Gordon J.G. Asmundson Steven Taylor LA PAURA DELLE MALATTIE AFFRONTARE E SUPERARE L’ANSIA PER LA SALUTE E L’IPOCONDRIA ECLIPSI LA PAURA DELLE MALATTIE Affrontare e superare l’ansia per la salute e l’ipocondria Traduzione italiana di: It’s Not All in Your Head Traduzione ed editing: Andrea Pioli Videoimpaginazione: Gesp srl Copyright © 2005 The Guilford Press A Division of Guilford Publications, Inc. 370 Seventh Avenue, Suite 1200, New York, NY 10001 www.guilford.com Copyright © 2016 Eclipsi srl Via Mannelli, 139 50132 Firenze Tel. 055-2466460 www.eclipsi.it ISBN: 978-88-89627-36-5 I diritti di traduzione, di riproduzione, di memorizzazione elettronica, di adattamento totale e parziale con qualsiasi mezzo (compresi i micro-film e le copie fotostatiche) sono riservati per tutti i paesi. A mio padre Calvin (venuto a mancare mentre scrivevo questo libro) e a mia madre Eileen, che mi hanno insegnato a sognare e a osare, e a mia figlia Aleiia e mia moglie Kimberly, che mi hanno aiutato a tenere i piedi per terra G. J. G. A. Ad Amy Sue Janeck e Alex Janeck Taylor S. T. SOMMARIO Notizie sugli autori IX Ringraziamenti XI Introduzione XIII PARTE I DA COSA DERIVA L’ANSIA PER LA SALUTE Capitolo 1 Mi preoccupo troppo per la mia salute? Capitolo 2 Le interazioni tra corpo e cervello 23 Capitolo 3 Ho anche altri disturbi d’ansia? 41 Capitolo 4 Sono forse depresso? 57 3 PARTE II SPEZZATE IL CIRCOLO VIZIOSO ANSIOGENO Capitolo 5 Comprendere e gestire lo stress 73 Capitolo 6 Come eliminare i pensieri ansiogeni 99 Capitolo 7 Come eliminare i comportamenti ansiogeni 129 PARTE III MANTENETE I RISULTATI RAGGIUNTI Capitolo 8 Imparate a rapportarvi con i medici 167 Capitolo 9 Aiutate i vostri familiari e i vostri amici a sostenervi 181 Capitolo 10 Mantenete i risultati raggiunti 197 Fogli degli esercizi 223 NOTIZIE SUGLI AUTORI Gordon J. G. Asmundson, dottore di ricerca, è professore e ricercatore in Psicologia e in Chinesiologia al Canadian Institutes of Health Research, studioso della salute all’Università di Regina in Canada e professore associato di Psichiatria all’Università di Saskatchewan. È l’editore nordamericano della rivista Cognitive Behaviour Therapy, l’editore del periodico Cognitive and Behavioral Practice per la sezione concernente la medicina comportamentale ed è coeditore del Psychological Injury and Law per la sezione relativa al Disturbo Post-Traumatico da Stress (PTSD). Inoltre, fa parte del comitato editoriale del Journal of Anxiety Disorders, del Journal of Behavior Therapy and Experimental Psychiatry, del Clinical Journal of Pain e di moltissime altre riviste e periodici. Ha pubblicato, tra articoli di riviste e capitoli di libri, oltre 220 contributi scientifici, nonché sei volumi tra cui ricordiamo Clinical Research in Mental Health (2001, Thousands Oaks, CA: Sage; assieme a G. Ron Norton e Murray B. Stein), Health Anxiety (2001, New York: Wiley; assieme a Steven Taylor e Brian J. Cox) e Treating Health Anxiety: A Cognitive-Behavioral Approach (2004, New York: Guilford Press; assieme a Steven Taylor). È stato, infine, membro del gruppo di lavoro sui disturbi d’ansia per la revisione della quarta edizione del DSM (Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders1), ricevendo - per i suoi rilevanti contributi - premi da parte dell’Anxiety Disorders Association of America, del Canadian Chapter of the International Association for the Study of Pain e della Canadian Psychological Association. Negli ultimi tempi, in considerazione del suo lavoro pioneristico in merito ai rapporti tra disturbi d’ansia e dolore cronico, è stato eletto membro della Royal Society of Canada. I suoi attuali interessi - equamente divisi tra la ricerca clinica e il coordinamento della stessa - sono incentrati sull’individuazione di un adeguato assessment per i vari disturbi d’ansia (tra cui anche 1 N. d. T. Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali. l’ansia per la salute, con i connessi dolori cronici o acuti), nonché sui meccanismi ad essi sottesi e sulla loro capacità di indurre modificazioni comportamentali e disabilità. Steven Taylor, dottore di ricerca e psicologo clinico, è professore al Dipartimento di Psichiatria dell’Università della British Columbia (Canada), dove ha completato la propria formazione, iniziata all’Università di Melbourne in Australia. È stato abilitato alla pratica della psicoterapia cognitivo-comportamentale dall’American Board of Professional Psychology. Per 10 anni editore associato della rivista Behaviour Research and Therapy, è attualmente direttore del Journal of Cognitive Psychoterapy. Fa parte del comitato editoriale di varie riviste, tra cui il Journal of Consulting and Clinical Psychology e il Journal of Abnormal Psychology, e ha pubblicato - tra articoli e capitoli di libri - oltre 200 contributi scientifici. Ha pubblicato oltre 15 volumi sui disturbi d’ansia e altri argomenti ad essi correlati, e ha collaborato alla revisione del testo della quarta edizione del DSM. Infine, ha ricevuto premi dalla Canadian Psychological Association, dalla British Columbia Psychological Association, dall’Association for Advancement of Behavior Therapy e dall’Anxiety Disorders Association of America, ed è membro di varie associazioni accademiche, tra cui la Canadian Psychological Association, l’American Psychological Association, l’Association for Psychological Science e l’Academy of Cognitive Therapy. I suoi interessi di ricerca - finanziati dal Canadian Institutes of Health Research - sono incentrati sui meccanismi sottesi ai vari disturbi d’ansia e sul loro trattamento tramite la terapia cognitivo-comportamentale (Cognitive Behaviour Therapy). RINGRAZIAMENTI Desideriamo ringraziare tutti coloro che ci hanno supportato durante la stesura di questo libro: Kitty More, direttore esecutivo, che ci ha incoraggiato a portare avanti il nostro progetto e ha reso la nostra collaborazione un’esperienza fantastica; Christine Benton e Ron e Judy Norton, che - con le loro osservazioni precise e ponderate - ci hanno aiutato a rendere più fruibili diversi capitoli; John Walker, che ci ha gentilmente comunicato le proprie idee in merito al trattamento dell’ansia per la salute, nonché i numerosi pazienti che - attraverso le loro esperienze - ci hanno permesso di approfondire le nostre conoscenze su questo disturbo. Infine, non possiamo fare a meno