n.17 POOH 50 anni di carriera con lode La lunga estate dei Modà Il Parental Control spiegato alle famiglie Arte: la bellezza ritrovata sommario in questo numero 12 . Pooh 28 . Arte - La bellezza ritrovata 26 . Arte - Il Ponte 40. Cinema 46. Modà 54. Ligabue 56. Fabrique - Daniele Orlando 64. Jaselli 68. Notes/Parental Control 72 . Benessere 74 . Sapori 82 . Libri n.17 www.itaeventi.it www.facebook.com/itaeventi twitter.com/itaeventi Direttore responsabile Guido Biondi Grafiche e impaginazione Massimiliano Pallai Hanno collaborato a questo numero: Bruno Quiriconi, Andrea Thomas, Antonio Distefano Iscritta con l’autorizzazione del Tribunale di Milano al numero 335 del 25/10/2013 Editore - Concessionaria di Pubblicità MediaAdv s.r.l. Via A. Panizzi, 6 - 20146 Milano Tel. +39 02 43986531 [email protected] www.mediaadv.it Stampa Mediaprint s.r.l. Via Brenta, 7 37047 San Giovanni Lupatoto (VR) finito di stampare maggio 2016 editoriale C osa significa nazional-popolare? Probabilmente avere una vasta popolarità tra le persone comuni. Una connotazione magari non di tendenza ma certamente da tener presente se vogliamo quantificare le dimensioni della popolarità – ad esempio – di un artista. È il caso del più longevo gruppo musicale italiano, i Pooh. Sarà un grande evento festeggiare una carriera lungimirante e di successo in un luogo simbolico come lo Stadio di San Siro a Milano (già sold out) per poi salutare il pubblico sciogliendo la band alla fine dell’anno. Mai amati dai critici musicali e dai radical chic, i Pooh hanno pero’ conquistato negli anni i cuori del pubblico, tanto da avere uno “zoccolo duro” tra tre diverse generazioni. Amori nati sotto il suggello delle loro canzoni ce ne sono tantissimi, altrettanti conclusi e raccontati come nella bellissima “Ci penserò domani” riarrangiata e ricantata recentemente insieme a Mario Biondi. I Pooh rappresentano – molto meglio di tanti altri – lo specchio di un Paese che ha sempre trovato nella semplicità la chiave di lettura delle proprie emozioni e della quotidianità. Alla faccia degli snob”. (G. B.) 8 ITA EVENTI cover I Pooh festeggiano il cinquantennale della loro lunghissima carriera. Con una vera sorpresa, anzi due: il ritorno di Riccardo Fogli e Stefano D’Orazio. L’occasione – di partecipare ai loro concerti – è unica e irripetibile: alla fine del 2016 il gruppo terminerà il suo percorso, così come lo conosciamo. di Guido Biondi T anti gli appuntamenti live annunciati per i festeggiamenti del cinquantennale dei Pooh che vedranno la band protagonista negli stadi di Milano (10 e 11 giugno), Roma (15 giugno) e Messina (18 giugno) con Reunion - l’ultima notte insieme e a settembre all’Arena di Verona (8, 9 e 11 settembre) con tre concerti-evento insieme ad amici e colleghi per una grande festa della musica. Doppio sold out per i concerti di Milano e di Roma: a grande richiesta dei fan, aumentano le date del tour nei palasport con cui in autunno Roby Facchinetti, Dodi Battaglia, Red Canzian, Stefano D’Orazio e Riccardo Fogli, per la prima volta in una formazione a cinque, porteranno la loro musica nelle principali città italiane e incanteranno il pubblico con i loro più grandi successi del passato oltre a brani inediti scritti in occasione di queste celebrazioni. Queste le date confermate: il 13 settembre alla Fiera di Bergamo, il 28 e il 29 ottobre al Pala Sele di Eboli - Salerno, l’1 e il 2 novembre al Pala Florio di Bari, il 4 novembre al Palalottomatica di Roma, l’8 novembre all’ Unipol Arena di Bologna, l’ 11 novembre al Mediolanum Forum di Assago – Milano, il 18 e 19 novembre al Nelson Mandela Forum di Firenze, il 25 e il 26 12 ITA EVENTI novembre al PalaAlpitour di Torino. I biglietti si possono acquistare su www.ticketone.it e punti di vendita e prevendite abituali. È attualmente in rotazione radiofonica “Chi fermerà la musica”, lo storico brano dei Pooh del 1981 riarrangiato a cinque voci. Il video del brano è stato girato a sorpresa in Piazza Duomo a Milano dove i Pooh hanno iniziato a suonare all’improvviso davanti al sagrato del Duomo attirando numerosi fan e passanti; il video è diretto da Gaetano Morbioli. A settembre uscirà poi il disco, presentato da F&P Group e A1 Entertainment e distribuito da Sony Music, che raccoglierà immagini e brani di Reunion - l’ultima notte insieme oltre ad alcuni brani inediti per immortalare e far rivivere al pubblico l’emozione dei grandi eventi negli stadi. Il disco uscirà in versione 3 Cd e in versione 3 Cd + Dvd. Rtl 102.5 è media-partner. I festeggiamenti per il cinquantennale termineranno ufficialmente il 31 dicembre. Uno dei più allegri è senza dubbio Riccardo Fogli: “Quando ho ricevuto la telefonata dei miei amici mi è venuta una emozione fortissima e ho capito che sarebbe stata l’occasione giusta di riunirci. I concerti saranno – almeno per me, grande emotivo – sicuramente il momento per piangere dalla gioia”. Vorrei chiederVi una sintesi del percorso che ha portato all’incredibile reunion con Stefano e Riccardo: tappe, dubbi, alti e bassi, primi segnali di incoraggiamento sino alla decisione di fare i concerti allo Stadio. Roby: Per il cinquantennale, ci siamo fatti questa grande promessa: se i Pooh fossero arrivati a questo traguardo impossibile avremmo festeggiato alla grande per concludere la nostra carriera nel migliore dei modi. Negli anni sessanta era difficile, la vita media di un gruppo era di tre-cinque anni, noi siamo arrivati a cinquanta e di per sé è straordinario. Come promessa per aver avuto questo grande regalo dovevamo finire tutti insieme. Ma come finire… Eravamo in tre, abbiamo deciso di chiudere con i personaggi che avevano fatto parte della nostra storia, Stefano D’Orazio e Riccardo Fogli. Ovviamente resta sempre un grande assente: Valerio Negrini, fondatore del gruppo e grande poeta dei Pooh; senza di lui i Pooh non sarebbero esistiti. Stefano e Riccardo andavano convinti. Due anni prima ho chiamato il manager di Riccardo spiegando l’idea e lui non mi ha lasciato neanche finire di parlare dicendo che sarebbe stato bellissimo. A distanza di un anno chiamai Riccardo che in qual- che modo aveva già capito cosa stava accadendo e rispose semplicemente: “Ci sarà da piangere sul palco e giù dal palco”. Con Stefano è stato più difficile, aveva promesso al mondo che sarebbe sceso dal palco perché aveva finito di dire e di dare tutto a questo lavoro, voleva pensare alla sua vita, al di fuori dei Pooh. Gli parlai e all’inizio era titubante, non sapeva come giustificare questo ritorno al pubblico. Alla fine anche lui si è convinto ed è stato bellissimo. Da allora abbiamo iniziato questa meravigliosa avventura e tornare a suonare insieme è stato come non aver mai smesso. La sintonia è sempre la stessa. Dodi: Da un po’ di tempo sentivamo l’esigenza di un grande evento che riunisse tutti i nostri sostenitori insieme a tutti coloro che hanno fatto parte della nostra storia. Ed ecco che - in occasione di un grande compleanno come il Cinquantennale - ci siamo presi una pausa di due anni per pensare e organizzare quello che credo sarà il più grande spettacolo di tutta la nostra storia. Devo dire che Riccardo ha accettato subito con entusiasmo la nostra proposta mentre, giustamente, Stefano ha voluto rifletterci bene anche per la mancanza di un grande pilastro come Valerio Negrini, nostro storico paroliere. ITA EVENTI 13 Ma com’è sempre accaduto, una volta accettato, si è buttato con tutte le sue forze e il suo entusiasmo nel progetto. In verità la figura di Valerio è la più grande mancanza di questa reunion ma avvertiamo continuamente il suo spirito che ci guida e su quel palco ci sarà anche lui… Dentro di noi. Red: Stefano è una persona molto onesta con gli altri e con se stesso, e quando, nel 2009 aveva deciso di andarsene, lo avevo fatto dopo un percorso di riflessioni molto serie. Siamo riusciti a riportarlo in pista solo per il fatto che era l’ultima tournée ed era giusto che anche lui venisse a chiudere il portone di questo castello bellissimo che insieme abbiamo costruito. Per quanto riguarda Riccardo era giusto richiudere il cerchio e ritrovarlo, visto che nella vita ha sempre continuato a fare questo mestiere, e anche molto bene; inoltre è rimasto un amico per tutti noi. Per me, in particolare, che l’ho scoperto solo ora, è diventato un fratello. Ste: Festeggiare insieme i nostri 50 anni è un’idea che arriva da lontano. Ce lo eravamo promesso da sempre, forse voleva essere solo una scaramanzia e forse non pensavamo neanche noi che sarebbe mai stato possibile, ma gli anni sono passati veloci e fortunati tanto che lentamente avevamo cominciato a crederci anche noi Un paio d’anni fa, quell’antica promessa che era rimasta impolverata in qualche cassetto, si è riaffacciata prepotente; Roby, Dodi e Red ancora fortemente e splendidamente Pooh, a turno mi buttarono addosso l’idea di festeggiare in qualche modo i cinquant’anni anni di questa nostra band passata incolume attraverso mezzo secolo di musica. “Non puoi mancare” era il puntuale saluto che chiudeva ogni nostra chiacchera. Francamente non mi sentivo di rimettermi in pista tradendo in qualche modo quell’addio tanto commovente, quanto definitivo, che avevo promesso a me stesso e al mio pubblico sotto le luci del nostro ultimo concerto nel settembre del 2009. Ma da sempre la forza dei Pooh, quando credono in qualcosa, è irrefrenabile e il “non puoi mancare, … ci sarà anche Riccardo…”, alla fine, ha sortito il suo effetto. Iniziarono delle lunghe riunioni: partorimmo un’idea che, sapevamo, non aveva nessuna possibilità di essere re- 14 ITA EVENTI munerativa: due Concerti secchi nei due più grandi stadi d’Italia, San Siro a Milano e Olimpico a Roma per salutare il nostro pubblico e scendere per sempre dal nostro palco! Commenti degli addetti ai lavori: “un suicidio! Dove le andate a prendere centomila persone in due giorni? Non è più tempo di questi numeri”. Ma come accade spesso nelle favole le cose andarono e stanno andando diversamente. Com’è l’atmosfera a registrare nuove versioni delle vostre celebri canzoni con Stefano e Riccardo? La chimica è sempre la stessa? Che tipo di emozioni state provando? Pooh: È una sensazione strana perché è come collaborare con persone che ci hanno vissuto da esterni nonostante siano di famiglia; per cui spesso hanno una visione più chiara di quella che avremmo noi… E questo fa un gran bene! Inoltre è un po’ come fare ogni volta i conti col nostro passato al quale spesso non pensiamo ma che è la parte più piena di emozioni della nostra vita a parte le nostre famiglie. La musica ha il potere travolgente di abbattere ogni barriera e cancellare anni di storia in un attimo! Ed è successo così, ci siamo messi agli strumenti ci siamo guardati e abbiamo fatto due prove e due tentativi e il pezzo cominciava a girare, a rotolare nel modo giusto. Certe magie non si possono spiegare, ma sono il segreto di una carriera come la nostra! Sdo: Devo dire che ritrovarmi in studio con i miei colleghi mi ha dato da subito la sensazione che quei cinque anni vissuti lontano dai Pooh, non fossero mai esistiti. Tutto era perfettamente come sempre, e Riccardo, che mancava dal gruppo dal ’73, sembrava non essersene mai andato via, era come se il tempo si fosse fermato alle goliardie e agli entusiasmi dei nostri esordi. Emozionante e divertente, ma soprattutto irripetibile! Come state preparando il concerto negli stadi di Milano e Roma? La scaletta è già stata decisa? Ci saranno ospiti a sorpresa? Ci sarà un filo narrativo? Pooh: Proprio in questi giorni stiamo perfezionando la scaletta. Devo dire che è stato un lavoro lungo e sofferto. ITA EVENTI 15 Se si pensa che abbiamo inciso più di quattrocnto brani si capisce che non è facile lasciare a casa certe canzoni, soprattutto quando toccano l’emozionalità di qualcuno di noi. Un input è stato quello di pensare alla scaletta perfetta; quella che rispettasse oltre ai grandi successi tutte le sfaccettature della nostra maniera di fare musica, da quella rock a quella che affronta temi importanti, a quella che racconta i rapporti di coppia, fino al Prog, senza tralasciare il fatto che avremo quattro inediti di cui uno strumentale. Sdo: Da settembre ai nostri giorni abbiamo cucito e disfatto la scaletta almeno venti volte, mi sono sentito una novella Penelope alle prese con dubbi e ripensamenti. Dovevamo mettere insieme il programma perfetto, ma ogni canzone che rimaneva fuori dalle tre ore che ci eravamo dati come tempo massimo del nostro concerto, era puntualmente un motivo di dibattito. Alla fine abbiamo selezionato cinquanta brani che saranno la nostra scaletta di addio e crediamo di aver inserito tutto il meglio che siamo riusciti a fare nei nostri lunghi anni di musica. Per gli ospiti ci siamo resi conto che non ci sarebbe stato spazio per gratificarli. Avrebbero forse interrotto quelle tre ore di musica serrata alla quale abbiamo dedicato quattro mesi di prove. Moltissimi vostri colleghi vi considerano dei professionisti rigorosi e competenti a livello musicale. Avete portato per primi il Prog in Italia con alcuni dischi-capolavori. Guardando indietro alla vostra discografia cosa vi rende più orgogliosi e quali capitoli vorreste cambiare? Pooh: Beh intanto ringraziamo gli amici colleghi per le belle parole. Credo che una delle cose per cui essere orgogliosi del nostro lavoro è quella di aver portato avanti, sviluppandola per cinquant’anni, una nostra maniera di fare musica, al punto che ad oggi - piacciano o no -, i Pooh hanno un loro suono ben caratteristico e riconoscibile. C’è stato un periodo in cui ci siamo fatti prendere un po’ troppo dalla tecnologia e i nostri dischi suonavano un po’ freddini, ma abbiamo invertito la rotta tornando al nostro suono di band con influenze rock. Ogni disco ha un suo perché, ed è stato motivo di crescita, di maturazione da parte nostra. Nel corso della nostra storia, non siamo stati mai particolarmente attenti ai giudizi o alle lusinghe del nostro volubilissimo mondo, siamo andati dritti per la nostra strada e forse questa scelta che arriva da lontano, è stata la nostra fortuna. Ci siamo resi autonomi dalla discografica ufficiale sin da “tenera età”: siamo stati incoscientemente indipendenti per tutta la nostra carriere, inseguendo a ruota libera tutte le nostre curiosità, a volte facendoci anche male, ma anche 18 ITA EVENTI in questi casi considerando i nostri scivoloni come “esperienze costruttive”. Credo che i Pooh abbiano avuto la grande fortuna di aver sempre dato il massimo: il nostro “professionismo declamato”, in fondo, è sempre stata la nostra normalità; non siamo mai riusciti a vedere il nostro lavoro in modo diverso da come lo andavamo facendo, per cui anche guardandoci indietro… Non c’è nulla di cui pentirci. Ci sono nei vostri dischi solisti alcune canzoni che avreste voluto fossero dei Pooh? E, dopo questi appuntamenti del 2016, avete già in programma dei vostri progetti, magari sperimentali? Dodi: C’è un brano che fa pare del disco che ho realizzato l’anno scorso con Tommy Emmanuel che si chiama “Grazie” di cui oltre alla musica ho scritto il testo in cui ringrazio gli amici, le compagne che ho avuto e tutti coloro che grazie al mio lavoro ho avuto l’occasione di conoscere. Ecco credo che sia un concetto condivisibile anche dai miei amici Pooh. Sono tante le cose che vorrei e potrei fare dal 2017 in poi… Sicuramente progetti che mi facciano crescere e magari collaborazioni con artisti