1. Tesi Palleggio

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I giochi sportivi La Pallavolo Note di teoria ,metodologia del lavoro nel gioco di situazione Prof. Tapella Massimo 06/10/2012 Pagina 1 I giochi sportivi IL PALLEGGIO
MOTIVAZIONE
ATTENZIONE
ASPETTI COGNITIVO MOTORI
MEMORIA
IMPOSTAZIONE : TECNICA di BASE
1. elementi percettivi : vista – tat- Manipolazione
to - udito
Potenziamento neuromuscolare
2. caratteristiche senso motorie:
o ideo motoria
o senso motoria
o senso ideo motoria
1. accelerazione e decelerazione
2. controllo verticale del capo
TIMING di INGRESSO:
1. motricità arti inferiori e superiori:
2. lateralizzazione
CONTATTO PALLA:
1. orientamento: lettura delle
traiettorie
o velocità
o altezza del rilascio
o angolo del rilascio
o resistenza dell’aria
TECNICA EVOLUTA:
intercettazione e cambio di direzione della palla:
palleggio angolare
posizione del corpo : frontalità
posizione arti inferiori
posizione arti superiori
azioni specifiche delle mani e polsi:
spinte delle dita
Posizione del corpo in salto
1. visione periferica
2. anticipazione
1. equilibrio
2
Posizione arti superiori :
ü altezza delle mani
ü braccia più distese
I giochi sportivi 1. ritmo
azioni specifiche delle mani e polsi
spinte delle dita:
ü flesso estensione mani
ü totale indipendenza braccia
dal resto del corpo e dalla posizione della palla.
1. orientamento delle spinte
L’APPRENDIMENTO MOTORIO
Per apprendimento si intende una modificazione relativamente durevole indotta in un organismo
direttamente dall’esperienza.
In ambito motorio, il termine apprendimento può essere considerato un processo graduale e sistematico che, per stadi successivi, porta all’acquisizione, al perfezionamento e alla controllata
padronanza di comportamenti e di abilità motorie.
Nel momento in cui vediamo una persona compiere un gesto,reagiamo a livello di corteccia cerebrale,proprio nella zona motoria. Sono i “neuroni a specchio”che si mettono in “moto” quando
colgono l’azione esterna. Tutti usiamo questi neuroni:quando ,ad es. incrociamo altre persone
salendo sull’autobus,nel cervello si attiva istantaneamente una copia dell’intero schema motorio
dei loro movimenti e così evitiamo di scontrarci. Dunque,grazie all’esistenza di queste particolari
cellule nervose il nostro cervello è in grado di rappresentare dentro di sé le azioni compiute da
un altro;in pratica,mentre li osserviamo,riusciamo,a comprendere i gesti degli altri replicandoli
nella nostra mente cioè anticipandoli. I campioni “riescono a vedere” l’intera sequenza motoria
degli avversari,già dai loro primissimi movimenti,grazie a catene di “neuroni specchio dedicati
ad un’azione specifica”. Inoltre,l’attivazione di queste particolari cellule avviene sia quando
compiamo un gesto che quando lo immaginiamo. Sono tutt’ora in corso degli studi per conoscere meglio il funzionamento dei neuroni specchio e le conseguenze pratiche,che nell’ambito
sportivo si potranno tradurre nell’utilizzo di metodologie di allenamento innovative.
LE MODALITÀ DI APPRENDIMENTO MOTORIO
1.
2.
3.
4.
5.
Per imitazione
Per condizionamento
Per prove ed errori
Per intuizione (insight)
Per comprensione
La MOTIVAZIONE
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PROCESSI MENTALI I giochi sportivi E’ il motore che permette di porsi degli obiettivi e di conseguirli con successo.
È il complesso interagire sul comportamento di funzioni sociali,cognitive,emotive e motorie
coerentemente sviluppate.
L’intervento della motivazione permette al nostro cervello di snellire un sovraccarico cognitivo
d’informazioni. La motivazione,infatti,rappresentando la causa determinante di ogni azione guida l’atleta nella sua motricità,permettendogli di discriminare,fra migliaia di stimoli,solo ciò che
per lui è importante.(es. trovare la propria auto,tra centinaia, in un grande parcheggio).
L’ ATTENZIONE
è quell’insieme di meccanismi e operazioni mentali utilizzati per pianificare e controllare,sia
nell’esecuzione che nei risultati,i processi in atto,in funzione delle scelte e degli scopi adottati e
delle condizioni in cui ci si trova ad operare.
Le caratteristiche dell’ ATTENZIONE
1. a capacità limitata : limite in senso stretto – limite temporale
Per capacità limitata s’intende il fatto che la nostra attenzione ha 2 tipi di limite:
un limite di capacità in senso stretto
un limite temporale.
Se ad esempio, ponessimo in una ciotola delle palline e chiedessimo ad un’ atleta di definire il
numero a “colpo d’occhio”,senza procedere ad una operazione di conta seriale,l’atleta ci risponderebbe senza esitare se il numero delle palline fosse contenuto tra 1 e 7.
Se,però,le palline fossero di più, diciamo 15 o 23 o 45,l’atleta non potrebbe più essere tanto sicuro nel rispondere e dovrebbe adottare una strategia probabilistica dicendo “sono una quindicina,una ventina,una quarantina” ecc.
Il nostro cervello può controllare momento per momento solo pochi bit d’informazione.
Anche la durata dell’attenzione nel tempo è limitata:
la quantità di risorse disponibili,infatti,diminuisce nel tempo essendo il meccanismo attenzionale
un meccanismo ad “alto costo”, soggetto ad affaticamento.
Si può lavorare impegnando massivamente tutte le risorse attenzionali disponibili per tempi piuttosto brevi ( 20 – 40 minuti circa).
2. selettiva:
Oltre ad essere un meccanismo limitato in capacità è poi necessario, ai fini dell’economicità e
dell’ ottimizzazione del suo impiego,che esso sia anche Selettivo. Le risorse attenzionali vengono,cioè, puntate su alcuni indizi a scapito di altri pur disponibili in quel momento.
Di solito non si lavora a livelli costantemente massimali,ma questi variano nel tempo.
Le informazioni presentano delle caratteristiche particolari che richiamano l’attenzione.
Queste sono dette “collative” e sono:
Ø la “novità”(sia in senso assoluto,come prima esperienza dell’atleta,che relativo,come
cambiamento repentino di ciò che l’atleta sta controllando)
Ø l’intensità
Ø la durata di uno stimolo.
3. a portata variabile:
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I giochi sportivi Quando lo stimolo perdura invariato o risulta di scarso interesse per gli scopi che l’atleta si prefigge si ha “l’abitudine” e il fenomeno “dell’estinzione”,cioè l’atleta sposta l’interesse verso altri
stimoli.
Ad es. un giocatore che deve eseguire un muro,pone attenzione all’avversario che saltando e
muovendo le braccia in un certo modo (capacità collative),esegue una finta.
Stabilito da alcuni elementi che si tratta di una finta,il difensore a muro “estingue” l’interesse
verso quell’avversario per rivolgerlo ad altri.
La portata dell’attenzione può variare non essendo sempre utile lavorare ai limiti superiori di capacità del sistema. Si parla di attenzione “fluttuante”.
Portata ad ampio raggio coprendo minore intensità un numero di indizi
Portata concentrata focalizzare tutte le risorse su un’unica fonte di informazione.
I meccanismi attenzionali hanno una loro inerzia.
Passare da un indizio all’altro,da un focus ampio ad uno ristretto,da un’attenzione centrata
sull’esterno o viceversa sull’interno,richiede un certo tempo.
Questo tempo può essere ridotto con l’allenamento specifico ( limite massimo 150/200msec.)
ma non eliminato del tutto. Nella pallavolo, allo scopo di migliorare l’impiego dell’attenzione e di
ridurre ai limiti inferiori questo tempo, a volte si richiede all’atleta di rispondere discriminatamente ad un segnale esterno prodotto dall’allenatore(ad es. il colore di una bandierina sventolata a
bordo campo ) durante la fase ricezione e di passaggio della palla.
CAPACITA’ ATTENTIVE
1. Capacità di attenzione interna:
capacità dell’atleta di percepire adeguatamente le informazioni provenienti dai recettori
del proprio organismo.
2. Capacità di attenzione esterna diffusa:
vasto n°di stimoli rilevanti per l’azione in corso.
3. Capacità di selezione esterna:
saper ridurre il n°di stimoli a quei pochi effettivamente necessari per analizzare
l’informazione.
L’uso della dell’informazione multi percettiva da parte dell’allenatore favorisce la memorizzazione:in altre parole,l’uso de canali percettivo,visivo ,cinestesico ed uditivo,stimola un maggior numero di associazioni negli atleti rispetto all’utilizzo di uno solo di questi.
L’allenatore che parla senza far vedere,facilita solo quegli atleti in cui domina il carattere uditivo
e,naturalmente,l’opposto accade quando fa uso solo del canale visivo.
Al contrario l’insegnamento multi percettivo favorisce la memorizzazione perché ogni atleta può
così imparare partendo dal proprio canale percettivo dominante,permettendogli,inoltre,di potenziare lo sviluppo dei canali percettivi meno utilizzati.
In tal modo l’atleta può associare le informazioni che riceve con quelle già esistenti e maggiore
sarà il loro numero. maggiore sarà la probabilità di attivazione della sua attenzione nella direzione richiesta,favorendo così il passaggio alla fase successiva:
la memoria a breve termine.
AMPIO
AMPIO
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I giochi sportivi Riproduzione logica del compito tattico
Percezione ed analisi della situazione di gara
INTERNO
ESTERNO
Intercettazione
Cambio di direzione dell’attrezzo
Autoregolazione respiro,
pensieri negativi/positivi
RISTRETTO
Questa figura illustra in che modo varia l’attenzione a seconda dell’attività svolta dal giocatore.
