AreaPediatrica | Vol. 15 | n. 3 | luglio-settembre 2014 100 Caso clinico Titolo articolo anche lungo [ tutto su ] I disordini ereditari dell’emoglobina: problemi emergenti Un approfondimento sui nuovi approcci clinici e terapeutici alle talassemie intermedie e sulle problematiche cliniche e laboratoristiche determinate dai flussi migratori. · · · AreaPediatrica | Vol. 15 | n. 3 | luglio-settembre 2014 C 101 C on l’espressione “disordini ereGiovanni Amendola1 dependent thalassemia”), per sottolineare un 1 Rosanna Di Concilio ditari dell’emoglobina” si fa riferimento aspetto fondamentale del quadro clinico, e Giovanna d’Urzo1 a un gruppo numeroso di malattie, incioè la non necessità per la sopravvivenza di Maria Amendolara1 1 Anna Maria Aurino cludenti le emoglobinopatie, in cui è presente un regolare regime trasfusionale, a differenza Lucia Esposito1 un’alterazione strutturale dell’emoglobina (Hb) dei soggetti affetti da TM2. Nell’ambito delle Lucia Amato1 NTDT vengono distinte tre entità cliniche: e le talassemie, condizioni morbose caratterizCarmelina Romano1 Michela Grosso2 β-talassemia intermedia, α-talassemia inzate da difetti della sintesi (ridotta o assente) di 1 U.O.C. Pediatria-TIN, termedia e HbE/β-talassemia. Delle ultime una o più catene globiniche. Questi disordini, Ospedale di Nocera due si accennerà brevemente nella seconda trasmessi con meccanismo autosomico recessiInferiore (SA) 2 Dipartimento parte di questa trattazione: ci si soffermerà vo, costituiscono le malattie monogeniche più di Medicina Molecolare adesso sulle forme β. L’elemento fisiopadiffuse al mondo. La sintomatologia clinica è e Biotecnologie Mediche, tologico fondamentale, come in tutte le βestremamente eterogenea: nel caso di varianti Università degli Studi di Napoli “Federico II” talassemie, è la ridotta sintesi delle catene strutturali (ad esempio HbS, HbC, etc.) essa β-globiniche e l’eccesso di catene α (rapporto dipenderà dalle proprietà fisiche dell’Hb abα/β>1): queste ultime hanno un effetto lesivo diretto norme, mentre nel caso delle talassemie la fisiopatologia sulle cellule con conseguente morte intramidollare dei è determinata dal grado di sbilanciamento del rapporprogenitori eritroidi (“eritropoiesi inefficace”), che rapto α/β delle catene globiniche che, in condizioni norpresenta l’elemento patogenetico fondamentale delle mali, è uguale a 1. Scopo di questo lavoro non è una β-talassemie, e che è quasi del tutto assente invece descrizione sistematica di questi disordini, già oggetto 1 nelle α-talassemie. A ciò si aggiunge la distruzione pedi ampia trattazione ma un approfondimento di due argomenti emergenti in questo campo: i nuovi approcriferica (emolisi) degli eritrociti a morfologia distorta ci clinici e terapeutici delle talassemie intermedie e le da parte del sistema reticolo-endoteliale, soprattutto problematiche cliniche e laboratoristiche determinate splenico: entrambi questi meccanismi determinano dalla massiccia recente immigrazione da Paesi extracouna condizione di anemia di grado variabile, che è il munitari in cui questi disordini sono ampiamente diffusi. sintomo distintivo di queste affezioni morbose. Anche se la definizione di TI è puramente clinica, sono ben conosciuti da tempo alcuni meccanismi molecolari, con effetto migliorativo sul fenotipo ematologico delle βNovità in tema di talassemia intermedia talassemie e coinvolti nel determinismo delle TI. Essi on il termine di talassemia intermedia (TI) sono essenzialmente tre: eterozigosi composta o omozigosi per mutazioni ci si riferisce a quelle forme di talassemia con una β-talassemiche lievi, che interessano per lo più il necessità occasionale di emotrasfusioni, il cui quadro promotore del gene β, riducendo la sua trascrizione; clinico è più severo di quello dei semplici portatori coeredità di α-talassemia, che, riducendo lo sbitalassemici, ma meno grave di quello della talassemia lanciamento globinico, attenua il quadro clinico; maior (TM). Negli ultimi anni per questa categoria di coeredità di determinanti genetici, come ad esempazienti è stato proposto il termine di “talassemie