Lezione 16 – 3 dicembre 2009
Morfologia
• Piuccheperfetto e futuro anteriore indicativo
Sintassi
• Proposizioni causali e temporali all’indicativo
• Consecutio temporum dell’indicativo
Questi argomenti sul libro sono trattati molto avanti e non ci sono esercizi specifici.
Causali
a) Multis servis Sempronius Gracchus praemia tribuit, propter insignem in pugna virtutem.
b) Valerius Maximus Cimbros Teutonosque laudat, quod fidem societatis servant.
a) Il verbo tribuit, “assegna” costituisce un nucleo a tre argomenti: il nominativo Sempronius
Gracchus, l’accusativo praemia e il dativo multis servis.
Il resto della frase avrà funzione di espansione, poiché il nucleo è già completo.
In particolare, propter è una preposizione che si unisce all’accusativo (in questa frase insignem
virtutem) per formare un’espansione causale;
il sintagma in pugna (preposizione in + Ablativo) si trova in iperbato tra l’aggettivo insignem e il
sostantivo a cui si riferisce virtutem.
Traduzione: "Sempronio Gracco assegna premi a molti schiavi a causa del (ovviamente: loro)
straordinario valore nella battaglia".
b) I verbi sono due: laudat e servant.
Ci troviamo dunque di fronte a una frase complessa, costituita da due proposizioni, collegate tra
loro mediante la congiunzione quod: essa ha funzione subordinante ed esprime una relazione di
tipo causale rispetto alla frase reggente. Ciò significa che la subordinata introdotta da quod deve
contenere il motivo per cui avviene quanto detto nella sovraordinata.
La presenza di quod segnala che sta cominciando una nuova frase, una causale, nella quale verremo
a conoscenza del motivo della lode di Valerio Massimo.
Il verbo della subordinata causale, servant, è alla terza persona plurale: il soggetto non può essere
quindi Valerio Massimo; non ci sono però nominativi plurali; desumiamo pertanto il nuovo
soggetto ricavandolo a senso dalla principale: se deve essere plurale, si tratta dei Cimbri e dei
Teutoni.
Traduzione: "Valerio Massimo loda i Cimbri e i Teutoni perché mantengono tenacemente la fedeltà
dell’alleanza (o meglio: gli obblighi di fedeltà propri dell’alleanza)".
Dall’osservazione delle frasi a e b rileviamo che la relazione di causa può essere espressa o da un
sintagma nominale (nel nostro caso propter + accusativo) oppure da un’intera proposizione (nel
nostro o introdotta da quod seguito da un verbo all’indicativo).
In latino la frase causale col verbo all’indicativo può essere introdotta dalle congiunzioni
quod, quia, quoniam
Esse corrispondono dunque alle congiunzioni italiane “perché”, “poiché”, “giacché”, “dato che”
ecc.
Temporali
a) Prima luce hostes proelium cum nostris equitibus committere parant.
b) Caesar, ubi primum hostium equites conspexit, copias suas in proximum collem subduxit.
a) Il verbo parant completa il nucleo con il nominativo hostes e l’infinito committere questo
regge a sua volta l’accusativo proelium e l’espansione con preposizione cum nostris equitibus.
L’ablativo prima luce indica la circostanza temporale in cui si svolge la vicenda, e
costituisce quindi un’altra espansione.
Traduzione: “I nemici si preparano ad attaccare battaglia con la nostra cavalleria alle prime
luci dell’alba”.
b)I verbi sono conspexit e subduxit: il tempo è il perfetto, che indica un’azione compiuta nel
passato.
La frase principale, con verbo subduxit, è spezzata in due da una subordinata collocata tra due
virgole, introdotta da un connettore subordinante: ubi primum.
Si tratta di un connettore temporale, che significa “non appena”. In questo caso dunque la
circostanza di tempo è espressa non da un sintagma nominale, ma da un’intera frase
subordinata.
Il soggetto della subordinata non è espresso. Capiamo che è lo stesso della sovraordinata, cioè
Caesar.
Traduzione: “Cesare, non appena vide la cavalleria nemica, ritirò le sue truppe sul colle più
vicino”.
