L’integrazione tra marketing turistico e marketing territoriale come leva per lo sviluppo economico dei sistemi d’area ENRICO BONETTI* MICHELE SIMONI** Abstract Il turismo rappresenta uno dei comparti dell’economia che offre le maggiori prospettive di sviluppo economico a livello globale. L’articolo, attingendo ai filoni concettuali del pensiero strategico sviluppati nel corso degli anni ‘90, propone una lettura integrata delle metodologie e degli strumenti tipici di due aree di studi particolarmente attuali, quali il marketing turistico e quello territoriale, intese quali discipline fondanti dello sviluppo di un sistema territoriale. In particolare, il legame tra questi due differenti approcci allo sviluppo d’area è posto attraverso i concetti cardine di strategia duale e di vantaggio competitivo basato sulle risorse; analogamente a quanto sta avvenendo nell’ambito degli studi di strategia d’impresa, in cui i due concetti sono reciprocamente correlati, l’interpretazione proposta, applicata allo sviluppo turistico del territorio, vede in un’ottica unificata il marketing turistico ed il marketing territoriale. Il primo segue una logica market driven, ovvero di individuazione di quelle combinazioni di risorse disponibili che consentono di cogliere al meglio le opportunità contingenti del mercato turistico, mantenendo al contempo una coerenza con la visione di lungo periodo dello sviluppo turistico. Il secondo, di contro, adotta una logica resource based, ovvero di individuazione e successivo sviluppo delle risorse necessarie a colmare il gap esistente tra l’attuale identità (non solo turistica) dell’area e quella che si ritiene necessario assumere in futuro, in funzione degli scenari evolutivi possibili. Key words: marketing turistico, marketing territoriale, approccio sistemico, strategia duale, resource based strategy Tourism is one of the areas of the economy that offers the best possibilities for global economic development. * ** Dottore di Ricerca. Docente di Economia e Gestione delle Imprese di Servizi, Seconda Università di Napoli e-mail: [email protected] Assegnista di ricerca post-doc - Seconda Università di Napoli e-mail: [email protected] Sebbene il lavoro sia il risultato di una visione comune e di un’intensa e costruttiva collaborazione tra gli autori, l’attribuzione dei paragrafi per l’assegnazione della paternità intellettuale è la seguente: Michele Simoni parr. 1, 5 e 6; Enrico Bonetti parr. 2, 3 e 4. 316 L’INTEGRAZIONE TRA MARKETING TURISTICO E MARKETING TERRITORIALE This article, derived from the concepts of strategic thought developed during the 90’s, proposes an integrated approach to the methods and instruments of two areas particularly up-to-date, namely touristic and territorial marketing, both understood as basic theories of the development of an area or region. In particular, the ties among these different approaches to regional development are explained through the basic concepts of dual strategy and through the competitive advantages obtained from local resources in a way similar to what is being studied in enterprise strategy where these two concepts are tied together. The proposed interpretation, applied to local development of tourism, unifies both types of marketing. The former is "market-driven", that is, it identifies those combinations of available resources that allow the optimization of touristic opportunities, with a long range approach to touristic development. The latter, on the other hand, adopts a "resource-based" attitude , that is, it identifies and then develops the necessary resources to fill the gap between the present situation (and not only in tourism) and development plans that respect the identity of the place. Key words: tourism marketing, territorial marketing, systemic approach, dual strategy, resource based strategy 1. Gli approcci metodologici per lo sviluppo turistico di un’area Il presente lavoro si pone sia l’obiettivo di descrivere i processi di sviluppo turistico di un’area, attraverso un’analisi delle metodologie e degli strumenti utilizzati dai sistemi locali, sia quello di evidenziare i confini e le sovrapposizioni tra l’ambito disciplinare del marketing territoriale e quello del marketing turistico. L’articolo, che adotta un approccio di analisi comparata, focalizza la sua attenzione sulle logiche e sui processi che sottintendono alle attività di marketing turistico e di marketing territoriale, individuando, nelle conclusioni, i punti di contatto ed i collegamenti, empirici e concettuali, tra le due discipline. Il turismo, appare essere oggi uno dei pochi settori in grado di assicurare, nel medio termine e su scala globale, un tasso di crescita sostenuto con una consistente creazione di nuovi posti di lavoro. Le principali cause alla base di tale potenzialità sono da ricercarsi in una molteplicità di fattori che, operando sul lato della domanda e/o su quello dell’offerta, producono come effetto principale quello di accrescere la mobilità individuale (in termini di quantità e frequenza) e, con essa, la dimensione del mercato mondiale del turismo. Tra i suddetti fattori un ruolo significativo è certamente individuabile nella drastica riduzione dei costi di trasporto, nell’aumento del tempo libero disponibile, nella crescente ricerca di soddisfazione di bisogni di tipo psicologico, nel progressivo affermarsi di società multietniche con una conseguente maggior propensione allo scambio culturale, nell’aumento della disponibilità di informazioni di qualità a basso costo. Peraltro, a differenza di altri settori trainanti dell’economia, che richiedono l’esistenza di un tessuto economico evoluto per dar vita a processi di crescita continuativa e di lungo periodo, il turismo può essere sviluppato in maniera competitiva anche da aree che non presentano tali caratteristiche e che, a volte, ENRICO BONETTI - MICHELE SIMONI 317 proprio per tale motivo, riescono a sviluppare una capacità di attrazione di flussi turistici superiore alla media. Per tali motivi, il turismo, sempre più spesso, costituisce uno dei principali driver alla base di una strategia di sviluppo d’area1. Nell’affrontare il tema del turismo come leva per lo sviluppo economico, occorre partire dall’evidenziazione di due approcci metodologici che si vanno consolidando, nella teoria e nella prassi, e che sono complementari tra loro: a) il primo dei due approcci, riconducibile al filone del marketing turistico e caratterizzato da un orientamento al cambiamento di breve termine, è fondato sull’offerta ed è volto a valorizzare le capacità di un’area di “rimodulare” la propria value proposition; tale azione può essere finalizzata sia ad accrescere l’attrazione dell’area nei confronti dei gruppi di turisti attualmente serviti sia ad estenderla a quelli potenzialmente raggiungibili, ma attualmente