OTTOBRE LIVE! Venerdì 9 Ottobre RISTORANTINO_WINE BAR_JAZZ CLUB ALL IS SOUL MUSIC OSTERIA RIVE _VIA RIVE 14 _CARTIGLIANO INFO: 348.8265815 Venerdì 16 Ottobre ELISABETH GEEL TRIO presentazione del nuovo cd della affermata cantante jazz- blues Venerdì 23 Ottobre SWINGING TRIO.... swing, jazz, blues Venerdì 30 Ottobre KAY FOSTER JACKSON & LA SUA BLUESBAND ...dalla band si B.B. KING una voce travolgente soul e blues IN PARTNERSHIP CON SOU SION AND VI D N W E L C O M E I N T O T H E S O U N D & V I S I O N A L T E R N A T I V E W O R L D A n n o 6 N ° 6 7 O T T O B R E 2 0 0 9 A u t . T r i b . B a s s a n o d . G . N ° 8 / 0 3 d e l 3 . 0 9 . 2 0 0 3 S T E F A N O R O S S I D I R E T T O R E R E S P O N S A B I L E : D A N I E L E P E N S A V A L L E ( d a n i e l e p @ s o u n d a n d v i s i o n . i t ) E D I T O R E : G r a f i c a : C o v e r : w w w . b l i t z s t u d i o . i t D J D A n d r e a B l i t z S t u d i o ( V R ) I c o n s C o v e r : w w w . O f f i c i n e V a n i l l a . c o m O s v a l d o C a s a n o v a ( V I ) R E D A Z I O N E / U F F I C I O S T A M P A : I L A R I A R E B E C C H I ( i l a r i a @ s o u n d a n d v i s i o n . i t ) Q u e s t o n u m e r o è s t a t o r e a l i z z a t o g r a z i e a l c o n t r i b u t o v o l o n t a r i o d i : S . R o s s i ( V I ) I l a r i a R e b e c c h i ( V I ) G . M a r i ( V I ) A . B a t t i s t a ( G l a s g o w ) A . L o G i u d i c e ( V I ) M . V i s e n t i n ( V I ) G . V i n c i ( M I ) F . N i c o l l i ( V I ) M . C a t t a n e o ( M I ) A . R e b e c c h i ( V I ) M o n i c a B o s a r o ( V r ) T o b i a F i o r e s e ( V I ) L . S a r t o r ( T V ) F o x ( V I ) P a o l o B e r t o ( V I ) D e n i s e Z a n i n ( V I ) S t e p h a n i e D a r k ( T V ) E . V i r a g o ( T V ) L . L a g o ( V I ) C r i s t i a n C r i s t o f a r i ( V I ) M a t t e o P e o t t a ( V I ) A . 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Rebecchi [ i 3 dischi più belli per Settembre, Kasabian, The Cesarians e Ultimo Attuale Corpo Sonoro ] PAG 9 : “IN BRIT” di C. Cristofari & M. Peotta [ la scena indie-brit-rock made in Uk ] PAG 10/11/14/15 : “LIVE REPORT” di M. Cattaneo, G. Vinci, I. Rebecchi, A. Rocca [ i concerti visti e raccontati dalla nostra crew ] PAG 18/19 : “ROCK ICONS - IAN CURTIS” di I. Rebecchi [l’indispensabile MONO GUIDA alle rock icons di Sound &Vision ] PAG 21 : “HALF JAPANESE” di Fox [ gli indimenticabili dimenticati, storia di geni incompresi ] PAG 22 : “INTERVISTA A BOB RIFO” di M. Visentin [ intervista esclusiva ] PAG 23 : “THE OLD & THE NEW” di IVAN [ veloce escursus sugli album storici, ma anche su quelli nuovi.... ] PAG 24 : “BOYS NOIZE” di M. Visentin [ electro-sapiens, dove l’elettronica non ha segreti ] PAG 25 : “THE HARDER THEY COME” di M. Manetti [ viaggio alla scoperta della Jamaica, l'isola del blue beat, tra talenti ed etichette memorabili ] PAG 27 : “ESCLUSIVA S&V - Il nuovo cd degli Editors!” di I. Rebecchi [ le esclusive di S&V ] PAG 28/29 : “BIGGEST EVENTS CALENDAR” di I. Rebecchi [ calendario di tutti gli eventi più importanti in italia ] PAG 30/31 : “UNDERGROUND MAP” di DjD [ trova il tuo locale preferito! ] PAG 33/34/35 : “NIGHTCLUBBING” di S&V [ i migliori locali sostenuti da Sound & Vision! ] PAG 36 : “Franz Ferdinand from A to Z” di F. Nicolli [ rubrica sui “libri che suonano” ] PAG 38/39 : “FRIGIDAIRE TANGO - L’Intervista!” di I. Rebecchi [ review + intervista ] PAG 41 : “IL FENOMENO EBONY BONES” di E. Virago [ one band report from Disconnect (VE) ] PAG 45 : “BEDROOM REVOLUTION - Love “Forever Changes”” di Sir taylor [ storie di vinili da collezionare ] PAG 46 : “QUANDO LO SPACCARE TUTTO ERA UN’ARTE” di Denise [ i segreti del mondo del rock ] PAG 48 : “THE ZOMBIES” di G. Mari [ approfondimento musicale ] PAG 51 : “Live review - Asolo Free Music Festival ” di A. Lo Giudice [ tre giorni di amore e musica ] PAG 52 : “RARES GROOVES” di P. BERTO [ suoni rari ed introvabili ] PAG 55 : “BOLDINI e la Parigi Impressionista..” di A. Rebecchi [ anticipazioni sulla mostra di Ferrara ] PAG 56 : “TAKING WOODSTOCK” di I. Rebecchi [ preview cinematica ] PAG 57 : “SPECCHI E RIFLESSI DI LIBRI E DI OMBRE” di A. Lago & C. Mazzoni [ i libri del mese visti con occhi diversi ] PAG 59 : “S&V OFFICIAL POINTS” [ il modo più semplice di trovare Sound & Vision nella tua città ] SO ION D AND VIS UN PHO TO AWARD "BEST LIVE PICTURE OF THE LAST DAYS” - lo scatto più bello degli ultimi live seguiti dai nostri fotografi - Chris Martin e Guy Berryman - Coldplay @ Stradio Friuli, Udine - 31 agosto 2009. foto di Francesco Zanet, www.zanetphoto.com 8 “State a Sentire...” by Ilaria Rebecchi "JULIAN PLENTI IS..... SKYCRAPERS” JULIAN PLENTI "KUMAR SOLARIUM" DID Matador 2009 genere: nu wave web: julianplenti.com "LOVE & TERROR" THE CINEMATICS 2009 genere: alternative rock web: myspace.com/thecinematics Folica Records 2009 genere: electro-pop web: myspace.com/didmusik Spogliato dalla consueta uniforme dandy degli Interpol, Paul Banks, eclettica personalità artistica newyorkese, veste i panni di Julian Plenti, scomodando un alter ego impeccabile e perfezionista, che dalla Grande Mela arriva in tutto il mondo con la ben nota voce rude e possente. Strappa cuori, si può dire. Paul-Julian con il nuovo album costruisce istallazioni sonore che subiscono, ovviamente, la subordinazione della passata new wave '80s, rifocillandosi però in strategie di fuga dallo stesso immaginario dark-wave in cui si auto-posiziona così brillantemente, in una penombra polimorfa di disincanto e fascinazioni di inquietudini metropolitane. C'è anche spazio per la melodia, come in “Only If You Run”, mentre è inquietante e strategico il ritornello di “Fun That We Have”, sperimentale la joy-divisioniana, amara e strumentale “Skyscraper”, affascinante l'incontro-scontro di batteria e voce in “Games For Days”, solitarie le intrusioni vocali in “Madrid Song”, sofferente la lullaby tetra di “No Chance Survival”, convincente il rock variegato nei ritmi di “Unwind”, sorprendente la veste cantautorale in “On The Esplanade” e il post-rock azzardato di “Fly As You Might”. Un tripudio dark di acuti elettronici, glaciali influssi tetri, synth sofferenti e malinconia energica di contorno. Ottimo con i suoi, raffinatissimo da solo: Paul è sempre Paul! Dopo l'esperimento dell'ep “Time For Shopping” i torinesi Did sembrano non volersi fermare. E' così che “Kumar Solarium”, nuovo album in uscita ad ottobre, stabilisce l'abbattimento postmoderno delle linee di confine tra rock, pop ed elettronica. Non a caso i Did sono stati già notati a ragion veduta e hanno già suonato in apertura di live di nomi quali James Murphy, Santigold ed Underworld. Sempre con le rigorose k-way giallofluorescente d'ordinanza, quasi a grattare la crosta di mitizzazione del look d'obbligo per una band dei giorni nostri. Allora si scopre piacevolmente che “Hello Hello” ricorda i Bloc Party, “Solarium” evoca l'elettronica francese, “Another Pusher Blues” è un punk-funk stupefacente per tessuto sonoro complesso, “Back From The Outside” colpisce per natura indie ed esterofila, “Sex Sometimes” è sensuale e algida nel suo electro-pop, il synth-pop di “Break Dance” è concentrato in alchimie strumentali, ci sono i !!! in “Saturday Night” e un saggio tocco post-new wave in “Babe Precioud Thing”. “Kumar Solarium” risulta stupefacente e clamoroso, tra libertà sonore polimorfe dal punk all'elettronica, dal pop al funk, con un cantato graffiante, per un quartetto pronto ai grandi palchi esteri. Se il loro debutto con “A Strange Education” aveva scosso gli amanti del rock alternativo made in brit, quello derivante dalla new wave '80s, è con “Love And Terror” che gli scozzesi The CInematics esplodono diligenti e precisi rievocando i fasti dei Television e ricoprendoli intelligentemente di fascinazioni pop. Non è un caso che abbiano diviso il palco con We Are The Scientists, Editors e Snow Patrol, né che il tormentone di “Maybe Someday” abbia innalzato lo scettro della fondazione nu wave contemporanea. Così l'album, anticipato dall'omonimo singolo, scalpitante ed ombroso quanto basta per fare innamorare di quell'implosione moderna di decadenza socio-psicologica in un dipinto sonoro così ben definito da linee di basso morbose e voce avvolgente. Se c'è spazio per il brit-rock con “She Walks To The Trees”, l'album stupisce nella tetra “New Mexico”, che è psichedelica nelle chitarre effettate e nella vocalità ora rilassata ora, di contro, enfatizzata e disperata, mentre “Lips Taste Like Tears” supporta il peso della scuola '80s in intricate soluzioni sonore a metà tra Echo&The Bunnymen e una potenza ritmica convincente ed appassionata. Il resto lo fanno l'agitata “Wish” alla Simple Minds, la joy-divisionana “Hospital bills” e l'emozione di “You Can Dance” in cui si specchiano tessuti dark e coinvolgimento radiofonico. New wave e non solo! VOTO: 8/10 VOTO: 7,5/10 VOTO: 8/10 “IN BRIT” by Cristian Cristofari e Matteo Peotta BREAK UP Immaginate una via che corre coperta dal solito cielo grigio nella povera periferia di Manchester dei primi anni 90. Immaginate 2 fratelli-coltelli sniffare colla, fumare erba, rubare biciclette,marinare la scuola,picchiare i compagni, con un sorriso innocente e meschino stampato in faccia. Immaginate il più vecchio dei 2 fratelli mentre strimpella una chitarra da pochi soldi, per sfuggire alla routine di una vita “grigia” tanto quanto quel solito cielo, mentre l'altro se la spassa fra amici, c a l c i o e raga z ze. O ra i m m agi n at e d i ve d e rl i insieme sopra un palco, dopo 15 anni di successi, droga, risse da saloon, matrimoni controversi e oltre 50 milioni di copie vendute in tutto il mondo. 15 anni dopo quel “Definitely Maybe”, loro debutto discografico.”Non so se dureremo 5 mesi o 5 anni,ma ci divertiremo a scoprirlo”, recitava Noel Gallagher, leader degli Oasis al debutto discografico.Arriva il crack.Il 28 agosto 09, dopo una discussione con Liam, attraverso un comunicato stampa ufficiale, mette fine a una delle rock-band simbolo della musica d'oltremanica. Proprio Noel, già al centro di dibattiti web impazziti per una sua presunta prossima carriera solista. E proprio per colpa di Liam, e della sua “ s c a rs a b ri l l a n t e z z a e professionalità” contestata dal fratello. Furba strategia di Noel per conquistare la fiducia della maggioranza dei fan dubbiosi sul suo progetto solista, ennesimo litigio per riempire le testate dei giornali tornando insieme come niente fosse successo poco dopo, o fine ingloriosa degli Oasis? Per ora i due si godono le vacanze, l'uno zitto zitto con la famiglia in Sardegna,l'altro sul Lago di Como con il resto del gruppo. Famosi per i loro capolavori quanto per le risse, (un bootleg di un loro litigio balzò in testa alla UK Chart) il duo musi-comico ora sembra essere solo un ricordo illustre per i milioni di fans sparsi nel mondo che mai avrebbero pensato ad una fine così improvvisa, inaspettata. Dichiarazioni sprezzanti, niente di nuovo tra 2 fratelli che non hanno mai nascosto il loro odio reciproco, scontri e litigi che già più volte in passato avevano minato il successo glorioso della band, fatto infuriare i fans per i concerti saltati, e impazzire i media inglesi che dopo L e n n o n - M c C a r t n ey n o n aspettavano nient'altro che un altra faida da prima pagina per mettersi al lavoro. Sembrava tutto passato. Sembrava che 9 anche questo mettersi le mani in faccia pur di fare notizia, avesse lasciato spazio alla musica e alla maturità artistica ben accentuata in Dig Out Your Soul, settimo e ultimo album di studio uscito giusto un anno fa, e vicino al milione di copie vendute. Una tourneè movimentata, lunga un anno, che ha toccato ogni angolo del globo,e che gli Oasis stessi volevano concludere in Italia, alla prima edizione milanese dell' ID Festival, il 30 agosto 2009,insieme a Kasabian e Kooks. Niente di fatto. Gli Oasis non ci sono più. Saltate pure le date di Essex (UK), Parigi e Costanza, ora il futuro è nelle mani dei due fratelli, che secondo indiscrezioni si incontreranno a gennaio per discutere sul da farsi, per trovare una soluzione che accontenti tutti, fans in primis. 2010 quindi. La domanda è ovvia: sarà il decennio delle ballads melodiche di un Noel solista con il fratello sempre più impegnato con la sua linea di vestiti (vedi Pretty Green), degli Oasis con il solo Liam alla guida orfani della loro anima, o rivedremo i due geni disgraziati di Manchester di nuovo insieme a scrivere pagine di storia Oasis? D e f i n i t e l y. . m a y b e ! 