importanti, come con Vasco, Zucchero, Tommy, Mia Martini e tanti altri. Red: Credo che quelle che noi scriviamo da soli, per i nostri dischi solisti, siano canzoni che non hanno quel tipo di coralità adatta alla band. Anche se abbiamo fatto alcune canzoni che potevano essere, viceversa, perfette per degli album solisti, in quanto molto personali ed intime: canzoni come “Pierre”, “Stare senza di te”, “Cinquanta primavere”, “L’altra donna” e tante altre. Ma credo che i Pooh, quando scrivono per i Pooh, principalmente pensino al gruppo ed è così che nasce quel suono e quella coralità che ci ha contraddistinto in tutti questi anni. Sdo: Io non ho mai fatto dei dischi da solo, anche quando mi sono dedicato ai Musical ho sempre avuto accanto i miei “Amici per sempre” e nelle fortune che hanno accompagnato i miei lavori, di certo i Pooh hanno avuto una ruolo importante. Per il futuro, quando tornerò a fare il “Musicalaro”, che è stato mio ultimo domicilio conosciuto, di certo so che potrò contare, ancora una volta, sul nostro straordinario gruppo di lavoro. Avete uno “zoccolo duro” di pubblico fedelissimo e siete fra i pochissimi artisti ad avere alcune generazioni insieme per i vostri concerti. Quali sono secondo voi le cose preferite del pubblico in un gruppo così longevo come il vostro, caso unico in Italia? Dodi: Crediamo che i Pooh rappresentino amicizia, impegno, positività e unione verso un’obbietti- vo comune. Il fatto di aver portato avanti il nostro gruppo, nonostante le defezioni di alcuni componenti, è stata una delle cose più belle. Significa che tutti siamo utili ma nessuno indispensabile quando la motivazione è importante. Poi è naturale, che continuando per tanti anni e - grazie al cielo -, con successo, le varie generazioni si siano aggiunte al folto pubblico che ci ha amato fin dall’inizio. Sdo: La nostra musica è stata probabilmente la colonna sonora di tre o forse quattro generazioni e “il pubblico dei Pooh” a turno si è identificato nelle nostre piccole storie, quelle che raccontavano di sentimenti e di “amori” ma che nel tempo ha saputo apprezzare anche le nostre incursioni nel sociale, nell’attualità e nel quotidiano che andava cambiando. Un buon merito di questa “fedelizzazione” che ha reso “zoccolo duro” i nostri fan, è stato sicuramente il talento e le capacità letterarie di Negrini, il nostro poeta e autore delle più importanti canzoni del nostro repertorio e grande assente di questo nostro cinquantennale. Valerio era attento a tutte le evoluzioni della nostra Italia, aveva una visione del futuro estremamente illuminata e ha saputo affrontare, in epoche lontane e non sospette, argomenti scottanti e complicati, come l’omosessualità, la prostituzione, l’immigrazione ed ancora gli eventi storici riletti con pacatezza, e le antiche leggende rivisitate con la voglia di dare nuovi valori ai miti del passato. Il tutto con un linguaggio accessibile e mai banale, impreziosito dalle straordinarie melodie di Facchinetti, Canzian e Battaglia. Credo che tutto questo abbia fatto la differenza e abbia trasformato il nostro pubblico, nel “popolo dei Pooh”. Valerio è stato il mio modello e se sono riuscito a raccontare le mie storie, e farle diventare canzoni dei Pooh, lo devo di certo a lui. Le versioni updatate dei vostri successi suonano ancora meglio e hanno un suono più contemporaneo e compatto. Eppure non è facile ottenere l’attenzione dei network radiofonici, sempre distratti dalle hit di plastica anglosassoni. Penso alla versione nuova con Mario Biondi “Ci penserò domani”, a mio avviso una delle vostre canzoni più struggenti in una versione davvero magica. Perché secondo voi le radio snobbano gli artisti che hanno fatto la storia della musica italiana? Pooh: In realtà le radio hanno accolto molto bene questa ondata di rinnovamento che abbiamo voluto dare alle nuove versioni di “Pensiero”, “Noi due nel mondo e nell’anima” e “Chi fermerà la musica”. Mah, credo sia un trend internazionale motivato più dalla voglia di novità che dalla voglia di sentire cose belle… A volte cambiamo la macchina anche se quella che abbiamo va benissimo… Risuonare oggi canzoni di almeno trent’anni fa è stato fantastico. Dodi ha dato con la sua chitarra una sferzata di nuova energia ad alcuni dei nostri brani storici e la stessa formula l’abbiamo applicata nell’arrangiare il repertorio dei nostri prossimi concerti. Affrontare il discorso delle radio che privilegiano o snobbano alcuni artisti sarebbe molto compli- 22 ITA EVENTI cato. Ad oggi gli interessi dell’editoria radiofonica vanno spesso al di la dei talenti e della qualità, si privilegiano esclusive e l’antagonismo tra i diversi network porta a considerare “intrasmettibile” un brano che magari per un’altra radio è un gran successo. Non ci sono più le mezze stagioni! Ci sarà un nuovo album a ridosso dei concerti negli stadi? O pensate a un disco dal vivo per l’occasione? Inserirete in scaletta anche i brani minori amati dai fan? Quali - a vostro avviso -, sono nel nostro Paese gli artisti che più vi assomigliano per gusto, tenacia e background? E infine, potete svelare qualche aneddoto accaduto nella vostra lunghissima e meravigliosa carriera? Dodi: Credo che i Modà e i Negramaro possano rappresentare a oggi lo spirito che ci ha animati e a loro, insieme a tutti i nuovi gruppi, facciamo i nostri auguri. Sento un’affinità fra la nostra musica e quella dei Muse che peraltro mi piacciono molto. Red: Gli artisti internazionali che ancora si muovono nel mondo e hanno successo ci assomigliano tutti perché tutti siamo nati di un’epoca in cui si partiva veramente dal marciapiede, e dovevi farti le ossa sulle tue ossa. Non c’erano i talent a spianare la strada. In Italia ci sono artisti che con grande tenacia portano avanti il loro progetto, ma nominarne alcuni e lasciarne fuori altri non sarebbe carino! Sdo: Credo che l’alchimia che ha dato vita al nostro gruppo sia abbastanza irripetibile. Quattro musicisti, di quattro città diverse, con quattro diverse identità, uniti da un unico progetto e casualmente portati per quello che nel tempo è diventato il ruolo “aziendale” di ciascuno di noi, non sia cosa facile da ricostruire. Ognuno di noi si sentiva appagato dalla propria funzione e non c’erano “sgomitamenti” o invasioni di campo. Le nostre leggendarie “regole di convivenza”, erano facilmente applicabili perché nessuno avrebbe voluto essere o fare quello che era o faceva l’altro. Sapevamo tenere separato il lato l’artistico da quello “manageriale”, il privato dal pubblico e soprattutto abbiamo sempre anteposto l’amicizia al business e questo è successo anche quando io decisi nel 2009 di scendere dalla nostra fortunata astronave. I miei colleghi non riuscivano a condividere questa mia scelta spericolata, ma alla fine compresero le mie esigenze e mi lasciarono andare, rimanendomi amici e continuando a volermi bene. Ecco, credo che una roba così, al di la dei talenti e della professionalità, sia difficilmente replicabile. Dodi: A proposito di aneddoti: ricordo che Lucio Battisti lo incontravamo in un locale di Rimini dove si riunivano tutti i musicisti che lavoravano in riviera e spesso ci raccontava di sé. Lucio stesso, in occasione della finale del Cantagiro, mi chiese in prestito la mia chitarra perché non aveva portata la sua. Ai tempi io usavo una pelle di volpe come tracolla e quella sera la casa discografica di Lucio decise di fargli le foto per il suo nuovo disco… Me lo ritrovai simpaticamente con la mia pelliccia sulla spalla! Red: Un giorno Vasco ci disse che veniva a vedere i nostri concerti, quando ancora era agli inizi, per capire come si facevano gli spettacoli grandi e importanti. Lorenzo Jovanotti invece si faceva portare dalla mamma al Palaeuro a Roma perché voleva vedere il gong di Stefano, quando era poco più che un bambino. Piero Pelù ci portò una sua cassettina audio da ascoltare mentre preparavamo un disco in Toscana, ma non gli dedicammo moltissima attenzione; peccato perché era uno forte e lo è ancora! È così via, chissà quante cose abbiamo involontariamente fatto, provocato e non siamo nemmeno venuti a conoscenza, ma questa è la vita: a ogni nostro gesto, a ogni nostro pensiero, corrisponde sempre una azione, una reazione nel mondo che ci circonda! Ecco perché bisogna stare attenti e muoversi con rispetto. Forse questo è stato il vero grande motivo del successo dei Pooh! Sdo: Nel mio libro Confesso che ho stonato ci sono più di quattrocento pagine di incontri ed aneddoti, momenti esagerati e storie al limite del lecito, non saprei cosa prediligere per rispondere a questa domanda anche perché una biografia “autosputtanate” come quella che mi sono scritto addosso, lascia l’imbarazzo della scelta. arte EGITTO POMPEI Tre sedi diverse per ripercorrere l’incontro tra culture lontane ma storicamente legate e intimamente connesse, attraverso il dialogo tra reperti egizi di epoca faraonica e opere di età ellenistico-repubblicana e imperiale che ne hanno accolto e riletto l’iconografia. di Andrea Thomas A pre al pubblico la mostra Egitto Pompei, seconda tappa del progetto espositivo omonimo, inaugurato il 5 marzo scorso al Museo Egizio e nato dalla collaborazione tra quest’ultimo, la Soprintendenza Pompei e il Museo Archeologico Nazionale di Napoli, con l’organizzazione di Electa. In occasione della mostra agli Scavi di Pompei, curata da Massimo Osanna e Marco Fabbri con Simon Connor, gli spazi recentemente restaurati della Palestra Grande accolgono statue monumentali del Nuovo Regno (XVIXI sec. a.C.), periodo di massimo splendore della civiltà egizia. Provengono da Tebe, principale centro religioso dell’epoca, la magnifica statua seduta del faraone Thutmosi I (XV sec. a.C.), ritrovata nel tempio del dio Amon, a Karnak, e le sette colossali statue raffiguranti Sekhmet (XIV sec. a.C.), divinità egizia dalla testa leonina misteriosa e inquietante, al contempo potenza devastatrice e dispensatrice di abbondanza. Le imponenti sculture in granito – eccezionali prestiti provenienti dalla collezione permanente del Museo Egizio esaltati dallo scenografico allestimento di Francesco Venezia – costituiscono una testimonianza straordinaria del mondo della mitologia egizia, oltre a rappresentare il potere faraonico al tempo della XVIII dinastia. All’esterno, nell’area archeologica, si snoda un itinerario egizio: dal Tempio di Iside, tra gli edifici pompeiani meglio conservati cui è stata dedicata una app, alle numerose domus decorate con motivi egittizzanti, come la casa dei Pigmei, che si apre per la prima volta al pubblico dopo i restauri del Grande Progetto Pompei (GPP). Il 28 giugno, al Museo Archeologico di Napoli, la terza tappa del progetto. Si inaugurerà una nuova sezione del percorso di visita delle collezioni perma- Sopra: Statua di Sekhmet leontocefala seduta da Tebe, Karnak, Tempio di Amenhotep III - Granodiorite Nuovo Regno / XVIII dinastia, Amenofi III (1388-1351 a.C.) 187x53x106 cm - Torino, Museo Egizio Su concessione del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo: Fondazione Museo delle Antichità Egizie di Torino, Archivio fotografico Sotto: Affresco dalla Casa dei Pigmei, Pompei. Su concessione del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo: Soprintendenza - Pompei, Archivio fotografico nenti, con un focus particolare sui culti e le religioni orientali che, transitati in Egitto, hanno trovato diffusione in Campania e da qui nel resto della penisola. Il progetto sull’Egitto segue la grande mostra su Pompei e l’Europa, allestita nel 2015 al Museo di Napoli e nell’Anfiteatro di Pompei, in un viaggio a ritroso nel tempo, che vedrà protagonisti nel 2017 la Grecia, nel suo rapporto con Pompei, la Campania e il mondo italico. EGITTO POMPEI Pompei, Palestra Grande e itinerario negli Scavi ingresso Porta Anfiteatro Fino al 2 novembre 2016 dalle 9.00 alle 19.30 Info: www.pompeiisites.org 26 ITA EVENTI arte LA BELLEZZA RITROVATA. CARAVAGGIO, RUBENS, PERUGINO, LOTTO E ALTRI 140 CAPOLAVORI RESTAURATI A Milano alle Gallerie d’Italia la mostra della diciassettesima edizione di Restituzioni, il programma di restauri di opere appartenenti al patrimonio artistico pubblico curato e promosso da Intesa Sanpaolo. di Andrea Thomas D a 27 anni il Gruppo Intesa Sanpaolo sostiene, con cadenza biennale, il restauro di opere d’arte appartenenti a musei pubblici, privati o ecclesiastici, siti archeologici e chiese di tutta Italia individuate insieme a consulenti scientifici sulla base di proposte presentate dagli Enti ministeriali competenti in materia di tutela. La scelta delle opere segue un unico criterio: ascoltare le esigenze dei territori per valorizzarne l’identità attraverso interventi che privilegino l’effettiva necessità e urgenza del restauro. L’obiettivo è sempre quello di recuperare manufatti rappresentativi della varietà del patrimonio storico-artistico italiano, sia in termini cronologici sia in termini di materiali e tecniche: pittura su tavola e tela, affreschi, mosaici, scultura in marmo o pietra, in bronzo, manufatti tessili, oreficeria, etc. Non si tratta soltanto di capolavori d’indubbia risonanza, ma anche di opere che sono vicine a noi e contribuiscono a costruire il vissuto del territorio. Al termine degli interventi di ciascuna edizione, le opere restaurate sono esposte in una mostra organizzata da Intesa Sanpaolo, dove il pubblico può apprezzare il risultato del paziente lavoro dei restauratori. Produzione giapponese. Kebiki asagi odoshi hon-kozane do-maru (armatura composita del tipo do--maru a fettucce di seta azzurra) - metà del XVII e aggiunte del XVIII secolo (elmo); fine del XV - primo quarto del XVI secolo (spallacci); fine del XVII - primo quarto del XVIII secolo (resto del corredo). Acciaio, oro, argento, leghe di rame, rame dorato, rame, legno policromo, lacca, cuoio, pelle, seta, broccato di seta, canapa, tinte naturali.Torino, Musei Reali, Armeria Reale 28 ITA EVENTI Michelangelo Merisi da Caravaggio (Milano, 1571 - Porto Ercole, Grosseto, 1610) Ritratto di cavaliere di Malta (Alof de Wignacourt?) 1608, Olio su tela - 118,8 x 95,6 cm Firenze, Galleria Palatina, Palazzo Pitti Sopra: Girolamo Mazzola Bedoli (Viadana, Mantova, 1500 ca - Parma, 1569) - Annunciazione. 1540 ca. Olio (tecnica mista?) su tavola. 