Edizione speciale de “Il Gettone” nº 87 di venerdì 13/04/2012 Spedizione in A.P. -D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) - Art. 1 Comma 1 DCB/CN - Reg. Tribunale di Cuneo nº425 del 9/6/1989 - Aut. 696/DC/DCI/CN del 31/10/00 Dir. Resp. Alberto Casella, Edizioni Agami via F.lli Ceirano 13 - 12100 Mad. dell’Olmo - Cuneo Tel. 0171412458 - E-mail [email protected] Veterinaria comportamentale La qualità del rapporto pag. 10 Psicologia L’armonia di coppia pag. 14 Turismo Toscana Borghi medievali pag. 20 Ematologia Le spie… in medicina pag. 25 Marina del Gargano Da porto ad ecoporto pag. 30 Marketing & Comunicazione: le Aziende vendono in rosa… e i p co A R TU A R TI speciale: pag. 4 12 0 0 0 0. MARKETING & COMUNICAZIONE – FOTOGRAFIA – Veterinaria comportamentale PSICOLOGIA – Turismo – MOTO & SICUREZZA – Medicina & ricerca – Solidarietà SOMMARIO Un numero sempre nuovo di idee… Cari Lettori, nel numero di primavera apriamo le pagine del Gnews con la rubrica di Marketing & comunicazione, che si conferma in pole position come rubrica di vs. maggior gradimento. Numerose sono le vs. mail per le quali posso solo ringraziarvi per i consensi che ci accompagnano da oltre 10 anni. Le donne sembrano aver superato in bravura noi uomini nel campo delle vendite, determinate e con grande capacità di ascolto, accattivanti nelle presentazioni, corteggiatrici sanno conquistare il cliente più di noi uomini. In una competizione positiva non ci resta che imparare e noi impareremo. In seconda rubrica abbiamo voluto proporre un argomento di Veterinaria comportamentale che segue la precedente rubrica come classifica gradimenti. Nello specifico argomento la rubrica di Veterinaria tratta i rapporti con il ns. cane; ci illumina sulle azioni da compiere per avere accanto a noi un amico fedele ed un compagno di vita che solo chi ne possiede uno può comprendere. Ovviamente dobbiamo imparare ad educarlo, relazionarci con lui e rispettarlo come un componente della ns. famiglia perché chiede così poco, ma dà così tanto in termini di affetto e compagnia. La psicologa Elena Cozzi sempre disponibile risponde alle domande che inviate voi lettori scelte tra le tante ricevute. La rubrica turismo ha cercato per voi in Toscana un borgo medievale poco conosciuto: Sasso Pisano Moto e sicurezza ci forma per guidare sicuri in sella, consigli che potrebbero salvare vite umane. Ematologia affrontata dal Prof.Dott. Sossio ci informa su argomenti di grande attualità consigliandoci periodiche analisi per salvaguardare la nostra salute. La storia del cane Pepe è veramente toccante e vi consiglio una lettura che sarà più o meno toccante in base alla sensibilità individuale di ogni lettore. Infine terminiamo le pagine del Gnews con una rubirca sulla conversione di un porto ad Ecoporto, a dimostrazione che il progresso può rispettare l’ambiente con azioni umane ecocompatibili con il nostro pianeta. Buona lettura. Pietro Giunta Direttore Editoriale Edizione speciale de “Il Gettone” nº 87 di venerdì 13 aprile 2012 Spedizione in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) - Art. 1, comma 1, DCB/CN Aut. 696/DC/DCI/CN del 31/10/00 Reg. Tribunale di Cuneo nº 425 del 9/6/1989 Direttore responsabile: Alberto Casella Redazione: Piero Borello, Alberto Casella, Piermario Turina Edizioni Agami srl - Tel. 0171.412.458 Reg. Trib. CN 4985/9206/10200 grafica e impaginazione: Edizioni Agami, Cuneo STAMPA: Agam, Cuneo. RA 0I 0E 0 . 0 1C2O P TU RA www.golmar.com TI DIREttorE: Rag. Mario Golè resp. marketing: Eugenio Violante [email protected] DIRETTORE editoriale: Pietro Giunta [email protected] GRAFICA PUBBLICITARIA: Luca Cimbari [email protected] Hanno collaborato per la parte redazionale: Dott.Prof. Michele Sossio (Ematologo), Dott. Nicola Gualerci, Dott.ssa Diletta Francesca Rossi, Elena Cozzi (Psicologa), D.ssa Barbara Bellettini (Veterinaria), Caterina Angelica, Andrea Felicani, Riccardo Capone, Silvia Meazza, Pietro Giunta Correzione bozze: Prof.ssa Maria Antonia Milone Hanno collaborato per la parte fotografica: Silvia Meazza, Caterina Angelica, Andrea Felicani, Dott. Nicola Gualerci, Pietro Giunta 4 sommario EDITORIALE 3 Marketing & Comunicazione Le Aziende vendono in rosa. Le donne sanno vendere meglio degli uomini? Fotografia Acquatico: un progetto finalizzato 7 Veterinaria comportamentale La qualità del rapporto 10 Psicologia Risposte ai nostri lettori 14 Turismo Il turismo italiano scopre il borgo medievale di “Sasso Pisano” MOTO Più formazione per guidare sicuri “in sella” 20 22 Ematologia Le spie… in medicina, prevenzione 25 Solidarietà & Volontariato Una storia a quattro zampe 29 Marina del Gargano Quando il porto si trasforma in ecoporto. Nasce il porto turistico di Manfredonia 30 Per la pubblicità Telefono 02/38103456 - Fax 02/38100014 - E-mail: [email protected] Redazione “aperta”… I lettori possono inviare articoli e materiale fotografico (inediti) completi di delega per il trattamento dei dati personali legge 675/96. La redazione vaglierà le proposte ricevute, pubblicando quelle ritenute migliori con la firma dell’autore. Inviare a Gnews – Via Archimede Bellatalla – 56121 Ospedaletto (PI) E-mail: [email protected] - TEL. 02/38103456 - FAX 02/38100014 Pubblicizza la tua Azienda su Gnews: • La vetrina dei tuoi affari • Spedito a 120.000 Aziende selezionate in ITALIA (settori INDUSTRIA - MEDICA - SPORT - ESTETICA - FOOD) • Non sottovalutare l’immagine della propria Azienda significa crescere! 4 MARKETING & COMUNICAZIONE MARKETING & COMUNICAZIONE Le Aziende vendono in rosa... Le donne sanno vendere meglio degli uomini? Pare proprio di sì. Un’agente donna, intervistata, ne spiega tutti i motivi. A cura della Dr.ssa Diletta Francesca Rossi Consulente, Formatore e Coach responsabile di progetti di sviluppo personale, manageriale e commerciale. presidente aidea. socio consulenti specialisti integrati H o avuto da poco l’occasione di conoscere una delle tante donne, sempre di più in Italia, che hanno intrapreso la carriera di venditrici. Mantengo ovviamente la riservatezza sull’Azienda a cui appartiene, e sulla sua identità, per evitare inutile pubblicità, ma vi posso assicurare che è una cui non manca nulla, insomma bella oltre che simpatica! È anche una brillante venditrice i cui risultati parlano da soli, così mi è venuto in mente di intervistarla e chiederle qual è secondo lei il segreto del successo della vendita in rosa... «Penso che vendere sia proprio una delle tante cose che riesce molto bene a noi donne! In fondo, che cosa significa vendere? Non è forse un po’ come corteggiare qualcuno? Non è forse come ottenere che l’altro faccia ciò che vogliamo noi mostrandogli come abbia deciso tutto lui? Per vendere ci vogliono proprio organizzazione e strategia femminile! Primo: bisogna essere sistematiche e non demor- dere. E noi ci esercitiamo a lungo nella vita privata, ad esempio quando vogliamo essere portate in vacanza in un certo luogo, e non perdiamo occasione per ripeterlo 250 volte, nei momenti e nei modi più disparati, fino al momento in cui l’altro cede per esasperazione. Di solito siamo poi anche altrettanto brave a far sentire l’altro orgoglioso e contento della soluzione individuata se ci complimentiamo in maniera adeguata. Tali livelli di insistenza e perseveranza organizzata sono sconosciuti alla maggior parte del sesso maschile, il quale chiede una volta, forse la seconda... e poi si stufa inesorabilmente. Secondo: che cosa significa fondamentalmente corteggiare qualcuno? Significa “essere corte”. Pensiamo proprio al re e alla sua corte, ovvero alle persone che lo seguono, lo riveriscono, lo ascoltano, lo fanno sentire importante e speciale. Ogni essere umano ama che gli altri lo trattino un po’ come un re. Questo accade perché ognuno ha sempre due anime: una razionale ed una emotiva. Proprio quest’ultima, che tutti possediamo, è quella che ama essere riverita, onorata, al centro dell’attenzione, la protagonista indiscussa della situazione. Far sentire qualcuno in questo modo non è così facile, perché nelle relazioni, di solito, le persone, senza accorgersene, fanno un po’ a gara per raccontare i fatti propri... invece di seguire il racconto dell’altro. Per far sentire qualcuno davvero come un re – un divo diremmo oggi – serve ascoltarlo... ma intendo ascoltarlo veramente, ovvero seguire il suo racconto, le sue sensazioni, stupirsi ed entusiasmarsi con lui e per lui. Ora, noi donne anche in questo ci esercitiamo fin da giovani. Amiamo parlare, condividere, esprimere le nostre emozioni! e quindi dobbiamo trova- re qualcuno che ci ascolti... Il sesso maschile fatica ad ascoltarci, così ci rivolgiamo ad altre donne (più pazienti) per lunghe sessioni di chiacchiera. Facciamo a turno: di solito per una mezz’ora una parla, mentre l’altra le lascia spazio, la ascolta piena di interesse e sintonia, senza valutare o giudicare o voler