di ringraziare i nostri familiari per il loro costante supporto e incrollabile affetto: Kimberly e Aleiia Asmundson, Amy Sue Janeck e Alex Janeck Taylor (che non era ancora nato quando stavamo scrivendo questo libro, ma stava dando calci al ventre della madre come un asso del football). INTRODUZIONE Avete per caso dei sintomi che il vostro dottore non sa spiegare? Temete che ci sia qualcosa che non va nel vostro corpo o di aver sviluppato una malattia? O, in ogni caso, conoscete qualcuno che corrisponde a questa descrizione? Non preoccupatevi, non siete affatto i soli! John, ad esempio, lamentava ogni giorno dei dolori lancinanti al torace, che lo avevano convinto di avere dei seri problemi al cuore e gettato nel terrore di dover morire di lì a poco. Con sua grande sorpresa, tuttavia, il dottore non riscontrò in lui alcun problema. John sentì il parere di altri tre medici, ma - ogni volta - gli fu spiegato come non avesse niente che non andasse (uno di loro, addirittura, gli disse che il problema “stava tutto nella sua testa”). Ciononostante, i suoi dolori persistettero, tanto che decise di evitare attività che gli affaticassero il cuore e cominciò a trascorrere ore su internet alla ricerca di possibili spiegazioni, perdendo del tutto il controllo di se stesso. Deybe, invece, era certa di avere un cancro allo stomaco, e temeva di dover incorrere in una morte lenta e dolorosa (come era accaduto anni prima a sua madre, che aveva coraggiosamente lottato contro la stessa malattia). Anche in questo caso, i dolori che provava erano reali e non un mero parto della fantasia; nessun medico e specialista - tuttavia - era in grado di individuarne la causa (un fatto, questo, che frustrava fortemente amici e familiari, che si sentivano impotenti e incapaci di intervenire). Entro certi limiti, preoccuparsi per la propria salute è del tutto normale: chi non ha mai attraversato momenti in cui ha temuto di ammalarsi o di aver adottato comportamenti che lo avrebbero portato a sviluppare una malattia? Alcuni, tuttavia, lo fanno eccessivamente, ed è fondamentale che capiate se è anche il vostro caso. State pensando troppo alla vostra salute? Vi capita che gli altri vi dicano di smetterla? Purtroppo, circa una persona su cinque è divorata da tali preoccupazioni, che spesso non sono riconoscibili come tali, dal momento che - sin da piccoli - la nostra cultura ci ha insegnato a guardare con sospetto a ogni modificazione corporea, monitorandola costantemente e se necessario sottoponendola all’attenzione del medico. Questo libro vi aiuterà a comprendere se e quanto l’ansia giochi un ruolo nella genesi dei vostri sintomi e - nel caso conosciate qualcuno che si preoccupa troppo per la propria salute - a capire cosa sta passando fornendovi utili idee su come aiutarlo. I dolori avvertiti da Debye, ad esempio, non erano affatto causati dal cancro, ma da un eccessivo consumo di caffè associato a un persistente stato di ansia (a sua volta alimentato - fino a generare insonnia - dall’errata interpretazione dei sintomi stessi). La sua, come quella di John, non era affatto una patologia medica specifica, quanto piuttosto un disturbo - anch’esso purtroppo fastidioso e “invalidante” - chiamato “ansia per la salute”. Solitamente, le persone stentano a credere a questa ipotesi, ma cos’avete da perdere nel considerarla? Una volta letto questo libro - infatti - avrete in ogni caso appreso qualcosa di importante, ovvero se e quanto i vostri stati ansiogeni condizionano il vostro benessere psicofisico (riuscendo pertanto a individuare le cause del vostro disturbo). Inoltre, tenete bene a mente una cosa: ottenere aiuto e migliorarsi è sempre possibile, dal momento che esistono strategie valide ed efficaci atte a questo scopo! Il difficile è iniziare: capire di avere un problema e avere il coraggio di affrontarlo. Una volta fatto questo, potrete facilmente apprendere e mettere in pratica una serie di strategie che vi permetteranno di gestirlo adeguatamente, proseguendo nel miglior modo la vostra vita. Questo libro potrà rappresentare, per voi e per i vostri cari, un valido aiuto per comprendere e superare le vostre paure, donandovi un nuovo sguardo sul mondo. PARTE I DA COSA DERIVA L’ANSIA PER LA SALUTE 1 MI PREOCCUPO TROPPO PER LA MIA SALUTE? Joan: «Devo subito fare qualcosa, altrimenti morirò!» «Alcuni lunedì fa ho trascorso una giornata terribile, iniziata subito male a causa di un ingorgo in tangenziale che mi ha fatto arrivar tardi ad alcuni importanti appuntamenti. Lo stomaco mi ha fatto male tutto il giorno, dei crampi dolorosissimi. Le medicine che ho preso non sono servite a niente, e per cercare di calmarmi ho provato a convincermi che il mio malessere fosse semplicemente la conseguenza di una giornata stressante. Tuttavia, subito dopo, e poi nel corso della notte, ho cominciato a temere di aver qualcosa di serio, come un’ulcera o un cancro allo stomaco (mio padre, del resto, è morto di un tumore al colon appena passati i 50 anni). Nelle scorse settimane ho prestato continua attenzione a quest’ultimo, monitorandolo costantemente e preoccupandomi un sacco, perché in effetti mi stanno succedendo cose strane: avverto una nausea ripetuta e persistente, bruciori di stomaco e movimenti intestinali inusitati. Nelle scorse tre settimane ho consultato il medico tre o quattro volte, sentendomi sempre ripetere che non avevo niente, che dovevo soltanto tenere sotto controllo 4 La paura delle malattie l’alimentazione e per il resto stare tranquilla. Anche altri specialisti che ho sentito mi hanno confermato la stessa cosa. Io però non sono affatto d’accordo. È impossibile che i dolori che avverto derivino da stress o cattiva alimentazione: la verità è che ho un cancro allo stomaco, e se non interverrò subito sarò destinata a morire in poco tempo!». Jonathan: «Cos’è che non va in me?» «Da otto mesi, quasi tutti i giorni, mi sento fiacco e impacciato e avverto mal di testa e pesantezza alle gambe. Ho consultato il mio medico e altri specialisti per capire cosa avessi; inizialmente ero convinto di avere una semplice influenza, ma dopo tre settimane di sintomi costanti e ripetuti ho cominciato a temere di avere la SLA, la malattia che pochi anni fa ha ucciso mio zio. Il neurologo tuttavia dopo avermi sottoposto a una nutrita serie di esami, inclusa la risonanza magnetica - mi ha assicurato che non l’avevo, e che non soffrivo neppure di altre malattie neurologiche come la sclerosi multipla. Uno specialista di medicina interna ha ipotizzato che avessi il linfoma di Hodgkin, date le mie abbondanti sudorazioni notturne, ma gli esiti degli esami sono stati negativi. I medici stanno cercando in tutti i modi di convincermi che non ho niente, ma sono sicuro che hanno tralasciato qualcosa di importante: i sintomi che avverto sono reali, ed è molto probabile che abbia la sclerosi multipla o un tumore al cervello!». Bob: «I microbi sono dappertutto!» «Da sempre ho la salutare abitudine di starmene lontano dai microbi, così infestanti da essere sostanzialmente dappertutto: nei pomelli delle porte, nei corrimano, nei ricevitori telefonici, negli sportelli bancomat, nei sedili dei gabinetti, sulle banconote e sulle monete. Chissà quante persone hanno toccato questi oggetti, e quali terribili Mi preoccupo troppo per la mia salute? 