1. FOCUS ATTENTIVO AMPIO – INTERNO, caratterizza il momento della decisione in
funzione dei segnali raccolti;
2. FOCUS ATTENTIVO AMPIO – ESTERNO,caratterizza i momenti in cui l’atleta osserva
l’azione raccogliendo gli indizi necessari per poter decidere;
3. FOCUS ATTENTIVO RISTRETTO – INTERNO, è presente quando l’atleta si rinforza o
sviluppa pensieri negativi ( ad es. dopo un errore) e quando il giocatore è focalizzato
sull’auto-regolazione del respiro o nella distensione di alcuni distretti corporei
4. FOCUS ATTENTIVO RISTRETTO – ESTERNO,caratterizza la fase di intercettazione/cambio di direzione della palla.
Nell’apprendimento di nuove abilità motorie sportive gli atleti con una capacità di memoria a
breve termine superiore alla media,raggiungono prestazioni migliori di quelli con capacità inferiori alla media.
Infatti, questa seconda fase della memoria è responsabile della rielaborazione,codificazione,strutturazione ed identificazione cosciente del gesto, e l’atleta impara a controllare i propri movimenti tramite la sequenza di ripetizioni del gesto,la valutazione dell’esecuzione
per mezzo della sua percezione e di quella dell’allenatore e la successiva correzione.
Bisogna ricordare che la successione di questi processi è molto rapida,soprattutto in relazione
alla velocità con cui il giocatore osserva- decide- si sposta-intercetta /cambia direzione.
Inoltre,pur rimanendo nei limiti di capacità previsti per la specie umana,
la Portata dell’attenzione può variare non essendo sempre utile lavorare a limiti superiori di capacità del sistema: si parla,in questo caso di ATTENZIONE FLUTTUANTE.
L’uso della dell’informazione multi percettiva da parte dell’allenatore favorisce la memorizzazione:in altre parole,l’uso de canali percettivo,visivo ,cinestesico ed uditivo,stimola un maggior numero di associazioni negli atleti rispetto all’utilizzo di uno solo di questi.
L’allenatore che parla senza far vedere,facilita solo quegli atleti in cui domina il carattere uditivo
e,naturalmente,l’opposto accade quando fa uso solo del canale visivo.
Al contrario l’insegnamento multi percettivo favorisce la memorizzazione perché ogni atleta può
così imparare partendo dal proprio canale percettivo dominante,permettendogli,inoltre,di potenziare lo sviluppo dei canali percettivi meno utilizzati.
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I giochi sportivi In tal modo l’atleta può associare le informazioni che riceve con quelle già esistenti e maggiore
sarà il loro numero. maggiore sarà la probabilità di attivazione della sua attenzione nella direzione richiesta,favorendo così il passaggio alla fase successiva:
la memoria a breve termine.
FATTORI CHE FACILITANO IL RICORDO
1. un movimento è ricordato con maggior facilità se può essere posto in relazione ad un altro già conosciuto;
2. la ritenzione è influenzata dalla finalità delle attività di allenamento;
3. la ritenzione migliora in funzione del numero delle ripetizioni pratiche e mentali di un determinato movimento;
4. durante una seduta di allenamento l’apprendimento è migliore nelle esercitazioni iniziali e
finali.
Gli esercizi centrali sono ricordati meno bene perché sono influenzati dall’apprendimento
di quelli iniziali (inibizione proattiva)
e di quelli finali ( inibizione retroattiva).
Differenza tra attenzione e livello di vigilanza (arousal 1 e arousal 2)
Pur essendo interconnessi tra loro non sono sovrapponibili e l’attenzione dipende dal livello di
vigilanza.
Il livello di vigilanza :
lo stato generale di attivazione del S.N.C con effetti sull’organismo (tono muscolare,attività cardiaca e respiratoria)
La “formazione reticolare” del tronco encefalico gioca un ruolo determinante nel regolare il livello di vigilanza dell’atleta.
ATTIVAZIONE (tonica): consiste in una più o meno forte disposizione a saper intensificare processi psicomotori.
AROUSAL(fasica) : energizza soprattutto i processi percettivi
AROUSAL 1 : presiede all’organizzazione delle risposte e attiva il fascio reticolo spinale
AROUSAL 2 : (attivazione fasica) è collegato attraverso il sistema limbico al :
o
controllo emotivo
o
controllo motivazionale
arousal 1 + arousal 2 = comportamento dell’atleta
zona di energia ottimale : stato libero da stress = ZONA FLOW
Il significato del termine MEMORIA :quell’insieme di meccanismi e operazioni mentali utilizzati
per pianificare e controllare,sia nell’esecuzione che nei risultati,i processi in atto,in funzione delle scelte e degli scopi adottati e delle condizioni in cui ci si trova ad operare
La MEMORIA è funzione deputata alla custodia di tutto il nostro patrimonio conoscitivo.
La memoria sensoriale è relativo alle informazioni che rimangono per tempi brevissimi nei depositi sensoriali ( ad es. i recettori retinici per l’occhio):
la capacità di questo magazzino è limitatissima e le informazioni,ancora presenti solo nel
codice fisico (impronta sensoriale dell’occhio), vi rimangono per 200- 300 ms al max, dopo di che l’arrivo di successive informazioni maschera e degrada la precedente .
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I giochi sportivi La MEMORIA è funzione deputata alla custodia di tutto il nostro patrimonio conoscitivo.
Classificazione:
1. memoria sensoriale
2. a breve termine
3. a medio termine
4. a lungo termine
La memoria sensoriale (0,1 -­‐0,5 sec) La memoria sensoriale è relativo alle informazioni che rimangono per tempi brevissimi nei depositi sensoriali ( ad es. i recettori retinici per l’occhio):
la capacità di questo magazzino è limitatissima e le informazioni,ancora presenti solo nel
codice fisico (impronta sensoriale dell’occhio), vi rimangono per 200- 300 ms al max, dopo di che l’arrivo di successive informazioni maschera e degrada la precedente.
Si occupa di ritenere l’informazione sensoriale di un determinato analizzatore.
Esistono dei magazzini di memoria sensoriale per ognuno dei vari sensi ( avremo così una memoria uditiva – tattile – visiva ecc.)
sono “tracce recenti”ed è certo che buona parte di tali informazioni si disperde con grande rapidità.
La memoria a breve termine ( circa 25/30 sec.) La memoria a breve termine ,in questo magazzino,che è in grado anch’esso di contenere solo
una quantità ridotta di informazioni contemporaneamente (7+2 elementi), il tempo di persistenza del ricordo è limitato a pochi secondi.
Il magazzino a breve termine è collegato,per così dire, a “ doppia via” con il magazzino a lungo
termine:
Ø Attraverso la ripetizione,le informazioni che sono in esso contenute possono venire trasferite nella memoria permanente;
Ø Le informazioni che hanno un significato importante per il compito in via di svolgimento,recuperate dalla memoria a lungo termine, vengono posizionate in questo magazzino
di più pronto impiego(in esso il sistema di controllo ha un accesso più rapido)che assume
allora il significato di “memoria di lavoro”.
In questo senso si può dire,quindi,che la memoria a breve termine contiene ciò che è più accessibile ed utile al momento.
Vi finiscono gli stimoli più significativi tra quelli selezionati e lasciati passare dalla memoria sensoriale “after images” memoria di lavoro
La memoria a medio termine (minuti – ore – giorni) è una sorta di banca dati intermedia in cui trovano momentaneamente le
informazioni provenienti dai precedenti livelli di memoria
La memoria a lungo termine È sede di informazioni depositate.
1. Memoria dichiarativa
2. Memoria procedurale
La prima concerne la conoscenza statica di eventi :
memoria episodica e memoria semantica.
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I giochi sportivi La memoria procedurale codifica l’apprendimento delle abilità motorie e cognitive.
La sede della memoria procedurale è stata identificata con il “corpo striato”, ovvero quella porzione dei nuclei della base formato dal nucleo caudato e dal putamen
Affinché avvengano le modificazioni biochimiche atte a registrare le informazioni, è necessario
un certo tempo,detto di consolidamento. (15’- 1ora circa).
Grazie a questi processi vengono registrate,quindi,nella memoria a lungo termine o permanente
le strategie elaborate in precedenza ed i programmi motori.
LA BIOMECCANICA permette l’oggettivazione della tecnica.
Dal punto di vista biomeccanico, i tipi di movimenti che maggiormente si osservano nella pallavolo sono 2:
a - “movimenti udarnici”: imprimono una data velocità di volo alla palla(es.schiacciata - battuta).
Questi movimenti sono generalmente di tipo elastico – plastico,in quanto sono legati alla deformazione istantanea della mano e della palla che vengono a contatto e dipendono in modo diretto dalla “rigidità”delle articolazioni delle dita e della mano in azione;
b - “movimenti di ammortizzamento”: ammortizzano i colpi e danno direzione precisa alla palla.(es. bagher di ricezione – palleggio). Lo scopo di questi movimenti è di colpire con precisione
la palla. L’atleta deve tener conto di numerosi fattori fisici,quali la distanza del bersaglio, la massa della palla,l’ampiezza dei movimenti,l’angolo di posizione (entrata e uscita),le condizioni motorie iniziali.
Nel suo aspetto quantitativo,nella determinazione biomeccanica dei movimenti si distinguono 2
elementi:
Ø
Le caratteristiche cinematiche del corpo umano e dei suoi movimenti sono la misura dello stato e del moto dell’uomo nello spazio e nel tempo
§ Offrono la possibilità di confrontare le dimensioni del corpo e delle sue
parti e la peculiarità cinematica dei movimenti nei diversi esecutori.
Ø
Le caratteristiche dinamiche consentono di conoscere le cause che determinano il
movimento e l’andamento delle sue variazioni.