per forza dare consigli o soluzioni, semplicemente prova a seguire l’altra, facendo al limite solo qualche domanda, poi ci si dà il cambio. Ci risulta naturale ed estremamente gratificante. Gestiamo tutto il nostro stress e le preoccupazio- ni in questo modo, con piena e reciproca soddisfazione. Avete mai visto due uomini fare lo stesso? Per forza poi risulta loro così ostico ascoltare il cliente! Si perdono così due incredibili occasioni: la prima è quella di far sentire il cliente come un re e quindi di ottenere che poi lui sia riconoscente, la seconda è quella di riuscire a scoprire qualcosa su di lui che già non sia risaputa. Mi chiedo davvero come riescano a vendergli qualcosa con così poche informazioni su di lui... Non che agli uomini comunque non piaccia affatto parlare... ma è una cosa un po’ diversa. Gli uomini esprimono opinioni più che sensazioni. Cercano di essere riconosciuti come competenti, professionali, capaci, nel giusto insomma. Si narra che una volta quattro monaci buddisti uomini fossero impegnati in una meditazione silenziosa, al lume di candela. A un certo punto, la candela si spense. “La candela si è spenta” disse uno. “Non dovevi parlare, stiamo facendo una meditazione silenziosa”, disse il secondo. “In realtà avete sbagliato entrambi” fece giustamente osservare il terzo. “Siete proprio degli sciocchi tutti e tre” disse il quarto, e continuò “l’unico che non ha parlato sono io”. Questo ci suggerisce che se il cliente è un uomo, basta poco per riuscire a farlo parlare: così si può sapere come la pensa, poi lo si può gratificare confermando le sue idee. Il problema esiste nel momento in cui anche il venditore è un uomo, perché gli uomini non vedono l’ora di poter parlare, e il breve aneddoto narrato lo evidenzia. Invece, conviene saper ascoltare, perché il cliente ha sempre qualcosa che può essere usato per agganciare il nostro prodotto o la nostra offerta, ci vuole solo la pazienza di aspettare che tiri fuori proprio quel particolare. Mettendo al centro di tutto il cliente, la sua storia e le sue attività, non è difficile valorizzare con arte il nostro prodotto o la nostra offerta. Si usa, per entrare, proprio quello spiraglio che lui stesso ci ha aperto, e il gioco è fatto. Ci vuole delicatezza e capacità di enfatizzare proprio ciò che viene dal cliente. Egli sarà contento di scoprire quanto la nostra proposta corrisponde alle sue esigenze e vorrà comprare! Il nostro compito, a quel punto, sarà quello di offrirgli il massimo della sintonizzazione emotiva: essere contenti insieme a lui per l’acquisto fatto, complimentarci, offrire rassicurazione e conferme. Anche qui, anni di compere con le amiche sono stati la nostra migliore scuola. Perché le donne lo sanno che insieme c’è più gusto! L’altra ti consiglia, ti rassicura, ti vezzeggia, si complimenta!!! Poi si prende un caffè insieme e si continua a decantare la splendida scelta fatta! Che espe- 5 rienza mistica!!! La cosa invece, non so come mai, non viene apprezzata dai nostri amici uomini che cercano di evitare come la peste ogni occasione di accompagnarci a far compere... Quindi concludendo, la vendita, come l’acquisto, penso che siano attività decisamente “rosa”, ma allora come mai i venditori sono quasi tutti uomini??? È un mistero al quale non sono ancora riuscita a dare risposta, ma ho una teoria: gli uomini si divertono a fare i venditori perché stanno all’aria aperta e in questo modo provano un senso speciale di libertà senza avere il fiato sul collo del capo tutto il giorno; le donne invece non hanno ancora scoperto che vendere è tanto piacevole e rilassante quanto andare a far compere con un’amica... ma quando lo scopriranno, faranno agli uomini una bella concorrenza! Ora scappo, ho appuntamento con un cliente! Un colpo di spazzola, un po’ di rossetto e... via! Un nuovo incontro entusiasmante mi aspetta!» Esce come un lampo ed è già in azione. Decisamente sa il fatto suo... e poi dicono che le donne sanno solo chiacchierare! fotografia 7 ACQUATICO: un progetto che nasce da uno studio finalizzato La fotografia diventa dinamica e trasmette emozioni A cura di CATERINA ANGELICA Fotografo Professionista C’ è una nuova espressione, un nuovo linguaggio della fotografia. Prende corpo attraverso un “errore tecnico” che proprio a causa di questo acquista forma propria, si evolve e arriva a comunicare quel qualcosa che nella tecnica pura spesso non avviene.Guardiamo la composizione dell’immagine ma non ne cogliamo il senso più profondo; osserviamo il particolare della tecnica ma non ne vediamo la percezione della somma delle parti… La fotografia è anche “trascendenza”, visione di un mondo in cui tutti si possono ritrovare… Senza dilungarmi nei pregi o difetti del vecchio e del nuovo che comporterebbe un articolo a parte vorrei soffermarmi sulla possibilità che hanno le macchine fotografiche digitali di fare anche riprese video. Dunque fotografie e videoriprese con un solo apparecchio. Il Progetto “Acquatico” non nasce da uno studio programmato. Nasce invece come l’acqua che scorre… sgor- ga in un continuo moto perpetuo come la Vita stessa fatta dello stesso “moto acquatico” che ne conserva le caratteristiche delle nostre esistenze. L’Acqua ci racconta con i suoi colori il sublime piacere dell’estasi e della contemplazione; una visione che richiede da parte di chi osserva una percezione a 360 gradi… uno stile non misurabile ma flessibile. L’autrice, Caterina Angelica, figlia d’arte racconta così attraverso le sue immagini le nostre percezioni, le nostre idee a volte indefinite che acquistano esuberanza, luce, vulnerabilità… Ed é questo che l’Acqua vuole dirci. Immagini apparentemente prive di tecnica ma pensate per donarci un feedback, una retrospettiva sulla nostra esistenza. Ci immergiamo in questo mondo in un’estasi traboccante di sublime piacere. Immagini che ci donano l’eleganza della pittura, ci svelano segreti che le particelle dell’acqua contengono… immagini che fanno arredamento per contemplare momenti di relax, per una pausa che a volte questa vita così frenetica richiede. Ecco che queste immagini possono essere utilizzate non solo come ornamento e oggetto di arredamento dell’ambiente familiare, ma anche come comunicazione di benessere e relax fisico e psichico. Una visione che ci concede una nuova forma mentis di pace e riposo. Sicuramente l’acqua è dei quattro elemen- ti quello più presente nella speculazione simbolica e anche uno dei più significativi sul piano psicologico, forse perché può essere amica e nemica, apportatrice di vita come di morte, fecondatrice e distruttrice. L’acqua assomiglia all’anima dell’essere vivente: è irrequieta e non ha posa, non ha principio, non ha fine. È fiume e mare, è dolce e salata, è nemica ed amica, è confine e infinito, è principio e fine. Nella sua imprevedibilità possiede tanto la calma, la gravità e la profondità abissale della Terra, quanto l’inquietudine dell’Aria e la mobilità del fuoco. La materia vivente iniziò dall’acqua la sua avventura nel nostro pianeta; nel liquido 8 fotografia (amniotico) vive l’uomo la sua formazione iniziale; l’acqua costituisce la quasi totalità della materia vivente. Logico quindi che già all’alba del pensiero razionale e di quello simbolico l’uomo percepisse, per immediata intuizione, la fondamentale importanza dell’acqua nel ciclo vitale. E agli inizi della filosofia occidentale, Talete di Mileto (vii sec. a.C.) individuò proprio nell’acqua il principio di tutte le cose, constatando che l’elemento liquido è presente ovunque è presente la vita. In molte cosmogonie antiche l’acqua è la fonte di ogni forma di vita e costituisce il supporto della creazione. Dalla biblica Genesi alla mitologia Indù, al Corano, l’Acqua è citata come luogo di nascita delle creature animate e inanimate dell’Universo. L’Acqua viene espressa lute legati alle acque sorgive in una come principio cosmico femminile, vasta area che va dall’Estremo Orienanima del Mondo, Madre per eccel- te (l’immersione nel fiume Gange) lenza, generatrice di vita. Il suo sta- all’Occidente cristiano (l’acqua di to liquido la rende libera da qualsiasi Lourdes). Nei miti celtici, calderoni, vincolo e le dà la capacità di trasfor- pentole e calici magici donatori di marsi e assumere qualsiasi forma. È immortalità sono rinvenuti in fonelemento dinamico, che scorre e può do al mare o ai laghi. Dal mare sorgenerare trasformazioni, rappresen- ge il babilonese uomo-pesce Oannes ta il flusso del divenire. In nessun mo- che insegna agli uomini la scrittura mento è uguale a se stessa. L’acqua è e l’astrologia. espansione e profondità, è ricettiva e purificante, è terapeutica, portatrice Talete: dall’acqua la vita di energie segrete e guaritrice. “L’acqua è il principio di tutte le cose; le Pochi temi coinvolgono tutti così in piante e gli animali non sono che acprofondità come quello dell’acqua. qua condensata e in acqua si risolveNon stupisce quindi che l’acqua con- ranno dopo la morte”. noti credi, tradizioni, miti e riti di Per Talete la Terra ha la forma di un ogni tempo e di ogni angolo del pia- disco ondulato che galleggia sul fiuneta, che l’acqua e la sua simbologia me Oceano. L’acqua è l’ARCHÈ, l’eleabbiano dato vita a un ricco e varie- mento primordiale, origine di tutte gato mondo immaginifico popolato le cose: senza acqua risulta imposdi divinità, miti, leggende, luoghi sa- sibile la vita; essa esiste in tre forme cri e figure misteriose che incarnano che sono trasformazioni dello stesso di volta in volta gli aspetti particola- elemento (solido, liquido ed areiforri di questo elemento e la sua centra- me). Tutto è fatto di acqua e tutto fa lità nella vita dell’uomo. Molte sono ritorno all’acqua. le leggende greche e latine di perso- Da quando, nel VI secolo a.C., Talete ne trasformate in fonti purificatrici e ha dato inizio, in Grecia, alla scienmolte, in quelle culture, sono le fonti za ed alla filosofia occidentali, l’acoggetto di culto e/o dotate del potere qua è stata accettata per quasi duemidi risanare gli infermi. la anni quale elemento base dell’uniAnche oggi svariati sono i culti di sa- verso. 