandolfi (San Matteo della Decima, ora San
Giovanni in Persiceto, Bologna, 1734 - Bologna, 1802)
Martirio di san Pantaleone e san Giorgio e il drago
1782, Tempera su tela - 332 x 209 cm - Napoli, Monumento
Nazionale dei Girolamini, chiesa, cappella dei Santi
Pantaleone e Giorgio
A sinistra: Domenico Fiasella, detto il Sarzana
(Sarzana, La Spezia, 1589 - Genova, 1669) Discesa dello Spirito Santo - 1618, olio su
tela, 321,5 x 222,5 cm - Sestri Levante
(Genova), parrocchia di Santa Maria di
Nazareth
In questa edizione di Restituzioni il pubblico può anche assistere direttamente a
come si svolge un restauro.
Infatti presso l’officina di
Restituzioni, allestita all’interno delle Gallerie di Piazza
Scala, è attualmente attivo
il cantiere di restauro degli
affreschi dell’inizio del XII
secolo della chiesa di San
Pietro all’Olmo (Milano),
nel quale la restauratrice
ricompone, come in un immenso puzzle di cui non si
conosce l’immagine, gli oltre
10.000 frammenti ritrovati
nel sottosuolo della Chiesa.
Sopra: Andrea Michieli, detto Andrea Vicentino
(Vicenza, 1542 ca - Venezia, 1618)
Flagellazione di Cristo alla colonna - 1585-1590 ca.
Olio su tela - 300 x 360 cm
Alzano Lombardo (Bergamo), chiesa di San Pietro martire
ITA EVENTI 33
L’impegno di Intesa Sanpaolo per il patrimonio
artistico del Paese: un bene che appartiene a tutti
Dal 1989 ad oggi, sono oltre 200 i siti archeologici,
le chiese e i musei che hanno beneficiato del programma Restituzioni; oltre un centinaio i laboratori qualificati incaricati dei restauri, distribuiti da
Nord a Sud della penisola, e altrettanti gli studiosi
coinvolti nella redazione delle schede storico-critiche per i cataloghi. In totale, oltre mille opere restituite al territorio di appartenenza e alla pubblica
fruizione. Il viaggio nella bellezza ritrovata racconta come far rinascere opere che sono il ritratto
dell’Italia, opere esemplificative della ricchezza e
dell’ecletticità di un patrimonio artistico che spazia dalle arti maggiori a quelli minori e mette in
evidenza come si sia evoluto il made in Italy nei
secoli, forte di quelle competenze di maestria e “saper fare” che ancora oggi alimentano la creatività
del nostro Paese. Non solo: in un momento in cui
conservare e conoscere il passato diventa una forma
di resistenza, ogni restauro presentato da Restituzioni 2016 è di fatto un presidio di civiltà e, come
ci racconta l’esperienza di Expo 2015, elemento
identitario dell’Italia nel mondo. Intesa Sanpaolo
interpreta da sempre il proprio impegno in campo
culturale e artistico quale vera e propria assunzione
Spinello di Luca Spinelli, detto Spinello Aretino
(Arezzo, 1346/1350 - 1410) - Trittico
(Madonna col Bambino in trono, pannello centrale; Santi
Pietro e Filippo, pannello sinistro; Santi Lorenzo e Giacomo
Maggiore, pannello destro; Cristo benedicente, cuspide
centrale; Annunciazione, cuspidi laterali)
1393, Tempera, oro su tavola, legno intagliato e dorato
155 x 181 cm Quinto, Sesto Fiorentino (Firenze),
chiesa di Santa Maria
di “responsabilità sociale”, ritenendo che un’impresa bancaria di rilevanza nazionale debba concorrere
alla crescita del proprio paese da un punto di vista
sia economico sia culturale e civile. Fedele a questa
filosofia, con l’ambizione di condividere i propri
sforzi con un pubblico sempre più ampio e diversificato, in occasione della mostra di Restituzioni,
il biglietto avrà il costo ordinario (intero euro 5, ridotto euro 3, gratuito fino a 18 anni e per le scuole)
e consente l’accesso ai palazzi e alle collezioni permanenti delle Gallerie.
LA BELLEZZA RITROVATA IN CITTÀ
In concomitanza con la mostra “La bellezza ritrovata. Caravaggio, Rubens, Perugino, Lotto e altri
140 capolavori restaurati”, il Comune di Milano
propone – all’interno del palinsesto culturale Ritorni al Futuro – un itinerario nei suoi musei alla
scoperta dei capolavori recentemente restaurati.
GALLERIE D’ITALIA - Piazza della Scala 6, Milano
Sino al 17 luglio 2016 - Martedì/domenica,
9.30/19.30 , giovedì 9.30/22.30, lunedì chiuso
Info: numero verde tel. 800167619
[email protected] - www.gallerieditalia.com
www.palazzorealemilano.it
arte
turato negli ultimi anni sono stati quelli di Arte
Moderna e Contemporanea e di Gioielli grazie al
sempre maggiore interesse dei buyers internazionali provenienti non solo dall’Europa. Per le aste di
arte contemporanea, in particolare, si sono mossi
collezionisti privati e galleristi provenienti anche
da Stati Uniti, Cina, Canada, Argentina e Israele
a conferma dell’interesse degli stranieri per le opere
degli “artisti moderni”.
NEL CUORE DI BRERA
La Casa d’Aste Il Ponte, fondata a Milano da Stefano Redaelli nel 1974, è una stimata realtà che
opera sul mercato nazionale ed internazionale dell’arte e dell’antiquariato da più di quaranta
anni, mettendo a disposizione dei propri clienti una vasta schiera di professionalità specifiche.
di Bruno Quiriconi
N
ella suggestiva cornice di Palazzo Crivelli
nel cuore di Brera, sin dai primi anni di
attività, i conferimenti importanti sono
sempre stati numerosi. Il Ponte organizza aste del
più vario collezionismo per privati e enti pubblici,
che lo hanno chiamato più volte a gestire lasciti ed
affidamenti di beni artistici e mobili. La casa d’aste
si aggiorna e si reinventa grazie alla duttilità della
sua attività ed alla lungimiranza dei suoi dirigenti che credono nella propria forza commerciale e
nella propria capacità professionale. Dal 2006, con
grande spirito imprenditoriale, Stefano Redaelli ha
fortemente voluto e realizzato una sede distaccata
per le cosiddette “aste minori” in Via Pitteri 10 a
Milano. La dottoressa Rossella Novarini, direttrice
della Casa d’Aste Il Ponte, illustra l’attività:
Ci può raccontare in poche parole la vostra attività?
Il Ponte è una casa d’aste in costante crescita che si
pone l’obiettivo di offrire ad un pubblico sempre
36 ITA EVENTI
più ampio, internazionale e preparato, professionalità, competenza e rapidità. Con più di un’asta
al mese è tra le più attive Casa d’Aste sul mercato
nazionale.
Nel 2015 vi siete anche dedicati ad aste benefiche che hanno suscitato particolare richiamo
tra il pubblico e interesse dei media, attività
non nuova per una casa d’aste, ma interessante.
Ce ne parla?
All’attività “tradizionale” si affianca da sempre
l’attività filantropica, con la realizzazione di aste
dedicate alla raccolta fondi per finanziare progetti o attività benefiche. Vanno ricordate l’asta
dei Memorabilia di Mike Bongiorno, battuta da
Fabio Fazio nell’ottobre 2015 per finanziare un
progetto della Fondazione Mike Bongiorno e l’asta delle opere del vignettista Giorgio Forattini del
dicembre 2015 per finanziare un progetto del FAI.
Nell’asta Vintage di novembre, una tornata è stata
dedicata agli oggetti appartenuti a Sandra Mondaini battuti a favore dell’Ospedale Fatebenefratelli di
Milano per il progetto della nuova Casa Pediatrica.
Nella sede di Via Pitteri 10 che tipo di aste ci
sono?
È una sede distaccata in zona Lambrate dove, in
uno spazio di 2.500 mq, sono gestiti i conferimenti di maggior commerciabilità e minor prezzo accessibili a tutte le tasche, così da consentire ad un
pubblico sempre più vasto di appassionarsi alle
Sopra: Dott.ssa Rossella Novarini, Direttrice de Il Ponte Casa
d’Aste; a sinistra: Palazzo Crivelli, sede de Il Ponte Casa
d’Aste; sotto: Ron Arad, “Light-Table”, acciaio lucidato a
specchio e acciaio dolce. Valutazione: € 30.000/40.000.
aste, senza un eccessivo impegno economico. Nella sede di Via Pitteri 10 si possono trovare oggetti
da collezione, libri, cartoline e curiosità varie, ma
anche diverse tipologie di arredi molti dei quali a
costi contenuti.
I dati relativi agli ultimi 5 anni di attività evidenziano una costante crescita nonostante la
crisi internazionale. Quali sono stati e sono i
fattori determinanti?
Dal 2011, quando fatturavamo 11 milioni di Euro,
abbiamo chiuso il 2015 con un fatturato di 20,6
milioni. Fattore determinante è la continua ricerca
portata avanti da assistenti e direttori di dipartimento per soddisfare le esigenze dei clienti italiani
ed internazionali, che spaziano dai tradizionali dipartimenti fino al Fashion Vintage, dipartimento
inaugurato nel 2010 con l’indimenticabile asta del
guardaroba di Evelina Levi Broglio.
Quali sono i dipartimenti “trainanti”?
I dipartimenti con il maggiore incremento di fat-
ITA EVENTI 37
Collier in oro giallo e platino con diamanti e
acquamarina. Appartenuto alla Duchessa Vittoria
Luisa, figlia di Guglielmo II re di Germania ed
Imperatore di Prussia, dono dello Zar Nicola II di
Russia in occasione delle nozze del 24 Maggio 1913
Quale è il trend di queste aste?
Anche queste aste dedicate agli appassionati di collezionismo “minore” hanno riscontrato negli ultimi anni un trend positivo con fatturato in crescita,
segno dell’accresciuto interesse da parte di un pubblico eterogeneo e talvolta più giovane, ad oggetti
d’antiquariato e modernariato.
Quali novità in vista per i prossimi mesi?
Le prossime aste di maggio e giugno saranno sicuramente di grande interesse, a cominciare da
quella dedicata ai Gioielli, Orologi, Filatelia-Numismatica e Vintage del 24/25/26 maggio. In
questa asta verranno battuti più di 800 lotti che
si caratterizzano per la preziosità dei materiali, la
ricercata finezza delle forme e le singolari vicende
storiche che accompagnano gli oggetti. Tra i top
lot in asta un preziosissimo collier in oro giallo e
platino con diamanti e acquamarina, appartenuto
alla Duchessa Vittoria Luisa, figlia di Guglielmo II re di Germania ed Imperatore
di Prussia, ricevuto in dono dallo Zar
Nicola II di Russia in occasione
delle nozze celebrate a Berlino nel 1913. “Lo Zar mi
aveva donato una collana
di acquamarina e diamanti...” ricorda la duchessa nel
libro di memorie Una vita da
figlia dell’Imperatore. Per quanto riguarda l’asta di Arte Moderna e Contemporanea del 14 giugno verrà proposto un ricco
catalogo con più di 300 opere che coprono un arco
temporale che, partendo dal Figurativo italiano dei
primi anni del XX secolo, attraversa l’Informale
del secondo dopoguerra e passa dal Futurismo al
Sopra: Hans Tucher, Orologio solare dittico in avorio,
con punzone del serpente coronato. Anno 1586.
Valutazione: 7000/10.000 euro;
sotto: Lucio Fontana, “Concetto Spaziale, Natura” 1967,
coppia di sculture in bronzo lucidato, h cm 27 ciascuna.
Valutazione: € 40.000 – 60.000.
Surrealismo, dalla Land Art al Nouveau Realisme,
per approdare all’Astrattismo e all’arte Cinetica. Nell’asta dedicata al Design e
Arti figurative del XX secolo del 29
giugno verranno offerte al pubblico
opere e oggetti appartenuti a collezioni private di grande rilievo, da
segnalare numerosi pezzi unici tra
i quali Light Table del celebre Ron
Arad. Inoltre, all’inizio di quest’anno, abbiamo deciso di mettere a
disposizione i saloni di Palazzo Crivelli, compatibilmente all’impegno
delle aste ed esposizioni, per l’organizzazione di eventi privati di qualità che
permettano di conoscere e valorizzare un palazzo storico milanese.
ITA EVENTI 39
cinema a cura di Andrea Thomas
40 ITA EVENTI
Drammatico, 2016, U.S.A., dal 12/5
Regia di Al Pacino
Con Al Pacino, Jessica Chastain, Kevin Anderson.