5 malattie avranno sviluppato! Spesso inoltre, nel tentativo di evitare la diffusione dei microbi, si ottiene l’effetto contrario: quando infatti copriamo i colpi di tosse e gli starnuti con le mani, non ci rendiamo conto che con quelle stesse mani utilizzeremo di lì a poco la fotocopiatrice, aggiungeremo crema al nostro caffè e saluteremo i nostri colleghi con un’amichevole pacca sulla spalla. E questo è solo l’inizio! Pensiamo infatti a cosa succederà quando andremo in bagno: i nostri microbi si diffonderanno alla porta, al sedile del water, allo sciacquone, aggiungendosi a quelli di tutte le persone passate in precedenza, le quali spesso (come molti miei colleghi) non si saranno nemmeno lavate le mani una volta espletati i loro bisogni! A mio avviso non c’è niente di peggio dei bagni. Quelli pubblici, poi, cerco di evitarli il più possibile, ma se proprio ho un’urgenza inderogabile cerco di proteggermi utilizzando i piedi, con i quali apro la porta, alzo e abbasso il sedile del water e tiro anche lo sciacquone. Nelle ultime settimane ho cominciato a usare i guanti per affrontare tutte le situazioni non gestibili con le strategie suddette. Essendosi rivelati utili in moltissimi casi, ho iniziato a indossarli con regolarità. I miei familiari e amici dicono che mi preoccupo troppo, che ho una vera e propria fobia, ma questo per me non rappresenta un problema: se anche sono un po’ fissato, si tratta di una fissazione utile e salutare!». Ognuno di noi, di tanto in tanto, si preoccupa per la propria salute, spesso anche solo per capire le ragioni delle sensazioni che avverte; e ognuno di noi si è almeno una volta chiesto se il proprio mal di stomaco dipendesse da ciò che aveva mangiato o non fosse piuttosto il sintomo di un’ulcera, se il proprio mal di testa e i propri occhi infiammati fossero conseguenza di una giornataccia o di un tumore al cervello, se il dolore avvertito al petto fosse il sintomo di un problema cardiaco e se la stanchezza cronica recente - anziché dipendere da un sovraccarico di lavoro - non fosse piuttosto l’avvisaglia di qualcosa di più serio come la sclerosi multipla. 6 La paura delle malattie Quando nel 2003 vi fu l’epidemia di SARS, molti di coloro che erano stati a contatto con persone che avevano la tosse si convinsero che avrebbero sviluppato la malattia; inoltre, chi ha o ha avuto un grave problema di salute come un infarto o un cancro tende a preoccuparsi moltissimo per la propria salute. Molto spesso tali preoccupazioni sono però eccessive: Joan, per esempio, si era convinta di avere un cancro al colon a dispetto delle smentite ricevute dai tre diversi medici che aveva consultato. Tale atteggiamento è purtroppo assai comune, e tocca circa il 20% della popolazione. Dal momento che state leggendo questo libro, sono pronto a scommettere che il vostro medico non è stato in grado di dare una spiegazione soddisfacente ai sintomi che avvertite, fatto che ovviamente vi impedisce di ottenere sollievo e conforto. Se ogni giorno trascorrete un bel po’ di tempo a monitorare le vostre sensazioni corporee, se temete che il vostro corpo stia smettendo di funzionare correttamente o di soffrire di una malattia che non vi è stata ancora diagnosticata, se i vostri familiari e amici vi chiamano “ipocondriaci” o dicono che avete la fobia dei microbi, se nonostante le rassicurazioni dei medici continuate a temere di avere dei gravi problemi di salute, non preoccupatevi: questo capitolo vi aiuterà a ottenere una visione oggettiva e realistica della vostra situazione, liberandovi dai dubbi e dalle questioni che vi stanno assillando! Vi insegneremo infatti un modo diverso di guardare alle vostre sensazioni corporee, primo e ineludibile passo per comprendere se vi state preoccupando eccessivamente. Nel far questo vi porremo numerose domande, invitandovi anche a compilare un questionario di autovalutazione riguardante l’intensità della vostra ansia. Molto probabilmente le spiegazioni che vi proporremo inizialmente non vi soddisferanno, come ripetutamente dimostrato dalla pratica clinica. Tuttavia, attraverso il nostro approccio cognitivo-comportamentale, vi insegneremo a comprendere come le sensazioni corporee che così tanto vi preoccupano siano la maggior parte delle volte non tanto i sintomi di una determinata e specifica malattia, quanto piuttosto il risultato di una condizione di stress e affaticamento (una volta acquisita tale consapevolezza, potrete tranquillizzarvi e dedicarvi ad altro di più interessante). D’altronde cosa vi costa provare? Mi preoccupo troppo per la mia salute? 