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Gordon J.G. Asmundson
Steven Taylor
LA PAURA
DELLE MALATTIE
AFFRONTARE E SUPERARE L’ANSIA PER LA
SALUTE E L’IPOCONDRIA
ECLIPSI
LA PAURA DELLE MALATTIE
Affrontare e superare l’ansia per la salute e l’ipocondria
Traduzione italiana di:
It’s Not All in Your Head
Traduzione ed editing: Andrea Pioli
Videoimpaginazione: Gesp srl
Copyright ©
2005
The Guilford Press
A Division of Guilford
Publications, Inc.
370 Seventh Avenue, Suite 1200,
New York, NY 10001
www.guilford.com
Copyright ©
2016
Eclipsi srl
Via Mannelli, 139
50132 Firenze
Tel. 055-2466460
www.eclipsi.it
ISBN: 978-88-89627-36-5
I diritti di traduzione, di riproduzione, di memorizzazione elettronica, di
adattamento totale e parziale con qualsiasi mezzo (compresi i micro-film e le
copie fotostatiche) sono riservati per tutti i paesi.
A mio padre Calvin (venuto a mancare mentre scrivevo questo
libro) e a mia madre Eileen, che mi hanno insegnato a sognare e a
osare, e a mia figlia Aleiia e mia moglie Kimberly, che mi hanno
aiutato a tenere i piedi per terra
G. J. G. A.
Ad Amy Sue Janeck e Alex Janeck Taylor
S. T.
SOMMARIO
Notizie sugli autori
IX
Ringraziamenti
XI
Introduzione
XIII
PARTE I
DA COSA DERIVA L’ANSIA PER LA SALUTE
Capitolo 1
Mi preoccupo troppo per la mia salute?
Capitolo 2
Le interazioni tra corpo e cervello
23
Capitolo 3
Ho anche altri disturbi d’ansia?
41
Capitolo 4
Sono forse depresso?
57
3
PARTE II
SPEZZATE IL CIRCOLO VIZIOSO ANSIOGENO
Capitolo 5
Comprendere e gestire lo stress
73
Capitolo 6
Come eliminare i pensieri ansiogeni
99
Capitolo 7
Come eliminare i comportamenti ansiogeni 129
PARTE III
MANTENETE I RISULTATI RAGGIUNTI
Capitolo 8
Imparate a rapportarvi con i medici
167
Capitolo 9
Aiutate i vostri familiari e i vostri amici
a sostenervi
181
Capitolo 10
Mantenete i risultati raggiunti
197
Fogli degli esercizi
223
NOTIZIE SUGLI AUTORI
Gordon J. G. Asmundson, dottore di ricerca, è professore e
ricercatore in Psicologia e in Chinesiologia al Canadian Institutes
of Health Research, studioso della salute all’Università di Regina
in Canada e professore associato di Psichiatria all’Università di
Saskatchewan. È l’editore nordamericano della rivista Cognitive
Behaviour Therapy, l’editore del periodico Cognitive and Behavioral
Practice per la sezione concernente la medicina comportamentale
ed è coeditore del Psychological Injury and Law per la sezione
relativa al Disturbo Post-Traumatico da Stress (PTSD). Inoltre,
fa parte del comitato editoriale del Journal of Anxiety Disorders,
del Journal of Behavior Therapy and Experimental Psychiatry, del
Clinical Journal of Pain e di moltissime altre riviste e periodici.
