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Brano : I doveri, III, 112
Autore : Cicerone
Originale
[112] L. Manlio A. f., cum dictator fuisset, M. Pomponius tr. pl. diem dixit, quod is paucos sibi dies ad
dictaturam gerendam addidisset; criminabatur etiam, quod Titum filium, qui postea est Torquatus appellatus,
ab hominibus relegasset et ruri habitare iussisset. Quod cum audivisset adulescens filius negotium exhiberi
patri, accurisse Romam et cum primo luci Pomponii domum venisse dicitur. Cui cum esset nuntiatum, qui
illum iratum allaturum ad se aliquid contra patrem arbitraretur, surrexit e lectulo remotisque arbitris ad se
adulescentem iussit venire. At ille, ut ingressus est, confestim gladium destrinxit iuravitque se illum statim
interfecturum, nisi ius iurandum sibi dedisset se patrem missum esse facturum. Iuravit hoc terrore coactus
Pomponius; rem ad populum detulit, docuit, cur sibi causa desistere necesse esset, Manlium missum fecit.
Tantum temporibus illis ius iurandum valebat. Atque hic T. Manlius is est, qui ad Anienem Galli, quem ab eo
provocatus occiderat, torque detracto cognomen invenit, cuius tertio consulatu Latini ad Veserim fusi et
fugati, magnus vir in primis et qui perindulgens in patrem, idem acerbe severus in filium.
Traduzione
112. Il tribuno della plebe Marco Pomponio cit? in giudizio Lucio Manlio, figlio di Aulo, che era dittatore,
perch? aveva prolungato di pochi giorni il periodo della sua dittatura; lo si accusava anche di aver
allontanato dal consorzio umano ed aver costretto a vivere in campagna il figlio Tito, quello che in seguito fu
soprannominato Torquato. Quando il giovane figlio apprese che il padre aveva delle noie, si dice che
accorresse a Roma e sul far del giorno si recasse in casa di Pomponio. Essendogli stata annunziata la sua
visita, Pomponio, pensando che Tito adirato venisse a riferirgli qualche cosa contro il padre, si alz? dal letto
e, allontanati i testimoni. ordin? che venisse fatto entrare il giovane. Ma questi, appena entrato, sguain? la
spada e giur? che lo avrebbe ucciso immediatamente se non gli avesse giurato di liberare da ogni accusa il
padre. Pomponio giur?, costretto dal terrore; port? la questione dinanzi al popolo, lo inform? del motivo che
lo costringeva a desistere dall'accusa e lasci? libero Manlio. Tanto grande era il valore del giuramento in
quei tempi. [E questo Tito Manlio ? lo stesso che prese il cognome dall'aver strappato, nella battaglia
dell'Aniene, il monile a un Gallo che l'aveva sfidato; durante il suo terzo consolato i Latini furono sbaragliati e
messi in fuga presso Veseri, eroe, tra i pi? grandi, che, indulgentissimo nei confronti del padre, fu
severissimo nei confronti del figlio.]