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Edizione speciale de “Il Gettone” nº 87 di venerdì 13/04/2012
Spedizione in A.P. -D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) - Art. 1 Comma 1 DCB/CN - Reg. Tribunale di Cuneo nº425 del 9/6/1989 - Aut. 696/DC/DCI/CN del 31/10/00
Dir. Resp. Alberto Casella, Edizioni Agami via F.lli Ceirano 13 - 12100 Mad. dell’Olmo - Cuneo Tel. 0171412458 - E-mail [email protected]
Veterinaria comportamentale
La
qualità
del rapporto
pag. 10
Psicologia
L’armonia
di coppia
pag. 14
Turismo Toscana
Borghi
medievali
pag. 20
Ematologia
Le
spie… in medicina
pag. 25
Marina del Gargano
Da
porto ad ecoporto
pag. 30
Marketing & Comunicazione:
le Aziende vendono in rosa…
e
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p
co
A
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TU
A
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TI
speciale:
pag. 4
12
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MARKETING & COMUNICAZIONE – FOTOGRAFIA – Veterinaria comportamentale
PSICOLOGIA – Turismo – MOTO & SICUREZZA – Medicina & ricerca – Solidarietà
SOMMARIO
Un numero sempre nuovo di idee…
Cari Lettori, nel numero di primavera apriamo le pagine
del Gnews con la rubrica di Marketing & comunicazione,
che si conferma in pole position come rubrica di vs. maggior gradimento. Numerose sono le vs. mail per le quali
posso solo ringraziarvi per i consensi che ci accompagnano da oltre 10 anni.
Le donne sembrano aver superato in bravura noi uomini nel campo delle vendite, determinate e con grande capacità di ascolto, accattivanti nelle presentazioni, corteggiatrici sanno conquistare il cliente più di noi uomini. In
una competizione positiva non ci resta che imparare e noi
impareremo.
In seconda rubrica abbiamo voluto proporre un argomento di Veterinaria comportamentale che segue la precedente rubrica come classifica gradimenti. Nello specifico argomento la rubrica di Veterinaria tratta i rapporti con il ns.
cane; ci illumina sulle azioni da compiere per avere accanto a noi un amico fedele ed un compagno di vita che solo
chi ne possiede uno può comprendere. Ovviamente dobbiamo imparare ad educarlo, relazionarci con lui e rispettarlo
come un componente della ns. famiglia perché chiede così
poco, ma dà così tanto in termini di affetto e compagnia.
La psicologa Elena Cozzi sempre disponibile risponde alle domande che inviate voi lettori scelte tra le tante ricevute.
La rubrica turismo ha cercato per voi in Toscana un borgo medievale poco conosciuto: Sasso Pisano
Moto e sicurezza ci forma per guidare sicuri in sella, consigli che potrebbero salvare vite umane.
Ematologia affrontata dal Prof.Dott. Sossio ci informa
su argomenti di grande attualità consigliandoci periodiche analisi per salvaguardare la nostra salute.
La storia del cane Pepe è veramente toccante e vi consiglio una lettura che sarà più o meno toccante in base alla
sensibilità individuale di ogni lettore.
Infine terminiamo le pagine del Gnews con una rubirca
sulla conversione di un porto ad Ecoporto, a dimostrazione
che il progresso può rispettare l’ambiente con azioni umane ecocompatibili con il nostro pianeta.
Buona lettura.
Pietro Giunta
Direttore Editoriale
Edizione speciale de “Il Gettone” nº 87 di venerdì 13 aprile 2012
Spedizione in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) - Art. 1,
comma 1, DCB/CN Aut. 696/DC/DCI/CN del 31/10/00
Reg. Tribunale di Cuneo nº 425 del 9/6/1989
Direttore responsabile: Alberto Casella
Redazione: Piero Borello, Alberto Casella, Piermario Turina
Edizioni Agami srl - Tel. 0171.412.458
Reg. Trib. CN 4985/9206/10200
grafica e impaginazione: Edizioni Agami, Cuneo
STAMPA: Agam, Cuneo.
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DIREttorE: Rag. Mario Golè
resp. marketing: Eugenio Violante
[email protected]
DIRETTORE editoriale: Pietro Giunta
[email protected]
GRAFICA PUBBLICITARIA: Luca Cimbari
[email protected]
Hanno collaborato per la parte redazionale:
Dott.Prof. Michele Sossio (Ematologo), Dott. Nicola Gualerci,
Dott.ssa Diletta Francesca Rossi, Elena Cozzi (Psicologa), D.ssa
Barbara Bellettini (Veterinaria), Caterina Angelica, Andrea
Felicani, Riccardo Capone, Silvia Meazza, Pietro Giunta
Correzione bozze: Prof.ssa Maria Antonia Milone
Hanno collaborato per la parte fotografica:
Silvia Meazza, Caterina Angelica, Andrea Felicani, Dott. Nicola
Gualerci, Pietro Giunta
4
sommario
EDITORIALE
3
Marketing & Comunicazione
Le Aziende vendono in rosa. Le donne
sanno vendere meglio degli uomini?
Fotografia
Acquatico: un progetto finalizzato
7
Veterinaria comportamentale
La qualità del rapporto
10
Psicologia
Risposte ai nostri lettori
14
Turismo
Il turismo italiano scopre
il borgo medievale di “Sasso Pisano”
MOTO
Più formazione per guidare sicuri
“in sella”
20
22
Ematologia
Le spie… in medicina, prevenzione
25
Solidarietà & Volontariato
Una storia a quattro zampe
29
Marina del Gargano
Quando il porto si trasforma in ecoporto.
Nasce il porto turistico di Manfredonia
30
Per la pubblicità
Telefono 02/38103456 - Fax 02/38100014 - E-mail: [email protected]
Redazione “aperta”…
I lettori possono inviare articoli e materiale fotografico (inediti) completi di delega per il trattamento dei dati personali legge 675/96. La redazione vaglierà le proposte ricevute, pubblicando
quelle ritenute migliori con la firma dell’autore.
Inviare a Gnews – Via Archimede Bellatalla – 56121 Ospedaletto (PI)
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significa crescere!
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MARKETING & COMUNICAZIONE
MARKETING & COMUNICAZIONE
Le Aziende vendono in rosa...
Le donne sanno vendere meglio degli uomini?
Pare proprio di sì. Un’agente donna, intervistata, ne spiega tutti i motivi.
A cura della Dr.ssa
Diletta Francesca Rossi
Consulente, Formatore e Coach
responsabile di progetti di sviluppo
personale, manageriale e commerciale.
presidente aidea.
socio consulenti specialisti integrati
H
o avuto da poco l’occasione di
conoscere una delle tante donne, sempre di più in Italia, che
hanno intrapreso la carriera di venditrici. Mantengo ovviamente la riservatezza sull’Azienda a cui appartiene, e
sulla sua identità, per evitare inutile
pubblicità, ma vi posso assicurare che
è una cui non manca nulla, insomma
bella oltre che simpatica! È anche una
brillante venditrice i cui risultati parlano da soli, così mi è venuto in mente di intervistarla e chiederle qual è secondo lei il segreto del successo della
vendita in rosa... «Penso che vendere
sia proprio una delle tante cose che riesce molto bene a noi donne! In fondo,
che cosa significa vendere? Non è forse un po’ come corteggiare qualcuno?
Non è forse come ottenere che l’altro
faccia ciò che vogliamo noi mostrandogli come abbia deciso tutto lui? Per
vendere ci vogliono proprio organizzazione e strategia femminile! Primo: bisogna essere sistematiche e non demor-
dere. E noi ci esercitiamo a lungo nella
vita privata, ad esempio quando vogliamo essere portate in vacanza in un certo luogo, e non perdiamo occasione per
ripeterlo 250 volte, nei momenti e nei
modi più disparati, fino al momento
in cui l’altro cede per esasperazione.
Di solito siamo poi anche altrettanto
brave a far sentire l’altro orgoglioso e
contento della soluzione individuata
se ci complimentiamo in maniera adeguata. Tali livelli di insistenza e perseveranza organizzata sono sconosciuti
alla maggior parte del sesso maschile, il quale chiede una volta, forse la seconda... e poi si stufa inesorabilmente.