“Il film è l’esplorazione di una pièce teatrale che mi ha tenuto impegnato”
racconta Al Pacino, “per molto tempo; ho spogliato l’opera fino a tenerne
solo l’essenza. Non è un film tradizionale o un documentario ma qualcosa di
sperimentale. Jessica è perfetta nel ruolo principale e mi ha fatto conoscere
meglio Oscar Wilde”.
Animazione, 2016, U.S.A., dal 15/6
Regia di Clay Kaytis e Fergal Reilly
Per celebrare uno dei giochi più scaricati come App (oltre un miliardo di
download) la casa di produzione Rovio ha realizzato in totale autonomia un
film in 3d: quattro amici (Red, Chuck, Bomb e Matilda) devono fare gruppo
per smascherare i piani dei loro nemici verdi.
Fantastico, 2016, U.S.A, dal 25/5
Regia di James Bobin
Con Johnny Depp, Mia Wasikowska.
Attraversando uno specchio magico Alice incontra nuovamente i suoi amici:
il Bianconiglio, il Brucaliffo, il Cappellaio matto e lo Stregatto. Il Cappellaio
– uno strepitoso Johnny Depp – ha perso la sua Moltezza e Alice parte per
un viaggio alla ricerca di un regolatore del tempo.
Fantascienza, 2016, U.S.A., dal 1/6
Regia di Duncan Jones
Con Paula Patton, Ben Foster, Travis Fimmel.
Anche il popolare gioco World Of Warcraft – con oltre dodici milioni di
iscritti – viene portato sul grande schermo, grazie alla regia del figlio di David
Bowie, Duncan Jones. Come nel gioco si vive nel mondo magico di Azeroth:
l’armonia del regno è minacciata da orde di orchi e altre creature.
Drammatico, 2016, Spagna, dal 26/5
Regia di Pedro Almodovar
Con Emma Suarez, Rossy De Palma, Adriana Ugarte
Ancora una volta il grande regista spagnolo celebra le donne: questa volta i
riflettori sono puntati su Julieta, anche lei “sull’orlo di una crisi di nervi”. Dopo
un periodo di felicità sperimenta una serie di problemi interminabili sino ad
attendere un miracolo e, forse, sarà proprio ciò che accadrà.
Biografico, 2016, U.S.A., dal 26/5
Regia di Michael e Jeff Zimbalist
Con Vincent D’Onofrio, Rodrigo Santoro, Seu Jorge.
Un tributo al più grande giocatore di calcio di tutti i tempi, soprattutto il più
spettacolare. Da ragazzo di strada alla vittoria del suo primo Mondiale nel
1958 alle due Coppe del mondo. Il film analizza l’infanzia difficile, la vita in
povertà e il suo spirito indomito sino alla identificazione con il suo paese, il
Brasile.
Azione, 2016, U.S.A., dal 9/6
Regia di Jon Chu
Con Dave Franco, Marc Ruffalo, Woody Harrelson, Jesse Eisenberg.
Il sequel dei quattro illusionisti, ancora una volta con ritmi mozzafiato e una
grande scenografia. I novelli Robin Hood affronteranno un malvagio magnate
della tecnologia. Per contrastarlo e per salvare la loro reputazione i quattro
metteranno in scena uno spettacolo senza precedenti.
Commedia, 2016, Italia, dal 17/5
Regia di Paolo Virzì
Con Valeria Bruni Tedeschi, Micaela Ramazzotti.
Il nuovo film di Virzì narra dell’imprevedibile amicizia tra una sedicente
contessa chiacchierona, millantatrice di contatti con i potenti del mondo e
una fragile e riservata donna con un doloroso segreto. Entrambe ospiti in una
comunità terapeutica, decideranno di darsi alla fuga.
ITA EVENTI 41
musica a cura di Bruno Quiriconi
7 giugno, Rock in Roma / Ippodromo delle Capannelle, Roma
8 giugno, Arena, Verona
10 giugno, Ippodromo del Visarno, Firenze
12 giugno, Mediolanum Forum, Assago (MI)
22-23-26-27 giugno, Stadio Olimpico, Roma
4 giugno
Stadio San Siro, Milano
18 giugno
Arena della Vittoria, Bari
1-2-3 giugno, Arena, Verona
7 giugno
Bioparco
Biografilm
Bologna
13 giugno, Market Sound, Milano
44 ITA EVENTI
musica
SEMPLICEMENTE MODÀ
Si considerano nazional-popolari, ammirano i Pooh e si apprestano a riempire due date allo
stadio di San Siro. Il segreto? Parlare il linguaggio della gente comune. di Guido Biondi
F
rancesco “Kekko” Silvestre, Enrico Zapparoli, Diego Arrigoni, Stefano Forcella e Claudio Dirani sono i Modà. Una band che in
pochissimi anni ha raggiunto traguardi negati alle
più longeve popstar italiane. Il 18 e 19 giugno sa-
46 ITA EVENTI
ranno nuovamente protagonisti allo stadio di San
Siro, meta prediletta per ogni musicista. Itaeventi
ha intervistato Kekko per capire qual è la loro formula vincente e per capire perché provocano anche
molta invidia.
ITA EVENTI 47
hanno suonato 35 artisti da tutto il mondo… Un
miracolo perché per ottenere questo risultato devono esserci tanti fattori combinati all’unisono. Penso
alle canzoni, penso a Lorenzo e al suo impegno,
alla nostra squadra di lavoro. Io durante il concerto
allo stadio mi sento parte integrante con il pubblico, uno di loro. Dico spesso che io sono il fan dei
miei fan. Parte sempre tutto dal loro. Non lo dico
per umiltà perché in questo caso c’entra poco con
le parole; l’umiltà la devi avere nei fatti, nelle azioni. La sensazione di grande libidine è trovarsi davanti a 60.000 persone che cantano le tue canzoni,
quelle che hai scritto nella tua taverna. Quello che
mi emoziona di più è quando canto allo stadio una
canzone che ho scritto oltre dieci anni fa e che magari suonavo nelle piazze o negli oratori. So di aver
percorso un cammino anche con grandi sofferenze
e lotte ma ne è valsa la pena: la più grande soddisfazione di un artista è riuscire a godere dei propri sacrifici a distanza di anni ed esserne orgoglioso. Senza mai dimenticare le persone che ti sono vicine e
che ti hanno aiutato, altrimenti non vai da nessuna
parte. Anche nel nostro mestiere come per il calcio
c’è bisogno di una grande squadra: dal manager,
all’agente, all’ufficio stampa e così via.
Tornate a San Siro per due concerti il 18 e il 19
giugno consolidando la vostra popolarità. Oltre
Com’è iniziata l’avventura dei Modà?
Per noi il concetto fondamentale è sempre stato il
concerto dal vivo, suonare nei locali. Per quanto
mi riguarda ho sempre fatto l’autore delle canzoni,
passavo tantissimo tempo a scrivere. Sin dall’inizio
abbiamo avuto persone che ci hanno seguito con
piacere. Un giorno in uno di questi locali, il Live
di Trezzo, è venuto ad ascoltarci Lorenzo Suraci,
patron di Rtl 102.5. Poco dopo ci convocò nel suo
ufficio e firmammo un contratto. Iniziò un percorso travolgente. Noi avevamo già il nostro “zoccolo duro” di pubblico e tanti chilometri alle spalle,
suonavamo da dieci anni nei club e nelle piazze.
Con Suraci tutto è diventato più professionale, con
un’etichetta discografica che ci seguiva a 360 gradi. Grazie all’esposizione radiofonica e televisiva ci
hanno conosciuto in tantissimi e abbiamo conquistato spazi più grandi.
All’inizio della vostra carriera suonavate delle
cover di altri artisti?
Noi non abbiamo mai suonato delle cover ma presentato i nostri brani originali. Molti locali ci chiedevano di suonare brani di altri ma siamo sempre
stati molto cocciuti e, per questo, abbiamo avuto
anche qualche problema a trovare spazi. Piuttosto
48 ITA EVENTI
a grandi soddisfazioni ci saranno anche grandi
invidie: molte popstar faticano a riempire un
palazzetto dello sport. E anche molti denigratori sono particolarmente aggressivi con voi.
Beh è chiaro che mi dispiace, non sono ipocrita e
i denigratori mi fanno incazzare. So di avere tanti
nemici e che a molti non stiamo simpatici. È un po’
come la Juve che sta sul cazzo a tutti perché vince
sempre e quindi talvolta risulta antipatica.
di suonare le cover di altri abbiamo deciso di esibirci gratis o addirittura pagavamo noi. Ma questa
scelta di perseverare con le nostre canzoni, alla fine,
ha pagato.
Ha mai nostalgia delle prime occasioni nelle
quali suonavate dal vivo?
Più che altro quando ascolto le mie prime canzoni
ricordo una grande serenità, molto più di adesso.
Non dovevo dimostrare niente a nessuno. Non c’era la paura di non piacere o di ripetere il successo
ottenuto. Con Viva i Romantici ci è andata molto
bene, con Gioia altrettanto, ha venduto quasi mezzo milione di dischi; con Passione maledetta siamo
già al triplo platino. Ma con grande ansia, grande
preoccupazione: il successo non è mai facile. Noi
abbiamo successo ma se devo “pesare” lo stress e la
serenità preferisco i primi tempi nei quali c’erano i
sogni nel cassetto e il divertimento. Eravamo più
spensierati.
Cosa significa suonare davanti a 60.000 persone allo Stadio di San Siro? C’è il rischio di sentirsi onnipotente?
In realtà – personalmente – non mi sono mai sentito onnipotente. Casomai miracolato. A San Siro
ITA EVENTI 49
Da sinistra: Diego Arrigoni (chitarra),
Claudio Dirani (batteria),
Francesco “Kekko” Silvestre (voce),
Stefano Forcella (basso)
ed Enrico Zapparoli (chitarra)
Io non sono juventino ma parlo da tifoso, da sportivo. Però il fatto di vincere sempre rende grande
questa squadra. È vero che alcune popstar faticano
a riempire i palazzi dello sport e credo sia dovuto al
fatto che non sono nazional-popolari. Noi lo siamo. E non ci rende fighi. Alcune radio non ci trasmettano proprio perché siamo nazional popolari.
Però abbiamo venduto un milione e settecentomila
copie dei nostri dischi e riempito i palazzetti con
trecentomila persone e lo stadio di San Siro, un
risultato da rabbrividire. Io credo che quando hai
la gente davanti a te nei concerti e quando vendi
dischi hai vinto.
C’è un gruppo nazional-popolare per antonomasia, la più longeva band italiana, i Pooh. Vi
sentite i loro eredi?
I Pooh saranno nostri ospiti il 19 giugno a San
Siro. Anche loro – per tornare al discorso di prima – hanno sempre faticato ad essere trasmessi in
radio. Eppure dopo cinquant’anni di carriera riempiono lo stadio di San Siro. Due date già sold out.
Se il concetto di esser nazional-popolare significa
non essere trasmessi in radio ma avere il consenso
della gente preferisco tenermi quest’ultimo. Non
posso parlare di eventuale eredità, casomai lo diranno loro. Se me lo dicessero in un orecchio lo
andrei a urlare al mondo. A noi ci hanno spesso
preso in giro chiamandoci “i nuovi Pooh”: pensavano di prenderci per i fondelli ed invece io godevo
di questo. Posso solo dire che come loro siamo una
band, come loro siamo nazional-popolari e come
52 ITA EVENTI
loro cantiamo per la gente. da qui a diventare eredi
dei Pooh mancano almeno altri 35 anni (ride, ndr).
Avete mai pensato di puntare all’estero come è
successo a Ramazzotti, Pausini etc?
Nel 2014 abbiamo fatto un bellissimo tour all’estero ed è andato molto bene. Io non sono uno che
cerca il successo a tutti i costi, non me ne importa nulla. Non ho mai fatto musica per diventare
il migliore di tutti. Ho fatto musica per cercare di
divertirmi ed emozionare le persone: l’obbiettivo
non era superare qualcuno ma casomai me stesso.
Se arrivasse l’opportunità di fare qualche progetto
all’estero ma con la massima serenità accetterò di
farlo. Ma non l’andrò mai a cercare. Poi ci sarebbe
altro stress, altre polemiche, altre pressioni, che palle! La salute prima di tutto!
Sei molto prolifico come autore e molti brani
sembrano dettati dall’urgenza di comunicare
emozioni realmente vissute, è così?