non serviti; b) il secondo approccio, riconducibile al filone del marketing territoriale e caratterizzato da un orientamento al cambiamento di medio-lungo termine, è fondato sulle risorse ed è volto, non tanto a raggiungere in tempi brevi una variazione positiva dei flussi turistici, quanto a realizzare una modificazione strutturale dell’area; tale cambiamento, concretizzandosi nella definizione di una nuova identità dell’area, consente di sviluppare nuove offerte in grado di attrarre e soddisfare segmenti turistici attualmente non servibili (o addirittura non ancora sviluppatisi)2. Lo sviluppo turistico sembra quindi non poter fare a meno di superare un approccio in cui la concorrenza è fatta nel breve periodo e attraverso l’offerta turistica in senso stretto, per giungere ad una strategia in cui occorre far leva sulla creazione di competenze turistico-territoriali, specializzate e distintive, e sulla capacità di proporre in maniera convincente idee di turismo nuove, sostenibili e 1 2 Infatti, come da più parti sottolineato, un processo di marketing territoriale può fondarsi alternativamente o congiuntamente su quattro tipologie di attività economiche, riconducibili a diverse modalità di relazione con le risorse del territorio: - attività di sfruttamento del suolo - attività di fruizione del territorio - attività di utilizzo dello spazio nel territorio - attività di utilizzo delle strutture sul territorio. In tal senso si veda Cercola R., “Economia neoindustriale e marketing territoriale”, in Sviluppo & Organizzazione, n. 172, 1999. Sulla distinzione tra marketing territoriale e marketing turistico si veda anche: Caroli M. G., Il marketing territoriale, Franco Angeli, Milano, 1999; Borghesi A., “Dal marketing turistico al marketing territoriale”, in Economia, Società e Istituzioni, vol. 9, 1997; Golfetto F., “Un marketing per le città? Riflessioni sulla nascita di una disciplina”, in Economia e Management, n. 5, 1996. 318 L’INTEGRAZIONE TRA MARKETING TURISTICO E MARKETING TERRITORIALE coerenti con l’identità territoriale. Un territorio che scelga il turismo come driver del suo sviluppo deve quindi contestualmente assicurarsi, nel breve periodo, l’attrazione di flussi consistenti di turisti e, nel medio-lungo, la possibilità di sviluppare un nuovo insieme di knowledge, relazioni e risorse finanziarie volte a sostenere nel tempo la capacità competitiva del territorio rispetto ad altre aree che si pongano come mete turistiche alternative. Più nel dettaglio il primo dei due approcci segue una logica market driven, ovvero ha come punto di partenza le opportunità contingenti che si manifestano nel mercato turistico e, come punto di arrivo, l’individuazione di quella combinazione delle risorse disponibili che è in grado di cogliere al meglio le suddette opportunità. Operativamente le specifiche offerte di ogni singolo attore presente sul territorio confluiscono in una value proposition: a) riconoscibile dal turista-obiettivo a distanza ed in un momento anteriore rispetto a quello della fruizione; b) accessibile in termini spaziali e temporali; c) fruibile con modalità coerenti con l’esperienza globale che il turista si attende. Il secondo, di contro, adotta una logica resource based, ovvero di individuazione e successivo sviluppo delle risorse necessarie a colmare il gap esistente tra l’attuale identità turistica dell’area e l’identità che si ritiene necessario assumere in futuro, in funzione degli scenari evolutivi possibili. In tal senso, il fenomeno dello sviluppo turistico sembra poter essere compreso attingendo ad alcuni concetti chiave esposti in diversi significativi contributi teorici degli ultimi dieci anni, sviluppati con riferimento al mondo della grande impresa. In particolare, lo sdoppiamento dell’approccio metodologico, rilevabile nella dicotomia tra marketing turistico e marketing territoriale, è riconducibile alla logica della strategia duale3 in cui la dinamica di sviluppo dell’impresa dipende strettamente dalla coesistenza di un cambiamento di breve termine, di tipo opportunistico e guidato strettamente dal contesto attuale, con una trasformazione di medio e lungo termine, di tipo progettuale e guidata dalla visione aziendale dei “futuri possibili”. La complementarità di un focus sull’offerta (marketing turistico) con uno sulle risorse (marketing territoriale) rinvia, invece, agli studi di strategia avviati all’inizio degli anni ‘90 che enfatizzano la pluralità dei livelli della concorrenza, distinguendo la competizione basata sul prodotto da quella fondata sulle competenze e da quella, ancor più elevata, legata alle idee4. I percorsi di sviluppo turistico del tipo definito market driven trovano validi riferimenti concettuali nel patrimonio di studi ormai consolidato del marketing 3 4 Abell, D.F., Strategia duale: dominare il presente, anticipare il futuro, Il Sole 24 Ore, Milano, 1994 Hamel G., Prahalad C.K., Alla conquista del futuro, Il Sole 24 Ore, Milano, 1995; Grant R. M., L’analisi strategica nella gestione aziendale, Il Mulino, Bologna, 1994. ENRICO BONETTI - MICHELE SIMONI 319 turistico5, mentre quelli afferenti alla seconda tipologia sono riconducibili alla resource based view6 ed a quella parte degli studi relativi al marketing territoriale che sulla resource based view pone le proprie fondamenta. 2. Il processo di marketing turistico: fasi e ambiti di riferimento L’insieme di attività che un sistema turistico pone in essere possono essere analizzate attraverso la disamina di due aspetti peculiari: 1. 2. le fasi del processo, che si susseguono secondo una logica sequenziale e che possono essere sintetizzate in: - analisi - scelte - erogazione gli ambiti sistemici di riferimento, che sono mutuamente interagenti e sono rappresentati: - dalla destinazione nel suo insieme - dai prodotti turistici che combinano più servizi connessi ad unica esperienza turistica - dai singoli operatori che offrono uno specifico servizio. Dal punto di vista del processo di marketing turistico, l’attività di analisi alla base dello sviluppo dell’offerta attinge a categorie concettuali ormai consolidate sia nella dottrina che nella prassi della gestione d’impresa: - analisi della concorrenza - analisi della domanda - analisi della struttura del mercato (intermediari, distributori, fornitori, ecc.) - analisi del sistema di offerta. L’analisi della concorrenza nel turismo può riguardare più ambiti a seconda di quale sia l’oggetto del confronto; ad un livello più alto si colloca l’analisi della concorrenza tra destinazioni7, ovvero tra località che sono percepite come alternative nel portafoglio di opzioni prese in considerazione dal turista. Ad un livello immediatamente più basso si trova la concorrenza tra prodotti turistici, più o 5 6 7 Tra gli altri si veda: Casarin F., Il marketing dei prodotti turistici. Specificità e varietà, Giappichelli, Torino, 1996; Rispoli M., Tamma M., Risposte strategiche alla complessità: le forme di offerta dei prodotti alberghieri, Giappichelli, Torino, 1995; Borghesi A. (a cura di), Il marketing delle località turistiche, Giappichelli, Torino, 1994. Grant R. M., L’analisi strategica nella gestione aziendale, Il Mulino, Bologna, 1994. Sul tema si veda: Bordas E., “Competitiveness in tourist destinations in long distance markets”, in Revue de tourisme, n. 49, 1994. 