10 Live Report by Marilù Cattaneo (MI) KASABIAN: quando una band diventa adulta Quando una band diventa adulta? Forse quando riesce a oltrepassare indenne lo scoglio del terzo album quello da cui ci si aspetta, più o meno inconsapevolmente, la svolta - o forse quando riesce a mantenere il proprio stile e la propria forza dirompente durante un concerto nel mezzo di un ciclone. Se il ciclone, mai declassato a tempesta t ro p i c a l e, s i c h i a m a “scioglimento degli Oasis a due giorni dal concerto di Milano” e il terzo album è un incisivo e per molti tratti magnetico West Ryder Pauper Lunatic Asylum, allora ad essere diventati adulti sono i b ri t a n n i c i K a s ab i a n . Non deve essere stato facile salire sul palco di Rho il 30 agosto scorso, loro che erano stati fortissimamente voluti dai fratelli Gallagher, sapendo che il clima sarebbe stato inevitabilmente influenzato dalla notizia della furibonda lite tra di summenzionati fratelli e dal repentino scioglimento del gruppo che come nessun altro – ha scritto la storia del brit-pop. Ci si sarebbe potuti aspettare un concerto fiacco, demotivato, tenuto solo per la decisione del management di non annullare l'intera kermesse. Invece Sergio Pizzorno e Tom Meighan - insieme con gli altri componenti – sono saluti sul palco carichi, decisi a fare uno spettacolo, a far divertire, ballare, cantare, riuscendoci in pieno. Certo, si potrebbe obiettare che se fai un album che è tra i più belli usciti nel corso del 2009, è difficile fare un brutto concerto (ma non impossibile, vedi gli Horros al Parklife) , ma sono stati incontestabilmente l'esibizione più sentita e con maggior seguito di pubblico di tutta la giornata, il che li incorona ufficialmente a prossimi headliner di qualsiasi festival. Il loro ultimo lavoro, il cui titolo West Ryder Pauper Lunatic Asylum è preso dal nome di una clinica psichiatrica del diciannovesimo secolo , è u n a l b u m c o m p l e s s o, intrigante, che risente meno dell'influenza degli Oasis (un segno premonitore?) e più dei Primal Scream e dei Pretty Things. È sicuramente il loro album più maturo, più coinvolgente, e, nel senso più l at o d e l t e rm i n e, p i ù psichedelico. È un perfetto cross over tra rock e dance, dichiarazione per nulla celata di quattro adolescenze inglesi passate ad ascoltare brit-pop e techno hardcore. Non hanno avuto paura di muoversi su un terreno per loro inaspettato, di sperimentare, di concepire l'album come un viaggio che si apre con il suono sporco di Underdog, raggiunge il climax con Vlad (l'impalatore degli ascoltatori) per poi arrivare a una necessaria decompressione nella seconda parte, ben rappresentata da Ladies and Gentlemen, e quindi esplodere nuovamente con Fire, che rimarrà presumo per sempre uno dei loro pezzi di riferimento. Lo stesso Sergio Pizzorno – nonno di genova, nessuna parola di italiano conosciuta – ha dichiarato che questo lavoro deve essere letto come “la colonna sonora di un film”. Quel che ci si aspetta da un film è che coinvolga, che rapisca, che emozioni. E questo album è emozionante, sorprendente, magnetico, vivido e vivo. Sì, i Kasabian sono diventati davvero adulti, ed è stato bello essere stati presenti e partecipi in questo incredibile passaggio. Live Report & Photos by Gianluca Vinci (MI) PH BY T. FIORESE MAGNOLIA PARADE Tornati a Milano dalle vacanze? Ancora con la testa tra chiringuito, musica lounge e mojito sulla spiaggia? No problem, ci pensa il Magnolia a farvi t o r n a re n e l l a gi u n g l a metropolitana, quello che ci vuole è un forte scossone elettronico a base di Bloody Beetroots ed LNRipley. Quaranta ore di musica in 5 sound in una maratona elettronica di (solo) 4 giorni. La terza serata della serie, il venerdì, è stata tutta dedicata a dj-set, dalla techno alla drum n bass. In prima serata, ancora per pochi intimi davanti al main stage, hanno onorato il palco i port-royal. Un vero talento nella capacità di ricreare situazioni ambient / p s i c h e d e l i c h e. I l d u o genovese vanta collaborazioni importanti come ad esempio Felix da Housecat, oltre che essere reduci da una serie di live performance in est europa di grande successo. Cambiando stage, in mezzo al parco, c'era una sotto specie di tendone gigante fatto ad igloo. All'interno, a suon di fischietti e colpi di pistola, gli ADDICTIVE TV, forse il gruppo rivelazione della serata grazie all'impressionante capacità di mixare audio e video. Partendo da basi undeground, hip hop o jungle, applicavano e miscelavano frammenti video di film, partite di calcio o v i d e o mu s i c a l i . U n o s p e t t a c o l o d a ve d e re assolutamente, volendo si trovano diversi loro video sul web. Mezzanotte-zero-zero, immobili sul palco, è il momento di un gruppo di 5 ragazzi mascherati, sono avvolti da una coltre di fumo e da una luce blu che hanno puntata addosso. Sembrano usciti da una saga cyberpunk degli anni novanta. Sono i torinesi LNRipley, a suon di drum and base, a scatenare il putiferio grazie al carisma del loro cantante Victor Kwality e alla purezza dei loro bassi s p a rat i a l m a s s i m o d i re t t a m e n t e d a i l o ro strumenti. A seguire hanno suonato Samuel e Pisti, Kratakoa per chi non li conoscesse. Come sempre si sono fatti onore, solo che forse un po' inglobati nei loro ruoli, anche un po' troppo convinti del mega successo ottenuto fin ora il quale seppur meritato necessita una leva di rinnovamento sopratutto in queste fasi di s p e r i m e n t a z i o n e. L o ro comunque danno molto l ' i d e a d i d ive r t i rs i e probabilmente lo fanno solo per quello. In conclusione come ciliegina sulla torta sono saliti sul parco i tanto 11 attesi Bloody Beetroots. Senza ombra di dubbio sono le star del momento. Sono capaci di sprigionare una c a ri c a t ravo l ge n t e, s i divertono e soprattutto fanno divertire! Tra i primi pezzi è scoccata la sveglia di “Warp” e la gente è andata letteralmente in visibilio e in quel preciso momento della serata sono sicuro che c'era almeno mezza Milano. I primi 10 metri dal palco era un'unica massa di corpi intrecciati che saltavano all'unisono. Il duo mascherato vanta una discreta serie di produzioni e una massiccia release di remix con gruppi di alto livello. Alla fine dei conti si può dire che il bilancio finale di questa Magnolia Parade è sicuramente positivo. Infine, bisogna rendere merito al C i rc o l o M a g n o l i a c h e quest'anno è stato proclamato dal MAI come migliore club 2009. Un atto dovuto dopo la fantastica p ro gra m m a z i o n e d i quest'anno che ci ha fatto divertire e godere di tanti bei festival come la Magnolia Parade, ma anche il MIAMI, che si sono confermati spazzi ricchi di tanta buona musica ed, in particolare, occasioni per sentire i migliori gruppi della scena italiana. O G N IF I N E S E T T I M A N A D J S E T O R G A N I Z Z A Z I O N E C E N E E C O M P L E A N N I S U P R E N O T A Z I O N E T E L 0 4 4 4 .8 3 4 8 5 6 V I A G A R I B A L D I2 6 L O N I G O ( V I ) 14 Live Report by Ilaria Rebecchi COLDPLAY @ UDINE 31 AGOSTO 2009 Se la consacrazione avviene live, il pop-rock coinvolgente, corale, poetico ora neoclassico ora sperimentale dei Coldplay, ad Udine, ha vinto su scettici e poco convinti dai 4 album della band, consacrata ormai a erede degli U2 per impatto live, dopo, senza dubbio, l'uscita del rivoluzionario “Viva La Vida, or Death And All His Friends”, e trascinata dall'eclettismo del danzante Chris Martin in un palco-stadio pauroso e gremito di pubblico polimorfo. Si perché se pop significa unire scintille s p e r i m e n t a l i , a z z a rd i elettronici lievi e melodie radiofoniche, i Coldplay ne sono campioni, e non possono stupire i consensi da parte di giovani e vecchi, fan e scettici. Dal valzer ai 3 palchi, tra camminate in mezzo alla folla e la costituzione avvincente di un meta-teatro stupefacente di cui pubblico e band sono stati artefici e fruitori, tra proiezioni e cori, coriandoli e palloncini. Ma non solo. Buona la voce, la carica certamente più brillante e convincente che su disco, fantascientifici fuochi d'artificio e, in primis un'umiltà on stage deliziosa e d'onore, che ha concesso sorrisi complici tra i 4 e battute con il pubblico. Il resto l'hanno fatto la cover inaspettata e riuscita di Billie Jean, il piano impazzito di Clocks, l'emozione di Viva La Vida o la ballatona strappacuore di The Scientists. Spettacolo puro. Si, questo è il “pop as it should be”! DINOSAUR JR @ NEW AGE formazione musicale di 12 SETTEMBRE 2009 Nirvana e Sonic Youth e Se al debutto dovettero cambiare il nome aggiungendoci quella Jr che ne andava a caratterizzare, forse t ro p p o m o d e s t a m e n t e, l'inferiorità storica rispetto ai Dinosaur (ex membri di Jefferson Airplane e Q u i ck s i l ve r M e s s e n ge r Service), i tre re dell'indie-rock dalla metà degli anni '80, palesano un trionfo di sonorità noise e grunge al contempo senza dimenticarne l'intesa più propriamente post-punk, ai confini con un hardcore lieve e d'effetto. Così furia chitarristica e ruvidità sono protagoniste di un live ammirabile e possente, in cui gli assoli di J Mascis, leader della band, si fanno ipnotici e graffianti, quasi a denotare l'eterna, e ben nota rivalità con il bassista Lou Barlow. Con i consueti suoni laceranti, il muro di suono e i volumi sprezzanti, la band trasuda compiaciuta l'essenza di quei 9 a l b u m d i c a rri e ra (dall'omonimo “Dinosaur” dell'85 a “Green Mind” - '91 passando per “Hand It Over” – '97 e “Farm” di recente uscita) che ne hanno costruito pazientemente il successo mondiale, di cui, paradossalmente, solo oggi sembrano poterne godere i frutti, perché sempre citati come pietre miliari della perché, avanguardisti ai limiti della conoscenza sonora umana i Dinosaur Jr riuscirono a cesellare finemente la nuova (futura) corrente del grunge-noise rock che negli anni '80 non ebbe il clamoroso successo del decennio successivo, confinandoli per troppo tempo a elitari e geniali ma troppo poco noti. Ed è invece oggi che i Dinosaur Jr si manifestano in un live ruvido e anticato quanto può esserlo un prezioso oggetto vintage che ri p e s c a d o p o a n n i d i imitazioni nella vera essenza delle propria storia: entrano on stage al limite della timidezza, impallidiscono le prime file con i numerosi amplificatori strazianti che riescono a fronteggiare (e vincere) il muro della folla silenziosa e ammaliata, imbastiscono un concerto p re g n o d i s e n s a z i o n i , martellando cpn maestria da “Feel The Pain” a Out There”, “Just Like Heaven” e “The Wa g o n ” , u n a r i f f o s a “Crumble” e le storiche ed indimenticabili “Forget The Swan”, “Get Me” e “In A Jar”, tra distorsioni e melodie non tralasciate, sulla scia di un gusto malinconico nei confronti dei decenni passati, m a m a i d i m e n t i c at i . M a e s t r i d e l gr u n g e. 15 Live Report by Alessandro Rocca (MI) THE OFFSPRING 02/09/2009 - Alcatraz (Milano) C'era una volta Londra, ed all'interno di questa vi era King's Road. Erano gli anni Settanta e per le strade di questo quartiere muoveva i suoi mille tentacoli un collettivo di artisti in grado di fomentare non poco la puzza sotto il naso della conservatrice Inghilterra dei t e m p i . S i p a r l ava d i rivendicazioni sociali, di minatori in sciopero, di bicchieri spaccati in testa in difesa dei propri ideali, ma anche di anticonformismo fine a sè stesso, e di una filosofia di vita incentrata sui dettami del live fast and die young. In questo contesto nacque il punk rock inglese. Quella che invece ci ha accompagnato negli anni 90 è la versione addolcita del genere e riadattata alla società imbalsamata dalle radio e dalle televisioni, capaci di importi una punk rock band alla stessa maniera del più top dei pops. E c o s ì q u e s t a s e ra i californiani Offspring, forti dei quasi 40 milioni di dischi venduti in tutto il mondo, hanno celebrato di fronte ad un delirante ed esaurito Alcatraz, 25 anni di una carriera gonfia di successi. L'inizio è scoppiettante con “Stuff is messed up”, “You're gonna go far kid” ma soprattutto “Bad habit” e “Come out and play” tratte dal lontano ma ancora presente nelle memorie adolescenziali dei molti “Smash”. Si accavallano così ricordi che girano ancora sui mangianastri, sui polpacci gonfi a causa dei 4 (..mila) salti nelle discoteche rock che spopolavano Milano e limitrofi nello scorso decennio. Fa decisamente uno strano e f fe t t o s e n t i re “ Wh at happened to you” suonata da chi l'ha composta, dopo averla avuta quasi a noia nei suoi innumerevoli passaggi al Rolling Stone, all'Acquatica, al Nautilus di Cardano al Campo ed allo stesso Alcatraz. La scaletta del concerto è un vero e proprio best of che propone canzoni tormentone conosciute anche dai pali della luce come “Pretty fly (for a white guy)” e “Why don't you get a job?”, ed altre che canterebbero anche i muri come “All I want”, “Staring at the sun” e “Kids aren't alright”. C'è anche spazio per un solo al pianoforte di Dexter Holland. Gli anni non sembrano averlo appesantito più di tanto, anche se in fondo lui, lungimirante, è sempre stato un pò in sovrappeso, e sin da giovane ha abusato della tinta per capelli. Anche Noodles, il chitarrista, gli anni se li porta tutto sommato bene e finalmente ha l'età che ha sempre dimostrato. Il ritmo è serrato fino alla fine, che ci riserva come chiusura ideale “Self esteem”, sempre tratta da “Smash” del 1994. Quello che ci hanno lasciato gli O f f s p ri n g s t a s e ra è esattamente quello che ci aspettavamo: una scaletta piena di grandi successi; un viaggio a volte imbarazzante nel nostro passato alla riscoperta di quello che eravamo e che adesso non siamo più; la comprensione di c o m e, n o n o s t a n t e l e preferenze musicali cambino col passare delle stagioni, si p o s s a ri m a n e re l e gat i affettivamente a canzoni che mai e poi mai citeresti per rappresentarti. Non siamo nella Londra degli anni 70, ma nella Milano degli anni 10, ciononostante non ci sentiamo tutti parte di una generazione in cerca della propria identità proprio come si sentivano Joe Strummer, Johnny Rotten e Sid Vicious? Dagli Offspring di certo non ci siamo mai aspettati anticonformismo o rivoluzioni, e va comunque bene, però adesso le disillusioni del ventennio scorso, e le d e l u s i o n i at t u a l i , n o n dovrebbero indirizzare le nuove leve del punk rock verso un ripristino del passato (o una lotta per il futuro)? La domanda della buonanotte è: siamo la generazione dell' “Anarchy in the Uk” o del “Why don't you get a job”? 