10 V E T E R I N A R I A comportamentale UOMINI -VS- CANI Le 10 parole chiave per una felice convivenza A cura della d.ssa BARBARA BELLETTINI S ono un’educatrice cinofila e una consulente comportamentale e il mio lavoro consiste nel proporre percorsi pedagogici e riabilitativi per cani di tutte le età. Per quanto io ami il mio lavoro, le ore passate in compagnia dei cani e dei loro proprietari, i momenti all’aria aperta e quelli di intenso scambio emotivo nei passaggi più difficili o importanti di certi cambiamenti, spesso mi trovo a riflettere su quanto si sarebbe potuto guadagnare in termini di qualità del rapporto o risparmiare (e qui parlo contro i miei stessi interessi) in termini di denaro se solo si fossero conosciute alcune piccole nozioni che però non hanno niente di ovvio o di scontato e che possono, in alcuni casi, aiutare a prevenire i più comuni problemi del rapporto tra il cane e il suo gruppo affiliativi. Provo, con molta modestia e consapevole del fatto che la sintesi dovuta da un articolo lascerà molte lacune nella spiegazione, a illustrare quelle che, secondo la mia i i esperienza, sono le 10 parole chiave per una felice convivenza con il proprio cane: Coerenza Stabilite delle regole chiare e condivise da tutti i membri della famiglia; sulla base del buon senso cercate di fissare alcuni punti fermi (un esempio può essere quello di non dare mai il cibo da tavola al cane) e fate in modo che vengano rispettati sempre da tutti. L’incoerenza e l’imprevedibilità sono fonti di stress per chiunque (animale umano o non umano che sia) e possono indurre il cane a non ritenervi affidabili nel vostro ruolo di coordinatori. Organizzazione Spendete un po’ di tempo ad informarvi sui bisogni fondamentali dei cani e cercate di organizzare il vostro piano giornaliero in modo da includere tra i vostri impegni almeno tre uscite al giorno per il vostro amico, momenti di gioco, momenti di esercizio, visite regolari dal veterinario, pulizia adeguata (ma non maniacale!) dell’ambiente in cui vive etc. Equilibrio L’equilibrio può essere considerato un obiettivo a cui tendere, in ogni aspetto della nostra vita, sapendo che i i V E T E R I N A R I A comportamentale difficilmente riusciremo a raggiungerlo in maniera compiuta o costante. Nella relazione con il cane dobbiamo però fare uno sforzo supplementare, considerando che la soddisfazione dei suoi bisogni primari dipende totalmente da noi. Vorrei porre l’accento su alcuni di questi, per sottolineare l’importanza di trovare la giusta misura in ogni aspetto: n a limentazione: evitiamo di sovra-alimentare il nostro cane, col rischio di compromettere la sua salute. Equilibrio in questo caso significa scegliere l’alimentazione più adatta ed attenersi alle dosi indicate dal veterinario n movimento e gioco: i cani hanno bisogno di svolgere attività fisica ma questo non esaurisce il ventaglio delle loro necessità fisiologiche e relazionali. Equilibrio significa considerare l’età del cane, le condizioni climatiche e tenere sempre presente che non bisogna pensare a un’energia da “sfogare” quanto piuttosto a una vasta gamma di motivazioni e interessi da esercitare (quindi correre dietro a una pallina per un’ora è senz’altro meno gratificante per un cane di un gioco solutivo, o di una ricerca olfattiva nel bosco, ad esempio; anche se danno l’impressione di divertirsi certi cani potrebbero essere invece maniacali nei confronti della pallina, e questa fissità potrebbe, col tempo, impoverire la personalità del cane) n riposo: informatevi sui fisiologici tempi di riposo del cane e cercate di trovare un punto d’incontro tra la vostra disponibilità di tempo e i suoi cicli di attivazione e di sonno. Piacere Vivere con il cane deve essere un piacere. Oggigiorno, superata la visione reificatoria (animale=oggetto) e strumentale (animale=creato per l’uomo e utile per l’uomo) di alcuni animali, resta in evidenza il valore relazionale della convivenza. Un cane ben educato e integrato potrà essere veramente il vostro compagno di vita, partecipare di ogni momento o iniziativa, dalla colazione al bar al viaggio in montagna, dalla passeggiata in campagna alla serata davanti alla televisione o a cena da amici. Ne deriverà un enorme piacere, reciproco e condiviso. Comunicazione Il cane è un animale sociale e le sue modalità comunicative sono molto complesse ed elaborate. Se volete veramente capire il vostro cane e farvi capire da lui studiate la sua comunicazione e, per qualche giorno, fate l’esperimento di smettere di parlargli con la voce: fatelo con il corpo, con le espressioni, con il movimento. Benvenuti nel mondo della comunicazione non verbale! 11 Rispetto Nella forma del rispetto si manifestano la maturità e profondità di un rapporto. Il rispetto nasce dalla conoscenza e dall’accettazione delle differenze reciproche. Rispettare il proprio cane significa valorizzare le sue caratteristiche, lasciare esprimere le sue tendenze, assecondare i suoi bisogni. Banalmente, lasciargli annusare con tranquillità durante la passeggiata, anche se a noi disgusta che trovi tanto interessanti le feci o la pipì di un altro cane, è una elevata forma di rispetto: i cani vivono immersi in un universo sensoriale diverso dal nostro e non possiedono giudizi morali o regole di “bon ton”. In compenso possiedono complessi rituali comunicativi ed espressivi quando si incontrano tra di loro, rituali che spesso vengono compromessi dai proprietari attraverso la tensione sul guinzaglio e la traiettoria frontale. Se vogliamo davvero rispettare il cane dobbiamo evitare di proiettare su di lui aspettative e pregiudizi “umani, troppo umani”. Informazione Oggi esistono diversi mezzi per entrare in possesso di informazioni su come gestire al meglio la convivenza con il proprio cane. Partendo da quello che ritengo meno affidabile, la televisione, suggerisco di non prendere per oro colato tutto ciò che si vede o si sente: la televisione tende a spettacolarizzare, attraverso tagli e montaggio può presentare fatti o eventi molto lontani dalla realtà. I tempi televisivi non sono i tempi della vita e nella vita non esistono apprendimenti o recuperi miracolosi, esistono solo competenze, impegno e pazienza. I migliori riferimenti che posso consigliare sono, invece: n il vostro veterinario di fiducia, per ogni questione di carattere sanitario (evitate il fai da te e i consigli del vicino); 12 V E T E R I N A R I A comportamentale Apertura Siate aperti a nuove esperienze e a nuove conoscenze. Con questo atteggiamento scoprirete che fare delle attività con il vostro cane e insieme al vostro cane migliora la qualità della vita (della sua e della vostra!). Curiosità Siate curiosi: se avete letto un libro sulla cinofilia e vi è piaciuto, consultate la sua bibliografia e sceglietene un altro. Se vi siete divertiti durante una puppy-class (percorso educativo per cuccioli) chiedete se nella vostra zona esistono campi per praticare la Mobility o conseguire il patentino del Buon Cittadino a Quattro Zampe, o se ci sono associazioni che organizzano passeggiate a sei zampe. Leggendo e passando del tempo di qualità con il vostro cane metterete in luce la profondità di un rapporto che dura da decine di migliaia di anni. Gratitudine Non dimenticate mai di essere grati al vostro cane. Gli animali possono essere dei grandi maestri, se sappiamo ascoltarli. Essi ci guidano sull’appassionante cammino del confronto e dell’arricchimento, chiedendo, infondo, solo di saperci spingere al di là di una soglia. Basta un passo. Lasciate pregiudizi e aspettative dall’altra parte e… buon cammino! n veterinario comportamentalista, per problemi seri u di