Elementi fondamentali delle caratteristiche cinematiche sono:
1. La velocità
2. L’accelerazione
3. Il tempo
Elementi fondamentali delle caratteristiche dinamiche sono :
1. La forza
2. La massa
STABILITA’ DINAMICA DEL MOVIMENTO : riflette il grado di padronanza e di perfezione specifico in modo che esso si svolga con la minima perdita di forza muscolare e venga realizzato
sempre entro traiettorie stabili.
La STATICA : si occupa dell’equilibrio dei corpi e delle cause(forze) che intervengono per mantenere tale stato.
Forze esterne: forza di gravità – forza peso
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I giochi sportivi Forze interne: forza muscolare
CINEMATICA:
1. In moto: un corpo si dice in moto rispetto ad un sistema di riferimento,quando la posizione dei suoi punti rispetto a tale sistema varia in rapporto al tempo.
2. In quiete: un corpo si dice in quiete rispetto ad un sistema di riferimento quando la posizione dei suoi capi rimane la stessa anche con il trascorrere del tempo.
La traiettoria deve essere considerata come la linea formata dai punti successivamente occupati da un corpo.
La rappresentazione dei movimenti nello spazio comprende.
1. Il moto di traslazione : dove tutti i punti del corpo si spostano lungo traiettorie parallele e
l’asse longitudinale parallelamente a se stesso, come si verifica nei vari tipi di corsa.
2. Il moto di rotazione: dove per un periodo di tempo determinato l’asse longitudinale del
corpo gira con un certo angolo, azione riscontrabile ad es. nel gran volteggio nella ginnastica artistica.
3. Moti complessi nello spazio: combinazione dei primi due.
Analizzando i movimenti in rapporto a come si svolgono nel tempo i moti si possono distinguere
in:
1. Moto rettilineo uniforme
2. Moto vario (tempi uguali /spazi diversi /velocità non costante)
GRANDEZZE SCALARI: sono delle grandezze scalari,quelle che,come per esempio la temperatura o il tempo o la massa,risultano completamente descritte da un numero,che ne rappresentano il valore. Per definire univocamente una grandezza scalare è quindi sufficiente indicare un
valore numerico accompagnato dalla relativa unità di misura(la lunghezza di un intervallo di
tempo è pari a 5 sec. la temperatura di una stanza è di 20° ecc.). Il numero che definisce la misura di uno scalare viene indicato con il termine di “modulo”,o più frequentemente intensità.
GRANDEZZE VETTORIALI: sono dette grandezze vettoriali quelle che per essere definite necessitano:
1. di un’intensità
2. di una direzione
3. di un punto di applicazione,
4. di un verso
Le grandezze vettoriali sono rappresentate da vettori simboleggianti delle frecce. L’intensità è
identificata dalla lunghezza del segmento.
La direzione dalla retta sulla quale essa agisce.
Il verso dalla punta della freccia.
Il punto di applicazione è il punto da cui origina il segmento.
Sono esempi di grandezze vettoriali la velocità e la forza.
La VELOCITA’ s/t ( m/sec):
è il rapporto tra lo spazio percorso e il tempo impiegato a percorrerlo.
L’ACCELERAZIONE v2 – v1 / T (m/sec²) :
è il rapporto tra la variazione di velocità e l’intervallo durante il quale avviene questa variazione.
L’ACCELERAZIONE di GRAVITA’ ( G) Fp / M (m/sec²):
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I giochi sportivi è il rapporto tra la forza peso e la massa sottoposta a questa forza
LE LEVE del CORPO UMANO:
Leva di 1° genere: il fulcro è situato tra i due punti di applicazione.
Nella macchina umana questo tipo di leve sono abbastanza frequenti,si manifestano soprattutto
in modo “svantaggioso” sollecitando quindi grandi impieghi di forze muscolari con piccole
escursioni e grandi velocità.
Leva di 2°genere : il punto di applicazione della Fp è situato tra il fulcro e il punto
d’applicazione della Fm,per cui è facilmente intuibile che si tratterà di sistemi sempre maggiore
del braccio della forza peso.
Va detto che le leve di 2° genere sono assolutamente sporadiche nei meccanismi della macchina umana.
Leva di 3°genere : il punto di applicazione della Fm è situata tra il fulcro ed il punto
d’applicazione della Fp decretando l’aspetto svantaggioso del sistema visto che il braccio bm è
sempre inferiore a bp.
Si tratta del tipo di leva più frequente nel funzionamento della macchina umana,nella quale le
inserzioni muscolari sono vicinissime al fulcro e di conseguenza sono indispensabili notevoli
sforzi muscolari che vengono però a realizzarsi con brevi escursioni e grandi velocità.
Energia potenziale :il lavoro che il corpo “è in grado”di compiere ma in effetti non compie nel
momento considerato.
E’ l’energia che un corpo posto ad una certa altezza possiede e che verrebbe liberata se cadesse;quella della corda tesa di un arco; del braccio d’attacco di un attaccante prima di distenderlo verso l’alto in direzione della palla.
Energia cinetica :caratterizza lo stato di moto di un corpo e sta a significare la quantità di lavoro che esso può compiere. ½ mv²
CINEMATICHE
Le caratteristiche cinematiche comprendono parametri della struttura spazio –
temporale
Si riferiscono :
§ alle lunghezze
(es. L. del passo e traiettoria di accelerazione)
§ spostamenti
( es. angoli articolari e angoli di stacco)
DINAMICHE
Le caratteristiche dinamiche comprendono
la struttura dinamico – temporale
Si riferiscono alle:
§ forze di accelerazione-decelerazione e movimenti di rotazione
Cla s s ific a zione :
1. Suddivisione in fasi del movimento:
1. la traiettoria di accelerazione
( es.rincorsa –stacco – caduta)
2. Indici di tempo
2. impulsi di forza e di arresto
(es. descrivono la durata delle fasi come la durata
della fase di appoggio nel momento dello stacco oppure i salti a muro)
3. Caratteristiche di Lunghezza e Spostamento
3. la coordinazione degli impulsi parziali
(es. attacco : stacco Arti I. – slancio Arti S.)
(es. L. nel penultimo e ultimo passo nel salto
d’attacco )
4. Indice di velocità
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4. I momenti di forza e di rotazione
I giochi sportivi CONTROLLO MOTORIO
Il livello più elevato del controllo motorio è costituito da 3 aree della corteccia cerebrale:
1. La corteccia motoria primaria (area 4)
2. La corteccia pre motoria (area 6)
3. L’area motoria supplementare (area 6b)
Il ruolo della corteccia motoria primaria è quello di iniziare il movimento,ma non di pianificarlo.
Sotto il controllo della corteccia primaria si ritrovano 2 aspetti del movimento:
la forza e la direzione.
La corteccia pre motoria è coinvolta nel processo di preparazione del movimento.
La corteccia motoria supplementare ha un importante ruolo funzionale nella programmazione di
sequenze complesse di movimenti piuttosto che nell’esecuzione.
Cervelletto e nuclei (o gangli) della base sono due strutture subcorticali associate al controllo
dei movimenti intenzionali e della postura.
Hanno una notevole influenza sul movimento; non sono necessari per la produzione del movimento, ma sono indispensabili per la corretta esecuzione dell’atto motorio dall’inizio alla fine.
TEORIE SULLE FUNZIONI DEL CERVELLETTO
• Agirebbe come “timer”ovvero controlla la ritmicità nella contrazione muscolare.
• Coordinerebbe i movimenti trasformando un’idea spazio temporale
(che cosa e dove muovere) nella sequenza muscolo-articolare necessaria per ottenere lo scopo
(Pianificazione del movimento).
• Sarebbe implicato nell’apprendimento di nuovi movimenti.
• Controlla l’equilibrio e la postura.
Inoltre, è stato dimostrato che il cervelletto - una porzione dell’encefalo che si riteneva preposta
esclusivamente a funzioni motorie - è direttamente implicato nei processi cognitivi.
Si è infatti dimostrato che il cervelletto è coinvolto nei processi mnesici, e più specificatamente
risulta essere responsabile del miglioramento della memoria con l’esercizio.
Due fondamentali aspetti della funzione cerebellare sono:
1. la rappresentazione delle informazioni sensoriali e l'influenza
di queste sulla produzione di ordini motori coordinati;
2. l'organizzazione dei processi di apprendimento e di natura cognitiva.
Le strutture sottocorticali: i gangli della base
Non stabiliscono connessioni con il midollo spinale,ma proiettano direttamente e principalmente
alle cortecce motorie la quasi totalità delle afferenze.
I nuclei principali sono:
Ø il nucleo caudato e il putamen che insieme costituiscono il corpo striato,implicato nel
controllo della velocità del movimento.
Ø Il globo pallido che partecipa alla regolazione del tono muscolare.
In sostanza,i nuclei della base regolano i movimenti involontari che accompagnano i movimenti
volontari,ad esempio la postura del corpo durante il lancio di una palla.
• Sostanza reticolare: è costituita da una fitta rete di fibre che si estende dal midollo fino al
diencefalo,occupando tutto lo spazio tra le altre strutture.
Costituisce un notevole centro di controllo dell’attività motoria:
a. Stimola lo stato di vigilanza o di attività dei centri talamici;
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I giochi sportivi b. Coordina la funzione tra diversi nervi cranici ( es. masticazione – respirazione);
c. Importante nel meccanismo del sonno e della veglia;
d. È un importante punto di integrazione tra le funzioni
del cervelletto, dell’apparato vestibolare, del sistema extrapiramidale, per la regolazio ne dei
movimenti associati,dell’equilibrio, della distribuzione tonica-posturale.
• Nucleo rosso: ( si trova nel mesencefalo)
È collegato con il cervelletto ( fascio rubro spinale) parte importante delle vie extrapiramidali.
È un centro di integrazione tra cervelletto e talamo.
Per tali connessioni è fondamentale
1. nella regolazione delle sinergie
2. nei riflessi labirintici
3. sui movimenti automatici molto complessi.