In latino la frase temporale è introdotta dai seguenti connettori:
cum
ubi
ut
quando
Concomitanza
generica
dum
mentre
contemporaneità
cum primum
ubi primum
ut primum
non
appena
Precedenza
immediata
dopo che
anteriorità
prima che
posteriorità
tutte
le
volte che
Concomitanza in
azione ripetuta
postquam,
post... quam
priusquam,
prius... quam
antequam,
ante...quam
quotiens
quotienscumque
Tali connettori specificano il rapporto temporale relativo della frase temporale rispetto alla
sovraordinata.
E’ opportuno ricordare che è la sovraordinata a costituire il punto di riferimento: ecco perché,
ad esempio, postquam, siccome indica che l’evento della sovraordinata è avvenuto dopo
quello della temporale, esprime un rapporto di anteriorità.
Un esempio italiano: “dopo che tutti furono usciti, Davide chiuse la porta”.
Prima tutti escono (informazione espressa dalla frase temporale);
dopo Davide chiude la porta (informazione espressa dalla principale).
Il verbo nella proposizione temporale può trovarsi sia all’indicativo che al congiuntivo. Per
ora, naturalmente, ci concentreremo sui casi in cui si trova l’indicativo.
Il valore relativo dei tempi verbali nelle subordinate all’indicativo
Il rapporto temporale relativo tra una subordinata e la sua reggente non è espresso soltanto dai
connettori, ma anche dai tempi verbali.
Questi infatti, oltre ad esprimere informazioni temporali assolute, cioè indipendenti (se
l’azione si svolge nel presente, nel passato o nel futuro, se è durativa o momentanea, in
svolgimento o compiuta), indicano anche l’ordine di successione delle azioni tra loro, cioè
se un’azione è anteriore, contemporanea o posteriore rispetto a un’altra. Anche in questo
caso, il punto di riferimento è l’azione espressa dalla proposizione reggente.
Vediamo come funziona la concatenazione dei tempi (o consecutio temporum) tra una
proposizione reggente e una subordinata all’indicativo nei rapporti di anteriorità e
contemporaneità (per la posteriorità occorrono informazioni morfologiche che non
possediamo ancora).
Le osservazioni che faremo valgono per tutti i tipi di subordinate all’indicativo, come per
esempio le causali.
A)
Terentia beata est
Terenzia è felice
quod filium videt beatum
perché vede il figlio felice
Terentia beata est
Terenzia è felice
quod filium vidit beatum
perché ha visto il figlio felice
Indicativo presente:
contemporaneità in dipendenza
dal tempo presente
Indicativo perfetto:
anteriorità in dipendenza dal
tempo presente
B)
Terentia beata erat
Terenzia era felice
quod filium videbat beatum
perché vedeva il figlio felice
Terentia beata erat quod filium viderat beatum
Terenzia era felice perché aveva visto il figlio felice
Indicativo imperfetto:
contemporaneità in dipendenza
da un tempo passato
Indicativo piuccheperfetto:
anteriorità in dipendenza da un
tempo passato
C)
Terentia beata erit
Terenzia sarà felice
cum filium videbit beatum
quando vedrà il figlio felice
Terentia beata erit
Terenzia sarà felice
cum filium viderit beatum
quando vedrà (avrà visto) il
figlio felice
Indicativo futuro:
contemporaneità in dipendenza
dal tempo futuro
Indicativo futuro anteriore:
anteriorità in dipendenza dal
tempo futuro
Attenzione:
•
Presente, imperfetto e futuro semplice sono dunque i tempi della contemporaneità, perfetto,
piuccheperfetto e futuro anteriore quelli dell’anteriorità.
•
Il latino è più rigoroso dell’italiano nell’indicare la successione temporale: l’anteriorità rispetto
al futuro è marcata dal futuro anteriore, dove l’italiano usa semplicemente due futuri semplici.