320 L’INTEGRAZIONE TRA MARKETING TURISTICO E MARKETING TERRITORIALE meno evoluti, ovvero tra insiemi di servizi complementari che offrono al turista la possibilità di soddisfare un determinato complesso di bisogni. Infine, un ulteriore livello di analisi è rappresentato dalla concorrenza tra operatori della stessa tipologia, ovvero aziende la cui offerta è volta a soddisfare una singola tipologia di bisogni ed in cui la dinamica competitiva si fonda sulle caratteristiche del servizio e, più in generale, sulla strategia di marketing degli operatori stessi. La suddetta articolazione rappresenta una semplificazione teorica delle dinamiche competitive reali; queste, infatti, sono generate da scelte del consumatore in cui i tre piani di analisi si combinano in maniera variabile ed in cui le valutazioni riferite ad un piano possono influenzare quelle relative sia ai piani concettualmente di livello più elevato sia di livello inferiore. Più dettagliatamente, nell’ambito del proprio processo di acquisto, il consumatore potrà, a seconda dei casi, prendere l’avvio dalla scelta della località, oppure del prodotto turistico o, ancora, del singolo operatore. Scelta della località Scelta del prodotto turistico Scelta dell’operatore Scelta della località Scelta dell’operatore Scelta del prodotto turistico Scelta del prodotto turistico Scelta dell’operatore Scelta della località Scelta del prodotto turistico Scelta della località Scelta dell’operatore Scelta dell’operatore Scelta della località Scelta del prodotto turistico Scelta dell’operatore Scelta del prodotto turistico Scelta della località Fig. 1: Fasi di diversi processi d’acquisto Fonte: ns. elaborazioni ENRICO BONETTI - MICHELE SIMONI 321 Tra i numerosi strumenti utilizzabili in questa fase, il ciclo di vita, nonostante i punti di debolezza da più parti evidenziati, presenta il pregio di una possibile applicabilità a tutti i livelli di analisi sopra citati ed è stato utilizzato proficuamente in più occasioni per lo studio dei cambiamenti in atto in contesti turistici8. Anche l’analisi della domanda si esplica su più piani; dal punto di vista quantitativo, questa si riferisce alla valutazione della dimensione dei flussi turistici, all’esame del loro manifestarsi nel tempo, alla quantificazione del valore monetario generato dalla presenza del turista nella località, alla distribuzione di tale valore tra le diverse offerte e i diversi operatori, ecc. Sul piano qualitativo, l’analisi ha ad oggetto le caratteristiche del turista, i suoi bisogni, i suoi comportamenti di acquisto e consumo; tale analisi si sviluppa secondo una logica di processo in cui vengono prese in considerazione tutte le diverse fasi che compongono l’esperienza turistica, da quelle precedenti la scelta della destinazione a quelle successive alla fruizione della stessa. La necessità di una tale logica, nel turismo è giustificata dal fatto che, in questo settore, il cliente è un soggetto che presenta due distinte tipologie di bisogni: - poter ampliare la gamma delle proprie esperienze globali di vita, attraverso l’accesso a sistemi territoriali sempre nuovi e diversi poter fruire, non di una somma di servizi, ma di un sistema integrato in grado di offrire “un’esperienza globale di vita”9. L’analisi della struttura del mercato si riferisce al complesso degli attori che, a vario titolo, contribuiscono a rendere accessibile l’offerta turistica ai soggetti presenti in un certo mercato di sbocco. Tale analisi ha ad oggetto le diverse formule di business adottate dagli operatori e dagli intermediari, le funzioni svolte, il potere contrattuale esercitato all’interno della filiera turistica, il ruolo ricoperto nel sistema di creazione del valore per il turista, le dinamiche relazionali di tipo transazionale e di tipo collaborativo. L’analisi del sistema di offerta riguarda le risorse del territorio che rappresentano i fattori di attrazione della località, nonché gli elementi che 8 9 Sul ciclo di vita della destinazioni si veda: Butler R., “The concept of a tourism area cycle of evolution: implications for resources”, in Canadian Geographer, n. 24, 1980; Cooper C.P., “Tourist product life cycle”, in Witt S.F., Moutinho L. Tourism marketing and management handbook, Prentice Hall, Londra, 1989; Cooper C., “The life cycle concept and tourism”, in Johnson P., Thomas B., Choice and demand in tourism, Mansell, Londra, 1992. Sull’utilizzo del ciclo di vita in studi empirici: Shaw G., Williams A. (a cura di), The rise and fall of British Coastal resorts cultural and economic perspectives, Mansell, Londra, 1997; Formica S., Uysal M., “The rivitalisation of Italy as a tourist destination”, in Tourism Management, n. 17, 1996. Sulla visione dei processi di consumo come esperienze si veda: Pine J., Gilmore J.H., Oltre il servizio: l’economia delle esperienze, Etas, Milano, 2000. 322 L’INTEGRAZIONE TRA MARKETING TURISTICO E MARKETING TERRITORIALE contribuiscono a differenziare la sua offerta da quella di area che si pongono come destinazioni alternative. I piani di analisi di tali risorse possono riferirsi alle funzioni d’uso espletate, alla quantità e qualità delle stesse, alla loro accessibilità e fruibilità, al livello di riproducibilità ed al grado di appropriabilità delle utilità generate. A valle dell’attività di analisi, si pone il sistema delle scelte strategiche ed operative riguardanti le politiche di marketing turistico. In particolare, tra queste scelte, quelle maggiormente rilevanti riguardano il brand building, la definizione del posizionamento strategico, la creazione della value proposition e la manovra delle leve del marketing mix. Tali scelte possono avere ad oggetto, analogamente a quanto già rilevato per le attività di analisi: - la località nel suo insieme, con il fine di aumentarne le capacità di attrazione sul mercato turistico globale; il prodotto turistico, con il fine di massimizzare le capacità di creare valore per determinate tipologie di turisti; il singolo operatore, con il fine di accrescere le capacità di soddisfare determinati bisogni di uno specifico segmento. La trasposizione delle scelte di marketing in attività operative si sostanzia nella erogazione del servizio che, secondo il modello teorico di servuction10, ha ad oggetto elementi quali la gestione delle risorse umane, la