• Sostanza nera: (posta al limite superiore del tronco encefalico)
Con il nucleo rosso diventa un elemento chiave per le vie extrapiramidali corticali specialmente
per il suo intervento in tutte quelle situazioni che fanno da sfondo o che si accompagnano ai
movimenti volontari,piramidali.
• Lamina quadrigemina: ( si trova nel tronco encefalico a livello del mesencefalo)
I 4 tubercoli quadrigemini sono strutture di preelaborazione del messaggio informativo
ottico e acustico.
Le CORTECCE SENSORIALI
Si dividono in:
Ø aree primarie che ricevono informazioni dai recettori periferici
Ø aree di ordine superiore le cui informazioni di una singola modalità sensoriale vengono
sottoposte ad una elaborazione più complessa.
Area parietale posteriore 5 e 7:
Area 5 riceve molte afferenze dalla :
Ø corteccia somatosensoriale in merito alla posizione degli arti e dal sistema vestibolare
per l’orientamento del corpo;
Ø dalle aree premotorie in merito al piano del movimento da compiere;
Ø dalle cortecce limbiche per lo stato motivazionale.
Area 7 è implicata:
Ø nell’elaborazione delle informazioni visive concernenti la localizzazione spaziale degli
oggetti
Ø nell’integrazione di informazioni uditive guidando il movimento alle aree premotorie e al
cervelletto.
Area somatosensoriale arrivano tutte le informazioni da ogni modalità sensoriale in merito alla
posizione corporea,all’ambiente e alle relative relazioni spaziali.
Negli sport OPEN SKILLS l’attività è circolare e fortemente impegnata neuro-psichicamente.
Negli sport CLOSED SKILLS prevale l’attività neuro-psicomotoria,meno impegnata sia negli
aspetti di attenzione all’ambiente,che di anticipazione e di progettazione.
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I giochi sportivi LE CAPACITA’ COORDINATIVE:
Sono i presupposti per la realizzazione di un movimento legati alla funzionalità e alla maturazione del sistema nervoso.
§ sono le capacità che consentono di organizzare – controllare - regolare il movimento.
§ La coordinazione si intende la particolare caratteristica del S.N.C. di comporre un atto
motorio finalizzato,più o meno complesso,risultante da un insieme di singoli movimenti,controllati in intensità – successione – direzione.
La coordinazione è la risultante di 3 distinte doti neuromuscolari:
§ La sensibilità profonda
§ Tempismo esecutivo
§ L’intelligenza motoria
La sensibilità profonda è la facoltà di conoscenza delle posizioni dei segmenti corporei rispetto
allo spazio che ci circonda durante le fasi di movimento.
Il tempismo esecutivo è la capacità di inserire lo stimolo nervoso e quindi lo l’intervento muscolare,ala giusta intensità e con l’esatta successione temporale
L’intelligenza motoria è la capacità di comprendere la cinematica e la dinamica del movimento e
realizzarlo nella maniera esatta nel tempo più breve.
L’atleta più dotato di intelligenza motoria arriverà alla corretta esecuzione del gesto in minor
tempo e minor numero di prove.
(l’intelligenza motoria e di conseguenza la coordinazione sono strettamente connesse alle
esperienze motorie precedenti)
LE CAPACITA’ ORGANICO – MUSCOLARI ( ex condizionali)
Sono in relazione con i processi di produzione,trasporto ed utilizzazione dell’energia,e quindi
dipendenti dalla funzionalità dell’apparato respiratorio,cardiocircolatorio,muscolare.
Es. Forza – Velocità /Rapidità - Resistenza
Sono l’insieme delle caratteristiche biochimiche – morfologiche e funzionali che pongono
l’atleta in grado di affrontare adeguatamente l’attività motoria.
LA MOBILITA’ ARTICOLARE
È una capacità non classificabile fra le 2 precedenti, in quanto presenta caratteristiche intermedie.
È la capacità di eseguire in modo coordinato movimenti con la massima ampiezza ed escursione articolare.
Sulla base delle capacità motorie si strutturano e si affinano le ABILITA’ MOTORIE.
Queste abilità si intendono le azioni che, attraverso la ripetizione, si sono consolidate e in parte
automatizzate, e non richiedono per la loro effettuazione l’intervento costante della volontà.
Per arrivare all’acquisizione di una abilità sportiva è necessario partire dal sistema sensomotorio,sviluppando
gli schemi motori
schemi posturali
sui quali si costruiscono le capacità coordinative e condizionali
che interagendo fra di loro permettono l’acquisizione di abilità motorie generali.
L’apprendimento di un’abilità è tanto migliore, facile e veloce,quante più modalità sensoriali partecipano al processo di acquisizione in modo integrato.
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I giochi sportivi LA DESTREZZA: è la capacità di risolvere problemi motori,rapidamente ed in modo adeguato
allo scopo.
CAPACITA’ COORDINATIVE GENERALI:
1. CAPACITA’ di APPRENDIMENTO MOTORIO
È la capacità che permette all’atleta di assimilare nuovi movimenti ed attraverso le ripetizioni di questi giungere,dopo varie correzioni e adattamenti,alla stesura di un programma motorio “personale” appropriato e di renderlo
preciso e permanente attraverso l’esercizio e l’allenamento.
2. CAPACITA’ di DIREZIONE e CONTROLLO MOTORIO
È la facoltà complessa dell’atleta di controllare il movimento a livello conscio od inconscio,in
modo tale che esso corrisponda ad un programma di azione precedentemente stabilito.
3. CAPACITA’ di ADATTAMENTO E TRASFORMAZIONE DEI MOVIMENTI
È la capacità di combinare,correggere,adattare e trasformare il proprio programma motorio in
condizioni che mutano continuamente,che sono imprevedibili e quindi diverse da quelle attuali.
Le 7 CAPACITA’ COORDINATIVE ESSENZIALI PER IL GIOCO DELLA PALLAVOLO:
1. Capacità di accoppiamento e combinazione dei movimenti:
( es. correre,saltare e successivamente fare la schiacciata)
2. Capacità di differenziazione:
( es. quanto forte – quanto piano – quanto alto o basso ecc.)
3. Capacità di equilibrio
( es. mantenere l’equilibrio o saperlo ritrovare dopo un movimento. Correre e sapersi fermare di colpo in
equilibrio,come per il ricettore dopo uno spostamento o per il palleggiatore che penetra)
4. Capacità di orientamento
( saper identificare nel tempo e nello spazio il nostro movimento e quello degli altri :
visione periferica - analisi oculo manuale – posteriorità – come per il palleggiatore che guarda dove si posiziona il muro)
5. Capacità di ritmo:
( l’organizzazione cronologica degli impegni muscolari)
6. Capacità di reazione
( la capacità di reagire a un segnale nel modo più veloce ed opportuno possibile:
es. difendere una palla,quando e in che modo)
7. Capacità di anticipazione
( la capacità di prevedere il risultato di una azione senza dover attendere l’esito:
®capacità di anticipazione 1 - capacità di intuizione: es. memorizzare al meglio il proprio avversario
2 - capacità di lettura : es. osservare l’avversario per individuare alcune tendenze.
CARICO FISICO:
si intende il complesso degli esercizi o delle attività fisiche che vengono svolti in una seduta di
allenamento.
a)
b)
c)
d)
Carico di allenamento
Carico della competizione
Grandezza del carico si valuta attraverso i criteri : volume – intensità
Il carico si divide in : esterno (fisico) interno (fisiologico)
CARICO MOTORIO :
sono le attività motorie programmate e svolte in situazione di apprendimento.
Vi sono 2 principi ai quali deve conformarsi l’applicazione del carico motorio:
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I giochi sportivi 1. Principio della Polivalenza
È riferito agli aspetti metodologici dell’insegnamento (metodi – conduzione – stili
d’insegnamento).
Metodo induttivo: come risoluzione dei problemi ++/ scoperta guidata +/ libera esplorazione °.
Metodo deduttivo: come l’assegnazione dei compiti ++/ misto +/ prescrittivo °
2. Principio della Multilateralità
È riferito agli aspetti didattici dell’insegnamento (contenuti – mezzi – organizzazione)
Come giochi – percorsi – circuiti – prove multiple.
CAPACITA’ di COORDINAZIONE IDEO – MOTORIA:
o es. quando si lancia o si tira un attrezzo, di solito una palla, verso un bersaglio. Prima di
eseguire il gesto è necessario tracciare mentalmente la parabola ideale e dosare adeguatamente la forza da imprimere all’attrezzo,affinché questo raggiunga il bersaglio.
CAPACITA’ di COORDINAZIONE SENSO – MOTORIA :
o quando è necessario afferrare un oggetto con le mani. L’occhio deve percepire anticipatamente l’oggetto e la sua traiettoria.
CAPACITA’ di COORDINAZIONE SENSO – IDEO – MOTORIA:
o si manifesta quando l’atto della ricezione e del lancio coincidono.
Se ciò si associa allo spostamento globale del corpo si ha:
COORDINAZIONE SENSO MOTORIA DINAMICA :
1. rappresenta la risposta motoria volontaria ad uno stimolo sensoriale.
LA PROPRIOCEZIONE:
è la consapevolezza corporea caratterizzata dal senso di posizione degli arti.
LA CINESTESIA:
è la sensazione del movimento articolare e dell’accelerazione.
Il senso propriocettivo proviene da tre tipi di recettore che segnalano la posizione statica di un
arto,la velocità e la direzione del suo movimento.
1. Il fuso neuromuscolare informa il SNC sia sulla lunghezza sia sulla velocità di variazione
del muscolo;
2. L’organo tendineo del Golgi informa il SNC sulla tensione del muscolo;
3. I recettori articolari che rispondono a differenti angolazioni e alla pericolosità di angolazioni estreme dell’articolazione.