Se prendiamo il periodo di “Gioia” ho messo tutto
quello che ho vissuto nell’album. Dal nome di mia
figlia alle emozioni vissute in famiglia, alla malattia
di mia madre che oggi – grazie a Dio – sta benissimo. Prendo spunto dalla vita e probabilmente questo linguaggio così normale, molto simile alle cose
che tutti vivono sulla propria pelle ogni giorno, ci
ha reso popolari. Forse il vero segreto dei Modà è
quello di avere canzoni che nascono dalla famiglia,
dall’amore, dalla vita. Che poi non è un segreto ma
la semplicità che tutti capiscono.
musica
LIGAROCKPARK
Dopo l’esperienza di Campovolo Luciano Ligabue rilancia un grande evento
a Monza il 24 settembre. Intanto è uscito il suo nuovo libro Scusate il disordine
mentre è in preparazione un nuovo concept-album. di Bruno Quiriconi
C
i risiamo. Luciano Ligabue
non si accontenta di un
tour ordinario. Dopo aver
battuto ogni record per capienza
attraverso i suoi concerti-eventi a
Campovolo, il rocker di Correggio ha piazzato la sua prossima
sfida: portare centomila fan al
Parco di Monza il 24 settembre.
Il pretesto, dopo aver festeggiato
venticinque anni di carriera, è la
celebrazione del venticinquennale di “Urlando contro il cielo”,
unico brano suonato in tutte le
annate del Liga e vero cavallo
di battaglia dei suoi Live. Nella presentazione dell’evento alla
Villa Reale di Monza Luciano,
affiancato sul palco davanti ai
giornalisti insieme al suo fedele
manager-amico Claudio Maioli
ha raccontato un piccolo aneddoto: “Ho telefonato a Claudio
e – dal momento che un po’ mi
conosce – ha capito subito dove
andavo a parare, non appena gli
ho accennato che avevo un’idea”.
La sua risposta in questi casi è
sempre “No dai scherzi” perché sa
già che c’è qualcosa di urgente in
ballo. Liga Rock Park sarà l’unica
opportunità di seguire Ligabue
dal vivo nel 2016: la location è
quella a ridosso dell’autodromo
di Monza e potrà contenere fino
a centomila persone. “La differenza con Campovolo è la bellezza circostante. È noto che Campovolo è
importante perché mi sento a casa,
ma è un campo di patate diventato
un aeroporto. A Monza c’è tanta
bellezza e sarà bello esserne circondati”. L’altro “amico” presente
alla presentazione alla stampa è
Ferdinando Salzano di Friends
& Partner oltre a un convitato
54 ITA EVENTI
istituzionale quale è Roberto
Maroni, Presidente della Regione
Lombardia, visibilmente divertito dalla presenza di “un altro
musicista come me”, tanto da regalare a Luciano un cd della sua
band, i Distretto 51. Ma le novità
non finiscono qui: Liga dice che
è già a buon punto nella realizzazione di un concept album probabilmente in uscita prima delle
festività di Natale: “Sicuramente
suonerò qualche nuovo brano in
occasione del concerto”. Sul disco
l’artista non ha voluto sbilanciarsi
rivelando contenuti e dettagli ma
distilla una traccia: “Sono da sempre un grande fan degli Who; mi
piace pensare che il mio concept album abbia come riferimenti Tommy e Quadrophenia del gruppo
inglese”. Nel frattempo abbiamo
il Luciano-scrittore, un nuovo libro di racconti intitolato Scusate
il disordine, la sua terza raccolta
ad oggi pubblicata da Einaudi:
“Per me scrivere significa liberarmi
della musica, dalle rigide regole da
me sempre rispettate per comporre.
Strofa, ritornello, strofa. Per un
racconto o una sceneggiatura non
c’è nessun codice da rispettare. Il
titolo spiega bene il punto: la vita è
disordinata anche se noi cerchiamo
di metterla nei binari. Ma sappiamo bene che prima o poi finiremo
per arrenderci al caos. Per ogni racconto ho utilizzato una forma diversa di volta in volta, sentendomi
finalmente in vacanza”. Una novità è il contest realizzato in collaborazione con Regione Lombardia per l’evento Live di settembre:
intorno alle 18 nel giorno dell’esibizione del Liga il vincitore potrà esibirsi davanti a centomila
persone. I biglietti sono già in
vendita sul circuito TicketOne
(57,50 euro): chi acquista riceverà un box a edizione numerata
con un mini poster, un booklet
e uno speciale Dvd. Se proprio
non riuscite ad aspettare qualche
mese per partecipare al concerto
ci sono sempre le collaborazioni discografiche del Liga con
altri artisti: Gianluca Grignani, i Negrita e Loredana Berté.
ITA EVENTI 55
ritratti
MR. FABRIQUE
Daniele Orlando ha nel suo Dna la musica
dal vivo: dall’esordio al New Magazine allo
storico tempio del rock milanese Rolling
Stone, dai Magazzini Generali alla sua nuova
avventura di successo. di Andrea Thomas
I
niziamo dai numeri: la capienza massima del
Fabrique di Milano è di 3100 persone; è la più
grande struttura indoor per l’intrattenimento
in Italia, con altre due diverse configurazioni ridotte a 2000 e 1000 e la possibilità di allestimenti
misti con posti a sedere. Il Fabrique, creato e realizzato dall’imprenditore milanese Daniele Orlando,
è una struttura multifunzionale capace di ospitare
concerti, dj set, eventi di moda, arte e intrattenimento. Inaugurato il 18 settembre 2014, il Fabrique è diventato il principale punto di riferimento
per gli appuntamenti di musica dal vivo e, in particolare, il nuovo tempio dell’elettronica. In questo
lasso di tempo molti artisti italiani ed internazionali si sono esibiti qui: Anastacia, Billy Idol, 2Cellos, Interpol, Noel Gallagher’s High Flying Birds,
FKA Twigs, Dave Gahan, Massive Attack, Major
Lazer, Mika, Apparat, Subsonica, Luca Carboni,
1975, Garbage, Jane’s Addiction, Mark Lanegan e
56 ITA EVENTI
ITA EVENTI 57
tanti altri. Ai concerti si sono aggiunti i dj set e le
party night: Gesaffelstein e Chet Faker sold out in
prevendita, il ventennale di Rollover con Dimitri
From Paris, Fedde Le Grand, Chris Liebing, Hardwell, Ricardo Villalobos, Loco Dice, Paul Van
Dyk, Sven Väth, Fritz Kalkbrenner. Qui Linus
ha voluto festeggiare i 33 anni di Radio Deejay.
Il locale è all’avanguardia soprattutto sugli “strumenti”: suono e illuminotecnica di ultimissima
generazione per un impianto audio e luci residente all’altezza di quello dei grandi festival (l’azienda
fornitrice è la stessa del Primavera Festival spagnolo, dei tedeschi Rock In Park e Rock Am Ring, fra
gli altri). Orlando ha un percorso di tutto rispetto
nella storia dei locali storici di Milano per i Live e i
dj set: direttore artistico e amministratore delegato
del Rolling Stone quindi proprietario dei Magazzini Generali e precursore della scena milanese di
club culture. Nella sua “avventura” imprenditoriale ha un ruolo fondamentale sua moglie Fabiola,
che è la speaker storica di Radio 105 e ora anche
presentatrice della nuova stagione di Top DJ. Uno
dei prossimi appuntamenti da tenere d’occhio sarà
l’innovativo Twist and Shout!, una serata di musica anni ’50 e Febbre a 90, altro format da sold out
garantito. Itaeventi ha incontrato Daniele Orlando
per fare due chiacchiere.
58 ITA EVENTI
ITA EVENTI 59
Al Fabrique decide lei la scelta
degli artisti sul palco o sulla
console per i dj set?
Assolutamente si. Alcuni arrivano “in concessione” dai promoter, con i quali ormai da anni
ho un grande rapporto di collaborazione. A volte dico dei no
quando l’artista non mi convince. Quest’anno più che mai si sta
affermando un palinsesto composto prettamente da format: da
Twist and Shout! a Mamacita e
molti altri, sono un nuovo modo
di concepire la serata a tema.
Durante l’estate la sua attività
si arricchisce di alcune collaborazioni tra le quali lo Street
Art.
Da circa due anni gestiamo
la parte food & beverage dello Street Music Art Arena ad
Assago dove c’è il Forum e da
quest’anno anche per il Gods Of
Metal di Monza. È una grande
60 ITA EVENTI
opportunità di far girare il mio
brand con eventi che ben si sposano con l’offerta musicale tipica
del Fabrique.
Ci racconta il suo esordio
nell’attività artistica Live della città di Milano?
La mia prima passione è stata
quella del Dj. Ho iniziato a 16
anni al New Magazine di Milano, uno dei primi locali con
libertà di ballare sui tavoli dopo
una certa ora. Oltre a mixare dischi ben presto mi sono
occupato di tutta una serie di
dinamiche: fornitori, dettagli,
organizzazione etc. Così, giovanissimo, mi sono ritrovato a
gestirlo. Quando, purtroppo, il
proprietario si ammalò e venne
a mancare, rilevai per metà il
locale. E intanto – continuando
a fare il Dj questa volta insieme
al grande Claudio Cecchetto
al Propaganda e con una serata
Daniele Orlando con il premio
Onstage Awards “Miglior Club”
anni settanta all’Alcatraz - sono
riuscito a rilevare completamente il New Magazine.
Il passo successivo è stato il
Rolling Stone.
Fui chiamato da Maurizio Salvadori al Rolling Stone per fare
il Direttore artistico e l’amministratore. Avevo 23 anni.
Dopo due anni di intenso lavoro
Salvadori mi regalo il venti per
cento del Rolling Stone. Dopo
alcuni anni ho acquisito i Magazzini Generali: l’ho ristrutturato completamente e rilanciato.
Dal tempio del rock cittadino
sono passato a quello della musica elettronica. Ho portato da
David Guetta a Locodice, da
Carl Cox ai 2 Many Djs. Dal
2010 ho iniziato ad affittare
degli spazi molto grandi in via
PROSSIMI APPUNTAMENTI
8 giugno Garbage
9 giugno Magcon
10 giugno Dimitri Vegas
& Like Mike
15 giugno Jane’s Addiction
23 giugno Sean Paul
FABRIQUE
Via Fantoli 9, Milano
Info: 02 50 63 008
www.fabriquemilano.it
Mecenate per i dj set di successo: parliamo di eventi da quattromila persone. Da una volta
l’anno son passato a due e più
fino a cinque eventi all’anno. A
questo punto ho notato il capannone di Via Fantoli e ho immaginato di fare un nuovo locale. Nel 2014 sono iniziati i lavori
e a settembre dello stesso anno
abbiamo aperto. Il Fabrique è
quindi il frutto di due grandi
location storiche quali il Rolling
Stone e i Magazzini generali.
Quali sono le caratteristiche
innovative del Fabrique?
Ha un parcheggio molto ampio
in una zona nella quale non andiamo a disturbare i residenti,
distanti dal locale. Ha una capienza di 3100 persone con un
impianto di areazione all’avanguardia per far stare bene la gente: non vedrete mai al Fabrique
62 ITA EVENTI
la tipica condensa che si forma
nelle grandi location quando
sono piene. L’impianto audio è
uno dei più avanzati a livello europeo con una insonorizzazione
lungo tutto il perimetro del capannone. C’è un aneddoto che
mi piace raccontare: il Fabrique
è nello storico capannone del
più grande ex distributore di dischi di Milano, la Venus. Quando ho finito le scuole medie mi
sono presentato da loro cercando un lavoro: mi facevano fare
le cose più faticose e probabilmente non ero molto diligente
perché mi licenziarono. Buffa la
vita eh?
Sembrerebbe più una storia
americana più che italiana,
soprattutto
considerando
l’età.
Sono pronto per andare in pensione!
musica
L’ISTINTO DI JASELLI
L’artista è un caso unico nel panorama italiano del pop-rock. Mai passato attraverso i
discutibili talent, musicista con tanta gavetta alle spalle e tanti chilometri percorsi a
portare la sua musica dal vivo in giro per l’Italia. di Guido Biondi
J
ack Jaselli è un caso unico nel panorama italiano del pop-rock. Artista puro, mai passato
attraverso la sciagura dei
talent, musicista con tanta
gavetta alle spalle e tanti chilometri percorsi a portare la
sua musica dal vivo in giro
per l’Italia. Con un album di
debutto eccellente (It’s Gonna
Be Rude, Funky, Hard) e un
Ep acustico di rara bellezza (I Need The Sea Because It
Teaches Me), Jaselli in breve
tempo ha conquistato quasi
tutti gli “addetti ai lavori”,
ricevendo un consenso
dalla critica musicale e di
un pubblico fedele. Monster Moon, il suo ultimo
disco, è un salto di qualità nel quale l’artista è
“centrato” e diretto come
mai prima d’ora. Lo testimonia la forza del singolo
“The End”, un piccolo
capolavoro con una caratura internazionale. Oltre
ad essere un valido chitarrista Jack è un lettore
accanito, si è laureato con
lode in Filosofia e, appena può, viaggia in giro
per il mondo. Ha suonato in apertura dei concerti di Ben Harper e Fink;
la sua band è composta
da Nik Taccori e Max
Elli. Uno dei suoi sogni
nel cassetto è di farsi
produrre un album da
Daniel Lanois.