strutturazione dell’ambiente fisico di erogazione, i know how necessari e la definizione del ruolo del cliente e delle sue modalità di partecipazione all’erogazione del servizio. Singolo operatore Prodotti turistici Destinazione Analisi Analisi Scelte Analisi - Concorrenza Domanda Struttura del mercato Sistima di offerta Erogazione Scelte Erogazione Scelte - Brand building Posizionamento strategico Value proposition Marketing mix Erogazione - Ambiente di erogazione Risorse umane Know how Ruolo del turista Fig. 2: Ambiti di riferimento e fasi di marketing turistico Fonte: ns. elaborazioni 10 Eiglier P., Langeard E., “Une approche nouvelle pour le marketing des services”, in Revue Française de Gestion, n. 2, 1975. ENRICO BONETTI - MICHELE SIMONI 323 La peculiarità dell’erogazione del servizio nel settore turistico è essenzialmente riconducibile al fatto che ciascun singolo servizio è combinato con altri in un processo unitario di consumo. Tale fenomeno genera relazioni tra i diversi sistemi di erogazione, che sono riconducibili a tre distinte tipologie (relazioni di propedeuticità, relazioni di complementarità, relazioni di identificazione cognitiva)11. La customer satisfaction nel turismo è quindi il frutto di una percezione sintetica d’insieme dei singoli servizi turistici e delle relazioni tra questi esistenti, che costituiscono l’esperienza di consumo. 3. L’approccio sistemico per il marketing turistico Il tentativo, finora sviluppato, di schematizzare e descrivere il processo di marketing turistico, non può prescindere dal considerarne alcuni aspetti tipici del suo funzionamento reale, che si caratterizza per: - polverizzazione tra più attori - ridotta dimensione degli attori - orizzonte di analisi limitato - intento strategico di breve periodo - ambito di operatività fisicamente circoscritto. Prendendo l’avvio da tali premesse e dall’inadeguatezza della singola impresa turistica a porsi come motore dello sviluppo rispetto al tema dell’attrazione del turista, si evidenzia la tendenza, da parte dei vari attori del territorio, a combinare le proprie offerte attraverso momenti di progettualità comune ed a raggiungere un equilibrio organizzativo attraverso il ricorso a diverse forme di partnership. In tal senso, è stata superata l’ottica strettamente settoriale di un marketing turistico volto a rafforzare le capacità di attrazione del cliente, da parte delle imprese che insistono sul territorio; di contro, sta emergendo una visione più ampia (settoriale in senso lato), di un marketing turistico volto a rafforzare la capacità di un’area di attrarre turisti attraverso una proposta di offerta sviluppata dalla rete degli attori locali, cui partecipano imprese, enti pubblici, organizzazioni, privati, ecc. Tale nuovo approccio di marketing turistico pone al centro dell’attenzione la creazione e la distribuzione di prodotti “evoluti”, in cui cioè operatori diversi concorrono, sulla base di relazioni inter-organizzative reticolari, a creare un’offerta 11 Le relazioni di propedeuticità sono quelle che sorgono quando la fruizione di un determinato servizio deve essere necessariamente preceduta da quella di un altro; le relazioni di complementarità si generano quando la fruizione di un dato servizio richiede la contestuale fruizione di un servizio diverso; le relazioni di identificazione cognitiva sono quelle che nascono quando il turista collega due servizi diversi (non propedeutici, né complementari) all’interno di un medesimo schema cognitivo considerandoli parti inscindibili di un’unica fruizione. 324 L’INTEGRAZIONE TRA MARKETING TURISTICO E MARKETING TERRITORIALE coordinata, ma allo stesso tempo liberamente componibile dal turista12. Tali prodotti devono poter competere sui mercati globali in termini di: - capacità di differenziazione - economicità - facilità di fruizione - personalizzazione. L’adozione di logiche organizzative reticolari rappresenta perciò una modalità attraverso cui gli attori turistici di un’area possono migliorare, in termini di efficienza e di efficacia, il processo di marketing in tutte le fasi sopra descritte di: analisi, scelte e realizzazione. Rispetto alle tematiche di analisi, l’adozione di logiche di networking13 risolve il principale problema connesso con la polverizzazione, rappresentato dalla parcellizzazione dell’informazione. La rete consente di disporre di una visione più analitica delle problematiche connesse allo sviluppo turistico dell’area, attraverso una ricomposizione quantitativa e qualitativa delle informazioni raccolte da ciascun operatore su concorrenti, clienti ed intermediari. In tal senso, la polverizzazione degli operatori, da punto di debolezza, si trasforma in un punto di forza rappresentato dal fatto che ciascun operatore è in grado di raccogliere tipologie di informazioni di volta in volta differenti e diviene portatore di una propria visione da condividere, combinare o contrapporre a quelle degli altri. Per quanto riguarda le scelte di marketing, lo sviluppo di reti di offerta turistiche trasforma la strategia di un’area da una sommatoria di scelte puntuali effettuate dai singoli operatori ad un unicum coordinato e consapevole, in cui è possibile indirizzare le risorse comuni verso il raggiungimento di un obiettivo condiviso. Tale strategia investe i principali aspetti decisionali del marketing turistico: a) Brand building; la rete degli operatori dell’offerta può sostenere la creazione e lo sviluppo di un marchio comune in grado di rafforzare la capacità di attrazione del sistema turistico come destinazione, come mix di prodotti e come insieme di imprese. L’adozione di un brand comune sul quale confluiscono gli intenti strategici e gli investimenti dei diversi operatori è in grado di garantire, da un lato, una maggiore notorietà dell’offerta sul mercato turistico (brand awareness), dall’altro una maggiore chiarezza nella percezione dell’identità e dell’unitarietà dell’offerta da parte dei target di riferimento (brand identity)14. b) Posizionamento strategico; la rete degli operatori, attraverso il coordinamento delle scelte di business individuali, contribuisce a rendere coerente l’insieme dei 12 13 14 Normann R., Ramirez R., Le strategie interattive d’impresa, Etas, Milano, 1995. Pilotti L., “La reingegnerizzazione dei sistemi locali territoriali di servizio: il caso dell’area turistica e commerciale gardesana”, in Commercio, n. 60, 1997. Aaker A. D., Building strong brands, Free Press, New York, 1996 ENRICO BONETTI - MICHELE SIMONI 325 segnali taciti ed espliciti che influenzano gli schemi cognitivi del turista15. c) Value proposition; la rete degli operatori è in grado di far confluire risorse e competenze provenienti da ambiti diversi in una progettualità comune ed in un modello di offerta che soddisfi il bisogno di un’esperienza turistica