PROCESSO FEED-FORWARD:
responsabile dell’attività di preparazione del muscolo (prima del gesto)
PROCESSO FEED-BACK:
continua regolazione motoria per via riflessa ( durante il gesto ).
Il tempo utile per avvalersi del feedback visivo è di 190-260ms,
quello per il feedback propriocettivo di 120-125ms.
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I giochi sportivi Così i movimenti ciclici,come la corsa,possono essere controllati dalla vista durante
l’esecuzione,mentre movimenti aciclici (es.la schiacciata nella PV),che possono durare anche
100ms,vengono appresi per prove ed errori,con correzione dopo l’esecuzione.
LA LATERALITA’: uno degli aspetti fondamentali che riguarda i processi di apprendimento
motorio è costituito dalla lateralità dell’individuo.
La lateralità può essere definita come la stabilizzazione dell’orientamento del proprio universo
vissuto.
È l’abilità che consiste nel saper effettuare un certo movimento con le parti destra e sinistra del
corpo,singolarmente o alternativamente.
LATERALIZZAZIONE
Consiste nella specializzazione in funzioni diverse,grazie alla dominanza,per cui un lato del corpo effettua la parte principale del movimento,mentre l’altra collabora.
La differenza principale tra lateralità e lateralizzazione è che nella prima non c’è un arto guida
nel movimento,nella seconda si.
BILATERALITA’
(nelle 2 forme simmetrica e separata) è l’abilità nell’ effettuare il movimento con i due diversi arti
(per es. afferrare).
La forma simmetrica matura prima:nella quale gli arti omologhi intervengono contemporaneamente.
Poi la forma separata,nella quale vengono utilizzati i singoli arti separatamente.
La lateralizzazione si sviluppa in senso cefalo – caudale,come tutte le funzioni nervose.
Perciò,prima si sviluppa la lateralizzazione della mano,poi quella del tronco ed infine quella del
piede.
La PERSISTENZA PERCETTIVA
È la capacità dell’atleta di essere costante nella sua interpretazione quando osserva lo stesso
“tipo di palla”. La P.P. interviene nella coordinazione oculo – manuale in modo da inserire la palla in una certa classe,a cui corrispondono certi comportamenti oculo motori.
Essa contribuisce quindi ad anticipare le soluzioni motorie,prima del contatto diretto con la palla.
È noto che l’emisfero sinistro della corteccia cerebrale è in connessione motoria e sensitiva con
la parte destra del corpo,e viceversa.
Gli emisferi cerebrali si distinguono uno dall’altro dal punto di vista funzionale.
EMISFERO DESTRO: gestisce i dati SPAZIALI (forme – proporzioni – arti figurative )
i dati TEMPORALI
attività creative –artistiche e intuitive
EMISFERO SINISTRO: controlla i movimenti di SCRITTURA
Presiede operazioni LINGUAGGIO – CALCOLO –
PENSIERO ASTRATTO
Contenuti logici e analitici
• Lateralità funzionale:comprende la capacità di prestazione motoria più elevata con un
piede o con una mano
• Lateralità sensoriale: si intende la dominanza di un occhio o di un orecchio
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I giochi sportivi Lateralità nella rotazione:L. nel senso di rotazione (asse verticale)
L. nel lato di rotazione(asse sagittale)
Si possono schematizzare i movimenti utilizzati nella pallavolo in relazione al coinvolgimento dinamico dei sistemi di lateralizzazione.
1. Asimmetrici dominanti ( servizio – attacco – alcune tecniche difensive)
2. Asimmetrici bilaterali ( movimenti arti inf. – arti sup. nella difesa e nel muro a 1 mano)
3. Simmetrici assiali
( arti inf. nel salto da fermo a piedi pari –
palleggio-bagher-difesa-muro)
4. Simmetrici laterali
( bagher laterale di ricezione e difesa – muro laterale –
tipologie di palleggio).
EQUILIBRIO
L’equilibrio è la capacità di mantenere la giusta posizione nello spazio,in ogni istante ed in ogni
movimento.
L’equilibrio è anche la capacità di ristabilire,nel più breve tempo possibile,tali condizioni nel caso in cui una forza esterna sia intervenuta a modificare lo stato iniziale.
Gli organi preposti sono:
Ø analizzatori esterocettivi (acustico – visivo - tattile)
Ø analizzatori propriocettivi (cinestesico e statico-dinamico)
L’apparato vestibolare registra i movimenti statico-dinamici del corpo nello spazio e della testa
rispetto al corpo,attraverso
Ø il labirinto statico (utricolo e sacculo contenenti nel fondo dei sali minerali che si depositano seguendo la statica del corpo) questi organi otolitici sono sensibili alle accelerazioni lineari positive o negative.
Ø il labirinto cinetico ( 3 canali semicircolari ortogonali fra di loro contenenti l’endolinfa che
segue i movimenti del capo e ne registra qualsiasi angolatura nello spazio) che sono sensibili, invece, alle accelerazioni angolari o rotatorie.
Equilibrio si distingue in:
1. eq. Statico
2. eq. Dinamico
3. eq. Statico – Dinamico
4. eq. In volo
REAZIONE POSITIVA di SOSTEGNO o IMPULSO d’URTO ESTENSIVO
È un meccanismo che determina l’attitudine posturale.
Consiste nel riflesso miotatico (polisinaptico – segmentale) coinvolto in un complesso gioco funzionale dei muscoli estensori con i flessori degli arti,in modo da trasformarlo in una struttura capace di sostenere il corpo.
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I giochi sportivi L’origine di questo stiramento sta nello stiramento che avviene,in seguito a pressione sulla pianta dei piedi, nei muscoli della zona,con conseguente contrazione simultanea di tutti i muscoli
degli arti.
®IMPORTANTE: nell’attività monopodalica su tavoletta basculante l’atleta usa 3 strategie:
o propriocettiva visiva (quando tronco e capo sono fermi)
o vestibolare ( la testa è sottoposta a continue accelerazioni e decelerazioni)
o compenso degli arti superiori(utilizzata da atleti in cui la strategia vestibolare è poco efficiente).
I massimi risultati si ottengono utilizzando la prima strategia, cioè quando l’articolazione tibiotarsica è l’unica articolazione attiva.
Nella motricità caratteristica della Pv si deve abituare l’atleta alla ricerca dell’equilibrio limitando
l’attività di compensazione degli arti superiori in quanto questi ultimi nei momenti di criticità
dell’equilibrio sono impegnati nella fase di cambio di direzione dell’attrezzo ed ogni perturbazione può influire negativamente sulla qualità delle tecniche
L’ancoraggio dello sguardo ad un bersaglio deve essere garantito nonostante i movimenti della
testa. I meccanismi fisiologici sono di natura riflessa.
I MOVIMENTI OCULARI:
I movimenti oculari possono essere distinti in 2 categorie:
1. coniugati sotto il controllo del sistema di versione
2. disconiugati sotto il controllo de sistema di vergenza
Il sistema di versione è diviso in 4 sottosistemi:
a. movimento saccadico
b. movimento ad inseguimento lento
c. riflesso vestibolo – oculare
d. riflesso ottico - cinetico
a. E’ un movimento oculare rapido volontario. Il suo scopo è di portare sulla fovea
l’immagine di oggetti di interesse che compaiono sulla periferia della retina.
b. Ha la funzione di mantenere sulla fovea l’immagine di un oggetto in movimento.
c. Conserva costante la posizione dello sguardo durante i movimenti del capo.
d. Si manifesta dallo scorrere dell’immagine sulla retina causato dal movimento della scena
visiva ( es. il viaggiatore che si sposta in treno ad alta velocità e guarda fuori dal finestrino).
Il sistema di vergenza è diviso in 2 tipi:
1. Fusione : quando l’immagine di un oggetto cade nei 2 occhi in posizioni retiniche differenti
2. Accomodazione : indotto da una riduzione di nitidezza dell’immagine
SISTEMA OCULO CEFALO GIRO
Il capo è come il timone del nostro corpo,ha la centralizzazione di importanti riflessi motori sulla
cui base si orientano gli arti.
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I giochi sportivi Questo sistema integra un insieme di vie nervose in modo tale che si generino riflessi immediati
governati direttamente dalla corteccia.( es. posso contemporaneamente guardare di lato e ruotare il capo dalla stessa parte,oppure guardare in alto ed estendere il capo o guardare in basso
e fletterlo).
Questo sistema detto oculo giro concerta i vari movimenti oculari di 3 nervi cranici:
il 3° n. oculo motore
il 4° n. trocleare
il 6° n. abducente
Questo sistema che comporta i movimenti degli occhi si collega con i centri vestibolari che informano sulla posizione del capo e con Il 11° n. accessorio che innerva il m. sternocleidomastoideo e trapezio,rotatori flessori ed estensori del capo.
Il movimento umano è un fenomeno che si svolge contemporaneamente nel
nel TEMPO : durata e strutturazione temporale
e nello SPAZIO : forma e ampiezza
PERCEZIONE TEMPORALE: la percezione del trascorrere del tempo
( secondi – minuti – ore – giorni – settimane – mesi – anni )
RITMO : lo si considera come una organizzazione e strutturazione di fenomeni che si svolgono
nel tempo.
Si distinguono in 2 forme:
1. Aspetto QUANTITATIVO : cadenza,
la DURATA studia il tempo ( e parti di esso) relativo allo svolgersi del fenomeno.
Altre Caratteristiche: intensità – pause – accentuazione.
2. Aspetto QUALITATIVO : la struttura ritmica,
quando 2 fenomeni,aventi ciascuno una propria durata,si succedono,essi sono percepiti
come una forma d’insieme avente una organizzazione interna o struttura ritmo.
SINCRONIZZAZIONE SENSO – MOTORIA:
Vi è sincronizzazione senso-motoria quando ad una serie di stimoli sonori periodici ( cadenza)
si giustappone una realizzazione motoria corrispondente.
