Riproduzione dei disegni originali di G.F.Champollion ( 1790-1832) riportati sulla sua opera del 1822 : “ Lettre à M. Dacier “. Nella scrittura egizia i geroglifici cerchiati in forma di tavoletta esprimono i nomi di faraoni o di altri potenti personaggi . Nella tavoletta di sinistra Champollion riporta la prima traduzione in grafia latina del nome del faraone Tuthànkamòn della XVIII Dinastia (1352-1320 a.C.) .In quella centrale viene trascritto il nome del faraone Tuthmòsis ( 1580-1520 ). Analogamente nella tavoletta di destra è illustrato il nome del faraone Ràmses della XIX Dinastia ( 1320-1200 ). Alla base dell’interpretazione è l’intuizione di Ch. della relazione analogica tra gli ideogrammi raffigurati alla sommità o al centro dell’iscrizione e la fonetica del relativo nome in lingua Demotica dell’antico Egitto. Ad esempio, l’ Ibis del Nilo in demotico veniva pronunciato Tùth-àr . Il cerchio puntato indica il dio Sole, detto appunto Rà ( da cui gli odierni “radioso”, “raggio”…). Il segno centrale delle due tavolette di destra non è un ideogramma ma una scrittura di carattere sillabico : Ch. lo interpreta correttamente come Ms. Per il suono Mn si ricorre ancora ad un ideogramma del mondo animale, ma per Ch.di origine incerta. Le lettere n ed s sono rafforzate e confermate dal segno convenzionale uniforme posto alla base. Alle vocali non viene qui attribuito alcun segno. Gli ideogrammi riportati al fondo delle tre tavolette rappresentano rispettivamente, i simboli della divinità e del potere di Tuthànkamòn, i simboli della forza e della vigilanza ( l’occhio del dio Osiride ..), mentre il terzo sembra essere un’incitazione del dio Ra perché il faraone intraprenda una grande impresa.