nonpio mutazioni puntiformi a carico dei promotori trasfusione-dipendenti” (o NTDT, “non-transfusion- Tutto su I disordini ereditari dell’emoglobina: problemi emergenti dei geni globinici fetali o, come dimostrato più recentemente3, non associati al locus dei geni β globinici, che, aumentando la produzione delle catene gamma-globiniche, riducono lo sbilanciamento globinico e attenuano il quadro clinico. ni generali con pallore delle mucose, subittero sclerale, ittero cutaneo intenso e marcata splenomegalia. I risultati delle indagini ematochimiche mostravano: Hb=9,7 gr/dl, MCV=66 fl, reticolociti=136000 (V.N. 40000-80000), eritroblasti=rari, ferritina=52 ng/ml, aptoglobina=assente, bilirubina totale=4,37 mg/dl (diretta=0,15), LDH=587 U/L (V.N.<500). L’esame al microscopio dello striscio ematico periferico mostrava marDiagnosi di TI cata anisopoichilocitosi eritrocitaria con cellule a bersadifferenza delle TM, in cui per la diagnosi glio (Fig. 1). L’analisi dell’Hb mostrava il quadro tipico può essere sufficiente lo studio del fenotipo clinidi portatore di β-talassemia (HbA2=6,5%+HbF=4,8) co ed ematologico del probando ed eventualmente dei (Nota 1). Si procedeva allo studio dei genitori: il fenogenitori (entrambi portatori obbligati di β-talassemia) tipo ematologico della madre era perfettamente nore in cui lo studio molecolare delle mutazioni talassemimale; il padre era un classico portatore di β-talassemia che è necessario solo ai fini di una diagnosi prenatale, (Hb=11,1; MCV=62; bilirubina tot.=2,6, Dir.=0,33; ferril’estrema variabilità dei dati clinici e laboratoristici tina=200; HbA2=7% +HbF=1,3%). Lo studio molecolare delle TI rende indispensabile in questi dei geni globinici mostrò che la madre pazienti, oltre alle valutazioni succitate, Figura 1. Striscio periferico di un era eterozigote per il triplo α (ααα/αα), un’accurata analisi molecolare dei geni con 5 geni α invece di 4; il padre era etesoggetto affetto da beta-talassemia intermedia. L’esame dello striscio globinici. rozigote per la mutazione β-talassemica periferico mostra una marcata β039; la probanda presentava entrambe le anisopoichilocitosi delle emazie, mutazioni, con conseguente più marcato ipocromia eritrocitaria, con cellule a bersaglio e qualche schistocita. sbilanciamento delle catene globiniche Caso clinico 1 (rapporto α/β>1), rispettivamente per au.R., una ragazza di 12 anni, mento del numeratore e diminuzione del venne inviata alla nostra osservadenominatore. Questo meccanismo mozione per anemia e ittero; l’anamnesi lecolare è causa non infrequente di TI4: anche nella casistica degli autori sono personale non era significativa; l’esainclusi, infatti, ben 15 pazienti apparteme clinico mostrava buone condizio- A AreaPediatrica | Vol. 15 | n. 3 | luglio-settembre 2014 102 V Nota 1 Nell’ambito dei disordini ereditari dell’Hb una questione essenziale è l’individuazione dei portatori di tali anomalie. Anche in questo caso ci limiteremo ai punti fondamentali, rimandando il lettore ad altre trattazioni1,2,3 per un maggior approfondimento. Per quanto attiene i portatori di β-talassemia, le caratteristiche peculiari del fenotipo ematologico di questi soggetti sono costituite dalla microcitosi ed ipocromia delle emazie (di qui il termine, di per sé fuorviante, di “microcitemie” che tuttora si continua ad usare per questi disordini). Vanno però sottolineati alcuni punti: microcitosi e ipocromia delle emazie caratterizzano anche altre condizioni morbose, in particolare la carenza di ferro, che è estremamente diffusa nel mondo, molto più delle talassemie; la sideropenia può coesistere con lo stato di portatore di talassemia: ciò determina, nel caso delle β-talassemie, per ragioni non chiare, una riduzione dei · · · · livelli di HbA2 che, come esamineremo dopo, è l’elemento cardine per la diagnosi di portatore di β-talassemia; da qui l’importanza di valutare sempre, insieme agli altri esami, il bilancio del ferro (sideremia, transferrinemia e ferritinemia) e, nel caso di carenza di ferro (sideremia e ferritina bassa e transferrina elevata), rivalutare il soggetto dopo