appello per una legge sul caporalato

APPELLO: PER UNA LEGGE SUL CAPORALATO
Il fenomeno del “caporalato” è particolarmente presente nei settori
dell’edilizia e dell’agroindustria, dove un numero sempre maggiore di operai e
braccianti, italiani e migranti, sono sottoposti al ricatto ed allo sfruttamento da
parte di caporali, spesso al soldo di organizzazioni criminali.
Su questa diffusa realtà talvolta si sono accesi i riflettori dei mass media,
imponendo all’attenzione di tutti la triste realtà del lavoro nero e delle
condizioni disumane in cui sono costretti migliaia di lavoratori. Avvenne un
anno fa con la rivolta di Rosarno, avviene talvolta in occasione di una
tragedia in cantiere. Ma purtroppo, passato il clamore tutto rimane come
prima ed i lavoratori continuano ad essere soggiogati al ricatto di questi
criminali pur di poter continuare a lavorare onestamente.
Le nostre stime prudenziali indicano in 550mila il numero complessivo dei
lavoratori nelle mani dei caporali ed il oltre 800mila i lavoratori a nero.
Occorre intervenire. Ed occorre fare presto, perché la crisi economica sta
rendendo questa zona oscura di irregolarità e sfruttamento, di assenza di
diritti e di profitti criminali, sempre più vasta ed incontrollabile. Possiamo dire
con certezza che il fenomeno del caporalato, fino a qualche anno fa
endemico solo in alcune zone del Mezzogiorno, oggi è una realtà radicata e
strutturata su tutto il territorio nazionale.
Occorre intervenire. A partire dalla definizione giuridica di questo reato,
non ancora definito nella sua pericolosità sociale: esso viene infatti punito con
una sanzione amministrativa di 50 euro per ogni lavoratore reclutato, e solo in
presenza di aggravanti, quali violenza, riduzione in schiavitù, sfruttamento di
minori scattano l’arresto e le adguate sanzioni penali. E’ ciò che avvenne
nella imponente operazione dell’aprile scorso a Rosarno, quando per la prima
volta dai Tg vedemmo finalmente i caporali tradotti in Questura con le
manette ai polsi, esattamente come qualunque altro criminale colto in
flagranza di reato.
Occorre intervenire. Tutti, ciascuno per quello che può, affinchè venga
superato questo ingiusto vuoto legislativo. Per tutto questo, proprio dalle
categorie degli edili e dell’agroindustria della Cgil è partita in questi giorni la
campagna STOPCAPORALATO, con l’obiettivo di porre all’attenzione di tutti
la necessità che si intervenga subito per contrastare questo processo
pericolosissimo che rischia di cambiare i connotati del mercato del lavoro e di
segnare irrimediabilmente il futuro di quella parte sana del nostro sistema
produttivo, alle prese con due nemici, la crisi e la concorrenza sleale
dell’impresa irregolare ed illegale.
Per questo, rivolgiamo un appello a tutte le donne e gli uomini di buon
senso, a tutto il mondo del volontariato e dell’associazionismo, al
mondo della cultura, dell’informazione, dello spettacolo, dello sport, agli
imprenditori e alle loro associazioni, ai giovani ed agli studenti, alla
società civile tutta, affinchè facciano propria la nostra richiesta:
CHIEDIAMO AL PARLAMENTO DI:
1) RICONOSCERE IL CAPORALATO UN REATO IN QUANTO TALE
2) PREVEDERE PENE E SANZIONI ADEGUATE ALLA GRAVITA’
SOCIALE ED ECONOMICA DI QUESTO CRIMINE
3) INTRODURRE CLAUSOLE DI SALVAGUARDIA PER I LAVORATORI
MIGRANTI NON IN REGOLA COL PERMESSO DI SOGGIORNO CHE
VOGLIONO DENUNCIARE I PROPRI SFRUTTATORI.
Per adesioni e per prelevare tutti i materiali ed i banner della campagna:
www.stopcaporalato.it
E’ possibile mandare anche video-adesioni, che chiediamo non superino i 30
secondi di durata. Tutti i contributi verranno pubblicati sul sito della campagna
e sui canali You Tube di Fillea, Flai e Cgil.
Per qualunque informazione: [email protected] indirizzo e-mail è
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Stefania Crogi e Walter Schiavella
Segretari Generali di Flai Cgil e Fillea Cgil