Monster Moon si può definire quasi “un nuovo inizio” della sua carriera artistica, quasi uno
spartiacque rispetto al passato, è così?
Questo disco è nato dopo quasi due anni di un
tour bellissimo e dopo l’incisione di un album acustico, da me considerato un’autentica follia. Quando si sono fermate le bocce di
questa partita che abbiamo
giocato – nell’assoluta incertezza – ci siamo resi conto
che eravamo senza etichetta
discografica e senza il nostro
abituale promoter. Eppure,
nonostante tutto, io sentivo
il bisogno di fare un nuovo
album. L’ho vissuto come una
grande scommessa: proviamo
a giocarci tutto! Con i soldini
messia da parte dal tour ho
deciso di partire con la
band: le nuove canzoni
avevano il profumo della California e lì siamo
andati. L’imperativo categorico è stato: facciamo un disco come piace
a noi, senza interferenze.
Abbiamo trovato un produttore che ha sposato la
nostra causa (Ran Pink,
n.d.r.) e abbiamo registrato con lui a Los Angeles.
Alla fine avete siglato
con una major discografica, com’è successo?
Siamo stati assolutamente
colpiti dal fatto che una
major abbia preso il nostro disco fatto esattamente come volevamo noi, un
“pacchetto completo”, ed
è piaciuto tanto da pubblicarlo. Per adesso siamo
pienamente fiduciosi degli
sviluppi: considera che per noi le major erano quelle che ci dicevano – attraverso i loro rappresentanti
– “dovete andare a X Factor”, “dovete cantare in
italiano”. E adesso hanno accettato un disco interamente in inglese.
ITA EVENTI 65
“The End” è uno dei singoli pop-rock più belli
degli ultimi anni. Con questa canzone e con il
vostro album come siete stati accolti dalle radio
italiane? E pensate di puntare al mercato estero?
Il singolo è andato bene, è stato nella top 100 per
un buon periodo. Il mercato internazionale è la nostra “mission” e ci auguriamo che con la struttura
della major si riesca nell’intento. Da soli è abbastanza dura.
Per chi vuole fare un disco non omologato quale consiglio può dare? Può bastare You Tube
per emergere o bisogna passare per forza da
un talent? E come mai mancano i giovani produttori e vediamo artisti affidarsi sempre agli
stessi nomi?
Dipende da ciò che uno vuole. Nel mio piccolo
mi auguro di aprire una strada… La gavetta bisogna farla, è necessario trovare la propria strada oltre a vedere i percorsi già tracciati. Si lavora spesso
su uno stereotipo di business locale e quelli sono i
sistemi, sappiamo che risultati possono dare.
Mi ricorda il gioco dei quadrati e delle stelline
che facevamo da piccoli, se non ci entri non
succede niente. Uno la sua “formina” se la deve
aprire da solo… Io credo che ci siano tanti produttori bravi e giovani. Il problema è che se fai
parte – come nella maggioranza dei casi – della
catena di montaggio vale la regola “se quello ha
fatto funzionare quella canzone andiamo da
lui”. È come mettere un “trucco e parrucco”
senza troppo preoccuparsi dell’originalità. Se
va di moda il biondo andiamo su quello. Una
catena di montaggio di ottimi professionisti ai
quali – per forza di cose – viene a mancare il
tempo per fare bene il proprio lavoro. Ci sono
steccati di genere che all’estero non esistono:,
se canti in inglese – come nel mio caso – è
semplicemente il mio modo di esprimermi.
Qual è, in sintesi, il significato principale
“tra le righe” di Monster Moon?
Dopo alcuni dischi nei quali il “focus” era la
ragione ho cercato di comunicare che anche
la notte, l’assenza di una luce della ragione
tendente ad analizzare e chiarificare, il lasciarsi andare alla propria parte istintuale
delle emozioni, può essere saggezza.
66 ITA EVENTI
notes
ESET PARENTAL CONTROL
PER ANDROID,
L’APP A MISURA DI BAMBINO
I genitori possono aiutare i propri figli a esplorare Internet in modo sicuro. di Bruno Quiriconi
PROVA SUBITO ATTRAVERSO IL QR CODE
P
er i genitori è molto importante poter contare su uno strumento in grado di gestire
ciò che fanno i propri figli sui loro tablet
e smartphone. Un sondaggio richiesto da ESET
mostra che l’88% dei genitori è preoccupato dei
contenuti online a cui possono accedere i propri
figli. Dal sondaggio emerge inoltre che l’81% dei
genitori si dicono turbati dall’idea che i propri figli
possano visitare pagine web inappropriate; il 71%
è preoccupato che i propri ragazzi possano inviare
informazioni personali a degli sconosciuti; mentre
il 61% ha sottolineato l’eccessivo tempo che trascorrono sui dispositivi. Il sondaggio ha però rilevato che, nonostante i timori dei genitori, soltanto
pochi di loro hanno installato un app di parental
control che gli permette di gestire le esperienze
online dei propri figli. Per accedere a Internet, i
bambini stanno velocemente passando dall’utilizzo dei PC a quello dei dispositivi mobile. Le statistiche mostrano che Facebook da solo vanta un
miliardo di utenti attivi al mese che si connettono
attraverso i dispositivi mobile. E tra i bambini, la
piattaforma mobile più utilizzata è Android: secondo le previsioni, ci saranno oltre un miliardo
di dispositivi Android nel 2017 e questi, anche
grazie ai costi contenuti, vengono preferiti dai più
giovani rispetto ad altri prodotti. L’app ESET Parental Control per Android difende i bambini che
usano i dispositivi mobile garantendo loro un’eccellente protezione e una sana esperienza online,
senza limitare le prestazioni. Si tratta di un sistema
di protezione per la famiglia a misura di bambino
che permette ai genitori di creare un rapporto basato sul rispetto con i propri figli che utilizzano i
loro smartphone o tablet. Progettato per aiutare
i genitori a proteggere i propri figli dalle minacce
di Internet e dalle pagine web inappropriate, l’app
vanta tantissime funzionalità per la protezione dei
bambini e un’interfaccia grafica davvero intuitiva.
ESET Parental Control per Android è disponibile
su Google Play Store, sul portale my.eset.com o attraverso i partner ESET.
68 ITA EVENTI
FUTURE TIME è il distributore esclusivo dei prodotti
ESET per l’Italia, nonché suo partner tecnologico.
Fondata a Roma nel 2001, Future Time nasce
dalla sinergia di due preesistenti aziende attive da
anni nel campo della sicurezza informatica. Future
Time, con Paolo Monti e Luca Sambucci, fa parte
della WildList Organization International, ente no
profit a livello mondiale composto da esperti e
aziende antivirus che hanno il compito di riportare
mensilmente tipologia e e numero dei virus diffusi
in ogni Paese. Per maggiori info: www.eset.it
ESET, fondata nel 1992, è uno dei fornitori globali
di software per la sicurezza informatica di pubbliche amministrazioni, aziende e utenti privati.
Il software ESET NOD32 Antivirus fornisce una
protezione in tempo reale da virus, worm, spyware
e altri pericoli, conosciuti e non, offrendo il più
elevato livello di protezione disponibile alla massima velocità e con il minimo impiego di risorse di
sistema. NOD32 è l’antivirus che ha vinto il maggior numero di certificazioni Virus Bulletin 100% e
dal 1998 non ha mai mancato l’individuazione di
un virus ItW (in fase di diffusione). ESET NOD32
Antivirus, ESET Smart Security e ESET Cybersecurity
per Mac rappresentano le soluzioni per la sicurezza
informatica più raccomandate a livello mondiale,
avendo ottenuto la fiducia di oltre 100 milioni
di utenti. L’azienda è presente in 180 Paesi. Per
quattro anni di seguito ESET è stata inclusa fra le
aziende Technology Fast 500 EMEA da Deloitte e
per dieci anni consecutivi fra le aziende Technology
Fast 50 Central Europe.
Per maggiori info: www.eset.it
Le funzionalità includono:
Controllo delle applicazioni: blocca i contenuti in
base all’età del bambino.
Gestione del tempo: permette ai genitori di limitare il tempo che il proprio figlio può trascorrere
a giocare o a utilizzare altre app, persino quando il
bambino è fuori casa.
- Controllo Web: l’app blocca automaticamente
delle categorie predefinite di siti web, come quelle
che presentano contenuti offensivi o per soli adulti,
in base all’età del bambino. Possono essere aggiunte ulteriori categorie o specifici siti web.
- Posizione figlio: consente ai genitori di richiedere
in qualsiasi momento l’attuale posizione del dispositivo del figlio.
- Messaggio del genitore: un SMS inviato da determinati numeri del genitore bloccherà lo schermo
del telefono del figlio fin quando non verrà premuto un pulsante di conferma dal figlio stesso.
- Rapporti per i genitori: rapporti dettagliati
sull’utilizzo delle app e sulle pagine web visitate.
- I rapporti possono essere visualizzati in qualsiasi
momento utilizzando l’app in modalità genitore; o
attraverso my.eset.com o possono essere inviati periodicamente agli indirizzi email dei genitori.
- L’app contiene un’opzione aggiuntiva che consente ai figli di chiedere ai propri genitori speciali
permessi per accedere a determinate app o a particolari contenuti web, o la possibilità di aumentare
il tempo per il gioco o la navigazione web.
ITA EVENTI 69
notes
GUIDA PER PROTEGGERE
I BAMBINI SU INTERNET
DEDICATA AI GENITORI
I
bambini sono la nostra più grande risorsa,
sono il nostro futuro. Alla ESET siamo genitori proprio come voi. E come voi sentiamo la
necessità di guidarli nella vita e di proteggerli dai
pericoli, ma oggi questa responsabilità rappresenta
una sfida enorme. Con i dispositivi mobile che diventano sempre più complessi e moderni e con la
rapida evoluzione del linguaggio, la pressione aumenta esponenzialmente sui genitori che devono
essere al passo con i tempi per educare a loro volta i
propri figli. Questa guida vi aiuterà in questo compito e vi spiegherà quali sono gli aspetti da tenere in
considerazione per garantire ai vostri figli un’esperienza su Internet che sia quantomai sana e sicura.
Di seguito potrete trovare una serie di strumenti
che vi permetteranno di proteggere le attività online dei vostri figli.
-Usare strumenti con funzioni di parental control:
potrete trovarli nei browser e anche nei software antivirus. È presente nella versione 9 di ESET
Smart Security e anche nell’app ESET Parental
Control per Android. Questo tipo di strumenti
sono disponibili anche per console come Nintendo
Wii e Xbox 360.
-Non permettere ai vostri figli di inviare informazioni riservate su Internet: le informazioni personali non dovrebbero mai essere richieste via e-mail
o tramite chat. Le banche non richiedono mai in
questo modo i dati del vostro conto e men che
meno il vostro PIN. Per questo motivo è importante non fornire ai bambini queste informazioni.
-Non rispondere ne eliminare i messaggi di
stalking: se vostro figlio è vittima di cyber bullismo
non dovrebbe vendicarsi. Spiegate che gli stalker
vogliono provocare esattamente questo tipo di reazione che alimenta il loro desiderio di nuocere. Se
vi trovate in questo tipo di situazione e se capita di
nuovo, rivolgetevi alle autorità competenti. Comunque, non eliminate alcun messaggio di questo
tipo ricevuto, sono le prove dell’azione illecita.
-Non tutto quello che vedete online è vero: non
tutte le informazioni che possiamo trovare sul web
arrivano da fonti attendibili ed è importante che
i bambini capiscano la differenza. Create un blog
dove pubblicate le vostre opinioni per dimostrargli
quanto sia semplice acquisire uno spazio online e
70 ITA EVENTI
manipolarne i contenuti.
-Aprire un dialogo: la comunicazione tra voi e i vostri figli gioca un ruolo chiave nella loro sicurezza.
È molto più produttivo parlare delle loro paure e
delle loro preoccupazioni piuttosto che punirli. Un
ambiente sereno e un dialogo aperto, su Internet
come nella vita reale, può essere l’aspetto chiave per
il loro benessere.
-Se pubblicate online qualcosa, ricordate che sarà
per sempre: insegnate ai vostri figli, che qualsiasi
cosa pubblicata online rimane lì per sempre. Per
di più, ne perdono il controllo quando queste informazioni vengono condivise da chiunque, arri-
vando persino agli sconosciuti. Una buona regola è
non condividere alcuna foto, stati personali o altri
contenuti che non vorremmo far vedere a nostra
nonna. Questo è valido per ogni tipo di espressione
della vita online – social network, servizi di messaggistica istantanea, blog o commenti.
