Attività formativa Incontri e Convegni La Fondazione Un passo insieme onlus vuole realizzare nel territorio un’accoglienza delle persone diversamente abili e proporre alla popolazione la formazione per raggiungere l’autonomia valorizzando le abilità di ogni individuo e stimolando la creazione di contesti che ne facilitino l’espressione e l’integrazione sociale. Uno degli strumenti che intende utilizzare è l’organizzazione di conferenze aperte alla popolazione e dedicate alla prevenzione primaria e secondaria delle patologie a maggiore incidenza sociale oltre agli aspetti della vita che sono più critici per l’equilibrio della persona. I temi riguarderanno le grosse sfide che la Regione deve affrontare per la salute dei cittadini intesa nel concetto più ampio dell’armonia tra corpo e mente: i tumori, le malattie cardiovascolari, la terza/quarta età, il pensionamento ed il volontariato. Consapevole che il raggiungimento dello “star bene” può essere realizzato solo attraverso conoscenza e determinazione delle scelta da parte dei singoli cittadini a supporto degli interventi realizzabili nel territorio, ritiene che la comunicazione allargata, rispettosa del rigore scientifico necessario ad una corretta educazione, possa essere uno strumento favorevole alla realizzazione dei suoi compiti istituzionali. La Fondazione nel proporre gli incontri in sintonia con l’Amministrazione del Comune di Val della Torre, si ripropone di avere la fattiva collaborazione, come per l’attività dell’anno 2010, del Presidio Ospedaliero Gradenigo, Politecnico di Torino e dell’ARESS, agenzia regionale dei servizi sanitari. CONVEGNO DEL 29 gennaio 2011 – TEMATICA: prevenzione della patologia tumorale e di patologie legata allo stile di vita e di cui si ha scarsa sensibilità sociale. La prevenzione dei tumori della pelle e delle apnee notturne. Inserire il pezzo della locandina I colonna interno, saltando l’Amministrazione Comunale e poi il programma con gli orari. COMMENTO ED IMPRESSIONI Al Convegno sono state registrate 80 persone oltre alle Autorità, relatori e moderatori. Al Convegno ha partecipato l’Associazione di Volontariato “Associazione per la prevenzione e la cura dei tumori in Piemonte – onlus”. La partecipazione è stata ampia, oltre agli abitanti di Val della Torre, allargata ai cittadini dei Comuni limitrofi ed alla Città di Torino. L’interesse per le relazioni svolte con chiara illustrazione e per le indicazioni operative come documentato, è stato ulteriormente accresciuto dalla conduzione del moderatore, che in dialogo con gli oratori istituzionali ed i congressisti, ha evidenziato le problematiche e stimolato l’illustrazione dei progetti realizzabili attraverso le riforme che si prospettano nel governo dei Comuni e della Regione. Le tematiche svolte non hanno avuto pause nella mattinata, che si è conclusa, dopo il buffet, con la visita al cantiere per la costruzione del Centro Socio Terapeutico “UN PASSO INSIEME”. Ringraziamo il Comune di Val della Torre per il supporto all’organizzazione dell’incontro tenuto presso la Sala Convegni del Valdhotel, via Lanzo 35 Val della Torre. NEOPLASIE CUTANEE I tumori della pelle sono in assoluto la neoplasia più frequente, circa il 15-20% di tutti i tumori e sono in costante e preoccupante aumento. Ogni anno, su un milione di nuove neoplasie, 300.000 sono a carico della pelle. L’incidenza è molto alta; la mortalità è di circa il 1,6% di tutte le morti per cancro. L’aumento delle neoplasie è legato a diversi fattori, quali l’aumento della popolazione anziana, dei carcinogeni ambientali fisici e chimici che favoriscono una riduzione dello strato di ozono atmosferico, determinando un aumento dell’irradiazione ultravioletta sulla superficie cutanea. La cute è un organo di facile osservazione e quindi è possibile che questi tumori possano essere diagnosticati precocemente; invece, un recente studio ha evidenziato che il periodo che intercorre fra l’inizio della malattia e la diagnosi clinica è di circa 2 anni. Una diagnosi precoce è importante in quanto permette un intervento chirurgico, il più delle volte minimo praticabile in anestesia locale con guarigione del 95% e con una