18 Rock Icons by Ilaria Rebecchi IAN CURTIS Nacque a Manchester il 15 luglio 1956, Ian Kevin Curtis, l'affascinante e decadente eroe della new wave di fine anni '70 in un periodo di postcontestazione, consapevolezza del fallimento delle utopie e consolidato riattaccamento ad un materialismo ripugnante e anti-etico. Ian Curtis crebbe nei dintorni di Macclesfield, dotato fin da piccolo di talento artistico nel declamare e scrivere poesie. Studente modello alla King's School, c re s c e n d o t rov ò l a realizzazione nella musica e nella letteratura, influenzato da Wi l l i a m S. B o rro u g h s, J.G.Ballard, Joseph Conrad, David Bowie, Lou Reed e Jim M o r r i s o n . Sposatosi a soli 19 anni con la compagna di classe Deborah Woodruff, dalla quale ebbe la piccola Natalie nel 1979, Ian nel luglio '76 conosce in occasione di un concerto di Sex Pistols e Buzzcocks alla Lesser Free Trade Hall di Manchester, due c o e t a n e i mu s i c i s t i d i Manchester, Peter Hook e Bernard Sumner, che stavano cercando di crescere come band (erano i Stiff Kittens, il cui manager era lo stesso dei Buzzcocks, e freschi di una s o n o ra s t ro n c at u ra giornalistica). Ian si propone immediatamente come voce e autore, e dopo qualche tempo, viene scelto Stephen Morris come batterista ufficiale. La band, dopo il debutto (criticato) del 27 maggio 1977 all'Electric Circus, in spalla proprio ai Buzzcocks, e che si chiamava Warsaw, entra presto in contatto con il maggiore animatore musicale della Manchester di quegli anni, Martin Hannet. Nell'ottobre del 1977 appaiono per la prima volta su disco con “At A Later Date” registrato in una compilation celebrativa dello stesso Electric Circus, per poi uscire 2 mesi dopo con l'ep “An Ideal For Living” (contenente “Warsaw”, “Failures”, “Leaders Of Men” e “No Love Lost”) in cui i testi di Ian si fanno più introspettivi in accordo con sonorità meno punk e più opprimenti. Ben presto la band cambia nome in Joy Division nel 1978, per evitare confusioni con i Warsaw Pakt. Il nome derivava dalla descrizione delineata nel romanzo del '55, “The House Of Dools” delle divisioni in cui erano segregate e seviziate le donne nei campi di concentramento nazisti. I Joy Division di Ian Curtis si esibiscono a fine gennaio di quell'anno all'interno del p ro gra m m a t e l ev i s i vo condotto dall'eclettico Tony Wilson, Granada Reports, a cui fa seguito la proposta della Rca si incidere in studio il primo album (che non vedrà mai luce) con John Anderson. A settembre Tony Wilson ne comprende anzi tempo il talento e li lega alla sua neonata etichetta, la Factory Records. Così dopo la compilation di lancio della stessa Factory con “Glass” e “Digital”, i Joy Division diventano il prototipo del postpunk, tra echi di chitarre e lancinanti rimbombi algidi, e suonano a Londra a fine '78, tra un pubblico poco propenso a tali atmosfere decadenti e un violento attacco di epilessia di Ian. Curtis, che definiva la sua malattia come il grande male, in un'Inghilterra viva di nuovi gruppi nati sull'ondata del punk, divenne ben presto famoso e riconoscibile, non solo grazie alla voce possente e grave, b a ri t o n a l e e sofferente, in contrasto con la strillante voce nel parlare, ma in perfetta simbiosi sonora con la tessitura musicale delle canzoni della band, ma anche per il modo di dimenarsi live: una conturbante ed inquietante danza, imprevedibile e sincopata, quasi a scimmiottare la stessa epilessia di cui Ian soffriva fin da piccolo. Conquistata la copertina di Nme un mese dopo, Ian attira l'attenzione della folla britannica al punto che i Joy Division vengono invitati dal leggendario dj della BBC, John Peel, e iniziano a vedere le luci della ribalta grazie all'azzeccato singolo “She Lost Control”. Il 4 marzo 1979 la band suona in uno storico concerto con i Cure e poco dopo Martin Hannet entra in sala di incisione con loro e, tra le algide geometrie ritmiche, la chitarra lisergica e 19 Rock Icons by Ilaria Rebecchi la voce avvolgente e spettrale di Ian, la band inizia a registrare uno degli album più importanti della storia della musica, “Unknown Pleasures”, uscito nel giugno 1979, in cui il punk sembra aver lasciato spazio a tessiture sonore ombrose e riflessive, in cui emozionalità e tragedie esistenziali sono dipinte dalle meravigliose “Disorder” e “New Dawn Fades”, e in cui l'aspetto disperato lascia spazio alle gelide sonorità e ai testi concentrati e solitari di Curtis. Ian diventa il manifesto della società dell'epoca, che rimane ammaliata e senza difese di fronte a tale impatto sonoro in cui il congelamento emotivo sembra palese seppur straziante e sconvolgente. L'album trionfa. Escono, a luglio, l'Lp di “Tranmission” e ad ottobre “Atmosphere”, i Joy Division suonano al fianco dei Buzzcocks e ad inizio del 1980 la band affronta un tour nordeuropeo. Ian si trova a vivere un'esistenza nuova ed esaltante, in cui di contro, la sua salute, sia fisica che mentale, ne trae svantaggio. E' il momento della crisi con la moglie, celebrata dall'immortale brano scritto da Ian “Love Will Tear Us Apart”, uno dei tanti nuovi brani del secondo album, in cui il deperimento emotivo e la depressione crescente di Ian si specchiano in maniera cristallina. “Closer”, la cui copertina raffigura un cimitero monumentale ligure, trova la propria forza in quei testi che C u r t i s s e m b ra v o l e r manifestare cercando di liberarsi dai demoni funesti che ne invadevano i pensieri, perfezionati da quella voce tetra ed agghiacciante che si fa anima sonora della distanza emotiva tra l'uomo (Ian) e il mondo circostante. “Closer” sarà il capolavoro dei ritmi tribali di “Atrocity Exhibition” e della sofferente e mefistofelica “Decades”, in cui la sofferenza interiore di Ian è dipinta in un viaggio senza ritorno attraverso l'animo umano, nel decadimento psicologico delle sofferenze atroci in cui l'artista si confessa raccontando la propria disperazione tanto umana quanto solo esprimibile attraverso l'arte. E non a caso la stessa “The Eternal” sembra la dichiarazione (al mondo e a sé stesso) di un incontro con una morte prossima nella consapevolezza della propria sconfitta, in cui i tre compagni sembrano arrendersi di fronte a tale meraviglia artistica e decisione interiore: la crisi che doveva arrivare, distruggendo l ' e q u i l i b r i o c o s t r u i t o. “Closer” sancisce la consacrazione dei Joy Division, ma Ian non riesce sostenerne il peso: una crisi epilettica sul palco, poi un'overdose. La band si prende una pausa per cercare di farlo ristabilire fissando per fine maggio, l'inizio di un tour negli States. Ma Ian non ce la fa, e lascia il mondo impiccandosi nella sua casa di Burton Street, Macclesfield, a nemmeno 24 anni, all'alba del 18 maggio 1980, dopo aver guardato “La Ballata di Stroszek” e ascoltato “The Idiot” di Iggy Pop. Dopo Ian i Joy Division svaniscono, trasformandosi in New Order e decretando l'inizio di una nuova era, in cui il primo “Movement” sembra essere il terzo effettivo album dei Joy, più concentrato in sintetizzatori e tastiere ma con le voci di Hook e Sumner ad evocare l'anima del compagno Ian, tra spettrali sonorità a fare da tappeto musicale su cui ripartire e con cui salutare il compagno, senza cui i Joy Division non potranno mai più essere tali. Poi centinaia di band, un film già di culto, e la notorietà di una carriera che divenne fondamentale nella storia della musica, l'attualità di canzoni immortali e sempre moderne, da cui nuovi e vecchi artisti presero spunto negli anni successivi, fino ad oggi. Ian Curtis riuscì con le sue canzoni catartiche e con la spettrale vocalità baritonale a celebrare la svolta di un punk più moderno, divenuto c o n s ap evo l e z z a d e l l o smarrimento emozionale e psicologico, intimista e riflessivo, specchiatosi nella perdizione privata e sociale di inizio anni '80, a ridosso di una crescita economica tanto prossima quanto effettivamente distante dalla cupezza concreta della vita terrena. Traumi fisici e deperimento psicologico infestarono Ian, cavernoso e sincopato nell'aspetto e nell'arte, nella prospettiva futura di un destino nefasto e tragico, in cui fama e malattia giocarono un tiro mancino alla stabilità post-adolescenziale, ed in cui le sue canzoni, patrimonio artistico, furono un c o n c e n t rat o d e n s o d i melanconia di immaginari desolati, tetri e spettrali ove morte, amore, alienazione e decadenza metropolitana erano le principali tematiche dove il post-punk dichiarativo e poetico alla Patti Smith incontrava la propensione melodica e i nuovi azzardi sperimental-strumentali atti alla psichedelica ipnosi sonora. Ian narrava, interpretava ed era s i m b o l o d e i p ro b l e m i d e l l ' u o m o c o mu n e e dell'adattamento dello stesso alla società, quasi a somatizzare l'andamento decadente di quella fine di anni '70 in cui utopie ed illusioni post-rivoluzione erano svanite nella piattaforma concreta di vite comuni e mai (più) realmente come in sogno. L' e ro e d i s p e rat a m e n t e dichiarato della sconfitta dell'uomo contemporaneo. OTTOBRE 2009 Venerdi 02 D.J. Conf (Deep house) www.myspace.com/djconf Venerdì 23 D.J. Origami (Nu jazz house) Sabato 03 D.J. Omar R. (Deep house) www.myspace.com/rdjomar Venerdì 09 D.J. Omar R. (Deep house) www.myspace.com/rdjomar Sabato 24 D.J. Conf (Deep house) www.myspace.com/djconf Sabato 10 D.J. Daniel Saggioro (Tech house) Venerdì 30 D.J. Omar R. (Deep house) www.myspace.com/rdjomar Venerdì 16 D.J. Conf (Deep house) www.myspace.com/djconf Sabato 31 D.J. Conf (Deep house) “Halloween party” Sabato 17 D.J. Carlo “Larry Levan” (Soulful-Deep house) Gli Indimenticabili Dimenticati by FOX 21 HALF JAPANESE – HALF GENTLEMEN/NOT BEASTS nuovo Contra barche - VI ASTRA Bar OTTOBRE Domenica Aperto dalle ore 16.59 trent'anni e neanche per intero. Tre dischi, di cui due contengono quasi venti canzoni ciascuno ed il terzo due facciate intitolate semplicemente “Live”, anche se la differenza tra questo e quegli in studio è a dir poco inesistente. Come mai un disco simile diventa un album di culto pur essendo, credo, quasi introvabile e segnalato solo dai più radicali avventori del suono dada di “Trout Mask Replica”, indiscusso padre di questo genere di produzioni? E' il ritorno al suono tribale e totalmente disordinato che ci attrae? E' la voglia di essere tanto alternativi? E', in questo caso, il prodotto completo che rappresenta una piccola opera artistica dove la musica ne è solo una parte? Saperlo; sta di fatto che Half gentlemen/Not b e a s t s ri m a n e a n c o ra custodito tra i miei vinili più pregiati dopo trent'anni, come un vino unico bello a vedersi ma impossibile da bere. STATO DI FESTINA PERMANENTE I fratelli David e Jad Fair sono gli artefici di una tre le più bizzarre bands sorte negli Stati Uniti. Se si esclude qualche singolo, il loro album di debutto consta di un box contenente ben tre dischi incisi malissimo, un poster dadaista, uno stupendo libretto di maschere africane ed un foglio con i testi delle canzoni dove emerge subito “Patti Smith” nel quale si racconta con cinismo senza precedenti il famoso incidente sul palcoscenico subìto dalla cantante alla fine degli anni settanta in un p ro b ab i l e m a l ri u s c i t o tentativo di diventare l' Iguana femmina della situazione e nel quale si ruppe il collo. Quando il disco arrivò nei negozi, attratto dall'estetica della confezione e assetato di novità in una stagione ricca di frenesie artistiche, mi buttai a capofitto e me lo presi. Naturalmente credo di averlo ascoltato si o no due volte in ven 2 – dj set LOBA-LO sab 3 – concerto jazz BALDASSARRE & C. ven 9 – dj set – SILVIA DISASTER sab 10 – concerto reggae SPIRITI ven 16 – dj set ERIK SKANK sab 17 – concerto KIKKA ven 23 – dj set MEMORY LOST PROJECT ven 30 – dj set – PAPU sab 31 – concerto psico-jazz – NDJAKASS FALL sab 24 NOTTE BIANCA: h.20-22 – MARCIO's h. 22-24 MAGMA FLUX h. 24-02 OSTERIA POPOLARE BERICA Review & Intervista a Bob Rifo a cura di Matteo Visentin THE BLOODY BEETROOTS' REVOLUTION Romborama, sorseggiando un the, o meglio una grappa, con Sir Bob Cornelius Rifo. Poche volte è capitato di avere tra le mani un album che, al primo ascolto, trasmettesse una tale energia da far esclamare: “se ne parlerà tanto!”