PROPOSIZIONI CAUSALI PROPOSIZIONI TEMPORALI

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PROPOSIZIONI CAUSALI
Le proposizioni causali sono subordinate che spiegano la ragione, reale o pensata, di quanto
è espresso nella reggente.
Sono introdotte dalle congiunzioni quia, quod, quoniam, quandoquidem, siquidem,
quando e possono avere il verbo al modo indicativo o congiuntivo. Si utilizzerà l'indicativo
per esprimere una causa obiettiva, cioè il pensiero diretto di chi scrive o parla; si avrà,
invece, il congiuntivo per esprimere una causa soggettiva o obliqua (“pensiero obliquo” è da
intendersi come il contrario di “pensiero diretto”), che non presenta cioè il pensiero di chi
parla o scrive, ma di colui del quale si parla o scrive.
Inimicos habeo cives Romanos, quod sociorum commoda defensi
Laudat Africanum Panaetius, quod fuerit abstinens (la frase è scritta da Cicerone, ma il
congiuntivo fuerit fa capire che lui non sta riportando il suo pensiero, bensì quello di
Panezio, soggetto della frase e argomento della sua discussione).
Le causali possono essere espresse anche con una relativa impropria con valore, appunto,
causale. Il modo sarà il congiuntivo.
Somnum me complexus est qui ad multam noctem vigilassem
PROPOSIZIONI TEMPORALI
Sono subordinate che determinano il momento in cui si colloca l'azione della frase reggente
secondo rapporti di contemporaneità, anteriorità o posteriorità.
Possono essere introdotte da varie congiunzioni con il modo indicativo o congiuntivo:
Cum generico, “quando”: cum valemus, recta consilia aegrotis damus (modo indicativo).
Cum inverso, “quand'ecco”: iam Galli ex oppido fugere parabant, cum matres familias
repente in publicum procurrerunt (modo indicativo).
Cum simultaneo, “e nel frattempo”: caedebatur virgis civis cum interea nullus gemitus
audiebatur (modo indicativo).
Cum iterativo (=quotienscumque, quotines), “ogni volta che”: omnia sunt incerta cum a iure
discessum est (modo indicativo).
Ut, ut primum, cum primum, ubi, ubi primum, simul ac/atque, statim ut, “non appena”,
“come”: Epaminondas, ut primum dispexit, quaesivit salvusne esset clipeus (modo
indicativo).
Dum, “mentre”: dum Romae consulitur, Saguntum expugnatur (modo indicativo).
Dum, quoad, donec e quamdiu, “finché”, “per tutto il tempo che”: quoad potero, perferam
(modo indicativo).
Dum, donec, quoad, “finché (non)” con l'indicativo per esprimere un'azione reale, col
congiuntivo per esprimere un'intenzione, un'eventualità, un'aspettativa:
Haud desinam, donec perfero hoc
Ego hic cogito commorari, quoad me reficiam
Postquam, posteaquam, “dopo che”: Hamilcar, postquam in Hispaniam venit, magnas res
gessit (modo indicativo).
Priusquam, antequam, “prima che” con l'indicativo per un fatto reale, con il congiuntivo
per un fatto possibile:
Antequam pro Murena dicere instituo, pro me ipso pauca dicam
Videmus fulgurationem antequam sonum audiamus
PROPOSIZIONI CONSECUTIVE
Sono subordinate che esprimono la conseguenza dell'azione espressa nella reggente. Sono
introdotte da ut/ut non e si costruiscono con tutti i tempi del congiuntivo. Nella reggente la
consecutiva è spesso anticipata da avverbi o aggettivi come tantum, ita, sic, adeo, tam,
tantus, talis, tot, ecc...
Siciliam Verres ita devastavit ut nullo modo ea restitui in antiquum statum possit
Tantus in curia clamor factus est, ut populus concurreret
Le consecutive possono essere espresse anche con una relativa impropria con valore
consecutivo. Il modo sarà il congiuntivo.
Nihil est tam difficile quod non quaerendo investigari possit.
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