Secondo: che cosa significa fondamentalmente corteggiare qualcuno? Significa “essere corte”. Pensiamo proprio al
re e alla sua corte, ovvero alle persone
che lo seguono, lo riveriscono, lo ascoltano, lo fanno sentire importante e speciale. Ogni essere umano ama che gli
altri lo trattino un po’ come un re. Questo accade perché ognuno ha sempre
due anime: una razionale ed una emotiva. Proprio quest’ultima, che tutti possediamo, è quella che ama essere riverita, onorata, al centro dell’attenzione,
la protagonista indiscussa della situazione. Far sentire qualcuno in questo
modo non è così facile, perché nelle relazioni, di solito, le persone, senza accorgersene, fanno un po’ a gara per raccontare i fatti propri... invece di seguire il
racconto dell’altro. Per far sentire qualcuno davvero come un re – un divo diremmo oggi – serve ascoltarlo... ma intendo ascoltarlo veramente, ovvero seguire il suo racconto, le sue sensazioni,
stupirsi ed entusiasmarsi con lui e per
lui. Ora, noi donne anche in questo ci
esercitiamo fin da giovani. Amiamo
parlare, condividere, esprimere le nostre emozioni! e quindi dobbiamo trova-
re qualcuno che ci ascolti... Il sesso maschile fatica ad ascoltarci, così ci rivolgiamo ad altre donne (più pazienti) per
lunghe sessioni di chiacchiera. Facciamo a turno: di solito per una mezz’ora
una parla, mentre l’altra le lascia spazio, la ascolta piena di interesse e sintonia, senza valutare o giudicare o voler
per forza dare consigli o soluzioni, semplicemente prova a seguire l’altra, facendo al limite solo qualche domanda, poi
ci si dà il cambio. Ci risulta naturale ed
estremamente gratificante. Gestiamo
tutto il nostro stress e le preoccupazio-
ni in questo modo, con piena e reciproca soddisfazione. Avete mai visto due uomini fare lo stesso? Per forza poi risulta loro così ostico ascoltare il cliente! Si
perdono così due incredibili occasioni:
la prima è quella di far sentire il cliente
come un re e quindi di ottenere che poi
lui sia riconoscente, la seconda è quella
di riuscire a scoprire qualcosa su di lui
che già non sia risaputa. Mi chiedo davvero come riescano a vendergli qualcosa
con così poche informazioni su di lui...
Non che agli uomini comunque non
piaccia affatto parlare... ma è una cosa
un po’ diversa. Gli uomini esprimono
opinioni più che sensazioni. Cercano
di essere riconosciuti come competenti,
professionali, capaci, nel giusto insomma. Si narra che una volta quattro monaci buddisti uomini fossero impegnati
in una meditazione silenziosa, al lume
di candela. A un certo punto, la candela si spense. “La candela si è spenta” disse uno. “Non dovevi parlare, stiamo facendo una meditazione silenziosa”, disse il secondo. “In realtà avete sbagliato
entrambi” fece giustamente osservare il
terzo. “Siete proprio degli sciocchi tutti
e tre” disse il quarto, e continuò “l’unico che non ha parlato sono io”. Questo
ci suggerisce che se il cliente è un uomo,
basta poco per riuscire a farlo parlare:
così si può sapere come la pensa, poi lo
si può gratificare confermando le sue
idee. Il problema esiste nel momento in
cui anche il venditore è un uomo, perché gli uomini non vedono l’ora di poter parlare, e il breve aneddoto narrato lo
evidenzia. Invece, conviene saper ascoltare, perché il cliente ha sempre qualcosa che può essere usato per agganciare
il nostro prodotto o la nostra offerta, ci
vuole solo la pazienza di aspettare che
tiri fuori proprio quel particolare. Mettendo al centro di tutto il cliente, la sua
storia e le sue attività, non è difficile valorizzare con arte il nostro prodotto o la
nostra offerta. Si usa, per entrare, proprio quello spiraglio che lui stesso ci ha
aperto, e il gioco è fatto. Ci vuole delicatezza e capacità di enfatizzare proprio
ciò che viene dal cliente. Egli sarà contento di scoprire quanto la nostra proposta corrisponde alle sue esigenze e vorrà comprare! Il nostro compito, a quel
punto, sarà quello di offrirgli il massimo della sintonizzazione emotiva: essere contenti insieme a lui per l’acquisto fatto, complimentarci, offrire
rassicurazione e conferme. Anche qui, anni
di compere
con le amiche sono stati
la nostra migliore scuola. Perché le
donne lo sanno che insieme c’è più gusto! L’altra ti
consiglia, ti rassicura, ti vezzeggia, si complimenta!!! Poi si prende
un caffè insieme e si continua a decantare la splendida scelta fatta! Che espe-
5
rienza mistica!!! La cosa invece, non so
come mai, non viene apprezzata dai nostri amici uomini che cercano di evitare
come la peste ogni occasione di accompagnarci a far compere...
Quindi concludendo, la vendita, come
l’acquisto, penso che siano attività decisamente “rosa”, ma allora come mai i
venditori sono quasi tutti uomini??? È
un mistero al quale non sono ancora
riuscita a dare risposta, ma ho una teoria: gli uomini si divertono a fare i venditori perché stanno all’aria aperta e in
questo modo provano un senso speciale di libertà senza avere il fiato sul collo
del capo tutto il giorno; le donne invece non hanno ancora scoperto che vendere è tanto piacevole e rilassante quanto andare a far compere con un’amica... ma quando lo scopriranno, faranno
agli uomini una bella concorrenza! Ora
scappo, ho appuntamento con un cliente! Un colpo di spazzola, un po’ di rossetto e... via! Un nuovo incontro entusiasmante mi aspetta!» Esce
come un lampo
ed è già in azione. Decisamente
sa il fatto suo... e
poi dicono che
le donne sanno
solo chiacchierare!
fotografia
7
ACQUATICO: un progetto che
nasce da uno studio finalizzato
La fotografia diventa dinamica e trasmette emozioni
A cura di
CATERINA ANGELICA
Fotografo Professionista
C’
è una nuova espressione,
un nuovo linguaggio della
fotografia. Prende corpo attraverso un “errore tecnico” che proprio a causa di questo acquista forma
propria, si evolve e arriva a comunicare quel qualcosa che nella tecnica
pura spesso non avviene.Guardiamo
la composizione dell’immagine ma
non ne cogliamo il senso più profondo; osserviamo il particolare della tecnica ma non ne vediamo la percezione della somma delle parti… La
fotografia è anche “trascendenza”, visione di un mondo in cui tutti si possono ritrovare… Senza dilungarmi
nei pregi o difetti del vecchio e del
nuovo che comporterebbe un articolo a parte vorrei soffermarmi sulla
possibilità che hanno le macchine
fotografiche digitali di fare anche riprese video. Dunque fotografie e videoriprese con un solo apparecchio.
Il Progetto “Acquatico” non nasce da
uno studio programmato. Nasce invece come l’acqua che scorre… sgor-
ga in un continuo moto perpetuo
come la Vita stessa fatta dello stesso
“moto acquatico” che ne conserva le
caratteristiche delle nostre esistenze.
L’Acqua ci racconta con i suoi colori il sublime piacere dell’estasi e della contemplazione; una visione che
richiede da parte di chi osserva una
percezione a 360 gradi… uno stile
non misurabile ma flessibile.
L’autrice, Caterina Angelica, figlia
d’arte racconta così attraverso le sue
immagini le nostre percezioni, le
nostre idee a volte indefinite che acquistano esuberanza, luce, vulnerabilità…
Ed é questo che l’Acqua vuole dirci. Immagini apparentemente prive di tecnica ma pensate per donarci un feedback, una retrospettiva sulla nostra esistenza. Ci immergiamo
in questo mondo in un’estasi traboccante di sublime piacere. Immagini
che ci donano l’eleganza della pittura, ci svelano segreti che le particelle dell’acqua contengono… immagini che fanno arredamento per contemplare momenti di relax, per una
pausa che a volte questa vita così frenetica richiede.
Ecco che queste immagini possono
essere utilizzate non solo come ornamento e oggetto di arredamento dell’ambiente familiare, ma anche
come comunicazione di
benessere e
relax fisico e psichico.
Una visione che ci concede una nuova forma
mentis di pace e riposo.
Sicuramente l’acqua
è dei quattro elemen-
ti quello più presente nella speculazione simbolica e anche uno dei
più significativi sul piano psicologico, forse perché può essere amica
e nemica, apportatrice di vita come
di morte, fecondatrice e distruttrice.
L’acqua assomiglia all’anima dell’essere vivente: è irrequieta e non ha
posa, non ha principio, non ha fine.
È fiume e mare, è dolce e salata, è nemica ed amica, è confine e infinito, è
principio e fine. Nella sua imprevedibilità possiede tanto la calma, la gravità e la profondità abissale della Terra, quanto l’inquietudine dell’Aria e
la mobilità del fuoco. La materia vivente iniziò dall’acqua la sua avventura nel nostro pianeta; nel liquido
8
fotografia
(amniotico) vive l’uomo la sua formazione iniziale; l’acqua costituisce
la quasi totalità della materia vivente. Logico quindi che già all’alba del
pensiero razionale e di quello simbolico l’uomo percepisse, per immediata intuizione, la fondamentale importanza dell’acqua nel ciclo vitale.
E agli inizi della filosofia occidentale, Talete di Mileto (vii sec. a.C.) individuò proprio nell’acqua il principio
di tutte le cose, constatando che l’elemento liquido è presente ovunque è
presente la vita. In molte cosmogonie antiche l’acqua è la fonte di ogni
forma di vita e costituisce il supporto della creazione. Dalla biblica Genesi alla mitologia Indù, al Corano,
l’Acqua è citata come luogo di nascita
delle creature animate e inanimate
dell’Universo. L’Acqua viene espressa lute legati alle acque sorgive in una
come principio cosmico femminile, vasta area che va dall’Estremo Orienanima del Mondo, Madre per eccel- te (l’immersione nel fiume Gange)
lenza, generatrice di vita. Il suo sta- all’Occidente cristiano (l’acqua di
to liquido la rende libera da qualsiasi Lourdes). Nei miti celtici, calderoni,
vincolo e le dà la capacità di trasfor- pentole e calici magici donatori di
marsi e assumere qualsiasi forma. È immortalità sono rinvenuti in fonelemento dinamico, che scorre e può do al mare o ai laghi. Dal mare sorgenerare trasformazioni, rappresen- ge il babilonese uomo-pesce Oannes
ta il flusso del divenire. In nessun mo- che insegna agli uomini la scrittura
mento è uguale a se stessa. L’acqua è e l’astrologia.
espansione e profondità, è ricettiva e
purificante, è terapeutica, portatrice Talete: dall’acqua la vita
di energie segrete e guaritrice.