. Ricordi lontani ma non d i m o l t o s u gge ri s c o n o Discovery, capolavoro di altri due ragazzi mascherati, ma poco altro. Oppure altro c'è, ma con contorni che non ne hanno mai dato un risalto da poter affermare che l'aria di un cambiamento era ormai alle porte. Romborama questi c o n t o rn i i nve c e l i h a . Romborama è pronto ad entrare di diritto tra quei lavori che cambiano un modo di interpretare il suono, che avvicinano anche i più timorosi ad un universo che fino a poco tempo fa era visto come la kryptonite per Superman: l'elettronica entra di diritto nelle corde di tutti. Attenzione però, accessibile a tutti non significa commerciale: questo album è lo specchio di una m e n t a l i t à o r i gi n a l e e complessa che il suo ideatore vuole portare a chi l'ascolta, un album punk, anarchico, dove viene spezzato il concetto di genere musicale, dove tratti cupi e decadenti si intrecciano con opere di pura energia, dove il pezzo da dancefloor lascia spazio alla poesia. Si pensi alla title-track, potenza pura per teste scatenate e corpi ansimanti, immediatamente abbinata a Have mercy on us, prodotta con Cècile, con una stupenda e coinvolgente reinterpretazione di Bach. Poi Storm, così cupa e caratterizzata dalle sue ciniche ri p a r t e n ze, s e g u i t a d a Awe s o m e, c o n l a partecipazione dei The Cool Kids (e di Marracash nella versione italiana), passando per Talkin' in my sleep, accompagnata dalla performance vocale di Lisa Kekaula a rendere la track così disco, perfettamente in simbiosi con la carica electro d e l d u o b a s s a n e s e. Assolutamente da evidenziare Little Stars, con il supporto di Vicarious Bliss, da tenere ben stretta e ascoltare nelle scure e decadenti sere natalizie; da conservare sono pure Mother e FFA 1985, con dei bellissimi rimandi a melodie passate ma così attuali e soprattutto penetranti. Che dire, la convinzione che questo sia solo il trampolino di lancio per gli eroi mascherati c'è tutta e l'idea che il tuffo risulti perfetto vi è ancora di più. Allora forse un 9 (nove) può bastare, fiduciosi ( o convinti?) che il 10 (dieci) sia questione di poco, pochissimo tempo. Se poi ad accompagnare il tutto vi è la presenza stilistica di Tanino Liberatore, l'ipotesi diventa certezza e le parole di Bob, p a c at o, r i f l e s s i vo m a u g u a l m e n t e s o g n at o re, suoneranno come puro conforto. S&V: Un album “anarchico”, credo ti piaccia il termine. Com'è nata questa idea? - Romborama è la fusione di due concetti per descrivere la mia anarchia musicale e l'album espande il significato di musica in un momento in cui questo è in serio pericolo. Il denominatore comune di questo album è l'elettronica e c'era la volontà di effettuare un viaggio che oscillasse tra diversi stili. Un tributo al libero pensiero. S&V: Nel disco vi sono tocchi di techno, hip-hop, punk, house, italo-disco, musica classica. Pensi di aver fatto un ulteriore passo nell'evoluzione della musica elettronica? - Non penso di aver fatto una vera 22 evoluzione, ma solo di aver dato un modo diverso di vivere la musica. Romborama non è un album da dj set, è un album per tutti. S&V: Questi diversi stili sei poi andato a condividerli con artisti come The Cool Kids, Vicarious Bliss e ovviamente Steve Aoki. Come è stata la tua scelta? - Ho cercato di condividere tutto con artisti amici e comunque c h e n o n o s c u ra s s e ro ovviamente il nome dei Bloody Beetroots. Steve lo conosco da molto tempo, veniamo dalla stessa scena, Vicarious lo conosco da tre anni, i Cool Kids li ho scelti, come per Marracash, tenendo conto che non rappresentavano quello stereotipo di tette e culi così marcato nella scena hip-hop, ma bensì la vera estrazione metropolitana. S&V: Da B a s s a n o a l M o n d o, l a sensazione è che non vogliate assolutamente fermarvi. - No, assolutamente. Il nostro set di Singapore del 2009 sarà l'ultima apparizione come Bloody Beetroots Dj Set. Dal 2010 suoneremo live e lì uscirà tutta la nostra anima rock'n'roll!! S&V: Ci sarà anche il progetto Rifoki... - Certo, con Steve Aoki a Gennaio 2010 usciremo con questo progetto hardcore, stanchi della figura del “superstar dj”. Vogliamo far capire che tutto parte dal vero concetto di musica, è un progetto che ci fa ricordare che le nostre radici sono lì e non vo g l i a m o c a m b i a r l e. 23 “The Old & The New” by Ivan (www.doyoubeat.com) CLASSIC WAVE JOY DIVISION “Unknown pleasures" 1979 Inizio estate, quando ancora l'estate si poteva definire tale. All'improvviso, nel momento di maggior fertilità del movimento post-punk, il debutto su lunga distanza per un gruppo destinato a lasciare, con la pubblicazione di soli due albums, un segno indelebile nella storia della musica britannica. Quattro ragazzi di Manchester e un'insofferenza urbana come non si era mai vista. Piaceri sconosciuti, recita la traduzione italiana del titolo, ed è proprio ciò che si prova ascoltando questa decina di canzoni. Una produzione impeccabile, opera del fu Martin Hannett, un lavoro grafico essenziale, a cura di Peter Saville. La musica? Viscerale, emozionale, perfetta. Al cantato baritonale del leader Ian Curtis, un anno dopo triste suicida, si contrappongono la ritmica schematica di basso e b a t t e r i a e d i p re c i s i contrappunti di chitarra. Il risultato è una sequela di canzoni-capolavoro, l'iniziale Disorder, la romantica New d aw n fa d e s, l ' u rge n t e Shadowplay. Uno dei migliori album di sempre. ART OF SAMPLING BOSSA RETRO WAVE NOUVELLE VAGUE “3" Per chi non lo sapesse i loro dischi contengono, prevalentemente, rivisitazioni in chiave acustico bossanova di famosi brani di musica new wave punk rock anni settanta/ottanta. Le note informative del terzo c ap i t o l o a n nu n c i a n o l a partecipazione di Martin Gore, Ian McCulloch, Barry Adamson e Terry Hall. In pratica elementi di, rispettivamente, Depeche Mode, Echo & the Bunnymen, Magazine e Specials/FunBoyThree. ALVA NOTO "Xerrox vol. 2” Secondo volume del progetto Xerrox a cura di Carsten Nicolai, i n a r t e A l va N o t o. I l procedimento rimane il medesimo, una serie di samples su cui lavorare fino a renderli irriconoscibili. Suoni ambientali, aeroporti, telefoni ed alberghi; campioni di musica di Michael Nyman, Ryuichi Sakamoto e Stephen O'Malley. Disponibile a fine settembre anche la versione in doppio vinile. JUMPIN’ JACK CD E VINILE D'IMPORTAZIONE E NAZIONALE, EDIZIONI LIMITATE. RICERCA IN TEMPO REALE TRAMITE DATABASE DEL TITOLO RICHIESTO. AVVISO VIA E-MAIL E/O SMS PER IL RITIRO DEL DISCO PRENOTATO. VENDITA PER CORRISPONDENZA. WWW.DOYOUBEAT.COM VIA ROMA 29 - TORRI DI QUARTESOLO (VI) TEL/FAX 0444.387280 ORARIO DI APERTURA: LUNEDI` 15,30 / 20 MARTEDI` / SABATO 10 / 13 - 15,30 / 20 È IL PORTALE DI JUMPIN’ JACK ELECTRO SAPIENS by M.Visentin 24 un non so che tipo BOYS NOIZE dirivendicare copyright sulla musica da il tedesco terribile Nemmeno 30 anni ma dimostrarne di più. Sia chiaro, non me ne voglia Alexander Ridha, non intendevo in senso fisico, anzi. Lui come aspetto ricorda davvero un ragazzino, un terribile fanciullo pronto a combinare qualche guaio da un momento all'altro, una cosiddetta “mina vagante”. Beh di guai Alex ne ha combinati, tanti, tantissimi. Guai per chiunque provasse a sputare sul suo stile, guai per chi, qualche annetto fa, d i s ap p rovava i l s u o genere...guai seri per costoro. Sì, perchè chi fa scuola al mondo intero, remixando Daft Punk, Bloc Party e Depeche Mode, non può che provocare un certo senso di malessere intestinale ( da leggersi come “invidia”) a chi è sempre dietro l'angolo pronto a criticare e a ballo. Ma la cosa ancor più bella e interessante di Ridha è il fatto che, nato e cresciuto ad Amburgo, si è da qualche anno trasferito a Berlino, autentica casa per eccellenza della musica elettronica di un certo tipo, ricevendo attestati di stima anche da chi per anni ha affrontato un genere ed uno stile diverso, più elegante se si vuol dire. Saranno le affinità con artisti quali Soulwax, Justice ed Erol Alkan, sarà avere istituito una propria etichetta, la Boysnoize Records, con artisti come D.I.M e Shadow Dancer sotto la propria ala protettrice, sarà che è uscito nel 2005 per Turbo (la scuderia di Tiga), sarà che in poco tempo ha dato dimostrazione di essere un passo avanti a molti. Forse, lo pensano in tanti, a discapito di quella sua apparenza giovane e scanzonata, si cela un temperamento fortemente tedesco, quello stesso che l'ha portato nel 2007 ad incidere Oi Oi Oi, formidabile album di techno-electro-funk da brividi. Non si dimentichi poi il mix a l bu m I L ove Te c h n o 2008,celebrazione dell'ultra famosa manifestazione belga, alla quale Alex prenderà parte anche quest'anno. Ah, dimenticavo, c'è pure il suo nuovo album in arrivo...prepare yourself! “The Harder They Come” by Max Manetti 25 Dillinger CB200 tema celebrato in questo disco disco – un best seller nel 1976 - newyorkese (siamo nel 1976) Dagli studi di registrazione di Kingston, continua il nostro viaggio alla scoperta della musica giamaicana. Niente reggae comunemente inteso, niente ritorno a mama africa, nessun riferimento biblico all'esodo, nessuna donna nessun pianto. Una semplice, ultraterrena motocicletta il dal suo entusiasta acquirente. Un modello che andava per la maggiore tra i faccendieri di Trench Town, l'Honda CB200. Soltanto un pazzo poteva dedicarle un album, ma l'isola – si sa- deve le sue origini allo sbarco di pazzi dalle navi dei negrieri, e Dillinger non sembra tradire il proprio DNA. Il personaggio in questione, formatosi alla insigne cattedra del maestro Dennis Alcapone, si afferma per lo stile inconfondibile nel toasting e per la ritmica onomatopeica, al punto da ingraziarsi i boss della celeberrima Island Records, che fiutandone il potenziale verranno ripagati dalle ottime vendite dell'album. Infatti il è tra i più orecchiabili dischi giamaicani pur nella sua strampalata arroganza: oltre a g l i i n n i a l l a p ro p r i a motocicletta e alla madrepatria, Dillinger alterna sberleffi a Bruce Lee (che – promette il fenomeno- vi farà “rotolare e volteggiare come uno scimpanzé”), alla regina d' Inghilterra (“let me bring a chalice inna buckingham palace”) ed esorta i rasta a praticare il kung fu per “ tirar calci veloci come fulmini”. Ma a decretare il successo di questo masterpiece è un freestyle divenuto celeberrimo per il tema trattato – cokane in my brain – con esilaranti ri fe ri m e n t i a l l a s c e n a ed un talentuoso stile rap che farebbe impallidire Afrika Bambaataa! Il pezzo – inutile dirlo – è diventato un tormentone presente in ogni raccolta Island, ma a brillare su tutte è la splendida “No chuck it” con la sua indimenticabile intro "Jamaica, land of wood and water, now becomes motor vehicule and manslaughter". Il tutto in una m e rav i g l i o s a S u p e r –Produzione, con bassi tondi e precisi, voci trattate con ampi delays che riecheggiano il dub, ed una chitarra degna di un artista Motown. In una parola: imperdibile Prossime uscite: Dr. Alimantado, Lydon & Letts, Jah Wobble. S&V ANTEPRIMA Il nuovo album degli Editors by Ilaria Rebecchi EDITORS "In This Light And On This Evening" Kitchenware / Columbia Uscita 9.10.2009 genere: nu wave voto: 9 / 10 S p i a z ze r à i fa n e d entusiasmerà gli scettici? Di certo“In This Light And On This Evening” è il punto di svolta della carriera degli Editors, che dopo le canzoni nostalgiche al p ro f u m o d i E c h o & T h e Bunnymen di “The Back Room” e “An End Has A Start”, virano consapevolmente verso un maggior minimalismo delle chitarre in favore di un vero tripudio di synth a fare da cornice alla magistrale voce baritonale di Tom Smith, e a delineare l'atmosfera dark contemporanea che non necessariamente rimanda a problematiche esistenziali disturbate, ma che trova nella stessa essenza ombrosa la propria radice. Perché in fondo tutta la vita vera è dark. La glaciale intraprendenza dei sintetizzatori mitiga ed estremizza al contempo l'influsso vocale e le attente liriche, al punto che il risultato sono brani di grande impatto (anche live) e coraggio sonoro, quasi a seguire i Joy Division, perché il nuovo lavoro degli Editors sta ai precedenti come “Closer” ad “Unknown Pleasures”. Prodotto da Flood (Depeche Mode, U2, NIN, Jesus and Mary Chain…) l'album si apre con l'esaltante synth-rock della title-track in cui la voce di Tom si allinea con lo sperimentalismo electro-epico di linee di basso decadenti e pianoforte statico, mentre “Bricks And Mortal” appassiona in un mix tra New Order e influssi krautrock alla Kraftwerk, al punto che i 6 minuti totali assemblano coralità alla Editors e noise sorprendente spezzato nel crescendo electro dall'avvolgente vocalità. Il singolo “Papillion” inneggia alla fuga e ricorda bene i Depeche Mode nel synth esaltato dall'inquietante “It kicks like a sleep twich” mitigata da un ritornello dai toni romantici per un brano scalda dancefloor ed agitante. “You Don't Know Love” parla della caccia all'amore ed è sospesa tra le chitarre inconfondibili e coralità mai squillanti ma dark prive di pessimismo, “The Big Exit” sperimenta la nuova strada della band, in un tessuto meccanico ed elettronico (anche tribale) '80s e in un crescendo lirico a toccare ve r t i c i t e n o ri l i , i n u n susseguirsi eccitante, scabroso e pericoloso di psichedelia inquietante e celestiale, “The Boxer” è dark-tronica, mentre “Like Treasure” si autoalimenta come le classiche ballate pop '80s. “Eat Raw Meat = Blood Drool” già dal titolo annuncia le atmosfere darkgoth sviluppate in un incessante groove robotico e post-industrial in cui Tom spiattella “if you're chewng with an open mouth, raw meat, your blood drook attracts the flies's over the top”dove suoni pop e sintetici si amalgamano divinamente (miglior canzone della carriera?), “Walk The 27 F l e e t R o a d ” ri c o rd a “Atmosphere” dei Joy Division in misticismo amoroso e rivelatore, regalando quiete dei sensi dopo il tripudio sintetico i n i m m agi n ab i l e c re at o. Brillante e nuovo, dark e a m o ro s o, e n e rgi c o e d eccitante, in una sorta di grandiosa apocalisse sonora che strazia ed affascina, a metà tra ricomposizione di un s y n t h - d a rk - p o p - ro ck avanguardistico e retrò ed equilibrio tra la nuova e la vecchia faccia della band. Il risultato è il loro miglior album. E forse il migliore del 2009. TRACKLIST: 1. “In This Light and On This Evening” 2. “Bricks and Mortar” 3. “Papillon” 4. “You Don't Know Love” 5. “The Big Exit” 6. “The Boxer” 7. “Like Treasure” 8. “Eat Raw Meat = Blood Drool” 9. “Walk the Fleet Road” OTTOBRE 2009 GIOVEDÌ 1 OTTOBRE TORI AMOS - Teatro Smeraldo, Milano PETER MURPHY - Viper, Firenze SHANNON WRIGHT - Circolo degli Artisti, Roma VENERDÌ 2 OTTOBRE THE FIERY FURNACES - Music Drome, Milano LAMB - Magazzini Generali, Milano PETER MURPHY - Alpheus, Roma CALIBRO - Locomotiv Club, Bologna AMOR FOU – La Casa 139, Milano OMOGENIC – Il Circolo degli Artisti, Roma NOVARA GOSPEL FESTIVAL (2-3-4) – Novara CROOKERS – Amnesia, Milano SABATO 3 OTTOBRE CINEMATICS – New Age, Roncade (Tv) WIRE – Totem Club, Vicenza PETER MURPHY – Velvet, Rimini FAT BOY SLIM – Cocoricò, Riccione THE FIERY FURNACES - Il Covo Club, Bologna MEDIA SOLUTION - United Club, Torino MARTA SUI TUBI - Tambourine, Seregno (Mi) KLAXON – Init, Roma AFTERHOURS – Estragon, Bologna CINEMATICS – New Age, Roncade (Tv) LAMB – Brancaleone, Roma DOMENICA 4 OTTOBRE PETER MURPHY - New Age (Tv) NAPALM DEATH - Zion (Tv) WI-Fi Art – Circolo degli Artisti, Roma LE MAN AVEC LES LUNETTES – Atomic Bar, (MI) LUNEDÌ 5 OTTOBRE PETER MURPHY – Alcatraz, Milano Martedì 6 Ottobre THE RAKES - New Age Club-Roncade (Tv) SOPHIA - Circolo degli Artisti, Roma MARTEDÌ 6 OTTOBRE THE RAKES - New Age Club-Roncade (Tv) SOPHIA - Circolo degli Artisti, Roma MERCOLEDÌ 7 OTTOBRE THE RAKES – Corcolo degli Artisti, Roma SOPHIA – Music Drome, Milano DR. KNOW - United Club, Torino J. CHANCE & LES CONTORSIONIS – Spaizo 211, (TO) BUGO dj-set + CèCILE – Zion, Conegliano (Tv) DAEDELUS – Atomic Bar, Milano GIOVEDÌ 8 OTTOBRE NEFFA - Area Live Jamila, Bassano del Grappa (Vi) THE RAKES -Viper Club, Firenze SOPHIA – Hiroshima Mon Amour, Torino SEBASTIAN + Tyler Noze – Lokomotiv, Bologna PENTOLE&COMPUTER – Sartea, Vicenza VENERDÌ 9 OTTOBRE GIGI BAROCCO+TITAN – Zion Club, Conegliano (TV) TOXPACK, CONCRETE BLOCK ... - United Club, (TO) JAMES CHANCE & The Contortions - Unwound, (PD) THE RAKES - Il Covo Club, Bologna KILLIN' TOUCH - Zebbra, Este (Pd) SEBASTIAN – Buggedout!, Milano SABATO 10 OTTOBRE BUD SPENCER BLUES EXPLOSION – Zion (Tv) THE MELLOW MOOD - Vibra Club, Modena J. CHANCE & THE CONTORTIONS – C. degli Artisti, (RM) ALTAVOZ- TPO, BOLOGNA ARGETTI+GOODMOOD... – Valrovina, Bassano (Vi) LUNEDÌ 12 OTTOBRE JULIAN COPE - Circolo degli Artisti, Roma MARTEDÌ 13 OTTOBRE OBSCURA, CANNIBAL CORPSE ... - Alcatraz, Milano SAXON - Live Club, Trezzo d'Adda (Mi) MERCOLEDÌ 14 OTTOBRE SAXON - Estragon, Bologna THE DRONES - Music Drome, Milano FRAN&SHAPE – Atomic Bar, Milano GIOVEDÌ 15 OTTOBRE THE DRONES - Circolo degli Artisti, Roma MAGNOLIA ELECTRIC - Spazio 211, Torino VIBRATORS - United Club, Torino BOYS NOIZE – Festival della Creatività, Firenze JAHBITAT+NO DOMAIN – Sartea, Vicenza VENERDÌ 16 OTTOBRE FLORENCE & THE MACHINE - M. Generali, (MI) THE DRONES - Spazio 211, Torino GIGI BAROCCO – Just Married – Tube, Modena POLAR FOR THE MASSES - Controsenso Prato SABATO 17 OTTOBRE BUGO Dj Set+CECILE – Zion (Tv) JULIE'S HAIRCUT - Calamita, Cavriago (Re) DOMENICA 18 OTTOBRE CANTIERI TEMPS D'IMAGES 2009 – C. d. Artisti (RM) THE XX – La Casa 139, Milano FUCK BOTTONS – Locomotiv, Bologna JOHN VANDERSLICE – Atomic Bar, Milano LUNEDÌ 19 OTTOBRE FUCK BOTTONS – Circolo degli Artisti, Roma MARTEDÌ 20 OTTOBRE THE THERMALS - La Casa 139, Milano FUCK BUTTONS - Spazio 211, Torino MERCOLEDÌ 21 OTTOBRE MUDHONEY - New Age Club, Roncade (Tv) THE BANSHEE – Atomic Bar, Milano CATALEPSY, THE MILES BETWEEN - Tag Mestre (Ve) GIOVEDÌ 22 OTTOBRE EAGLES OF DEATH METAL - Music Drome, Milano NICK CAVE (Teatro del Verme-Milano) MUDHONEY (Alpheus-Roma) NOSAJ THING – Sartea, Vicenza VENERDÌ 23 OTTOBRE EAGLES OF DEATH METAL - New Age (Tv) MUDHONEY - Estragon, Bologna THE GLIMMERS – Just Married – Teca, Verona BRETT DENNEN – Salumeria della Musica, (MI) SABATO 24 OTTOBRE: CYBERPUNKERS – Zion Club, Conegliano (Tv) MYLAND - Zoe Club, Milano MUMBLE RUMBLE - Scalo San Donato, Bologna ALTAVOZ – C.S.O. Rivolta, Marghera (Ve) FELIX CARTAL – Zion, Conegliano (Tv) DOMENICA 25 OTTOBRE GOTTHARD, CLAIRVOYANTS - Live Club, Trezzo d'Adda (Mi) DIVERTING DUO + JULES NOT JUDE – Atomic Bar, Milano LUNEDÌ 26 OTTOBRE DREAM THEATER - Mediolanum Forum, Milano CROCODILES – Amigdala Theatre, Trezzo sull'Adda (Mi) LUNEDÌ 2 NOVEMBRE TOM JONES - Teatro degli Arcimboldi-Milano RYUICHI SAKAMOTO - MiTo Settembre Musica-Torino ANTI-FLAG + ALEXISONFIRE + FOUR YEAR STRONG + THE GHOST OF A THOUSAND - Music Drome, Milano MIKE HUCKABY - Sartea (Vicenza) MARTEDÌ 27 OTTOBRE DREAM THEATER - Palalottomatica, Roma CROCODILES - Spazio 211, Torino MARTEDÌ 3 NOVEMBRE CHARLES AZNAVOUR – Auditorium Parco della Musica, Roma RISE AGAINST + THURSDAY + POISON THE WELL - Music Drome, Milano MERCOLEDÌ 28 OTTOBRE KINGS OF CONVENIENCE - Auditorium Conciliazione, Roma JAMES MORRISON – Estragon, Bologna CROCODILES - Mattatoio, Carpi (Mo) MERCOLEDÌ 4 NOVEMBRE PORCUPINE TREE - Alcatraz, Milano CHARLES AZNAVOUR - Teatro degli Arcimboldi, Milano HARDCORE SUPERSTAR - Blackout, Roma GIOVEDÌ 29 OTTOBRE DREAM THEATER - Futurshow Station, Casalecchio di Reno Bo) KINGS OF CONVENIENCE - Conservatorio, Milano JAMES MORRISON – Alcatraz, Milano CROCODILES - Circolo degli Artisti, Roma ABSU + NACHTMYSTIUM - Spazio 211, Torino LAZER SEORD – Sartea, Vicenza VENERDÌ 30 OTTOBRE DREAM THEATER - Zoppas Arena, Conegliano Veneto (Tv) CHARLES AZNAVOUR - Teatro Regio, Parma CROCODILES – Unwound, Padova GIANNA NANNINI – Palalottomatica, Roma REIN - La Casa 139, Milano SUPER ELASTIC BUBBLE PLASTIC – Tambourine, Seregno (Mi) DENTE -. Circolo Magnolia, Milano DERRICK MAY, LUCIANO, Motel Connection - Movement (TO) SABATO 31 OTTOBRE WIM MERTENS - Sala Verdi Conservatorio, Milano ONE DROPPERS - United Club, Torino RICHIE HAWTIN, RICARDO VILLALOBOS, MIKE HUCKABY, KRAKATOA - Movement (Torino) CONGOROCK – Unwound, Padova ALEX METRIC – Trash-Dance, Bassano del Grappa (Vi) SHADOW DANCER – Wah Wah Club, Marghera (Ve) DOMENICA 1 NOVEMBRE CHARLES AZNAVOUR - Teatro Comunale, Firenze BLOODY MARY – Alcatraz, Milano SOUND AND VISION MEDIAPARTNER ON ALTAVOZ - VENEZIA - BOLOGNA VICENZA @ SARTEA - 8/15/22/29 OCT MERCOLEDI’ 7 OCT NEFFA BASSANO (VI) @ ARENA LIVE Jamila SOUND AND VISION NIGHTCLUBBING ROMA CIRCOLO DEGLI ARTISTI FIRENZE VIPER CLUB VIA CASILINA VECCHIA 42 INFO : 06.70305684 VIA PISTOIESE - VIA LOMBARDIA INFO : 055. 318231 Un locale che si è sempre proposto come spazio musicale dove avanguardia, sperimentazione e rock'n'roll sono di casa: musica italiana e straniera, emergente e originale, sostegno alle scene musicali in difficoltà, qualità e novità come obiettivi nella scelta della programmazione, impegno a non chiudere fuori nessun "genere" musicale e soprattutto, negli ultimi anni ed in prospettiva, ad ospitare le altre arti. Struttura polivalente, ritrovo per gli appassionati di musica. Qui potrai ascoltare serate all’insegna della musica rock, con programmazione di artisti internazionali il venerdì sera, mentre al Sabato troverete serate degne dei migliori club electro/house. Ottima acustica e bellissimo palco insieme a buone birre e raffinati drink rendono molto piacevole la permanenza nelle due piste da ballo del locale. DESIDERI VEDERE IL TUO LOCALE ELENCATO NELL’ESCLUSIVO NIGHTCLUBBING DI SOUND AND VISION MAGAZINE? CONTATTACI WWW.SOUNDANDVISION.IT VICENZA OVOSODO CONTRA’ PESCHERIE VECCHIE 12 VICENZA - INFO 0444.235315 In centro a Vicenza Ovosodo wine bar spazia tra ottimi vini al calice, 24 tipi di spritz, stuzzicherie fresche, cordialità, allegria e tanta buona musica. Per la nuova stagione 2009/2010 Ovosodo organizza ogni Venerdì sera esclusivi Dj Set, dalla ricercata musica elettronica, alla serata Soul Funk. Aperto dalle ore 9 alle 2. VICENZA BAR ASTRA VICENZA SARTEA VICENZA SABOTAGE VICENZA VINTAGE KLUB CONTRÀ BARCHE - VICENZA INFO : C.so S. Felice 362 - VICENZA INFO : www.sartea.it Viale dell’Industria 12 - VICENZA INFO : www.sabotagebar.eu Via Savona 126 - T. di Quartesolo INFO : myspace.com/vintageklub Il centro di Vicenza, al centro del mondo, nel centro della musica! “Nuovo Bar Astra” powered by his eclectic owner Mopi and his amazing staff. Music every day, music every night ,,, music inside. Taste us and you never forget us! Peace & Love!Da non perdere i mitici concerti e dj set aperitivo. Aperto tutte le Domenica dalle ore 16.59. Locale storico di Vicenza che da anni allieta e propone importanti novità. JND Festival Electronic Music, che ha portato il Sartea a livelli internazionali grazie ad una selezione ricercata di djs di ottimo livello provenienti dai Clubs di Berlino, New York e Londra. Ambiente liberty, affascinante e ricercato che risalta la qualità del servizio. Chiuso Lunedì Stanchi degli innumerevoli baraperitivo, dei localini minimal, dei Jazzclub, della "birra a fiumi e bella gente", della musica a 360° e dei Discobar che affollano le notte della provincia? Allora il Sabotage è il vostro rifugio: Band e DJ Set R'n'R, Garage, Heavy Metal, Stoner, HardCore, HardRock e molto altro rumore a volume sostenuto: “Sabotage it's Louder than Loud!” Il Vintage Club si trova nella zona del centro commerciale Le Piramidi. Entrando vi accorgerete che state vivendo in un nuovo mondo fatto da tenui colori e ricercato design vintage. La sera le luci tenui esaltano il Vintage Klub, sonorità elettroniche miscelate dai migliori Djs vi porteranno a vivere nuove emozioni. D’estate vi aspetta il giardino estivo per degustare cocktails e drinks sempre all’altezza delle aspettative. VICENZA WINE ENOTECA VICENZA SHINDY CLUB VICENZA CONTRA’ GRANDA VICENZA OSTERIA RIVE VIA GARIBALDI - LONIGO INFO : 0444.834856 VIA S. GIORGIO - BASSANO D. G. INFO : 0424.500.000 VIA BARBIERI 25 - BASSANO D. G. INFO : 347.7597201 VIA RIVE 14 - CARTIGLIANO INFO : 348.8265815 Wine Enoteca quest’anno si fa in due! La parte “vecchia” è rimasta per gli amanti della degustazione vini e degli assaggi di formaggi francesi e delle ottime cruditè di pesce. La seconda e nuovissima sala è per gli amanti dai cocktails e della ottima musica proposta ogni ven, sab e dom da selezionati djs. Lo spazio esterno ricavato nella galleria vi sorprenderà! La qualità dai vini non si discute: sono cento le etichette in mescita. Passate una serata al Wine! Diventerà il vostro locale per sempre! Lo Shindy Club da trent’anni è la discoteca dei bassanesi doc, informale ed “alternativa” offre serate di vario genere: il venerdì concerti live, il Sabato rock puro al primo piano, e musica elettronica nell’ Electric Ballroom. Avete presente la pubblicità “cosa sarebbe il mondo senza la Nutella?” Decisamente si abbina a “cosa sarebbe Bassano senza lo Shindy!”. Enjoy! . Aperto Venerdì e Sabato Alla mattina ottime colazioni a base di spremute e centrifughe di frutta fresca, a mezzogiorno e sera a far compagnia agli aperitivi : gustosi tramezzini, stuzzichini e bruschette. Speciale il Venerdì e Sabato con ricercati cocktails e sangria accompagnati dalla selezione musicali dei djs. Disponibile per feste private. Chiuso Lunedì Tra un mix perfetto di pezzi di design vintage anni ’50-’70 e di elementi tradizionali, Giovanna ha creato un locale unico nel suo genere, dove si respira un’atmosfera d’altri tempi. Pensare di essere arrivati in un esclusivo jazz club in una grande metropoli non è un azzardo! Cucina creativa, arte, musica il mix perfetto per un locale che vi darà mille emozioni tutte indimenticabili! VICENZA LA CORTE DEI RE VERONA LA LOGGIA TREVISO ZWEI BAR TREVISO NEW AGE Via Montello - MAROSTICA INFO : 393.3286262 C.so GUA’ - COLOGNA V.TA INFO : 0422.41041 PONTE PAGNANO - ASOLO INFO : 0423.952761 VIA TINTORETTO - RONCADE INFO : www.newageclub.it Appena fuori dalle mura di Marostica nuovo locale wine bar slow food ispirazione anni ‘70. Alla mattina ottime colazioni, a mezzogiorno e sera aperitivi e gustosi pranzi veloci ... e per i languorini fuori orario ottimi tramezzini e stuzzichini. Per i più esigenti vasta scelta di ottimi vini accompagnati da formaggi ed affettati. Nei fine settimana anche musica dal vivo e Dj Set. Situato nel centro storico di Cologna Veneta Il Loggia cafè è un perfetto punto di partenza per la vostra serata. Tutti i week-end con i migliori D.j. set. Chiuso il Lunedì Zweibar Ist Wunderbar! Ristorante non convenzionale con menù che cambia spesso e accompagnato da ottimi vini. Cocktail fatti a regola d' arte e snack diversi dai soliti, in più...... la Nostra Musica (vedi Rock Cafe). Per l' Aperitivo.... dal cicchetto, all' affettato al coltello, fino al pesce crudo. Ai piedi di Asolo e fornito di comodo parcheggio Zweibar è aperto dal Mercoledi alla Domenica dalle 17.30 alle 2.00. Prenotazioni allo 0423/952761. New Age Club è il rock club più esclusivo della parte nord-orientale della penisola. new age club è totale garanzia di professionalità e visibilità per gli artisti affermati da tutto il mondo. new age club è trampolino di lancio per le nuove realtà musicali. new age club è lo spazio di divertimento notturno senza vincoli anagrafici. lo staff del new age club vi dà il benvenuto per una nuova elettrizzante stagione di live allo stato puro! TREVISO ROKKAFE’ TREVISO ZION ROCK CLUB PADOVA MONSTER JOE PUB PADOVA RICKY’S PUB St. DEI COLLI - CASTELCUCCO INFO : www.rokkafe.com VIA Vazzoler 30b - Conegliano INFO : 349.8820213 VIA ISOLA 50 - ISOLA MANTEGNA PIAZZOLA SUL BRENTA (PD) VIA COMMERCIALE 12 VILLA DEL CONTE/ABBAZIA PISANI Dal '91 il "ROCK" è indiscusso punto di riferimento per tutti quelli che (scusate lo snobbismo) la musica la sentono un po' di più. Precursori della DJ CULTURE i due fratellini preparano con i loro super collaboratori anche ottimi drink. Ricerca e coerenza sono alla base del bel connubio tra passato, presente e futuro che ha vita in questo posto. Dal Martedi alla Domenica dalle 17.30 alle 01.00 Info 3496027294 - 347737793 Ultima citta' libera del cult movie Matrix, contestualizzando nel proprio territorio il significato che il film da' di essa. Spirito di liberta' culturale, voglia di rinnovamento socio-comunicativo, promuovere le migliori espressioni artistiche nazionali ed internazionali. La programmazione del Circolo e' concentrata sulle serate del venerdi' e del sabato con concerti dal vivo e Dj Sets a seguire. Ogni Venerdi' e Sabato: Apertura Circolo: ore 22:00 All'interno del Monster Joe, nel locale da poco rinnovato, potete trovare il nuovo BEER SHOP con più di 70 marche di birre in bottiglia a disposizione e 5 eccezzionali birre alla spina, nonché gustosi snack ad ogni orario! Ogni Venerdì & Sabato il Pub propone Musica live e dj set, con appuntamenti imperdibili dal Rockabilly all'Hard Rock, Punk, Garage, Tribute