INTELLIGENZA E LINGUAGGIO – EVOLUZIONE
L'intelligenza è l'insieme di tutte le funzioni psichiche/mentali che
permettono ad un soggetto (individuo o animale) di capire cose, eventi e
di risolvere problemi che richiedono un modo nuovo di rapportarsi
all’ambiente. Il primo studioso che ha individuato un fattore di
intelligenza generale (= fattore G) è lo psicologo Spearman, lo studioso
ritiene che tale fattore, insieme ad altre abilità , sia alla base di tutti i
comportamenti intelligenti. L’intelligenza umana è un insieme di
processi di ragionamento che permettono di fronteggiare con successo
nuove situazioni e può dunque essere concepita come una capacità
di adattamento all'ambiente. L'intelligenza può essere vista anche come
la capacità di attuare modi di gestione e di elaborazione delle informazioni, dei ricordi e dei dati percettivi,
che permettano di raggiungere i propri obiettivi e di evitare situazioni negative future. L'intelligenza pratica
è la capacità di agire in modo appropriato alle situazioni.
Sono le aree associative(lobo frontale e lobo parietale)
che coordinano le funzioni superiori dell’apprendimento,
della memoria e del pensiero. Un aspetto importante
dell’intelligenza è l’immaginazione, cioè la capacità di
rappresentare qualcosa di assente. L’immaginazione è
riproduttiva quando ripete più o meno fedelmente
un’esperienza. Mentre è produttiva quando attraverso
processi di scomposizione, confronto e ricomposizione di
esperienze passate, produce una nuova esperienza.
Per lo psicologo Guilford l’intelligenza è data da 5 tipi di processi cognitivi: cognizione, memoria, pensiero
convergente (= capacità di riunire in concetti le esperienze e il ragionamento logico), pensiero divergente (=
capacità di formulare ipotesi e il pensiero originale e creativo in genere) e valutazione.
Per lo psicologo Gardner l’intelligenza si divide in 8 tipi che abbracciano un campo molto ampio:
intelligenza linguistica, intelligenza logico-matematica, intelligenza musicale, intelligenza spaziale,
intelligenza corporeo-cinestetica, intelligenza interpersonale, intelligenza intrapersonale, intelligenza
naturalistica. Afferma poi che tutte le persone possiedono in misura diversa tutte queste intelligenze.
Per Piaget invece l’intelligenza si evolve da forme semplici, di natura concreta a forme astratte. Per
conoscere la natura dell’intelligenza è fondamentale individuare la sua origine e la sue evoluzione.
L’intelligenza è una forma evolutiva e complessa di adattamento, attraverso cui l’uomo conosce l’ambiente
e interviene attivamente su di esso per modificarlo. Piaget lo spiega tramite 3 concetti importanti: lo
schema che sono strategie messe in atto dal soggetto per conoscere il mondo e agire su di esso.
L’assimilazione che è un processo attraverso il quale si ha esperienza del mondo esterno per mezzo di
schemi o concetti già in nostro possesso. Mentre l’accomodamento è la modificazione degli schemi, dei
concetti posseduti in base a nuove esperienze che forniscono nuove informazioni. L’adattamento è un
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equilibrio tra assimilazione e accomodamento, l’organizzazione è la struttura assunta dalle strategie
mentali nell’adattamento alla realtà.
Con l’intelligenza si evolve anche il linguaggio e anche qui
troviamo diverse correnti psicologiche.
Per lo psicologo Skinner l’apprendimento del linguaggio
avviene tramite un condizionamento operante, il bambino nota
che l’adulto associa le parole agli oggetti o alle azioni e impara
in tal modo a ripetere tali parole per soddisfare i propri bisogni.
Inoltre afferma che le lodi e gli apprezzamenti che un bambino
riceve sono dei rinforzi positivi.
Lo psicologo Chomsky sostiene che gli uomini possiedono un meccanismo celebrale innato che consente
loro di acquistare qualsiasi lingua. La teoria di Chomsky, è che la
grammatica
è una
competenza mentale posseduta dal parlante che gli permette di formare infinite frasi. Combinando le
parole in modi diversi possiamo dire una moltitudine di cose diverse. Tale meccanismo è chiamato dallo
studioso LAD. Il language acquisition device (LAD) è un dispositivo di acquisizione della lingua, un ipotetico
meccanismo del cervello che Noam Chomsky postula per spiegare l'acquisizione umana della struttura
sintattica del linguaggio. Il LAD permette al bambino di riconoscere la struttura profonda di ogni frase.