“L’acqua è il principio di tutte le cose; le
Pochi temi coinvolgono tutti così in piante e gli animali non sono che acprofondità come quello dell’acqua. qua condensata e in acqua si risolveNon stupisce quindi che l’acqua con- ranno dopo la morte”.
noti credi, tradizioni, miti e riti di Per Talete la Terra ha la forma di un
ogni tempo e di ogni angolo del pia- disco ondulato che galleggia sul fiuneta, che l’acqua e la sua simbologia me Oceano. L’acqua è l’ARCHÈ, l’eleabbiano dato vita a un ricco e varie- mento primordiale, origine di tutte
gato mondo immaginifico popolato le cose: senza acqua risulta imposdi divinità, miti, leggende, luoghi sa- sibile la vita; essa esiste in tre forme
cri e figure misteriose che incarnano che sono trasformazioni dello stesso
di volta in volta gli aspetti particola- elemento (solido, liquido ed areiforri di questo elemento e la sua centra- me). Tutto è fatto di acqua e tutto fa
lità nella vita dell’uomo. Molte sono ritorno all’acqua.
le leggende greche e latine di perso- Da quando, nel VI secolo a.C., Talete
ne trasformate in fonti purificatrici e ha dato inizio, in Grecia, alla scienmolte, in quelle culture, sono le fonti za ed alla filosofia occidentali, l’acoggetto di culto e/o dotate del potere qua è stata accettata per quasi duemidi risanare gli infermi.
la anni quale elemento base dell’uniAnche oggi svariati sono i culti di sa- verso.
10
V E T E R I N A R I A comportamentale
UOMINI -VS- CANI
Le 10 parole chiave per una felice convivenza
A cura della d.ssa
BARBARA
BELLETTINI
S
ono un’educatrice cinofila e una consulente comportamentale e il mio lavoro consiste
nel proporre percorsi pedagogici e riabilitativi per
cani di tutte le età.
Per quanto io ami il mio lavoro, le ore passate in compagnia dei cani e dei loro proprietari, i momenti all’aria
aperta e quelli di intenso scambio emotivo nei passaggi più difficili o importanti di certi cambiamenti, spesso mi trovo a riflettere su quanto si sarebbe potuto guadagnare in termini di qualità del rapporto o risparmiare (e qui parlo contro i miei stessi interessi) in termini
di denaro se solo si fossero conosciute alcune piccole
nozioni che però non hanno niente di ovvio o di scontato e che possono, in alcuni casi, aiutare a prevenire
i più comuni problemi del rapporto tra il cane e il suo
gruppo affiliativi.
Provo, con molta modestia e consapevole del fatto che la
sintesi dovuta da un articolo lascerà molte lacune nella spiegazione, a illustrare quelle che, secondo la mia
i
i
esperienza, sono le 10 parole chiave per una felice convivenza con il proprio cane:
Coerenza
Stabilite delle regole chiare e condivise da tutti i membri della famiglia; sulla base del buon senso cercate di
fissare alcuni punti fermi (un esempio può essere quello di non dare mai il cibo da tavola al cane) e fate in
modo che vengano rispettati sempre da tutti.
L’incoerenza e l’imprevedibilità sono fonti di stress per
chiunque (animale umano o non umano che sia) e possono indurre il cane a non ritenervi affidabili nel vostro
ruolo di coordinatori.
Organizzazione
Spendete un po’ di tempo ad informarvi sui bisogni fondamentali dei cani e cercate di organizzare il vostro piano giornaliero in modo da includere tra i vostri impegni
almeno tre uscite al giorno per il vostro amico, momenti di gioco, momenti di esercizio, visite regolari dal veterinario, pulizia adeguata (ma non maniacale!) dell’ambiente in cui vive etc.
Equilibrio
L’equilibrio può essere considerato un obiettivo a cui
tendere, in ogni aspetto della nostra vita, sapendo che
i
i
V E T E R I N A R I A comportamentale
difficilmente riusciremo a raggiungerlo in maniera
compiuta o costante. Nella relazione con il cane dobbiamo però fare uno sforzo supplementare, considerando che la soddisfazione dei suoi bisogni primari dipende totalmente da noi.
Vorrei porre l’accento su alcuni di questi, per sottolineare l’importanza di trovare la giusta misura in
ogni aspetto:
n a limentazione: evitiamo di sovra-alimentare il nostro cane, col rischio di compromettere la sua salute. Equilibrio in questo caso significa scegliere l’alimentazione più adatta ed attenersi alle dosi indicate
dal veterinario
n movimento e gioco: i cani hanno bisogno di svolgere attività fisica ma questo non esaurisce il ventaglio
delle loro necessità fisiologiche e relazionali. Equilibrio significa considerare l’età del cane, le condizioni
climatiche e tenere sempre presente che non bisogna
pensare a un’energia da “sfogare” quanto piuttosto a
una vasta gamma di motivazioni e interessi da esercitare (quindi correre dietro a una pallina per un’ora è
senz’altro meno gratificante per un cane di un gioco
solutivo, o di una ricerca olfattiva nel bosco, ad esempio; anche se danno l’impressione di divertirsi certi
cani potrebbero essere invece maniacali nei confronti della pallina, e questa fissità potrebbe, col tempo,
impoverire la personalità del cane)
n riposo: informatevi sui fisiologici tempi di riposo del
cane e cercate di trovare un punto d’incontro tra la
vostra disponibilità di tempo e i suoi cicli di attivazione e di sonno.
Piacere
Vivere con il cane deve essere un piacere. Oggigiorno, superata la visione reificatoria (animale=oggetto) e strumentale (animale=creato per l’uomo e utile per l’uomo)
di alcuni animali, resta in evidenza il valore relazionale
della convivenza. Un cane ben educato e integrato potrà
essere veramente il vostro compagno di vita, partecipare di ogni momento o iniziativa, dalla colazione al bar al
viaggio in montagna, dalla passeggiata in campagna alla
serata davanti alla televisione o a cena da amici. Ne deriverà un enorme piacere, reciproco e condiviso.
Comunicazione
Il cane è un animale sociale e le sue modalità comunicative sono molto complesse ed elaborate. Se volete veramente capire il vostro cane e farvi capire da lui studiate la sua comunicazione e, per qualche giorno, fate
l’esperimento di smettere di parlargli con la voce: fatelo con il corpo, con le espressioni, con il movimento.
Benvenuti nel mondo della comunicazione non verbale!
11
Rispetto
Nella forma del rispetto si manifestano la maturità e
profondità di un rapporto. Il rispetto nasce dalla conoscenza e dall’accettazione delle differenze reciproche.
Rispettare il proprio cane significa valorizzare le sue
caratteristiche, lasciare esprimere le sue tendenze, assecondare i suoi bisogni.
Banalmente, lasciargli annusare con tranquillità durante la passeggiata, anche se a noi disgusta che trovi tanto interessanti le feci o la pipì di un altro cane, è una
elevata forma di rispetto: i cani vivono immersi in un
universo sensoriale diverso dal nostro e non possiedono giudizi morali o regole di “bon ton”.
In compenso possiedono complessi rituali comunicativi ed espressivi quando si incontrano tra di loro, rituali
che spesso vengono compromessi dai proprietari attraverso la tensione sul guinzaglio e la traiettoria frontale.
Se vogliamo davvero rispettare il cane dobbiamo evitare di proiettare su di lui aspettative e pregiudizi “umani, troppo umani”.
Informazione
Oggi esistono diversi mezzi per entrare in possesso di
informazioni su come gestire al meglio la convivenza con il proprio cane. Partendo da quello che ritengo
meno affidabile, la televisione, suggerisco di non prendere per oro colato tutto ciò che si vede o si sente: la televisione tende a spettacolarizzare, attraverso tagli e
montaggio può presentare fatti o eventi molto lontani dalla realtà. I tempi televisivi non sono i tempi della vita e nella vita non esistono apprendimenti o recuperi miracolosi, esistono solo competenze, impegno e
pazienza. I migliori riferimenti che posso consigliare sono, invece:
n il vostro veterinario di fiducia, per ogni questione di
carattere sanitario (evitate il fai da te e i consigli del
vicino);
12
V E T E R I N A R I A comportamentale
Apertura
Siate aperti a nuove esperienze e a nuove conoscenze.
Con questo atteggiamento scoprirete che fare delle attività con il vostro cane e insieme al vostro cane migliora
la qualità della vita (della sua e della vostra!).