ALTRI 5 SUGGERIMENTI PER I GENITORI
-Assegnate un account utente a vostro figlio. Questo è il primo passo per controllarne efficacemente
le attività online. Il ruolo di amministratore di sistema dovrebbe sempre essere riservato a un adulto.
-Aggiornare costantemente l’antivirus e il parental
control.
-Controllare la cronologia di navigazione di vostro
figlio. Se è stata cancellata è giusto parlare dei motivi che lo hanno portato a farlo.
-Controllare la webcam, e assicurarsi che sia disconnessa o coperta (se integrata) quando non viene utilizzata.
-Verificare le impostazioni del social network utilizzato da vostro figlio. Un profilo senza limitazioni
alla privacy e in cui tutti i contenuti vengono condivisi pubblicamente può mettere a repentaglio la
sicurezza di un ragazzo.
Oggi, impedire a vostro figlio di utilizzare le tecnologie non rappresenta una soluzione. Queste sono
parte integrante della loro vita quotidiana, e sono
sempre più importanti per il loro sviluppo. Invece
di imporre semplicemente dei limiti e delle restrizioni, aiutate i vostri figli a utilizzarle in maniera sicura e siate parte attiva dell’interazione tra il bambino e il dispositivo. È importante sottolineare che
molti di questi pericoli possano interessare anche
gli adulti, e la maggior parte delle precauzioni che
abbiamo elencato dovrebbero essere sempre utilizzate indipendentemente dalla situazione o dall’età.
La sicurezza dei bambini è responsabilità di tutti, e
i suggerimenti che vi abbiamo proposto in queste
linee guida aiuteranno gli adulti a proteggere le informazioni, i sistemi e l’integrità dei minori.
Per maggiori informazioni visitate il nostro sito
web o i nostri canali social:
www.eset.it
www.welivesecurity.com
Seguici su Facebook: facebook.com/eset
Seguici su Twitter: twitter.com/ESET @ESET
ITA EVENTI 71
benessere
BODY CONTOURING:
L’INTERVENTO CHE CONSENTE
DI RIDISEGNARE IL CORPO
PRIMA
DOPO
Dr. Antonio Distefano
Specialista in Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica
C
os’è il “body contouring” che
promette di rimodellare il
corpo con un solo intervento? Il body contouring è una
metodica chirurgica altamente
innovativa che consente in un
unico tempo operatorio un rimodellamento proporzionato
fra la parte superiore e inferiore del corpo. Congiuntamente
si possono aspirare le adiposità
localizzate dalle zone in cui sono
sovrabbondanti e distribuirle, riutilizzandole, nelle aree in cui spesso si assiste ad una ipotrofia come il seno o i glutei. Ad un
addome tonico, ad una coscia più affusolata, ad un
fianco più regolare possono corrispondere un seno
più pieno e rotondo oltre che un gluteo più tonico e
proiettato. Gli arti inferiori sono senz’altro la parte
in cui il risultato dell’intervento risulta più visibile,
non soltanto per l’effetto della lipoaspirazione ma
anche per il rimodellamento dell’adipe in zone carenti per una armonizzazione completa e piacevole
con il resto del corpo. Si possono snellire e tonifi-
72 ITA EVENTI
care gli arti inferiori un po’ importanti
ed equilibrare la silhouette con una
proiezione del gluteo, che spesso
risulta carente di tono e svuotato. C’è inoltre una buona
indicazione all’intervento per
le donne che desiderano intervenire sul seno ma che non
sono attratte dall’idea di una
protesi tradizionale. L’obiettivo
resta in ogni caso fermamente
legato alla naturalezza del risultato: ogni donna ha le sue proporzioni,
la sua altezza, la sua circonferenza ossea,
le sue peculiarità anatomiche. L’effetto voluto va
sempre pensato e progettato su una base anatomica individuale, le cui proporzioni vanno studiate e
rispettate per avere un approccio chirurgico efficace e naturale. Pari importanza riveste la scelta del
chirurgo che eseguirà l’intervento. Il body contouring necessita di un training approfondito e specifico. Per questo motivo è importante rivolgersi a
professionisti che nel loro curriculum abbiano una
adeguata formazione su questo tipo di metodica.
Allo stesso modo è necessario assicurarsi che l’intervento venga svolto in una clinica certificata, con
sale operatorie perfettamente attrezzate. Il body
contouring prevede almeno una notte di ricovero,
che va estesa a due nel caso di interventi un po’ più
importanti o di pazienti sopra i 50 anni. Esistono
inoltre, come per tutti gli interventi chirurgici, delle condizioni necessarie perché l’intervento possa
essere indicato e possa essere eseguito con pieno
successo. La tipologia della pelle del paziente, ad
esempio, è determinante. Pelli non compatte, prive di un buon tono dermico e muscolare necessari
per un risultato soddisfacente, sono una controindicazione all’intervento: l’aspirazione infatti di una
quantità di adipe anche modica in pazienti con un
derma sottile e atonico potrebbe determinare dei
cedimenti tissutali con risultati mediocri e poco
stabili. L’esame obiettivo che viene effettuato alla
prima visita è fondamentale per una corretta valutazione. Nei casi più severi di anelasticità della pelle
si possono considerare di programmare delle seduta di neocollagenogenesi con la radiofrequenza, e
più in generale con macchinari che tonifichino il
derma prima e dopo l’operazione. In alcuni casi
questi sono fondamentali perché sia possibile sottoporsi all’intervento stesso. Va fatta inoltre menzione di altre condizioni che rendono l’intervento non
indicato: abbondante sovrappeso o franca obesità.
In questi casi è prioritaria una buona pianificazione
alimentare e fisica prima di qualsiasi programmazione chirurgica che prevederà di ridurre le aree
adipose residue, ipotoniche o con eccessi dermocutanei. www.antoniodistefano.it
ITA EVENTI 73
sapori
FORNELLI
A SPILLO
È il primo format di food
entertainment nel panorama
italiano, un nuovo modo
di fare cucina conviviale.
Di Andrea Thomas
C
os’è fornelli a spillo? È
food entertainment. È il
nuovo modo di fare cucina conviviale. È un’occasione
per imparare a cucinare. È qualità del cibo che si condivide, del
vino che si beve, delle persone
che partecipano. Cosa non è fornelli a spillo? Non è solo un corso
di cucina. Non è solo social dinner. Non è uno speed date. Non
è uno show cooking. Fornelli a
Spillo è il format di food entertainment cucito da Anna e Marco, food entertainer e food planner, che fa della cucina il perfetto
luogo per un incontro. È ai fornelli che convivialità e familiarità diventano sinonimi, che il piacere del buon cibo si imbastisce a
quello della conoscenza reciproca
e che i rapporti tra le persone si
cuciono tra la mantecatura di un
risotto e la cottura di un soufflè.
Ed è così che tra consigli per una
74 ITA EVENTI
cucina rapida e gustosa e realizzazioni di gruppo di una ricetta, la serata di Fornelli a Spillo
diviene il luogo dove mescolare
facili tecniche di cucina con
chiacchiere in libertà. All’interno del contenitore di Fornelli
a Spillo convivono vari format:
Sexy food per facilitare l’incontro
fra single, Italian food per cucire legami tra italiani e stranieri,
Cuochi ai primi fuochi per allenare alla cucina anche i dummies,
Italian food classes per avvicinare
gli stranieri alla cucina italiana.
Team building è il format ideale
per le aziende. Fornelli a Spillo
si presta e si adatta alle esigenze delle aziende per organizzare
incontri di formazione orientati
a rafforzare i rapporti tra i professionisti e a rinsaldare forme
di collaborazione tra le persone.
Attraverso il format di Fornelli a
Spillo è possibile sviluppare mo-
menti di team building pensati
con l’obiettivo di favorire il supporto reciproco utilizzando un
metodo diverso da quello applicato dai formatori tradizionali.
Il food entertainment di Fornelli
a Spillo si propone quindi come
strumento per motivare i partecipanti dimostrando come, attraverso un approccio organizzato,
sia possibile centrare qualunque
obiettivo: dal cucinare un risotto al cocco fino a raggiungere i
target di vendita. E come spazio
di comunicazione per un prodotto o un brand. Tutte le aziende,
non solo quelle appartenenti al
settore food, sono costantemente alla ricerca di nuove forme
per comunicare. Una serata con
Fornelli a Spillo, tra cucina e
convivialità, diventa il momento
ideale in cui presentare un brand
o un prodotto. In cucina ci si
conosce, ci si lascia andare, ci si
mette in gioco. Chi sono i commensali attorno ai fornelli? Giornalisti, Kol, blogger, influencer e
chiunque abbia la possibilità di
ribattere sui mezzi di comunicazione, tradizionali e social, l’esperienza vissuta che diventa così
cassa di risonanza per un brand
o un prodotto. Perchè attraverso i social si possono realmente
moltiplicare le esperienze e amplificare i feedback a una rete
ampia e diversificata di contatti.
www.fornelliaspillo.it
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ITA EVENTI 0
food
IL RIGORE E LA CONTINUITÀ
Stefania Moroni, figlia di Aimo e Nadia, prosegue l’attività di ricerca e sperimentazione
trasformando il celebre ristorante in un luogo di arte, cultura e convivialità. Da qui la
gastronomia italiana ha iniziato ad elevarsi a livello internazionale. di Bruno Quiriconi
Q
uando Aimo è arrivato
a Milano da Pescia, un
piccolo centro toscano
vicino a Lucca e Pistoia - famoso per la raccolta dei garofani -,
aveva un sogno: aprire un ristorante e trasformare il cibo in un
mezzo per esprimere la sua filosofia di vita. Attraverso un piatto
di carne o di pesce, una pasta o
un dessert anelava al desiderio
di trasmettere le sue emozioni,
la sua ricerca costante delle migliori materie prime presenti nel
territorio italiano, il rigore nel
considerare la cucina un luogo per sperimentare, accogliere
il visitatore e conquistarlo con
il suo gusto. Col passare degli
76 ITA EVENTI
anni, anche grazie all’aiuto fondamentale della moglie Nadia
(anche lei toscana, di Chiesina
Uzzanese) il suo ristorante ha
iniziato il suo decollo verso le
alte sfere della gastronomia internazionale: è stato – in assoluto – il più premiato, venerato
e citato dai critici specializzati
con riconoscimenti dalle guide
più rinomate. C’è qualcosa di
diverso nell’animo di Aimo rispetto alla lunga ondata generazionale di ristoratori toscani: la
volontà di trasformare il pranzo
o la cena in un’esperienza quasi mistica. Provare per credere.
Ogni ingrediente è selezionato
da una lunga filiera controllata
e aggiornata quotidianamente,
cucinato con impegno e dedizione, con un riguardo sulle ultime
scoperte della scienza alimentare
e con l’impegno di esaltare i sapori e la presentazione sul piatto
del cibo. Tutto questo poteva
essere una parabola discendente,
diventando un ricordo per chi
ha assaporato almeno una volta
le pietanze di Aimo e Nadia. E,
invece, grazie alla figlia Stefania,
la storia continua e si evolve in
un canovaccio di installazioni
d’arte, seminari culturali, presentazioni e conferenze, musica,
letteratura uniti alla tradizione
dei genitori. Il risultato, oggi, è
Il luogo di Aimo e Nadia, ubica-
to sempre nella periferia milanese per scelta di Stefania; con
due giovani Chef all’altezza del
mentore e uno staff di prim’ordine. Non è stato facile, come ci
racconterà in seguito Stefania,
portare avanti un progetto rinnovandolo e agganciandolo alla
contemporaneità: lei è riuscita
grazie ai suoi studi, alla sua intraprendenza e alla volontà di
inserire la sua personalità e i suoi
interessi all’interno dell’attività
dei genitori. L’esempio più significativo è l’installazione-composizione presente all’interno e
alla facciata esterna del “luogo”,
“una stratificazione di emozione
e pensiero” curata dall’artista e
scienziato Paolo Ferrari, parte
integrante dell’esperienza cibo-mente. Con Paolo Stefania
ha immaginato ogni dettaglio
all’interno del locale, piccoli
frammenti studiati per impreziosire lo sguardo e lo stato d’animo dl commensale. Gli spunti
artistici e letterari sono elaborati
al Centro studi Assenza coordinato dallo stesso Ferrari. “Chi
siamo oggi?”, inizia così l’intervista a Stefania, “Questo è il
luogo, lo spostamento del nome
è significativo: un raro esempio
di continuità – ad alti livelli –
nell’ambito della ristorazione.
Siamo la terza generazione, sempre nella stessa location – e non
ci muoveremo mai da qui per
scelta -, perché qui c’è una storia, un radicamento, un humus.