carattere gestionale (in caso di fobie o morsicature, ad esempio) n a ssociazioni o centri cinofili, se volete intraprendere un percorso educativo-ludico o ricreativo con il vostro cane (puppy-classes, classi di socializzazione, passeggiate a 6 zampe, Mobility, Agility, solo per citarne alcune) n un educatore o un istruttore che vi segua individualmente e che stenda un progetto pedagogico per il vostro cane. n Chiedete le referenze e verificate i curricula delle persone a cui vi rivolgete, accertandovi (soprattutto nel caso degli educatori/istruttori) che non applichino metodi coercitivi (punizioni fisiche, collari a strozzo, collari elettrici, inibizione…) Contattate un esperto ad ogni minimo dubbio, eviterete così che un disagio si trasformi in un problema. i i 14 PSICOLOGIA La psicologa risponde alle domande dei NOSTRI lettori A cura di Elena Cozzi Psicologa [email protected] D: Dottoressa le cose con mio marito non vanno molto bene. Litighiamo spesso e lui non riesce o non vuole dialogare con me. Cosa potrei fare? Marta’70 R: Cara Marta, spesso quando le cose non funzionano nel rapporto di coppia c’è la tendenza a dare la responsabilità all’altro: “non mi ascolta”, “non vuole dialogare” “non mi capisce”… È più facile trovare nell’altro la causa di una difficoltà, ma la vera chiave per trovare l’armonia di coppia è osservare sé stessi, i propri comportamenti e diventare consapevole di quello di noi che provoca delle dinamiche sbagliate nella diade! È importante capire cosa fai o non fai, cosa permetti o non permetti, affinché tuo marito si comporti così nei tuoi confronti. Il rispetto, per esempio, è una cosa che devi assolutamente pretendere, perciò sarai tu ad interrompere la comunicazione quando non ti senti rispettata e a riprenderla quando sarà possibile continuarla in modo maturo. Non dobbiamo mai iniziare un rapporto di coppia con l’intento di cambiare l’altro, ma l’altro sarà costretto a riposizionarsi rispetto ad un nostro cambiamento. Quando hai raggiunto un certo grado di consapevolezza dei tuoi comportamenti che minano il rapporto con tuo marito, potrai, attraverso la volontà migliorarti e raggiungere l’armonia di coppia che ti aspettavi, ricorda però che non è immediato, ma ci vuole molto tempo, fatica e costanza! In bocca al lupo! D: Dottoressa ho dei problemi di natura sessuale con mia moglie. All’inizio c’era intesa ora, dopo 10 anni che siamo assieme mi sembra abbia perso interesse per l’attività sessuale, c’è un rimedio che non sia il tradimento? Mauro ‘66 R: Caro Mauro comprendo non sia semplice per te, poiché l’aspetto sessuale in una coppia è davvero importante. L’attività sessuale è influenzata, sia per l’uomo che per la donna, da diversi fattori: il fattore biologico, che dipende dalla secrezione di alcuni ormoni rilasciati dalla ghiandola del cervello deputata a questo, cioè l’ipofisi, che attivano la risposta sessuale e tua moglie, per struttura, potrebbe produrre in minore quantità questi ormoni; un altro fattore è legato al retaggio familiare, per cui nella famiglia d’origine è passato il costrutto che il sesso è argomento tabù, qualcosa di proibito; e un fattore legato al ménage familiare, per cui le attività lavorative o dovute agli impegni della famiglia assorbono tutte le energie e non ne restano per altro. Quello che può fare, Mauro, è attivare la creatività per procurare il massimo del piacere a sua moglie, forte alleata per lei è la profonda conoscenza, data dal tempo trascorso assieme, che ha della sua compagna, dei suoi punti erogeni, delle sue fantasie proibite. Non serve andare alla ricerca della novità, che poi diventerebbe anche quella routine, ma bisogna avere il coraggio di rinnovarsi sempre all’interno del rapporto duraturo. Le assicuro che esistono un’infinità di modi differenti per giocarsi nella sessualità, ci provi! Personale dipendente di strade, hanno dovuto e dal hanno congresso è di ogni mansione na storica nevicata desistere. Ilrizzato da una contribuito insieme ai loro a scrivere nel Centro Italia ha stato caratte luci e suoni Responsabili un successo di fatto da cornice ad pioggia di ia stor sta tralmente pilotate que 1972, nel iato iniz o, un a de lle più be lle magis ian ital la ff tecnico del Sta lo dal r, lma Go Golè la rio del n Ma di ntio a Conve Da sco li da una ide ce il uto sci ono ric va i par tec ipa nti si son o “F eli cui a ent”, ormai un em nag Ma ad re sso sci iscu riu ind per er a di lead prodigati der nei congressi per carismGr up po po rta nd o arrivare alla location per leaida l de ha , lità qua e tà bili vivere appieno le novità aff ntr ibu ito a cre are un’azienda che ha iniziato de l qu ara nte sim o. La co ozioni e suggestioni con tre, quattro persone loc ali tà em e og gi olt re spl en did a hanno trovato il suo ad av ern si marchigiana è vestita chece nella proiezione del cinquecento. di bia nco e ma lgr ado api ato della storia Golmar. Le aziende del Gruppo l’eccezionalità dell’evento filmarant’anni di successi sono oggi proiettate verso tecipanti hanno il Ce ntr o Co ng res si Qu riempiono d’orgoglio il fut uro e l’a lta tutti i par go de re de lla che o è tut nalità acquisita po dell’hotel “Il Casale”, nce di alc un i i singolo componente professio sta to all ’al tez za del la ognla gra nd e fam igl ia garantirà il successo negli per for ma cui citiamo in situazione, riuscendo a dellmar. Se in seconda di anni a venire facendo fronte artisti tra no Um ber to pia Go i mo ue pri ve esigenze che nuo soddisfare comunq alle to det o iam abb na la sua Band, il erti partecipanti. Un grazie è copzie ai Clienti per la il mondo del lavoro e lo Smaila e o tenore Alberto sim gra a, per i fattori bravis doveroso a tutti coloro a accordata, non stesso pianet Faccinato e il gruppo i iede. rich li, nta che caparbiamente hanno fiduci bie am di no me a e far mo sia tentato in ogni modo di posre i Venditori del passato E adesso, godiamoci alcune Palingia. raggiungere il Congresso, citade l pre sen te, ch e immagini e momenti della leanno! con auto, treni, aerei, ma e portati da Area Manager Convention dove i premiati Buon Comp sup tra cancellazioni e chiusure U Colli del Tronto (AP) 20 turismo T O S C A N A : S A S S O P I S A N O turismo T O S C A N A : S A S S O P I S A N O 21 IL TURISMO ITALIANO SCOPRE IL BORGO MEDIOEVALE DI D SASSO PISANO a un anno a questa parte in molti si domandano cosa sta avvenendo al borgo medievale di Sasso Pisano, piccola frazione del Comune di Castelnuovo Val di Cecina in Provincia di Pisa. Visite di stato, ministri, dirigenti diplomatici, attori, calciatori, famosi imprenditori, conferenze nazionali ed internazionali; ne parlano addirittura romanzi d’amore, quotidiani nazionali, le televisioni nazionali con servizi dedicati. Questo paese sta diventando una meta di passaggio per molte personalità ed in pochissimo tempo, con una concezione “nuova” di fare turismo. Nei prossimi anni questa borgata caratteristica che si erge sopra un costone di roccia, da lì probabilmente trae il nome, vuole divenire la meta di un turismo di eccellenza orientato al viver sano ed in armonia con l’ambiente naturale in cui il borgo è avvolto. Adiacente alla borgata fra il campo di calcio ed il campo da tennis l’amministrazione comunale entro i primi nove mesi dell’anno 2012 completerà la realizzazione di una importante opera, un lago termale artificiale biologico, i cui lavori dovrebbero terminare esattamente in concomitanza della prossima stagione estiva. Nel borgo troviamo un antiquarium etrusco e romano, al cui interno sono conservati molti degli splendidi manufatti rinvenuti nel grande scavo sacro-termale etrusco e romano di Sasso Pisano c.d. il “Bagnone”, di cui consigliamo certamente una visita essendo molto importante da un punto di vista storico ed unico nel suo genere. Nell’arco dell’anno 2012 nel borgo aprirà definitivamente l’importante Museo delle Arti e dei Mestieri della Toscana, ideato dal Dott. Gualerci Nicola, nella quale struttura verranno conservati i manufatti delle eccellenze toscane accuratamente selezionate. Questo Museo nazionale di proprietà comunale è stato premiato nel giorno della presentazione, avvenuta lo scorso 11 Giugno 2011 proprio a Sasso Pisano, con una medaglia del Presidente della Repubblica Italiana. È stato presentato sotto il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri, del Ministero per la Pubblica Amministrazione e l’innovazione, del Ministero del Turismo, del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, del Ministero per le Pari Opportunità, del Ministero dello Sviluppo Economico, della Regione Toscana e della Provincia di Pisa. Ha altresì ricevuto note di plauso dal mondo imprenditoriale, diplomatico e dai presidenti delle maggiori associazioni na- zionali, oltre che dalle principali personalità politiche italiane in maniera bipartisan. Un Museo che vuole suscitare emozioni