Bands e Rock n' Roll! Tappa obbligatoria per i vostri Week-end! Venite a Trovarci! Non ve ne pentirete! Hot spot per chi ama la musica live di qualità grazie ad una crew e ad un programma bilanciato,si conferma uno dei locali più gettonati. Il meglio delle rock cover band,dell'alternativo ed indipendente, i tributi più leggendari. Dal grunge al postrock, dall'acustico al metal, dall'indie alla new wave! OPENPARTY con i migliori djs in campo rock, crossover, indie, electro! Se cercate un'alternativa al solito music pub con karaoke e cotillons, l'avete trovata.Info: myspace.com/rickyspub 36 “Libri che suonano” di Francesco Nicolli “Franz Ferdinand from A to Z” Ritengo che l'editoria italiana sia a volte poco attenta o addirittura “pigra” quando si tratta di scegliere quali libri musicali pubblicare e su quali artisti, italiani o internazionali. Per molti anni infatti, specialmente in prossimità della fine dell'anno e delle feste natalizie, sono comparsi sugli scaffali delle librerie testi su Beatles e Rolling Stones, Rolling Stones e Beatles. Fortunatamente, col passare d e l t e m p o e gra z i e all'attenzione di alcune case editrici, molti altri sono stati gli artisti cui è stata dato risalto. Recentemente, poi, assistiamo a un fenomeno contrario, cioè la pubblicazione prematura di volumi su artisti o gruppi che forse non hanno ancora dimostrato il loro valore artistico, a fronte magari del s u c c e s s o p re t t a m e n t e commerciale. Accade invece, e quando succede me ne compiaccio sia p ro fe s s i o n a l m e n t e c h e personalmente, che arrivi il libro giusto al momento giusto: è questo il caso del volume di cui parliamo questo mese, dedicato ai Franz Ferdinand. Intitolato semplicemente “Franz Ferdinand dalla A alla Z”, scritto da Helen Chase ed edito in Italia da Arcana, è una vera miniera di informazioni sul gruppo scozzese, giunto con “Tonight: Franz Ferdinand”, uscito a gennaio di quest'anno, al terzo album. Atteso in Italia a dicembre il quartetto di Glasgow è forse una delle realtà più vive e interessanti del panorama musicale contemporaneo. Formatisi nel 2002, i FF raggiungono il successo internazionale con il singolo “Take me out”, inserito nel loro primo album, “Franz Ferdinand”, del 2004, bissato alla fine dell'anno successivo con l'uscita del secondo lavoro, “You could have it so much better”. La formazione comprende il chitarrista e cantante Alex Kapranos, Bob Hardy al basso, Nick McCarthy alla chitarra e tastiere e Paul Thomson alla batteria. Ma quali erano i propositi e la tipologia di musica che i quattro volevano raggiungere e proporre? Spiega Kapranos che i FF volevano fin da subito “catturare l'essenza primordiale della migliore musica pop, quella che evita completamente il cervello e ti fa scattare in piedi”, produrre una pop music per niente elitaria, perché “se la musica è buona, è accessibile a tutti”. Le influenze musicali dei Franz Ferdinand non sono però così semplici da identificare. Inizialmente i critici li hanno paragonati agli Strokes o agli Interpol, altri li hanno classificati come portabandiera degli anni Ottanta, ma i nostri hanno rifiutato una definizione tanto semplicistica. In realtà la musica e i testi del gruppo traggono ispirazione da opere nel campo dell'arte, del cinema e della letteratura, mentre per quanto riguarda il sound vero e proprio si spazia dai Beatles alla musica dance, dai Queen ai Roxy Music. Il libro di Helen Chase fornisce informazioni dettagliate sulla formazione del gruppo, sui concerti, sui progetti grafici scelti dalla band, oltre ad essere ricchissimo di fotografie. Una lettura piacevole, in attesa dell'8 dicembre, quando potremo goderci la musica e l'energia dei Franz Ferdinand dal vivo a Jesolo! ROCKSTAR “ Un disco bellissimo” BEAT “ Uno scrigno di rock italiano davvero prezioso” ROCK SOUND “Coraggioso e stimolante” ROCKERILLA “uno squarcio sulla tela del tempo che scatena tempeste d'adrenalina” “Un'emorragia di allucinazioni allo stato puro” BABYLON “Il gruppo è riuscito a creare una miscela perfetta” DIE ZEITGEIST “Un album da ascoltare tutto di fila” SENTIRE ASCOLTARE “Una varietà di colori intrigante e insolita” SALTINARIA “Testi poetici, ballate avvolgenti, melodie oniriche...un disco che mi auguro lasci il segno” WHIP ART “Un album che ci restituisce un gruppo ancora creativo e fiero” SPECIALE FRIGIDAIRE TANGO - REVIEW & INTERVIEW by I. Rebecchi FRIGIDAIRE TANGO - L’INTERVISTA All'alba degli anni '80 prese vecchia ditta di artigiani, in forma la loro enfasi new wave, questi anni non siamo rimasti tra tormenti ed esplosioni a guardare ma ognuno si è musicali. Oggi tornano con espresso per conto suo. “L'Illusione del Volo”, che "L'illusione del volo" è un regala fascinazioni liriche di viaggio di musica totale e non grande impatto artistico. S&V: credo possa essere catalogato I Frigidaire Tango nel 1981 in qualche genere specifico, erano? C.C.: Incoscienti, credevamo nella nostra musica. Quello che esprimi se viene dal cuore non sono altro che sentimenti filtrati at t rave r s o q u e l p o c o background che puoi avere non ancora ventenne. S&V: E oggi, dopo oltre 25 anni e una reunion? C.C.: Abbastanza coscienti per capire che non bisogna mai abbandonare l'incoscienza e pronti a tutto pur di non perdere la creatività. S&V: Come è nato “L'Illusione Del Volo” e come esperienze, età e socialità cambiate col tempo hanno influito? Siamo come una contiene soltanto un paio di embrioni estratti dal prezioso congelatore dei primi anni ottanta e sono paradossalmente quelli più p o p, è a u m e n t at a l a padronanza dei mezzi e abbiamo le idee molto chiare sui nostri obiettivi. Ciò che veramente ha cambiato la scena è la visibilità che ogni band può avere, che ha fatto emergere centinaia di realtà. Credo anche sia cresciuta la sostanza, c'è meno dipendenza dai cliché ai quali eravamo legati, c'è tutto questo movimento cantautorale avanguardistico 38 che pone di nuovo la musica italiana al centro di sé stessa, paradossalmente in un periodo che oserei definire il peggiore in assoluto (se parliamo di rock) a livello planetario. Chiedo sempre se qualcuno sa indicarmi un disco fondamentale uscito dopo il 2000... forse voi potete darmi una risposta? S&V: E, nel dettaglio, da cosa è derivata l'ispirazione per i brani, in particolare riferimento a “Preghiera”, efficace e azzardata al contempo? C.C.: Con “Preghiera” volevo porre un quesito tra misticismo e mistificazione e ho creato un tappeto sonoro che ne rendesse l'idea, potrebbe essere un punto di partenza per il prossimo album, una inventare, andava bene tutto purché diverso da ciò che era già stato. Un gran presupposto che molte volte deludeva le aspettative. Eravamo in pochi e questo ti rendeva meno invisibile ma mancavano le s t r u t t u re p e r p o t e rs i esprimere, i locali adeguati per i concerti si contavano nelle dita di una mano. Un periodo che va ricordato per la nobile dichiarazione d'intenti, l'arte come priorità assoluta. Per quanto riguarda l'italiano, all'epoca se non eri un cantautore impegnato il cantato in italiano era sinonimo di commerciale che per noi era una bestemmia. Invece, proprio in quel periodo nasceva il coraggio di introdurre nel rock più fusione tra elettronica e world music sorretta da fondamenta rock. S&V: Siete da sempre definiti i pionieri della new wave italiana: nei primi anni '80 cosa significava fare new wave? Soprattutto in italiano? C.C.: Un estremo bisogno di convenzionale ma alternativo la madre lingua, i Litfiba, i Diaframma e tutta la corrente partita dai Cccp. L'importanza di questi gruppi sta nell'aver abituato l'ascoltatore a non farsi pregiudizi e negli anni novanta l'approccio si è SPECIALE FRIGIDAIRE TANGO - REVIEW & INTERVIEW by I. Rebecchi 39 IL DISCO "L'ILLUSIONE DEL VOLO" pari passo con quella della musica contemporanea, in un FRIGIDAIRE TANGO lavoro eterogeneo e di fascino consolidato vedi i Bluvertigo. Oggi il gap è scomparso. Se a questo aggiungiamo il significato "principe" e cioè l'assimilazione di un'opera nella sua integrità in tempo reale è evidente che non ci sono argomenti ulteriori, anche se devo dire che non tutto il resto della band era concorde. Pensare che chi ti ascolta capisce o intuisce ciò che stai dicendo è ovviamente gratificante. S&V: Giorgio Canali: un grande genio contemporaneo. Ovviamente coinvolto nel vostro ultimo album. In cosa ha modificato l'andamento del disco? C.C.: Giorgio si è occupato dei missaggi, ha fatto suonare dischi diversi tra loro in passato ed era la persona filosoficamente giusta per questo lavoro. S&V: E' evidente un ritorno alle sonorità new wave. E' il dipinto sonoro della società a convogliare gli artisti verso questo tipo di sonorità, più decadenti e a tratti dark, quindi pensose e non s p e n s i e ra t e ( c o m e c i insegnerebbe il pop-rock radiofonico), virandone la creatività verso riflessioni in musica sul decadimento, sulla vita e la morte in un crescendo psichedelico? C.C.: Non credo che al momento ci sia un genere che emerge più di un'altro, mi sembra invece che ci siano questi continui rigurgiti di vecchie correnti che lasciano il tempo che trovano, da dieci anni il rock mi sembra un dinosauro morente che ogni tanto ha questi sussulti di cose passate. L'unica via come sempre è la fusione, il rock dovrà per forza accoppiarsi con l'elettronica che da anni corre parallela e, in effetti, nel decennio scorso band come Prodigy o Chemical Brothers hanno avuto la meglio nell'immaginario collettivo. S&V: Il vostro brano migliore? C.C.: Sarà pubblicato nel prossimo disco. S&V: Il brano/disco migliore mai ascoltato? Questa è una di quelle domande che piace fare anche a me. Gli anni '80: quel concentrato di spregiudicatezza synth pop affiancata alle ipnotiche sonorità new wave di un post punk ascendente, in Italia sono stati sinonimo di ritrovamento cantautorale, anti-divismo e ricerca lirica, affiancata ad influssi sonori dall'accezione innovativa. I Frigidaire Tango, che tra l'80 e l'86 riuscirono ad affascinare un pubblico propenso ed attento alla loro new wave tricolore, innovativa e animosa, dopo la reunion di 2 anni fa, tornano con un nuovo album, “L'Illusione del Volo”, in cui, con 25 anni di carriera alle spalle, riversano su disco esperienze e creatività, palesandosi più che mai coerenti con la scia dello stesso genere di cui furono, in Italia, precursori, attraverso canzoni, manco a dirlo, memorabili per impatto musicale e laceranti per e m p a t i a e m o z i o n a l e. La storia della band va così di possente, in cui la lingua italiana diventa azzardato e riuscito al contempo, in una nazione in cui l'italiano non è più né d'obbligo né troppo utile ai fini commerciali. “L'Illusione d e l Vo l o ” , m i x at o dall'instancabile e geniale Giorgio Canali, è ricco, vario, ammaliante, psichedelico quanto basta a regalare il crescendo cantautorale di “ M i l i o n i d i Pa ro l e ” affiancandolo a “Mescola Le Razze” sordida e cosciente, ipnotica e distorta, o alla delicatezza non subordinabile di “L'Acqua Pensa” e all'influsso pop-rock radiofonico di “Natural mente”. Colpisce il magnetismo di “Distogli Lo Sguardo”, la fascinazione esterofila di “Le Cose Capite”, il richiamo Bauhaus di “Poesia Di Luce”, la post-industrial azzardata di “Preghiera” e la s g ra z i a t a a r m o n i a d i “Dreamcity”, ponderata e travolgente. Se la new wave è qui, i Frigidaire Tango lo dimostrano, rendendo effettiva la coerenza di una lingua atta alla poetica e difficile da esportare, ma più che mai perfettamente sposata con tali sonorità a metà tra lo spasmo emozionale e l'evasione intellettiva. Splendido! VOTO : 8/10 Live Review by E.Virago www.viragoentertainment.it IL FENOMENO EBONY BONES FOTO DI G. CRACA We Know All About U. In realtà ci piacerebbe sapere proprio tutto di Ebony Bones, nuovo personaggio della sfera electrorock inglese. Già famosa prima di incidere il suo primo album ed entrare di diritto nell'olimpo del music-biz avendo partecipato (al tempo però si chiamava Ebony Thomas) per ben 7 anni ad un famoso show televisivo inglese dal titolo 'Family Affairs', ti conquista per il suo modo unico ed imprevedibile di stare sul palco. Un look a dir poco eccentrico fatto di pezzi vintage abbinati e sovrapposti nella maniera più bizzarra con altrettanti accessori che sembrano usciti da una fabbrica di dolciumi, un'incredibile grinta e una massa di ricci in testa, raccontano un personaggio pittoresco – che a volte sembra quasi un fumetto -, contagioso e trascinante, che si esprime al meglio quando può performare davanti ad un pubblico ristretto da coinvolgere e plagiare. Il suo è 41 un pop recitato e puramente energizzante che ti fa saltellare dalla prima all'ultima canzone, sembra un carnevale brasiliano contaminato da accenni electro/afro. Scrive, produce e arrangia i suoi dischi, usando all'occorrenza una bottiglia vuota di Jack Daniels per ricercare il suono giusto… lei è una vera macchina ritmica. Sul palco il merito è anche di una variopinta band che la circonda, con due coriste formato mignon pazze quanto lei, un bassista che suona a petto nudo con in testa un copricapo maya e un minuto batterista, su cui non scommetteresti un soldo, che invece spacca dall'inizio alla fine e dà ritmo e brio a tutto lo spettacolo. Il suo album di debutto 'Bones Of My Bones', ossa delle mie ossa, citazione biblica presa in prestito dal libro della Genesi quando si fa riferimento alla creazione della donna, parla proprio delle sue di ossa e carne, che però non devono ringraziare nessuno per la posizione che è arrivata ad occupare: per ben tre volte sul palco del festival di Glastonbury, ogni sua apparizione ne fa