globale16. d) Marketing mix; la rete degli operatori impiega le leve di pricing, comunicazione e distribuzione con logiche di coerenza rispetto agli obiettivi di posizionamento e di marchio e traducendo la value proposition in un’offerta concreta, coerente ed attrattiva per il mercato turistico. Anche per quanto riguarda l’implementazione delle scelte di marketing turistico l’adozione di logiche sistemiche17 rappresenta un fenomeno in grado di risolvere o attenuare le criticità presenti nella realtà operativa dell’impresa turistica. Infatti, tutte le componenti del modello di servuction traggono beneficio, in termini di efficienza ed efficacia, dalle logiche cooperative che sottendono i modelli di offerta turistica evoluti a carattere reticolare: - - - 15 16 17 18 l’ambiente di erogazione, che è valorizzato nei suoi aspetti di tipicità, sia relativamente alle componenti fisiche che a quelle immateriali18, da un insieme di condotte e comportamenti coerenti e coordinati. E’ il caso, ad esempio, delle azioni volte alla salvaguardia ed alla promozione di scelte architettoniche caratteristiche di una certa zona; le risorse umane, che possono usufruire più agevolmente di processi di scambio di conoscenze, di omogeneizzazione di competenze, di condivisione di valori e standard qualitativi. Si pensi, ad esempio, a processi formativi realizzati attraverso forme associative tra operatori su temi rilevanti comuni quali le lingue straniere; il know how, che può essere sviluppato in maniera più efficiente attraverso logiche associative. Si pensi alla creazione di una struttura comune che, attraverso economie di scala, sia in grado di svolgere attività di training a costi competitivi; il cliente, il cui ruolo può essere valorizzato e rafforzato lungo tutti i processi di Per un confronto tra approcci diversi al tema del posizionamento strategico nel turismo si vedano: Gilbert D., “Strategic marketing planning for national tourism”, in The Tourist Review, n. 1, 1990; Poon A., “Competitive strategies for new tourism”, in Cooper C., Progress in tourism recreation and hospitality management, vol. 1, Belhaven Press, Londra, 1989. Sulla combinazione di competenze e capacità diverse per la creazione di una value proposition in grado di generare un vantaggio competitivo si veda: Poon A., Tourism, technology and competitive strategies, CAB International, Oxford, 1993. Sul tema dell’approccio sistemico si veda: Golinelli G. M., L’approccio sistemico al governo dell’impresa, Cedam, Padova, 2000. Bonomi A., Il distretto del piacere, Bollati Boringhieri, 2000. 326 L’INTEGRAZIONE TRA MARKETING TURISTICO E MARKETING TERRITORIALE fruizione dell’offerta turistica dall’adozione, da parte di tutti gli operatori dell’offerta, di un modello relazionale unitario e basato su una conoscenza condivisa del cliente. E’ ciò che avviene, ad esempio, nei sistemi turistici in grado di coordinare l’erogazione dei servizi a gruppi numerosi di clienti in tutti i momenti dell’attività turistica. Un approccio come quello sopra descritto induce quindi ad una revisione delle dinamiche organizzative, in cui i processi marketing turistico di tipo emergente (realizzati come sommatorie di scelte di singoli operatori accomunati dalla condivisione di un sistema di territoriale e di una certa tipologia di turista) vengono sempre più spesso sostituiti o affiancati da processi deliberati (alla cui base si pone un network organizzato di operatori accomunati da un intento strategico condiviso). Tali processi, più propriamente definiti di Destination Management19, superano l’approccio di marketing turistico tradizionale e rendono possibile l’ampliamento dell’orizzonte di analisi e lo sviluppo di una visione di lungo periodo. Da un processo emergente... …a un processo deliberato 1 2 3 n Analisi Analisi Analisi Analisi Condivisione informazioni Analisi Scelte Scelte Scelte Scelte Condivisione obiettivi Scelte Erogazione Erogazione Erogazione Marketing turistico Erogazione 1 Condivisione risorse 2 3 n Erogazione Marketing turistico Fig. 3: Marketing turistico: da un processo emergente ad un processo deliberato 19 Per una panoramica sulle diverse interpretazioni del concetto di Destination Management si veda: Franch M. (a cura di), Destination Management: Governare il turismo tra locale e globale, Giappichelli, Torino, 2002. ENRICO BONETTI - MICHELE SIMONI 327 4. Lo sviluppo turistico di medio e lungo termine Le logiche di destination management costituiscono un arricchimento delle tematiche classiche di marketing turistico, le quali si concentrano tipicamente sull’obiettivo di aumentare in misura crescente il numero dei visitatori, i tempi di permanenza, il livello medio di spesa; il marketing turistico, infatti, rischia di finire per considerare le località come commodity durature e riproducibili all’infinito, senza tener conto né della non riproducibilità di determinate risorse, né della necessità di garantire la soddisfazione delle molteplici esigenze facenti capo a numerose categorie di stakeholders20. Come è stato da più parti sottolineato, infatti, la competitività di lungo periodo di una località rischia di essere un concetto illusorio se non associato a quello di una sostenibilità dello sviluppo turistico che, oltre ad essere di natura economica ed ambientale, deve comprendere anche aspetti di carattere sociale, culturale e politico21. Il processo di destination management deve quindi porsi una serie di obiettivi strategici che, nel breve periodo possono apparire contrastanti ma, nel lungo, sono gli unici in grado di garantire la sopravvivenza della località e la prosperità di tutti gli attori che su di essa insistono; tra questi rientrano sicuramente: - migliorare il benessere di lungo termine per i residenti; massimizzare la soddisfazione dei visitatori; massimizzare la profittabilità delle imprese locali e gli effetti moltiplicativi; ottimizzare l’impatto del turismo assicurando un equilibrio duraturo tra benefici economici e costi ambientali e socio-culturali22. In termini più generali il destination management deve supportare il processo di raggiungimento dei più ampi obiettivi di sviluppo regionale e assicurare un ritorno equo sulle risorse utilizzate per la realizzazione e l’erogazione dei prodotti turistici, nonché la rigenerazione delle risorse stesse. Naturalmente il conseguimento dei suddetti risultati dipenderà dalle dinamiche relazionali che verranno ad instaurarsi tra i diversi stakeholders; infatti, ciascuno di questi cercherà di massimizzare i benefici per se stesso, mettendo inevitabilmente in pericolo l’equilibrio dell’intero sistema. Per tale motivo, in considerazione degli 20 21 22 Buhalis D., “Limits of tourism development in peripheral destinations: problems and challenges”, in Tourism Management, n. 20, 1999; Palmer A., Bejou D., “Tourism destination marketing alliances”, in Annals of Tourism Research, n. 22, 1995, Buhalis D., Fletcher J., “Environmental impact on tourism destinations: an economic analysis”, in Coccosis H., Nijkamp P., Sustainable tourism development, Avebury, 1995. Crouch G.I., Ritchie J.R.B., “Tourism competitiveness and social prosperity”, in Journal of Business Research, n. 44, 1999. Buhalis D., “Marketing the competitive destination of the future”, in Tourism Management, n. 21, 2000. 