208 x 144 cm Milano, Veneranda Biblioteca Ambrosiana, Pinacoteca; A destra: Carlo Carrà (Quargnento, Alessandria, 1881 Milano, 1966) - Madre e figlio - 1917, Olio su tela 108,3 x 78,3 x 6,5 cm (con cornice); 90 x 60,2 (senza cornice) Milano, Pinacoteca di Brera RESTITUZIONI 2016. UN VIAGGIO NEL TEMPO E NELL’ARTE. La XVII edizione ha numeri da record: ha sostenuto il restauro di 54 nuclei di opere d’arte, per un totale di 145 singoli manufatti, appartenenti ai territori di Abruzzo, Calabria, Campania, Emilia-Romagna, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Toscana e Veneto, nonché della Repubblica Slovacca. Sono 36 gli Enti ministeriali preposti alla tutela e alla valorizzazione delle opere del patrimonio nazionale coinvolti e 46 gli Enti proprietari; 62 i restauratori impegnati nel programma e 60 gli studiosi che hanno contribuito alle schede del catalogo. Le opere esposte provengono da siti archeologici, musei e luoghi di culto di tutta la penisola e ci faranno fare anche un viaggio nel tempo: sono 30 ITA EVENTI datate dall’antichità al primo Novecento, un arco temporale di oltre 30 secoli di storia dell’arte, e rappresentano in modo paradigmatico il percorso compiuto dall’arte italiana, con alcuni esempi di realtà lontane, come l’imponente statua egizia naofora di Amenmes e Reshpu, proveniente dal Museo Civico Archeologico di Bologna, una rara armatura giapponese conservata nell’Armeria Reale di Torino o tre rilievi lignei del Monte Calvario di Banská Štiavnica nella Repubblica Slovacca. Tra le tante opere, si potranno ammirare reperti archeologici come il cosiddetto Cavaliere Marafioti, grande statua in terracotta del V secolo a.C. rinvenuta in numerosi pezzi a inizio Novecento nella Locride, appartenente al Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria, o il grande mosaico pavimentale del I secolo a.C. proveniente da una domus di Ravenna, accanto a capolavori del Medio Evo, come la famosa Croce di Chiaravalle del Museo del Duomo di Milano. A livello pittorico, saranno presentate al pubblico opere rinascimentali di autori quali Francesco del Cossa, Vittore Crivelli e un’eccezionale Adorazione del Bambino di Lorenzo Lotto nonché la Crocifissione tra la Vergine e san Girolamo, grande pala d’altare del Perugino; dei secoli successivi vanno citati Il Cristo risorto, uno dei capolavori di Rubens, il Ritratto di Cavaliere di Malta di Caravaggio, le opere di Luca Giordano, Sebastiano Ricci e Francesco Valaperta, per arrivare al primo Novecento, rappresentato da un dipinto di Carlo Carrà. LE NOVITÀ DELL’EDIZIONE 2016. Restituzioni 2016 si presenta con due grandi novità: la mostra si terrà per la prima volta a Milano nelle Gallerie di Piazza Scala, dove si potranno ammirare, insieme ai capolavori pittorici e scultorei, testimonianze preziose delle tradizioni artigianali italiane, come i costumi della Commedia dell’Arte o i paramenti per il culto religioso. L’edizione di quest’anno si distingue dalle precedenti anche per l’inclusione dei territori europei sede delle Banche estere del Gruppo Intesa Sanpaolo. Il primo Paese a essere coinvolto è la Repubblica Slovacca. Saranno in mostra tre rilievi lignei del 1744-1751 provenienti dal Monte Calvario di Banská Štiavnica e raffiguranti L’addio di Gesù a sua Madre, Caifa condanna Gesù, Maria piange sul corpo di Gesù (Pietà). L’ARTE DEL RESTAURO IN MOSTRA. Restituzioni è una mostra unica nel suo genere in quanto affianca all’opportunità di ammirare tutte insieme opere di solito sparse sul territorio nazionale la possibilità di scoprire l’arte del restauro, una disciplina che, in Italia, riunisce intorno allo stesso tavolo figure professionali diverse: il restauratore, lo scienziato e lo storico dell’arte, una caratteristica questa che rappresenta una vera eccellenza del nostro Paese, ponendolo all’avanguardia a livello internazionale. Le più attuali tecniche utilizzate dai restauratori di tutte le Regioni coinvolte in Restituzioni sono raccontate lungo il percorso espositivo attraverso i filmati delle fasi salienti dei lavori, oltre a essere disponibili sul sito web www.restituzioni.com, insieme alle schede storico-artistiche e alle relazioni di restauro corredate dalle foto del prima, durante, dopo gli interventi su ciascuna opera. 32 ITA EVENTI Sopra: Gaetano Gandolfi (San Matteo della Decima, ora San Giovanni in Persiceto, Bologna, 1734 - Bologna, 1802) Martirio di san Pantaleone e san Giorgio e il drago 1782, Tempera su tela - 332 x 209 cm - Napoli, Monumento Nazionale dei Girolamini, chiesa, cappella dei Santi Pantaleone e Giorgio A sinistra: Domenico Fiasella, detto il Sarzana (Sarzana, La Spezia, 1589 - Genova, 1669) Discesa dello Spirito Santo - 1618, olio su tela, 321,5 x 222,5 cm - Sestri Levante (Genova), parrocchia di Santa Maria di Nazareth In questa edizione di Restituzioni il pubblico può anche assistere direttamente a come si svolge un restauro. Infatti presso l’officina di Restituzioni, allestita all’interno delle Gallerie di Piazza Scala, è attualmente attivo il cantiere di restauro degli affreschi dell’inizio del XII secolo della chiesa di San Pietro all’Olmo (Milano), nel quale la restauratrice ricompone, come in un immenso puzzle di cui non si conosce l’immagine, gli oltre 10.000 frammenti ritrovati nel sottosuolo della Chiesa. Sopra: Andrea Michieli, detto Andrea Vicentino (Vicenza, 1542 ca - Venezia, 1618) Flagellazione di Cristo alla colonna - 1585-1590 ca. Olio su tela - 300 x 360 cm Alzano Lombardo (Bergamo), chiesa di San Pietro martire ITA EVENTI 33 L’impegno di Intesa Sanpaolo per il patrimonio artistico del Paese: un bene che appartiene a tutti Dal 1989 ad oggi, sono oltre 200 i siti archeologici, le chiese e i musei che hanno beneficiato del programma Restituzioni; oltre un centinaio i laboratori qualificati incaricati dei restauri, distribuiti da Nord a Sud della penisola, e altrettanti gli studiosi coinvolti nella redazione delle schede storico-critiche per i cataloghi. In totale, oltre mille opere restituite al territorio di appartenenza e alla pubblica fruizione. Il viaggio nella bellezza ritrovata racconta come far rinascere opere che sono il ritratto dell’Italia, opere esemplificative della ricchezza e dell’ecletticità di un patrimonio artistico che spazia dalle arti maggiori a quelli minori e mette in evidenza come si sia evoluto il made in Italy nei secoli, forte di quelle competenze di maestria e “saper fare” che ancora oggi alimentano la creatività del nostro Paese. Non solo: in un momento in cui conservare e conoscere il passato diventa una forma di resistenza, ogni restauro presentato da Restituzioni 2016 è di fatto un presidio di civiltà e, come ci racconta l’esperienza di Expo 2015, elemento identitario dell’Italia nel mondo. Intesa Sanpaolo interpreta da sempre il proprio impegno in campo culturale e artistico quale vera e propria assunzione Spinello di Luca Spinelli, detto Spinello Aretino (Arezzo, 1346/1350 - 1410) - Trittico (Madonna col Bambino in trono, pannello centrale; Santi Pietro e Filippo, pannello sinistro; Santi Lorenzo e Giacomo Maggiore, pannello destro; Cristo benedicente, cuspide centrale; Annunciazione, cuspidi laterali) 1393, Tempera, oro su tavola, legno intagliato e dorato 155 x 181 cm Quinto, Sesto Fiorentino (Firenze), chiesa di Santa Maria di “responsabilità sociale”, ritenendo che un’impresa bancaria di rilevanza nazionale debba concorrere alla crescita del proprio paese da un punto di vista sia economico sia culturale e civile. Fedele a questa filosofia, con l’ambizione di condividere i propri sforzi con un pubblico sempre più ampio e diversificato, in occasione della mostra di Restituzioni, il biglietto avrà il costo ordinario (intero euro 5, ridotto euro 3, gratuito fino a 18 anni e per le scuole) e consente l’accesso ai palazzi e alle collezioni permanenti delle Gallerie. LA BELLEZZA RITROVATA IN CITTÀ In concomitanza con la mostra “La bellezza ritrovata. Caravaggio, Rubens, Perugino, Lotto e altri 140 capolavori restaurati”, il Comune di Milano propone – all’interno del palinsesto culturale Ritorni al Futuro – un itinerario nei suoi musei alla scoperta dei capolavori recentemente restaurati. GALLERIE D’ITALIA - Piazza della Scala 6, Milano Sino al 17 luglio 2016 - Martedì/domenica, 9.30/19.30 , giovedì 9.30/22.30, lunedì chiuso Info: numero verde tel. 800167619 [email protected] - www.gallerieditalia.com www.palazzorealemilano.it arte turato negli ultimi anni sono stati quelli di Arte Moderna e Contemporanea e di Gioielli grazie al sempre maggiore interesse dei buyers internazionali provenienti non solo dall’Europa. Per le aste di arte contemporanea, in particolare, si sono mossi collezionisti privati e galleristi provenienti anche da Stati Uniti, Cina, Canada, Argentina e Israele a conferma dell’interesse degli stranieri per le opere degli “artisti moderni”. NEL CUORE DI BRERA La Casa d’Aste Il Ponte, fondata a Milano da Stefano Redaelli nel 1974, è una stimata realtà che opera sul mercato nazionale ed internazionale dell’arte e dell’antiquariato da più di quaranta anni, mettendo a disposizione dei propri clienti una vasta schiera di professionalità specifiche. di Bruno Quiriconi N ella suggestiva cornice di Palazzo Crivelli nel cuore di Brera, sin dai primi anni di attività, i conferimenti importanti sono sempre stati numerosi. Il Ponte organizza aste del più vario collezionismo per privati e enti pubblici, che lo hanno chiamato più volte a gestire lasciti ed affidamenti di beni artistici e mobili. La casa d’aste si aggiorna e si reinventa grazie alla duttilità della sua attività ed alla lungimiranza dei suoi dirigenti che credono nella propria forza commerciale e nella propria capacità professionale. Dal 2006, con grande spirito imprenditoriale, Stefano Redaelli ha fortemente voluto e realizzato una sede distaccata per le cosiddette “aste minori” in Via Pitteri 10 a Milano. La dottoressa Rossella Novarini, direttrice della Casa d’Aste Il Ponte, illustra l’attività: Ci può raccontare in poche parole la vostra attività? Il Ponte è una casa d’aste in costante crescita che si pone l’obiettivo di offrire ad un pubblico sempre 36 ITA EVENTI più ampio, internazionale e preparato, professionalità, competenza e rapidità. Con più di un’asta al mese è tra le più attive Casa d’Aste sul mercato nazionale. Nel 2015 vi siete anche dedicati ad aste benefiche che hanno suscitato particolare richiamo tra il pubblico e interesse dei media, attività non nuova per una casa d’aste, ma interessante. Ce ne parla? All’attività “tradizionale” si affianca da sempre l’attività filantropica, con la realizzazione di aste dedicate alla raccolta fondi per finanziare progetti o attività benefiche. Vanno ricordate l’asta dei Memorabilia di Mike Bongiorno, battuta da Fabio Fazio nell’ottobre 2015 per finanziare un progetto della Fondazione Mike Bongiorno e l’asta delle opere del vignettista Giorgio Forattini del dicembre 2015 per finanziare un progetto del FAI. Nell’asta Vintage di novembre, una tornata è stata dedicata agli oggetti appartenuti a Sandra Mondaini battuti a favore dell’Ospedale Fatebenefratelli di Milano per il progetto della nuova Casa Pediatrica. Nella sede di Via Pitteri 10 che tipo di aste ci sono? È una sede distaccata in zona Lambrate dove, in uno spazio di 2.500 mq, sono gestiti i conferimenti di maggior commerciabilità e minor prezzo accessibili a tutte le tasche, così da consentire ad un pubblico sempre più vasto di appassionarsi alle Sopra: Dott.ssa Rossella Novarini, Direttrice de Il Ponte Casa d’Aste; a sinistra: Palazzo Crivelli, sede de Il Ponte Casa d’Aste; sotto: Ron Arad, “Light-Table”, acciaio lucidato a specchio e acciaio dolce. Valutazione: € 30.000/40.000. aste, senza un eccessivo impegno economico. Nella sede di Via Pitteri 10 si possono trovare oggetti da collezione, libri, cartoline e curiosità varie, ma anche diverse tipologie di arredi molti dei quali a costi contenuti. I dati relativi agli ultimi 5 anni di attività evidenziano una costante crescita nonostante la crisi internazionale. Quali sono stati e sono i fattori determinanti? Dal 2011, quando fatturavamo 11 milioni di Euro, abbiamo chiuso il 2015 con un fatturato di 20,6 milioni. Fattore determinante è la continua ricerca portata avanti da assistenti e direttori di dipartimento per soddisfare le esigenze dei clienti italiani ed internazionali, che spaziano dai tradizionali dipartimenti fino al Fashion Vintage, dipartimento inaugurato nel 2010 con l’indimenticabile asta del guardaroba di Evelina Levi Broglio. Quali sono i dipartimenti “trainanti”? I dipartimenti con il maggiore incremento di fat- ITA EVENTI 37 Collier in oro giallo e platino con diamanti e acquamarina. Appartenuto alla Duchessa Vittoria Luisa, figlia di Guglielmo II re di Germania ed Imperatore di Prussia, dono dello Zar Nicola II di Russia in occasione delle nozze del 24 Maggio 1913 Quale è il trend di queste aste? Anche queste aste dedicate agli appassionati di collezionismo “minore” hanno riscontrato negli ultimi anni un trend positivo con fatturato in crescita, segno dell’accresciuto interesse da parte di un pubblico eterogeneo e talvolta più giovane, ad oggetti d’antiquariato e modernariato. Quali novità in vista per i prossimi mesi? Le prossime aste di maggio e giugno saranno sicuramente di grande interesse, a cominciare da quella dedicata ai Gioielli, Orologi, Filatelia-Numismatica e Vintage del 24/25/26 maggio. In questa asta verranno battuti più di 800 lotti che si caratterizzano per la preziosità dei materiali, la ricercata finezza delle forme e le singolari vicende storiche che accompagnano gli oggetti. Tra i top lot in asta un preziosissimo collier in oro giallo e platino con diamanti e acquamarina, appartenuto alla Duchessa Vittoria Luisa, figlia di Guglielmo II re di Germania ed Imperatore di Prussia, ricevuto in dono dallo Zar Nicola II di Russia in occasione delle nozze celebrate a Berlino nel 1913. “Lo Zar mi aveva donato una collana di acquamarina e diamanti...” ricorda la duchessa nel libro di memorie Una vita da figlia dell’Imperatore. Per quanto riguarda l’asta di Arte Moderna e Contemporanea del 14 giugno verrà proposto un ricco catalogo con più di 300 opere che coprono un arco temporale che, partendo dal Figurativo italiano dei primi anni del XX secolo, attraversa l’Informale del secondo dopoguerra e passa dal Futurismo al Sopra: Hans Tucher, Orologio solare dittico in avorio, con punzone del serpente coronato. Anno 1586. Valutazione: 7000/10.000 euro; sotto: Lucio Fontana, “Concetto Spaziale, Natura” 1967, coppia di sculture in bronzo lucidato, h cm 27 ciascuna. Valutazione: € 40.000 – 60.000. Surrealismo, dalla Land Art al Nouveau Realisme, per approdare all’Astrattismo e all’arte Cinetica. Nell’asta dedicata al Design e Arti figurative del XX secolo del 29 giugno verranno offerte al pubblico opere e oggetti appartenuti a collezioni private di grande rilievo, da segnalare numerosi pezzi unici tra i quali Light Table del celebre Ron Arad. Inoltre, all’inizio di quest’anno, abbiamo deciso di mettere a disposizione i saloni di Palazzo Crivelli, compatibilmente all’impegno delle aste ed esposizioni, per l’organizzazione di eventi privati di qualità che permettano di conoscere e valorizzare un palazzo storico milanese. ITA EVENTI 39 cinema a cura di Andrea Thomas 40 ITA EVENTI Drammatico, 2016, U.S.A., dal 12/5 Regia di Al Pacino Con Al Pacino, Jessica Chastain, Kevin Anderson. “Il film è l’esplorazione di una pièce teatrale che mi ha tenuto impegnato” racconta Al Pacino, “per molto tempo; ho spogliato l’opera fino a tenerne solo l’essenza. Non è un film tradizionale o un documentario ma qualcosa di sperimentale. Jessica è perfetta nel ruolo principale e mi ha fatto conoscere meglio Oscar Wilde”. Animazione, 2016, U.S.A., dal 15/6 Regia di Clay Kaytis e Fergal Reilly Per celebrare uno dei giochi più scaricati come App (oltre un miliardo di download) la casa di produzione Rovio ha realizzato in totale autonomia un film in 3d: quattro amici (Red, Chuck, Bomb e Matilda) devono fare gruppo per smascherare i piani dei loro nemici verdi. Fantastico, 2016, U.S.A, dal 25/5 Regia di James Bobin Con Johnny Depp, Mia Wasikowska. Attraversando uno specchio magico Alice incontra nuovamente i suoi amici: il Bianconiglio, il Brucaliffo, il Cappellaio matto e lo Stregatto. Il Cappellaio – uno strepitoso Johnny Depp – ha perso la sua Moltezza e Alice parte per un viaggio alla ricerca di un regolatore del tempo. Fantascienza, 2016, U.S.A., dal 1/6 Regia di Duncan Jones Con Paula Patton, Ben Foster, Travis Fimmel. Anche il popolare gioco World Of Warcraft – con oltre dodici milioni di iscritti – viene portato sul grande schermo, grazie alla regia del figlio di David Bowie, Duncan Jones. Come nel gioco si vive nel mondo magico di Azeroth: l’armonia del regno è minacciata da orde di orchi e altre creature. Drammatico, 2016, Spagna, dal 26/5 Regia di Pedro Almodovar Con Emma Suarez, Rossy De Palma, Adriana Ugarte Ancora una volta il grande regista spagnolo celebra le donne: questa volta i riflettori sono puntati su Julieta, anche lei “sull’orlo di una crisi di nervi”. Dopo un periodo di felicità sperimenta una serie di problemi interminabili sino ad attendere un miracolo e, forse, sarà proprio ciò che accadrà. Biografico, 2016, U.S.A., dal 26/5 Regia di Michael e Jeff Zimbalist Con Vincent D’Onofrio, Rodrigo Santoro, Seu Jorge. Un tributo al più grande giocatore di calcio di tutti i tempi, soprattutto il più spettacolare. Da ragazzo di strada alla vittoria del suo primo Mondiale nel 1958 alle due Coppe del mondo. Il film analizza l’infanzia difficile, la vita in povertà e il suo spirito indomito sino alla identificazione con il suo paese, il Brasile. Azione, 2016, U.S.A., dal 9/6 Regia di Jon Chu Con Dave Franco, Marc Ruffalo, Woody Harrelson, Jesse Eisenberg. Il sequel dei quattro illusionisti, ancora una volta con ritmi mozzafiato e una grande scenografia. I novelli Robin Hood affronteranno un malvagio magnate della tecnologia. Per contrastarlo e per salvare la loro reputazione i quattro metteranno in scena uno spettacolo senza precedenti. Commedia, 2016, Italia, dal 17/5 Regia di Paolo Virzì Con Valeria Bruni Tedeschi, Micaela Ramazzotti. Il nuovo film di Virzì narra dell’imprevedibile amicizia tra una sedicente contessa chiacchierona, millantatrice di contatti con i potenti del mondo e una fragile e riservata donna con un doloroso segreto. Entrambe ospiti in una comunità terapeutica, decideranno di darsi alla fuga. ITA EVENTI 41 musica a cura di Bruno Quiriconi 7 giugno, Rock in Roma / Ippodromo delle Capannelle, Roma 8 giugno, Arena, Verona 10 giugno, Ippodromo del Visarno, Firenze 12 giugno, Mediolanum Forum, Assago (MI) 22-23-26-27 giugno, Stadio Olimpico, Roma 4 giugno Stadio San Siro, Milano 18 giugno Arena della Vittoria, Bari 1-2-3 giugno, Arena, Verona 7 giugno Bioparco Biografilm Bologna 13 giugno, Market Sound, Milano 44 ITA EVENTI musica SEMPLICEMENTE MODÀ Si considerano nazional-popolari, ammirano i Pooh e si apprestano a riempire due date allo stadio di San Siro. Il segreto? Parlare il linguaggio della gente comune. di Guido Biondi F rancesco “Kekko” Silvestre, Enrico Zapparoli, Diego Arrigoni, Stefano Forcella e Claudio Dirani sono i Modà. Una band che in pochissimi anni ha raggiunto traguardi negati alle più longeve popstar italiane. Il 18 e 19 giugno sa- 46 ITA EVENTI ranno nuovamente protagonisti allo stadio di San Siro, meta prediletta per ogni musicista. Itaeventi ha intervistato Kekko per capire qual è la loro formula vincente e per capire perché provocano anche molta invidia. ITA EVENTI 47 hanno suonato 35 artisti da tutto il mondo… Un miracolo perché per ottenere questo risultato devono esserci tanti fattori combinati all’unisono. Penso alle canzoni, penso a Lorenzo e al suo impegno, alla nostra squadra di lavoro. Io durante il concerto allo stadio mi sento parte integrante con il pubblico, uno di loro. Dico spesso che io sono il fan dei miei fan. Parte sempre tutto dal loro. Non lo dico per umiltà perché in questo caso c’entra poco con le parole; l’umiltà la devi avere nei fatti, nelle azioni. La sensazione di grande libidine è trovarsi davanti a 60.000 persone che cantano le tue canzoni, quelle che hai scritto nella tua taverna. Quello che mi emoziona di più è quando canto allo stadio una canzone che ho scritto oltre dieci anni fa e che magari suonavo nelle piazze o negli oratori. So di aver percorso un cammino anche con grandi sofferenze e lotte ma ne è valsa la pena: la più grande soddisfazione di un artista è riuscire a godere dei propri sacrifici a distanza di anni ed esserne orgoglioso. Senza mai dimenticare le persone che ti sono vicine e che ti hanno aiutato, altrimenti non vai da nessuna parte. Anche nel nostro mestiere come per il calcio c’è bisogno di una grande squadra: dal manager, all’agente, all’ufficio stampa e così via. Tornate a San Siro per due concerti il 18 e il 19 giugno consolidando la vostra popolarità. Oltre Com’è iniziata l’avventura dei Modà? Per noi il concetto fondamentale è sempre stato il concerto dal vivo, suonare nei locali. Per quanto mi riguarda ho sempre fatto l’autore delle canzoni, passavo tantissimo tempo a scrivere. Sin dall’inizio abbiamo avuto persone che ci hanno seguito con piacere. Un giorno in uno di questi locali, il Live di Trezzo, è venuto ad ascoltarci Lorenzo Suraci, patron di Rtl 102.5. Poco dopo ci convocò nel suo ufficio e firmammo un contratto. Iniziò un percorso travolgente. Noi avevamo già il nostro “zoccolo duro” di pubblico e tanti chilometri alle spalle, suonavamo da dieci anni nei club e nelle piazze. Con Suraci tutto è diventato più professionale, con un’etichetta discografica che ci seguiva a 360 gradi. Grazie all’esposizione radiofonica e televisiva ci hanno conosciuto in tantissimi e abbiamo conquistato spazi più grandi. All’inizio della vostra carriera suonavate delle cover di altri artisti? Noi non abbiamo mai suonato delle cover ma presentato i nostri brani originali. Molti locali ci chiedevano di suonare brani di altri ma siamo sempre stati molto cocciuti e, per questo, abbiamo avuto anche qualche problema a trovare spazi. Piuttosto 48 ITA EVENTI a grandi soddisfazioni ci saranno anche grandi invidie: molte popstar faticano a riempire un palazzetto dello sport. E anche molti denigratori sono particolarmente aggressivi con voi. Beh è chiaro che mi dispiace, non sono ipocrita e i denigratori mi fanno incazzare. So di avere tanti nemici e che a molti non stiamo simpatici. È un po’ come la Juve che sta sul cazzo a tutti perché vince sempre e quindi talvolta risulta antipatica. di suonare le cover di altri abbiamo deciso di esibirci gratis o addirittura pagavamo noi. Ma questa scelta di perseverare con le nostre canzoni, alla fine, ha pagato. Ha mai nostalgia delle prime occasioni nelle quali suonavate dal vivo? Più che altro quando ascolto le mie prime canzoni ricordo una grande serenità, molto più di adesso. Non dovevo dimostrare niente a nessuno. Non c’era la paura di non piacere o di ripetere il successo ottenuto. Con Viva i Romantici ci è andata molto bene, con Gioia altrettanto, ha venduto quasi mezzo milione di dischi; con Passione maledetta siamo già al triplo platino. Ma con grande ansia, grande preoccupazione: il successo non è mai facile. Noi abbiamo successo ma se devo “pesare” lo stress e la serenità preferisco i primi tempi nei quali c’erano i sogni nel cassetto e il divertimento. Eravamo più spensierati. Cosa significa suonare davanti a 60.000 persone allo Stadio di San Siro? C’è il rischio di sentirsi onnipotente? In realtà – personalmente – non mi sono mai sentito onnipotente. Casomai miracolato. A San Siro ITA EVENTI 49 Da sinistra: Diego Arrigoni (chitarra), Claudio Dirani (batteria), Francesco “Kekko” Silvestre (voce), Stefano Forcella (basso) ed Enrico Zapparoli (chitarra) Io non sono juventino ma parlo da tifoso, da sportivo. Però il fatto di vincere sempre rende grande questa squadra. È vero che alcune popstar faticano a riempire i palazzi dello sport e credo sia dovuto al fatto che non sono nazional-popolari. Noi lo siamo. E non ci rende fighi. Alcune radio non ci trasmettano proprio perché siamo nazional popolari. Però abbiamo venduto un milione e settecentomila copie dei nostri dischi e riempito i palazzetti con trecentomila persone e lo stadio di San Siro, un risultato da rabbrividire. Io credo che quando hai la gente davanti a te nei concerti e quando vendi dischi hai vinto. C’è un gruppo nazional-popolare per antonomasia, la più longeva band italiana, i Pooh. Vi sentite i loro eredi? I Pooh saranno nostri ospiti il 19 giugno a San Siro. Anche loro – per tornare al discorso di prima – hanno sempre faticato ad essere trasmessi in radio. Eppure dopo cinquant’anni di carriera riempiono lo stadio di San Siro. Due date già sold out. Se il concetto di esser nazional-popolare significa non essere trasmessi in radio ma avere il consenso della gente preferisco tenermi quest’ultimo. Non posso parlare di eventuale eredità, casomai lo diranno loro. Se me lo dicessero in un orecchio lo andrei a urlare al mondo. A noi ci hanno spesso preso in giro chiamandoci “i nuovi Pooh”: pensavano di prenderci per i fondelli ed invece io godevo di questo. Posso solo dire che come loro siamo una band, come loro siamo nazional-popolari e come 52 ITA EVENTI loro cantiamo per la gente. da qui a diventare eredi dei Pooh mancano almeno altri 35 anni (ride, ndr). Avete mai pensato di puntare all’estero come è successo a Ramazzotti, Pausini etc? Nel 2014 abbiamo fatto un bellissimo tour all’estero ed è andato molto bene. Io non sono uno che cerca il successo a tutti i costi, non me ne importa nulla. Non ho mai fatto musica per diventare il migliore di tutti. Ho fatto musica per cercare di divertirmi ed emozionare le persone: l’obbiettivo non era superare qualcuno ma casomai me stesso. Se arrivasse l’opportunità di fare qualche progetto all’estero ma con la massima serenità accetterò di farlo. Ma non l’andrò mai a cercare. Poi ci sarebbe altro stress, altre polemiche, altre pressioni, che palle! La salute prima di tutto! Sei molto prolifico come autore e molti brani sembrano dettati dall’urgenza di comunicare emozioni realmente vissute, è così? Se prendiamo il periodo di “Gioia” ho messo tutto quello che ho vissuto nell’album. Dal nome di mia figlia alle emozioni vissute in famiglia, alla malattia di mia madre che oggi – grazie a Dio – sta benissimo. Prendo spunto dalla vita e probabilmente questo linguaggio così normale, molto simile alle cose che tutti vivono sulla propria pelle ogni giorno, ci ha reso popolari. Forse il vero segreto dei Modà è quello di avere canzoni che nascono dalla famiglia, dall’amore, dalla vita. Che poi non è un segreto ma la semplicità che tutti capiscono. musica LIGAROCKPARK Dopo l’esperienza di Campovolo Luciano Ligabue rilancia un grande evento a Monza il 24 settembre. Intanto è uscito il suo nuovo libro Scusate il disordine mentre è in preparazione un nuovo concept-album. di Bruno Quiriconi C i risiamo. Luciano Ligabue non si accontenta di un tour ordinario. Dopo aver battuto ogni record per capienza attraverso i suoi concerti-eventi a Campovolo, il rocker di Correggio ha piazzato la sua prossima sfida: portare centomila fan al Parco di Monza il 24 settembre. Il pretesto, dopo aver festeggiato venticinque anni di carriera, è la celebrazione del venticinquennale di “Urlando contro il cielo”, unico brano suonato in tutte le annate del Liga e vero cavallo di battaglia dei suoi Live. Nella presentazione dell’evento alla Villa Reale di Monza Luciano, affiancato sul palco davanti ai giornalisti insieme al suo fedele manager-amico Claudio Maioli ha raccontato un piccolo aneddoto: “Ho telefonato a Claudio e – dal momento che un po’ mi conosce – ha capito subito dove andavo a parare, non appena gli ho accennato che avevo un’idea”. La sua risposta in questi casi è sempre “No dai scherzi” perché sa già che c’è qualcosa di urgente in ballo. Liga Rock Park sarà l’unica opportunità di seguire Ligabue dal vivo nel 2016: la location è quella a ridosso dell’autodromo di Monza e potrà contenere fino a centomila persone. “La differenza con Campovolo è la bellezza circostante. È noto che Campovolo è importante perché mi sento a casa, ma è un campo di patate diventato un aeroporto. A Monza c’è tanta bellezza e sarà bello esserne circondati”. L’altro “amico” presente alla presentazione alla stampa è Ferdinando Salzano di Friends & Partner oltre a un convitato 54 ITA EVENTI istituzionale quale è Roberto Maroni, Presidente della Regione Lombardia, visibilmente divertito dalla presenza di “un altro musicista come me”, tanto da regalare a Luciano un cd della sua band, i Distretto 51. Ma le novità non finiscono qui: Liga dice che è già a buon punto nella realizzazione di un concept album probabilmente in uscita prima delle festività di Natale: “Sicuramente suonerò qualche nuovo brano in occasione del concerto”. Sul disco l’artista non ha voluto sbilanciarsi rivelando contenuti e dettagli ma distilla una traccia: “Sono da sempre un grande fan degli Who; mi piace pensare che il mio concept album abbia come riferimenti Tommy e Quadrophenia del gruppo inglese”. Nel frattempo abbiamo il Luciano-scrittore, un nuovo libro di racconti intitolato Scusate il disordine, la sua terza raccolta ad oggi pubblicata da Einaudi: “Per me scrivere significa liberarmi della musica, dalle rigide regole da me sempre rispettate per comporre. Strofa, ritornello, strofa. Per un racconto o una sceneggiatura non c’è nessun codice da rispettare. Il titolo spiega bene il punto: la vita è disordinata anche se noi cerchiamo di metterla nei binari. Ma sappiamo bene che prima o poi finiremo per arrenderci al caos. Per ogni racconto ho utilizzato una forma diversa di volta in volta, sentendomi finalmente in vacanza”. Una novità è il contest realizzato in collaborazione con Regione Lombardia per l’evento Live di settembre: intorno alle 18 nel giorno dell’esibizione del Liga il vincitore potrà esibirsi davanti a centomila persone. I biglietti sono già in vendita sul circuito TicketOne (57,50 euro): chi acquista riceverà un box a edizione numerata con un mini poster, un booklet e uno speciale Dvd. Se proprio non riuscite ad aspettare qualche mese per partecipare al concerto ci sono sempre le collaborazioni discografiche del Liga con altri artisti: Gianluca Grignani, i Negrita e Loredana Berté. ITA EVENTI 55 ritratti MR. FABRIQUE Daniele Orlando ha nel suo Dna la musica dal vivo: dall’esordio al New Magazine allo storico tempio del rock milanese Rolling Stone, dai Magazzini Generali alla sua nuova avventura di successo. di Andrea Thomas I niziamo dai numeri: la capienza massima del Fabrique di Milano è di 3100 persone; è la più grande struttura indoor per l’intrattenimento in Italia, con altre due diverse configurazioni ridotte a 2000 e 1000 e la possibilità di allestimenti misti con posti a sedere. Il Fabrique, creato e realizzato dall’imprenditore milanese Daniele Orlando, è una struttura multifunzionale capace di ospitare concerti, dj set, eventi di moda, arte e intrattenimento. Inaugurato il 18 settembre 2014, il Fabrique è diventato il principale punto di riferimento per gli appuntamenti di musica dal vivo e, in particolare, il nuovo tempio dell’elettronica. In questo lasso di tempo molti artisti italiani ed internazionali si sono esibiti qui: Anastacia, Billy Idol, 2Cellos, Interpol, Noel Gallagher’s High Flying Birds, FKA Twigs, Dave Gahan, Massive Attack, Major Lazer, Mika, Apparat, Subsonica, Luca Carboni, 1975, Garbage, Jane’s Addiction, Mark Lanegan e 56 ITA EVENTI ITA EVENTI 57 tanti altri. Ai concerti si sono aggiunti i dj set e le party night: Gesaffelstein e Chet Faker sold out in prevendita, il ventennale di Rollover con Dimitri From Paris, Fedde Le Grand, Chris Liebing, Hardwell, Ricardo Villalobos, Loco Dice, Paul Van Dyk, Sven Väth, Fritz Kalkbrenner. Qui Linus ha voluto festeggiare i 33 anni di Radio Deejay. Il locale è all’avanguardia soprattutto sugli “strumenti”: suono e illuminotecnica di ultimissima generazione per un impianto audio e luci residente all’altezza di quello dei grandi festival (l’azienda fornitrice è la stessa del Primavera Festival spagnolo, dei tedeschi Rock In Park e Rock Am Ring, fra gli altri). Orlando ha un percorso di tutto rispetto nella storia dei locali storici di Milano per i Live e i dj set: direttore artistico e amministratore delegato del Rolling Stone quindi proprietario dei Magazzini Generali e precursore della scena milanese di club culture. Nella sua “avventura” imprenditoriale ha un ruolo fondamentale sua moglie Fabiola, che è la speaker storica di Radio 105 e ora anche presentatrice della nuova stagione di Top DJ. Uno dei prossimi appuntamenti da tenere d’occhio sarà l’innovativo Twist and Shout!, una serata di musica anni ’50 e Febbre a 90, altro format da sold out garantito. Itaeventi ha incontrato Daniele Orlando per fare due chiacchiere. 