nei visitatori e che meriterà sicuramente una visita non appena ultimato. Adiacente al prestigioso immobile che ospiterà il Museo delle Arti e dei Mestieri della Toscana, nella piazza del castello, troviamo un’altra struttura museale privata che prende il nome dall’ideatore, “Casa Museo Gualerci Nicola”, una mostra permanente realizzata nella dimora storica dell’ex feudatario del castello, dove sarà anche possibile dormire in quanto all’interno è prevista la realizzazione di 4 esclusive camere dotate di ogni comfort ed un ampio salone comune. L’arredamento sarà di gran classe e rigorosamente storico, alle pareti troveremo quadri del 1600, 1700 e 1800, importanti cimeli, vasellame dal 1400 in poi, libri dal 1500 al 1800. Dormire nella “Casa Museo” sarà sicuramente una esperienza che senza ombra di smentita definiremo unica. Da evidenziare inoltre l’investimento comunale già realizzato nelle piazzole Yoga, dove praticare liberamente e gratuitamente questa disciplina. Le piazzole sono state studiate per creare il minore impatto ambientale possibile ed al contempo permettere le attività fisiche con il massimo rilassamento dei praticanti. Dal punto di vista naturalistico il borgo dispone di svariate sorgenti e vasche termali naturali, le c.d. agriterme, dove immergersi nelle acque curative sarà una esperienza unica ed irripetibile. Consigliamo durante la visita al borgo anche un passaggio al lavatoio termale a ridosso del paese, nella strada che proseguendo dal cimitero comunale conduce al fiume Cornia, un tragitto facilmente percorribile a piedi in pochi minuti dalla borgata di Sasso Pisano, dove la vegetazione si staglia a ridosso della strada ed a metà percorso giungeremo appunto ad un lavatoio medievale, recentemente ristrutturato, con annesso ponte, dove è possibile toccare la fonte termale che sgorga in maniera estremamente copiosa. Tutt’attorno al paese vi sono castagneti secolari dove passeggiare nei sentieri Cai e di associazioni locali, osservando la ricca flora e fauna, sarà piacevole e rilassante. Un importante parco visitabile è quello delle manifestazioni geotermiche, dove sarà possibile ammirare, a debita distanza, i geyser, le fumarole, le putizze, osservando al contempo la flora circostante caratteristica, un paesaggio che definiremo fiabesco. Il principale percorso nelle manifestazioni geotermiche di Sasso Pisano ha una percorrenza di circa 4 Km, parte da Sasso Pisano ed arriva fino alle famose Biancane di Monterotondo Marittimo in provincia di Grosseto, per poi rientrare a Sasso Pisano passando dai castagneti secolari. Il percorso fatto in primavera rende osservabili una miriade di piante in fiore, animali di piccola e media taglia, incuranti della vostra presenza che allieteranno il cammino. Una località vicina a Sasso Pisano, che merita visita, è la sua frazione della Leccia, una piccola borgata medievale molto curata. Durante la visita alla Leccia di Sasso Pisano, è importante visitare il santuario dedicata alla Madonna del Libro, unico esempio in Europa di architettura andina, una chiesa realizzata nel 1600 da Matteo di Pierantonio de’ Gondi (1540-1632) ideata e fortemente voluta dall’arti- sta Matteo dopo un suo viaggio di ritorno da Lima. Da provare nel periodo di maggio di ogni anno i piatti conditi con il famoso fungo Prugnolo e le cibarie e leccornie tipiche delle molte feste paesane, che allietano e animano il paese durante l’intera estate e l’inverno. Alcuni prodotti locali da acquistare sono sicuramente il famoso formaggio rovaggiolo, un formaggio “fresco” che viene avvolto nelle foglie di castagno o nelle foglie di felce dalle quali prende il sapore, un gusto dolce con un retrogusto spesso piccante, i tortelli caserecci con bieta e ricotta di pecora, la cinta senese del grande allevamento nei castagni, le grandi castagne marroni e sicuramente i diversi dolci prodotti localmente di ricette medievali tramandate. Le persone della vallata sono solitamente molto ospitali ed alla “mano”, la cucina è di alta qualità, con prezzi estremamente contenuti. Il messaggio scelto dalla amministrazione comunale per promuovere la località, dobbiamo dire dopo un breve soggiorno, che calza veramente a pennello: “Per Rilassarti, Per Riposarti o semplicemente per Rigenerarti, scegli Sasso Pisano, perla Toscana della zona geotermica”. Per ulteriori informazioni sulla località di Sasso Pisano, consigliamo gli approfondimenti editabili su Google, con riferimento ad esempio ai siti appositamente dedicati alla vallata come il portale www.sassopisano.it, alle pagine web delle associazioni culturali presenti nel luogo, od accedendo alla libera enciclopedia Wikipedia ed ai filmati in YouTube. Molte sono le informazioni utili che potranno essere così reperite. 22 M OTO & S I C U R E Z Z A M OTO & S I C U R E Z Z A 23 Più formazione per guidare sicuri “in sella” A cura del Prof. Marco Cantini fare molto con l’esperienza, in modo molto graduale, cercando di capire quali sono le manovre che possono essere perfezionate e in che modo perfezionarle (inserimento in curva, posizione di guida, sensibilità sull’aderenza della ruota anteriore, ecc.) I n Italia circolano circa 9 milioni di veicoli a due ruote. Un numero impressionante, ma ancor più impressionante è il numero dei morti in incidenti in cui sono coinvolti i veicoli a due ruote: guardando ai dati forniti dall’osservatorio del Centauro – Asaps, il numero degli incidenti e delle vittime nelle ore notturne (22-06) sono invece aumentati. Gli incidenti complessivi sono passati da 48.442 nel 2009 a 45.757 nel 2010, quindi un calo del 5,5%, le vittime dali. Per influire sul comportamento sono passate da 1.275 a 1.253 un calo degli esseri umani spesso non basta dell’1,7%, purtroppo sono dati anco- dare informazioni, aumentare le rera troppo negativi. gole da rispettare e neppure inaspriDi frequente a perdere la vita sono i re le sanzioni per chi non le rispetgiovani che più di altri fanno uso di ta, ma bisogna agire su particolari ciclomotori e motocicli ma questo “corde” dell’animo umano non facili non basta a spiegare l’alto numero di da “toccare”, bisogna formare le coincidenti che li coinvolge. Certamen- scienze al rispetto della vita e tanto te influisce la loro esuberanza, una altro ancora. sorta di “imprinting” di videogiochi Tutto ciò è demandato alla società, (che si imparano anni prima della alla famiglia e alla scuola e questi guida reale) dove auto o moto com- temi meritano ben altra e più appropiono manovre impossibili, dove er- fondita trattazione. Ma c’è una “zona rori di guida, scontri e fuoristrada si d’ombra” che deve essere messa in risolvono in un attimo senza conse- luce: lo scarso livello di formazione guenze, nel gioco, ma nella realtà è teorica e pratica di chi guida veicotutta un’altra cosa!. li a due ruote. Ma altri problemi impediscono una Su questo punto qualcosa si può fare diminuzione sostanziale degli inci- e qualcosa, in particolare in Francia, denti e della mortalità per i veicoli è già stato fatto. È stato dimostrato a due ruote: come per la lotta con- che aumentando la formazione si autro il fumo non è bastato scrivere sui menta la sicurezza stradale! pacchetti di sigarette “il fumo ucci- Per una guida moderata e sicura è de” per ottenere una sostanziale ridu- sufficiente applicare le nozioni imzione del numero dei fumatori, così parate in autoscuola, ma quando la non sono bastate le norme più seve- guida diventa “sportiva” queste regore introdotte negli ultimi anni per la le non bastano più: occorre aggiunguida delle moto a ridurre sostanzial- gerne delle nuove, impararle ed apmente la mortalità per incidenti stra- plicarle, altrimenti sono guai. FOTO DI FRANCO BIONDI I giovani, specialmente, spesso si comportano per quello che vorrebbero essere e non per quello che sono, soprattutto quando si parla di guida in moto: si ha voglia di dimostrare a sé e agli altri la propria abilità e ancor più si ha bisogno di sentir scorrere adrenalina nelle proprie vene guidando “al limite” ed anche oltre, coscienti ma incuranti che si sta rischiando la propria e l’altrui vita. Se è difficile mitigare tutto questo, almeno cerchiamo di dare a chi si trova a fare i conti con questi problemi un’adeguata formazione teorica e pratica. Facciamo alcuni esempi: Non superare mai i propri limiti di capacità di guida. Se si sente il desiderio di andare più veloci, di avere una moto più potente, di affrontare le curve con delle “pieghe” da far invidia agli amici, non bisogna rischiare di più, magari fino al punto di superare i propri limiti, ma alzare il livello dei propri limiti aumentando la propria competenza nella guida, la propria abilità nel condurre la moto anche in condizioni critiche. Si può Tenere tutto sotto controllo Bisogna guidare la moto, scooter o maximoto che sia, pensando non solo alla guida del proprio mezzo e a quello che stanno