A una frase italiana del tipo “quando arriverò a Roma vedrò Cesare” corrisponde la frase latina
cum venero Romam Caesarem videbo: tramite l’uso del futuro anteriore, è segnalata in latino
l’anteriorità dell’azione “andare a Roma”, che è già conclusa quando comincia l’azione
“vedere Cesare”. In italiano è preferibile tradurre con due futuri semplici.
•
Tale concatenazione temporale, tuttavia, non è sempre seguita: diverse subordinate (tra cui
alcune temporali) seguono ad esempio regole proprie.
Esercizio 1 (temporali e causali)
1. Quoniam ea tempestate Romae Memmi facundia clara pollensque fuit, unam Memmi orationem
perscribere volo. (Sall.) 2. Quoniam neque adversus neque ab tergo aut lateribus tutus es, semper in
periculo aut timore agitas. (Sall.) 3. Nunc quoniam de plebe satis disserui, de senatoribus dicam.
(Sall.) 4. Legationis princeps fuit L. Opimius, homo clarus et tum inter patres potens, quia consul
post C. Gracchi et M. Fulvi Flacci interfectionem victoriam nobilitatis in plebem exercuerat. (Sall.)
5. Dum Gallos per Caesarem in septentrione debellat, interim ad orientem grave vulnus a Parthis
populus Romanus accepit. (Flor.) 6. Massilia misera dum cupit pacem, belli timore in bellum
incidit. (Flor.) 7. Pompeius Aristobolum, quia renovabat imperium, in catenas dedit. (Flor.) 8.
Adrastus cum aliis sex ducibus contra Thebas contendit, quoniam Thebae septem portas habet.
(Hyg.) 9. Medea, ubi regiam ardere vidit, natos suos ex Iasone Mermerum et Pheretem interfecit et
profugit a Corintho. (Hyg.) 10. Electra ubi audivit falsum nuntium de fratris morte, truncum
ardentem ex ara sustulit volebatque oculos eruere. (Hyg.) 11. Ut primum signa et arma nostra hostes
viderunt, magnus repente pavor omnes cepit. 12. Ubi spectaculi tempus venit intentaeque ludo
mentes cum oculis erant, tum iuventus Romana ad virgines Sabinas discurrit. (Liv.) 13.
Lacaedemonii, postquam autem audiverunt de moenium aedificatione, legatos Athenas miserunt.
(Nep.)14. Ubi hostes intraverunt portas, non quidem fuit tumultus nec pavor, sed silentium triste ac
tacita maestitia defixit omnium animos. (Liv.) 15. Postquam apud Aegos flumen Lysander classem
hostium cepit, omnes civitates in sua potestate tenere volebat. (Nep.)
Esercizio 2 (solo temporali)
1. Postquam hostium agmen animadvertit, copias suas Caesar in proximum collem subducit. 2.
Caesar, postquam ex Menapiis in Treveros venit, Rhenum transire constituit. (Caes.) 3. Hostes, ubi
primum nostros equites conspexerunt, celeriter nostros perturbaverunt. (Caes.) 4. Legiones, ubi
primum campum attigerunt, infestis contra hostem signis constiterunt. (Caes.) 5. Cn. Pompeius cum
primum contionem ad urbem consul designatus habuit, grata fuit contionis admurmuratio. (Cic.) 6.
Cicero, cum primum sapere coepit, acerbos dolores miseriasque percepit. (Cic.) 7. Cum primum
poteris, tua consilia ad me scribe. (Cic.) 8. Horae non multae intercesserant, cum legati venerunt.
(Liv.) 9. Cum ad oppidum venerat, in cubiculum ibat. 10. Ut Pompeius peroravit, surrexit Clodius.
(Cic.) 11. Massanam ut veneramus, urbis simulacra visere solebamus. (Cic.) 12. Suebi posteaquam
per exploratores pontis aedificationem cognoverunt, nuntios in omnes partes dimiserunt. (Caes.) 13.
Dum bibimus, dum puellas poscimus, obrepit senectus. (Iuv.) 14. Dum Antonius suos consultat,
Varus cum promptis equitibus prorupit. (Tac.) 15. Scribebat Augustus: “Dum lectica ex regia
domum redeo, panis unciam cum paucis acinis uvae duracinae comedi”. (Svet.)