aver ripristinato i depositi di ferro dell’organismo; i valori di MCV, o volume globulare medio delle emazie, variano in rapporto all’età: elevati alla nascita, si riducono poi rapidamente, raggiungendo i valori più bassi intorno ai 6 mesi di vita e riprendendo poi a crescere progressivamente fino a raggiungere i valori dell’adulto a 18 anni, senza variazioni nei due sessi4; i valori dell’MCV tendono ad abbassarsi in condizione di infiammazione: è buona norma pertanto valutare il fenotipo ematologico del soggetto, soprattutto in età pediatrica, dopo almeno 2 settimane dalla fine di un processo infiammatorio intercorrente4: ciò consente anche di avere risultati attendibili del bilancio del ferro del soggetto, poiché l’infiammazione determina di per sé abbassamento della sideremia, con valori aumentati della ferritina e valori di transferrinemia normali o diminuiti. I portatori di β-talassemia presentano uno solo dei due geni β-globinici mutato; sono clinicamente sani, tutt’al più lievemente pallidi e subitterici. Il fenotipo ematologico è per lo più caratterizzato da lieve eritrocitosi, lieve anemia, microcitosi e ipocromia. L’esame dello striscio periferico mostra modesta anisopoichilocitosi, cellule a bersaglio e punteggiatura basofila. Come si è accennato in precedenza, l’esame fondamentale è il dosaggio dell’HbA2 (preferibilmente mediante metodica sensibile ed accurata, quale l‘HPLC o cromatografia liquida ad alta Tutto su I disordini ereditari dell’emoglobina: problemi emergenti L’estrema variabilità dei dati clinici e laboratoristici delle TI rende indispensabile un’accurata analisi molecolare dei geni globinici. · · I l sovraccarico di ferro con i suoi effetti lesivi su organi e apparati rappresenta la complicanza più grave delle talassemie. La valutazione, pertanto, della sua entità e distribuzione nell’organismo assume un ruolo fondamentale nel follow-up di questi pazienti. Essa viene solitamente effettuata mediante determinazioni seriate dei livelli sierici della ferritina, con le note limitazioni dovute ai suoi valori falsamente elevati in caso di infiammazione o malattia epatica. Negli ultimi anni l’introduzione di nuove modalità di applicazione della risonanza magnetica nucleare ha consentito una precisa valutazione della distribuzione e dell’entità del ferro corporeo e la possibilità di controlli nel tempo6. Nelle TM il sovraccarico marziale è conseguenza inevitabile del regime trasfusionale cronico cui questi pazienti sono sottoposti e che mira alla soppressione dell’eritropoiesi inefficace severa, tipica di questo disordine7; il ferro introdotto con le trasfusioni si accumula progressivamente e aumenta silenti: questi soggetti han· portatori no mutazioni localizzate per lo più nel promotore del gene β; presentano un fenotipo ematologico normale o solo lieve microcitosi e ipocromia, con valori di HbA2 normali o “bordeline”5. In conclusione, la diagnosi di portatore di β-talassemia è nella maggior parte dei casi abbastanza agevole: è nostra ferma convinzione che sia compito dell’operatore sanitario coinvolto - e soprattutto di noi pediatri – estendere poi l’analisi a tutto il nucleo familiare, in modo da poter individuare eventuali coppie a rischio (genitori entrambi portatori) e fornire così un’informazione completa ed esaustiva, anche con l’aiuto di esperti. Nei casi atipici o con fenotipi ematologici e genetici complessi, non trattati in queste brevi annotazioni (α-talassemia, altre emoglobinopatie etc.), sarà utile indirizzare questi soggetti a Centri regionali di II livello, presenti in tutto il territorio nazionale. Bibliografia 1. Dacie J. The Haemolytic Anaemias, volume 2, 3rd ed. Edinburgh: Churchill Livingstone, 1988. 2. Weatherall DJ, Clegg JB. The Thalassaemia syndromes, 4th ed. Oxford: Blackwell Science, 2001. 3. Orkin SH, Nathan DG, Ginsburg D, Look AT, Fisher DE; Lux SE. Nathan and Oski’s Hematology of Infancy and Childhood, 7th ed. Philadelphia: Saunders Elsevier, 2009. 4. Dallmann PR, Siimes MA. Percentile curves for hemoglobin and red cell volume in infancy and childhood. J Pediatr 1979;94:26-31. 