spesa sanitaria esigua. E’ importante conoscere come è fatta la nostra pelle: è formata da una parte superficiale (epidermide), una intermedia (derma) ed una profonda (ipoderma o tessuto sottocutaneo). L’epidermide è costituita da cinque strati di cellule epiteliali ed è separata dal derma da una importante struttura definita membrana basale. Nel contesto dell’epidermide si trovano delle cellule particolari dette cellule neviche o melanociti che producono melanina, cioè il pigmento che determina il colore della nostra pelle. Il derma è costituito da una componente fibrosa (fibre elastiche, reticolari, collagene), da una componente cellulare e da una sostanza fondamentale che riempie lo spazio tra cellule e fibre. L’ipoderma è costituito da tessuto adiposo. Parleremo dei tumori che derivano dalle cellule dell’epidermide, i carcinomi o epiteliomi cutanei , e dei tumori che derivano dalle cellule neviche, il melanoma. Carcinomi cutanei Rappresentano circa il 90% di tutti i tumori cutanei. Esistono due varietà clinicoistologiche: il carcinoma basocellulare e lo spinocellulare. Pur avendo un’origine comune, le cellule epidermiche hanno, come vedremo, un comportamento evolutivo diverso. Il carcinoma basocellulare è quattro volte più frequente dello spino; è un tumore a malignità locale, a lento accrescimento e raramente metastatizza; non dimeno, una diagnosi tardiva può costringere a trattamenti chirurgici con gravi risvolti esteticofunzionali. Nei paesi europei l’incidenza si aggira sui 70/100.000 casi all’anno. La comparsa è mediamente attorno ai 50 anni e l’incidenza aumenta con l’età; presenta maggiore frequenza nei soggetti con carnagione chiara, insorge essenzialmente a livello delle zone foto esposte e specialmente sul viso (80%). Non vi sono predominanze in base al sesso. Generalmente insorge su cute sana ex novo. La lesione iniziale è spesso difficilmente diagnosticabile: si presenta come una chiazzetta eritematosa, una piccola papula, un piccolo nodulo o come una minima eruzione ricoperta da crosta ematica con scarsa tendenza alla guarigione. Nel corso di mesi o di anni l’epitelioma acquista successivamente la sua caratteristica clinico-morfologica. Il carcinoma spinocellulare rappresenta il 20% dei tumori cutanei. E’ un tumore maligno, infiltrante ad evoluzione progressiva, fonte di metastasi per via linfatica ed ematica. In Europa l’incidenza è di 10-20/100.000 nuovi casi per anno nell’uomo e 150-200/100.000 nella donna. Negli USA ed in Australia è di 150-200/100.000. E’ più frequente nell’anziano; il sesso maschile è più colpito (due/tre volte più della donna). I soggetti a rischio sono gli individui di razza bianca con capelli rossi o biondi che si abbronzano con difficoltà. Il 50-60% colpisce la testa ed il collo; nei restanti casi prediligono le mani, le gambe, la regione anteriore del tronco. Nell’uomo le sedi preferite sono il padiglione auricolare, il dorso delle mani, il labbro; nelle donne la localizzazione più frequente è la porzione inferiore delle gambe. Il carcinoma spino cellulare può insorgere ex novo su cute normale o su una lesione preesistente che il più delle volte è la cosidetta “cheratosi attinica”. La cheratosi attinica insorge su una zona fotoesposta in soggetti adulti di carnagione chiara cronicamente esposti al sole. L’incidenza aumenta con l’età con predominanza maschile. Si presentano come lesioni bruno-gialle, piane o rilevate, difficilmente staccabili dai piani profondi; caratteristica è la sensazione di ruvidità al tatto. La trasformazione maligna si manifesta con la comparsa di eruzioni, ulcerazioni e vegetazioni; la durata del periodo di latenza è lunga, di diversi anni. L’aspetto clinico più frequente è la forma ulcero vegetante. Eziopatogenesi. Molteplici sono i fattori responsabili dell’insorgenza dei tumori cutanei. Fattori fisici: il più importante è l’irradiazione solare ed indiscutibili dati epidemiologici indicano una stretta correlazione fra i tumori cutanei e l’irradiazione solare; insorgono in regioni foto esposte in soggetti di pelle chiara che per ragioni professionali e/o geografiche sono sottoposti ad intensa e/o prolungata esposizione solare. L’energia