facendo gli altri utenti della strada, ma anche a quello che potrebbero fare, pedoni compresi. In ogni istante bisogna, specialmente nei centri abitati, tenere sotto controllo, con la coda degli occhi, tutto ciò che accade intorno a noi e anche ciò che potrebbe accadere. Un esempio per tutti: se un pallone attraversa la strada, bisogna pensare che forse lo seguirà di corsa un ragazzo ed agire di conseguenza. A qualcuno ciò sembra molto difficile o addirittura impossibile. Qualcun altro dirà che stando attenti anche a cosa potrebbero fare gli altri si rischia di diminuire in modo pericoloso l’attenzione alle manovre del proprio mezzo; in realtà una delle capacità specifiche di chi guida bene è proprio quella di riuscire a tenere tutto sotto controllo. Si badi bene che questa capacità, al di là delle doti personali, in gran parte si può imparare ma attenzione, non si impara in un giorno o due, ma si affina nel tempo e solo se veramente si vuole imparare. Se si pensa di guidare con in testa concetti come “la precedenza ce l’ho io, è lui che si deve fermare”, “sorpasso ora, tanto chi mi viene incontro nel verso opposto mi vede e si sposterà”, ecco, è proprio il caso di dire che faremo poca strada… Saper frenare bene In moto, nella guida turistica e in città si potrebbe usare il solo freno posteriore per rallentare la marcia e adeguarsi alla velocità estremamente variabile del traffico; tuttavia è meglio usare sempre sia il freno anteriore che quello posteriore per acquisire quell’automatismo e quella sensibilità nel ripartire la forza frenante su ciascuna delle due ruote che saranno indispensabili per ottimizzare gli spazi di frenata in caso di emergenza. Nella guida sportiva si frena su entrambe la ruote, ma il maggior contributo lo dà il freno anteriore perché quanto più la frenata è violenta, tanto più il peso della moto e del motociclista si trasferiscono sulla ruota anteriore aumentandone l’aderenza e quindi la capacità di trasmettere al terreno la forza frenante. Si può addirittura giungere al limite del sollevamento della ruota posteriore e in tali condi- zioni è evidente che tutto il peso grava sulla ruota anteriore: in questo caso frenare su quella posteriore è del tutto inutile e addirittura dannoso perché bloccando la ruota posteriore si perde direzionalità, si rischia di sbandare e di cadere. Ancora una volta è l’abilità di guida ad essere importante. Acquisire la sensibilità nel dosare la forza frenante tra ruota anteriore e posteriore nelle innumerevoli condizioni di marcia (guida sportiva in rettilineo, in curva, sul bagnato, ecc.) è una cosa non facile, ma al solito si può e si deve imparare se si vuol migliorare la sicurezza della propria guida in moto. Questo è solo un accenno ad alcuni degli argomenti che meritano di essere approfonditi ed inseriti nella formazione teorica e pratica di un motociclista. Purtroppo… tanta strada c’è ancora da fare! FOTO DI FRANCO BIONDI E M AT O L O G I A : M E D I C I N A & R I C E R C A 25 SPIE IN… MEDICINA Polvere assorbente e neutralizzante per acido solforico PRODOTTO CONFORME AL DECRETO DEL MINISTERO DELL’AMBIENTE N°20 DEL 24/01/2011 G-SORB risolve il problema deII’improvvisa fuoriuscita di acido solforico dagli accumulatori (batterie) dovuto alla rottura della struttura e/o sversamenti accidentali, evitando danni alle persone e impedendo che venga assorbito dal suolo. Pronto all’uso e di facile utilizzo, G-SORB può essere sparso e movimentato con normali palette o scope senza particolari attrezzature. Il meccanismo d’azione si basa sulla capacità di neutralizzare l’acido solforico delle batterie e sulla elevata assorbenza del preparato, che ingloba i fluidi sversati, senza rilasciarli. La polvere, una volta che la reazione/assorbimento è terminata, non sporca le superfici, è facilmente rimovibile e non lascia residui. ONE CERTIFICAZI SSOG ntale rime Stazione Spinedustrie per le i Grassi degli Oli e de olore c o i g g a ula a vir m r o f a nuov e izzazion 36% l a r t u e ico al per la n 0,518 kg di acido solfor di 1 litro BATTERIE STAZIONARIE BATTERIE DA TRAZIONE BATTERIA DI AVVIAMENTO FABBRICHE DI ACCUMULATORI CONSORZI PER LA RACCOLTA E IL TRATTAMENTO DELLE BATTERIE AL PIOMBO ESAUSTE E PER I RIFIUTI PIOMBOSI TRASPORTO BATTERIE GOLMAR Italia - SpA - Torino Call Center 0238103456 www.golmar.com [email protected] A cura del Prof. Michele Sossio Università Campus Bio-Medico Roma L Ematologo a parola tumore evoca in molti lo spettro del terrore più recondito, quello della morte inesorabile, senza speranza di guarigione, perché costellata di lotte terapeutiche faticose e sacrifici in nome di una sofferenza che pur essendo d’esempio per gli altri, quelli non colpiti dalla malattia, è sovente accompagnata da momenti di sconforto e di impotenza verso il male. I tumori esistono da sempre, sono una parte di noi che per diverse ragioni non rispondono all’ideale funzionamento della macchina umana, corrodendola come la ruggine corrode il ferro, determinandone lo sbriciolamento quando la struttura portante è intaccata. Cause genetiche e ambientali sono responsabili dell’insorgenza tumorale. Oggi, i nuovi stimolanti studi scientifici, alla perenne ricerca di nuovi orizzonti terapeutici, consentono, sempre più, di migliorare la qualità della vita, con la prevenzione, la diagnosi precoce e con la terapia mirata e specifica. Senso- ri artificiali e naturali consentono di anticipare, prevenire e controllare lo sviluppo e l’insorgenza della malattia. Spie precoci dell’insorgenza dei tumori sono i tests che dosano i marcatori tumorali, così come il fumo per il fuoco, soltanto indirettamente ne rivelano la presenza di tipo tumorale (neoplastico). Essi rappresentano un utile strumento per valutare l’evoluzione di una patologia tumorale già diagnosticata e controllarne la ripresa di malattia e l’efficacia della terapia. Neoplasia, tumore, cancro (carcinomi e sarcomi) sono espressioni, sinonimi, di una malattia in cui la moltiplicazione delle cellule è incontrollata e progressiva. Il tessuto si accresce indipendentemente dai rapporti con i tessuti vicini che vengono invasi o compressi; la crescita è indipendente persino dalle altre cellule neoplastiche. La cellula tumorale, non più sotto il controllo normale dell’organismo, durante la “pazza“ attività replicativa produce e stimola la sintesi di alcune sostanze che sono i marcatori del tumore di ripresa della malattia (ormoni, proteine, enzimi, ecc.). Sostanze prodotte direttamente dal tumore, più o meno correlate con la crescita numerica delle cellule tumorali, o sostanze prodotte dall’organismo in risposta al tumore, come le proteine della fase acuta dell’infiammazione. Il marcatore è un segnale, una spia, che indica, spesso, uno stato di malattia prima della comparsa dei sintomi clinici. Questi prodotti, “spie… in medicina” tumorali, sono rilevabili sui tessuti tumorali (markers cellula- ri) e nel sangue (marcatori tumorali). Nel sangue, i marcatori tumorali, sono dosati e ricercati con delle tecniche analitiche più o meno complesse e sofisticate. La scoperta degli anticorpi monoclonali (anticorpi tutti uguali), ne ha favorito lo sviluppo e l’applicazione aumentandone e migliorandone la sensibilità e la specificità. È certo che non esiste un solo tipo di tumore ad esempio: nel carcinoma della mammella esistono almeno due forme maligne e venti sottotipi, così non esiste un solo marker tumorale. Il tumore è una malattia dell’età avanzata: tre quarti dei casi mortali di neoplasie interessano persone oltre i 65 anni e sono responsabili di circa 160.000 morti l’anno. Si pongono quindi al secondo posto, dopo le malattie cardiocircolatorie, come affezioni ad esito letale. I segni clinici e i sintomi, spesso sono confusi, poiché comuni ad altre malattie. All’inizio si ha astenia, debolezza muscolare, un’anemia o perdita di peso e un lento cambiamento nello svuotamento intestinale. Un tumore può essere benigno o maligno, è benigno quando vi è crescita lenta, assenza di metastasi diffusioni a distanza delle cellule del tumore. Maligno quando vi è crescita invasiva e rapida, modesta o scarsa differenziazione cellulare, metastasi. (Tavola 1 pag. 26) Il paziente va informato sul reale limite dei marcatori tumorali e il medico lo informerà, al fine di evitare la sindrome di Ulisse, sulla sensibilità, che è la capacità di rilevare la presenza del tumore e sulla specificità che è invece la capacità del marcatore di essere elevato solo in caso 26 E M AT O L O G I A : M E D I C I N A & R I C E R C A Processo metastatico 1) sviluppo locale del tumore 2) diffusione nell’ambiente circostante 3) invasione dei vasi sanguigni e linfatici 4) diffusione e distanza attraverso il circolo sanguigno e linfatico 5) passaggio dai vasi ad altri tessuti 6) impianto e nuova proliferazione di tumore e di essere assente in corso di altre malattie. Tavola 2 Un concetto