5. Rosatelli MR, Faà V, Meloni A, Fiorenza F, Galanello R, Gasperini D, et al. A promoter mutation, C>T at position -92, leading to silent β-thalassaemia. Br J Haematol 1995; 90:483-5. 103 pressione): i portatori “classici” presenteranno valori aumentati di HbA2 (>3,3%, fino al 7%) e valori normali o lievemente aumentati di HbF (1>5%). Va tenuto però presente che esistono anche varianti più rare: portatori di deltabeta-talassemia: in questi soggetti è presente una delezione che coinvolge i due geni delta e beta sullo stesso cromosoma: questi soggetti, oltre alle caratteristiche del fenotipo ematologico precedentemente descritte, presenteranno, all’analisi del profilo emoglobinico, valori normali o lievemente ridotti di HbA2 e valori aumentati di HbF ( in genere compresi tra 5 e 15%); portatori con HbA2 normali: questi soggetti presentano il fenotipo ematologico dei portatori classici, ma valori di HbA2 normali, in quanto hanno ereditato mutazioni sia del gene delta che del gene beta: la mutazione del gene delta può essere presente sullo stesso cromosoma o sul cromosoma opposto; Complicanze delle TI AreaPediatrica | Vol. 15 | n. 3 | luglio-settembre 2014 nenti a 7 nuclei familiari diversi; più rari, e con quadro clinico più severo, sono i casi descritti in letteratura di TI dovuti all’interazione di β-talassemia eterozigote con omozigosi per il triplo α (ααα/ααα) o eterozigosi per il quadruplo α (αααα/αα). Per spiegare l’iperbilirubinemia indiretta fu effettuata l’indagine molecolare per la sindrome di Gilbert. Questa evidenziò che la probanda era omozigote per una variante A(TA)7/TAA del promotore del gene UGT1A1, responsabile della sintesi dell’enzima uridin-difosfato-glicuroniltransferasi, che determina una ridotta trascrizione del gene con conseguente riduzione della attività enzimatica. Questa condizione, molto diffusa nella popolazione generale, causa un incremento dei livelli di iperbilirubinemia indiretta5 e rappresenta nei pazienti affetti da talassemia o da altre anemie emolitiche croniche, un fattore di rischio aggiuntivo di una temibile complicanza, la litiasi biliare. Tutto su I disordini ereditari dell’emoglobina: problemi emergenti AreaPediatrica | Vol. 15 | n. 3 | luglio-settembre 2014 104 Nelle TI il sovraccarico di ferro è conseguenza soprattutto dell’aumentato assorbimento intestinale di questo ione, dovuto a sua volta ai livelli bassi dell’epcidina. nel plasma, con conseguente incremento della parte non legata alla transferrina e danno a carico soprattutto di fegato, cuore e ghiandole endocrine. Questo meccanismo patologico s’instaura non solo nelle TM ma anche in altri disordini ematologici che richiedono un regime trasfusionale cronico, come altre forme di emoglobinopatie, anemie congenite, mielodisplasie e così via. Nelle TI il sovraccarico di ferro è conseguenza soprattutto dell’aumentato assorbimento intestinale di questo ione, dovuto a sua volta ai livelli bassi dell’epcidina, associati all’eritropoiesi inefficace presente in questi pazienti. Negli ultimi anni è stato chiarito il ruolo chiave di quest’ormone nel metabolismo del ferro, il suo meccanismo di azione mediante il legame con il recettore specifico, la ferroportina, e i meccanismi di controllo della sua sintesi. Questi studi hanno aperto interessanti prospettive terapeutiche sia delle TI che di altre anemie, come le anemie diseritropoietiche congenite, in cui il sovraccarico di ferro si realizza con lo stesso meccanismo delle TI o dell’emocromatosi ereditaria, in cui difetti a carico di alcuni geni determinano un deficit di sintesi dell’epcidina e conseguente sovraccarico di ferro8. Oltre alle ben note complicanze comuni a tutte le anemie emolitiche croniche (litiasi biliare, ulcere agli arti inferiori, crisi aplastiche, crisi iperemolitiche), studi recenti9 hanno mostrato che questi pazienti possono presentare un numero elevato di complicanze, spesso con una frequenza più elevata dei soggetti trasfusione-dipendenti: in particolare, danno epatico severo fino allo sviluppo di epatocarcinoma, danno tubulare renale, danni ossei, splenomegalie marcate e sviluppo di