Curiosità
Siate curiosi: se avete letto un libro sulla cinofilia e vi
è piaciuto, consultate la sua bibliografia e sceglietene
un altro. Se vi siete divertiti durante una puppy-class
(percorso educativo per cuccioli) chiedete se nella vostra zona esistono campi per praticare la Mobility o conseguire il patentino del Buon Cittadino a Quattro Zampe, o se ci sono associazioni che organizzano passeggiate a sei zampe.
Leggendo e passando del tempo di qualità con il vostro
cane metterete in luce la profondità di un rapporto che
dura da decine di migliaia di anni.
Gratitudine
Non dimenticate mai di essere grati al vostro cane. Gli
animali possono essere dei grandi maestri, se sappiamo ascoltarli. Essi ci guidano sull’appassionante cammino del confronto e dell’arricchimento, chiedendo, infondo, solo di saperci spingere al di là di una soglia. Basta un passo. Lasciate pregiudizi e aspettative dall’altra
parte e… buon cammino!
n veterinario comportamentalista, per problemi seri
u
di carattere gestionale (in caso di fobie o morsicature, ad esempio)
n a ssociazioni o centri cinofili, se volete intraprendere un percorso educativo-ludico o ricreativo con il
vostro cane (puppy-classes, classi di socializzazione,
passeggiate a 6 zampe, Mobility, Agility, solo per citarne alcune)
n un educatore o un istruttore che vi segua individualmente e che stenda un progetto pedagogico per il vostro cane.
n
Chiedete le referenze e verificate i curricula delle persone a cui vi rivolgete, accertandovi (soprattutto nel caso
degli educatori/istruttori) che non applichino metodi
coercitivi (punizioni fisiche, collari a strozzo, collari
elettrici, inibizione…)
Contattate un esperto ad ogni minimo dubbio, eviterete
così che un disagio si trasformi in un problema.
i
i
14
PSICOLOGIA
La psicologa risponde
alle domande dei NOSTRI lettori
A cura di
Elena Cozzi
Psicologa
[email protected]
D: Dottoressa le cose con
mio marito non vanno
molto bene. Litighiamo
spesso e lui non riesce o
non vuole dialogare con
me. Cosa potrei fare?
Marta’70
R: Cara Marta, spesso quando le
cose non funzionano nel rapporto di coppia c’è la tendenza a dare
la responsabilità all’altro: “non mi
ascolta”, “non vuole dialogare” “non
mi capisce”… È più facile trovare
nell’altro la causa di una difficoltà,
ma la vera chiave per trovare l’armonia di coppia è osservare sé stessi, i propri comportamenti e diventare consapevole di quello di noi che
provoca delle dinamiche sbagliate nella diade! È importante capire
cosa fai o non fai, cosa permetti o
non permetti, affinché tuo marito
si comporti così nei tuoi confronti.
Il rispetto, per esempio, è una cosa
che devi assolutamente pretendere,
perciò sarai tu ad interrompere la
comunicazione quando non ti senti rispettata e a riprenderla quando
sarà possibile continuarla in modo
maturo. Non dobbiamo mai iniziare
un rapporto di coppia con l’intento
di cambiare l’altro, ma l’altro sarà
costretto a riposizionarsi rispetto
ad un nostro cambiamento. Quando
hai raggiunto un certo grado di consapevolezza dei tuoi comportamenti
che minano il rapporto con tuo marito, potrai, attraverso la volontà migliorarti e raggiungere l’armonia di
coppia che ti aspettavi, ricorda però
che non è immediato, ma ci vuole
molto tempo, fatica e costanza! In
bocca al lupo!
D: Dottoressa ho dei
problemi di natura
sessuale con mia moglie.
All’inizio c’era intesa
ora, dopo 10 anni che
siamo assieme mi sembra
abbia perso interesse per
l’attività sessuale, c’è
un rimedio che non sia il
tradimento?
Mauro ‘66
R: Caro Mauro comprendo non
sia semplice per te, poiché l’aspetto sessuale in una coppia è davvero importante. L’attività sessuale è
influenzata, sia per l’uomo che per
la donna, da diversi fattori: il fattore biologico, che dipende dalla secrezione di alcuni ormoni rilasciati dalla ghiandola del cervello deputata a questo, cioè l’ipofisi, che
attivano la risposta sessuale e tua
moglie, per struttura, potrebbe produrre in minore quantità questi ormoni; un altro fattore è legato al retaggio familiare, per cui nella famiglia d’origine è passato il costrutto
che il sesso è argomento tabù, qualcosa di proibito; e un fattore legato
al ménage familiare, per cui le attività lavorative o dovute agli impegni della famiglia assorbono tutte le
energie e non ne restano per altro.
Quello che può fare, Mauro, è attivare la creatività per procurare il massimo del piacere a sua moglie, forte
alleata per lei è la profonda conoscenza, data dal tempo trascorso assieme, che ha della sua compagna,
dei suoi punti erogeni, delle sue fantasie proibite. Non serve andare alla
ricerca della novità, che poi diventerebbe anche quella routine, ma bisogna avere il coraggio di rinnovarsi sempre all’interno del rapporto
duraturo. Le assicuro che esistono
un’infinità di modi differenti per
giocarsi nella sessualità, ci provi!
Personale dipendente
di strade, hanno dovuto e dal
hanno
congresso è di ogni mansione
na storica nevicata desistere. Ilrizzato da una contribuito insieme ai loro
a scrivere
nel Centro Italia ha stato caratte
luci e suoni Responsabili un
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marchigiana è vestita chece nella proiezione del cinquecento.
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l’eccezionalità dell’evento filmarant’anni di successi sono oggi proiettate verso
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raggiungere il Congresso, citade l pre sen te, ch e immagini e momenti della
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con auto, treni, aerei, ma e portati da Area Manager Convention dove i premiati Buon Comp
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tra cancellazioni e chiusure
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Colli del Tronto (AP)
20
turismo T O S C A N A : S A S S O P I S A N O
turismo T O S C A N A : S A S S O P I S A N O
21
IL TURISMO ITALIANO
SCOPRE IL BORGO MEDIOEVALE DI
D
SASSO PISANO
a un anno a questa parte in molti si domandano cosa
sta avvenendo al borgo medievale di Sasso Pisano,
piccola frazione del Comune di Castelnuovo Val di
Cecina in Provincia di Pisa. Visite di stato, ministri, dirigenti diplomatici, attori, calciatori, famosi imprenditori, conferenze nazionali ed internazionali; ne parlano addirittura romanzi d’amore, quotidiani nazionali, le televisioni nazionali con servizi dedicati. Questo paese sta diventando una meta
di passaggio per molte personalità ed in pochissimo tempo,
con una concezione “nuova” di fare turismo. Nei prossimi
anni questa borgata caratteristica che si erge sopra un costone di roccia, da lì probabilmente trae il nome, vuole divenire la meta di un turismo di eccellenza orientato al viver
sano ed in armonia con l’ambiente naturale in cui il borgo
è avvolto. Adiacente alla borgata fra il campo di calcio ed il
campo da tennis l’amministrazione comunale entro i primi nove mesi dell’anno 2012 completerà la realizzazione di
una importante opera, un lago termale artificiale biologico, i cui lavori dovrebbero terminare esattamente in concomitanza della prossima stagione estiva. Nel borgo troviamo
un antiquarium etrusco e romano, al cui interno sono conservati molti degli splendidi manufatti rinvenuti nel grande scavo sacro-termale etrusco e romano di Sasso Pisano c.d.
il “Bagnone”, di cui consigliamo certamente una visita essendo molto importante da un punto di vista storico ed unico nel suo genere. Nell’arco dell’anno 2012 nel borgo aprirà
definitivamente l’importante Museo delle Arti e dei Mestieri della Toscana, ideato dal Dott. Gualerci Nicola, nella quale struttura verranno conservati i manufatti delle eccellenze toscane accuratamente selezionate. Questo Museo nazionale di proprietà comunale è stato premiato nel giorno della
presentazione, avvenuta lo scorso 11 Giugno 2011 proprio a
Sasso Pisano, con una medaglia del Presidente della Repubblica Italiana. È stato presentato sotto il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri, del Ministero per la Pubblica Amministrazione e l’innovazione, del Ministero del
Turismo, del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, del
Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, del Ministero
per le Pari Opportunità, del Ministero dello Sviluppo Economico, della Regione Toscana e della Provincia di Pisa. Ha
altresì ricevuto note di plauso dal mondo imprenditoriale,
diplomatico e dai presidenti delle maggiori associazioni na-
zionali, oltre che dalle principali personalità politiche italiane in maniera bipartisan. Un Museo che vuole suscitare
emozioni nei visitatori e che meriterà sicuramente una visita non appena ultimato. Adiacente al prestigioso immobile che ospiterà il Museo delle Arti e dei Mestieri della Toscana, nella piazza del castello, troviamo un’altra struttura museale privata che prende il nome dall’ideatore, “Casa Museo
Gualerci Nicola”, una mostra permanente realizzata nella
dimora storica dell’ex feudatario del castello, dove sarà anche possibile dormire in quanto all’interno è prevista la realizzazione di 4 esclusive camere dotate di ogni comfort ed
un ampio salone comune. L’arredamento sarà di gran classe e rigorosamente storico, alle pareti troveremo quadri del
1600, 1700 e 1800, importanti cimeli, vasellame dal 1400 in
poi, libri dal 1500 al 1800. Dormire nella “Casa Museo” sarà
sicuramente una esperienza che senza ombra di smentita
definiremo unica. Da evidenziare inoltre l’investimento comunale già realizzato nelle piazzole Yoga, dove praticare liberamente e gratuitamente questa disciplina. Le piazzole
sono state studiate per creare il minore impatto ambientale possibile ed al contempo permettere le attività fisiche con
il massimo rilassamento dei praticanti.