un evento mediatico che va ben oltre un semplice live. Forse è stata lei a portare fortuna all'attuale presidente americano visto che nel 2008, in occasione di un concerto a New York, aveva cantato per lui. Qualcuno le ha definite 'Bones Vibrations'… Noi le sentiamo già. E via di The Muzik ora per cominciare a ballare! T-SHIRT FOR SCOOTERIST GRANDI NOVITA’! ... A DUE PASSI non solo scarpe ... ma anche TSHIRT - ACCESSORI - SPILLETTE www.myspace.com/aduepassi_shop VIA GARIBALDI 48 - LONIGO (VI) - Tel 0444.436771 BedRoom Revolution “Storie di vinili da collezionare” by Sir Taylor LOVE “FOREVER CHANGES” ELEKTRA REC.EKS74013 LP USA Nell'infinito mondo della buona musica e dei dischi collezionabili, il terzo album dei Love occupa sicuramente un posto di riguardo. I Love furono tra le prime formazioni ad emergere nell'area di los Angeles,trainati dal successo internazionale dei B y rd s , p ro d u c e n d o u n a interessante miscela di musica folk e rock music che ha reso i loro dischi innovativi al tempo e tuttora molto collezionabili. Purtroppo la loro storia musicale è alquanto complessa e ha sofferto di numerosi cambi di formazione che hanno molto penalizzato la carriera del gruppo. La loro storia inizia dal leader e chitarrista Arthur Lee and LAG's una band che come suggerisce il nome era molto influenzata da Booker T & MGs e la musica RnB. Di questa band rimane traccia in u n ra r i s s i m o s i n g o l o americano (the 9th wave, capitol rec.) Così come per la successiva formazione di mr Lee, gli American Four che registra nel 1964 “Luci Baises”(Selma rec). La intensa attività live nei locali losangelini crea un grosso seguito e i Grass Roots-come si fanno chiamare al temporimpiazzano i Byrds divenuti troppo famosi nel circuito dei concerti locali ma perdendo il treno di un buon contratto discografico per la Capitol soffiato all'ultimomomento dai Leaves e poco dopo anche il nome Grass Roots deve essere ceduto al cofondatore della band che diventerà parecchio famosa di là a breve. Nascono così i Love che spingono il loro repertorio nella direzione delle band inglesi, R.Stones e Manfred Mann su tutti miscelandolo ad elementi di folk americano. Sono i primi a p ro p o r re l a s t u p e n d a rivisitazione rock della classica folk ballad “Hey Joe”(ripresa poi anche dai leaves/byrds/hendrix/p.smith ).Nel 65 finalmente la Elektra rec. li nota e li mette sotto contratto dando alle stampe nel 66 il primo album ovviamente intitolato LOVE. Il talento di A.Lee ,come musicista e compositore comincia a farsi strada,al tempo sarà considerato uno dei pochi chitarristi-nero pure lui- al livello di J. Hendrix! Purtroppo il lp senza un singolo di successo, non vende molto e risulta ben difficile da trovare oggi.Il secondo album – Da Capo con la sua miscela stupefacente di jazz, rock, barocco e armonie west cost purtroppo segue nel destino il predecessore e lambisce le ultime posizioni dei top100. Sicurammente a minare le possibilità di successo fù la riluttanza del gruppo a suonare lontano dall'area di L.A.. Qualche concerto a New York non risolse la situazione tanto più che la Elektra al tempo aveva messo sotto contratto i Doors- proprio su consiglio di A. Lee! - che erano divenuti una priorità per la label. E' con queste infauste premesse che iniziano le registrazioni di “Forever changes”. Al gruppo fu c o mu n q u e l a s c i at a l a massima libertà compositiva 45 e per produrre il disco fu a r r u o l at o N e i l Yo u n g affiancato da Bruce Botnick. L'erratico N.Young non portò a termine il lavoro e così A.Lee riempì il vuoto produttivo. Ulteririori problemi di formazione fu causa dei ra l l e n t a m e n t i n e l l e registrazioni tanto che mr Lee spesso suona diversi strumenti (basso, batteria e tastiere). Nonostante ciò questo terzo album regala finalmente un po' di successo alla band grazie soprattutto al gro s s o i m p at t o s u l l a critica.Alone again or/Andmoreagain/old man/ the red telephone sono sicuramente i punti più alti in un album che sembra non avere difetti. La ricerca negli arrangiamenti, gli inserimenti orchestrali o i gruv di batteria alquanto complessi - e che richiesero parecchie sedute di registrazione- sono sicuramente un punto di distinzione rispetto ad altri album del tempo (Notorius byrd brothers ad esempio). La stampa USA con etichetta gold è parecchio difficile datrovare oggi così come la stampa monofonica inglese (label rosso/nera). Arrivano in ottime condizioni ai 75-90$. Non esiste la stampa italiana di questo album anche se il loro primo 45 fu stampato dalla vedette rec. con una copertina unica e ricercatissima. CURIOSITY KILL THE CAT by Denise 46 Q U A N D O L O S P A C C A R E T U T T O E R A U N ' A R T E ! Un brivido che si arrampica nella più profonda cavità delle ossa, una sensazione di fermento che sviscera all'interno dell'anima, infine una rapida mossa, un forte colpo, un prolungamento delle più forti sensazioni di distruzione che non si ha mai potuto credere di possedere. Un tempo ci si credeva veramente, l'arte della demolizione era acclamata come se valesse tutto uno spettacolo e di certo non mancarono gli artisti in grado di dare al pubblico ciò che voleva: un vero e proprio massacro strumentale. L'unico che disperava alla fine era chi doveva aprire il portafogli, ma che vuoi che sia, tra quei ragazzacci deliranti ne giravano di soldi, ed in ogni caso era l'ultimo dei loro problemi. Quando sei sul palco vale tutto, e l'adrenalina che alla fine sfocia in un gesto così devastante è da interpretare come un estremo e folle dono alla musica: “La volta in cui ho bruciato la mia chitarra fu come un sacrificio. Si sacrificano le cose che si amano. Io amo la mia chitarra." (Jimi Hendrix) L'esibizionismo c h e s e rp e ggi ava n e l l e personalità rock d'un tempo era in realtà una ribellione alla mentalità ottusa che trovava inaccettabile l'espandersi di uno stile di vita così eccessivo; si tramuta dunque di naturale routine uno schizzato Keith Moon che farcisce la sua batteria di dinamite per poi farla esplodere durante il concerto affiancato da Pete che martella la sua chitarra contro gli amplificatori (causando danni inimmaginabili ai comuni musicisti mortali) o un Paul Simonon che distrugge il suo basso contro il palco e ancora un Jimi Hendrix che infuoca la sua Stratocaster al Monterey Po p Fe s t iva l . O ra u n a ostentazione simile verrebbe tradotta come una risorsa pubblicitaria, un gesto senza alcun senso sociale e di sicuro una gran perdita di denaro. Imitare i propri idoli è l'avverarsi di un sogno, ma rubare le loro identità è una maledetta viltà; se dovete farlo, fatelo con riconoscenza: almeno una volta lo “spaccare tutto” era un'arte. CLAPS, ROMPE GLI SCHEMI! Il look più trendy per lui e per lei, con la migliore musica house in cd e vinili. Marchi di abbigliamento nuovi e giovani. Angolo vinili import. La nuova realtà si chiama CLAPS! V.LE DIAZ (PONTE NUOVO) BASSANO DEL GRAPPA (VI) TEL. 0424.182747 [email protected] - WWW.CLAPSTORE.IT 48 THE ZOMBIES a cura di Giorgio Mari THE ZOMBIES The Singles Collection As & Bs A volte basta un niente per far ritornare al successo una canzone. Per Melanie Fiona e' bastato un campionamento di “Time Of The Season” degli Zombies per farla emergere dall'anonimato. Ogni tanto le radio passano il pezzo originale,eppure gli Zombies non esistono più,sono svaniti da 40 anni, ma il loro beat è ancora attuale, stimolante e proficuo…soprattutto per la Decca. Ancora una volta i giovani interpreti si affidano ai successi del passato, perché il tesoriere carico di gemme provenienti dagli anni sessanta è indubbiamente il più ricco e sicuro in oltre cinquantanni di musica rock. Molto spesso il profilo dell'artista da lanciare 64-69 - BIG BEAT non centra un bel niente con il brano scelto a tavolino, ma questo non è di sicuro un problema perché il fine è il profitto. Si azzerano tutti i riferimenti socio-culturali con il vecchio artista, può anche essere stato un rivoluzionario, ai dirigenti questo non interessa e in tempi di crisi globale va bene qualsiasi cosa p u rc h è g a ra n t i s c a u n guadagno. Allora è giusto fare luce perchè gli Zombies con stile e originalità hanno saputo collocarsi nel vasto panorama della Swinging London. La loro ascesa al successo è abbastanza atipica; la band inglese deve tutto agli Stati Uniti, il loro traguardo è dovuto alle vendite dei singoli “ She's No There “ e “Tell Her No” che permisero ai nostri di costruirsi un futuro. D'altro canto non erano una band ordinaria è i due compositori/componenti principali, Rod Argent e Chris White hanno saputo però c at a l i z z a re u n s o u n d straordinario tanto quanto quello dei Beatles o degli Stones,conquistando il p u bbl i c o a m e ri c a n o e canadese. Nel cd della Big Beat i brani scorrono in senso cronologico, una buona cosa visto che a molti ascoltatori interessa capire anche l'evoluzione di un artista. Il RnB scandito dalla tastiera Vox è molto spesso psichedelico ed insieme agli impasti vocali è il loro marchio di fabbrica. Gli Zombies sono stati tra i primi, e già a partire dal 1964 hanno iniziato ad esplorare questi territori. Dobbiamo a loro l'inizio temporale del suono psichedelico, poi esploso definitivamente nel 1967, un loro pezzo in particolare lo testimonia, “ She Does Everything For Me”. Ecco uno dei loro pezzi forti “Just Out Of Reach”, tiratissima ed esplosiva,oppure la bella cover di “Goin' Out Of My Head” di The Little Anthony & The Imperials, che nella loro interpretazione diventa molto più divertente. Esploratori e pionieri del pentagramma per la musica Pop,questo erano gli Zombies. A volte si ha questa impressione nell'ascoltare le loro canzoni, che alcune potrebbero aver trovato spazio in album dei Beatles tanto quanto in quelli dei Beach Boys, e non stupisce quindi se rappresentarono indirettamente anche il suono di altri gruppi molto più fortunati di loro. Tutto questo p e rc h é h a n n o s ap u t o focalizzare un'epoca in modo originale ed efficace, senza mai scendere in banalità compositive e senza cercare affannosamente il ritornello a tutti i costi e di conseguenza influenzando molto altri compositori. La loro carriera si è conclusa nel 1968 dopo la pubblicazione dell'album “Odessey And Oracle “ ma una serie infinita di compilazioni hanno permesso di coltivare la loro aurea di gruppo di culto e q u e s t a u l t e ri o re m a fondamentale raccolta dei singoli della Ace/Big Beat può soddisfare anche i palati più fini ad un prezzo accessibile. Via Prà Bordoni 43 Zanè (VI) Tel & Fax 0445315514 [email protected] WWW.SACRUMCOR.COM Live Review “Asolo Free Music Festival 2009” by Antonio Lo Giudice ASOLO FREE MUSIC FESTIVAL Che il matrimonio e la trentina superata non mi abbiano definitivamente ridotto ad uno straccio di essere umano, letargico e passivo, ne ho avuto conferma quel fine settimana. Ben tre sere fuori, senza essere motivato dalla necessità di beccare figa. Mica male! Giovedì sera era in programma Sua Immensa Immensità Elio (senza le Storie Tese), con uno spettacolo teatrale ispirato al “Barbiere di Siviglia” di Rossini, un originale invito all'opera, sotto forma di monologo che il barbiere Elio tiene, con un allucinante accento similsiciliano ed un allucinante parrucchino, davanti tre suoi clienti (ovvero una piccola orchestra da camera composta da un clarinettista, un flautista ed un pianista), alternato ad alcune arie. Sulla qualità dello spettacolo nulla da dire: Elio se la cava egregiamente sia nel recitare che nel cantare ed è accompagnato da tre fior di mu s i c i s t i . Tu t t av i a , l a performance è abbastanza breve e lascia un po' insoddisfatti (ma, probabilmente, si tratta di un effetto voluto, in quanto lo scopo dichiarato dell'operazione è quello di spingere i giovani a riscoprire la musica classica, al posto di annichilirsi con la roba pallosa c h e p a s s a n o l e ra d i o mainstream o MTV). Venerdì sera, invece, c'era la fila anche senza dover fare il biglietto per assistere al concerto della Bandabardò; non credo, in cinque anni di festival, di aver mai visto tanta gente sull'ex campo da calcio. Nulla di strano, alla fine: come ho già scritto in passato, la Banda è l'essenza stessa della musica dal vivo più allegramente contagiosa e gioiosamente devastante (e, diciamolo, anche ruffiana il giusto, con i suoi inserti dance e hard rock di presa sicura). Anche questo giro, nessuna delusione: solita intensità ipercinetica dei sei musicisti e solito entusiasmo del pubblico che ha saltato e ballato ininterrottamente fino all'una di notte. Una doverosa segnalazione per il gruppo si supporto, i milano-brasiliani Selton, che, tra la cazzonaggine ed il genio, hanno riproposto brani di Jannacci, Cochi e Renato, Mina e i Beatles con chitarre noise, testi in portoghese ed un gran senso melodico. Lo so, sembra un'idiozia, eppure vi posso a s s i c u ra re c h e h a n n o entusiasmato il pubblico, compresi i fini intellettuali sboroni come il sottoscritto. Data la folla del venerdì, mi ha fatto un po' impressione, la sera successiva, vedere i pur bravi Yumma Re suonare davanti ad una decina scarsa di persone, d'altronde hanno dovuto iniziare prima delle 21, quando la gente, il sabato sera, non ha ancora iniziato a digerire. Decisamente meglio alle 22, quando sul palco è salito Bugo, in compagnia della sua band di pelati vestiti con la tuta dei Visitors. Devo dire che la svolta danzereccia ed elettronica di Mr Bugatti mi convince molto di più del folk 51 stranito di qualche anno fa. E, poi, le parole de “Il Giro Giusto”, “Crisi” e della tenera “Amore Mio Infinito” disintossicano da anni di testi presuntuosi, incomprensibili e scarsamente comunicativi a cui ci ha abituato l'indie italiano (sì, mi riferisco a Cristiano Godano, a Manuel Agnelli e, recentemente, a Vasco Brondi). Finale col botto: due ore di jams torrenziali e sensualmente meticce ad opera della New York Ska Jazz Ensemble, che ha fatto muovere il culo fino allo sfinimento al pubblico asolano (e sollevare da terra un polverone che non vi dico), mentre ribadiva la stretta parentela (appunto) tra ska e jazz che già fu sancita dai padri fondatori Skatalities. Tirando le somme, posso dire di essere ancora un discreto animale da concerti nonostante l'età da pensione. 