masse emopoietiche pseudotumorali conseguenti all’eritropoiesi extramidollare, ipercoagulabilità dovuta ad alterazioni piastriniche e alla presenza in circolo di eritrociti anomali, e causa di fenomeni ischemici cerebrali silenti, trombosi venose e ipertensione polmonare severa fino allo sviluppo di insufficienza cardiaca destra. Terapia delle TI Trasfusioni Occasionalmente questi pazienti possono richiedere trasfusioni (ad esempio per anemizzazioni acute o stato di gravidanza). L’attento controllo dei donatori e lo screening per HIV e HCV hanno notevolmente ridotto la possibilità della trasmissione di queste malattie virali, con un approccio più liberale verso tale trattamento. Chelanti del ferro Dopo la desferoxamina, utilizzabile solo per via parenterale, sono stati introdotti nella terapia del sovraccarico di ferro due nuovi chelanti orali del ferro: il deferiprone e il deferasirox. L’uso di quest’ultimo è stato recentemente approvato dall’EMA per il sovraccarico epatico di ferro nei pazienti con TI10. Splenectomia Negli ultimi anni si è progressivamente diffusa una maggiore cautela nel proporre tale procedura a pazienti con TI. Oltre alla ben nota maggiore suscettibilità degli splenectomizzati alle infezioni sistemiche ‒ rischio in parte ridotto dalle vaccinazioni e da un’attenta profilassi antibiotica ‒ si è osservato, in seguito a splenectomia, un peggioramento dello stato di ipercoagulabilità, con un rischio aumentato di eventi trombotici e vascolari9. Oggi l’intervento di splenectomia dovrebbe essere proposto: 1) in caso d’ipersplenismo, per la comparsa di leucopenia e/o piastrinopenia e/o peggioramento dell’anemia; 2) in caso di splenomegalie enormi, per il pericolo di rottura splenica. Immigrazione e disordini ereditari dell’emoglobina L’ Italia è stata negli ultimi millenni la meta d’immigrazione di numerose popolazioni che, Tutto su I disordini ereditari dell’emoglobina: problemi emergenti Caso clinico 2 V enne inviata alla nostra osservazione una bambina di 3 anni per il riscontro di anemia; l’anamnesi personale non era significativa: in particolare non era mai stata trasfusa. All’esame obiettivo la paziente era in buone condizioni generali; la cute e le mucose erano pallide; era presente marcata splenomegalia. I risultati degli esami praticati mostravano: Hb=8,1 gr/dl, MCV=45 fl, reticolociti=146.000, eritroblasti=assenti, ferritina=90, LDH=711, bilirubinemia totale=1,58 mg/dl (bil. diretta=0,18), aptoglobina=assente. La morfologia eritrocitaria all’esame dello striscio periferico mostrava una marcata frammentazione delle emazie, con presen- centuale di circa il 40%: nel caso dell’HbS, essa eluisce subito dopo l’HbA2, i cui valori sono ai limiti superiori della norma o lievemente superiori alla norma e nel caso dell’HbC co-eluisce con l’HbA2. È da notare che queste percentuali diminuiscono se il soggetto in esame è anche portatore di α-talassemia. Quando sospettare uno stato di portatore di un’emoglobina abnorme, visto che il fenotipo ematologico è normale? Un elemento di cui tenere conto è la provenienza del soggetto in esame dai Paesi dell’Africa equatoriale sub-sahariana (Senegal, Nigeria, Guinea etc.), dove il numero di portatori di queste emoglobinopatie è elevatissimo (fino al 15-20% della popolazione). Occorre sottolineare che, indipendentemente dall’etnia, la possibile presenza di una variante dell’emoglobina deve essere comunque ricercata nei casi in cui il partner è un portatore di un altro difetto dell’emoglobina. Bibliografia 1. Dacie J. The Haemolytic Anaemias, volume 2, 3rd ed. Edinburgh: Churchill Livingstone, 1988. 2. Weatherall DJ, Clegg JB. The Thalassaemia syndromes, 4th ed. Oxford: Blackwell Science, 2001. 3. Orkin SH, Nathan DG, Ginsburg D, Look AT, Fisher DE; Lux SE. Nathan and Oski’s Hematology of Infancy and Childhood, 7th ed. Philadelphia, PA: Saunders Elsevier, 2009. 