328 L’INTEGRAZIONE TRA MARKETING TURISTICO E MARKETING TERRITORIALE aspetti caratteristici degli attori del sistema turistico di cui si è detto in precedenza (polverizzazione, ridotta dimensione, orizzonte di analisi limitato, intento strategico di breve periodo e ambito di operatività fisicamente circoscritto) appare alquanto difficile immaginare che, in situazioni diverse da quelle che verranno descritte nel paragrafo successivo, sia uno di questi stakeholders che, assumendo una posizione di leadership, provveda ad organizzare il network, oppure che tale attività venga effettuata in modo “spontaneo” dalla totalità o da una parte degli stessi. Piuttosto, in tale contesto, possono essere le cosiddette Destination Management Organizazions (DMO) a giocare un ruolo chiave nella creazione e nell’organizzazione della rete di attori. Infatti, solo un soggetto dotato di una natura pubblica che lo rende primus inter pares, può utilizzare gli strumenti legislativi e gestionali per garantire che tutti i benefici dello sviluppo turistico ricadano equamente su tutti gli attori e che, in parallelo, siano posti in essere processi finalizzati a garantire la rigenerazione delle risorse utilizzate per la “produzione” del turismo23. Questo richiede però un nuovo ruolo per le DMO per le quali diverrebbe necessario un cambiamento di rotta nelle logiche organizzative e gestionali. Dal punto di vista organizzativo, innanzitutto, occorre dare loro una maggiore autonomia dal potere politico, così da garantire una maggiore trasparenza nelle scelte strategiche ed operative; inoltre, appare sempre più opportuno lo sviluppo di forme di collaborazione diverse tra uffici turistici di paesi diversi, in quei contesti in cui la prospettiva dei potenziali turisti supera i confini politici, per assumere quale riferimento un’unitarietà geografica, sociale, ambientale, ecc.24. Dal punto di vista gestionale, queste trasformazioni devono concretizzarsi in un passaggio da un ruolo promozionale relativamente passivo, ad un ruolo attivo di responsabilità nell’analisi dei bisogni dei consumatori, nella istituzione di canali di comunicazione a due vie con questi ultimi nonché, ovviamente, nella creazione di collegamenti tra risorse e servizi al fine di offrire al turista un’esperienza rispondente alle sue aspirazioni25. Pur non volendo in questa sede entrare nella disamina delle peculiarità e del funzionamento del destination management, al fine di completare il discorso iniziato nel paragrafo precedente con la descrizione del processo di analisi, scelte ed erogazione, appare comunque opportuno sottolineare come l’adozione di logiche di destination management estenda l’orizzonte di riferimento includendo anche tematiche non riferibili esclusivamente all’ambito di competenza del marketing. Dal punto di vista dell’analisi, ad esempio, questa si arricchisce di una 23 24 25 Sautter E.T., Leisen B., “Managing stakeholders: a tourism planning model“, in Annals of Tourism Research, n. 26, 1999. Bennett O., “Destination marketing into the next century”, in Journal of Vacation Marketing, vol. 6, n. 1, 1999. King J., “Destination marketing organizations – Connecting the experience rather than promoting the place”, in Journal of Vacation Marketing, vol. 8, n. 2, 2002. ENRICO BONETTI - MICHELE SIMONI 329 dimensione di “Analisi collaborativa” volta a indagare e valutare le esigenze e le aspettative di tutti i soggetti potenzialmente coinvolgibili nel sistema turistico e, conseguentemente, a gettare le basi per la successiva attività di collegamento e coordinamento degli stessi. A questa si aggiunge una componente di analisi di sostenibilità, volta a stimare i rischi legati ad una determinata direttrice di sviluppo turistico26. Le scelte strategiche, di contro, richiedono la definizione di un framework, rappresentato da un insieme stabile di linee guida, che costituisce il punto di riferimento per l’insieme delle attività di dettaglio necessarie alla gestione quotidiana della destination27. Infine, la realizzazione delle attività operative include tecniche e strumenti tipici del marketing sociale e ambientale; nonché, eventualmente, dovrebbe prevedere azioni di de-marketing, laddove scoraggiare determinati segmenti in dati periodi appaia più in linea con gli obiettivi prefissati per il lungo termine. 5. Il ruolo del marketing territoriale per lo sviluppo d’area In un’ottica evolutiva un sistema turistico che fondi il suo sviluppo su processi di marketing turistico incontra un limite nella piattaforma di risorse disponibili, materiali ed immateriali, la quale, consolidatasi attorno alle strategie passate, rappresenta una rigiditità crescente a modifiche radicali del sistema. L’insieme di risorse materiali, quali le infrastrutture, le risorse naturali, le risorse antropiche e di risorse immateriali, quali l’immagine, il know how consolidato, il patrimonio di relazioni, la fiducia, rappresenta un bundle unico che viene tradotto in un’offerta turistica dalle capacità degli operatori e valorizzato attraverso il processo di marketing turistico descritto in precedenza. D’altro canto, questo “fascio” di risorse, che si rinforza e si consolida mediante tale percorso di valorizzazione, rappresenta, in maniera crescente nel tempo, un fattore di rigidità28 strategica ed un limite alle opzioni strategiche percorribili dal sistema turistico. Infatti, strategie turistiche che richiedono una sostanziale modifica nella composizione del bundle di risorse, mettendo in discussione il valore di una parte significativa delle risorse stesse, finiscono per essere scartate come opzioni strategiche percorribili, in quanto ostacolate da quegli attori la cui offerta costituisce proprio tale parte significativa delle risorse o si fonda su di essa. In tal senso, infatti, i singoli operatori percepiscono l’incertezza legata ai processi di cambiamento del bundle di risorse, 26 27 28 Manning T., “Indicators of tourism sustainability”, in Tourism Management, n. 20, 1999. Tra i diversi modelli concettuali sul tema si veda quello contenuto in: Goeldner C.R., Ritchie J.R.B., McIntosh R.W., Tourism principles, practices, philosophies, John Wiley & Sons, New, York, 2000. Governa F., Il milieu urbano, Franco Angeli, Milano, 1997. 