Dal punto di vista naturalistico il borgo dispone di svariate sorgenti e vasche termali naturali, le c.d. agriterme, dove
immergersi nelle acque curative sarà una esperienza unica ed irripetibile. Consigliamo durante la visita al borgo anche un passaggio al lavatoio termale a ridosso del paese, nella strada che proseguendo dal cimitero comunale conduce
al fiume Cornia, un tragitto facilmente percorribile a piedi
in pochi minuti dalla borgata di Sasso Pisano, dove la vegetazione si staglia a ridosso della strada ed a metà percorso
giungeremo appunto ad un lavatoio medievale, recentemente ristrutturato, con annesso ponte, dove è possibile toccare
la fonte termale che sgorga in maniera estremamente copiosa. Tutt’attorno al paese vi sono castagneti secolari dove
passeggiare nei sentieri Cai e di associazioni locali, osservando la ricca flora e fauna, sarà piacevole e rilassante. Un
importante parco visitabile è quello delle manifestazioni
geotermiche, dove sarà possibile ammirare, a debita distanza, i geyser, le fumarole, le putizze, osservando al contempo
la flora circostante caratteristica, un paesaggio che definiremo fiabesco. Il principale percorso nelle manifestazioni
geotermiche di Sasso Pisano ha una percorrenza di circa 4
Km, parte da Sasso Pisano ed arriva fino alle famose Biancane di Monterotondo Marittimo in provincia di Grosseto,
per poi rientrare a Sasso Pisano passando dai castagneti secolari. Il percorso fatto in primavera rende osservabili una
miriade di piante in fiore, animali di piccola e media taglia,
incuranti della vostra presenza che allieteranno il cammino. Una località vicina a Sasso Pisano, che merita visita, è
la sua frazione della Leccia, una piccola borgata medievale molto curata. Durante la visita alla Leccia di Sasso Pisano, è importante visitare il santuario dedicata alla Madonna del Libro, unico esempio in Europa di architettura andina, una chiesa realizzata nel 1600 da Matteo di Pierantonio
de’ Gondi (1540-1632) ideata e fortemente voluta dall’arti-
sta Matteo dopo un suo viaggio di ritorno da Lima. Da provare nel periodo di maggio di ogni anno i piatti conditi con
il famoso fungo Prugnolo e le cibarie e leccornie tipiche
delle molte feste paesane, che allietano e animano il paese durante l’intera estate e l’inverno. Alcuni prodotti locali
da acquistare sono sicuramente il famoso formaggio rovaggiolo, un formaggio “fresco” che viene avvolto nelle foglie
di castagno o nelle foglie di felce dalle quali prende il sapore, un gusto dolce con un retrogusto spesso piccante, i tortelli caserecci con bieta e ricotta di pecora, la cinta senese del
grande allevamento nei castagni, le grandi castagne marroni e sicuramente i diversi dolci prodotti localmente di ricette medievali tramandate. Le persone della vallata sono solitamente molto ospitali ed alla “mano”, la cucina è di alta
qualità, con prezzi estremamente contenuti. Il messaggio
scelto dalla amministrazione comunale per promuovere la
località, dobbiamo dire dopo un breve soggiorno, che calza
veramente a pennello: “Per Rilassarti, Per Riposarti o semplicemente per Rigenerarti, scegli Sasso Pisano, perla Toscana della zona geotermica”.
Per ulteriori informazioni sulla località di Sasso Pisano, consigliamo gli approfondimenti editabili su Google, con riferimento ad esempio ai siti appositamente dedicati alla vallata come il portale www.sassopisano.it, alle pagine web
delle associazioni culturali presenti nel luogo, od accedendo alla libera enciclopedia Wikipedia ed ai filmati in YouTube. Molte sono le informazioni utili che potranno essere
così reperite.
22
M OTO & S I C U R E Z Z A
M OTO & S I C U R E Z Z A
23
Più formazione per guidare sicuri “in sella”
A cura del Prof.
Marco Cantini
fare molto con l’esperienza, in modo
molto graduale, cercando di capire quali sono le manovre che possono essere
perfezionate e in che modo perfezionarle (inserimento in curva, posizione
di guida, sensibilità sull’aderenza della
ruota anteriore, ecc.)
I
n Italia circolano circa 9 milioni
di veicoli a due ruote. Un numero impressionante, ma ancor più
impressionante è il numero dei morti in incidenti in cui sono coinvolti i
veicoli a due ruote: guardando ai dati
forniti dall’osservatorio del Centauro – Asaps, il numero degli incidenti e delle vittime nelle ore notturne
(22-06) sono invece aumentati. Gli
incidenti complessivi sono passati
da 48.442 nel 2009 a 45.757 nel 2010,
quindi un calo del 5,5%, le vittime dali. Per influire sul comportamento
sono passate da 1.275 a 1.253 un calo degli esseri umani spesso non basta
dell’1,7%, purtroppo sono dati anco- dare informazioni, aumentare le rera troppo negativi.
gole da rispettare e neppure inaspriDi frequente a perdere la vita sono i re le sanzioni per chi non le rispetgiovani che più di altri fanno uso di ta, ma bisogna agire su particolari
ciclomotori e motocicli ma questo “corde” dell’animo umano non facili
non basta a spiegare l’alto numero di da “toccare”, bisogna formare le coincidenti che li coinvolge. Certamen- scienze al rispetto della vita e tanto
te influisce la loro esuberanza, una altro ancora.
sorta di “imprinting” di videogiochi Tutto ciò è demandato alla società,
(che si imparano anni prima della alla famiglia e alla scuola e questi
guida reale) dove auto o moto com- temi meritano ben altra e più appropiono manovre impossibili, dove er- fondita trattazione. Ma c’è una “zona
rori di guida, scontri e fuoristrada si d’ombra” che deve essere messa in
risolvono in un attimo senza conse- luce: lo scarso livello di formazione
guenze, nel gioco, ma nella realtà è teorica e pratica di chi guida veicotutta un’altra cosa!.
li a due ruote.
Ma altri problemi impediscono una Su questo punto qualcosa si può fare
diminuzione sostanziale degli inci- e qualcosa, in particolare in Francia,
denti e della mortalità per i veicoli è già stato fatto. È stato dimostrato
a due ruote: come per la lotta con- che aumentando la formazione si autro il fumo non è bastato scrivere sui menta la sicurezza stradale!
pacchetti di sigarette “il fumo ucci- Per una guida moderata e sicura è
de” per ottenere una sostanziale ridu- sufficiente applicare le nozioni imzione del numero dei fumatori, così parate in autoscuola, ma quando la
non sono bastate le norme più seve- guida diventa “sportiva” queste regore introdotte negli ultimi anni per la le non bastano più: occorre aggiunguida delle moto a ridurre sostanzial- gerne delle nuove, impararle ed apmente la mortalità per incidenti stra- plicarle, altrimenti sono guai.
FOTO DI FRANCO BIONDI
I giovani, specialmente, spesso si
comportano per quello che vorrebbero essere e non per quello che sono,
soprattutto quando si parla di guida
in moto: si ha voglia di dimostrare a
sé e agli altri la propria abilità e ancor più si ha bisogno di sentir scorrere
adrenalina nelle proprie vene guidando “al limite” ed anche oltre, coscienti
ma incuranti che si sta rischiando la
propria e l’altrui vita. Se è difficile mitigare tutto questo, almeno cerchiamo
di dare a chi si trova a fare i conti con
questi problemi un’adeguata formazione teorica e pratica.
Facciamo alcuni esempi:
Non superare mai
i propri limiti di
capacità di guida.
Se si sente il desiderio di andare più veloci, di avere una moto più potente, di
affrontare le curve con delle “pieghe”
da far invidia agli amici, non bisogna
rischiare di più, magari fino al punto
di superare i propri limiti, ma alzare
il livello dei propri limiti aumentando la propria competenza nella guida,
la propria abilità nel condurre la moto
anche in condizioni critiche. Si può
Tenere tutto sotto controllo
Bisogna guidare la moto, scooter o
maximoto che sia, pensando non
solo alla guida del proprio mezzo e
a quello che stanno facendo gli altri utenti della strada, ma anche a
quello che potrebbero fare, pedoni
compresi. In ogni istante bisogna,
specialmente nei centri abitati, tenere sotto controllo, con la coda degli occhi, tutto ciò che accade intorno a noi e anche ciò che potrebbe accadere. Un esempio per tutti: se un
pallone attraversa la strada, bisogna
pensare che forse lo seguirà di corsa
un ragazzo ed agire di conseguenza.