105 Nota 2 Per quanto riguarda le emoglobinopatie1,2,3, limitandoci a quelle più frequenti, e in particolare l’HbS e l’HbC, va sottolineato che i portatori di tali emoglobine abnormi hanno un esame emocromocitometrico del tutto normale: l’osservazione dello striscio periferico (troppo spesso trascurato) è del tutto normale nei portatori di HbS, mentre mostrerà la presenza di emazie a bersaglio nel caso dei portatori di HbC. La presenza di una variante può essere definita dalla valutazione dell’assetto emoglobinico che può essere effettuata mediante tecniche elettroforetiche o metodiche più sensibili ed accurate, quali l’HPLC. Nei portatori sarà così possibile dimostrare la presenza di un’emoglobina abnorme, in una per- poco avvezza: ad esempio l’anemia a cellule falciformi, con un numero crescente di pazienti pediatrici affetti. Recentemente il Gruppo di lavoro del Globulo Rosso dell’Associazione Italiana di Ematologia-Oncologia Pediatrica ha sentito la necessità di approntare delle Linee guida per la diagnosi e terapia dell’anemia a cellule falciformi in età pediatrica12. Nel nostro Centro seguiamo attualmente due pazienti, una bambina senegalese di 3 anni affetta da omozigosi S e una ragazza di 10 anni, originaria del Ghana, affetta da doppia eterozigosi SC. Va inoltre considerato un altro aspetto dell’immigrazione rappresentato dai matrimoni misti: ciò può creare nuove problematiche cliniche e laboratoristiche, soprattutto in aree come l’agro nocerino-sarnese (che è il territorio di riferimento dell’Ospedale degli autori), dove il numero di portatori italiani di disordini ereditari dell’Hb è elevato. (Nota 2). AreaPediatrica | Vol. 15 | n. 3 | luglio-settembre 2014 attirate dalla salubrità del clima e dalla fertilità del suolo, vi si sono stabilmente fermate. Questi popoli si sono col tempo fusi tra loro, apportando oltre al proprio bagaglio culturale e linguistico, anche il loro specifico corredo genetico e, conseguentemente, i disordini morbosi ad esso collegati. In particolare ricordiamo la conquista “araba” della Sicilia, avvenuta nel IX secolo dopo Cristo. Furono questi invasori provenienti dall’Africa settentrionale e dalle regioni sub-sahariane dell’Africa equatoriale a portare i geni dell’HbS e dell’HbC in Sicilia e, attraverso le razzie perpetrate per secoli, nelle altre regioni costiere dell’Italia meridionale. Tutto ciò determinò l’abbandono di questi territori, lo sviluppo di acquitrini e paludi e il conseguente diffondersi della malaria. Numerosi studi epidemiologici, pur in assenza di chiare evidenze sperimentali, hanno dimostrato lo stretto legame tra la diffusione dei disordini ereditari dell’Hb e di altre malattie ematologiche ereditarie e la malaria, in quanto i portatori di questi geni alterati sono più resistenti all’infezione malarica11. In realtà, la malaria era già presente in alcune zone, soprattutto del Meridione: in questo caso agivano però altri fattori, operanti soprattutto dal II secolo a. C. in poi nelle regioni dell’Italia meridionale, e cioè il diffondersi dei latifondi e dell’allevamento nomade del bestiame. Naturalmente la caduta dell’Impero romano e le invasioni barbariche accentuarono ed estesero queste calamità. Ai giorni nostri abbiamo assistito a un altro fenomeno epocale con l’arrivo nel nostro Paese di un numero enorme di immigrati, provenienti perlopiù dalle regioni sub-sahariane dell’Africa equatoriale, dai paesi del bacino del Mediterraneo e dal Sud-Est asiatico. Questo flusso migratorio ha determinato la comparsa di malattie “nuove” a cui la nostra classe medica era Tutto su I disordini ereditari dell’emoglobina: problemi emergenti AreaPediatrica | Vol. 15 | n. 3 | luglio-settembre 2014 106 È necessario individuare eventuali fenotipi atipici soprattutto nelle popolazioni di immigrati e poter diagnosticare più precocemente i pazienti affetti da talassemia intermedia. za di schistociti, dacriociti, ellissociti e numerose cellule a “bersaglio” (Fig. 2). Per quanto riguarda i genitori, il padre, 37 anni, originario dell’agro nocerinosarnese, con esame clinico negativo, mostrava una lieve ipocromia e microcitosi delle emazie (Fig. 3) e il seguente fenotipo ematologico: Hb=15,3, MCV=75, reticolociti=59000, eritroblasti=assenti, bilirubinemia totale, aptoglobina e LDH=nella norma, ferritina=75. La madre, 30 anni, di origine