7 COS’È L’“ANSIA PER LA SALUTE”? Per descrivere l’ampia gamma di preoccupazioni che le persone hanno per la propria salute, gli esperti utilizzano spesso l’espressione “ansia per la salute”, di cui occorrerà chiarire subito il significato analizzando separatamente le parole che lo compongono. Salute Spesso si tende a identificare la salute con la mera assenza di malattia, asserendo che una persona è sana se non ha virus, tumori, ulcere o altre patologie invalidanti; noi tuttavia, al pari di molti altri esperti e professionisti, ci opponiamo risolutamente a tale definizione. Essere sano è ben diverso dal semplice non essere malato! La salute è infatti identificabile con una condizione generale di benessere, che comprende componenti fisiche, emozionali e sociali. Chi è sano si sente bene fisicamente, è generalmente soddisfatto e di buon umore, ed è inserito in una rete vivace e proficua di rapporti interpersonali. Possiamo anche pensare alla salute come a un continuum avente come estremi da una parte la più grande sofferenza e dall’altra l’estrema gioia (quest’ultima è la definizione utilizzata dall’OMS1 a partire dagli anni ’40). Ad alcuni forse tale definizione sembrerà troppo impegnativa, perché fa della salute un obiettivo assai complesso da raggiungere, che come abbiamo accennato richiede il contemporaneo raggiungimento del benessere in tre diverse sfere (fisica, emotiva e sociale). Ma “complesso” non è sinonimo di “impossibile”; sforziamoci quindi in tutti i modi di conquistarla! Ansia Provate un attimo a pensare alle volte in cui vi siete sentiti ansiosi per motivi che non riguardavano la vostra salute. Vi siete sentiti in pericolo? Incerti rispetto a cosa sarebbe potuto accadere? Stressati o addirittura esauriti? L’ansia subentra tutte le volte in cui si teme stia per succedere qualcosa di negativo ma si è incerti sul suo effettivo realizzarsi. La proverete, per esempio, se accingendovi a tenere un discorso in pubblico comincerete a chiedervi se tutto andrà bene e se ri1 Organizzazione Mondiale della Sanità (N. d. T.) 8 La paura delle malattie uscirete a evitare inciampi e intoppi; oppure se - trovandovi in un quartiere isolato e sconosciuto - penserete che potreste essere derubati da qualche losco individuo che vi trascinerà in un angolo buio. L’anticipazione del pericolo combinata all’incertezza produce un mix esplosivo di agitazione e turbamento, quel vago sentore che qualcosa di brutto o addirittura di terribile sia sul punto di accadere. L’ansia determina inoltre modificazioni fisiologiche e comportamentali; quando siamo ansiosi, il nostro corpo si prepara a reagire alla potenziale minaccia: il battito cardiaco accelera, i muscoli si contraggono, il respiro si fa affannoso, si può sudare o sentirsi nauseati ecc. Dal momento che la fonte del pericolo è ignota e indefinita, non è affatto facile capire qual è la cosa migliore da fare, un fatto che purtroppo può determinare gravi conseguenze negative. Il rischio maggiore è quello dell’“autosabotaggio”: preoccuparsi troppo dei possibili esiti negativi di un’azione può precludere la bontà e l’efficacia dell’azione stessa. Se infatti si trascorre troppo tempo a preoccuparsi, si rischia di perdere di vista l’obiettivo principale e di non considerare le strategie e i comportamenti che potrebbero guidarci verso il successo. L’ansia è simile ma non identica alla paura: quest’ultima è infatti una risposta emotiva che si attiva a seguito di una minaccia specifica e determinata (per esempio un ladro che ci punta un coltello alla gola, un orso che ci si para improvvisamente davanti), e che pertanto non presenta elementi di mistero o di incertezza. L’ansia e la paura non hanno in ogni caso soltanto aspetti negativi: possono infatti aiutarci a cavarcela e a comportarci al meglio in varie circostanze, permettendoci di affrontare adeguatamente le sfide di tutti i giorni grazie alla scossa di adrenalina che producono. Come potremmo sfuggire a un orso (o almeno tentare di farlo) se non ne avessimo paura? Come potremmo affrontare un esame o un colloquio di lavoro? Tornando all’esempio fatto in precedenza, quello di una persona che debba tenere un discorso in pubblico, occorre notare che un moderato grado di ansia può essere a tale scopo utile e proficuo. Colui che deve parlare si preparerà infatti al meglio, predisporrà adeguatamente il materiale, imparerà qualche barzelletta atta a Mi preoccupo troppo per la mia salute? 9 rompere il ghiaccio e organizzerà una presentazione stimolante capace di catturare l’attenzione del pubblico, mentre un individuo presuntuoso e sicuro di sé sino all’eccesso potrebbe trovarsi impreparato o essere costretto a improvvisare. Tuttavia, qualora l’ansia sia eccessiva, la sensazione di incertezza e di apprensione raggiungerà picchi intensissimi e si protrarrà a lungo, andando a detrimento della prestazione (facendo il solito esempio, una persona troppo ansiosa prima di tenere un discorso sarà più facilmente soggetta a bloccarsi o a non presentarsi neppure). Purtroppo, in molti casi, l’ansia che proviamo condiziona negativamente le nostre vite e ci impedisce di gestire al meglio le nostre sfide quotidiane, con il risultato che ci sentiamo spesso depressi, che i nostri rapporti interpersonali e sociali peggiorano, che perdiamo il lavoro, che entriamo in una spirale negativa dalla quale non sappiamo come uscire. D’altronde, recenti ricerche hanno evidenziato come i disturbi d’ansia rappresentino il problema di salute mentale più diffuso in Nord-America, assai più della depressione. Ansia per la salute A questo punto siamo finalmente in grado di fornire una definizione dell’espressione “ansia per la salute”. È la sensazione - subdola e corrosiva - che il nostro benessere fisico sia minacciato da qualcosa di ignoto e di terribile che potrebbe accadere. Come tutte le forme d’ansia, anch’essa implica cambiamenti comportamentali, fisiologici e nelle credenze e nei pensieri della persona; e anch’essa può variare da un grado moderato a uno grave e acuto, rappresentando nel primo caso una condizione transitoria - talvolta espressione di una condivisibile premura nei confronti di determinate modificazioni o sensazioni corporee - e nel secondo uno stato logorante e invalidante (come nei succitati casi di Joan, Jonathan e Bob). Quando l’ansia per la salute è sproporzionata e persiste al di là di qualsiasi rassicurazione medica, si parla di “Ipocondria” o “Disturbo d’Ansia di Malattia”, un disturbo che condiziona tutte le componenti della salute e che può essere risolto soltanto individuando e comprendendo i fattori cognitivi e comportamentali che lo alimentano e lo mantengono. 