58 ITA EVENTI ITA EVENTI 59 Al Fabrique decide lei la scelta degli artisti sul palco o sulla console per i dj set? Assolutamente si. Alcuni arrivano “in concessione” dai promoter, con i quali ormai da anni ho un grande rapporto di collaborazione. A volte dico dei no quando l’artista non mi convince. Quest’anno più che mai si sta affermando un palinsesto composto prettamente da format: da Twist and Shout! a Mamacita e molti altri, sono un nuovo modo di concepire la serata a tema. Durante l’estate la sua attività si arricchisce di alcune collaborazioni tra le quali lo Street Art. Da circa due anni gestiamo la parte food & beverage dello Street Music Art Arena ad Assago dove c’è il Forum e da quest’anno anche per il Gods Of Metal di Monza. È una grande 60 ITA EVENTI opportunità di far girare il mio brand con eventi che ben si sposano con l’offerta musicale tipica del Fabrique. Ci racconta il suo esordio nell’attività artistica Live della città di Milano? La mia prima passione è stata quella del Dj. Ho iniziato a 16 anni al New Magazine di Milano, uno dei primi locali con libertà di ballare sui tavoli dopo una certa ora. Oltre a mixare dischi ben presto mi sono occupato di tutta una serie di dinamiche: fornitori, dettagli, organizzazione etc. Così, giovanissimo, mi sono ritrovato a gestirlo. Quando, purtroppo, il proprietario si ammalò e venne a mancare, rilevai per metà il locale. E intanto – continuando a fare il Dj questa volta insieme al grande Claudio Cecchetto al Propaganda e con una serata Daniele Orlando con il premio Onstage Awards “Miglior Club” anni settanta all’Alcatraz - sono riuscito a rilevare completamente il New Magazine. Il passo successivo è stato il Rolling Stone. Fui chiamato da Maurizio Salvadori al Rolling Stone per fare il Direttore artistico e l’amministratore. Avevo 23 anni. Dopo due anni di intenso lavoro Salvadori mi regalo il venti per cento del Rolling Stone. Dopo alcuni anni ho acquisito i Magazzini Generali: l’ho ristrutturato completamente e rilanciato. Dal tempio del rock cittadino sono passato a quello della musica elettronica. Ho portato da David Guetta a Locodice, da Carl Cox ai 2 Many Djs. Dal 2010 ho iniziato ad affittare degli spazi molto grandi in via PROSSIMI APPUNTAMENTI 8 giugno Garbage 9 giugno Magcon 10 giugno Dimitri Vegas & Like Mike 15 giugno Jane’s Addiction 23 giugno Sean Paul FABRIQUE Via Fantoli 9, Milano Info: 02 50 63 008 www.fabriquemilano.it Mecenate per i dj set di successo: parliamo di eventi da quattromila persone. Da una volta l’anno son passato a due e più fino a cinque eventi all’anno. A questo punto ho notato il capannone di Via Fantoli e ho immaginato di fare un nuovo locale. Nel 2014 sono iniziati i lavori e a settembre dello stesso anno abbiamo aperto. Il Fabrique è quindi il frutto di due grandi location storiche quali il Rolling Stone e i Magazzini generali. Quali sono le caratteristiche innovative del Fabrique? Ha un parcheggio molto ampio in una zona nella quale non andiamo a disturbare i residenti, distanti dal locale. Ha una capienza di 3100 persone con un impianto di areazione all’avanguardia per far stare bene la gente: non vedrete mai al Fabrique 62 ITA EVENTI la tipica condensa che si forma nelle grandi location quando sono piene. L’impianto audio è uno dei più avanzati a livello europeo con una insonorizzazione lungo tutto il perimetro del capannone. C’è un aneddoto che mi piace raccontare: il Fabrique è nello storico capannone del più grande ex distributore di dischi di Milano, la Venus. Quando ho finito le scuole medie mi sono presentato da loro cercando un lavoro: mi facevano fare le cose più faticose e probabilmente non ero molto diligente perché mi licenziarono. Buffa la vita eh? Sembrerebbe più una storia americana più che italiana, soprattutto considerando l’età. Sono pronto per andare in pensione! musica L’ISTINTO DI JASELLI L’artista è un caso unico nel panorama italiano del pop-rock. Mai passato attraverso i discutibili talent, musicista con tanta gavetta alle spalle e tanti chilometri percorsi a portare la sua musica dal vivo in giro per l’Italia. di Guido Biondi J ack Jaselli è un caso unico nel panorama italiano del pop-rock. Artista puro, mai passato attraverso la sciagura dei talent, musicista con tanta gavetta alle spalle e tanti chilometri percorsi a portare la sua musica dal vivo in giro per l’Italia. Con un album di debutto eccellente (It’s Gonna Be Rude, Funky, Hard) e un Ep acustico di rara bellezza (I Need The Sea Because It Teaches Me), Jaselli in breve tempo ha conquistato quasi tutti gli “addetti ai lavori”, ricevendo un consenso dalla critica musicale e di un pubblico fedele. Monster Moon, il suo ultimo disco, è un salto di qualità nel quale l’artista è “centrato” e diretto come mai prima d’ora. Lo testimonia la forza del singolo “The End”, un piccolo capolavoro con una caratura internazionale. Oltre ad essere un valido chitarrista Jack è un lettore accanito, si è laureato con lode in Filosofia e, appena può, viaggia in giro per il mondo. Ha suonato in apertura dei concerti di Ben Harper e Fink; la sua band è composta da Nik Taccori e Max Elli. Uno dei suoi sogni nel cassetto è di farsi produrre un album da Daniel Lanois. Monster Moon si può definire quasi “un nuovo inizio” della sua carriera artistica, quasi uno spartiacque rispetto al passato, è così? Questo disco è nato dopo quasi due anni di un tour bellissimo e dopo l’incisione di un album acustico, da me considerato un’autentica follia. Quando si sono fermate le bocce di questa partita che abbiamo giocato – nell’assoluta incertezza – ci siamo resi conto che eravamo senza etichetta discografica e senza il nostro abituale promoter. Eppure, nonostante tutto, io sentivo il bisogno di fare un nuovo album. L’ho vissuto come una grande scommessa: proviamo a giocarci tutto! Con i soldini messia da parte dal tour ho deciso di partire con la band: le nuove canzoni avevano il profumo della California e lì siamo andati. L’imperativo categorico è stato: facciamo un disco come piace a noi, senza interferenze. Abbiamo trovato un produttore che ha sposato la nostra causa (Ran Pink, n.d.r.) e abbiamo registrato con lui a Los Angeles. Alla fine avete siglato con una major discografica, com’è successo? Siamo stati assolutamente colpiti dal fatto che una major abbia preso il nostro disco fatto esattamente come volevamo noi, un “pacchetto completo”, ed è piaciuto tanto da pubblicarlo. Per adesso siamo pienamente fiduciosi degli sviluppi: considera che per noi le major erano quelle che ci dicevano – attraverso i loro rappresentanti – “dovete andare a X Factor”, “dovete cantare in italiano”. E adesso hanno accettato un disco interamente in inglese. ITA EVENTI 65 “The End” è uno dei singoli pop-rock più belli degli ultimi anni. Con questa canzone e con il vostro album come siete stati accolti dalle radio italiane? E pensate di puntare al mercato estero? Il singolo è andato bene, è stato nella top 100 per un buon periodo. Il mercato internazionale è la nostra “mission” e ci auguriamo che con la struttura della major si riesca nell’intento. Da soli è abbastanza dura. Per chi vuole fare un disco non omologato quale consiglio può dare? Può bastare You Tube per emergere o bisogna passare per forza da un talent? E come mai mancano i giovani produttori e vediamo artisti affidarsi sempre agli stessi nomi? Dipende da ciò che uno vuole. Nel mio piccolo mi auguro di aprire una strada… La gavetta bisogna farla, è necessario trovare la propria strada oltre a vedere i percorsi già tracciati. Si lavora spesso su uno stereotipo di business locale e quelli sono i sistemi, sappiamo che risultati possono dare. Mi ricorda il gioco dei quadrati e delle stelline che facevamo da piccoli, se non ci entri non succede niente. Uno la sua “formina” se la deve aprire da solo… Io credo che ci siano tanti produttori bravi e giovani. Il problema è che se fai parte – come nella maggioranza dei casi – della catena di montaggio vale la regola “se quello ha fatto funzionare quella canzone andiamo da lui”. È come mettere un “trucco e parrucco” senza troppo preoccuparsi dell’originalità. Se va di moda il biondo andiamo su quello. Una catena di montaggio di ottimi professionisti ai quali – per forza di cose – viene a mancare il tempo per fare bene il proprio lavoro. Ci sono steccati di genere che all’estero non esistono:, se canti in inglese – come nel mio caso – è semplicemente il mio modo di esprimermi. Qual è, in sintesi, il significato principale “tra le righe” di Monster Moon? Dopo alcuni dischi nei quali il “focus” era la ragione ho cercato di comunicare che anche la notte, l’assenza di una luce della ragione tendente ad analizzare e chiarificare, il lasciarsi andare alla propria parte istintuale delle emozioni, può essere saggezza. 66 ITA EVENTI notes ESET PARENTAL CONTROL PER ANDROID, L’APP A MISURA DI BAMBINO I genitori possono aiutare i propri figli a esplorare Internet in modo sicuro. di Bruno Quiriconi PROVA SUBITO ATTRAVERSO IL QR CODE P er i genitori è molto importante poter contare su uno strumento in grado di gestire ciò che fanno i propri figli sui loro tablet e smartphone. Un sondaggio richiesto da ESET mostra che l’88% dei genitori è preoccupato dei contenuti online a cui possono accedere i propri figli. Dal sondaggio emerge inoltre che l’81% dei genitori si dicono turbati dall’idea che i propri figli possano visitare pagine web inappropriate; il 71% è preoccupato che i propri ragazzi possano inviare informazioni personali a degli sconosciuti; mentre il 61% ha sottolineato l’eccessivo tempo che trascorrono sui dispositivi. Il sondaggio ha però rilevato che, nonostante i timori dei genitori, soltanto pochi di loro hanno installato un app di parental control che gli permette di gestire le esperienze online dei propri figli. Per accedere a Internet, i bambini stanno velocemente passando dall’utilizzo dei PC a quello dei dispositivi mobile. Le statistiche mostrano che Facebook da solo vanta un miliardo di utenti attivi al mese che si connettono attraverso i dispositivi mobile. E tra i bambini, la piattaforma mobile più utilizzata è Android: secondo le previsioni, ci saranno oltre un miliardo di dispositivi Android nel 2017 e questi, anche grazie ai costi contenuti, vengono preferiti dai più giovani rispetto ad altri prodotti. L’app ESET Parental Control per Android difende i bambini che usano i dispositivi mobile garantendo loro un’eccellente protezione e una sana esperienza online, senza limitare le prestazioni. Si tratta di un sistema di protezione per la famiglia a misura di bambino che permette ai genitori di creare un rapporto basato sul rispetto con i propri figli che utilizzano i loro smartphone o tablet. Progettato per aiutare i genitori a proteggere i propri figli dalle minacce di Internet e dalle pagine web inappropriate, l’app vanta tantissime funzionalità per la protezione dei bambini e un’interfaccia grafica davvero intuitiva. ESET Parental Control per Android è disponibile su Google Play Store, sul portale my.eset.com o attraverso i partner ESET. 68 ITA EVENTI FUTURE TIME è il distributore esclusivo dei prodotti ESET per l’Italia, nonché suo partner tecnologico. Fondata a Roma nel 2001, Future Time nasce dalla sinergia di due preesistenti aziende attive da anni nel campo della sicurezza informatica. Future Time, con Paolo Monti e Luca Sambucci, fa parte della WildList Organization International, ente no profit a livello mondiale composto da esperti e aziende antivirus che hanno il compito di riportare mensilmente tipologia e e numero dei virus diffusi in ogni Paese. Per maggiori info: www.eset.it ESET, fondata nel 1992, è uno dei fornitori globali di software per la sicurezza informatica di pubbliche amministrazioni, aziende e utenti privati. Il software ESET NOD32 Antivirus fornisce una protezione in tempo reale da virus, worm, spyware e altri pericoli, conosciuti e non, offrendo il più elevato livello di protezione disponibile alla massima velocità e con il minimo impiego di risorse di sistema. NOD32 è l’antivirus che ha vinto il maggior numero di certificazioni Virus Bulletin 100% e dal 1998 non ha mai mancato l’individuazione di un virus ItW (in fase di diffusione). ESET NOD32 Antivirus, ESET Smart Security e ESET Cybersecurity per Mac rappresentano le soluzioni per la sicurezza informatica più raccomandate a livello mondiale, avendo ottenuto la fiducia di oltre 100 milioni di utenti. L’azienda è presente in 180 Paesi. Per quattro anni di seguito ESET è stata inclusa fra le aziende Technology Fast 500 EMEA da Deloitte e per dieci anni consecutivi fra le aziende Technology Fast 50 Central Europe. Per maggiori info: www.eset.it Le funzionalità includono: Controllo delle applicazioni: blocca i contenuti in base all’età del bambino. Gestione del tempo: permette ai genitori di limitare il tempo che il proprio figlio può trascorrere a giocare o a utilizzare altre app, persino quando il bambino è fuori casa. - Controllo Web: l’app blocca automaticamente delle categorie predefinite di siti web, come quelle che presentano contenuti offensivi o per soli adulti, in base all’età del bambino. Possono essere aggiunte ulteriori categorie o specifici siti web. - Posizione figlio: consente ai genitori di richiedere in qualsiasi momento l’attuale posizione del dispositivo del figlio. - Messaggio del genitore: un SMS inviato da determinati numeri del genitore bloccherà lo schermo del telefono del figlio fin quando non verrà premuto un pulsante di conferma dal figlio stesso. - Rapporti per i genitori: rapporti dettagliati sull’utilizzo delle app e sulle pagine web visitate. - I rapporti possono essere visualizzati in qualsiasi momento utilizzando l’app in modalità genitore; o attraverso my.eset.com o possono essere inviati periodicamente agli indirizzi email dei genitori. - L’app contiene un’opzione aggiuntiva che consente ai figli di chiedere ai propri genitori speciali permessi per accedere a determinate app o a particolari contenuti web, o la possibilità di aumentare il tempo per il gioco o la navigazione web. ITA EVENTI 69 notes GUIDA PER PROTEGGERE I BAMBINI SU INTERNET DEDICATA AI GENITORI I bambini sono la nostra più grande risorsa, sono il nostro futuro. Alla ESET siamo genitori proprio come voi. E come voi sentiamo la necessità di guidarli nella vita e di proteggerli dai pericoli, ma oggi questa responsabilità rappresenta una sfida enorme. Con i dispositivi mobile che diventano sempre