Siamo inseriti nell’attualità della
cucina contemporanea pur con
le nostre radici. Oggi siamo un
team - ci ho lavorato dieci anni
per ottenerlo -, ho dovuto dimostrare sul campo che potevo farcela. Fabio Pisani e Alessandro
Negrini sono i nostri due Chef,
Nicola Dell’Agnolo è il maître in
sala. La sfida vinta è stata quella di poter dare uno spazio a dei
giovani (gli Chef hanno 37 anni
entrambi) e nello stesso tempo
non perdere l’identità che i miei
genitori avevano costruito. Que-
sta identità è spesso confusa con
tradizione, un termine abusato
e non congruo per descrivere la
cucina di Aimo: ogni piatto veniva – ed è tutt’oggi - preparato sempre con una novità, mai
uguale al precedente; anche la
trippa, ad esempio, veniva arricchita con un nuovo ingrediente
oppure cucinata a seconda della
fantasia del momento. In questo
modo alziamo sempre l’asticella: convincere il cliente a variare
sempre le sue aspettative rispetto
al piatto tradizionale.
Quando è stato aperto Aimo e
Nadia?
Nel 1962. Rilevano un posto
semplice, un bar: i primi anni
c’era anche mia nonna e facevano
da mangiare per gli operai della
zona. All’epoca non esistevano
le grandi scuole per gli Chef,
qualcuno studiava in Svizzera o
all’estero. Per dieci anni Aimo e
Nadia passavano il pomeriggio
nel ristorante e studiavano il cibo
con dedizione e passione; la sera
lo preparavano ai clienti. Pur
con un legame particolare alla
loro terra, si recavano in ogni angolo d’Italia provando i prodotti
riconoscendone il valore tecnico,
umano e organolettico: cacciagione, selvaggina, legumi, olio,
vino, farro, le verdure e la carne
(Chianina). Nessuno è ciò che
produce ma sicuramente il prodotto rivela chi lo ha fatto, ne è
una emanazione.
ITA EVENTI 77
Più che di amicizia avevano
rapporti di complicità gastronomica: gran parte del cibo veniva
preparato apposta per loro (ad
esempio il prosciutto stagionato).
Chi tra i suoi genitori aveva
maggior passione?
Mio padre, senza dubbio. Mia
madre è l’esempio di una grande
dedizione e condivisione di certi
principi saldi. Oggi si parla molto di etica: bene, loro l’hanno
sempre avuta.
Rigore nella migliore accezione del termine, professionalità…
In questo rigore c’era anche una
grande libertà: il lascito dei miei
genitori non è solo tecnico, di
impostazione: si vedono molto
bene quelli che hanno seguito
quella scuola. Si notano meno
coloro che hanno seguito la
scuola dei miei genitori, prima
78 ITA EVENTI
di tutto umana. Questo stile, in
cucina e fuori, ti impone di metterti in gioco fino in fondo come
essere umano e allora puoi diventare un cuoco, un sommelier:
le persone passate da noi hanno
imparato una modalità del fare.
Qual è il vostro piatto storico?
Il principale è lo spaghetto al
cipollotto e peperoncino. È un
piatto semplice, i miei genitori
sono stati bravi a far mangiare
pasta e cipolla a tutti: stranieri
e italiani. Oggi può avere anche
un senso ma negli anni settanta
e ottanta la cucina gourmet era
proteica. Derivava dalla storia
della Francia: carni, pesci, i ragù,
le creme, l’olio; una cucina sontuosa. E noi, per converso, la
zuppa e una serie di dolci con le
verdure. La verdura nei dolci resta tale – insegnamento dei miei
genitori -, l’ingrediente non deve
perdere la sua qualità che arriva
a noi già talmente lavorata che è
un peccato distruggerla. Oggi è
di moda destrutturare; noi, invece, facciamo un’operazione diversa: esalto la tessitura, la storia
del posto d’origine.
Quando si compra un filetto
dai fornitori bisogna quindi
rispettarne la conformazione?
Esatto. Ci arriva un maialetto
di cinta senese al quale è stato
fatto un lavoro di asciugatura e
frollatura da parte del macellaio,
dell’allevatore. Se cambia una
cosa anche minima nella filiera
noi ce ne accorgiamo subito.
Suo padre è famoso anche per
una grande dialettica con i
clienti…
Lo scambio con il cliente per me
è fondamentale: una volta era
mio padre che raccontava i propri territori con il suo vissuto e
mentre lo faceva li riattraversava
nuovamente. Oggi lo faccio io e
unisco la loro voce alla mia conoscenza profonda del prodotto,
alla dietologia, alla competenza
scientifica che spesso i cuochi
ignorano. Mi accorgo subito di
una finezza, di un ingrediente.
Quando sono arrivati i primi
successi?
I primi riconoscimenti sono arrivati con Luigi Veronelli ed Edoardo Raspelli che hanno scritto
di questo posto quando ancora
era una trattoria. Poi, a mano a
mano, è arrivata una prima stella
e articoli in Francia e in Giappone. In particolare i giornalisti
giapponesi ci hanno scoperto
con grande anticipo: riconoscono da subito il valore della materia prima non troppo lavorata,
la freschezza e la naturalezza del
cibo. Il massimo riconoscimento
è stato il primo articolo uscito
sul quotidiano milanese Corrie-
re d’informazione: mio padre se
lo ricorda ancora perché titolava
“una trattoria toscana ma non è
la solita musica”; credo fosse il
1978. Certamente poi la guida
Michelin. I miei genitori erano tra i pochissimi che facevano una cucina senza influenza
francese perché non era la loro
storia. Si sono inventati qualcosa
di diverso. Quando loro hanno
iniziato, a nessuno importava
del prodotto italiano. Alcuni
cibi sono addirittura scomparsi
per incuria o disinteresse. Poi anche grazie all’Europa e ai suoi
paletti -, alcuni prodotti hanno
trovato la loro identità.
Se fossero due cuochi emergenti accetterebbero la spettacolarizzazione dello Chef in tv?
Lo spettacolo non è gastronomia. Ma ha smarcato la figura del
cuoco dall’essere identificato per
anni come un lavoro degradante.
1. Quasi un raviolo (di seppia) (foto
P. Barata); 2. Risotto carnaroli con
capperi di Pantelleria, limoni della
costiera, acciughe di Monterosso e succo
di cime di rapa (foto S. Barbagallo
per Riso Gallo); 3. Spaghettoni di
Benedetto Cavalieri al cipollotto e
peperoncino (foto Brambilla Serrani; 4.
Ravioli di Rabarbaro (foto Brambilla
Serrani; 5.Consommé di cappone
di Morozzo con bottoni di prosciutto
affumicato(foto Brambilla Serrani)
Quindi ben vengano i Masterchef. Il cuoco è una delle poche
professioni in cui c’è ancora un
ascensore sociale: a prescindere
da quello che è il background
familiare uno può sperare di raggiungere una certa qualità.
Ci racconta come si è realizzata grazie alla continuità del
luogo?
Io lavoro qui da tantissimi anni:
ho iniziato facendo delle cose in
cucina. “Un figlio di” non è detto che abbia le competenze: io le
ho guadagnate sul campo. Ho
fatto moltissimi corsi.
ITA EVENTI 79
Mi piace la cucina ma non è il
mio unico mondo. Io sto bene
in mezzo alle persone, mi piace
la cultura, ho trasformato questo
posto in una installazione artistica-architettonica, ho portato
altri piani culturali: della conoscenza, corsi interni alle persone
che lavorano con me: ad esempio
per imparare come funziona il
nostro cervello con i sapori. Adoro la cultura gastronomica, il suo
mondo sociologico, l’attualità,
l’arte contemporanea:
ho portato qui un
mondo-pensiero. La
realtà potrebbe avere
un piano non evidente, magari ha bisogno
di quel silenzio in più
perché si possa rivelare. Darti un pane e
pomodoro, sorprenderti e spiazzarti di riuscire a trovarlo in un
ristorante noto: poi lo
assaggi e resti sorpreso, la velatura del pomodoro viene svelata,
ogni ingrediente resta
se stesso ma si svela; è
uno stile. E si declina
in modi diversi.
Tutto questo impegno di ricerca e rigore riesce a coniugarsi
con una corretta
amministrazione? In
altre parole si riesce
a guadagnare?
Queste attività ad alto livello,
proprio per la quantità di “labour”, cura, servizio, attenzione, con altissimi costi è come
la haute couture nella moda: hai
bisogno di persone, di impegno.
Sono vent’anni che gestisco questa attività, è una scelta non fatta
in termini economici: sarebbe
stato più conveniente fare altro.
C’è sicuramente una buona gestione. E devo fare in modo che
funzioni. Questa attività, per
sopravvivere, deve diversificarsi,
80 ITA EVENTI
espandersi, non basta pensare
solo alla somministrazione del
cibo. C’è stato, da parte mia,
uno studio sul futuro di questo
luogo, per cambiare approccio
mentale e inventare qualcosa di
nuovo. Non esistono formule
preconcette: ci si prova, è anche
una sfida della vita. Ho fatto un
team building da sette persone:
io, i mie genitori, Fabio, Alessandro, Nicola e Federico. Credo molto nel team: i due cuochi
sono presenti da dieci anni. Non
sono semplicemente dei cuochi,
sono insieme a me in questa avventura. Abbiamo moltissime richieste di persone che vorrebbero
lavorare con noi.
Come hanno reagito i suoi
genitori quando hanno realizzato che avrebbe preso lei il
“timone”?
Diciamo che è avvenuto non a
tavolino ma con gradualità. Io
ho cercato di capire a 360gradi
questo mondo, ho lavorato qui
a lungo. Poi, a un certo punto,
ho iniziato ad organizzare eventi
all’estero: i miei erano refrattari e
stanziali, venendo da altre culture. Li ho costretti a uscire e fare
piccole cose e hanno scoperto
che poteva funzionare. Poi ho
cercato di trasmettere gli elementi culturali: per anni mi sono
occupata della comunicazione.
Il passaggio dai miei genitori al
team della terza generazione è
durato circa tre anni.
Ha avuto la percezione del loro orgoglio per la scelta
difficile di continuare un percorso intrapreso?
Tutto il mio lavoro, il
“sottolavoro”, l’attenzione alle criticità non
si vede spesso.
Pero’, quando per
qualsiasi motivo viene
meno, allora gli altri si
accorgono che manca qualcosa. Anche il
mondo della ristorazione mi considerava
una fuori di testa: io
stavo poco dentro il
sistema. Sono una
persona che ha guardato avanti: ho creato
e ancora oggi creo
una tessitura per permettere agli altri di
lavorare in un modo
migliore e più gratificante. Per
mia madre è stato facile capire
il mio lavoro, per mio padre ha
richiesto più tempo.
Ha un po’ glissato, le hanno
detto “brava”?
Adesso si. Non me l’hanno sempre detto. Adesso dicono brava,
ma soprattutto me lo dico io
(ride, ndr). Si fidano ciecamente
di me. Anche perché non possono fare diversamente, sono una
tale rogna!
F.LLI VINACCIA S.r.l.
Produzione
e commercializzazione
del Limone
di Sorrento I.G.P.
Via Pantanello, II Trav DX - Zona Industriale - 04022 Fondi (LT)
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libri
GIGANTI (Italiani seri nel Paese dei blablà)
Stefano Lorenzetto (Electa)
Chi sono i Giganti per Stefano Lorenzetto? Sono i personaggi intervistati
dall’autore nella sua ex rubrica de Il Giornale: trentacinque racconti
di cittadini italiani seri, motivati, autentici e ricchi di valori genuini. Un
vero inno all’etica, con alcuni personaggi straordinari: il manager che
soccorre i cinesi detenuti nei laogai, il chirurgo dei casi impossibili, il
crociato dei borghi abbandonati, il giardiniere che non si arrende mai,
l’operaio che ha salvato i bilanci della Fiat, la madre che ha offerto alla
patria i due figli poliziotti, la pensionata che vive da sedici anni dentro
l’aeroporto di Malpensa. Storie di persone altrimenti invisibili – per scelta
– lontano dai riflettori e dal clamore di una società dell’apparenza. Stefano Lorenzetto è consigliere dell’editore in Marsilio, scrive per Panorama,
Arbiter e L’Arena; è stato vicedirettore vicario di Vittorio Feltri al Giornale,
collaboratore di una quarantina di testate (Corriere della Sera, L’Europeo, etc.) e ha pubblicato sedici libri. Come autore televisivo ha realizzato
Internet Café per la Rai. Lorenzetto è entrato cinque volte nel Guinness
World Records per la più lunga serie di interviste che sia mai apparsa
sulla stampa mondiale. Le storie raccontate dal giornalista, qui raccolte
attraverso una selezione, sono lo specchio di una società civile, caparbiamente allenata a fare senza chiedere, a resistere senza lamentarsi, a
combattere con le armi dell’impegno e della perseveranza. Ed è un vero
peccato che – almeno per adesso – non leggeremo altre interviste così,
lasciando ulteriore spazio a tanti protagonisti dell’inutile. (b.q.)