di fondamentale importanza per intendere l’utilità generale dei marcatori tumorali è che essi non hanno mai una sensibilità e una specificità del 100%. È frequente nella pratica clinica osservare dei risultati falsamente negativi oppure falsamente positivi, (è consigliabile ripetere i tests sempre nello stesso laboratorio. Tavola 3) è proprio per tale motivo che i marcatori tumorali non sono tanto utili in fase diagnostica, quanto piuttosto nel follow-up (cioè nel controllo durante e dopo terapia): l’abbassarsi o l’elevar- TAV. 1 si dei suoi livelli riflette l’andamento clinico della neoplasia. Di conseguenza, i marker tumorali hanno due principali utilità: la prima è quella di valutare la risposta al trattamento (il valore precedente e quello successivo al trattamento indicano la sua efficacia), e la seconda è di identificare la comparsa di una eventuale recidiva o metastasi. Un marcatore elevato al momento della diagnosi, ci si dovrà aspettare che dopo l’intervento chirurgico effettuato con intento curativo si normalizzi. L’eventuale persistenza di un suo valore elevato dovrà mettere in allarme il medico, che quindi dovrà escludere la presenza di lesioni tumorali a di- Requisiti necessari per l’impiego clinico dei marcatori tumorali: sensibilità: capacità di individuare tutti i pazienti con tumore e misura delle positività vere specificità: capacità di distinguere i pazienti con tumore maligno da quelli con tumore benigno e misura delle positività false TAV. 2 stanza, sfuggite alle indagini strumentali iniziali. Il corretto impiego clinico dei marcatori, si evince, in tal modo, è nella diagnosi precoce delle recidive dopo intervento chirurgico. Questo è nella pratica clinica uno degli aspetti più vantaggiosi dell’uso dei markers tumorali. La migliore strategia per battere il tumore è la precocità e rapidità nella diagnosi, in ogni modo prima della sua diffusione. I mezzi a disposizioni e per una diagnosi precoce, per esempio del tumore dell’ultimo tratto dell’intestino, sono la semplice esplorazione rettale, la ricerca del sangue occulto nelle feci, la colonscopia che attraverso un sistema a fibre ottiche permette non solo la visione dell’intestino, ma anche l’asportazione di tessuto. Infine, si utilizzano un pannello di marcatori tumorali come il “CEA” (antigene carcino embrionale), il “CA 19.9“ il “TPS“. Sigle di proteine e glicoproteine prodotte dal tumore e “spie” del tumore. La diagnosi certa è sempre data da un esame istologico e la localizzazione è dominio elettivo dell’immunoscintigrafia (tecnica che utilizza gli anticorpi monoclonali). Il marcatore, la spia ideale, ancora non esiste. La spia specifica, sensibile, capace di differenziare sicuramente al cento per cento soggetto sano da malati e in maniera precoce è quella che, sotto l’influsso della continua ri- Ripetere il test sempre nello stesso laboratorio e utilizzando lo stesso tipo di kit it forniti da ditte diverse possono k dare risultati leggermente diversi, che possono essere causa di confusione n in questo modo si è sicuri che i cambiamenti osservati sono dovuti al tumore e non alla variabilità interlaboratorio. TAV. 3 n E M AT O L O G I A : M E D I C I N A & R I C E R C A Screening della popolazione asintomatica con marcatori tumorali: ella maggior parte dei casi ha poco significato date n le basse sensibilità e specificità dei marcatori tumorali e la bassa incidenza dei tumori nella popolazione asintomatica (es. tumore del colon). Può essere fonte di falsi positivi. n utile nello screening di epatemi nella popolazione cinese (ricerca dell’AFP) n screening del tumore ovarico (CA 125) n screening del tumore della prostata dopo i 50 anni (PSA) unito all’esplorazione digito-rettale, soprattutto nella popolazione afro-americana TAV. 4 n cerca ed esperienza clinica la medici- stabile o sale lentamente, è probabina, disciplina in perenne evoluzione, le che il tumore stia crescendo poco, va ricercando. Ne consegue che l’uso se aumenta bruscamente e sale rapiapplicativo e corretto di questi marca- damente è verosimile che sia più agtori è quello del controllo della ripresa gressivo. Se l’esame è positivo, è certa di malattia, e valutazione della diffu- la presenza del tumore, ma se è negasione, della risposta alla terapia, e del- tivo, non si può escludere al 100% un cancro, magari di dimensioni assai la prognosi. Non appropriato, è ricercarli per la piccole o situate in posizione defiladiagnostica di massa “screening” con ta, e quindi è sfuggito al prelievo delqualche rara eccezione, i marcatori la biopsia. Valori anche significativanon presentano una specificità né di mente elevati del PSA a volte indicatumore, né di organo (spesso al fine di no solo infiammazione della prostata un monitoraggio, si usa un pannello “prostatite”. di marcatori, più marcatori, più spie. Da qualche tempo è entrato nella pratica clinica un nuovo esame delle uriTavola 4). Con qualche rara eccezione, i mar- ne, il test del Pca3, che può agevolare catori non presentano una specifici- la diagnosi in chi continua ad avere tà’ d’organo: la “TG” (tireoglobulina) un Psa elevato, nonostante una pricalcitonina e “AFP” (alfa-1-fetoprotei- ma biopsia normale. Il Pca3 è un gene na), suggestivi di tumore della tiroide specifico per la prostata: più è elevamidollare e di tumori al fegato (car- to il suo valore, maggiore è il sospetto cinoma epatico primario). Lo PSA e di un tumore. PSA-Free (antigene prostatico specifi- Nel monitoraggio del carcinoma co totale e libero) e il loro rapporto è mammario il pannello dei marcatori utilizzabile come indicatore di carci- prevede il dosaggio periodico del “CA 15.3“ del “CEA” e del “TPS”. Mentre per noma della prostata. Lo studio dello Psa totale e Psa-Free il carcinoma dell’ovaio è utile la deterlibero (antigene prostatico specifico minazione dell’“AFP” dell’ “HCG” del totale e libero, Free) e il loro rappor- “CA 12.5”, oltre che del classico “CEA”. to è utilizzabile a valori molto eleva- Oggi, nell’ottanta per cento dei casi, ti come indicatore di carcinoma del- la terapia primaria, di elezione, apla prostata, poiché nel tempo fornisce plicata ai casi di tumori è l’intervento anch’esso informazioni preziose: se è chirurgico, in questa situazione si do- 27 vrebbe preventivamente determinare un valore preoperatorio del e/o dei marcatori adatti e valutare nel tempo la loro diminuzione o incremento (espressivo dell’espressione della ripresa dell’attività del tumore). Se i valori iniziali sono elevati, una rapida caduta è la prova del successo dell’intervento, mentre, una caduta parziale con una rapida ripresa dei valori indica l’insuccesso operatorio. Un rialzo dei valori dopo un primo ciclo di chemioterapia rappresenta la ripresa di malattia e può essere lo spunto per sospendere una terapia gravosa e, se possibile, sostituirla. Nella complessa gestione del paziente con tumore – paziente oncologico – sono coinvolte molte specialità che spesso con una priorità diversa entrano in gioco per l’ambizioso, ma sempre più realìstico scopo terapeutico ultimo che è la guarigione. Nella corsa ad ostacoli sicuramente un gran contributo ha dato e contribuirà sempre più a dare la diagnostica dei marcatori tumorali. Tuttavia, come spesso avviene, i marcatori sono usati in modo improprio, il più delle volte per screening generalizzati, ma talvolta anche con indicazioni errate, generando la cosiddetta sindrome di “ULISSE”. Ricerca inquietante e senza fine di dov’è il tumore. L’impiego mirato di marcatori riguarda essenzialmente il controllo, la sorveglianza del decorso e della terapia, in cui si può fornire preziosi servizi e le cose che andiamo imparando lungo la strada, è affascinante e potenzialmente salva vita; come lo studio diagnostico e terapeutico di un nuovo marker, una nuova spia “telomerasi” (enzima che consente alla cellula di continuare la replicazione), infatti, risultati incoraggianti si sono avuti per il cancro della vescica. Di estremo interesse clinico appare lo studio di sostanze in grado di bloccare questo enzima “telomerasi” e poter controllare, così, la replicazione cellulare e il tumore. S O L I DA R I E T à E A S S O C I A Z I O N E 29 Una storia a quattro zampe, anzi tre: foto di ALBERTO VIOLANTE A cura di Riccardo Capone ...e con internet, comodo e veloce, effettua il tuo acquisto on-line: www.agriforesteria.com V orrei esordire con una frase di un Capo Indiano, un certo Don George: “ Se parli con gli animali, essi parleranno con te e vi conoscerete gli uni con gli altri. Se non parli con loro non potrai conoscerli e ciò che non si conosce fa paura. Quando qualcosa fa paura, l’uomo la distrugge.” Questa è un pò l’essenza di quelli che, come noi, pensano della natura e di tutte le sue manifestazioni, perchè quando verrà pescato l’ultimo pesce, abbattuto l’ultimo albero ed avvelenato l’ultimo fiume, qualcuno si accorgerà che