Per lo psicologo Bruner (in netta contrapposizione con Chomsky) lo sviluppo del linguaggio è mediante
l’interazione con gli adulti soprattutto la madre. L’ambiente linguistico deve essere cioè preparato, avere
caratteristiche familiari e di routine, essere articolato in un insieme di format che diano delle coordinate al
bambino. Bruner definisce questa acquisizione per interazione LASS. Per Bruner la comunicazione viene
prima del linguaggio e si “impara a parlare comunicando”
Per lo psicologo Vygotskij (sotto l’influenza di K. Marxs)afferma che fin dall’inizio il linguaggio ha una
funzione sociale e comunicativa. Successivamente esso assume anche una funzione intrapsichica, con la
comparsa del linguaggio interiore. La prima forma di intelligenza è precedente al linguaggio e si manifesta
nell’attività pratica, per cui possiamo parlare di una fase prelinguistica dell’intelligenza.
Per Piaget invece l’acquisizione del linguaggio è reso possibile dalla comparsa del pensiero simbolico a sua
volta collegato all’intelligenza rappresentativa, ma fa una netta divisione delle fasi di crescita e
apprendimento del bambino.
Stadio sensomotorio 0/2 anni, viene chiamato così perché il bambino agisce mediante
schemi basati sulla percezione e sul movimento. Per Piaget si ha intenzionalità quando
il lattante comincia a differenziare il proprio corpo dagli oggetti e agisce sulla realtà
esterna. La percezione della permanenza dell’oggetto consiste nel comprendere che gli
oggetti continuano a esistere anche quando non sono visibili. Nel primo periodo di vita
il linguaggio del neonato è legato al solo stato fisiologico con un sorriso endogeno
(assenza di stimoli identificativi) per poi passare ad un sorriso esogeno (prodotto da stimoli visivi o acustici).
A partire dai 3 mesi il sorriso diventa sociale prodotto come risposta specifica alle persone familiari con le
quali instaura uno scambio reciproco. Sempre in questo periodo compaiono nuovi suoni (strilli, gorgoglii…).
Verso i 6/7 mesi compare la lallazione, suoni tipici della lingua materna e impara ad
imitare movimenti esterni. Verso i 9/11 mesi il bambino impara ad afferrare, scuotere e
tirare gli oggetti ed incomincia ad apparire la comunicazione intenzionale, si
evidenziano 2 fasi: fase preintenzionale nella quale si esprime attraverso suoni,
vocalizzazioni ed espressioni che possono essere segnali rivolti all’adulto. Mentre nella
fase intenzionale è in grado di produrre segnali che hanno per lui un certo valore al fine
di ottenere scopi o raggiungere determinati obiettivi. Verso i 12 mesi il bambino ricorda
gli spostamenti dell’oggetto e ha una conquista progressiva delle relazioni spaziali e il
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suo vocabolario ha le prime sequenze sillabiche simili a quelle degli adulti. Essendo una comunicazione
elementare gli studiosi la chiamano olofrase. Tra i 12/24 mesi il bambino può arrivare a produrre fino a 600
parole. In questa fase si evidenzia anche l’imitazione differita. Inoltre ha un uso non referenziale del
linguaggio e comporta che le parole siano legate al contesto in cui vengono pronunciate mentre l’uso
referenziale del linguaggio comporta che le parole siano usate e comprese indipendentemente dal
contesto. Tra i 18/24 mesi il bambino riesce ad immaginare, cioè a rappresentare mentalmente le azioni,
per cui prima di agire immagina l’azione da compiere. Per Piaget esiste una relazione tra il pensiero e il
linguaggio verbale confermata dall’osservazione del gioco simbolico infantile. Non tutti i progressi realizzati
sul piano cognitivo sono però in rapporto con lo sviluppo del linguaggio.
Stadio preoperatorio 2/6 anni, in questo periodo il progresso è straordinario dato dal
fatto che la rappresentazione mentale rende possibili azioni simboliche. Mediante il
linguaggio il bambino impara a comunicare il proprio mondo interiore (sentimenti ed
emozioni), impara le prime regole sociali e apprende nuovi concetti. A 24 mesi il
bambino ha piene consapevolezza di sé e sa riconoscersi in video e allo specchio. Verso i
4/5 anni ha acquistato tutti i fondamenti del linguaggio e struttura correttamente le frasi. Verso i 6 anni
acquista tutte le regole grammaticali e il suo vocabolario si arricchisce grazie anche alla frequenza scolastica.
