LA MUFFA GRIGIA L’AGENTE PATOGENO L'agente patogeno di questa malattia è un fungo: la Botrytis cinerea. IL PROCESSO D'INFEZIONE Questo fungo è un parassita che oltre alla vite attacca numerose altre specie vegetali. Il fungo forma degli organi di propagazione che vengono disseminati per vento e acqua (pioggia), invadono i tessuti vegetali penetrando attraverso lesioni, quindi germinano. Il tessuto vegetale invaso viene disgregato dall'attività di enzimi prodotti dal fungo. Sverna protetto nelle gemme o al di sotto della corteccia. La botrite per germinare necessita di una temperatura di 15°C (che risulta essere l’optimum, ma può germinare, seppure a diverse velocità, anche fra i 5° C ed i 30° C) e di almeno 15 ore di bagnatura "regola dei due 15". Piogge prolungate ed elevata umidità relativa sono condizioni ottimali allo sviluppo del patogeno. Solitamente la Muffa grigia è meno presente nei vigneti biologici rispetto a quelli convenzionali, perché il sistema di coltivazione li rende meno soggetti agli attacchi botritici (frequenti interventi con sali rameici che induriscono la buccia degli acini ed induriscono la buccia degli acini), diffuso inerbimento, concimazioni contenute . I SINTOMI La botrite attacca solo i tessuti verdi e ricchi d'acqua, non lignificati. L'attacco è tanto più grave quanto maggiore è l'umidità. Sintomo indicativo della malattia è il marciume. Ecco come si manifestano i sintomi sui diversi organi della pianta: - Foglie: attacchi quasi assenti, o di piccola entità. Solo in condizioni di umidità elevata, sulle foglie compaiono macchie clorotiche che poi imbruniscono e necrotizzano. Su di esse compare la caratteristica muffa grigia. - Germogli e tralci: in corrispondenza dei nodi compaiono delle tacche brunastre di pochi mm. I tralci si sfibrano. - Fiori: l'attacco del patogeno in prefioritura provoca il disseccamento dei grappolini, con successiva caduta. - Grappoli: gli acini vengono colpiti solo quando sono maturi, mai acerbi (la botrite, come già detto si sviluppa solo su organi ricchi d'acqua). La penetrazione e lo sviluppo del fungo all'interno dell'acino è favorito se su quest'ultimo sono presenti delle lesioni e se la buccia è molto sottile. Sull'area colpita si sviluppa la caratteristica muffa di colore grigio (conidi del fungo). Attacchi al peduncolo ne provocano la marcescenza, con conseguente distacco del grappolo. Si ha notevole perdita di prodotto e di valore commerciale. Alcune varietà risultano essere, per la particolare compattezza che caratterizza i loro grappoli, più sensibili rispetto ad altre come il Tocai, il Pinot, il Riesling, il Barbera, la Schiava, il Merlot, il Groppello. LA PREVENZIONE Diventano molto importanti innanzitutto alcune scelte pre-impianto quali: l'orientamento dei filari; la forma d'allevamento; il sesto d'impianto; la scelta del portinnesto e del clone. Lo sviluppo del fungo patogeno poi può essere contrastato tramite una serie di accorgimenti di tipo preventivo: - tenere inerbito il vigneto in modo che le grandi ed improvvise disponibilità di acqua vengano tamponate dal cotico erboso così che l’acino non si ingrossi repentinamente; - adottare tutte le pratiche colturali atte a sfavorire lo sviluppo del fungo, quindi che permettano una buona aerazione della vegetazione e dei grappoli e diminuiscano l'umidità relativa: orientamento dei filari, forma d'allevamento, potatura corretta, eliminazione delle foglie attorno ai grappoli. - evitare eccessive concimazioni, soprattutto quelle azotate, che rendono più suscettibili le piante agli attacchi del fungo. - impedire l'ingresso del patogeno nei tessuti evitando la formazione di ferite o lesioni di diverso tipo (da grandine, da oidio, fori di penetrazione negli acini dovuti a tignole). Quindi effettuare anche una efficiente lotta ad oidio e tignole. Aggiornamento: Dicembre 2009 Accedi al sito web dedicato al FEASR: Agricoltura e Sviluppo rurale - Politica di sviluppo rurale 2007-2013 Torna all’indice LA LOTTA Due sono i metodi di lotta alla Botrite: 1) Il primo prevede l’intervento chimico nelle fasi fenologiche della vite maggiormente a rischio che sono: - fine fioritura. - imminente chiusura del grappolo. Consigliato il trattamento. - invaiatura. - 3-4 settimane precedenti la vendemmia. 2) Il secondo prevede l’intervento chimico solo allorquando si verifica la regola dei due 15 (temperatura di 15°C e almeno 15 ore di bagnatura). Ma strategie più opportune potrebbero essere quelle proposte da alcuni autori che prevedono un utilizzo combinato di questi metodi operando un trattamento in pre-chiusura grappolo preventivo e poi seguire per il resto della stagione l'andamento climatico per valutare l'opportunità di effettuare altri interventi. Esperienze effettuate in Francia negli ultimi anni hanno messo in evidenza l'efficacia di un trattamento in fioritura che da solo, intervenendo sul patogeno in stato di latenza sui tessuti, riesce a raggiungere gradi d'azione intorno all'80%. Lotta integrata Non sono concessi più di due trattamenti l'anno che si consiglia di effettuare I) in pre-chiusura del grappolo II) 3-4 settimane prima della vendemmia se le condizioni climatiche lo rendono necessario. I principali fungicidi ad azione antibotritica ammessi dalla Misura 214 del P.S.R., nell’ambito quindi di una lotta di tipo integrato sono: Mepanipyrim (al massimo 1 intervento all’anno) Pyrimethanil (al massimo 1 intervento all’anno) Ciprodinil + Fludioxonil (al massimo 2 interventi all’anno) Boscalid (al massimo 1 intervento all’anno indipendentemente dall’avversità) Fenexamide Lotta biologica Il rame utilizzato solitamente contro la peronospora (riduce il vigore vegetativo e indurisce la buccia degli acini, proteggendo in parte dagli attacchi di botrite) e lo zolfo utilizzato contro l’oidio, contribuiscono al controllo della malattia. Il litotamnio si può utilizzare in quanto è un ottimo cicatrizzante. Tra i prodotti di maggiore efficacia vi sarebbe il Solfobenton (Solfiti+Bentonite) attualmente però non ammesso in agricoltura biologica in quanto lo zolfo è sotto forma di solfiti. Un effetto paragonabile può essere ottenuto trattando con una miscela di zolfo e bentonite polverulenti. La lotta biologica può anche essere effettuata con Bacillus subtilis, un batterio che in determinate condizioni ambientali ha la capacità di inibire lo sviluppo di infezioni a livello dell’apparato fogliare, favorendo uno stato generale di salute della pianta. Aggiornamento: Dicembre 2009 Accedi al sito web dedicato al FEASR: Agricoltura e Sviluppo rurale - Politica di sviluppo rurale 2007-2013 Torna all’indice