Non è il prodotto di un’associazione fra stimoli e risposte ma
È la conseguenza dell’unione di 2 fenomeni uno di origine sensoriale, l’altro motorio.
Per CAPACITA’ COGNITIVA si intendono le qualità connesse alla comprensione – al controllo e
alla modificazione delle situazioni di vita in funzione dell’adattamento del soggetto all’ambiente
e della risoluzione dei problemi.
1. Attenzione
2. Memoria
3. Percezione
4. Comprensione
5. Analisi
6. Riflessione
7. Elaborazione
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I giochi sportivi Gli atleti devono essere stimolati,non solo a svolgere gli esercizi, ma anche a percepire,ad analizzare, a ricordare,ad anticipare, a programmare, a valutare i risultati e a saperli utilizzare.
Inoltre,essi dovranno saper gestire il livello ottimale di attenzione e soprattutto dovranno essere
motivati,perché la motivazione è l’elemento centrale del gesto:un livello di motivazione non
adeguato fa scadere l’attenzione e la programmazione, e dunque tutta l’azione.
TEMPO di LATENZA (TL)
Dell’ordine di 200 - 300ms esso è definibile come il tempo trascorso dallo stimolo all’inizio della
risposta.
La RAPIDITA’ DELL’AZIONE(RA)
è invece il tempo dell’azione,che dipende dalla tecnica, dunque da fattori prevalentemente
coordinativi: coordinazione oculo – manuale coordinazione oculo – podalica
oltre che dalla forza rapida e dalla mobilità articolare(fattore limitante il gesto).
Il TEMPO DELLA RISPOSTA(RM)
Va dallo stimolo al compimento dell’atto.
RM=TL+RA il tempo della risposta motoria è uguale alla somma del tempo di latenza e del valore della rapidità dell’azione.
® il tempo di latenza varia se si tratta di una reazione semplice o complessa.
Ø Per reazione semplice sì intende la risposta nota ad uno stimolo noto
(es. la partenza del velocista al colpo dello starter)
Ø Per reazione complessa si intende una risposta motoria non determinata in anticipo,ad
uno stimolo che non è noto in precedenza.
E’ tipica degli sport di squadra e dipende dalla capacità di anticipazione e dalle esperienze motorie acquisite.
TRAIETTORIE
Particolare attenzione va attribuita allo studio e all’insegnamento della teoria della traiettoria, in
quanto appare evidente l’importanza che questa riveste nel gioco.
La motricità richiesta nella pallavolo infatti è finalizzata all'intervento sull'attrezzo palla che raggiunge ad alti livelli la velocità di 100 km/h.
A questo proposito è bene ricordare che un pallone a tali velocità impiega circa 3/10 di secondo
ad arrivare a terra.
Considerando che il giocatore deve effettuare delle scelte tecniche e tattiche prima di colpire il
pallone, risulta scontato che tutto ciò che potrà favorirlo nel prevedere il punto di intervento unito alla capacità di percepire lo spazio e il proprio corpo nello spazio diventano determinanti al
risultato finale.
L'intervento sulla palla da parte dell'atleta, infatti, è solamente il risultato finale di tutta una serie
di elaborazioni che il nostro corpo compie e che sono invisibili.
Gli stimoli che provengono dal mondo esterno vengono infatti percepiti, analizzati ed in seguito
elaborati dal sistema nervoso centrale per dare il via al treno di impulsi che generano il movimento di risposta.
Proviamo a mettere in relazione questi concetti con la teoria delle traiettorie.
E' consigliabile che i giovanissimi imparino e applichino le fasi in cui possiamo dividere una
traiettoria semplice come quella di un palleggio.
21
I giochi sportivi Le fasi principali sono tre:
1) Fase di analisi
2) Fase di spostamento
3) Fase di attesa e intervento
1) La fase di analisi si divide a sua volta in due parti:
a) quella di osservazione di chi interviene sul pallone
b) quella della prima fase della traiettoria vera e propria
a) Osservare attentamente il compagno o l'avversario nelle modalità di intervento fornisce una
ricca serie di notizie:
1. occorre valutare il tipo di tecnica scelto;
2. sapere se la ricerca della posizione di intervento è stata corretta;
3. se il punto di impatto con l'attrezzo è troppo avanti o troppo dietro,
laterale rispetto all'asse del corpo;
4. valutare la spinta fornita all'attrezzo,
5. l'angolazione di spinta.
Facendo anche ricorso alle conoscenze che si hanno di intervenire è possibile stabilire alcune
caratteristiche importanti della traiettoria che assumerà il pallone.
b) La prima parte della traiettoria completerà il quadro delle notizie che aiuteranno a identificare
il più velocemente possibile il tipo di traiettoria e quindi il punto di caduta dove occorrerà spostarsi.
Le valutazioni che si dovranno effettuare saranno riguardo alla velocità del pallone, alle sue angolazioni sia sul piano sagittale che sul piano trasversale.
Durante questa fase l'atleta, inoltre, dovrà scegliere il tipo di spostamento da eseguire.
2) Nella seconda fase la tecnica di spostamento sarà quindi adeguata alle valutazioni effettuate.
Il periodo che essa durerà dovrà consentire l'esecuzione della fase di attesa.
Inoltre, l'atleta sceglierà la tecnica di intervento che eseguirà sull'attrezzo e continuerà ad arricchirsi, durante lo spostamento, di valutazioni sempre più precise relative al punto di caduta del
pallone.
3) La fase di attesa riveste particolare importanza in quanto fornisce il tempo di operare scelte
tattiche e consente di assumere la posizione di migliore equilibrio, di effettuare l'intervento senza affanni;
tutto questo a vantaggio della precisione e della tattica sia individuale che di squadra.
Divisione delle traiettorie e motricità generale :
Una prima analisi della struttura della traiettoria può essere fatta in modo molto semplice utilizzando esercitazioni con la palla che rotola, per poi passare a quelle con la palla che rimbalza
per finire con quella che vola.
La struttura dell'esercizio del seguente esercizio può dare il via ad una serie di altre esercitazioni:
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I giochi sportivi A fa rotolare la palla B che corre e deve bloccare la palla in posizioni diverse prima che raggiunga un determinato punto. Queste esercitazioni possono essere effettuate anche con palla
che rimbalza.
In un palleggio a coppie lo spostamento è minimo e solitamente corrisponde a piccoli aggiustamenti della perpendicolarità sotto alla palla; soprattutto il tempo che impiega l'attrezzo fra andata e ritorno non viene diviso. Ma la pallavolo nella sua realtà impone ai giocatori dei rapidi spostamenti e dei recuperi di posizione continui, per cui, per riportare nella seduta d'allenamento
queste situazioni occorre insegnare a suddividere il tempo in due e talvolta anche in tre frazioni.
Suddivisione in tre tempi.
T1: il tempo necessario per compiere il primo spostamento e raggiungere la posizione di caduta
della palla. Lo si fa coincidere con la parte ascendente della traiettoria della palla e dando
l’indicazione che lo spostamento deve avvenire durante questa prima parte.
T2: è nella situazione più semplice,il tempo che intercorre tra la fine del primo spostamento e il
momento in cui tocchiamo la palla. Viene fatto coincidere inizialmente con la fase discendente
della traiettoria e deve essere utilizzato dall’atleta per svolgere compiti di osservazione e di controllo della motricità sia propria che del compagno.
In situazioni complesse,è il tempo disponibile per effettuare un secondo spostamento prima che
il pallone tocchi terra.
T3: ha come caratteristica costante quella di essere sempre brevissimo,potendo corrispondere
al terzo spostamento resosi necessario perché il comportamento del giocatore avversario è stato diverso da quello previsto e che ci si era predisposti ad affrontare oppure lo spostamento necessario ad intercettare una palla che ha subito una deviazione improvvisa durante la sua traiettoria ( deviazione del muro).
La percentuale maggiore delle situazioni ha come suddivisione i due tempi;
occorre quindi automatizzare dapprima questo tipo di situazione fornendo anche le corrette tecniche di spostamento.
Questi esercizi mostrano la suddivisione del tempo in 2, perché ad es. l'atleta (c), mentre la palla percorre il tratto ascendente si sposta lateralmente e durante il tratto discendente l'allievo ritorna nella posizione di partenza.
Da questo esercizio base è possibile dare proposte legate all'obiettivo dell'allenamento o dei vari fondamentali da eseguire ricercando quindi la giusta tecnica di esecuzione.
Queste esercitazioni però non sono perfettamente rispondenti alla realtà della pallavolo, sono
tuttavia fondamentali per l'allenamento dell'osservazione e della capacità di anticipo.
Conclusioni:
1.
Per apprendere in modo corretto i fondamentali non è possibile prescindere dalla conoscenza e dall'allenamento delle traiettorie.
2.
Per migliorare la capacità di anticipo è necessario conoscere le tecniche, le tattiche e le
strategie di gioco. Un atleta "colto" di pallavolo è la migliore garanzia per avere giocatori completi.
3.
La capacità di osservazione, e di elaborazione tattica sono allenabili.
4.
Tutte le attività di gioco che prevedono la valutazione di traiettorie sono utilissime e molto
motivanti per i giovani. Palla avvelenata, palla rilanciata a 1 e anche a 2 palloni contemporaneamente per creare variabili tattiche diminuendo il tempo di percezione ed elaborazione
5.
Le esercitazioni relative alle traiettorie devono essere impostate fin dal minivolley seguendo una progressione dell'attrezzo palla, prima che rotola, poi rimbalza ed infine vola.
23
I giochi sportivi 6.
Gli spostamenti devono essere effettuati durante la fase ascendente della traiettoria.
TRAIETTORIE
Lo spazio orizzontalmente percorso dal CG della PALLA durante il volo viene chiamato
GITTATA
A parità d’intensità di v1 la gittata è max per α=45°
Ovviamente , a parità di α,la gittata aumenta all’aumentare di v1.