Il questo periodo il linguaggio è in uno stadio egocentrico. Per Piaget il linguaggio egocentrico si divide in
ecolalia (cinguettio infantile) monologo (accompagna con parole le azioni) monologo collettivo (si
manifesta in presenza di adulti) quindi ha difficoltà a valutare oggetti e situazioni dal punto di vista altrui,
ritiene che le capacità comunicative siano fortemente legate ad altri aspetti dello sviluppo cognitivo in
particolare al decentramento (superamento dell’egocentrismo) . Mentre per Vygotskij il bambino che usa il
linguaggio egocentrico sta pensando ad alta voce. Successivamente impara a pensare silenziosamente
mediante linguaggio interiore, ed afferma che la capacità comunicativa è connaturata al linguaggio.
Stadio operazioni concrete 7/12 anni, in questo stadio il bambino sa compiere
operazioni mentali reversibili. La reversibilità consiste nel mettere in relazione con il
pensiero più azioni e ricostruire al contrario i processi mentali messi in atto. Le nuove
capacità operative permetto al bambino di compiere più classificazioni
contemporaneamente e di variare intenzionalmente il modo di classificare gli oggetti.
Questa capacità gli permettere di comprendere l’idea di serie e sono essenziali per
capire il concetto di numero e imparare a compiere operazioni matematiche. In questo stadio abbiamo il
superamento dell’egocentrismo. L’interazione sociale gli permette di confrontarsi con gli altri. Inizia ad
avere cognizione del tempo inteso come tempo fisico legato alla nozione di movimento e velocità.
Stadio operazioni formali 12 anni in su. In questo stadio il pensiero diventa astratto, il
ragionamento basato su ipotesi ed è capace di costruire teorie attraverso la riflessione
spontanea. L’adolescente vive il presente, ma vive anche il futuro. Il mondo per lui è
pieno di teorie e progetti. Si ripresenta l’egocentrismo, un egocentrismo intellettuale
dell’adolescenza e si manifesta nelle convinzioni dell’onnipotenza della riflessione che
lo porta a vivere la propria capacità di condurre ragionamenti formalmente evoluti
come una conquista talmente importante da spingere a trascurare l’utilità della verifica sul piano
dell’esperienza.
Le teorie di Piaget hanno sollevato diversi dubbi sulla staticità dei suoi stadi, perché ritiene che non sia
possibile anticipare gli apprendimenti, affermando che questi hanno una sequenza fissa. Ha solo
riconosciuto la presenza di un fenomeno chiamato decalage orizzontale.
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LO SVILUPPO COGNITIVO ATIPICO E DISTURBI DEL LINGUAGGIO
Può esserci uno sviluppo atipico o anormale del bambino quando
presenta ridarti nello sviluppo fisico e sensoriale, nello sviluppo cognitivo,
nella vita sociale e di relazione. DSM IV (=manuale diagnostico dei
disturbi psichici e mentali) il ritardo mentale è un funzionamento
intellettivo generale al di sotto della media che si accompagna con
limitazioni significative nella capacità di adattarsi all’ambiente. Il ritardo
può derivare da numerosi fattori, come malattie genetiche, alterazioni
cromosomiche, malattie trasmesse dalla madre al feto.. ma anche
carenze affettive e culturali. I disturbi specifici dell’apprendimento sono
il disturbo della lettura, disturbo del calcolo, disturbo dell’espressione scritta e disturbo dell’apprendimento.
Inoltre abbiamo il disturbo da deficit di attenzione/iperattività.
Nel disturbo del linguaggio espressivo è quando un bambino di 2 anni utilizza meno di 50 parole o non
utilizza mai combinazioni di parole. Se il problema non si supera con l’ingresso a scuola il disturbo viene
diagnosticato come ritardo del linguaggio espressivo. Il disturbo della lettura o dislessia implica che la
capacità di lettura del soggetto sia sostanzialmente al di sotto di quanto è prevedibile in base alla sua età e
alla sua intelligenza. Il disturbo dell’espressione scritta o disgrafia implica che la capacità di scrittura del
soggetto sia sostanzialmente al di sotto di quanto è prevedibile in base alla sua età e intelligenza. Come per
la dislessia anche per la disgrafia i sintomi possono variale la serietà del problema.
La misurazione dell’intelligenza consiste nel superamento di alcuni test di rendimento e test di personalità.
I primi a misurare le capacità intellettive furono Galton, Wundt e Cattell
attraverso stimoli o misurazioni, ma trascurano capacità più complesse
come la capacità di giudizio, di comprensione e il ragionamento. Il primo
tentativo di valutazione di tali caratteristiche è dello psicologo Binet. La
scala Binet-Simon comprende un ampio numero di prove ritenute utili
per valutare la capacità di giudizio, comprensione e ragionamento.
Mentre lo psicologo americano Stern introduce il rapporto tra età
mentale e età cronologica moltiplicato per 100, con questo metodo
elabora il Quoziente d’intelligenza.
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