più complessi e moderni e con la rapida evoluzione del linguaggio, la pressione aumenta esponenzialmente sui genitori che devono essere al passo con i tempi per educare a loro volta i propri figli. Questa guida vi aiuterà in questo compito e vi spiegherà quali sono gli aspetti da tenere in considerazione per garantire ai vostri figli un’esperienza su Internet che sia quantomai sana e sicura. Di seguito potrete trovare una serie di strumenti che vi permetteranno di proteggere le attività online dei vostri figli. -Usare strumenti con funzioni di parental control: potrete trovarli nei browser e anche nei software antivirus. È presente nella versione 9 di ESET Smart Security e anche nell’app ESET Parental Control per Android. Questo tipo di strumenti sono disponibili anche per console come Nintendo Wii e Xbox 360. -Non permettere ai vostri figli di inviare informazioni riservate su Internet: le informazioni personali non dovrebbero mai essere richieste via e-mail o tramite chat. Le banche non richiedono mai in questo modo i dati del vostro conto e men che meno il vostro PIN. Per questo motivo è importante non fornire ai bambini queste informazioni. -Non rispondere ne eliminare i messaggi di stalking: se vostro figlio è vittima di cyber bullismo non dovrebbe vendicarsi. Spiegate che gli stalker vogliono provocare esattamente questo tipo di reazione che alimenta il loro desiderio di nuocere. Se vi trovate in questo tipo di situazione e se capita di nuovo, rivolgetevi alle autorità competenti. Comunque, non eliminate alcun messaggio di questo tipo ricevuto, sono le prove dell’azione illecita. -Non tutto quello che vedete online è vero: non tutte le informazioni che possiamo trovare sul web arrivano da fonti attendibili ed è importante che i bambini capiscano la differenza. Create un blog dove pubblicate le vostre opinioni per dimostrargli quanto sia semplice acquisire uno spazio online e 70 ITA EVENTI manipolarne i contenuti. -Aprire un dialogo: la comunicazione tra voi e i vostri figli gioca un ruolo chiave nella loro sicurezza. È molto più produttivo parlare delle loro paure e delle loro preoccupazioni piuttosto che punirli. Un ambiente sereno e un dialogo aperto, su Internet come nella vita reale, può essere l’aspetto chiave per il loro benessere. -Se pubblicate online qualcosa, ricordate che sarà per sempre: insegnate ai vostri figli, che qualsiasi cosa pubblicata online rimane lì per sempre. Per di più, ne perdono il controllo quando queste informazioni vengono condivise da chiunque, arri- vando persino agli sconosciuti. Una buona regola è non condividere alcuna foto, stati personali o altri contenuti che non vorremmo far vedere a nostra nonna. Questo è valido per ogni tipo di espressione della vita online – social network, servizi di messaggistica istantanea, blog o commenti. ALTRI 5 SUGGERIMENTI PER I GENITORI -Assegnate un account utente a vostro figlio. Questo è il primo passo per controllarne efficacemente le attività online. Il ruolo di amministratore di sistema dovrebbe sempre essere riservato a un adulto. -Aggiornare costantemente l’antivirus e il parental control. -Controllare la cronologia di navigazione di vostro figlio. Se è stata cancellata è giusto parlare dei motivi che lo hanno portato a farlo. -Controllare la webcam, e assicurarsi che sia disconnessa o coperta (se integrata) quando non viene utilizzata. -Verificare le impostazioni del social network utilizzato da vostro figlio. Un profilo senza limitazioni alla privacy e in cui tutti i contenuti vengono condivisi pubblicamente può mettere a repentaglio la sicurezza di un ragazzo. Oggi, impedire a vostro figlio di utilizzare le tecnologie non rappresenta una soluzione. Queste sono parte integrante della loro vita quotidiana, e sono sempre più importanti per il loro sviluppo. Invece di imporre semplicemente dei limiti e delle restrizioni, aiutate i vostri figli a utilizzarle in maniera sicura e siate parte attiva dell’interazione tra il bambino e il dispositivo. È importante sottolineare che molti di questi pericoli possano interessare anche gli adulti, e la maggior parte delle precauzioni che abbiamo elencato dovrebbero essere sempre utilizzate indipendentemente dalla situazione o dall’età. La sicurezza dei bambini è responsabilità di tutti, e i suggerimenti che vi abbiamo proposto in queste linee guida aiuteranno gli adulti a proteggere le informazioni, i sistemi e l’integrità dei minori. Per maggiori informazioni visitate il nostro sito web o i nostri canali social: www.eset.it www.welivesecurity.com Seguici su Facebook: facebook.com/eset Seguici su Twitter: twitter.com/ESET @ESET ITA EVENTI 71 benessere BODY CONTOURING: L’INTERVENTO CHE CONSENTE DI RIDISEGNARE IL CORPO PRIMA DOPO Dr. Antonio Distefano Specialista in Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica C os’è il “body contouring” che promette di rimodellare il corpo con un solo intervento? Il body contouring è una metodica chirurgica altamente innovativa che consente in un unico tempo operatorio un rimodellamento proporzionato fra la parte superiore e inferiore del corpo. Congiuntamente si possono aspirare le adiposità localizzate dalle zone in cui sono sovrabbondanti e distribuirle, riutilizzandole, nelle aree in cui spesso si assiste ad una ipotrofia come il seno o i glutei. Ad un addome tonico, ad una coscia più affusolata, ad un fianco più regolare possono corrispondere un seno più pieno e rotondo oltre che un gluteo più tonico e proiettato. Gli arti inferiori sono senz’altro la parte in cui il risultato dell’intervento risulta più visibile, non soltanto per l’effetto della lipoaspirazione ma anche per il rimodellamento dell’adipe in zone carenti per una armonizzazione completa e piacevole con il resto del corpo. Si possono snellire e tonifi- 72 ITA EVENTI care gli arti inferiori un po’ importanti ed equilibrare la silhouette con una proiezione del gluteo, che spesso risulta carente di tono e svuotato. C’è inoltre una buona indicazione all’intervento per le donne che desiderano intervenire sul seno ma che non sono attratte dall’idea di una protesi tradizionale. L’obiettivo resta in ogni caso fermamente legato alla naturalezza del risultato: ogni donna ha le sue proporzioni, la sua altezza, la sua circonferenza ossea, le sue peculiarità anatomiche. L’effetto voluto va sempre pensato e progettato su una base anatomica individuale, le cui proporzioni vanno studiate e rispettate per avere un approccio chirurgico efficace e naturale. Pari importanza riveste la scelta del chirurgo che eseguirà l’intervento. Il body contouring necessita di un training approfondito e specifico. Per questo motivo è importante rivolgersi a professionisti che nel loro curriculum abbiano una adeguata formazione su questo tipo di metodica. Allo stesso modo è necessario assicurarsi che l’intervento venga svolto in una clinica certificata, con sale operatorie perfettamente attrezzate. Il body contouring prevede almeno una notte di ricovero, che va estesa a due nel caso di interventi un po’ più importanti o di pazienti sopra i 50 anni. Esistono inoltre, come per tutti gli interventi chirurgici, delle condizioni necessarie perché l’intervento possa essere indicato e possa essere eseguito con pieno successo. La tipologia della pelle del paziente, ad esempio, è determinante. Pelli non compatte, prive di un buon tono dermico e muscolare necessari per un risultato soddisfacente, sono una controindicazione all’intervento: l’aspirazione infatti di una quantità di adipe anche modica in pazienti con un derma sottile e atonico potrebbe determinare dei cedimenti tissutali con risultati mediocri e poco stabili. L’esame obiettivo che viene effettuato alla prima visita è fondamentale per una corretta valutazione. Nei casi più severi di anelasticità della pelle si possono considerare di programmare delle seduta di neocollagenogenesi con la radiofrequenza, e più in generale con macchinari che tonifichino il derma prima e dopo l’operazione. In alcuni casi questi sono fondamentali perché sia possibile sottoporsi all’intervento stesso. Va fatta inoltre menzione di altre condizioni che rendono l’intervento non indicato: abbondante sovrappeso o franca obesità. In questi casi è prioritaria una buona pianificazione alimentare e fisica prima di qualsiasi programmazione chirurgica che prevederà di ridurre le aree adipose residue, ipotoniche o con eccessi dermocutanei. www.antoniodistefano.it ITA EVENTI 73 sapori FORNELLI A SPILLO È il primo format di food entertainment nel panorama italiano, un nuovo modo di fare cucina conviviale. Di Andrea Thomas C os’è fornelli a spillo? È food entertainment. È il nuovo modo di fare cucina conviviale. È un’occasione per imparare a cucinare. È qualità del cibo che si condivide, del vino che si beve, delle persone che partecipano. Cosa non è fornelli a spillo? Non è solo un corso di cucina. Non è solo social dinner. Non è uno speed date. Non è uno show cooking. Fornelli a Spillo è il format di food entertainment cucito da Anna e Marco, food entertainer e food planner, che fa della cucina il perfetto luogo per un incontro. È ai fornelli che convivialità e familiarità diventano sinonimi, che il piacere del buon cibo si imbastisce a quello della conoscenza reciproca e che i rapporti tra le persone si cuciono tra la mantecatura di un risotto e la cottura di un soufflè. Ed è così che tra consigli per una 74 ITA EVENTI cucina rapida e gustosa e realizzazioni di gruppo di una ricetta, la serata di Fornelli a Spillo diviene il luogo dove mescolare facili tecniche di cucina con chiacchiere in libertà. All’interno del contenitore di Fornelli a Spillo convivono vari format: Sexy food per facilitare l’incontro fra single, Italian food per cucire legami tra italiani e stranieri, Cuochi ai primi fuochi per allenare alla cucina anche i dummies, Italian food classes per avvicinare gli stranieri alla cucina italiana. Team building è il format ideale per le aziende. Fornelli a Spillo si presta e si adatta alle esigenze delle aziende per organizzare incontri di formazione orientati a rafforzare i rapporti tra i professionisti e a rinsaldare forme di collaborazione tra le persone. Attraverso il format di Fornelli a Spillo è possibile sviluppare mo- menti di team building pensati con l’obiettivo di favorire il supporto reciproco utilizzando un metodo diverso da quello applicato dai formatori tradizionali. Il food entertainment di Fornelli a Spillo si propone quindi come strumento per motivare i partecipanti dimostrando come, attraverso un approccio organizzato, sia possibile centrare qualunque obiettivo: dal cucinare un risotto al cocco fino a raggiungere i target di vendita. E come spazio di comunicazione per un prodotto o un brand. Tutte le aziende, non solo quelle appartenenti al settore food, sono costantemente alla ricerca di nuove forme per comunicare. Una serata con Fornelli a Spillo, tra cucina e convivialità, diventa il momento ideale in cui presentare un brand o un prodotto. In cucina ci si conosce, ci si lascia andare, ci si mette in gioco. Chi sono i commensali attorno ai fornelli? Giornalisti, Kol, blogger, influencer e chiunque abbia la possibilità di ribattere sui mezzi di comunicazione, tradizionali e social, l’esperienza vissuta che diventa così cassa di risonanza per un brand o un prodotto. Perchè attraverso i social si possono realmente moltiplicare le esperienze e amplificare i feedback a una rete ampia e diversificata di contatti. www.fornelliaspillo.it [email protected] ITA EVENTI 0 food IL RIGORE E LA CONTINUITÀ Stefania Moroni, figlia di Aimo e Nadia, prosegue l’attività di ricerca e sperimentazione trasformando il celebre ristorante in un luogo di arte, cultura e convivialità. Da qui la gastronomia italiana ha iniziato ad elevarsi a livello internazionale. di Bruno Quiriconi Q uando Aimo è arrivato a Milano da Pescia, un piccolo centro toscano vicino a Lucca e Pistoia - famoso per la raccolta dei garofani -, aveva un sogno: aprire un ristorante e trasformare il cibo in un mezzo per esprimere la sua filosofia di vita. Attraverso un piatto di carne o di pesce, una pasta o un dessert anelava al desiderio di trasmettere le sue emozioni, la sua ricerca costante delle migliori materie prime presenti nel territorio italiano, il rigore nel considerare la cucina un luogo per sperimentare, accogliere il visitatore e conquistarlo con il suo gusto. Col passare degli 76 ITA EVENTI anni, anche grazie all’aiuto fondamentale della moglie Nadia (anche lei toscana, di Chiesina Uzzanese) il suo ristorante ha iniziato il suo decollo verso le alte sfere della gastronomia internazionale: è stato – in assoluto – il più premiato, venerato e citato dai critici specializzati con riconoscimenti dalle guide più rinomate. C’è qualcosa di diverso nell’animo di Aimo rispetto alla lunga ondata generazionale di ristoratori toscani: la volontà di trasformare il pranzo o la cena in un’esperienza quasi mistica. Provare per credere. Ogni ingrediente è selezionato da una lunga filiera controllata e aggiornata quotidianamente, cucinato con impegno e dedizione, con un riguardo sulle ultime scoperte della scienza alimentare e con l’impegno di esaltare i sapori e la presentazione sul piatto del cibo. Tutto questo poteva essere una parabola discendente, diventando un ricordo per chi ha assaporato almeno una volta le pietanze di Aimo e Nadia. E, invece, grazie alla figlia Stefania, la storia continua e si evolve in un canovaccio di installazioni d’arte, seminari culturali, presentazioni e conferenze, musica, letteratura uniti alla tradizione dei genitori. Il risultato, oggi, è Il luogo di Aimo e Nadia, ubica- to sempre nella periferia milanese per scelta di Stefania; con due giovani Chef all’altezza del mentore e uno staff di prim’ordine. Non è stato facile, come ci racconterà in seguito Stefania, portare avanti un progetto rinnovandolo e agganciandolo alla contemporaneità: lei è riuscita grazie ai suoi studi, alla sua intraprendenza e alla volontà di inserire la sua personalità e i suoi interessi all’interno dell’attività dei genitori. L’esempio più significativo è l’installazione-composizione presente all’interno e alla facciata esterna del “luogo”, “una stratificazione di emozione e pensiero” curata dall’artista e scienziato Paolo Ferrari, parte integrante dell’esperienza cibo-mente. Con Paolo Stefania ha immaginato ogni dettaglio all’interno del locale, piccoli frammenti studiati per impreziosire lo sguardo e lo stato d’animo dl commensale. Gli spunti artistici e letterari sono elaborati al Centro studi Assenza coordinato dallo stesso Ferrari. “Chi siamo oggi?”, inizia così l’intervista a Stefania, “Questo è il luogo, lo spostamento del nome è significativo: un raro esempio di continuità – ad alti livelli – nell’ambito della ristorazione. Siamo la terza generazione, sempre nella stessa location – e non ci muoveremo mai da qui per scelta -, perché qui c’è una storia, un radicamento, un humus. Siamo inseriti nell’attualità della cucina contemporanea pur con le nostre radici. Oggi siamo un team - ci ho lavorato dieci anni per ottenerlo -, ho dovuto dimostrare sul campo che potevo farcela. Fabio Pisani e Alessandro Negrini sono i nostri due Chef, Nicola Dell’Agnolo è il maître in sala. La sfida vinta è stata quella di poter dare uno spazio a dei giovani (gli Chef hanno 37 anni entrambi) e nello stesso tempo non perdere l’identità che i miei genitori avevano costruito. Que- sta