Ha pubblicato, tra articoli di riviste e capitoli di libri, oltre 220
contributi scientifici, nonché sei volumi tra cui ricordiamo
Clinical Research in Mental Health (2001, Thousands Oaks,
CA: Sage; assieme a G. Ron Norton e Murray B. Stein), Health
Anxiety (2001, New York: Wiley; assieme a Steven Taylor e
Brian J. Cox) e Treating Health Anxiety: A Cognitive-Behavioral
Approach (2004, New York: Guilford Press; assieme a Steven
Taylor). È stato, infine, membro del gruppo di lavoro sui disturbi
d’ansia per la revisione della quarta edizione del DSM (Diagnostic
and Statistical Manual of Mental Disorders1), ricevendo - per i
suoi rilevanti contributi - premi da parte dell’Anxiety Disorders
Association of America, del Canadian Chapter of the International
Association for the Study of Pain e della Canadian Psychological
Association. Negli ultimi tempi, in considerazione del suo lavoro
pioneristico in merito ai rapporti tra disturbi d’ansia e dolore
cronico, è stato eletto membro della Royal Society of Canada. I
suoi attuali interessi - equamente divisi tra la ricerca clinica e il
coordinamento della stessa - sono incentrati sull’individuazione
di un adeguato assessment per i vari disturbi d’ansia (tra cui anche
1
N. d. T. Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali.
l’ansia per la salute, con i connessi dolori cronici o acuti), nonché
sui meccanismi ad essi sottesi e sulla loro capacità di indurre
modificazioni comportamentali e disabilità.
Steven Taylor, dottore di ricerca e psicologo clinico, è professore
al Dipartimento di Psichiatria dell’Università della British
Columbia (Canada), dove ha completato la propria formazione,
iniziata all’Università di Melbourne in Australia. È stato abilitato
alla pratica della psicoterapia cognitivo-comportamentale
dall’American Board of Professional Psychology. Per 10 anni
editore associato della rivista Behaviour Research and Therapy, è
attualmente direttore del Journal of Cognitive Psychoterapy. Fa
parte del comitato editoriale di varie riviste, tra cui il Journal
of Consulting and Clinical Psychology e il Journal of Abnormal
Psychology, e ha pubblicato - tra articoli e capitoli di libri - oltre
200 contributi scientifici. Ha pubblicato oltre 15 volumi sui
disturbi d’ansia e altri argomenti ad essi correlati, e ha collaborato
alla revisione del testo della quarta edizione del DSM. Infine,
ha ricevuto premi dalla Canadian Psychological Association,
dalla British Columbia Psychological Association, dall’Association
for Advancement of Behavior Therapy e dall’Anxiety Disorders
Association of America, ed è membro di varie associazioni
accademiche, tra cui la Canadian Psychological Association,
l’American Psychological Association, l’Association for Psychological
Science e l’Academy of Cognitive Therapy. I suoi interessi di ricerca
- finanziati dal Canadian Institutes of Health Research - sono
incentrati sui meccanismi sottesi ai vari disturbi d’ansia e sul
loro trattamento tramite la terapia cognitivo-comportamentale
(Cognitive Behaviour Therapy).
RINGRAZIAMENTI
Desideriamo ringraziare tutti coloro che ci hanno supportato
durante la stesura di questo libro: Kitty More, direttore esecutivo, che ci ha incoraggiato a portare avanti il nostro progetto e
ha reso la nostra collaborazione un’esperienza fantastica; Christine Benton e Ron e Judy Norton, che - con le loro osservazioni precise e ponderate - ci hanno aiutato a rendere più fruibili
diversi capitoli; John Walker, che ci ha gentilmente comunicato
le proprie idee in merito al trattamento dell’ansia per la salute,
nonché i numerosi pazienti che - attraverso le loro esperienze - ci
hanno permesso di approfondire le nostre conoscenze su questo
disturbo. Infine, non possiamo fare a meno di ringraziare i nostri familiari per il loro costante supporto e incrollabile affetto:
Kimberly e Aleiia Asmundson, Amy Sue Janeck e Alex Janeck
Taylor (che non era ancora nato quando stavamo scrivendo questo libro, ma stava dando calci al ventre della madre come un
asso del football).
INTRODUZIONE
Avete per caso dei sintomi che il vostro dottore non sa spiegare?