52 RARE GROOVES by Paolo Berto TENORIO JR. “EMBALO” 1964 DUBAS MUSICA Nel panorama “rare” non può mancare un riferimento alla MPB, ovvero la Musica Popolare Brasiliana. Il disco che propongo questo mese è uno dei classici del jazz brasiliano di tutti i tempi e uno dei più ricercati album bossa degli anni '60 mai prodotti. Il pianista Tenorio Jr, all'epoca dell'incisione del disco, aveva 23 anni ed era uno studente al 4° anno di medicina che nel tempo libero suonava. In “Embalo” guida un' ensemble composta da Paulo Moura al sax contralto, Milton Banana alla batteria, Raul de Souza al trombone e dal bassista Ahmed Zezinho, autore tra l'altro della bellissima “Estou Nessa Agora”. In una sequenza calda e appassionata, Tenorio crea una sommatoria perfetta del linguaggio jazz-bossa (suoni stretti e angolari) nella sua espressione più vera. La scrittura è fantastica in tutto l'album, che include brani come il famoso "Nebulosa", immediatamente riconoscibile dal campione utilizzato da United Future Organisation e da Forest Mighty Black (mostri sacri dell'acid jazz) e di recente riapparsa anche nella raccolta “Viagem” di Nicola Conte (Far Out recordings). Le tracce "Nuvens", "Nectar", "Inutil paisagem" e "Estou Nessa Agora" appaiono anche in alcune raccolte “Dusty Gooves” America. Tenorio Jr. ha avuto una carriera prolifica, soprattutto suonando insieme ai grandi nomi della musica brasiliana, ma ha un solo un disco solista al suo attivo, dove oltre alla title track, ha scritto anche "Nebulosa", "Samadhi"e "Nectar”. Considerato uno dei musicisti più importanti ed eclettici della bossa nova, Tenorio Jr al piano può essere ascoltato anche su antologie brasiliane degli anni '60, così come nei migliori lavori di artisti quali Lô Borges, Milton Nascimento, Beto Guedes, Joyce, Edu Lobo. Drammatica, invece, la sua storia personale, che lo ha visto protagonista di uno dei più raccapriccianti episodi nella storia della musica brasiliana. Nel 1976 si recò in tour a Buenos Aires al seguito di Vinicius de Moraes e Toquinho. Il 18 marzo dello stesso anno, dopo una performance al Teatro Gran Rex, tornando al Normandie Hotel, fu preso prigioniero dalla rete clandestina di repressione, i famigerati Squadroni della Morte del dittatore Jorge Videla. Torturato per nove giorni, anche dopo che apparse chiaro il suo mancato coinvolgimento nelle attività politiche, morì per un colpo di pistola alla testa. L'assurda storia della vita del pianista, può contribuire a suscitare l'interesse ad ascoltare “Embalo”, viste poi le appassionate recensioni dei critici e degli storici musicali dedicate a creare una leggenda intorno al disco stesso. Il mio parere personale riguarda esclusivamente l'aspetto strettamente musicale. Ritengo questo disco un vero e proprio capolavoro del genere. Un viaggio emozionale di rara intensità e perciò consiglio caldamente di cercare questa perla tra i banchi di qualche mercatino. Questo suo unico album solista, è stato ristampato nel 2004 dalla etichetta “Jazz Club, Sound of Freedom”. Per ascoltare alcuni brani di “Embalo” riporto di s e g u i t o u n l i n k u t i l e. WWW.ckuik.com/Tenorio_Jr. Concludo dicendo che, amando particolarmente il genere, non posso che assegnare a questo disco un bel nove. LA CORTE DEI RE WINE BAR - SLOW FOOD L I V E M U S I C ! D O M 1 1 O T T o r e 1 8 . 0 0 G H O S T W A Y T R I O [ p o p 7 0 / 8 0 ] D O M 2 2 N O V o r e 1 8 . 0 0 B A A N G A [ A c o u s t i c T r i o ] D O M 2 0 D I C o r e 1 8 . 0 0 G H O S T W A Y T R I O [ p o p 7 0 / 8 0 ] Via Montello - MAROSTICA “Boldini e la Parigi Impressionista” di Ambra Rebecchi - Ferrara 20.09.09/10.01.10 ricercato ed innovativo, Seguire la natura senza poterla afferrare…. rappresentazioni di teatri, caffè concerto, paesaggi Boldini e la Parigi impressionista sviluppati secondo la sua visione en plein air. Tra i capolavori, provenienti da ogni parte del mondo, sarà presente il celeberrimo ritratto della ballerina francese Clèo de Mèrode, emblema di una femminilità Ci sono artisti dei quali ci si innamora totalmente nel momento in cui lo sguardo si posa su una delle loro riproduzioni: ciò è accaduto a me quando vidi per la prima volta Miss Bell, uno dei quadri più noti del pittore ferrarese. Era il 2001. Giovanni Boldini aveva appena vent'anni quando si iscrisse all'Accademia delle Belle arti di Firenze, ove frequentò e condivise le esperienze pittoriche dei futuri esponenti del movimento artistico dei Macchiaioli. Ma è a Parigi che l'artista emiliano ebbe la consacrazione definitiva. Trasferitosi nel 1870, divenne il pittore rappresentativo della “Belle Epoque”, il bel mondo del quale la città francese fu centro pulsante e polo di attrazione per gli artisti di tutta Europa. Ma prima di testimoniarne lo splendore attraverso la tela, Boldini cercò di ritrarre gli aspetti quotidiani di questa città, spingendosi oltre la realtà urbana verso la campagna, lungo il percorso della Senna fino al “mare d'argento”, la Manica. Ed è proprio questo sviluppo pittorico che la mostra “Boldini nella Parigi degli Impressionisti” si propone di indagare. Ordinate secondo un allestimento cronologicotematico, centinaia di opere cercheranno di mettere in luce la sperimentazione e la complessità tecnica del Boldini immerso nella rivoluzione impressionista (che aveva in quegli anni travolto i canoni artistici della rappresentazione della realtà), attraverso preziose tavolette dallo stile 55 conturbante e matura che Boldini rivela attraverso quella p e n n e l l at a d i n a m i c a , discontinua e “furiosa” che lo ha portato ad essere definito dal collega Jacques Emile Blanche come “l'incarnazione del genio vibrante, la maestria posta al servizio dei sensi, l'artista della decadenza estrema” . TRONICA Music Festival Festival di Musica e Arti Elettroniche Ogni Giovedì di Ottobre @ Sartea www.getbeat.it Giovedi 8 Ottobre : PENTOLE & COMPUTER http://www.myspace.com/pentolecomputer Giovedi 15 Ottobre: JAHBITAT + NO DOMAIN http://www.myspace.com/jahbitat | http://www.no-domain.tv/visuals/ Giovedi 22 Ottobre : NOSAJ THING http://www.myspace.com/nosajthing Giovedi 29 Ottobre : LAZER SWORD http://www.myspace.com/lazersword Lunedi 5 - 12 - 19 ABUSERS Audio/Video Workshop http://www.myspace.com/abusers 56 Cinema Preview by Ilaria Rebecchi delineandone non tanto l'evento dell'evento stesso, insieme ad un stesso e ciò che vi accadde TAKING WOODSTOCK terreno di oltre 500 acri di un artisticamente, quanto più a cui verrà offerto come base vicino. Così il viaggio nella vita del protagonista diventa percorso storico e sociale alla ri-scoperta dell'evento del secolo: i tre giorni di musica a pace evocati nei decenni successivi, in una memoria nostalgica, divertente ed approfondita in cui Ang Lee (“Brokeback Mountain”, “Caution: Lust!”, “Ragione e Sentimento”), ne rilegge l'epopea dal punto di vista di Elliot Tiber (che scrisse con Tom Monte “Taking Woodstock, A true Story of a Riot, A concert and a Life”), “ Ta k i n g W o o d s t o c k ” D i A n g L e e - C o n : D e m e t r i M a r t i n , D a n F o g l e r, H e n r y G o o d m a n , J o n a t h a n G r o f f , E u g e n e L e v y, Je f f rey D e a n M o rga n , I m e l d a S t a u n t o n . Wi t h E m i l e H i rs c h a n d L i ev S c h re i b e r Fresco della presidenza di giuria all'ultima Mostra del Cinema di Venezia, Ang Lee sforna “Taking Woodstock”, commedia ispirata alla vera storia di Elliot Theichberg e della sua famiglia, che ebbero un ruolo primario nella creazione e d o rga n i z z a z i o n e d e l celeberrimo Woodstock Arts and Music Festival. Così, a 40 anni dall'evento che cambiò le sorti del mondo dell'arte, in un 2009 in cui alla stessa arte vengono tolti i fondi e la gente risulta sempre meno preparata a novità e storia, la pellicola di Lee indaga su quel 1969 in cui Elliot, arredatore del Greenwich Vilalge di New York, impegnato sul fronte della rivendicazione dei diritti degli omosessuali, dovette tornare in patria in aiuto della sua famiglia per risollevare le sorti dell'ormai decaduto Motel a Catskill, The El Monaco. Il piccolo motel sarà salvato solo quando Elliott entrerà in contatto con il vicino paese prossimo all'organizzazione di un raduno per i sempre più numerosi hippie, mostrando un'approfondita indagine, talora tragi-comica, della società e delle istituzioni dell'epoca, in bilico tra una gioventù ricca di idee e desiderosa di novità e rivendicazione e la moralità post anni '50 dei meno giovani, nel comune bisogno di fiducia nel pacifismo, utopia allora, forse, molto più credibile di oggi. Perché l'arte necessita di genialità e di mani, disponibilità e fiducia. Anche a 40 anni di distanza. SWINGING LONDON 66/70 NIGHT PARTY COMING SOON WWW.SOUNDANDVISION.IT “Specchi e Riflessi di Libri e di Ombre” di C. Mazzoni e A. Lago La fortuna non esiste di Mario Calabresi Mondadori raccontato da Carlo Mazzoni Il concetto di fortuna è astrazione. Ci si può credere come no. Questo libro è un viaggio in America un percorso in quella terra sempre grandiosa da cui emerge un messaggio: “Mai arrendersi: bisogna essere curiosi, ambiziosi e artefici del proprio destin.o Non esiste la fortuna, esiste il momento in cui il talento incontra l'occasione”. Il Paese più ricco del mondo, l'America sa rileggere il suo passato, rialzarsi sulle sua gambe: una potenza che è stata quella degli schiavi e degli immigrati – perché non si deve mai dimenticare che quest'America, il paese che oggi governa il pianeta, è un paese costruito da immigrati. La volontà personale paga, così come la propria intelligenza e la sfrontatezza che si deve chiamare rischio. I racconti di questo libro toccano città rase al suolo, biblioteche come culle di soccorso, drammi civili svelati da cuori innamorati, disoccupazione, case perse, denaro svanito con il lavoro o con una parte del corpo. La fortuna non esiste, ne siamo certi, ma somiglia a ciò che, nel bene, riusciamo a costruire - perché davvero, in America, c'è una donna di nome Michelle capace di dire che «…riguarda noi. Non ci possono essere leggi capaci di obbligare le persone a fare cose giuste: non si può imporre a un papà di leggere favole al figlio o di trattare il vicino con rispetto e decenza. A fare la differenza non sono i soldi che guadagni o il diploma che hai preso, ma la scelta che fai. Di quello che succede a noi, noi siamo responsabili o colpevoli.» 57 GIUSEPPE TORNATORE “INDISCREZIONI” La strada di Corman Mc Carthy Einaudi raccontato da Alice Lago Provate ad immaginare il nulla. Ad attraversarlo, spingendo un carrello carico di ciò che vi offre la vita, se tale la si può definire: poco cibo, razioni K da centellinare raccolte qua e là, una coperta di nylon, una pistola e la speranza. Ritagli preziosi nelle rovine di un mondo ridotto a cenere. Un padre ed un figlio, non ci è dato di sapere il loro nome, non ha importanza. Un legame che va oltre l'immaginazione, che supera la fame, il freddo, la morte, il panico, l'impotenza. Mc Carthy, Premio Pulitzer nel 2007, annienta la terra, in un'improbabile ma quantomai strepitosa voragine nucleare che toglie vita, che toglie il respiro, che rende tutto più difficile, che fa penetrare il grigio nei cuori sperduti. Non ci sono più case, né identità, non c'è una méta da raggiungere se non l'oceano, a sud, non c'è più il Sogno, il domani sfuma di passo in passo; è un vivere istante dopo istante nell'incertezza, legati indissolubilmente soltanto da un rispettoso amore reciproco. Cose si può fare se il vuoto è l'unica prospettiva di sopravvivenza? Cosa si può fare se le giornate sono un continuo moto perpetuo per rimanere in piedi, a discapito d'altre vite? Nella drammaticità di un giorno che sembra sempre non finire mai, nell'arrancare, nel patetico tentativo di vivere anziché sopravvivere, c'è un ritaglio di calore. Mai fermarsi. Neppure di fronte al nulla. MESTRE fino al 25 ottobre Fresco dell'uscita del nuovo capolavoro “Baaria”, ed entrato nella cinquina delle preselezioni italiane per l'Oscar, Giuseppe Tornatore è il protagonista di una mostra dedicata alla sua attività di fotografo, in programma fino al 25 ottobre, presso il Centro Culturale Candiani, Mestre. Prima antologica dell'opera fotografica di Tornatore, la mostra attraversa la sua carriera con oltre 100 scatti di tutto il mondo che legano la fotografia al mondo del cinema. Centro Culturale Candiani Piazzale Candiani, 7 Venezia - Mestre www.centroculturalecandiani.it Orario: da lunedì a venerdì 15.30 – 19.30; sabato e festivi 10.30 – 12.30 e 15.30 – 19.30 Ingresso gratuito S&V FACTORY UFFICIO STAMPA - STUDIO GRAFICO - STUDIO FOTOGRAFICO REALIZZAZIONE VIDEO CLIP - STAMPA CD & VINILI MANAGEMENT & BOOKING PER GRUPPI WWW.SOUNDANDVISION.IT Punto Ufficiale SOUND AND VISION OFFICIAL POINTS Nuovo Punto Ufficiale 59 QUESTA È LA LISTA COMPLETA DEI DISTRIBUTORI UFFICIALI DI S&V. QUI TROVERETE SEMPRE LA VOSTRA COPIA OGNI MESE. SCEGLIETE LORO PER RITIRARE IL VOSTRO S&V! SUL SITO WWW.SOUNDANDVISION.IT TROVERETE ANCHE I PUNTI NON UFFICIALI a Vicenza e Prov. 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