identità è spesso confusa con tradizione, un termine abusato e non congruo per descrivere la cucina di Aimo: ogni piatto veniva – ed è tutt’oggi - preparato sempre con una novità, mai uguale al precedente; anche la trippa, ad esempio, veniva arricchita con un nuovo ingrediente oppure cucinata a seconda della fantasia del momento. In questo modo alziamo sempre l’asticella: convincere il cliente a variare sempre le sue aspettative rispetto al piatto tradizionale. Quando è stato aperto Aimo e Nadia? Nel 1962. Rilevano un posto semplice, un bar: i primi anni c’era anche mia nonna e facevano da mangiare per gli operai della zona. All’epoca non esistevano le grandi scuole per gli Chef, qualcuno studiava in Svizzera o all’estero. Per dieci anni Aimo e Nadia passavano il pomeriggio nel ristorante e studiavano il cibo con dedizione e passione; la sera lo preparavano ai clienti. Pur con un legame particolare alla loro terra, si recavano in ogni angolo d’Italia provando i prodotti riconoscendone il valore tecnico, umano e organolettico: cacciagione, selvaggina, legumi, olio, vino, farro, le verdure e la carne (Chianina). Nessuno è ciò che produce ma sicuramente il prodotto rivela chi lo ha fatto, ne è una emanazione. ITA EVENTI 77 Più che di amicizia avevano rapporti di complicità gastronomica: gran parte del cibo veniva preparato apposta per loro (ad esempio il prosciutto stagionato). Chi tra i suoi genitori aveva maggior passione? Mio padre, senza dubbio. Mia madre è l’esempio di una grande dedizione e condivisione di certi principi saldi. Oggi si parla molto di etica: bene, loro l’hanno sempre avuta. Rigore nella migliore accezione del termine, professionalità… In questo rigore c’era anche una grande libertà: il lascito dei miei genitori non è solo tecnico, di impostazione: si vedono molto bene quelli che hanno seguito quella scuola. Si notano meno coloro che hanno seguito la scuola dei miei genitori, prima 78 ITA EVENTI di tutto umana. Questo stile, in cucina e fuori, ti impone di metterti in gioco fino in fondo come essere umano e allora puoi diventare un cuoco, un sommelier: le persone passate da noi hanno imparato una modalità del fare. Qual è il vostro piatto storico? Il principale è lo spaghetto al cipollotto e peperoncino. È un piatto semplice, i miei genitori sono stati bravi a far mangiare pasta e cipolla a tutti: stranieri e italiani. Oggi può avere anche un senso ma negli anni settanta e ottanta la cucina gourmet era proteica. Derivava dalla storia della Francia: carni, pesci, i ragù, le creme, l’olio; una cucina sontuosa. E noi, per converso, la zuppa e una serie di dolci con le verdure. La verdura nei dolci resta tale – insegnamento dei miei genitori -, l’ingrediente non deve perdere la sua qualità che arriva a noi già talmente lavorata che è un peccato distruggerla. Oggi è di moda destrutturare; noi, invece, facciamo un’operazione diversa: esalto la tessitura, la storia del posto d’origine. Quando si compra un filetto dai fornitori bisogna quindi rispettarne la conformazione? Esatto. Ci arriva un maialetto di cinta senese al quale è stato fatto un lavoro di asciugatura e frollatura da parte del macellaio, dell’allevatore. Se cambia una cosa anche minima nella filiera noi ce ne accorgiamo subito. Suo padre è famoso anche per una grande dialettica con i clienti… Lo scambio con il cliente per me è fondamentale: una volta era mio padre che raccontava i propri territori con il suo vissuto e mentre lo faceva li riattraversava nuovamente. Oggi lo faccio io e unisco la loro voce alla mia conoscenza profonda del prodotto, alla dietologia, alla competenza scientifica che spesso i cuochi ignorano. Mi accorgo subito di una finezza, di un ingrediente. Quando sono arrivati i primi successi? I primi riconoscimenti sono arrivati con Luigi Veronelli ed Edoardo Raspelli che hanno scritto di questo posto quando ancora era una trattoria. Poi, a mano a mano, è arrivata una prima stella e articoli in Francia e in Giappone. In particolare i giornalisti giapponesi ci hanno scoperto con grande anticipo: riconoscono da subito il valore della materia prima non troppo lavorata, la freschezza e la naturalezza del cibo. Il massimo riconoscimento è stato il primo articolo uscito sul quotidiano milanese Corrie- re d’informazione: mio padre se lo ricorda ancora perché titolava “una trattoria toscana ma non è la solita musica”; credo fosse il 1978. Certamente poi la guida Michelin. I miei genitori erano tra i pochissimi che facevano una cucina senza influenza francese perché non era la loro storia. Si sono inventati qualcosa di diverso. Quando loro hanno iniziato, a nessuno importava del prodotto italiano. Alcuni cibi sono addirittura scomparsi per incuria o disinteresse. Poi anche grazie all’Europa e ai suoi paletti -, alcuni prodotti hanno trovato la loro identità. Se fossero due cuochi emergenti accetterebbero la spettacolarizzazione dello Chef in tv? Lo spettacolo non è gastronomia. Ma ha smarcato la figura del cuoco dall’essere identificato per anni come un lavoro degradante. 1. Quasi un raviolo (di seppia) (foto P. Barata); 2. Risotto carnaroli con capperi di Pantelleria, limoni della costiera, acciughe di Monterosso e succo di cime di rapa (foto S. Barbagallo per Riso Gallo); 3. Spaghettoni di Benedetto Cavalieri al cipollotto e peperoncino (foto Brambilla Serrani; 4. Ravioli di Rabarbaro (foto Brambilla Serrani; 5.Consommé di cappone di Morozzo con bottoni di prosciutto affumicato(foto Brambilla Serrani) Quindi ben vengano i Masterchef. Il cuoco è una delle poche professioni in cui c’è ancora un ascensore sociale: a prescindere da quello che è il background familiare uno può sperare di raggiungere una certa qualità. Ci racconta come si è realizzata grazie alla continuità del luogo? Io lavoro qui da tantissimi anni: ho iniziato facendo delle cose in cucina. “Un figlio di” non è detto che abbia le competenze: io le ho guadagnate sul campo. Ho fatto moltissimi corsi. ITA EVENTI 79 Mi piace la cucina ma non è il mio unico mondo. Io sto bene in mezzo alle persone, mi piace la cultura, ho trasformato questo posto in una installazione artistica-architettonica, ho portato altri piani culturali: della conoscenza, corsi interni alle persone che lavorano con me: ad esempio per imparare come funziona il nostro cervello con i sapori. Adoro la cultura gastronomica, il suo mondo sociologico, l’attualità, l’arte contemporanea: ho portato qui un mondo-pensiero. La realtà potrebbe avere un piano non evidente, magari ha bisogno di quel silenzio in più perché si possa rivelare. Darti un pane e pomodoro, sorprenderti e spiazzarti di riuscire a trovarlo in un ristorante noto: poi lo assaggi e resti sorpreso, la velatura del pomodoro viene svelata, ogni ingrediente resta se stesso ma si svela; è uno stile. E si declina in modi diversi. Tutto questo impegno di ricerca e rigore riesce a coniugarsi con una corretta amministrazione? In altre parole si riesce a guadagnare? Queste attività ad alto livello, proprio per la quantità di “labour”, cura, servizio, attenzione, con altissimi costi è come la haute couture nella moda: hai bisogno di persone, di impegno. Sono vent’anni che gestisco questa attività, è una scelta non fatta in termini economici: sarebbe stato più conveniente fare altro. C’è sicuramente una buona gestione. E devo fare in modo che funzioni. Questa attività, per sopravvivere, deve diversificarsi, 80 ITA EVENTI espandersi, non basta pensare solo alla somministrazione del cibo. C’è stato, da parte mia, uno studio sul futuro di questo luogo, per cambiare approccio mentale e inventare qualcosa di nuovo. Non esistono formule preconcette: ci si prova, è anche una sfida della vita. Ho fatto un team building da sette persone: io, i mie genitori, Fabio, Alessandro, Nicola e Federico. Credo molto nel team: i due cuochi sono presenti da dieci anni. Non sono semplicemente dei cuochi, sono insieme a me in questa avventura. Abbiamo moltissime richieste di persone che vorrebbero lavorare con noi. Come hanno reagito i suoi genitori quando hanno realizzato che avrebbe preso lei il “timone”? Diciamo che è avvenuto non a tavolino ma con gradualità. Io ho cercato di capire a 360gradi questo mondo, ho lavorato qui a lungo. Poi, a un certo punto, ho iniziato ad organizzare eventi all’estero: i miei erano refrattari e stanziali, venendo da altre culture. Li ho costretti a uscire e fare piccole cose e hanno scoperto che poteva funzionare. Poi ho cercato di trasmettere gli elementi culturali: per anni mi sono occupata della comunicazione. Il passaggio dai miei genitori al team della terza generazione è durato circa tre anni. Ha avuto la percezione del loro orgoglio per la scelta difficile di continuare un percorso intrapreso? Tutto il mio lavoro, il “sottolavoro”, l’attenzione alle criticità non si vede spesso. Pero’, quando per qualsiasi motivo viene meno, allora gli altri si accorgono che manca qualcosa. Anche il mondo della ristorazione mi considerava una fuori di testa: io stavo poco dentro il sistema. Sono una persona che ha guardato avanti: ho creato e ancora oggi creo una tessitura per permettere agli altri di lavorare in un modo migliore e più gratificante. Per mia madre è stato facile capire il mio lavoro, per mio padre ha richiesto più tempo. Ha un po’ glissato, le hanno detto “brava”? Adesso si. Non me l’hanno sempre detto. Adesso dicono brava, ma soprattutto me lo dico io (ride, ndr). Si fidano ciecamente di me. Anche perché non possono fare diversamente, sono una tale rogna! F.LLI VINACCIA S.r.l. Produzione e commercializzazione del Limone di Sorrento I.G.P. Via Pantanello, II Trav DX - Zona Industriale - 04022 Fondi (LT) tel. 0771 531807 - www.la-costiera.com - libri GIGANTI (Italiani seri nel Paese dei blablà) Stefano Lorenzetto (Electa) Chi sono i Giganti per Stefano Lorenzetto? Sono i personaggi intervistati dall’autore nella sua ex rubrica de Il Giornale: trentacinque racconti di cittadini italiani seri, motivati, autentici e ricchi di valori genuini. Un vero inno all’etica, con alcuni personaggi straordinari: il manager che soccorre i cinesi detenuti nei laogai, il chirurgo dei casi impossibili, il crociato dei borghi abbandonati, il giardiniere che non si arrende mai, l’operaio che ha salvato i bilanci della Fiat, la madre che ha offerto alla patria i due figli poliziotti, la pensionata che vive da sedici anni dentro l’aeroporto di Malpensa. Storie di persone altrimenti invisibili – per scelta – lontano dai riflettori e dal clamore di una società dell’apparenza. Stefano Lorenzetto è consigliere dell’editore in Marsilio, scrive per Panorama, Arbiter e L’Arena; è stato vicedirettore vicario di Vittorio Feltri al Giornale, collaboratore di una quarantina di testate (Corriere della Sera, L’Europeo, etc.) e ha pubblicato sedici libri. Come autore televisivo ha realizzato Internet Café per la Rai. Lorenzetto è entrato cinque volte nel Guinness World Records per la più lunga serie di interviste che sia mai apparsa sulla stampa mondiale. Le storie raccontate dal giornalista, qui raccolte attraverso una selezione, sono lo specchio di una società civile, caparbiamente allenata a fare senza chiedere, a resistere senza lamentarsi, a combattere con le armi dell’impegno e della perseveranza. Ed è un vero peccato che – almeno per adesso – non leggeremo altre interviste così, lasciando ulteriore spazio a tanti protagonisti dell’inutile. (b.q.) IL PRIMO ANNO VA MALE TUTTI GLI ALTRI SEMPRE PEGGIO Mara Maionchi e Alberto Salerno (Baldini & Castoldi) Come due novelli Raimondo Vianello e Sandra Mondaini, la coppia Mara Maionchi e Alberto Salerno rende pubblica – come in una piéce teatrale – la loro storia d’amore. Un libro pieno di ironia, pungente e dissacrante sulla vita di coppia e le sue sfumature. Si ride di gusto nei racconti di Mara, diretta e spregiudicata, con alcuni momenti di rara tenerezza. Salerno racconta la sua vita di paroliere: non tutti sanno chi è l’autore – tra le altre cose - di “Io vagabondo” dei Nomadi. Una coppia moderna, innamorata follemente della musica pop, “workaholic” e calvinista ma sempre con grande umanità, capace di commuoversi per i successi dei loro figli. Spassosi i racconti di Mara durante la sua lite con il primo datore di lavoro e con Gianna Nannini – esilarante la scrivania spaccata in un momento di ira -; interessante il percorso di Salerno, soprattutto durante il periodo della Numero Uno, l’etichetta di Lucio Battisti, momento di grande creatività nella musica leggera italiana. Mara e Alberto sono da sempre molto attivi dietro le quinte della musica pop e questo libro è anche l’occasione per un ripasso attraverso le varie epoche, dal beat sino a Tiziano Ferro, ultimo artista scoperto dalla “ditta”. Si dice che l’equilibrio di una coppia non va mai giudicato dall’esterno: l’impressione dopo la lettura del libro è di una felice e ben rodata coppia, esperta nell’arte di essere anticonformisti anche mandandosi a quel paese diverse volte al giorno eppure con una grande unità, oggi davvero rara. (g.b.) 82 ITA EVENTI libri ABSOLUTE BEGINNERS Il nuovo libro di Carlo Massarini è una mappatura a tutto campo delle origini della musica rock e dei suoi affluenti meno conosciuti. Una conversazione a 360 gradi sulle grandi icone rock e su come la musica rappresenta le pulsioni della società. di Guido Biondi “Sto pensando al prossimo progetto, per adesso top secret”. Carlo Massarini guarda sempre al futuro nonostante un passato da divulgatore per le generazioni cresciute con Mister Fantasy, storico programma musicale della Rai negli anni ottanta. Il presente, dopo la chiusura di Ghiaccio Bollente su Rai 5 e le proteste degli spettatori per l’inaspettato congedo, è tutto nella sua nuova trasmissione su Virgin Radio, Absolute Beginners. È anche il titolo del suo ultimo libro pubblicato per Hoepli, ispirato dichiaratamente al film di Julian Temple del 1986. A differenza dei classici volumi di recensioni, talvolta noiosi, in questo libro c’è un filo logico, una narrativa attraverso tre decenni di grande musica. Un libro divulgativo – per nulla didascalico – per capire le origini, le trasformazioni, i percorsi degli artisti e delle pietre miliari della musica rock dal 1936 al 1969. Il tutto divertendo e incuriosendo il lettore. In fondo ciò che io faccio – se consideri anche la tv e la radio – è un modo di informare raccontando delle storie in modo spettacolare e piacevole. Io ho cominciato a comprare dischi dalla metà degli anni sessanta, per la precisione con i Beatles nel 1965. Avevo circa dodici anni. Poi ho continuato scoprendo Who, Jimi Hendrix, i Rolling Stones. Nel libro ci sono dei ricordi personali e qualche aneddoto legato ai dischi comprati dai miei genitori. Poi, ovviamente, c’è molta ricerca e molta lettura di libri sull’argomento. Lei ha incontrato e intervistato alcuni dei protagonisti del periodo d’oro del rock e del pop: Joni Mitchell, Bob Marley, Pink Floyd, Bowie… Joni Mitchell l’ho incrociata più che incontrata nel 1977 in un viaggio in America. Me l’ha presenta- 84 ITA EVENTI ta Jaco Pastorius, a sua volta presentato da Patrick Djivas della Premiata Forneria Marconi. C’è una foto che documenta questo incontro di noi tre nel mio libro Dear Mister Fantasy. L’ho poi incontrata durante il suo concerto all’Arena di Verona nel 1983 ma non ho mai avuto il piacere di intervistarla. Con Bob Marley invece ho avuto un incontro approfondito e una bella intervista e