thailandese, riferiva di essere stata trasfusa varie volte da piccola, soprattutto in occasione di eventi febbrili intercorrenti; l’esame clinico mostrava buone condizioni generali con marcata epatosplenomegalia. La morfologia eritrocitaria mostrava marcata anisopoichilocitosi con presenza di cellule a “bersaglio” e microsferociti (Fig. 4). Il fenotipo ematologico era il seguente: Hb=11,2, MCV=60, reticolociti=163000, eritroblasti=presenti, ferritina=582, bilirubinemia totale e LDH=nella norma, aptoglobina= lievemente ridotta. L’analisi cromatografica fu estesa a tutti i componenti del nucleo familiare: nella probanda era presente il seguente profilo emoglobinico: HbA+Hb anomala, che co-eluiva con l’HbA2 (17%), +HbF (2,8%) + piccola banda iperveloce, verosimilmente Hb Bart (4,2%); nel padre: HbA+HbA2 (2,8%)+HbF (0,3%); nella madre: banda anomala, che co-migrava nella posizione di HbA2, +HbF (3,6%) + piccola banda iperveloce, verosimilmente Hb Bart, (1,6%), in assenza di HbA. · · Figura 2. Striscio periferico di un soggetto affetto da HbH. L’esame dello striscio periferico mostra la presenza di numerosi eritrociti a morfologia distorta, con marcata ipocromia, numerosi schistociti e cellule a bersaglio. · · Figura 3. Striscio periferico di un portatore silente di alfa-talassemia. L’esame dello striscio mostra una lieve ipocromia e microcitosi delle emazie. · · · A questo punto si rendeva indispensabile l’approfondimento molecolare: il padre risultò portatore della delezione di un singolo gene α (αα/-α-3.7); la madre era eterozigote composta HbE/β0-talassemia; era inoltre portatrice della delezione di 2 geni α (αα/--SEA) e omozigote per la mutazione del promotore del gene Gg in posizione -158 (C-->T) che, in condizione di stress eritropoietico, stimola la produzione di HbF13; la probanda presentava la delezione di 3 geni α (--SEA/-α-3.7) e inoltre era portatrice di HbE e del polimorfismo -158 Gg. A questo punto era possibile la diagnosi clinica definitiva: il padre era un portatore silente di α talassemia, una condizione molto frequente, con fenotipo ematologico normale o solo lieve microcitosi e ipocromia eritrocitaria; la madre era affetta da talassemia intermedia: il fenotipo ematologico era attenuato dalla coeredità dei difetti a carico dei geni α e γ, che riducevano lo sbilanciamento delle catene globiniche α/β; la probanda era affetta da Emoglobina H (o HbH). Il quadro clinico ed ematologico di questa malattia è determinato dalla delezione e/o inattivazione di 3 geni α; i pazienti presentano un’anemia emolitica cronica di moderata intensità con microcitosi ed ipocromia spiccata e, allo striscio, una marcata frammentazione delle emazie. All’elettroforesi dell’Hb è presente, in quantità variabile dall’1 al 40%, una banda anomala · · Figura 4. Striscio periferico di un soggetto affetto da HbE/betatalassemia. L’esame dello striscio periferico mostra una spiccata anisopoichilocitosi degli eritrociti, con presenza di schistociti, cellule a bersaglio e microsferociti. Tutto su I disordini ereditari dell’emoglobina: problemi emergenti 1. Weatherall DJ, Clegg JB. The Thalassaemia syndromes, 4th ed. Oxford: Blackwell Science, 2001. 2. Musallam KM, Rivella S,Vichinsky E, Rachmilewitz EA. Nontransfusion-dependent thalassemias. Haematologica 2013; 98: 833-44. 3. Danjou F, Anni F, Galanello R. Beta thalassemia: from genotype to phenotype. Haematologica 2011; 96: 1573-4. 4. Bianco I, Lerone M, Foglietta E, Deidda I, Cappabianca MP, Morlupi L, et al. Phenotypes of individuals with a ß thal classical allele associated either with a ß thal silent allele or with α globin gene triplicate. Haematologica 1997; 82:513-25. 5. Sampietro M, Iolascon A. Molecular pathology of Crigler-Najjar type I and II and Gilbert’s syndromes. Haematologica 1999; 84: 150-7. 