A qualcuno ciò sembra molto difficile o addirittura impossibile. Qualcun altro dirà che stando attenti anche a cosa potrebbero fare gli altri si
rischia di diminuire in modo pericoloso l’attenzione alle manovre del
proprio mezzo; in realtà una delle capacità specifiche di chi guida bene è
proprio quella di riuscire a tenere tutto sotto controllo. Si badi bene che
questa capacità, al di là delle doti personali, in gran parte si può imparare
ma attenzione, non si impara in un
giorno o due, ma si affina nel tempo
e solo se veramente si vuole imparare. Se si pensa di guidare con in testa
concetti come “la precedenza ce l’ho
io, è lui che si deve fermare”, “sorpasso ora, tanto chi mi viene incontro nel
verso opposto mi vede e si sposterà”,
ecco, è proprio il caso di dire che faremo poca strada…
Saper frenare bene
In moto, nella guida turistica e in città
si potrebbe usare il solo freno posteriore per rallentare la marcia e adeguarsi alla velocità estremamente variabile del traffico; tuttavia è meglio usare
sempre sia il freno anteriore che quello posteriore per acquisire quell’automatismo e quella sensibilità nel ripartire la forza frenante su ciascuna delle
due ruote che saranno indispensabili
per ottimizzare gli spazi di frenata in
caso di emergenza.
Nella guida sportiva si frena su entrambe la ruote, ma il maggior contributo lo dà il freno anteriore perché
quanto più la frenata è violenta, tanto
più il peso della moto e del motociclista si trasferiscono sulla ruota anteriore aumentandone l’aderenza e quindi
la capacità di trasmettere al terreno
la forza frenante. Si può addirittura
giungere al limite del sollevamento
della ruota posteriore e in tali condi-
zioni è evidente che tutto il peso grava
sulla ruota anteriore: in questo caso
frenare su quella posteriore è del tutto inutile e addirittura dannoso perché bloccando la ruota posteriore si
perde direzionalità, si rischia di sbandare e di cadere.
Ancora una volta è l’abilità di guida ad essere importante. Acquisire la
sensibilità nel dosare la forza frenante tra ruota anteriore e posteriore nelle innumerevoli condizioni di marcia
(guida sportiva in rettilineo, in curva,
sul bagnato, ecc.) è una cosa non facile, ma al solito si può e si deve imparare se si vuol migliorare la sicurezza
della propria guida in moto.
Questo è solo un accenno ad alcuni
degli argomenti che meritano di essere approfonditi ed inseriti nella formazione teorica e pratica di un motociclista.
Purtroppo… tanta strada c’è ancora
da fare!
FOTO DI FRANCO BIONDI
E M AT O L O G I A : M E D I C I N A & R I C E R C A
25
SPIE IN… MEDICINA
Polvere assorbente
e neutralizzante
per acido solforico
PRODOTTO CONFORME AL DECRETO
DEL MINISTERO DELL’AMBIENTE
N°20 DEL 24/01/2011
G-SORB risolve il problema deII’improvvisa fuoriuscita di
acido solforico dagli accumulatori (batterie) dovuto alla
rottura della struttura e/o sversamenti accidentali, evitando
danni alle persone e impedendo che venga assorbito dal
suolo. Pronto all’uso e di facile utilizzo, G-SORB può
essere sparso e movimentato con normali palette o scope
senza particolari attrezzature. Il meccanismo d’azione si
basa sulla capacità di neutralizzare l’acido solforico delle
batterie e sulla elevata assorbenza del preparato, che
ingloba i fluidi sversati, senza rilasciarli. La polvere, una
volta che la reazione/assorbimento è terminata, non sporca
le superfici, è facilmente rimovibile e non lascia residui.
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CERTIFICAZI
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Stazione Spinedustrie
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A cura del Prof.
Michele Sossio
Università Campus Bio-Medico Roma
L
Ematologo
a parola tumore evoca in molti lo spettro del terrore più recondito, quello della morte
inesorabile, senza speranza di guarigione, perché costellata di lotte
terapeutiche faticose e sacrifici in
nome di una sofferenza che pur essendo d’esempio per gli altri, quelli
non colpiti dalla malattia, è sovente
accompagnata da momenti di sconforto e di impotenza verso il male.
I tumori esistono da sempre, sono
una parte di noi che per diverse ragioni non rispondono all’ideale funzionamento della macchina umana,
corrodendola come la ruggine corrode il ferro, determinandone lo sbriciolamento quando la struttura portante è intaccata.
Cause genetiche e ambientali sono
responsabili dell’insorgenza tumorale. Oggi, i nuovi stimolanti studi scientifici, alla perenne ricerca
di nuovi orizzonti terapeutici, consentono, sempre più, di migliorare
la qualità della vita, con la prevenzione, la diagnosi precoce e con la
terapia mirata e specifica. Senso-
ri artificiali e naturali consentono
di anticipare, prevenire e controllare lo sviluppo e l’insorgenza della malattia.
Spie precoci dell’insorgenza dei tumori sono i tests che dosano i marcatori tumorali, così come il fumo
per il fuoco, soltanto indirettamente ne rivelano la presenza di tipo tumorale (neoplastico). Essi rappresentano un utile strumento per valutare l’evoluzione di una patologia
tumorale già diagnosticata e controllarne la ripresa di malattia e l’efficacia della terapia.
Neoplasia, tumore, cancro (carcinomi e sarcomi) sono espressioni,
sinonimi, di una malattia in cui la
moltiplicazione delle cellule è incontrollata e progressiva. Il tessuto
si accresce indipendentemente dai
rapporti con i tessuti vicini che vengono invasi o compressi; la crescita
è indipendente persino dalle altre
cellule neoplastiche. La cellula tumorale, non più sotto il controllo
normale dell’organismo, durante la
“pazza“ attività replicativa produce e
stimola la sintesi di alcune sostanze
che sono i marcatori del tumore di
ripresa della malattia (ormoni, proteine, enzimi, ecc.).
Sostanze prodotte direttamente dal
tumore, più o meno correlate con la
crescita numerica delle cellule tumorali, o sostanze prodotte dall’organismo in risposta al tumore, come
le proteine della fase acuta dell’infiammazione.
Il marcatore è un segnale, una spia,
che indica, spesso, uno stato di malattia prima della comparsa dei sintomi clinici.
Questi prodotti, “spie… in medicina” tumorali, sono rilevabili sui
tessuti tumorali (markers cellula-
ri) e nel sangue (marcatori tumorali). Nel sangue, i marcatori tumorali, sono dosati e ricercati con delle tecniche analitiche più o meno
complesse e sofisticate. La scoperta degli anticorpi monoclonali (anticorpi tutti uguali), ne ha favorito
lo sviluppo e l’applicazione aumentandone e migliorandone la sensibilità e la specificità.
È certo che non esiste un solo tipo
di tumore ad esempio: nel carcinoma della mammella esistono
almeno due forme maligne e venti sottotipi, così non esiste un solo
marker tumorale. Il tumore è una
malattia dell’età avanzata: tre
quarti dei casi mortali di neoplasie interessano persone oltre i 65
anni e sono responsabili di circa
160.000 morti l’anno. Si pongono
quindi al secondo posto, dopo le
malattie cardiocircolatorie, come
affezioni ad esito letale. I segni clinici e i sintomi, spesso sono confusi, poiché comuni ad altre malattie. All’inizio si ha astenia, debolezza muscolare, un’anemia o
perdita di peso e un lento cambiamento nello svuotamento intestinale. Un tumore può essere benigno o maligno, è benigno quando
vi è crescita lenta, assenza di metastasi diffusioni a distanza delle cellule del tumore. Maligno quando
vi è crescita invasiva e rapida, modesta o scarsa differenziazione cellulare, metastasi. (Tavola 1 pag. 26)
Il paziente va informato sul reale limite dei marcatori tumorali e il medico lo informerà, al fine di evitare
la sindrome di Ulisse, sulla sensibilità, che è la capacità di rilevare la
presenza del tumore e sulla specificità che è invece la capacità del marcatore di essere elevato solo in caso
26
E M AT O L O G I A : M E D I C I N A & R I C E R C A
Processo metastatico
1) sviluppo locale del tumore
2) diffusione nell’ambiente
circostante
3) invasione dei vasi
sanguigni e linfatici
4) diffusione e distanza
attraverso il circolo
sanguigno e linfatico
5) passaggio dai vasi ad altri
tessuti
6) impianto e nuova
proliferazione
di tumore e di essere assente in corso di altre malattie. Tavola 2
Un concetto di fondamentale importanza per intendere l’utilità generale
dei marcatori tumorali è che essi non
hanno mai una sensibilità e una specificità del 100%.