anche dei momenti di svago vedendolo giocare a pallone e accompagnandolo sul suo autobus. I Pink Floyd – e lo racconto anche in questo libro – ho avuto il piacere di conoscerli dopo esattamente un mese dal mio primo programma radiofonico. Erano venuti a Roma a suonare e ne ho approfittato per intervistarli. Con Bowie ho fatto una piacevolissima intervista credo nel 1978. I Rolling Stones non li ho mai incrociati. Come mai il libro raccoglie dischi pubblicati fino al 1969? È una precisa scelta editoriale o arriverà un altro volume? C’è in programma di pubblicare il volume successivo sulla musica degli anni settanta, il periodo del quale mi sto occupando adesso su Virgin Radio. All’inizio volevo concentrarmi solo sugli anni sessanta ma poi ho deciso di andare ancora più a ritroso. Volevo mappare le origini del rock. Tracciare anche personaggi misconosciuti appartenenti al rhytm’n’blues che sono legati a doppio filo alla storia del rock. Ciascuno dei protagonisti ha storie divertenti, appassionanti anche tragiche da raccontare ed è stata anche una bella occasione di riascoltare i loro dischi. Come giudica la musica oggi, la dissoluzione dell’industria musicale ma, soprattutto, la carenza di fenomeni di aggregazione e di artisti capaci di influenzare la cultura odierna? Un mercato globalizzato in mano a personaggi di puro entertainment. È cambiato un mondo. Le cose non rimangono per sempre le stesse. In particolare l’avvento di internet e delle tecnologie, smartphone, camere digitali ha nettamente cambiato le cose, specialmente negli ultimi vent’anni; è cambiato proprio lo scenario. Se penso a quando andavamo nei negozi specializzati ad aspettare con ansia l’arrivo di un album d’importazione, lo portavi a casa, leggevi i testi, lo ascoltavi con i tuoi amici… Oggi sembra di stare su un altro pianeta. Non si possono mettere in re- 86 ITA EVENTI lazione i periodi, non è possibile fare paragoni. Negli anni settanta non c’erano i telefoni cellulari: per intervistare qualcuno in America dovevi chiamare il centralino, prenotarti e poi aspettare a casa di essere richiamato qualche ora dopo. La Cina negli anni settanta era un pianeta sconosciuto; adesso comprano le nostre squadre di calcio… Poi, sulle singole cose, riusciamo a ragionare: le mie emozioni erano più forti allora. Probabilmente per un ragazzo di oggi sarà altrettanto emozionante votare un artista di X Factor, per me un po’ meno. C’è molta buona musica anche oggi, soprattutto di jazz, folk, r’n’b. ma le necessità del mercato sono indubbiamente diverse. Fino agli anni sessanta, periodo nel quale si sono sviluppati gli album, era un mercato fondamentalmente di singoli. Canzoni pop come oggi, spesso one-hit-wonder, successi senza un seguito. I testi oggettivamente sono abbastanza diversi, prima si seguivano con maggiore attenzione. Oggi hanno meno importanza. Qualche mese fa c’è stata una quasi insurrezione sui social network dopo la chiusra di Ghiaccio bollente, programma molto seguito su Rai 5. Ci sono stati sviluppi? Farà un’altra trasmissione? Da parte della Rai nessuno sviluppo, anzi, hanno cercato di mettere a tacere l’iniziativa. Non c’è stato nessun messaggio da parte della Rai neppure di riconoscimento del programma e del suo valore. In ogni caso – a livello personale – la petizione degli ascoltatori è stata una testimonianza di grande affetto. A livello professionale questa ha sottolineato un programma colto, non un talent, con la musica trattata con un taglio storico e culturale. La mancanza di un programma del genere è clamorosa in Rai. Domanda finale sui massimi sistemi: secondo lei c’è stato un disegno per ridimensionare l’influenza della scena musicale, soprattutto la cultura generata dai protagonisti dagli anni settanta in poi, le tematiche sociali, il fenomeno di aggregazione, etc. Oggi la musica pop globale è soprattutto intrattenimento, non disturba, a parte pochi artisti, Radiohead su tutti. Mi viene difficile pensare che ci sia stata una volontà così organizzata “dall’alto” da parte di qualche “Grande fratello” o del Presidente degli Stati Uniti o altro ancora per un giro di vite teso a ridimensionare il potere alla musica. Gli artisti non sono così manipolabili. È il mercato che influisce: quando le radio trasmettono tutte le stesse canzoni è ovvio che la direzione non potrà essere quella del passato; è musica che fa divertire, innamorare. Viene tagliata fuori la musica che fa riflettere, quella che racconta delle storie. I media – in generale – si dedicano, semplicemente, alla musica di successo immediato, trascurando quella che definisco musica interessante. Se un caporedattore si convince che fa più gioco al suo giornale pubblicare un articolo su Alessandra Amoroso alla fine è una sua scelta e non credo che ci sia dietro una filosofia di anestetizzare la musica cosiddetta colta o sociale. La musica oggi non è più pericolosa, non c’è più chi infiamma come facevano i Doors, non c’è musica che incita all’insurrezione. La musica per fare la rivoluzione nasce in un momento storico nel quale c’è chi vuole farla. Oggi nessuno vuol fare la rivoluzione, al massimo le persone sono un po’ incazzate ma stanno al loro posto e questo si riflette sugli artisti. La società esprime ciò che ha dentro di sé. Anche il rap nasce come musica di libera espressione di gente che non 88 ITA EVENTI Traffic, James Brown e Rolling Stones dal vivo. aveva un canale per esprimersi, almeno in origine, se escludiamo la fascia culi, tette e pistole. Hanno ancora una verve di canzone sociale ma tendenzialmente, se vediamo anche in Italia, hanno temi di incazzatura personale, di ansia esistenziale e divertimento ma nulla in confronto a Niggaz With Attitudes. Sono, alla fine, Fabri Fibra e Fedez, ed è difficile definirli capopopolo per la rivoluzione; un po’ tutta la musica oggi rappresenta questa “non ribellione”. Credo che oggi più che ieri sarebbe - invece – una necessità. zapping L A NOTTE DEI PUBBLIVORI Da un archivio sterminato raccolto da Jean Marie Boursicot viene realizzataogni anno una selezione dedicata ai veri appassionati di spot. di Andrea Thomas A nche quest’anno la manifestazione più amata da un pubblico smart ha avuto un successo oltre ogni aspettativa. La cornice dell’evento è stato il Blue Note di Milano, ambiente ideale ed elegante per coniugare lo spettacolo degli spot più originali ed interessanti dell’anno insieme a una cucina creativa. Organizzato dall’agenzia La Buccia, La Notte dei Pubblivori è una maratona di spot pubblicitari proveniente da ogni parte del mondo, selezionati da un team e proposti in due tempi in un’unica serata. Per chi sa leggere tra le righe è anche un interessante “documentario” sul linguaggio attuale dei creativi e della pubblicità che racconta – attraverso spunti e dinamiche – la società contemporanea. La rassegna è nata da un archivio di pubblicità – senza dubbio il più grande mai esistito – con quasi un milione e mezzo di spot collezionati dall’inizio del secolo scorso ad oggi. Il format è stato inventato da Jean Marie Boursicot, colui che ha iniziato a cataloga- 90 ITA EVENTI re e collezionare l’archivio. Dietro allo spettacolo vi è un gran lavoro di restaurazione delle pellicole originali e, soprattutto, la sua digitalizzazione. Il format, originariamente, prevedeva uno show dalla mezzanotte all’alba ed era oggetto di un piccolo ma tenace zoccolo duro di fan. Contiene più della metà di spot recenti, una parte proveniente da mercati emergenti e una serie di pellicole classiche, veri e propri must per i veri appassionati: dal sensuale ed ammiccante spot della Perrier – riproposto ogni anno – sino a Super Timor, una pubblicità degli anni cinquanta di uno spray africano contro le zanzare decisamente esilarante. Proprio il lato comico della manifestazione, con una serie di spot ad alto tasso di comicità è uno dei momenti più amati insieme alla curiosità per alcuni spot prodotti in Italia ma rimasti inediti. La selezione degli spot contenuti nello show proviene da oltre 80 paesi nel mondo, con 750 corrispondenti dalle varie agenzie internazionali. TORINO AGORÀ Via Dei Ciclamini, 23 ARCOBABY Via Carabelli, 2 BABY BOOM Via Lamarmora, 22 BABY STELLA Via Pola, 25 BABY WORLD Via Martiri Triestini, 1 BABYMOTTA Largo Settimo Severo, 6/2 BARBAPAPÀ Via Melzo, 16 BE.BE Via Brenta, 11 BIMBO POWER Viale Sarca, 187/189 BIMBÒ Viale Suzzani ang. Ca’ Granda BIMBOPOLIS Via N. Battaglia, 41 BLU KIDS Corso Buenos Aires, 5 BRUMS Corso Buenos Aires, 30 CAMPO TEATRALE Via Casoretto, 41/A CANETTA MANI DI FATA Via Dante, 2 CARLA BABY Corso di Porta Romana, 72 CARTOONIA Corso di Porta Romana, 72 CEM Via Decorati, 10 CENTRO TEATRO ATTIVO Via Ampere, 30 CERRO ARDENTE Viale Montenero, 16 CERRUTI PRIMA INFANZIA Via Giambellino, 39 CHICCO Via Dante, 12 DE PONTI GIOCATTOLI Via Castelvetro, 33 FANTASILANDIA Via Tiraboschi, 6 FATE I CAPRICCI Via Lanzone, 7 FORTURA GIOCATTOLI Via Pietrasanta, 14 FUN & FUN Via Beroldo, 2 GAIA Via N. Battaglia, 38 GIOCATTOLANDIA Viale Beatrice D’Este, 45 GIOCATTOLI ADIGE Corso Lodi, 9 GIOCHERIA Viale Monza, 9 GIOCHERIA Corso San Gottardo, 38 GIOCÒ CREATIVITÀ E ARTE Corso di Porta Romana, 96 GRILLO PARLANTE Via Chopin, 20 HAPPY CHILD Via Noè, 24 HAPPY CHILD Via Costanza, 21 I MONELLI Via Belfiore, 15 I PICCOLISSIMI Via del Sarto, 32 I PULCINI Via Stradella, 5 IDEXE Via Santa Sofia ang. Porta Romana IL FANTABOSCO Via Marco Bruto, 9 IL GERMOGLIO Via Lanzone, 53 IL GRILLO PARLANTE 2 Via Brioschi, 23 IL NANO GIGANTE Via Lambrate, 18 IL NIDO Viale Monza, 60 IL PAESE DEI BALOCCHI Via Barona, 2 IL PIANETA DEL TESORO Via Perussia, 6/1 IMMAGINARIUM Viale Serra, 69 MILANO ITAEVENTI QUESTO MESE – OLTRE ALLA CONSUETA DISTRIBUZIONE – LO PUOI TROVARE ANCHE QUI: IMMAGINARIUM C.so Porta Romana, 67 IMMAGINARIUM Via Dante JACQUADIS PARIS Via Dante, 16 JEANS AGE Via Correnti, 21 L’ISOLA CHE NON C’È Via Gessi, 13 L’ISOLA CHE NON C’È Via San Rocco 11 L’OCA ROSA Via della Commenda, 25 LA CARTOLERIA Viale Piave, 20 LA CASA DE PEPA Via Anfossi, 19 LA CASA DE PEPA Via Solari, 23 LA CASA DE PEPA Foro Buonaparte, 69 LA CASETTA DI CUCCIOLO Via Heine, 4 LA CICOGNA Via Bellosio, 15 LA CITTA’ DEL SOLE Via Spallanzani, 16 LA CITTA’ DEL SOLE Via Solari, 68 LA CITTA’ DEL SOLE L.go Settimo Severo, 2 LA CITTA’ DEL SOLE Corso Lodi, 3 LA CITTA’ DEL SOLE Via Orefici, 13 LA COMPAGNIA DEI BIRICHINI Via Lagrange, 8 LA GIOCHERIA Via Correnti, 26 LA LUNA E LA CARTA Via Mac Mahon, 12 LA MUCCA E LA GIRAFFA Via Castelvetro, 33 LE PAPERE Via Raffaello Sanzio, 30 LES GALIPETTES Via Verro, 39 LIBRERIA DEI RAGAZZI Via Tadino, 53 LIBRERIA FOGLIAZZA Via della Commenda, 25 LUDUM Via Pietrasanta, 14 MAGO LEO Via Anfossi, 8 MASTRO GEPPETTO Via Savona, 45 MATIOL PRIMA INFANZIA Via Porpora, 95 MIELE Via Porro Lambertenghi, 12 MIND Corso 22 Marzo, 25 MOROSINI GIOCATTOLI Viale Gian Galeazzo, 31 MUBA Via Besana, 12 MUSEO WOW Viale Campania, 12 NATURINO Via Durini, 2 OKIKOLLE LAB Via Bronzetti, 18 ORIGINAL MARINES Corso 22 Marzo, 20 PALAUNO Largo Balestra, 5 PAPAVERI & PAPERE Viale Umbria, 63 PEPERINO PIZZA & GRILL Via F. Crispi, 2 PETER PAN Via Ariosto ang. Via Mascheroni PETIT BATEAU Corso di Porta Romana, 64 PICCOLI SOGNI Via Termopili, 7 PICCOLI SOGNI Via Plinio, 60 PLAY PLANET Via Veglia, 59 PRENATAL Via Marco D’Agrate, 1 PRIMIGI STORE Corso di Porta Romana, 67 PROFESSIONE MUSICA Via Reguzzoni, 15 QUELLI DI GROCK Via Muzzio, 3 QUI SI GIOCA Via Ingegnoli, 15 RAGGIO DI SOLE Via Termopili, 7 RICORDI MUSIC SCHOOL Viale Premuda, 13 S&M Viale Ca’ Granda ang. Viale Suzzani SALVAGENTE BIMBI Via Balzaretti, 15 SCARABOCCHIANDI Via Martiri Triestini, 1 SPLENDOR BABY Corso Lodi, 47 TANTI BACI Via degli Imbriani, 10 TATI KIDS Via Orti, 35 TEATRO DELLA LUNA Via di Vittorio, 6 (Assago) TOYS CENTER Via Macchi, 27 TOYS CENTER Via Novara, 83 AL BOSCHETTO Via Val della Torre, 61 ASEI SCHOOL Corso Unione Sovietica, 113 ASSOCIAZIONE LA MATERNITÀ Via Gioberti, 71 BAMBY Corso Vittorio Emanuele II, 24 BIMBI CLUB Corso Peschiera, 364/A BINARIA Via Sestriere, 34 C MIRAFIORI NORD Via Bellono, 1 CASA OZ Corso Moncalieri, 262 CENISIA CIT TURIN Via Avigliana, 13 CENTRO CROCETTA Via San Secondo, 29 bis COLLEGIO SAN GIUSEPPE Via San Francesco da Paola, 23 COOP. SOCIALE TERZO TEMPO Via Po, 7 DON CHISCIOTTE Via Cernaia, 25 DU PAREIL AU MEME Via Garibaldi, 6 EUREKA KIDS Via Garibaldi, 38/E GIROTONDO TOYS Corso Sommellier, 33 IL GRIFONE BABY Via Carlo Alberto, 38 IL MICINO Via San Marino, 31 IL PAESE DEL SOLE Via Rosolino Pilo, 24 IO BIMBO Corso Potenza, 153/D IPER BIMBO Corso Bramante, 10/14 ISTITUTO SOCIALE Corso Siracusa, 10 A ITER Via Revello, 18 KOALA Piazza Statuto, 2 bis LE BIRBE Via Gattinara, 7 LINGOTTO - FILADELFIA Corso Corsica, 55 M** BUN Via Urbano Rattazzi, 4 - Corso Siccardi, 8/A MAGAZZINI OZ Via Giolitti, 19/A MARIA MONTESSORI Via Migliara, 7 MIRAFIORI SUD Via Farinelli, 25 NIZZA - MILLEFONTI Via Ventimiglia, 112 PARADISO DEI BAMBINI Via Andrea Doria, 8 PARAFARMACIA ARTEMISIA Corso Casale, 62/B POPPY Via San Quintino, 13/F POZZO STRADA BORGATA LESNA Via Monte Ortigara, 95 PUNTO GIOCO CIRIMELA Via Tempia, 6 PUNTOGIOCO ALIOSSI Via Millelire, 40 S. RITA Via Gorizia, 114 SACRA FAMIGLIA Via Rosolino Pilo, 24 SAN SALVARIO Via Silvio Pellico, 28 SBALLON Via Principe Amedeo, 40 SCUOLA EUROPEA SPINELLI Via Figlie dei Militari, 25 SCUOLA STEINER Via Cavour, 45/D SECONDA MANINA TORINO Via Renato Martorelli, 73 THE WORLD Via Frassineto, 34 UNIVERSO BIMBO Corso Racconigi, 141 UNIVERSO BIMBO Via Cardinal Massaia, 39 UNIVERSO BIMBO Via Bibiana, 70 ACQUA CETOSA Largo Giulio Onesti, 1 CASILINO PRENESTINO LABICANO Viale Telese CENTRALE RAGAZZI Via San Paolo Regola, 15 ALBERO AZZURRO Via Anagnina, 451 ANNANNA Via Nemorense, 90 ARTE E BALLETTO Via Rubattino, 1 BABY BOOM Via Anagnina, 361 BABY MODE Via Appia Nuova, 574 BABY’S STORE Via XXI Aprile BABYLAND Via Tuscolana, 44 BALOCCHI Piazzale XII Ottobre C. 1 ROMA Via San Giovanni in Laterano, 5 C. 3 ROMA Via dei Frentani, 6 C. FAMILIARE Piazza dei Mirti, 45 C. FAMILIARE Via Denina, 7 C. FAMILIARE Via Manfredonia, 43 CAROSEL PARK Via Rizzieri, 53 CASA DEI BAMBINI Via Libero Leonardi, 153 CASTELLO INCANTATO Via della Bufalotta, 395 CENTOSTORIE Via delle Rose, 24 CINEMA DEI PICCOLI Largo Marcello Mastroianni, 15 CITTÀ DEL SOLE Via della Scrofa, 65 DU PAREIL AU MEME Viale Libia, 199 EDEN PARK Via Battistini, 55 EMPORIO REGALI GIOCATTOLI Viale Somalia EXPLORA Via Flaminia, 80/86 FATAMORGANA Via Lago di Lesina, 9 FATINE E FOLLETTI Via Delpino, 136 FINALMENTE DAME Corso Trieste, 112 GIOCATTOLI INFANZIA Viale Libia GIOCHERIA SMORFIA GIOCATTOLI Via Tor de’ Schiavi, 343 GLI ARCIBIMBI Via Catania, 84 GOMMA MATITA E… Via Val Maggia IL POSTO DELLE FAVOLE Via Merulana, 39 INFANZIA ELEGANTE Via della Serenissima, 26 IO BIMBO Via Tiburtina, 522 L’ARCOBALENO Via Gherardo, 19 L’ORSO DADO Via Guido Reni L’ORSO MALU Viale della Vignola, 52 LA GIRAFFA Via Pompeo Magno, 84 LA MATRIOSKA Via Valesio, 28 LA MUCCA CAROLINA Via dei Castani, 95 MATTEL CARTOLIBRERIA Via Albalonga MAURIZIO MELL Via Cina, 201 MISTER BABY Via Lorenzo Il Magnifico, 10 NATINUDI Piazza San Cosimato, 65 PAPERINO Via Gregorio VII, 336 PETER PAN Via Vettore, 1 ROMA TORINO ITAEVENTI QUESTO MESE – OLTRE ALLA CONSUETA DISTRIBUZIONE – LO PUOI TROVARE ANCHE QUI: PICCOLE IMPRONTE Via Degli Scipioni, 143 PRIMIGI Viale Libia SANT’AGNESE SPORT CENTER Piazza di S.ta Costanza, 1 SPORTING CLUB DELFINO Piazza Tommasini, 18 TEATRO QUARTICCIOLO Via Ostuni, 8 YOU CAN DANCE Via Gadames, 3