6. Palmieri F, di Salvo G, Perrotta S, Ragozzino A. Improved T2* assessment Conclusioni Q uesta trattazione non ha la pretesa di essere esaustiva dei due argomenti scelti dagli autori, ma vuole solo essere di stimolo perché i medici curanti e soprattutto i pediatri approfondiscano la conoscenza di questi disordini morbosi, in modo da individuare eventuali fenotipi atipici soprattutto nelle popolazioni di immigrati e diagnosticare più precocemente i pazienti affetti da talassemia intermedia, in modo da avviarli a un corretto follow-up e agli appropriati trattamenti terapeutici . Gli autori dichiarano di non avere nessun conflitto di interesse. in liver iron overload by magnetic resonance imaging. Magn Reson Imaging 2010;28:301-3. 7. Piomelli S, Hart D, Graziano J, Grant G, Karpatkin M, McCarthy K. Current strategies in the management of Cooley’s anemia. Ann N Y Acad Sci 1985; 445:256-67. 8. Fung E, Nemeth E. Manipulation of the hepcidin pathway for therapeutic purposes. Haematologica 2013; 98:1667-76. 9. Musallam KM, Sankaran VG, Cappellini MD, Duca L, Nathan DG, Taher AT. Fetal hemoglobin levels and morbidity in untransfused patients with betathalassemia intermedia. Blood 2012; 119:364-7. 10.Taher AT, Porter J, Viprakasit V, Kattamis A, Chuncharunee S, Sutcharitchan P et al. Deferasirox reduces iron overload significantly in non-transfusion-dependent thalassemia: 1- year result from a prospective, randomized, double-blind, Ringraziamenti Gli autori ringraziano il dottor Renato Vitiello per la revisione critica del manoscritto e il personale infermieristico del Day Hospital di Onco-Ematologia Pediatrica dell’Ospedale di Nocera Inferiore (Maria D’Amato, Antonia D’ Auria, Anella Bello e Ida Tortora) che, con grandissima dedizione e professionalità, si dedica alla cura di questi pazienti. placebo-controlled study. Blood 2012; 120:970-7. 11.Weatherall DJ. The inherited deseases of hemoglobin are an emerging global health burden. Blood 2010;115:4331-6. 12.Colombatti R, Perrotta S, Samperi P, Casale M, Masera N, Palazzi G et al. on behalf of the Italian Association of Pediatric Hematology-Oncology (AIEOP) Sickle Cell Disease Working Group. Orphanet J Rare Dis 2013; 8:169. 13.Grosso M, Amendolara M, Rescigno G, Danise P, Todisco N, Izzo P, et al. Delayed decline of gamma-globin expression in infant age associated with the presence of (G)gamma-158 (C-->T) polymorphism. Int J Lab Hematol 2008; 30:191-5. 14.Fucharoen S, Ketvichit P, Pootrakul P, Siritanaratkul N, Piankijagum A,Wasi P. Clinical Manifestation of ß-Thalassemia/Hemoglobin E Disease. J Pediatr Hematol Oncol 2000; 22:553-7. 107 Bibliografia ad una forma severa trasfusione-dipendente14, costituendo un problema sanitario di enorme importanza nei Paesi in cui questi disordini ematologici sono diffusi. AreaPediatrica | Vol. 15 | n. 3 | luglio-settembre 2014 a migrazione veloce, denominata HbH, formata da tetrameri di catene β (β4); alla nascita, e successivamente solo in piccole tracce, è ben evidente un’altra emoglobina anomala, anch’essa a migrazione veloce, l’Hb Bart formata da tetrameri di catene γ (γ4). Nella nostra probanda mancava l’HbH e ciò viene spiegato con l’instabilità dell’HbE e dei relativi tetrameri1. Il decorso clinico e le complicanze sono quelli tipici di tutte le anemie emolitiche croniche. La terapia è solo di supporto: trasfusioni, se necessario; splenectomia, solo in presenza di ipersplenismo; eliminazione di agenti ossidanti (soprattutto farmaci), che accentuano la gravità dell’emolisi. L’HbE è verosimilmente la variante globinica più frequente nel mondo ed è estremamente diffusa nelle popolazioni del Sud-Est asiatico. Essa è caratterizzata dalla sostituzione dell’acido glutammico con la lisina in posizione 26 della catena β-globinica e presenta una mobilità elettroforetica simile a quella dell’HbA2. Gli omozigoti per l’HbE sono microcitici, minimamente anemici e asintomatici, un fenotipo simile ai portatori classici di β-talassemia. I portatori di HbE, che hanno un livello di questa variante intorno al 30%, presentano lo stesso fenotipo ematologico, ma ancora più attenuato. La microcitosi è legata alla natura talassemica dell’HbE, che si comporta come una mutazione β-talassemica lieve. L’importanza di questa variante emoglobinica risiede nel fatto che l’eterozigosi composta HbE/β-talassemia determina un quadro di anemia variabile, che va da una forma lieve di talassemia