È frequente nella pratica clinica osservare dei risultati falsamente negativi oppure falsamente positivi, (è
consigliabile ripetere i tests sempre
nello stesso laboratorio. Tavola 3) è
proprio per tale motivo che i marcatori tumorali non sono tanto utili in
fase diagnostica, quanto piuttosto nel
follow-up (cioè nel controllo durante
e dopo terapia): l’abbassarsi o l’elevar-
TAV. 1
si dei suoi livelli riflette l’andamento
clinico della neoplasia. Di conseguenza, i marker tumorali hanno due principali utilità: la prima è quella di valutare la risposta al trattamento (il valore precedente e quello successivo al
trattamento indicano la sua efficacia),
e la seconda è di identificare la comparsa di una eventuale recidiva o metastasi. Un marcatore elevato al momento della diagnosi, ci si dovrà aspettare
che dopo l’intervento chirurgico effettuato con intento curativo si normalizzi. L’eventuale persistenza di un suo valore elevato dovrà mettere in allarme
il medico, che quindi dovrà escludere la presenza di lesioni tumorali a di-
Requisiti necessari per l’impiego
clinico dei marcatori tumorali:
sensibilità:
capacità di individuare tutti i pazienti
con tumore e misura delle positività vere
specificità:
capacità di distinguere i pazienti con tumore
maligno da quelli con tumore benigno e
misura delle positività false
TAV. 2
stanza, sfuggite alle indagini strumentali iniziali. Il corretto impiego clinico
dei marcatori, si evince, in tal modo, è
nella diagnosi precoce delle recidive
dopo intervento chirurgico. Questo è
nella pratica clinica uno degli aspetti
più vantaggiosi dell’uso dei markers
tumorali.
La migliore strategia per battere il
tumore è la precocità e rapidità nella diagnosi, in ogni modo prima della sua diffusione. I mezzi a disposizioni e per una diagnosi precoce, per
esempio del tumore dell’ultimo tratto
dell’intestino, sono la semplice esplorazione rettale, la ricerca del sangue
occulto nelle feci, la colonscopia che
attraverso un sistema a fibre ottiche
permette non solo la visione dell’intestino, ma anche l’asportazione di
tessuto. Infine, si utilizzano un pannello di marcatori tumorali come il
“CEA” (antigene carcino embrionale),
il “CA 19.9“ il “TPS“. Sigle di proteine
e glicoproteine prodotte dal tumore e
“spie” del tumore.
La diagnosi certa è sempre data da un
esame istologico e la localizzazione è
dominio elettivo dell’immunoscintigrafia (tecnica che utilizza gli anticorpi monoclonali).
Il marcatore, la spia ideale, ancora
non esiste. La spia specifica, sensibile, capace di differenziare sicuramente al cento per cento soggetto sano da
malati e in maniera precoce è quella
che, sotto l’influsso della continua ri-
Ripetere il test sempre nello
stesso laboratorio e utilizzando
lo stesso tipo di kit
it forniti da ditte diverse possono
k
dare risultati leggermente diversi, che
possono essere causa di confusione
n in questo modo si è sicuri che i
cambiamenti osservati sono dovuti
al tumore e non alla variabilità interlaboratorio.
TAV. 3
n
E M AT O L O G I A : M E D I C I N A & R I C E R C A
Screening della popolazione
asintomatica con marcatori tumorali:
ella maggior parte dei casi ha poco significato date
n
le basse sensibilità e specificità dei marcatori tumorali
e la bassa incidenza dei tumori nella popolazione
asintomatica (es. tumore del colon). Può essere fonte di
falsi positivi.
n utile nello screening di epatemi nella popolazione
cinese (ricerca dell’AFP)
n screening del tumore ovarico (CA 125)
n screening del tumore della prostata dopo i 50 anni
(PSA) unito all’esplorazione digito-rettale, soprattutto
nella popolazione afro-americana
TAV. 4
n
cerca ed esperienza clinica la medici- stabile o sale lentamente, è probabina, disciplina in perenne evoluzione, le che il tumore stia crescendo poco,
va ricercando. Ne consegue che l’uso se aumenta bruscamente e sale rapiapplicativo e corretto di questi marca- damente è verosimile che sia più agtori è quello del controllo della ripresa gressivo. Se l’esame è positivo, è certa
di malattia, e valutazione della diffu- la presenza del tumore, ma se è negasione, della risposta alla terapia, e del- tivo, non si può escludere al 100% un
cancro, magari di dimensioni assai
la prognosi.
Non appropriato, è ricercarli per la piccole o situate in posizione defiladiagnostica di massa “screening” con ta, e quindi è sfuggito al prelievo delqualche rara eccezione, i marcatori la biopsia. Valori anche significativanon presentano una specificità né di mente elevati del PSA a volte indicatumore, né di organo (spesso al fine di no solo infiammazione della prostata
un monitoraggio, si usa un pannello “prostatite”.
di marcatori, più marcatori, più spie. Da qualche tempo è entrato nella pratica clinica un nuovo esame delle uriTavola 4).
Con qualche rara eccezione, i mar- ne, il test del Pca3, che può agevolare
catori non presentano una specifici- la diagnosi in chi continua ad avere
tà’ d’organo: la “TG” (tireoglobulina) un Psa elevato, nonostante una pricalcitonina e “AFP” (alfa-1-fetoprotei- ma biopsia normale. Il Pca3 è un gene
na), suggestivi di tumore della tiroide specifico per la prostata: più è elevamidollare e di tumori al fegato (car- to il suo valore, maggiore è il sospetto
cinoma epatico primario). Lo PSA e di un tumore.
PSA-Free (antigene prostatico specifi- Nel monitoraggio del carcinoma
co totale e libero) e il loro rapporto è mammario il pannello dei marcatori
utilizzabile come indicatore di carci- prevede il dosaggio periodico del “CA
15.3“ del “CEA” e del “TPS”. Mentre per
noma della prostata.
Lo studio dello Psa totale e Psa-Free il carcinoma dell’ovaio è utile la deterlibero (antigene prostatico specifico minazione dell’“AFP” dell’ “HCG” del
totale e libero, Free) e il loro rappor- “CA 12.5”, oltre che del classico “CEA”.
to è utilizzabile a valori molto eleva- Oggi, nell’ottanta per cento dei casi,
ti come indicatore di carcinoma del- la terapia primaria, di elezione, apla prostata, poiché nel tempo fornisce plicata ai casi di tumori è l’intervento
anch’esso informazioni preziose: se è chirurgico, in questa situazione si do-
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vrebbe preventivamente determinare un valore preoperatorio del e/o dei
marcatori adatti e valutare nel tempo la loro diminuzione o incremento
(espressivo dell’espressione della ripresa dell’attività del tumore).
Se i valori iniziali sono elevati, una
rapida caduta è la prova del successo dell’intervento, mentre, una caduta parziale con una rapida ripresa dei
valori indica l’insuccesso operatorio.
Un rialzo dei valori dopo un primo ciclo di chemioterapia rappresenta la ripresa di malattia e può essere lo spunto per sospendere una terapia gravosa
e, se possibile, sostituirla. Nella complessa gestione del paziente con tumore – paziente oncologico – sono coinvolte molte specialità che spesso con
una priorità diversa entrano in gioco
per l’ambizioso, ma sempre più realìstico scopo terapeutico ultimo che è
la guarigione.
Nella corsa ad ostacoli sicuramente
un gran contributo ha dato e contribuirà sempre più a dare la diagnostica dei marcatori tumorali. Tuttavia,
come spesso avviene, i marcatori sono
usati in modo improprio, il più delle
volte per screening generalizzati, ma
talvolta anche con indicazioni errate,
generando la cosiddetta sindrome di
“ULISSE”. Ricerca inquietante e senza
fine di dov’è il tumore.
L’impiego mirato di marcatori riguarda essenzialmente il controllo, la sorveglianza del decorso e della terapia,
in cui si può fornire preziosi servizi e
le cose che andiamo imparando lungo la strada, è affascinante e potenzialmente salva vita; come lo studio
diagnostico e terapeutico di un nuovo marker, una nuova spia “telomerasi” (enzima che consente alla cellula
di continuare la replicazione), infatti, risultati incoraggianti si sono avuti per il cancro della vescica.
Di estremo interesse clinico appare lo
studio di sostanze in grado di bloccare questo enzima “telomerasi” e poter
controllare, così, la replicazione cellulare e il tumore.
S O L I DA R I E T à E A S S O C I A Z I O N E
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Una storia a quattro zampe, anzi tre:
foto di ALBERTO VIOLANTE
A cura di
Riccardo Capone
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V
orrei esordire con una frase di
un Capo Indiano, un certo Don
George: “ Se parli con gli animali,
essi parleranno con te e vi conoscerete gli
uni con gli altri. Se non parli con loro non
potrai conoscerli e ciò che non si conosce
fa paura. Quando qualcosa fa paura, l’uomo la distrugge.”