330 L’INTEGRAZIONE TRA MARKETING TURISTICO E MARKETING TERRITORIALE come una minaccia da evitare, piuttosto che come un’opportunità da cogliere; tale atteggiamento persiste fino al verificarsi di una situazione di crisi del sistema, che intacca in maniera significativa il business dei singoli operatori, e che non può essere risolta senza intervenire in modo sostanziale sul bundle di risorse dell’area. In altri termini, anche in sistemi locali dotati di un elevata capacità di apertura, può accadere che l’elevato livello di consonanza esistente tra i componenti dello stesso, paradossalmente, finisca per irrigidirne i confini; in pratica, gli attori del sistema se, da un lato, possono presentare elevati livelli di fiducia reciproca e di condivisione di obiettivi, dall’altro possono finire per temere l’incertezza conseguente ad un allargamento del sistema, riducendo così il livello di risonanza e, di conseguenza, il grado di apertura del sistema stesso29. Ciò, evidentemente, espone il sistema turistico al rischio di entrare in situazioni di stagnazione o, peggio ancora, di involuzione: la modifica delle preferenze dei clienti, la riduzione o la scomparsa del target principale, gli attacchi da parte di località “nuove”, lo scadimento del livello di offerta con conseguente perdita di competitività sono tutti elementi che possono spingere il sistema verso la crisi. Conseguentemente, il bagaglio di metodologie e strumenti, sviluppato nell’ambito degli studi sopra descritti, se da un lato costituisce un fondamento necessario per affrontare il tema dello sviluppo turistico di un area, dall’altro, non è sufficiente a garantire una crescita economica che implichi una trasformazione delle caratteristiche materiali e immateriali dell’area stessa; a tal fine, come verrà descritto nel seguito, appare invece strumentale la combinazione con altri strumenti e differenti metodologie provenienti dal filone di studi del marketing territoriale30. La descrizione del processo di marketing territoriale può essere ricondotta alle tre macro fasi tipiche di ogni processo di marketing: analisi, scelte, erogazione. La fase di analisi nel marketing territoriale ha ad oggetto l’insieme di risorse che sono alla base della funzione di valore attuale dell’area31 e si pone come obiettivo quello di individuare le opportunità di incremento di tale valore, attraverso un 29 30 31 Sulle definizioni di: capacità di apertura, grado di apertura, consonanza e risonanza, si veda: Golinelli G. M., L’approccio sistemico al governo dell’impresa, Cedam, Padova, 2000. Valdani E., Ancarani F. (a cura di) Strategie di marketing del territorio. Generare valore per le imprese e i territori nell’economia della conoscenza, Egea, Milano, 2001; Caroli M. G., Il marketing territoriale, Franco Angeli, Milano, 1999; Paoli M., Marketing d’area per l’attrazione di investimenti esogeni, Guerini e Associati, Milano, 1998; Kotler P., Haider D. H:, Rein I., Marketing places, Free Press, New York, 1993; Camagni R. P., “Il marketing urbano come strumento di competizione fra città”, in Sviluppo & Organizzazione, n. 132, 1992. La funzione di valore, che può essere considerata come il punto di partenza del processo di marketing territoriale, comprende: (a) l’ambito temporale entro cui completare il processo, (b) i bisogni della collettività di cui è prioritario accrescere il livello di soddisfazione (need mix), (c) il peso relativo di tali bisogni. ENRICO BONETTI - MICHELE SIMONI 331 ripensamento del ruolo delle singole risorse e delle relazioni tra le stesse. Ogni risorsa può rappresentare, quindi, una leva per attivare e sostenere il processo di cambiamento dell’identità strategica di un’area; la valutazione dell’adeguatezza della risorsa a tale finalità si fonda sulla disamina di alcuni elementi caratterizzanti: - - utilità: è misurata dalla quota di valore creato dalla risorsa rispetto al valore complessivamente generato dal bundle di risorse in cui questa è inserita appropriabilità: è rappresentata dalla quota di valore creato dalla risorsa di cui il territorio trae un beneficio diretto controllabilità: è definita in base alla misura in cui gli attori del territorio possono modificare le traiettorie di sviluppo della risorsa riproducibilità: è rappresentata dalla possibilità che la risorsa sia sviluppata anche nell’ambito di altri contesti territoriali all’interno di bundle di risorse differenti integrabilità: è misurata in base al grado in cui l’utilità della risorsa è influenzata dalle relazioni con le altre risorse del bundle sostituibilità: è rappresentata dalla possibilità di impiegare per la medesima funzione altre risorse presenti nel contesto territoriale. co l ut i ità nt ro ll a bi li t à ili ci b ili du ab tà ro gr rip te tà sostituibilità appropriabilità in Fig. 4: Criteri nell’analisi delle risorse Fonte: ns. elaborazioni. La disamina sopra descritta deve essere necessariamente condotta su due piani: uno volto a analizzare la situazione attuale e l’altro diretto a valutarne le prospettive 332 L’INTEGRAZIONE TRA MARKETING TURISTICO E MARKETING TERRITORIALE future. Se l’analisi della situazione attuale appare concettualmente di più semplice realizzazione, il secondo dei due piani di approfondimento presuppone la creazione di diversi scenari, a ciascuno dei quali è associata una funzione di valore diversa per composizione e utilità complessiva ed un diverso ruolo delle risorse all’interno del bundle. La fase di scelta, ovvero di individuazione della futura identità strategica dell’area, è frutto di un processo negoziale di tipo iterativo tra un soggetto promotore del cambiamento, portatore di una visione, e gli altri attori del territorio. Concretamente il promotore del cambiamento può assumere questo ruolo per una molteplicità di ragioni: la posizione che ricopre nel sistema territoriale, le relazioni che ha all’interno ed all’esterno del sistema, le risorse di cui dispone o può disporre, ecc. Questo soggetto “sposa” uno degli scenari relativi alla funzione di valore ed avvia un processo iterativo che prevede un percorso di aggregazioni successive intorno a questa visione iniziale. La capacità del promotore di riuscire ad aggregare attori diversi dipende da una combinazione di fattori relativi al proponente stesso, ai singoli attori ed all’intero sistema; in particolare, la propensione di un singolo soggetto a sostenere un progetto di cambiamento è direttamente proporzionale a: - credibilità del promotore potere contrattuale del promotore nei confronti degli attori del territorio apertura al cambiamento dei singoli attori beneficio immediato per il singolo attore connesso alla visione proposta grado di difficoltà in cui si trova il sistema territoriale. Occorre però sottolineare che la possibilità che la visione di cambiamento proposta dal soggetto promotore si trasformi in un programma di azione concreto dipende, non solo dal numero di attori che attorno a