10 La paura delle malattie LE MIE SENSAZIONI CORPOREE SONO IMMAGINARIE O REALI? Chiariamo subito una cosa: ciò che provate è assolutamente e “solidamente” reale. Infatti, chi non si preoccuperebbe per un mal di testa persistente o per un mal di stomaco che lo tormenta tutte le mattine? Il punto è un altro: tali sensazioni non sono sempre sintomi di malattia (anzi lo sono raramente), ma in molti casi generano preoccupazioni crescenti e incontrollabili. Allora cosa le causa? Vi sono varie ipotesi e possibilità: cambiamenti nel regime alimentare, sovraccarichi di lavoro, variazioni nelle abitudini di sonno. Se per esempio, non abituati a farlo, divorerete nella stessa sera alcuni burritos, è assai probabile che non li digerirete e avvertirete una forte agitazione di stomaco (specialmente se li avrete conditi con salse pesantissime). Esistono poi una serie di malanni o acciacchi che presentano gli stessi sintomi di gravi malattie: alcune protuberanze al seno sono fibromi benigni e non tumori, la mancanza di coordinazione può essere dovuta alla stanchezza e non alla sclerosi multipla, i mal di testa possono dipendere dallo stress e non da grumi di sangue accumulatisi nel cervello. Altre volte le sensazioni che ci preoccupano sono il risultato dell’ansia stessa, che come abbiamo detto provoca una serie di reazioni corporee (respiro corto e affannoso, accelerazione del battito cardiaco, senso di oppressione al torace, tensione muscolare, stanchezza, vertigini, mal di stomaco, nausea, gonfiore, diarrea, rossore, vampate di calore, tremori e mancanza di equilibrio). Qualunque sia la loro origine, ricordate però una cosa: sono del tutto innocue! Se invece comincerete a preoccuparvi che siano sintomi di una malattia, entrerete in un circolo vizioso che non farà altro che alimentarle e mantenerle! O che addirittura le renderà ogni giorno più acute e gravose! Pertanto, l’obiettivo principale di questo libro sarà quello di insegnarvi a liberarvi dell’ansia che tali sensazioni vi provocano (o comunque a gestirla al meglio), prima che questa vi trascini inesorabilmente in una spirale ripida e buia. IL CIRCOLO VIZIOSO DELL’ANSIA La prima cosa che dovrete fare sarà imparare a stabilire se avete o meno un reale disturbo. Innanzitutto dovrete ovviamente con- Mi preoccupo troppo per la mia salute? 11 sultare il medico, che molto spesso risolverà il vostro caso con una breve visita. Come abbiamo già detto, un mal di stomaco, un senso di impaccio, un giramento di testa o una sensazione di pesantezza al cuore possono avere moltissime origini, e non sono per forza riconducibili a una malattia. È importante che il vostro medico le esamini al più presto, in modo che possiate sentirvi sollevati o, nell’eventualità peggiore, che siate subito sottoposti a cure appropriate (il che accade in genere abbastanza spesso). Per esempio Jeff, dopo aver avuto per cinque giorni consecutivi un terribile mal di testa che il Moment non era riuscito a placare, si è recato preoccupato dal proprio medico, che gli ha diagnosticato in un batter d’occhio un’infezione alle cavità nasali e gli ha prescritto un antibiotico che ha risolto il suo problema nel giro di un paio di giorni. Ciò non accade però in tutti i casi. Quando il vostro medico di base e altri specialisti escludono la presenza di patologie, non vi resta che cercare una spiegazione alternativa. Molti non fanno altro che consultare medici ripetutamente. È capitato anche a voi? Avete anche voi sperato in una spiegazione medica del vostro problema? Sentire costantemente il parere di esperti non è però del tutto positivo; se da un lato ci rassicura convincendoci che è tutto a posto, dall’altro produce una rassicurazione effimera, che in breve tempo lascia nuovamente spazio alle preoccupazioni, prolungando di fatto la spirale ansiogena. Sarah: «Il mio medico pensa che sia una sciocca» Sarah, temendo che il nodulo che aveva al seno fosse un tumore, si recò per l’ennesima volta dal medico, che le ripeté che non aveva niente, le ricordò i risultati degli esami e la invitò a stare tranquilla e a piantarla di recarsi continuamente da lui (negli ultimi 7-8 mesi c’era stata ben 12 volte!). Lei tuttavia insistette: «Mi spiace seccarla, ma non riesco proprio a smettere di preoccuparmi. Il cancro ha letteralmente divorato la mia famiglia, portandosi via mia nonna, mia madre e una mia zia, guarda caso quando avevano la mia stessa età!». Ad ogni modo, il medico riuscì subito a rassicurarla, ed si sentì momentaneamente sollevata. Ma 12 La paura delle malattie durò poco. Tornata a casa, ricadde nuovamente nella solita spirale, e cominciò a pensare che questi (per quanto certamente onesto e scrupoloso) fosse in fondo un incompetente e non stesse prendendo sul serio il suo problema. E se la mammografia e gli esami del sangue non fossero attendibili? Se avessero fallito nel loro intento e non fossero stati capaci di rilevare qualcosa che invece c’era? Del resto, non si leggono ogni giorno notizie simili? «Forse - disse al marito - dovrei prendere un appuntamento alla clinica Mayo. La mia amica Jennifer mi ha raccontato che gli specialisti che ci lavorano hanno diagnosticato in un batter d’occhio un cancro a un suo conoscente, al quale tutti i medici consultati in precedenza avevano assicurato che era tutto a posto». Suo marito la invitò a stare tranquilla e a fidarsi dei pareri dei propri medici. La notte seguente Sarah non riuscì a dormire: non fece altro che esaminare il proprio petto, notando quanto il proprio nodulo fosse ingrossato e che brutta conformazione avesse. «Dio mio - pensò - sto per morire e non gliene importa niente a nessuno... Il mio medico pensa che sia una sciocca e mio marito si sta convincendo che sia una pazza!». le mie abbondanti sudorazioni notturne, ma gli esiti degli esami sono stati negativi. I medici stanno cercando in tutti i modi di convincermi che non ho niente, ma sono sicuro che hanno tralasciato qualcosa di importante: i sintomi che avverto sono reali, ed è molto probabile che abbia la sclerosi multipla o un tumore al cervello!». L’atteggiamento di Sarah è purtroppo assai comune e comporta una serie di conseguenze negative: oltre a farla precipitare sempre più a fondo nella spirale ansiogena, aveva comportato un peggioramento dei suoi rapporti col marito, soprattutto a causa del suo desiderio di recarsi alla clinica Mayo nonostante non potesse permetterselo. Avendo perso fiducia nel proprio medico, aveva iniziato a consultarne altri, uno dei quali - esperto dei problemi legati all’“ansia per la salute” - le ha suggerito di venire da noi. Quando l’abbiamo vista, le abbiamo comunicato di essere Mi preoccupo troppo per la mia salute? 