Questa è un pò l’essenza di quelli che,
come noi, pensano della natura e di tutte le sue manifestazioni, perchè quando
verrà pescato l’ultimo pesce, abbattuto
l’ultimo albero ed avvelenato l’ultimo
fiume, qualcuno si accorgerà che il denaro non si può mangiare. Se pur con grande ritardo, ho iniziato a vedere il mondo
degli animali con un occhio meno disumano, anche se sin da bambino ho avuto gatti, pesci, criceti ed addirittura un
riccio. Probabilmente doveva andare
così, quasi per caso ho conosciuto l’associazione di cui sono volontario oggi:
l’Aida & A., da cui ho adottato Gennarino nell’ottobre del 2009, un cane meticcio che è diventato parte integrante
della mia famiglia. Avvicinandomi piano piano, con molta discrezione all’associazione ed al volontariato ho poi scoperto un mondo bellissimo, fatto di solidarietà, amore e coraggio, valori che
talvolta proviamo a sommergere nella
nostra coscienza. In questi anni abbiamo fatto tante adozioni, abbiamo salvato tanti animali, ci siamo battuti per
trovare una casa ed una famiglia a tanti
amici, ma principalmente non ci siamo
mai arresi davanti a tante difficoltà burocratiche, come la chiusura della vecchia
struttura, con la conseguente e disperata necessità di “piazzare” 150 cani. Con
tanta caparbietà ed un pò di fortuna, ma
soprattutto grazie alla solidarietà di pochi, qualche piccolo miracolo è avvenu-
la storia di Pepe
to, fino all’acquisizione di un canile di- ti ed in cerca di qualcuno che ci portassmesso, che stiamo ristrutturando e po- se via da quel posto orribile, ma nessutenziando nei pressi di Roma. In questi no mi guardava ero brutto e storpio ed
anni, sono tante le storie commoventi anche un pò cieco. Ma un giorno una
di amici sottratti ad un destino segnato, famiglia mi portò via, ero strafelice!
crudele, dove la mano dell’uomo è sem- Ma durò molto poco, non capirono che
pre presente, con cinismo e cattiveria, avevo vissuto tutta una vita da prigioniema fortunatamente c’è una mano che in- ro, circa 10 lunghi anni, si spaventaroterviene a salvataggio ed a tutela di certi no perché non ero abituato alla nuova
diritti che sono i medesimi per l’uomo, casa e mi riportarono indietro. Di nuola natura e gli animali. Nel 2011 abbia- vo la disperazione… pensavo che per me
mo consegnato circa 330 animali ad al- era finita… ma un giorno una volontatrettante famiglie, un risultato esaltante ria mi ha caricato in macchina e portache ci ha dato la spinta per continuare, to a casa di una signora..che adesso è la
sempre con grinta e passione, amore e mia mamma… e così conobbi la Felicigenerosità… Alcune meravigliose storie tà. Non credevo ai miei occhi, ero libele potete trovare nel calendario dell’as- rooooo!!!! in un grande giardino, non sasociazione, io ve ne racconterò una, scel- rei mai tornato in gabbia, lo sapevo che
ta a caso, da una raccolta di tante che ap- valeva la pena di vivere ed aspettare anpartengono al diario dell’AIDA&A la cora: il tempo non era trascorso invano.
storia di un amico a… tre zampe, PEPE. Il ricordo delle sbarre, della reclusione
Storia di Pepe “Ciao amico, io adesso mi è oramai lontanissimo. Io sono felice,
chiamo PEPE, sono un meticcio di ta- vivo amato, coccolato e libero. Ho una
glia medio piccola, di anni ne ho tanti, bella stanza tutta per me con un lettima non so quanti; mi manca una zam- no caldo e morbido e ci sono anche altri
petta, la sinistra anteriore, ma non chie- amici pelosetti insieme a me. Mi amadetemi come e perché, nessuno sa come no tutti, anche gli amici della mia mamè successo. Ho vissuto per tanti anni in ma, ricevo sempre tante carezze e tanto
un brutto canile e l’unica cosa che ho affetto. Mi sono scordato di dirti che ho
potuto vedere giorno dopo giorno, anno anche un cesto pieno di giochi tutto per
dopo anno, sono state le sbarre della me. Una slurpatina affettuosa a te amimia prigione e gli sguardi tristi e pieni co e a tutti voi… e vi prego non dimentidi disperazione dei miei compagni di cate mai di andare nei canili per adottacella. Un giorno arrivarono degli An- re un cane e dare un pò di felicità ad algeli, le hanno chiamate volontarie, per tri prigionieri disperati in attesa di una
darci un pò di sollievo perché eravamo mamma o di un papà affettuosi. Ciao a
veramente trattati male ed il cibo era ve- tutti da Pepe.”
ramente scadente. Abbiamo iniziato a Scritto da Anna M.
sentire il calore di qualche carezza e un
“Ecco qui, una
po’ di affetto. Ma non bastava, avrei vobella storia
luto una casa tutta mia, dove poter vive- a lieto fine,
re gli ultimi anni che mi restavano, coc- i miracoli
colato ed amato; avere un’identità e non esistono, basta
solo un numero in un box e finalmente crederci… ciao
una vita dignitosa. Sono iniziate le ado- amico mio a 2
zioni, eravamo tantissimi, tutti dispera- zampe.”
foto di SILVIA MEAZZA
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FA S I D I C O S T R U Z I O N E P O R T O T U R I S T I C O
Marina del Gargano
Da PORTO a ECOPORTO
Nasce il Porto Turistico di Manfredonia
L’
apertura di Marina del Gargano è prevista per
il prossimo luglio. Un progetto importante che
non nasconde l’ambizione di rappresentare il
fiore all’occhiello della portualità italiana.
out), la Marina prevede il recupero delle acque meteoriche per destinarle ai più diversi utilizzi, da quello a scopo d’irrigazione al lavaggio delle imbarcazioni nelle aree
di rimessaggio.
La Marina del Gargano è il porto turistico di Manfredonia, la “Porta del Gargano”, posta com’è all’ingresso della montagna del sole, un luogo che mare e natura hanno
reso tra i più suggestivi d’Italia.
Un impianto antincendio alimentato con acqua di mare,
un’area officine destinata allo stoccaggio provvisorio degli oli esausti (successivamente prelevati e smaltiti da
aziende specializzate), un sofisticato impianto di smaltimento e disoleatura delle acque meteoriche presenti sui
piazzali di banchina e sull’intera area del porto, un impianto per l’ulteriore recupero delle acque utilizzate per
il lavaggio, svariate isole ecologiche con il sistema di differenziazione dei rifiuti: sono solo alcuni dei plus della
Marina del Gargano.
L’importanza e le bellezze dell’ambiente circostante hanno
ispirato Marina del Gargano fin dal suo concepimento: è già
in fase progettuale, infatti, che si è pensato di farne un porto totalmente eco compatibile, etico, moderno, efficiente e
ben integrato. Fino a farne l’Ecoporto turistico della città.
Una sfida importante, confermata dall’impegno costante verso una scrupolosa pianificazione delle attività nel
pieno rispetto di ogni componente ambientale: dai flussi di traffico all’inquinamento delle acque, dal corretto
smaltimento dei rifiuti alle fonti di energia rinnovabili.
Dotata di un sistema di stoccaggio delle acque nere e di
sentina per le imbarcazioni da diporto, che opera attraverso un meccanismo di aspirazione e pompaggio (pump
Le acque del bacino portuale saranno, inoltre, continuamente soggette a cicli di ricambio mediante un sistema
di sei pompe ad elica. Le pompe, che sfruttano un particolare impianto di ricircolo forzato in 48 ore, aspirano acqua dall’esterno del bacino e la immettono, pulita, all’interno. Impianti dotati di telecontrollo garantiranno la gestione in remoto e ottimizzeranno la resa sulla base della
reale presenza di imbarcazioni nel bacino portuale e della conseguente, effettiva, domanda di energia.
FA S I D I C O S T R U Z I O N E P O R T O T U R I S T I C O
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A garanzia di un maggiore risparmio energetico, con valori notevolmente inferiori a quelli pur
previsti dalla legge, la Marina del
Gargano è dotata di un sistema
di coibentazione degli involucri
esterni (murature, infissi e coperture) e di un impianto fotovoltaico
di ultima generazione.
Oltre allo studio preventivo del sistema delle correnti, al fine di evitare problemi d’interramento dell’imboccatura portuale, è stata posta
particolare attenzione ai materiali impiegati in ciascuna fase (per
gli impianti, per gli allestimenti e
per gli arredi), con la scelta dell’uso
esclusivo di massi naturali provenienti dalle vicine cave di Apricena.
Il progetto Marina del Gargano ha
concentrato i suoi sforzi anche sul
tema della responsabilità sociale.
Oltre ad un elevato livello della sicurezza dell’ambiente
di lavoro, durante le fasi di costruzione (con la presenza in tutte le fasi di operai altamente qualificati, con la
predisposizione di un Piano di Monitoraggio Ambientale per il controllo delle polveri, delle acque all’interno
del bacino e per le valutazioni del rumore prodotto dai
mezzi di cantiere, e di un impianto di irrigazione volto ad evitare il sollevarsi delle polveri), l’impegno sulla
salvaguardia e l’integrazione con l’ambiente circostante ne rappresentano punti fermi. Anche da qui prende le
mosse la destinazione alla fruizione pubblica, nell’area
portuale, di un polmone verde di oltre 1 ettaro, completamente aperto e accessibile, dotato di un parco giochi
a disposizione di cittadini e utenti.
Marina Ufficio Commerciale
Tel. +39 0884 583620 - 543950
[email protected]
Un progetto importante che non nasconde l’ambizione di rappresentare il fiore all’occhiello della portualità italiana.
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