IL PRIMO ANNO VA MALE TUTTI GLI ALTRI SEMPRE
PEGGIO Mara Maionchi e Alberto Salerno (Baldini & Castoldi)
Come due novelli Raimondo Vianello e Sandra Mondaini, la coppia
Mara Maionchi e Alberto Salerno rende pubblica – come in una piéce teatrale – la loro storia d’amore. Un libro pieno di ironia, pungente e dissacrante sulla vita di coppia e le sue sfumature. Si ride di gusto nei racconti
di Mara, diretta e spregiudicata, con alcuni momenti di rara tenerezza.
Salerno racconta la sua vita di paroliere: non tutti sanno chi è l’autore –
tra le altre cose - di “Io vagabondo” dei Nomadi. Una coppia moderna,
innamorata follemente della musica pop, “workaholic” e calvinista ma
sempre con grande umanità, capace di commuoversi per i successi dei
loro figli. Spassosi i racconti di Mara durante la sua lite con il primo datore di lavoro e con Gianna Nannini – esilarante la scrivania spaccata in un
momento di ira -; interessante il percorso di Salerno, soprattutto durante
il periodo della Numero Uno, l’etichetta di Lucio Battisti, momento di
grande creatività nella musica leggera italiana. Mara e Alberto sono da
sempre molto attivi dietro le quinte della musica pop e questo libro è anche l’occasione per un ripasso attraverso le varie epoche, dal beat sino a
Tiziano Ferro, ultimo artista scoperto dalla “ditta”. Si dice che l’equilibrio
di una coppia non va mai giudicato dall’esterno: l’impressione dopo la
lettura del libro è di una felice e ben rodata coppia, esperta nell’arte di
essere anticonformisti anche mandandosi a quel paese diverse volte al
giorno eppure con una grande unità, oggi davvero rara. (g.b.)
82 ITA EVENTI
libri
ABSOLUTE
BEGINNERS
Il nuovo libro di Carlo Massarini è una
mappatura a tutto campo delle origini
della musica rock e dei suoi affluenti meno
conosciuti. Una conversazione a 360 gradi
sulle grandi icone rock e su come la musica
rappresenta le pulsioni della società.
di Guido Biondi
“Sto pensando al prossimo progetto, per adesso top
secret”. Carlo Massarini guarda sempre al futuro
nonostante un passato da divulgatore per le generazioni cresciute con Mister Fantasy, storico programma musicale della Rai negli anni ottanta. Il
presente, dopo la chiusura di Ghiaccio Bollente su
Rai 5 e le proteste degli spettatori per l’inaspettato
congedo, è tutto nella sua nuova trasmissione su
Virgin Radio, Absolute Beginners. È anche il titolo
del suo ultimo libro pubblicato per Hoepli, ispirato
dichiaratamente al film di Julian Temple del 1986.
A differenza dei classici volumi di recensioni, talvolta noiosi, in questo libro c’è un filo logico, una
narrativa attraverso tre decenni di grande musica.
Un libro divulgativo – per nulla didascalico –
per capire le origini, le trasformazioni, i percorsi degli artisti e delle pietre miliari della musica
rock dal 1936 al 1969. Il tutto divertendo e incuriosendo il lettore.
In fondo ciò che io faccio – se consideri anche la tv
e la radio – è un modo di informare raccontando
delle storie in modo spettacolare e piacevole. Io ho
cominciato a comprare dischi dalla metà degli anni
sessanta, per la precisione con i Beatles nel 1965.
Avevo circa dodici anni. Poi ho continuato scoprendo Who, Jimi Hendrix, i Rolling Stones. Nel
libro ci sono dei ricordi personali e qualche aneddoto legato ai dischi comprati dai miei genitori.
Poi, ovviamente, c’è molta ricerca e molta lettura di
libri sull’argomento.
Lei ha incontrato e intervistato alcuni dei
protagonisti del periodo d’oro del rock e del
pop: Joni Mitchell, Bob Marley, Pink Floyd,
Bowie…
Joni Mitchell l’ho incrociata più che incontrata nel
1977 in un viaggio in America. Me l’ha presenta-
84 ITA EVENTI
ta Jaco Pastorius, a sua volta presentato da Patrick
Djivas della Premiata Forneria Marconi. C’è una
foto che documenta questo incontro di noi tre nel
mio libro Dear Mister Fantasy. L’ho poi incontrata durante il suo concerto all’Arena di Verona nel
1983 ma non ho mai avuto il piacere di intervistarla. Con Bob Marley invece ho avuto un incontro
approfondito e una bella intervista e anche dei
momenti di svago vedendolo giocare a pallone e
accompagnandolo sul suo autobus. I Pink Floyd –
e lo racconto anche in questo libro – ho avuto il
piacere di conoscerli dopo esattamente un mese dal
mio primo programma radiofonico.
Erano venuti a Roma a suonare e ne ho approfittato per intervistarli. Con Bowie ho fatto una piacevolissima intervista credo nel 1978. I Rolling Stones non li ho mai incrociati.
Come mai il libro raccoglie dischi pubblicati
fino al 1969? È una precisa scelta editoriale o
arriverà un altro volume?
C’è in programma di pubblicare il volume successivo sulla musica degli anni settanta, il periodo
del quale mi sto occupando adesso su Virgin Radio. All’inizio volevo concentrarmi solo sugli anni
sessanta ma poi ho deciso di andare ancora più a
ritroso. Volevo mappare le origini del rock. Tracciare anche personaggi misconosciuti appartenenti
al rhytm’n’blues che sono legati a doppio filo alla
storia del rock. Ciascuno dei protagonisti ha storie
divertenti, appassionanti anche tragiche da raccontare ed è stata anche una bella occasione di riascoltare i loro dischi.
Come giudica la musica oggi, la dissoluzione
dell’industria musicale ma, soprattutto, la carenza di fenomeni di aggregazione e di artisti
capaci di influenzare la cultura odierna? Un
mercato globalizzato in mano a personaggi di
puro entertainment.
È cambiato un mondo. Le cose non rimangono per
sempre le stesse. In particolare l’avvento di internet
e delle tecnologie, smartphone, camere digitali ha
nettamente cambiato le cose, specialmente negli
ultimi vent’anni; è cambiato proprio lo scenario.
Se penso a quando andavamo nei negozi specializzati ad aspettare con ansia l’arrivo di un album
d’importazione, lo portavi a casa, leggevi i testi, lo
ascoltavi con i tuoi amici… Oggi sembra di stare
su un altro pianeta. Non si possono mettere in re-
86 ITA EVENTI
lazione i periodi,
non è possibile fare
paragoni. Negli anni settanta non c’erano i telefoni cellulari: per intervistare qualcuno in America dovevi
chiamare il centralino, prenotarti e poi aspettare
a casa di essere richiamato qualche ora dopo. La
Cina negli anni settanta era un pianeta sconosciuto; adesso comprano le nostre squadre di calcio…
Poi, sulle singole cose, riusciamo a ragionare: le mie
emozioni erano più forti allora. Probabilmente per
un ragazzo di oggi sarà altrettanto emozionante votare un artista di X Factor, per me un po’ meno.
C’è molta buona musica anche oggi, soprattutto di
jazz, folk, r’n’b. ma le necessità del mercato sono
indubbiamente diverse. Fino agli anni sessanta,
periodo nel quale si sono sviluppati gli album, era
un mercato fondamentalmente di singoli. Canzoni pop come oggi, spesso one-hit-wonder, successi
senza un seguito. I testi oggettivamente sono abbastanza diversi, prima si seguivano con maggiore
attenzione. Oggi hanno meno importanza.
Qualche mese fa c’è stata una quasi insurrezione sui social network dopo la chiusra di Ghiaccio bollente, programma molto seguito su Rai
5. Ci sono stati sviluppi? Farà un’altra trasmissione?
Da parte della Rai nessuno sviluppo, anzi, hanno
cercato di mettere a tacere l’iniziativa. Non c’è stato nessun messaggio da parte della Rai neppure di
riconoscimento del programma e del suo valore. In
ogni caso – a livello personale – la petizione degli
ascoltatori è stata una testimonianza di grande affetto. A livello professionale questa ha sottolineato un
programma colto, non un talent, con la musica trattata con un taglio storico e culturale. La mancanza
di un programma del genere è clamorosa in Rai.
Domanda finale sui massimi sistemi: secondo lei c’è stato un disegno per ridimensionare
l’influenza della scena musicale, soprattutto la cultura generata dai protagonisti dagli
anni settanta in poi, le tematiche sociali, il
fenomeno di aggregazione, etc. Oggi la musica pop globale è soprattutto intrattenimento,
non disturba, a parte pochi artisti, Radiohead su tutti.
Mi viene difficile pensare che ci sia stata una
volontà così organizzata “dall’alto” da parte di
qualche “Grande fratello” o del Presidente degli
Stati Uniti o altro ancora per un giro di vite teso
a ridimensionare il potere alla musica. Gli artisti non sono così manipolabili. È il mercato che
influisce: quando le radio trasmettono tutte le
stesse canzoni è ovvio che la direzione non potrà
essere quella del passato; è musica che fa divertire, innamorare. Viene tagliata fuori la musica
che fa riflettere, quella che racconta delle storie. I
media – in generale – si dedicano, semplicemente, alla musica di successo immediato, trascurando quella che definisco musica interessante. Se
un caporedattore si convince che fa più gioco al
suo giornale pubblicare un articolo su Alessandra
Amoroso alla fine è una sua scelta e non credo che
ci sia dietro una filosofia di anestetizzare la musica cosiddetta colta o sociale. La musica oggi non
è più pericolosa, non c’è più chi infiamma come
facevano i Doors, non c’è musica che incita all’insurrezione. La musica per fare la rivoluzione nasce
in un momento storico nel quale c’è chi vuole farla.
Oggi nessuno vuol fare la rivoluzione, al massimo
le persone sono un po’ incazzate ma stanno al loro
posto e questo si riflette sugli artisti. La società
esprime ciò che ha dentro di sé. Anche il rap nasce
come musica di libera espressione di gente che non
88 ITA EVENTI
Traffic, James Brown e Rolling Stones dal vivo.
aveva un canale per esprimersi, almeno in origine,
se escludiamo la fascia culi, tette e pistole. Hanno
ancora una verve di canzone sociale ma tendenzialmente, se vediamo anche in Italia, hanno temi
di incazzatura personale, di ansia esistenziale e divertimento ma nulla in confronto a Niggaz With
Attitudes. Sono, alla fine, Fabri Fibra e Fedez, ed
è difficile definirli capopopolo per la rivoluzione;
un po’ tutta la musica oggi rappresenta questa “non
ribellione”. Credo che oggi più che ieri sarebbe - invece – una necessità.
zapping
L A NOTTE DEI PUBBLIVORI
Da un archivio sterminato raccolto da Jean Marie Boursicot viene realizzataogni anno
una selezione dedicata ai veri appassionati di spot. di Andrea Thomas
A
nche quest’anno la manifestazione più
amata da un pubblico smart ha avuto un
successo oltre ogni aspettativa. La cornice
dell’evento è stato il Blue Note di Milano, ambiente ideale ed elegante per coniugare lo spettacolo
degli spot più originali ed interessanti
dell’anno insieme a una cucina creativa. Organizzato dall’agenzia La
Buccia, La Notte dei Pubblivori è una maratona di spot
pubblicitari proveniente da
ogni parte del mondo, selezionati da un team e proposti in due tempi in un’unica
serata. Per chi sa leggere tra
le righe è anche un interessante “documentario” sul
linguaggio attuale dei creativi
e della pubblicità che racconta –
attraverso spunti e dinamiche – la
società contemporanea. La rassegna è
nata da un archivio di pubblicità – senza dubbio
il più grande mai esistito – con quasi un milione
e mezzo di spot collezionati dall’inizio del secolo
scorso ad oggi. Il format è stato inventato da Jean
Marie Boursicot, colui che ha iniziato a cataloga-
90 ITA EVENTI
re e collezionare l’archivio. Dietro allo spettacolo
vi è un gran lavoro di restaurazione delle pellicole originali e, soprattutto, la sua digitalizzazione.
Il format, originariamente, prevedeva uno show
dalla mezzanotte all’alba ed era oggetto di un
piccolo ma tenace zoccolo duro di fan.