solare emette radiazioni elettromagnetiche di tipo ionizzante (raggi alfa, raggi gamma) e di tipo ionizzante (raggi ultravioletti UVA, UVB, UVC, infrarossi, visibili). L’ozono atmosferico svolge funzione di filtro nei confronti delle radiazioni solari, per cui l’energia solare che raggiunge la superficie terrestre è composta da raggi UVA, UVB, infrarossi e visibili. Gli UVA e gli UVB con modalità di azione diversa esercitano un’azione carcinogenetica per cui una riduzione dello strato di ozono a causa della presenza di fattori inquinanti fisici e/o chimici, provoca un incremento delle neoplasie cutanee. La quantità di UV varia a seconda della giornata, nei diversi mesi dell’anno, in rapporto all’altitudine ed in diverse condizioni metereologi che. Il sole determina effetti benefici e dannosi. Effetti benefici. Il sole è sempre stato considerato una fonte di vita e tutti gli esseri viventi animali e vegetali sono stati creati per vivere al sole. L’esposizione al sole favorisce la sintesi della vitamina D, la cui carenza è responsabile del rachitismo. Alcune malattie della pelle, quali la psoriasi, la dermatite seborroica, la dermatite atopica, l’acne volgare trovano giovamento dall’esposizione solare. Effetti dannosi. Possono essere diretti immediati o indiretti tardivi. Gli effetti immediati sono l’orticaria, l’eritema solare e le scottature. Gli effetti tardivi causano alterazioni cellulari e tissutali (cute secca, sottile, rugosa) che possono predisporre alle neoplasie cutanee. Tanto maggiore è il numero delle ore di esposizione, tanto più grave è il rischio di sviluppare neoplasie. La nostra pelle si difende dal sole producendo la melanina che determina l’abbronzatura ed un ispessimento dello strato corneo. Nei bambini l’esposizione solare deve essere molto controllata in quanto la loro pelle non è ancora fornita di questi meccanismi di difesa naturale ed inoltre la cute è più permeabile ai farmaci con possibili reazioni fototossiche e foto allergiche. Radiazioni ionizzanti. E’ frequente osservazione la comparsa di tumori cutanei radio indotti di tipo professionale ( radiologi, operatori nucleari) o secondari a radioterapia. Tra le sorgenti artificiali di UV ricordiamo le lampade ed i lettini solari; tutte le statistiche indicano che aumentano il rischio per il basocellulare di 2,5 volte e di 1,5 per il carcinoma spinocellulare. Fattori chimici. Vengono descritti tumori cutanei in persone che maneggiano prodotti arsenicali o idrocarburi policiclici aromatici (catrame, oli lubrificanti). Fattori immunologici. Si osserva un aumento della frequenza di tumori cutanei negli immunodepressi, sia nella immunodepressione congenita che in quella acquisita (AIDS, trapianti d’organo, terapie immunosoppressive). Fattori virali. E’ dimostrato il ruolo dei Papillomavirus nella carcinogenesi di alcune neoplasie ano genitali. La terapia dei tumori cutanei si basa sui criteri generali adottati per l’asportazione di qualsiasi tumore maligno: eliminazione radicale della neoplasia con rispetto esteticofunzionale e con il minimo contenuto dei costi. Le terapie adottate sono: ‐ ‐ Chirurgia Radioterapia ‐ ‐ ‐ ‐ ‐ Crioterapia Laserterapia Chemioterapia locale Terapia fotodinamica Curettage con elettrocoagulazione La terapia chirurgica rappresenta la terapia ottimale e con essa si ottiene una guarigione fino al 95% con controllo istologico della radicalità dell’intervento. La radioterapia è indicata soprattutto in alcune sedi ( orecchio, labbro, palpebre) o quando le condizioni generali del paziente controindicano l’intervento chirurgico. I risultati a distanza sono generalmente sovrapponibili a quelli ottenuti con la chirurgia. Curettage: è una dermoabrasione e deve essere seguita dalla diatermocoagulazione del fondo e dei margini. Crioterapia: utilizza azoto liquido (-145 ºC) o perossido d’azoto (-89 ºC) o anidride carbonica (-79 ºC) allo stato solido. Laserterapia: viene utilizzato il laser CO2. Chemioterapia locale con farmaci antitumorali immunomodulanti (IMIQUIMOD), con Diclofenac. (5-Fluorouracile), con farmaci Terapia fotodinamica: consiste nell’applicazione sulla neoplasia di una sostanza foto sensibilizzante