13 consapevoli delle sue sensazioni negative e che non ci sognavamo neppur lontanamente di metterle in dubbio, dal momento che sapevamo quanto stessero condizionando e rendendo difficile la sua vita. Al fine di chiarire definitivamente il suo caso, le abbiamo posto una serie di domande, le stesse che desidereremmo vi faceste voi alla fine di questo capitolo. Sulla base delle risposte che ci ha fornito e della sua storia clinica, abbiamo concluso che ella soffrisse di ansia per la salute al pari di milioni di nordamericani. Durante le prime sedute, abbiamo subito cercato di farle comprendere come la sua condizione d’ansia fosse con tutta probabilità la vera causa del suo rigonfiamento al seno (ipotesi rispetto alla quale si è mostrata inizialmente scettica); tale rigonfiamento era infatti dovuto alle sue continue autopalpazioni, dettate dalle preoccupazioni laceranti che la assillavano. Quando ha compreso questo, ha iniziato a interessarsi alle tematiche connesse all’“ansia per la salute”, mostrando il desiderio di sperimentare se le strategie che le avevamo suggerito avrebbero potuto aiutarla diminuendo o alleviando i suoi sintomi. E finalmente ha cominciato a sentirsi liberata e a muovere i primi passi verso la guarigione, perché ha compreso come questi non fossero necessariamente conseguenza di una malattia. DISTURBI COMUNI CONNESSI ALL’“ANSIA PER LA SALUTE” Come abbiamo affermato in precedenza, l’“ansia per la salute” può presentarsi in forme più o meno acute. Nei casi più gravi, è tale da condizionare pesantemente la vita quotidiana del soggetto compromettendone le prestazioni lavorative e i rapporti familiari e sociali (come è successo a Sarah, che ha visto ogni giorno peggiorare i propri rapporti col marito e con gli amici ed è divenuta sempre più isolata; o come è accaduto a Stan che - convintosi di aver sviluppato una malattia della pelle - trascorreva intere giornate a osservare e punzecchiare qualsiasi macchia comparisse sul proprio corpo, al punto da non riuscire più a lavorare né a dormire e da riempirsi di croste e cicatrici). Diverso e meno grave è invece il caso di Barry, a cui erano capitati episodi di vista offuscata. Dopo che il medico aveva escluso un problema agli occhi, 14 La paura delle malattie ha cominciato a temere di aver sviluppato un tumore al cervello; ciononostante, la sua vita e il suo equilibrio psico-fisico non ne sono stati condizionati, a parte alcune inevitabili preoccupazioni giornaliere e l’aver comunicato i propri timori alla fidanzata. Passiamo adesso a descrivere uno alla volta i principali disturbi da “ansia per la salute”: l’“Ipocondria”, la “Fobia delle Malattie” e il “Delirio Somatico”. Ipocondria Il DSM IV classifica l’“Ipocondria”2 tra i “disturbi somatoformi”, ovvero tra quei disturbi caratterizzati da sintomi fisici che, pur suggerendo l’esistenza di una malattia, non sono affatto riconducibili ad essa. È anche definita come “la preoccupazione legata alla paura di avere, oppure alla convinzione di avere una malattia grave, basate sulla erronea interpretazione di sintomi somatici da parte del soggetto”3. Sebbene a livello di classificazione ufficiale non sia del tutto corretto, possiamo farla rientrare tra i “disturbi d’ansia”, dal momento che l’ansia e la preoccupazione ne costituiscono le caratteristiche predominanti. Essa presenta inoltre diversi elementi in comune con altri disturbi d’ansia di cui parleremo nel terzo capitolo, come quello da attacchi di panico (DP; Disturbo di Panico), quello ossessivo-compulsivo (DOC; Disturbo Ossessivo-Compulsivo) e quello d’ansia generalizzato (DAG; Disturbo d’Ansia Generalizzato). Un bravo terapeuta cognitivo-comportamentale potrà facilmente capire se ne soffrite ponendovi domande relative alle vostre preoccupazioni riguardo alle malattie e al modo in cui interpretate i sintomi e le sensazioni corporee che avvertite. Per esempio, abbiamo chiesto a Sarah se la salute fosse sempre al centro dei suoi pensieri, se temesse continuamente di ammalarsi o di sentirsi male e perché ritenesse che i sintomi che avvertiva fossero indice di malattia. Altre domande potranno concernere: Nell’ultima versione del manuale diagnostico per i disturbi mentali (DSM-5) l’Ipocondria è stata rinominata “Disturbo d’Ansia di Malattia”. 3 DSM IV, p. 485. 2 Mi preoccupo troppo per la mia salute? 15 • la storia clinica del paziente e degli esami effettuati; • il suo grado di convinzione circa la natura patologica del proprio disturbo; • il grado di stress associato alle sue preoccupazioni; • l’incidenza del disturbo sulle sue attività sociali e lavorative e sul suo tempo libero; • la durata dei sintomi; • le difficoltà emotive ad essi correlate. Tornando al caso di Sarah, possiamo osservare come fosse costantemente assillata e tormentata da preoccupazioni relative alla natura del proprio disturbo, al travagliato rapporto col proprio medico, all’eventualità di una morte imminente, e all’ipotesi di essere considerata una pazza da coloro che la circondavano. Fisicamente si sentiva tesa e agitata per gran parte della giornata e di recente aveva cominciato ad avere problemi di insonnia. Sebbene al lavoro riuscisse ancora a ingranare, la sua relazione col marito stava peggiorando a vista d’occhio, dal momento che trascorreva sempre più tempo a esaminare il proprio seno nel timore che comparissero nuovi noduli, tralasciando le necessità della coppia. Inoltre, non faceva altro che incalzare il proprio medico e i propri familiari con continui dubbi e domande, alla perenne e inutile ricerca di rassicurazioni. Considerato tutto questo, non sorprende affatto che le sia stata diagnosticata l’“Ipocondria”. Fobia delle Malattie Si tratta della fobia (una paura specifica relativa a una o a poche cose particolari, come è il caso di quella dei ragni o dell’altezza) di sviluppare una o più malattie che ci porteranno alla morte. Per esempio la sclerosi multipla, ma anche malattie da contagio (come temeva Bob, di cui abbiamo parlato all’inizio del capitolo)4. Chi soffre di questo particolare disturbo, a differenza dei casi che abbiamo esaminato in precedenza, non crede di avere già una patologia in atto, motivo per cui non presenta quei sintomi e quelle sensazioni corporee che potrebbero segnalarla. Ciononostante sarà In questo caso è molto probabile che si possa porre diagnosi di Disturbo Ossessivo-Compulsivo. Si veda il volume “Vincere le ossessioni. Capire e affrontare il disturbo ossessivo-compulsivo”, edito da Eclipsi, nella stessa collana. 