tale visione si catalizzano, ma soprattutto dalle caratteristiche di questi e dal grado di controllo che gli stessi riescono ad esercitare sulle risorse-chiave della funzione di valore proposta. La terza macrofase del processo di marketing territoriale è riconducibile allo sviluppo di un Master plan nell’ambito del quale è definito un insieme di progetti sinergici volti a modificare le risorse chiave dell’area ed a ridefinirne il ruolo in linea con la visione strategica prescelta. Sinteticamente, tali progetti possono essere raggruppati in tre tipologie32: - sostegno alle attività economiche esistenti sviluppo endogeno di nuove attività economiche attrazione dall’esterno di attività economiche da insediare nell’area. 32 Cercola R., “Economia neoindustriale e marketing territoriale”, in Sviluppo & Organizzazione, n. 172, 1999. ENRICO BONETTI - MICHELE SIMONI 333 La focalizzazione della fase realizzativa su una o più delle tipologie sopra elencate dipende sia dal risultato dell’iterazione tra i diversi attori coinvolti sia dalle risultanze della fase di analisi ed in particolare dalla natura dei gap tra la funzione di valore esistente e quella proposta dal soggetto promotore del cambiamento. In particolare, tali gap possono sinteticamente essere ricondotti a tre tipologie distinte: - - - gap di organizzazione: si riferisce ad una carenza nel coordinamento e nell’integrazione tra le risorse che partecipano alla funzione di valore. Tale gap richiede un’attività di marketing territoriale volta prevalentemente a sostenere le attività economiche esistenti, rafforzandone le relational capabilities. Più dettagliatamente lo sviluppo delle capacità relazionali ha luogo essenzialmente attraverso due modalità: da un lato, mediante interventi volti a rafforzare le core competences dell’impresa (e con esse il grado di appetibilità della stessa per eventuali partner esterni o interni al territorio); dall’altro, attraverso interventi diretti ad aumentare il livello di visibilità dell’impresa rispetto agli altri attori del contesto locale e globale e, conseguentemente, ad accrescere le chances di sviluppo di partnership; gap di valorizzazione: si riferisce ad una limitatezza dell’utilizzo delle risorse presenti all’interno di attività in grado di esplicitarne le potenzialità economiche. Tale gap richiede un’attività di marketing territoriale che faccia leva sulle entrepreneurial capabilities presenti nel territorio e sia volta a supportare la nascita di neo-imprese in grado di combinare in maniera innovativa le risorse del territorio; gap di competenze: si riferisce all’assenza nel territorio di determinati know how specialistici essenziali per la concreta attuazione della funzione di valore. Tale gap richiede un’attività di marketing territoriale volta ad attrarre risorse esterne in grado di supportare lo sviluppo delle competenze mancanti, rafforzando le knowledge creation capabilities degli attori del territorio. 6. Conclusioni: le risorse come punto di collegamento tra marketing turistico e marketing territoriale I sistemi turistici in un regime di ipercompetizione si garantiscono il successo nel medio e lungo termine nella misura in cui, nelle attività di destination management, riescono a raggiungere un equilibrio tra marketing turistico e marketing territoriale. Il primo, come si è avuto modo di vedere, segue una logica market driven, ovvero di individuazione di quelle combinazioni di risorse disponibili che consentono di cogliere al meglio le opportunità contingenti del mercato turistico, mantenendo al contempo una coerenza con la visione di lungo periodo dello sviluppo turistico. Il secondo, di contro, adotta una logica resource based, ovvero di individuazione e successivo sviluppo delle risorse necessarie a colmare il gap esistente tra l’attuale 334 L’INTEGRAZIONE TRA MARKETING TURISTICO E MARKETING TERRITORIALE identità (non solo turistica) dell’area e quella che si ritiene necessario assumere in futuro, in funzione degli scenari evolutivi possibili. In particolare, il legame tra questi due differenti approcci allo sviluppo d’area ripropone i due concetti cardine di strategia duale e di vantaggio competitivo basato sulle risorse; i sistemi territoriali a vocazione turistica di successo combinano una strategia di breve periodo volta a rafforzarne l’offerta di prodotti turistici con una visione di lungo periodo diretta a modificarne le capacità competitive attraverso uno sviluppo del bundle di risorse locali. Analogamente a quanto sta avvenendo nell’ambito degli studi di strategia d’impresa, anche nella chiave di lettura proposta i due concetti di marketing turistico e marketing territoriale sono reciprocamente correlati e sono intesi in un’ottica unificata. Il processo di marketing turistico, oltre a produrre come risultato principale l’attrazione di flussi turistici verso la destinazione, genera due ulteriori outcome: a) una serie di segnali deboli sia sulle criticità insite nel bundle di risorse su cui si fonda l’offerta turistica o sulle opportunità connesse a determinati scenari di sviluppo; b) l’assunzione, da parte di uno o più attori del contesto, del ruolo di portatore di una visione di cambiamento rappresentata da una nuova funzione di valore per l’area33. Tali outcome rappresentano i trigging factors del processo di marketing territoriale che a sua volta genera, come risultato principale un cambiamento della struttura delle risorse del territorio e, una modifica delle capabilities degli attori dell’area e come outcome nuove opportunità di mercato da sfruttare attraverso la creazione di offerte turistiche mirate Naturalmente, in una logica di collegamento reciproco, tali nuove o modificate capabilities costituiscono la base su cui sviluppare un nuovo processo di marketing turistico. Le risorse dell’area assumono quindi un ruolo centrale nel collegare i due processi essendo, da un lato, lo strumento fondamentale impiegato nelle attività di marketing turistico e, dall’altro, l’oggetto del processo di marketing territoriale. 33 Per output principale del processo si intende il risultato per cui lo stesso è stato realizzato e, rispetto al quale, in fase di progettazione, sono stati fissati obiettivi qualitativi e/o quantitativi; ad esempio la variazione in termini assoluti o percentuali del numero di turisti di una data località in un dato periodo di tempo. Per outcome del processi, di contro, si intende, non un sottoprodotto, bensì un’ulteriore risultato relativamente al quale non è possibile fissare obiettivi, né qualitativi né quantitativi, in fase di progettazione; non è infatti pensabile di porre come obiettivo del processo quello di ottenere determinati segnali deboli o di far sì che un dato attore assuma il ruolo di promotore del cambiamento. 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