La gittata è maggiore,se l’altezza del rilascio è maggiore di quella finale; viceversa,è minore nel
caso contrario.
Il tempo di volo è la somma del tempo impiegato dal pallone per giungere all’apice del volo e
del tempo impiegato dall’apice del volo all’impatto con il giocatore.
Per una stessa altezza di distacco quanto maggiore è v1,tanto più l’angolo α necessario per ottenere la max gittata si avvicina a 45°.
FATTORI DELLA TRAIETTORIA
I principali fattori che determinano la traiettoria del pallone sono:
o La velocità
o L’altezza
o L’angolo di rilascio
o L’azimut al rilascio (l’angolo compreso tra la direzione della velocità della palla ed il bersaglio visti dall’alto)
o Resistenza dell’aria (trascurabile)
o La rotazione della palla (effetto Magnus)
Per ogni data distanza di passaggio,la velocità di rilascio e l’angolo dello stesso sono interdipendenti.
Innalzando l’altezza di rilascio,diminuisce l’angolo di rilascio richiesto per la minima velocità di
rilascio.
Inoltre, per ogni specifico angolo di rilascio,la velocità di rilascio deve aumentare al’aumentare
della distanza dal bersaglio.
L’angolo di rilascio influenza la distanza percorsa dal pallone sia in senso orizzontale che in
senso verticale.
Con un angolo di lancio di 45° la componente orizzontale e quella verticale sono uguali:è quindi
ottimale per ottenere le maggiori distanze (gittate) orizzontali,ma solo quando il punto di lancio e
quello di arrivo sono sullo stesso livello.
Se quest’ultimo si trova più in basso,bisogna usare un angolo inferiore a 45°
TECNICA: EVOLUZIONE
Gli arti superiori subiscono una variazione importante cioè l’angolo di flessione tra braccio e
avambraccio è più aperto e la posizione del segmento braccio deve essere quasi perpendicolare all’articolazione scapolo – omerale.
L’atleta deve quindi imparare a gestire lo spazio – tempo in maniera diversa durante
l’intercettazione e , nel cambio di direzione della palla, deve intervenire con angoli diversi (più
aperti) degli arti inferiori e soprattutto con interventi più dinamici dell’articolazione tibio – tarsica.
24
I giochi sportivi In riferimento al cambio di direzione,essendo gli arti superiori poco flessi,la spinta della palla
deve essere principalmente a carico delle dita della mano.
Le prime tre dita di ciascuna mano (pollice – indice – medio) servono essenzialmente per la
spinta,anulare e mignolo per la direzione
Per questo motivo è bene eseguire alcune esercitazioni di palleggio con le prime tre dita o due
dita.
IL PALLEGGIO: FINALITA’ DEL GESTO – ANALISI METODOLOGICA
1. Per una prima correlazione neuromuscolare dell’atleta con la palla un lavoro di potenziamento neuromuscolare individuale;
2. Per abituare i movimenti dell’atleta al timing della traiettoria parabolica (cosa deve fare nella
prima parte della traiettoria o nella seconda);
3. Per sviluppare la motricità generale e specifica degli arti inferiori:
Ø concetto di accelerazione e decelerazione,
Ø posizioni asimmetriche e simmetriche degli arti inferiori,
Ø cambi di direzione con passi speciali nella fase di intercettazione correlate alle varie posizioni del baricentro e della palla
Ø miglioramento della risposta neuro funzionale da parte dell’arto inferiore non dominante.
4.
5.
6.
7.
Per una palla d’appoggio.
Per inviare palloni non gestibili con il colpo d’attacco nel campo avversario.
Per la costruzione del gioco da parte del costruttore o di un altro giocatore, se necessario.
Per la ricezione del servizio (floating:in salto o con i piedi a terra).
La pallavolo,come in tutti i giochi sportivi, l’azione è regolata dall’integrazione fra le caratteristiche spazio-temporali del gioco e la fase d’intercettazione e cambiamento di direzione della palla.
Nella pallavolo questi fattori sono d’importanza primaria per i seguenti motivi:
1. la superficie ridotta del campo da gioco e la sua ulteriore suddivisione,determinata
dall’organizzazione tattica del gioco,costringono l’atleta ad operare in uno spazio
d’intervento relativamente ristretto;
2. ll fattore tempo, determinato dalle caratteristiche della traiettoria e dalla velocità della
palla,obbliga l’atleta ad effettuare spostamenti in brevissimi lassi di tempo;
3. la fase d’intercettazione e di cambiamento di direzione dell’attrezzo sono coincidenti, non
vi sono, infatti, momenti di gioco in cui l’atleta intercetta – trattiene – effettua il passaggio.
La fase intermedia (trattiene) non esiste,quale che sia il livello di abilità del giocatore e
della squadra.
Il SISTEMA di ACCELERAZIONE e DECELERAZIONE (A /D)
Il sistema di accelerazione e decelerazione e i controllo verticale del capo risultano essere
componenti fondamentali per il successo in qualsiasi programma di apprendimento e di produzione delle abilità motorie.
Nella metodologia e didattica del lavoro si considera importante che intercettazione e cambio di
direzione siano spesso programmate in maniera separata:
alcune gestualità della pallavolo è necessario iniziarle con l’intercettazione,altre gestualità si
possono strutturare tenendo presente sin dall’inizio il cambio di direzione dell’attrezzo.
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I giochi sportivi I percorsi didattici dell’intercettazione e del cambio di direzione della palla,anche se dal punto di
vista metodologico possono nascere separatamente devono avere comunque come obiettivo la
fusione delle due programmazioni.
Nella gestualità generale e specifica della pallavolo,gli interventi neuromuscolari vengono programmati in parallelo.
Nel modello di prestazione della pallavolo le singole azioni di gioco hanno una durata media di
4-6 secondi. Da ciò si evince che la caratteristica del singolo intervento individuale non supera
mai il lasso di tempo di 1,5 – 4 secondi. Per cui il concetto di velocità assume un significato diverso nel quale la fase di decelerazione acquista rilevanza notevole.
In questo contesto la velocità diviene uno dei componenti neurofisiologici della rapidità (osservazione – risposta).
Nella pallavolo l’utilizzazione di sistemi A-D avviene sempre in correlazione con le traiettorie
prodotte dalla palla. Il punto di contatto con la palla è infatti il punto dove si congiungono due
traiettorie:quella della palla e quella dell’atleta.
Questa capacità di far coincidere due traiettorie è in realtà un problema di non semplice soluzione motoria che implica:
Ø la capacità di lettura della traiettoria della palla
Ø l’adeguamento spazio- temporale dei movimenti dell’atleta.
Nella pallavolo la lettura della traiettoria è strettamente legata alle fasi di Intercettazione e cambio di direzione della palla. Nella fase di intercettazione è prevalente la lettura della traiettoria, la
fase di cambio di direzione della palla, è invece caratterizzata dalla capacità di produrre traiettorie.
La forza di gravità determina una decelerazione della palla nella fase ascendente della traiettoria e un’accelerazione nella fase discendente della traiettoria.
La traiettoria del baricentro dell’atleta,invece, subisce un’accelerazione nella prima parte e una
decelerazione nella seconda parte. Questa inversione del segno dell’accelerazione tra le due
traiettorie costituisce un problema per l’atleta che deve essere quindi aiutato a risolvere.
Esistono diverse tipologie di traiettorie che la palla può produrre:
verticali,orizzontali,paraboliche.
In più esistono traiettorie tese,solitamente discendenti,che caratterizzano le tecniche di attacco
e di servizio in salto.
Il tipo di traiettoria è determinato dalla velocità iniziale della palla e l’angolo di uscita della stessa. Una volta in volo la traiettoria della palla,seguendo la legge dei proiettili,non è modificabile
se non da interventi esterni.
Nella Pallavolo ogni azione fa parte di una sequenza temporale di situazioni,per cui è sempre
possibile riconoscere,rispetto al momento considerato,
un prima –durante – dopo.
I tre fattori descritti sono le componenti di questa sequenza.
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I giochi sportivi Ø Il PRIMA è costituito dai movimenti di traslocazione del giocatore basati sull’azione degli
avversari e sulla disposizione tattica della propria squadra con lo scopo di anticipare l’attacco,trovandosi nella posizione migliore per intercettare l’attrezzo.
Ø Il DURANTE è costituito dalla fase d’intercettazione/cambiamento di direzione della palla
ed, anche in questo momento l’abilità dell’atleta consiste nel porre le sue competenze tecnico coordinative al servizio della tattica di gioco della propria squadra.
Ø Il DOPO, consiste nel seguire attivamente lo svolgimento dell’azione,occupando una posizione determinata da precise coordinate spazio –temporali e coerente con il modulo tattico realizzato in quella situazione.
Da questa descrizione emerge in maniera precisa come il movimento che viene richiesto al giocatore di pallavolo sia sempre un movimento tattico,che risulta oltre che dalla costituzione e dalla condizione dell’atleta,dalla integrazione tra:
a) caratteristiche tecnico – coordinative
b) pensiero tattico.
Con quest’ultimo termine si intende l’abilità a formulare a livello cognitivo un numero finito di
possibili risposte motorie atte a prevedere e ad anticipare le situazioni di gara.
Un’azione tattica efficace si fonda sulla capacità di anticipazione mentale e ciò è fondamentale
nella pallavolo,in quanto pur fornendo gli atleti azioni di risposta rapide,queste,senza anticipazione,non sarebbero sufficienti per eseguire gli spostamenti necessari nel tempo a disposizione.
Infatti spesso, la velocità di volo dell’attrezzo, supera la velocità di spostamento dell’atleta.
Invece,prevenendo la situazione di gioco ed anticipandone,in questo modo,la soluzione,è possibile trovarsi sulla traiettoria della palla prima ancora che l’azione sia terminata.