4 16 La paura delle malattie con tutta probabilità fortemente ansioso, avvertendo tensione muscolare, vertigini, respiro affannoso e battito cardiaco accelerato. Inoltre, tenderà a evitare luoghi o situazioni associati alla malattia temuta (come Bob, che oltre ad aver cominciato a indossare guanti di lattice per evitare qualsiasi contatto con i germi aveva anche iniziato a rifiutarsi di usare i bagni pubblici, pur avendone il bisogno o l’urgenza, con gravi compromissioni a livello sociale e lavorativo). Mike: «Non voglio prendere la SARS!» Nonostante vivesse in una piccola cittadina di campagna e non avesse mai viaggiato negli ultimi due o tre anni, Mike cominciò a temere di poter contrarre la SARS. Inizialmente contenuto, il suo timore crebbe presto a dismisura, tanto che per un intero mese non uscì quasi mai di casa. Quando finalmente lo fece, andò in giro indossando una mascherina e dei guanti di lattice, e cercando in tutti i modi di evitare i contatti con le altre persone. Se qualcuno gli si avvicinava, cominciava a sudare copiosamente, il suo cuore iniziava a battere all’impazzata e avvertiva il desiderio di scappare. Quando un amico di Toronto lo chiamò comunicandogli che di lì a breve sarebbe andato a trovarlo, addusse un sacco di scuse per evitarne la visita. Sebbene riconoscesse di stare esagerando, i suoi timori lo schiacciavano: non voleva certo prendersi la SARS! Un bravo terapeuta cognitivo-comportamentale potrà capire se soffrite di questo disturbo ponendovi domande quali: «Teme di poter sviluppare una grave malattia?» oppure «Va nel panico se vede persone malate, entra in un ospedale o ascolta notizie relative ai virus che si stanno diffondendo?». Altre domande potranno riguardare: • il grado e l’intensità della vostra paura (anche rispetto all’entrare in contatto con altre persone); • le cose e le situazioni che evitate a causa di questa; • la sua incidenza sulle vostre attività lavorative e sociali e sul vostro tempo libero; • il vostro grado di stress. Mi preoccupo troppo per la mia salute? 17 Delirio Somatico In alcuni casi, la convinzione del soggetto di avere una grave malattia è così radicata e irremovibile da arrivare al delirio. Quest’ultimo può essere definito come una “falsa credenza derivante da un’errata interpretazione di percezioni o esperienze, ma della quale il soggetto è fortemente convinto e si dichiara certo”. I più comuni deliri somatici sono: • la convinzione che il proprio corpo emetta costantemente un odore disgustoso e ripugnante (per esempio dalla pelle o dalla bocca); • la convinzione di essere infestati da insetti o parassiti; • la convinzione, a dispetto di ogni evidenza, che alcune parti del proprio corpo siano brutte o deformi; • la convinzione che alcune parti del corpo (per esempio il sistema circolatorio e l’intestino) non stiano funzionando correttamente. Vicky: «Tutti mi odiano perché ho un cattivo odore!» Per 5 anni Vicky ha creduto di emettere cattivo odore durante le mestruazioni, un odore ripugnante descrivibile come “un’orribile mistura di urina, sangue e materiale in decomposizione”. Quando ad appena 10 anni ebbe le sue prime mestruazioni, le sue compagne di classe la presero in giro, fatto che lei attribuì al fetore nauseante ad esse associato. Ormai quindicenne, non usciva mai di casa se non per andare a scuola, non aveva amici e non era ancora stata fidanzata. Era profondamente convinta di emettere un cattivo odore, e che tutti gli sforzi fatti per mascherarlo (come fare la doccia fino a sei volte al giorno e darsi continuamente il profumo) fossero vani e inefficaci. Un bravo psichiatra o psicoterapeuta è in grado di diagnosticare questo disturbo tramite poche e opportune domande, chiedendo per esempio al paziente se crede di avere parti del corpo danneggiate o malfunzionanti o che il suo corpo sia infestato da parassiti. Per molti aspetti, coloro che sono affetti da “Delirio 18 La paura delle malattie Somatico” somigliano a coloro che sono affetti da “Ipocondria”: la differenza sta nel grado in cui gli uni e gli altri sono consapevoli dell’irragionevolezza delle proprie preoccupazioni (discreto o comunque sufficiente per i primi, nullo o quasi per i secondi). La nostra sfida Sebbene forse stentiate ancora a credere che l’ansia possa essere la vera causa del vostro malessere, sarà opportuno, giunti a questo punto, che cominciate a prendere seriamente in considerazione quest’ipotesi. Come abbiamo sottolineato in precedenza, l’ansia per la salute può presentarsi in forme e con livelli di gravità diversi, variabili da un individuo all’altro. La nostra sfida come terapeuti consiste nel comprendere sin da subito quanto essa sia acuta nel paziente che dobbiamo aiutare, valutazione in cui senz’altro ci aiuta l’esperienza, ma che è innanzitutto egli stesso a dover compiere. COME CAPIRE QUANDO STIAMO ESAGERANDO? Fondamentalmente, occorre rispondere a una serie di domande volte a scandagliare e individuare il grado delle nostre preoccupazioni e quanto esse inficiano la nostra vita di tutti i giorni. Vi suggeriamo pertanto di chiedervi: • Quanto tempo trascorro a preoccuparmi di aver sviluppato o di poter sviluppare una malattia? • Quante volte ho consultato il medico per lo stesso problema, nonostante mi avesse già rassicurato dicendomi che non avevo niente che non andasse? • Quanto tempo trascorro in rete alla ricerca di informazioni che spieghino i miei sintomi, e quanto ciò sta condizionando la mia esistenza? • Ho forse tralasciato o interrotto i miei hobby e interessi a causa delle preoccupazioni che mi stanno assillando? • Tali preoccupazioni stanno forse compromettendo le mie prestazioni lavorative? Un altro importante strumento che potete utilizzare è il Witheley Index, un questionario di autovalutazione che riportiamo Mi preoccupo troppo per la mia salute? 