che, attivata da una sorgente luminosa, penetra selettivamente nelle cellule neoplastiche determinandone la morte. Queste terapie vengono principalmente utilizzate nelle cheratosi attiniche ed in alcuni carcinomi basocellulari superficiali solamente nei casi in cui la chirurgia è inattuabile in quanto non consentono un riscontro dell’efficacia e della radicalità della terapia mediante esame istologico. Il melanoma Il melanoma è un tumore maligno che origina dalla proliferazione atipica dei melanociti, capace di dare metastasi per via linfatica ed ematica e portare a morte il paziente. Rappresenta il 3 % di tutte le neoplasie, il 10 % delle neoplasie cutanee, ha un incremento annuo del 3-7 %; in Europa si registrano 5-8 nuovi casi ogni 100mila abitanti anno, mentre in Australia vi sono 40 nuovi casi ogni 100mila abitanti anno. I fattori di rischio possono essere endogeni o esogeni. Gli endogeni sono: genetici, etnici, caratteristiche fenotipiche, presenza di nevi. Quelli esogeni sono principalmente legati alle irradiazioni solari e a fattori ormonali. Il melanoma può insorgere su cute sana oppure su nevo preesistente (30-40% dei casi). I precursori de melanoma sono i nevi congeniti, i nevi acquisiti ed i nevi displasici. Vi sono alcuni segni clinici di allarme, tipo la comparsa di una lesione pigmentata in adulto con tendenza ad un rapido accrescimento soprattutto in spessore oppure la variazione di nevi già esitenti. Modificazione di un neo: estensione irregolare in superficie variazione di colore comparsa di alone eritematoso modificazione dei margini che diventano sfumati e irregolari comparsa di squame comparsa di piccoli rilievi con facilità al sanguinamento per minimi traumi Un criterio per controllare un nevo è l’ABCDE, A Asimmetria B Bordi C Colore D Dimensione E Evoluzione L’asportazione di un nevo non è pericolosa e non favorisce la fuga di cellule tumorali. Tutte le lesioni pigmentate sospette devono essere asportate unicamente con tecnica chirurgica tradizionale e sottoposte a verifica istologica. È importante la prevenzione primaria (riduce l’incidenza della neoplasia), secondaria (riduce la mortalità) e terziaria (diagnosi precoce). L’eccessiva esposizione alla luce solare è il fattore ambientale più importante per la genesi del melanoma. Bisogna individuare i soggetti a rischio in quanto uno screening di massa non è attuabile per gli elevati costi. Soggetti a rischio: famigliarità per melanoma, fototipo1 e 2, alto numero di nevi, presenza di lesioni pigmentate che tendono a modificarsi Decalogo della fotoprotezione: 1. Evita le esposizioni eccessive e le scottature da sole soprattutto nei bambini ed in presenza di cute pallida che si abbronza con difficoltà e si scotta facilmente. 2. I bambini fino al 6° mese non devono essere esposti al sole. 3. Evita le esposizioni al sole nei climi caldi attorno al mezzogiorno (ore 11-14). 4. Utilizza indumenti, cappello con visiera, camicie, magliette, occhiali. 5. Utilizza l'ombra naturale (alberi) e crea protezioni come ombrelloni, ecc.. 6. Ricorda che la migliore fotoprotezione è l'ombra e che un indumento appropriato protegge più di qualunque crema solare. 7. Usa, specie se la tua pelle è pallida, creme solari ad alta protezione che contengano filtri che bloccano non solo gli UVB, responsabili delle scottature, ma anche gli UVA. 8. Le creme antisolari devono essere applicate in dosi adeguate più volte al giorno ed essere resistenti all'acqua. 9. Alcune sedi sono da proteggere in modo particolare: naso, orecchie, petto, spalle, dorso piedi, cuoio capelluto (se calvi). 10. Evita l'abbronzatura "artificiale" (lettini UVA) che oltretutto invecchia precocemente la pelle. 11. Senza l’esempio dei genitori tutte le raccomandazioni e precauzioni finiranno nel nulla Il melanoma è l’esempio più chiaro di neoplasia maligna, nella quale un precoce trattamento limitato e con spesa sanitaria contenuta costituisce la chiave per la sopravvivenza. Nelle lesioni iniziali la diagnosi clinica non è sempre facile e può presentare margini di errore anche importanti. In questi casi possiamo utilizzare tecniche diagnostiche non invasive quale la DERMATOSCOPIA