il denaro non si può mangiare. Se pur con grande ritardo, ho iniziato a vedere il mondo degli animali con un occhio meno disumano, anche se sin da bambino ho avuto gatti, pesci, criceti ed addirittura un riccio. Probabilmente doveva andare così, quasi per caso ho conosciuto l’associazione di cui sono volontario oggi: l’Aida & A., da cui ho adottato Gennarino nell’ottobre del 2009, un cane meticcio che è diventato parte integrante della mia famiglia. Avvicinandomi piano piano, con molta discrezione all’associazione ed al volontariato ho poi scoperto un mondo bellissimo, fatto di solidarietà, amore e coraggio, valori che talvolta proviamo a sommergere nella nostra coscienza. In questi anni abbiamo fatto tante adozioni, abbiamo salvato tanti animali, ci siamo battuti per trovare una casa ed una famiglia a tanti amici, ma principalmente non ci siamo mai arresi davanti a tante difficoltà burocratiche, come la chiusura della vecchia struttura, con la conseguente e disperata necessità di “piazzare” 150 cani. Con tanta caparbietà ed un pò di fortuna, ma soprattutto grazie alla solidarietà di pochi, qualche piccolo miracolo è avvenu- la storia di Pepe to, fino all’acquisizione di un canile di- ti ed in cerca di qualcuno che ci portassmesso, che stiamo ristrutturando e po- se via da quel posto orribile, ma nessutenziando nei pressi di Roma. In questi no mi guardava ero brutto e storpio ed anni, sono tante le storie commoventi anche un pò cieco. Ma un giorno una di amici sottratti ad un destino segnato, famiglia mi portò via, ero strafelice! crudele, dove la mano dell’uomo è sem- Ma durò molto poco, non capirono che pre presente, con cinismo e cattiveria, avevo vissuto tutta una vita da prigioniema fortunatamente c’è una mano che in- ro, circa 10 lunghi anni, si spaventaroterviene a salvataggio ed a tutela di certi no perché non ero abituato alla nuova diritti che sono i medesimi per l’uomo, casa e mi riportarono indietro. Di nuola natura e gli animali. Nel 2011 abbia- vo la disperazione… pensavo che per me mo consegnato circa 330 animali ad al- era finita… ma un giorno una volontatrettante famiglie, un risultato esaltante ria mi ha caricato in macchina e portache ci ha dato la spinta per continuare, to a casa di una signora..che adesso è la sempre con grinta e passione, amore e mia mamma… e così conobbi la Felicigenerosità… Alcune meravigliose storie tà. Non credevo ai miei occhi, ero libele potete trovare nel calendario dell’as- rooooo!!!! in un grande giardino, non sasociazione, io ve ne racconterò una, scel- rei mai tornato in gabbia, lo sapevo che ta a caso, da una raccolta di tante che ap- valeva la pena di vivere ed aspettare anpartengono al diario dell’AIDA&A la cora: il tempo non era trascorso invano. storia di un amico a… tre zampe, PEPE. Il ricordo delle sbarre, della reclusione Storia di Pepe “Ciao amico, io adesso mi è oramai lontanissimo. Io sono felice, chiamo PEPE, sono un meticcio di ta- vivo amato, coccolato e libero. Ho una glia medio piccola, di anni ne ho tanti, bella stanza tutta per me con un lettima non so quanti; mi manca una zam- no caldo e morbido e ci sono anche altri petta, la sinistra anteriore, ma non chie- amici pelosetti insieme a me. Mi amadetemi come e perché, nessuno sa come no tutti, anche gli amici della mia mamè successo. Ho vissuto per tanti anni in ma, ricevo sempre tante carezze e tanto un brutto canile e l’unica cosa che ho affetto. Mi sono scordato di dirti che ho potuto vedere giorno dopo giorno, anno anche un cesto pieno di giochi tutto per dopo anno, sono state le sbarre della me. Una slurpatina affettuosa a te amimia prigione e gli sguardi tristi e pieni co e a tutti voi… e vi prego non dimentidi disperazione dei miei compagni di cate mai di andare nei canili per adottacella. Un giorno arrivarono degli An- re un cane e dare un pò di felicità ad algeli, le hanno chiamate volontarie, per tri prigionieri disperati in attesa di una darci un pò di sollievo perché eravamo mamma o di un papà affettuosi. Ciao a veramente trattati male ed il cibo era ve- tutti da Pepe.” ramente scadente. Abbiamo iniziato a Scritto da Anna M. sentire il calore di qualche carezza e un “Ecco qui, una po’ di affetto. Ma non bastava, avrei vobella storia luto una casa tutta mia, dove poter vive- a lieto fine, re gli ultimi anni che mi restavano, coc- i miracoli colato ed amato; avere un’identità e non esistono, basta solo un numero in un box e finalmente crederci… ciao una vita dignitosa. Sono iniziate le ado- amico mio a 2 zioni, eravamo tantissimi, tutti dispera- zampe.” foto di SILVIA MEAZZA 30 FA S I D I C O S T R U Z I O N E P O R T O T U R I S T I C O Marina del Gargano Da PORTO a ECOPORTO Nasce il Porto Turistico di Manfredonia L’ apertura di Marina del Gargano è prevista per il prossimo luglio. Un progetto importante che non nasconde l’ambizione di rappresentare il fiore all’occhiello della portualità italiana. out), la Marina prevede il recupero delle acque meteoriche per destinarle ai più diversi utilizzi, da quello a scopo d’irrigazione al lavaggio delle imbarcazioni nelle aree di rimessaggio. La Marina del Gargano è il porto turistico di Manfredonia, la “Porta del Gargano”, posta com’è all’ingresso della montagna del sole, un luogo che mare e natura hanno reso tra i più suggestivi d’Italia. Un impianto antincendio alimentato con acqua di mare, un’area officine destinata allo stoccaggio provvisorio degli oli esausti (successivamente prelevati e smaltiti da aziende specializzate), un sofisticato impianto di smaltimento e disoleatura delle acque meteoriche presenti sui piazzali di banchina e sull’intera area del porto, un impianto per l’ulteriore recupero delle acque utilizzate per il lavaggio, svariate isole ecologiche con il sistema di differenziazione dei rifiuti: sono solo alcuni dei plus della Marina del Gargano. L’importanza e le bellezze dell’ambiente circostante hanno ispirato Marina del Gargano fin dal suo concepimento: è già in fase progettuale, infatti, che si è pensato di farne un porto totalmente eco compatibile, etico, moderno, efficiente e ben integrato. Fino a farne l’Ecoporto turistico della città. Una sfida importante, confermata dall’impegno costante verso una scrupolosa pianificazione delle attività nel pieno rispetto di ogni componente ambientale: dai flussi di traffico all’inquinamento delle acque, dal corretto smaltimento dei rifiuti alle fonti di energia rinnovabili. Dotata di un sistema di stoccaggio delle acque nere e di sentina per le imbarcazioni da diporto, che opera attraverso un meccanismo di aspirazione e pompaggio (pump Le acque del bacino portuale saranno, inoltre, continuamente soggette a cicli di ricambio mediante un sistema di sei pompe ad elica. Le pompe, che sfruttano un particolare impianto di ricircolo forzato in 48 ore, aspirano acqua dall’esterno del bacino e la immettono, pulita, all’interno. Impianti dotati di telecontrollo garantiranno la gestione in remoto e ottimizzeranno la resa sulla base della reale presenza di imbarcazioni nel bacino portuale e della conseguente, effettiva, domanda di energia. FA S I D I C O S T R U Z I O N E P O R T O T U R I S T I C O 31 A garanzia di un maggiore risparmio energetico, con valori notevolmente inferiori a quelli pur previsti dalla legge, la Marina del Gargano è dotata di un sistema di coibentazione degli involucri esterni (murature, infissi e coperture) e di un impianto fotovoltaico di ultima generazione. Oltre allo studio preventivo del sistema delle correnti, al fine di evitare problemi d’interramento dell’imboccatura portuale, è stata posta particolare attenzione ai materiali impiegati in ciascuna fase (per gli impianti, per gli allestimenti e per gli arredi), con la scelta dell’uso esclusivo di massi naturali provenienti dalle vicine cave di Apricena. Il progetto Marina del Gargano ha concentrato i suoi sforzi anche sul tema della responsabilità sociale. Oltre ad un elevato livello della sicurezza dell’ambiente di lavoro, durante le fasi di costruzione (con la presenza in tutte le fasi di operai altamente qualificati, con la predisposizione di un Piano di Monitoraggio Ambientale per il controllo delle polveri, delle acque all’interno del bacino e per le valutazioni del rumore prodotto dai mezzi di cantiere, e di un impianto di irrigazione volto ad evitare il sollevarsi delle polveri), l’impegno sulla salvaguardia e l’integrazione con l’ambiente circostante ne rappresentano punti fermi. Anche da qui prende le mosse la destinazione alla fruizione pubblica, nell’area portuale, di un polmone verde di oltre 1 ettaro, completamente aperto e accessibile, dotato di un parco giochi a disposizione di cittadini e utenti. Marina Ufficio Commerciale Tel. +39 0884 583620 - 543950 [email protected] Un progetto importante che non nasconde l’ambizione di rappresentare il fiore all’occhiello della portualità italiana.