MACCHINE ELETTRICHE − Trasformatori− Stefano Pastore Dipartimento di Ingegneria e Architettura Corso di Elettrotecnica (IN 043) a.a. 2012-13 2 Introduzione • Trasformazione dell’energia elettrica da bassa ad alta tensione e viceversa con una macchina statica semplice e robusta, con rendimento elevato (dal 95% delle piccole al 99% delle grandi) • Energia elettrica prodotta dagli alternatori è elevata con un trasformatore elevatore per la trasmissione e abbassata con un trasformatore abbassatore per la distribuzione • Si compone di un nucleo magnetico di piccola riluttanza e quindi di elevata permeabilità, senza traferro. 3 Principi costruttivi • Le parti costituenti sono: – Nucleo: formato da un pacco di lamierini sottili ad elevata permeabilità isolati tra loro con il piano di laminazione parallelo alle linee di flusso – Uno o più avvolgimenti primari – Uno o più avvolgimenti secondari • Per problemi di isolamento e di raffreddamento si hanno trasformatori: – In aria – In olio – In resina 4 Schema del trasformatore monofase • • • • • • Nucleo in materiale ferromagnetico Flusso principale Φ Flussi dispersi Φd1 Φd2 Resistenze degli avvolgimenti R1 e R2 Niente perdite del ferro Alimentazione v1s(t) sinusoidale al primario • Carico zc al secondario 5 Flussi e f.e.m. • Flussi dispersi Φd1 = L d1 i 1 Φd2 = L d2 i 2 • Forza magneto-motrice N1 i1 + N2 i2 = RΦ • Forze elettromotrici dΦ e1 = − N1 , dt dΦ e2 = − N 2 dt 6 Modello circuitale del trasformatore • Le equazioni elettriche sono di1 v1 + e1 = R1i1 + Ld 1 dt di2 − v2 + e2 = R2i2 + Ld 2 dt • Passiamo ai fasori E1 = − jωN1Φ, E 2 = − jωN1Φ X d 1 = ω Ld 1 , X d 2 = ω Ld 2 V1 − jωN1Φ = R1I1 + jX d 1I1 − V2 − jωN 2Φ = R2 I 2 + jX d 2 I 2 7 Equazioni interne e esterne • 3 eq. interne complesse in 5 variabili complesse: • 6 eq. reali, 10 variabili reali (9 fissando la fase di V1) • 3 gradi di libertà: eq. esterne (3 eq. reali) V1 = (R1 + jX d1 )I1 + jωN1Φ 0 = (R2 + jX d 2 )I 2 + jωN 2Φ + V2 N I + N I = RΦ 2 2 11 V1 = V1s V2 = z c I 2 8 Equazioni semplificate • In condizioni di quasi-idealità, considerando le perdite nel rame nulle e il materiale ferromagnetico perfetto: R1, R2 ≈ 0, Ld1 = Ld2 ≈ 0, µ FE → ∞ ⇒ R = l µ FE S ≈0 V1 ≈ jωN1Φ − V ≈ jω N Φ 2 2 N1I1 + N 2 I 2 = 0 V = V 1s 1 V2 = z c I 2 • Da cui: V1/ V2 = N1/ N2 , I1/ I2 = N2/ N1 • Per le potenze apparenti: Papp1 = V1 I1 = V2 I2 = Papp2 9 Trasformatore a vuoto • I2 = 0 ⇒ I1 = I0 (corrente a vuoto) – Iµ: corrente di magnetizzazione – Ia: corrente per le perdite nel ferro V1 ≈ −E1 = jωN1Φ N1I µ = RΦ R piccola ⇒ I µ << I1n 10 Perdite nel ferro • Il funzionamento a vuoto è rappresentato da una resistenza fittizia R0 e da una reattanza fittizia X0, dove α è l’angolo di perdita del nucleo Ia cos φ0 = , I 0 = I a2 + I µ2 I0 P I µ = I 0 cos α , I a = 0 = V1 I 0 cos ϕ 0 V1 11 Perdite nel ferro (2) 1) Isteresi magnetica (basse) 2) Correnti parassite (pacco di lamierini isolati) • Cifra di perdita Cp [W/kg] con campo di 1T a 50 Hz. Valori tipici: 0.9-1.2 W/kg • Dipendono da BM (prop. a V1) e da f, quindi non dipendono dal carico, da cui dipende invece la corrente e quindi le perdite nel rame. Si dice allora che le perdite a vuoto di un trasformatore sono le perdite nel ferro P0. S n = V1n I1n = V2 n I 2 n cos φ0 ≈ 0.1 V1 V1 R0 = , X 0 = Ia Iµ P0 = V1 I 0 cos φ0 Q0 = V1 I 0 sin φ0 I0 I 0% = 100 = 0.5 − 3% I 1n P0 P0% = 100 = 0.1 − 1% Sn 12 Mutua induttanza • Un modello equivalente delle mutue è M , −1 ≤ k ≤ 1 L1 L2 M M2 n= , Lp = = k 2 L1 , L2 L2 L1 L2 − M 2 Ls = = (1 − k 2 ) L1 L2 k = • Se k = 1 (accoppiamento massimo) n= L1 N = 1, L2 N2 L p = L1 , Ls = 0 13 Trasformatore a carico • Con il carico zc scorre una corrente I2 • N2I2 agisce sul nucleo alterando il flusso Φ prodotto prima dalla sola N1Iµ • Si modifica la corrente del primario per opporsi alla variazione di Φ, cioè si aggiunge la corrente I1’ alla Iµ in modo tale da generare una N1I1’ uguale e contraria alla N2I2. V1 ≈ −E1 = jωN1Φ E1 N1 = E2 N 2 ( E1 = jωN1Φ, E2 = jωN 2 Φ ) I1' N 2 = I 2 N1 I µ << I1n (qualche %) ⇒ I1 ≈ I1' 14 Diagramma fasoriale a carico • Diagramma fasoriale a carico semplificato (senza perdite) 15 Rete equivalente a carico • Eliminando il trasformatore ideale: 2 R12 = R2 N1 , N 2 N1 , V12 = −V2 N2 2 N1 z1c = z c N2 N X d 12 = X d 2 1 N2 N2 Ι12 = −Ι 2 N1 2 16 Rete equivalente a carico (2) V1 − (R1 + jX d 1 )I1 − jX 0 I µ = 0 − jX I + (R + jX )I + V = 0 0 µ 12 d 12 12 12 − R0 I a + jX 0 I µ = 0 I1 − I12 − I a − I µ = 0 V12 − z1c I12 = 0 V1 = V1s 17 Rete equivalente a carico semplificata • L’errore è piccolo poiché I0 << I1. 18 Prova in corto circuito • I0 trascurabile rispetto a I1cc • Tensione di corto circuito Vcc%: tensione ridotta di alimentazione al primario perché sia I1cc = I1n V1cc I 1n = , z1cc = R 2 + X 2 z1cc Vcc % = 100 Pcc % z1cc V1cc V R = 100 2 cc , cos ϕ cc = V1n V2 n z1cc Pcc = 100 Sn Vcc % V12n Vcc % V22n = , z 2 cc = 100 S n 100 S n • La tensione di cc, il fattore di potenza di cc, le tensioni nominali e la potenza apparente Sn = V1n I1n [VA] costituiscono i dati di targa di un trasformatore. 19 Prova in corto circuito (2) • fino a 1MVA: Vcc% = 2-5% • fino a 100 MVA: Vcc% = 5-15% • Potenza dissipata (Pcc): – potenza erogata nulla – perdite nel ferro trascurabili perché Φ è ridotto nella stessa proporzione di V1 – perdite nel rame: Pj = R I21n • Pcc = V1cc I1n cos φcc = V2cc I2n cos φcc A → I1n R= V → V1cc Pcc V1cc , z = , cc 2 I1n I1n Pcc % cos ϕ cc = Vcc % W → Pcc X = zcc2 − R 2 P P S1n Pcc V1n I1n = cc = cc = V1cc I1n S1n V1cc I1n S1n V1cc I1n 20 Prova a vuoto • Si determinano le perdite nel ferro Pf = P0 = V1n I 0 cos ϕ 0 = R0 I a2 V12n P0 V1n 2 2 R0 = , Ia = , Iµ = I0 − Ia , X 0 = P0 V1n Iµ 21 Rendimento a carico • Sotto carico, la potenza fornita è: P2 = V2 I2 cos φ2 • Il rendimento è: (95-99%) Pc V2 I 2 cos ϕ 2 η= = P1 V2 I 2 cos ϕ 2 + P0 + Pj 22 Trasformatori trifase • Possono essere costituiti da tre trasformatori monofase uguali per grandi potenze ad alta tensione; altrimenti si costruiscono trasformatori trifase con un solo nucleo trifase 23 Trasformatori trifase (2) • Seguendo le Norme CEI, la classificazione dei trasformatori trifase segue i seguenti criteri: • il collegamento a stella viene indicato con Y al primario e con y al secondario; • il collegamento a triangolo viene indicato con D al primario e con d al secondario; • viene indicato lo sfasamento tra tensioni primarie e secondarie del trasformatore; cioè la differenza di fase (φ φgrandezza primaria − φgrandezza secondaria ) tra due tensioni principali di fase corrispondenti, quando il primario è alimentato da una terna diretta e simmetrica di tensioni concatenate. Nel calcolo dello sfasamento vengono trascurati gli effetti dissipativi, in tal modo lo sfasamento risulta essere sempre un multiplo di 30°. Dividendo l’angolo di sfasamento per 30° si associa a tale grandezza un numero da 0 a 11 chiamato Gruppo Orario (GO) che individua il gruppo di appartenenza del trasformatore 25 Trasformatori trifase (3) • Il rapporto di trasformazione viene considerato come rapporto tra la tensione concatenata primaria e quella secondaria • Si considera un circuito equivalente monofase; la potenza viene poi moltiplicata per 3 V1 3V1' Y / y : nt = = =n ' V2 3V2 V1 V1' n D / y : nt = = = V2 3V2' 3 V1 3V1' Y / d : nt = = = 3n ' V2 V2 V1 V1' D / d : nt = = ' =n V2 V2 26 Parallelo di Trasformatori 1) Stesse tensioni nominali sia primarie che secondarie (stessa tensione nominale primaria e stesso rapporto di trasformazione a vuoto) 2) Nel caso di trasformatori trifase, stesso gruppo di appartenenza 3) Stessa tensione di corto circuito stesso fattore di potenza di corto circuito 27 Autotrasformatori • Avvolgimento unico sul quale l’avvolgimento del secondario (BT) è rappresentato da una porzione N2 dell’intero avvolgimento di N1 spire (AT) • Si risparmiano spire, però non si ha isolamento elettrico 28