19 alla fine del capitolo e la cui efficacia è stata ripetutamente sperimentata e comprovata. Perché non provate subito a compilarlo? Attribuitevi un punto per ogni risposta positiva (fatta eccezione per la numero 9, per la quale ve lo attribuirete se avrete risposto “No”); in questo modo otterrete un punteggio compreso tra 0 e 14, in cui i numeri più alti indicano un più alto grado di ansia per la salute e un vero e proprio disturbo se il punteggio è uguale o superiore a 8. In quest’ultimo caso, vi suggeriamo fortemente di leggere questo libro avvalendovi delle tecniche di auto-aiuto che vi sono riportate; inoltre, qualora non lo abbiate già fatto, vi consigliamo di rivolgervi a un bravo psicoterapeuta di orientamento cognitivocomportamentale al quale far presenti le preoccupazioni che vi affliggono (se avete difficoltà nel farlo date un’occhiata alle linee guida contenute nell’ultima parte di questo volume). Si tratta di un passaggio fondamentale: solo un esperto potrà infatti stabilire se soffrite di un disturbo da ansia per la salute conclamato o se l’elevato punteggio che avete ottenuto non sia invece dovuto a depressione o ad altri disturbi emotivi! COME POTRÀ AIUTARVI QUESTO LIBRO Se vi siete resi conto che la vostra ansia per la salute è eccessiva e sta condizionando la vostra vita a più livelli, vi invito a leggere il capitolo 2 per comprendere in che modo le persone si formino credenze intorno alle sensazioni corporee che esperiscono, e come l’ansia che provano influenzi sia il modo in cui le avvertono sia le spiegazioni che danno a queste. Inoltre, vi troverete tecniche e strategie che vi aiuteranno a interpretarle diversamente, non considerandole più come sintomi di una patologia. I capitoli 3 e 4 saranno invece incentrati sulla depressione e su altri disturbi d’ansia, spesso associati all’ansia per la salute, e vi troverete indicate le principali relazioni sussistenti tra gli uni e l’altra nonché i metodi per giungere a una corretta autovalutazione in proposito. Vi raccomandiamo di esser sinceri e onesti con voi stessi, per capire se le vostre preoccupazioni relative alla salute sono dovute o meno a questi, perché nell’uno e nell’altro caso le strade da percorrere per giungere alla guarigione saranno diverse. Vi sarà anche richiesto un vero e proprio cambio di atteggia- 20 La paura delle malattie mento rispetto al passato: fino ad ora vi siete infatti così tanto concentrati sul vostro corpo che inizialmente stenterete a credere che la chiave del cambiamento stia tutta nei vostri pensieri e nelle vostre azioni! Nella seconda parte del volume (“Spezzate il circolo ansiogeno!”) vi proporremo strategie atte a vivere al meglio e pienamente la vostra vita. Se l’ansia e lo stress sono infatti in una certa misura inevitabili, ciò non significa che non possiate imparare a rilassarvi, e il capitolo 5 vi mostrerà come farlo in ogni situazione! Spesso chi è troppo preoccupato per la propria salute non si rende conto di tutti gli altri fattori stressanti che è fondamentale saper alleviare, come le piccole o grandi scocciature quotidiane e i ritmi serrati di lavoro e di vita che a volte ci consumano. Attraverso le tecniche descritte nel capitolo 6 imparerete poi ad abbandonare quelle modalità di pensiero che alimentano la vostra ansia per la salute, sostituendole con altre che contribuiscano al vostro benessere psico-fisico. Esse infatti potrebbero danneggiarvi gravemente, condizionando in senso negativo le vostre sensazioni e i vostri comportamenti. Il capitolo 7 vi indicherà invece i modi attraverso i quali potrete eliminare quei comportamenti che alimentano e mantengono la spirale ansiogena, dimodoché - quando arriverete a leggere la terza e ultima parte del libro (“Mantenere i risultati conseguiti!”) - sarete ormai capaci di tenere sotto controllo e gestire al meglio le vostre preoccupazioni. Non possiamo tuttavia dimenticare l’incidenza che queste potrebbero avere sui vostri rapporti con le altre persone, motivo per cui nei capitoli finali vi mostreremo come aiutare gli altri (siano essi medici, amici o familiari) ad aiutarvi, indicando loro le strategie migliori e più efficaci a questo scopo. Vi spiegheremo anche come quello che vi viene solitamente detto, cioè che non avete niente di cui preoccuparvi, sia del tutto inutile e inefficace (se non addirittura controproducente). Nel capitolo 8 vi indicheremo strategie efficaci per migliorare il rapporto che avete col vostro medico e aiutare quest’ultimo ad aiutarvi, insegnandovi anche a stabilire quando è davvero utile consultarlo (quest’ultimo è un aspetto importantissimo, perché dovrete imparare a recarvi da lui soltanto nei casi in cui è strettamente necessario). Nel capitolo 9 vi spiegheremo inoltre come far comprendere ai vostri familiari e amici ciò che state effettivamente passando, e come indicare Mi preoccupo troppo per la mia salute? 21 loro i modi migliori per aiutarvi a gestire e superare le vostre ansie. Nel capitolo 10 vi daremo infine suggerimenti per vivere una vita piena, ricca e divertente, illustrandovi anche strategie efficaci per gestire eventuali ricadute, i diversi trattamenti di cui potrete avvalervi e alcune linee guida per decidere come e quando ricorrervi. Un’ultima cosa: questo libro è pieno di utili esercizi, che vi consigliamo di svolgere via via che procederete nella lettura (o al massimo di fotocopiare ed eseguire poi con attenzione). Ma adesso bando alle ciance e mettiamoci subito in azione! Witheley Index5 Qui di seguito riportiamo alcune domande relative alla vostra salute, a cui dovrete semplicemente rispondere con un “sì” o con un “no”. 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. Si preoccupa spesso di poter avere una grave malattia? È infastidito da molti dolori e malesseri? È spesso consapevole di ciò che accade nel suo corpo? Si preoccupa molto per la sua salute? Ha spesso i sintomi di una malattia molto grave? Se viene a conoscenza di una malattia molto grave (attraverso radio,TV, giornali o qualcuno che conosce) si preoccupa di poterla contrarre? Si arrabbia se qualcuno le dice che sembra in forma quando si sente malato? Le capita di essere infastidito/a da molti sintomi fisici? Le è difficile distogliere l’attenzione dal suo corpo e pensare ad altro? Sì No Sì Sì No No Sì Sì Sì No No No Sì No Sì No Sì No Attribuite un punto ad ogni “Sì”, fatta eccezione per la domanda 9 alla quale lo attribuirete soltanto se avrete risposto “No”. Per gentile concessione del Prof. Issy Pilowsky del Dipartimento di Psichiatria dell’Università di Adelaide (Australia; South Australia 5001, Australia). 5 22 La paura delle malattie 10. Le è difficile credere al medico quando le dice che non c’è niente di cui preoccuparsi? 11. Ha la sensazione che la gente non prenda sul serio le sue malattie? 12. Crede di preoccuparsi per la sua salute più della maggior parte delle persone? 13. Pensa che ci sia qualcosa di serio che non va nel suo corpo? 14. Ha paura delle malattie? Sì No Sì No Sì No Sì No Sì No