Contiene più della metà di spot recenti, una parte proveniente da
mercati emergenti e una serie
di pellicole classiche, veri e
propri must per i veri appassionati: dal sensuale ed
ammiccante spot della Perrier – riproposto ogni anno
– sino a Super Timor, una
pubblicità degli anni cinquanta di uno spray africano
contro le zanzare decisamente
esilarante. Proprio il lato comico
della manifestazione, con una serie
di spot ad alto tasso di comicità è uno
dei momenti più amati insieme alla curiosità per
alcuni spot prodotti in Italia ma rimasti inediti. La
selezione degli spot contenuti nello show proviene
da oltre 80 paesi nel mondo, con 750 corrispondenti dalle varie agenzie internazionali.
TORINO
AGORÀ Via Dei Ciclamini, 23
ARCOBABY Via Carabelli, 2
BABY BOOM Via Lamarmora, 22
BABY STELLA Via Pola, 25
BABY WORLD Via Martiri Triestini, 1
BABYMOTTA Largo Settimo Severo, 6/2
BARBAPAPÀ Via Melzo, 16
BE.BE Via Brenta, 11
BIMBO POWER Viale Sarca, 187/189
BIMBÒ Viale Suzzani ang. Ca’ Granda
BIMBOPOLIS Via N. Battaglia, 41
BLU KIDS Corso Buenos Aires, 5
BRUMS Corso Buenos Aires, 30
CAMPO TEATRALE Via Casoretto, 41/A
CANETTA MANI DI FATA Via Dante, 2
CARLA BABY Corso di Porta Romana, 72
CARTOONIA Corso di Porta Romana, 72
CEM Via Decorati, 10
CENTRO TEATRO ATTIVO Via Ampere, 30
CERRO ARDENTE Viale Montenero, 16
CERRUTI PRIMA INFANZIA Via Giambellino, 39
CHICCO Via Dante, 12
DE PONTI GIOCATTOLI Via Castelvetro, 33
FANTASILANDIA Via Tiraboschi, 6
FATE I CAPRICCI Via Lanzone, 7
FORTURA GIOCATTOLI Via Pietrasanta, 14
FUN & FUN Via Beroldo, 2
GAIA Via N. Battaglia, 38
GIOCATTOLANDIA Viale Beatrice D’Este, 45
GIOCATTOLI ADIGE Corso Lodi, 9
GIOCHERIA Viale Monza, 9
GIOCHERIA Corso San Gottardo, 38
GIOCÒ CREATIVITÀ E ARTE Corso di Porta Romana, 96
GRILLO PARLANTE Via Chopin, 20
HAPPY CHILD Via Noè, 24
HAPPY CHILD Via Costanza, 21
I MONELLI Via Belfiore, 15
I PICCOLISSIMI Via del Sarto, 32
I PULCINI Via Stradella, 5
IDEXE Via Santa Sofia ang. Porta Romana
IL FANTABOSCO Via Marco Bruto, 9
IL GERMOGLIO Via Lanzone, 53
IL GRILLO PARLANTE 2 Via Brioschi, 23
IL NANO GIGANTE Via Lambrate, 18
IL NIDO Viale Monza, 60
IL PAESE DEI BALOCCHI Via Barona, 2
IL PIANETA DEL TESORO Via Perussia, 6/1
IMMAGINARIUM Viale Serra, 69
MILANO
ITAEVENTI QUESTO MESE – OLTRE ALLA CONSUETA
DISTRIBUZIONE – LO PUOI TROVARE ANCHE QUI:
IMMAGINARIUM C.so Porta Romana, 67
IMMAGINARIUM Via Dante
JACQUADIS PARIS Via Dante, 16
JEANS AGE Via Correnti, 21
L’ISOLA CHE NON C’È Via Gessi, 13
L’ISOLA CHE NON C’È Via San Rocco 11
L’OCA ROSA Via della Commenda, 25
LA CARTOLERIA Viale Piave, 20
LA CASA DE PEPA Via Anfossi, 19
LA CASA DE PEPA Via Solari, 23
LA CASA DE PEPA Foro Buonaparte, 69
LA CASETTA DI CUCCIOLO Via Heine, 4
LA CICOGNA Via Bellosio, 15
LA CITTA’ DEL SOLE Via Spallanzani, 16
LA CITTA’ DEL SOLE Via Solari, 68
LA CITTA’ DEL SOLE L.go Settimo Severo, 2
LA CITTA’ DEL SOLE Corso Lodi, 3
LA CITTA’ DEL SOLE Via Orefici, 13
LA COMPAGNIA DEI BIRICHINI Via Lagrange, 8
LA GIOCHERIA Via Correnti, 26
LA LUNA E LA CARTA Via Mac Mahon, 12
LA MUCCA E LA GIRAFFA Via Castelvetro, 33
LE PAPERE Via Raffaello Sanzio, 30
LES GALIPETTES Via Verro, 39
LIBRERIA DEI RAGAZZI Via Tadino, 53
LIBRERIA FOGLIAZZA Via della Commenda, 25
LUDUM Via Pietrasanta, 14
MAGO LEO Via Anfossi, 8
MASTRO GEPPETTO Via Savona, 45
MATIOL PRIMA INFANZIA Via Porpora, 95
MIELE Via Porro Lambertenghi, 12
MIND Corso 22 Marzo, 25
MOROSINI GIOCATTOLI Viale Gian Galeazzo, 31
MUBA Via Besana, 12
MUSEO WOW Viale Campania, 12
NATURINO Via Durini, 2
OKIKOLLE LAB Via Bronzetti, 18
ORIGINAL MARINES Corso 22 Marzo, 20
PALAUNO Largo Balestra, 5
PAPAVERI & PAPERE Viale Umbria, 63
PEPERINO PIZZA & GRILL Via F. Crispi, 2
PETER PAN Via Ariosto ang. Via Mascheroni
PETIT BATEAU Corso di Porta Romana, 64
PICCOLI SOGNI Via Termopili, 7
PICCOLI SOGNI Via Plinio, 60
PLAY PLANET Via Veglia, 59
PRENATAL Via Marco D’Agrate, 1
PRIMIGI STORE Corso di Porta Romana, 67
PROFESSIONE MUSICA Via Reguzzoni, 15
QUELLI DI GROCK Via Muzzio, 3
QUI SI GIOCA Via Ingegnoli, 15
RAGGIO DI SOLE Via Termopili, 7
RICORDI MUSIC SCHOOL Viale Premuda, 13
S&M Viale Ca’ Granda ang. Viale Suzzani
SALVAGENTE BIMBI Via Balzaretti, 15
SCARABOCCHIANDI Via Martiri Triestini, 1
SPLENDOR BABY Corso Lodi, 47
TANTI BACI Via degli Imbriani, 10
TATI KIDS Via Orti, 35
TEATRO DELLA LUNA Via di Vittorio, 6 (Assago)
TOYS CENTER Via Macchi, 27
TOYS CENTER Via Novara, 83
AL BOSCHETTO Via Val della Torre, 61
ASEI SCHOOL Corso Unione Sovietica, 113
ASSOCIAZIONE LA MATERNITÀ Via Gioberti, 71
BAMBY Corso Vittorio Emanuele II, 24
BIMBI CLUB Corso Peschiera, 364/A
BINARIA Via Sestriere, 34
C MIRAFIORI NORD Via Bellono, 1
CASA OZ Corso Moncalieri, 262
CENISIA CIT TURIN Via Avigliana, 13
CENTRO CROCETTA Via San Secondo, 29 bis
COLLEGIO SAN GIUSEPPE Via San Francesco da Paola, 23
COOP. SOCIALE TERZO TEMPO Via Po, 7
DON CHISCIOTTE Via Cernaia, 25
DU PAREIL AU MEME Via Garibaldi, 6
EUREKA KIDS Via Garibaldi, 38/E
GIROTONDO TOYS Corso Sommellier, 33
IL GRIFONE BABY Via Carlo Alberto, 38
IL MICINO Via San Marino, 31
IL PAESE DEL SOLE Via Rosolino Pilo, 24
IO BIMBO Corso Potenza, 153/D
IPER BIMBO Corso Bramante, 10/14
ISTITUTO SOCIALE Corso Siracusa, 10 A
ITER Via Revello, 18
KOALA Piazza Statuto, 2 bis
LE BIRBE Via Gattinara, 7
LINGOTTO - FILADELFIA Corso Corsica, 55
M** BUN Via Urbano Rattazzi, 4 - Corso Siccardi, 8/A
MAGAZZINI OZ Via Giolitti, 19/A
MARIA MONTESSORI Via Migliara, 7
MIRAFIORI SUD Via Farinelli, 25
NIZZA - MILLEFONTI Via Ventimiglia, 112
PARADISO DEI BAMBINI Via Andrea Doria, 8
PARAFARMACIA ARTEMISIA Corso Casale, 62/B
POPPY Via San Quintino, 13/F
POZZO STRADA BORGATA LESNA Via Monte Ortigara, 95
PUNTO GIOCO CIRIMELA Via Tempia, 6
PUNTOGIOCO ALIOSSI Via Millelire, 40
S. RITA Via Gorizia, 114
SACRA FAMIGLIA Via Rosolino Pilo, 24
SAN SALVARIO Via Silvio Pellico, 28
SBALLON Via Principe Amedeo, 40
SCUOLA EUROPEA SPINELLI Via Figlie dei Militari, 25
SCUOLA STEINER Via Cavour, 45/D
SECONDA MANINA TORINO Via Renato Martorelli, 73
THE WORLD Via Frassineto, 34
UNIVERSO BIMBO Corso Racconigi, 141
UNIVERSO BIMBO Via Cardinal Massaia, 39
UNIVERSO BIMBO Via Bibiana, 70
ACQUA CETOSA Largo Giulio Onesti, 1
CASILINO PRENESTINO LABICANO Viale Telese
CENTRALE RAGAZZI Via San Paolo Regola, 15
ALBERO AZZURRO Via Anagnina, 451
ANNANNA Via Nemorense, 90
ARTE E BALLETTO Via Rubattino, 1
BABY BOOM Via Anagnina, 361
BABY MODE Via Appia Nuova, 574
BABY’S STORE Via XXI Aprile
BABYLAND Via Tuscolana, 44
BALOCCHI Piazzale XII Ottobre
C. 1 ROMA Via San Giovanni in Laterano, 5
C. 3 ROMA Via dei Frentani, 6
C. FAMILIARE Piazza dei Mirti, 45
C. FAMILIARE Via Denina, 7
C. FAMILIARE Via Manfredonia, 43
CAROSEL PARK Via Rizzieri, 53
CASA DEI BAMBINI Via Libero Leonardi, 153
CASTELLO INCANTATO Via della Bufalotta, 395
CENTOSTORIE Via delle Rose, 24
CINEMA DEI PICCOLI Largo Marcello Mastroianni, 15
CITTÀ DEL SOLE Via della Scrofa, 65
DU PAREIL AU MEME Viale Libia, 199
EDEN PARK Via Battistini, 55
EMPORIO REGALI GIOCATTOLI Viale Somalia
EXPLORA Via Flaminia, 80/86
FATAMORGANA Via Lago di Lesina, 9
FATINE E FOLLETTI Via Delpino, 136
FINALMENTE DAME Corso Trieste, 112
GIOCATTOLI INFANZIA Viale Libia
GIOCHERIA SMORFIA GIOCATTOLI Via Tor de’ Schiavi, 343
GLI ARCIBIMBI Via Catania, 84
GOMMA MATITA E… Via Val Maggia
IL POSTO DELLE FAVOLE Via Merulana, 39
INFANZIA ELEGANTE Via della Serenissima, 26
IO BIMBO Via Tiburtina, 522
L’ARCOBALENO Via Gherardo, 19
L’ORSO DADO Via Guido Reni
L’ORSO MALU Viale della Vignola, 52
LA GIRAFFA Via Pompeo Magno, 84
LA MATRIOSKA Via Valesio, 28
LA MUCCA CAROLINA Via dei Castani, 95
MATTEL CARTOLIBRERIA Via Albalonga
MAURIZIO MELL Via Cina, 201
MISTER BABY Via Lorenzo Il Magnifico, 10
NATINUDI Piazza San Cosimato, 65
PAPERINO Via Gregorio VII, 336
PETER PAN Via Vettore, 1
ROMA
TORINO
ITAEVENTI QUESTO MESE – OLTRE ALLA CONSUETA
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PICCOLE IMPRONTE Via Degli Scipioni, 143
PRIMIGI Viale Libia
SANT’AGNESE SPORT CENTER Piazza di S.ta Costanza, 1
SPORTING CLUB DELFINO Piazza Tommasini, 18
TEATRO QUARTICCIOLO Via Ostuni, 8
YOU CAN DANCE Via Gadames, 3