L’atleta riceve informazioni relative alla azione della squadra avversaria principalmente attraverso il SISTEMA VISIVO ed analizza immediatamente la situazione di gioco.
Confronta inoltre le informazioni che sta raccogliendo con le informazioni memorizzate relative
agli avversari.
In questa fase utilizza lo schema di ricordo che gli permette di inserire i segnali che sta osservando nella globalità di un’azione che si sta ancora sviluppando.
Grazie a questo lavoro mentale il giocatore conosce quale sarà la soluzione d’attacco che deve
affrontare prima che questa sia avvenuta e fornisce una risposta logica al compito tattico.
L’atleta è ora in grado di effettuare il movimento tattico prima che l’azione avversaria sia conclusa e d’intercettare/cambiare di direzione alla palla.
Successivamente il giocatore valuta la propria risposta attraverso :
a) lo schema di riconoscimento
b) l’accettore dei risultati d’azione.
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I giochi sportivi Due sistemi che svolgono entrambi la stessa funzione,come responsabili della produzione della
risposta di valutazione,realizzata per mezzo del confronto tra programma memorizzato e risultato reale dell’azione.
(dallo storico virtuale allo storico reale).
IL PROCESSO di valutazione segue due vie principali a seconda che la risposta sia corretta
o sbagliata.
La PRIMA : la situazione migliore, analisi più semplice e conduce alla ulteriore conferma sia del
programma di elaborazione dell’informazione che della risposta motoria realizzata.
Nella SECONDA eventualità si tratta invece,di analizzare il tipo di errore per poter effettuare le
correzioni necessarie.
E’ possibile distinguere fra:
a) errori nella selezione della risposta
b) errori di esecuzione.
L’errore di selezione è determinato dalla scelta della risposta da parte dell’atleta ed è composto
da due sottotipi principali:
1. il 1° errore si riferisce a quando il giocatore seleziona uno schema di risposta sbagliato;
ad esempio deve muoversi a destra ed invece è andato a sinistra,oppure è stato fermo
mentre avrebbe dovuto coprire il muro;
2. il 2° errore di selezione avviene quando l’atleta ha selezionato il movimento appropriato(ad esempio per eseguire una schiacciata), ma lo schema spazio temporale si rivela
sbagliato. Infatti le decisioni relative a quando e dove colpire la palla così come tutte le
contrazioni muscolari necessarie devono essere stabilite in precedenza e, in questo caso,l’atleta ha commesso un errore perché ha selezionato uno schema di risposta sbagliato.
La correzione dell’errore in questi casi, necessita della formazione di un nuovo programma motorio e dell’abbandono di quello precedente,che non ha consentito il raggiungimento
dell’obiettivo.
Generalmente durante l’esecuzione di movimenti rapidi,come avviene nel caso della pallavolo,non è possibile modificare il programma; l’atleta commette quindi l’errore e solo al termine del
movimento può selezionare una nuova risposta.
L’altro tipo di errore è relativo all’esecuzione sbagliata di una risposta.
Il programma motorio prescelto è corretto, ma ad esso non corrisponde un adeguato livello di
contrazione dei muscoli. Nella vita quotidiana lo si sperimenta quando alzando un oggetto che
si pensa essere molto pesante e che si rivela, al contrario, leggero, lo si solleva molto più in alto
di come si era programmato.
La correzione di un errore di esecuzione di una risposta non richiede la formazione di un nuovo
programma,è sufficiente, infatti, che il sistema motorio si adatti alle esigenze non previste della
situazione. Ciò implica che la correzione possa essere eseguita durante lo svolgimento stesso
dell’azione.
La tabella 1 riassume le principali differenze che distinguono la correzione di errori nella selezione e nell’esecuzione di un programma motorio.
CARATTERISTICHE
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SELEZIONE
ESECUZIONE
I giochi sportivi Tempo richiesto per iniziare una correzione
E’ necessario un nuovo obiettivo
spazio – temporale?
E’ necessario un nuovo programma?
E’ richiesta attenzione?
Numero delle possibili correzioni operabili
simultaneamente
Effetto prodotto dall’aumento del numero
degli stimoli alternativi
(Legge di Hick)
120 – 200 ms
SI
30 – 50 ms
NO
SI
NO
SI
SI
NESSUNA
MOLTE
AUMENTO DEL
TEMPO
DI CORREZIONE
NESSUNO
Da questa tabella emerge che il tempo per iniziare una correzione è diverso;
negli errori di selezione è di 120 – 200 ms, mentre negli errori di esecuzione è di 30 -50 ms.
Inoltre, negli errori di selezione è necessario formare un nuovo obiettivo spazio – temporale,mentre negli errori di esecuzione viene mantenuto lo schema d’azione originale.
Sappiamo anche che per selezionare ed iniziare un nuovo programma motorio (necessario
negli errori di selezione) è richiesta attenzione e consapevolezza e che questo interferirà con altri processi cognitivi presenti in quel momento;
quindi può essere eseguita solo una correzione alla volta.
Al contrario, la correzione degli errori di esecuzione è effettuata da meccanismi automatici che
non ostacolano l’attività cognitiva presente in quella fase e molte di queste correzioni possono
essere fatte alo steso tempo senza interferenza.
La LEGGE DI HICK si applica nella correzione degli errori di selezione: aumentando il periodo
di latenza cresce il numero di correzioni possibili.
(TEMPI DI REAZIONE PIU’LUNGHI DERIVANO DA UN MAGGIOR NUMERO DI ALTERNATIVE STIMOLI – RISPOSTA)
Infine,è possibile evidenziare un terzo tipo di errori:
Ø di strategia o di tattica
In questo caso, s’intende per errore la scelta poco appropriata delle finalità di un piano d’azione.
Un esempio ricorrente nella pallavolo lo si ricava da tutte quelle occasioni in cui l’alzatore ripete
una serie di volte consecutive lo stesso schema di gioco, che viene murato continuamente dalla squadra avversaria.
Non si tratta di un errore di selezione della risposta,perché il programma viene realizzato correttamente, ma è un errore di ordine superiore, la situazione di gioco non è stata analizzata correttamente e si compie perciò, un errore tattico.
Apprendere in un contesto situazionale significa integrare lo sviluppo degli elementi tecnico –
coordinativi con il parallelo potenziamento dl sistema di elaborazione dell’informazione
dell’atleta.
Di quest’ultimo sistema fanno parte specifici processi cognitivi quali la:
Ø LA PERCEZIONE
Ø L’ATTENZIONE
Ø LA MEMORIA
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I giochi sportivi La PERCEZIONE è alla base del processo di elaborazione. Interessa sottolineare come l’uso
dei diversi canali percettivi vari in maniera individuale, per cui è importante che ogni atleta utilizzi tutti i suoi canali percettivi ed impari a servirsene simultaneamente.
Nella Pallavolo l’analizzatore ottico svolge un ruolo dominante rispetto agli altri, ma l’allenatore
deve ugualmente stimolare l’uso del sistema cinestesico ed uditivo dei propri giocatori.
Ciò si rende necessario per 3 motivi principali:
1. l’atleta si muove solo in base alla percezione di segnali esterni (informazioni che provengono dall’allenatore,dai compagni e dagli avversari), ma in questa fase utilizza la totalità
dei canali percettivi.
Ad es. nella ricezione si serve del canale visivo per osservare la battuta dell’avversario , del
canale cinestesico per raccogliere informazioni sulla posizione del proprio corpo e di
quello uditivo per ascoltare eventuali informazioni provenienti dai compagni e
dall’allenatore.
2. l’atleta corregge errori di carattere tecnico – coordinativo sia per mezzo d’informazioni a
lui esterne, che grazie al lavoro integrato dei canali percettivi.
Ad es. quando l’allenatore dice “stai basso” il giocatore ascolta, si osserva, si sente e si corregge.
3. la relazione allenatore-atleta migliora se nella presentazione di una nuova conoscenza
viene stimolato l’uso del maggior numero possibile di questi canali percettivi.
La multipercettività è senza dubbio una delle caratteristiche principali che contraddistingue la corretta presentazione dell’informazione nel rapporto allenatore-atleta;
quella che ne assicura la memorizzazione:
quanto + l’informazione risulta multi percettiva, maggiori saranno le probabilità di successo
nell’apprendimento.
Quando il giocatore ha percepito la situazione di gioco,deve dcidere se continuare a restare
consapevole di questi segnali.
Questo processo di presa di decisione richiede l’attenzione a ciò che si sta percependo.
L’ATTENZIONE è,quindi,un processo cognitivo per mezzo del quale il giocatore dirige e mantiene consapevolezza nei riguardi di stimoli percepiti tramite i canali percettivi.
Nella Pallavolo è richiesta una grande flessibilità dei processi attentivi: il giocatore deve essere
in grado di selezionare in maniera efficace alcune informazioni rispetto ad altre.
Vi sono 2 fattori che distinguono questo tipo di attività mentale a prevalente determinazione tattica dalle prestazioni tecnico – acrobatiche, di resistenza, di forza rapida :
1. è l’estrema variabilità delle situazioni da affrontare
2. è la relazione all’ampiezza e alla direzione dell’attezione.
In particolare, gli atleti di vertice sviluppano,rispetto a quelli di basso livello, una maggiore abilità
a mantenere il focus attentivo rivolto verso sé e verso l’ambiente senza confondersi, a restringere l’attenzione in funzione delle richieste situazionali e a trattare molte informazioni contemporaneamente.
RELAZIONE TRA ENERGIA PSICHICA E STRESS
MAX LIVELLO
ENERGIA PSICHICA
ZONA FLOW
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I giochi sportivi ANSIA RABBIA
EUFORIA FELICITA’
STRESS BASSO
STRESS ALTO
STANCHEZZA NOIA
MINIMO LIVELLO
ENERGIA PSICHICA
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RILASSAMENTO
SONNOLENZA
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