Temete che ci sia qualcosa che non va nel vostro corpo o di aver
sviluppato una malattia? O, in ogni caso, conoscete qualcuno
che corrisponde a questa descrizione? Non preoccupatevi, non
siete affatto i soli! John, ad esempio, lamentava ogni giorno dei
dolori lancinanti al torace, che lo avevano convinto di avere dei
seri problemi al cuore e gettato nel terrore di dover morire di lì a
poco. Con sua grande sorpresa, tuttavia, il dottore non riscontrò
in lui alcun problema. John sentì il parere di altri tre medici,
ma - ogni volta - gli fu spiegato come non avesse niente che non
andasse (uno di loro, addirittura, gli disse che il problema “stava
tutto nella sua testa”). Ciononostante, i suoi dolori persistettero,
tanto che decise di evitare attività che gli affaticassero il cuore
e cominciò a trascorrere ore su internet alla ricerca di possibili
spiegazioni, perdendo del tutto il controllo di se stesso. Deybe,
invece, era certa di avere un cancro allo stomaco, e temeva di
dover incorrere in una morte lenta e dolorosa (come era accaduto
anni prima a sua madre, che aveva coraggiosamente lottato contro
la stessa malattia). Anche in questo caso, i dolori che provava
erano reali e non un mero parto della fantasia; nessun medico e
specialista - tuttavia - era in grado di individuarne la causa (un
fatto, questo, che frustrava fortemente amici e familiari, che si
sentivano impotenti e incapaci di intervenire).
Entro certi limiti, preoccuparsi per la propria salute è del
tutto normale: chi non ha mai attraversato momenti in cui ha
temuto di ammalarsi o di aver adottato comportamenti che lo
avrebbero portato a sviluppare una malattia? Alcuni, tuttavia, lo
fanno eccessivamente, ed è fondamentale che capiate se è anche
il vostro caso. State pensando troppo alla vostra salute? Vi capita
che gli altri vi dicano di smetterla? Purtroppo, circa una persona
su cinque è divorata da tali preoccupazioni, che spesso non sono
riconoscibili come tali, dal momento che - sin da piccoli - la
nostra cultura ci ha insegnato a guardare con sospetto a ogni
modificazione corporea, monitorandola costantemente e se
necessario sottoponendola all’attenzione del medico. Questo
libro vi aiuterà a comprendere se e quanto l’ansia giochi un ruolo
nella genesi dei vostri sintomi e - nel caso conosciate qualcuno
che si preoccupa troppo per la propria salute - a capire cosa sta
passando fornendovi utili idee su come aiutarlo.
I dolori avvertiti da Debye, ad esempio, non erano affatto
causati dal cancro, ma da un eccessivo consumo di caffè associato
a un persistente stato di ansia (a sua volta alimentato - fino a
generare insonnia - dall’errata interpretazione dei sintomi stessi).
La sua, come quella di John, non era affatto una patologia medica
specifica, quanto piuttosto un disturbo - anch’esso purtroppo
fastidioso e “invalidante” - chiamato “ansia per la salute”.
Solitamente, le persone stentano a credere a questa ipotesi, ma
cos’avete da perdere nel considerarla? Una volta letto questo libro
- infatti - avrete in ogni caso appreso qualcosa di importante,
ovvero se e quanto i vostri stati ansiogeni condizionano il vostro
benessere psicofisico (riuscendo pertanto a individuare le cause
del vostro disturbo). Inoltre, tenete bene a mente una cosa:
ottenere aiuto e migliorarsi è sempre possibile, dal momento che
esistono strategie valide ed efficaci atte a questo scopo! Il difficile
è iniziare: capire di avere un problema e avere il coraggio di
affrontarlo. Una volta fatto questo, potrete facilmente apprendere
e mettere in pratica una serie di strategie che vi permetteranno
di gestirlo adeguatamente, proseguendo nel miglior modo la
vostra vita. Questo libro potrà rappresentare, per voi e per i vostri
cari, un valido aiuto per comprendere e superare le vostre paure,
donandovi un nuovo sguardo sul mondo.
PARTE I
DA COSA DERIVA L’ANSIA
PER LA SALUTE
1
MI PREOCCUPO TROPPO
PER LA MIA SALUTE?
Joan: «Devo subito fare qualcosa, altrimenti morirò!»
«Alcuni lunedì fa ho trascorso una giornata terribile, iniziata
subito male a causa di un ingorgo in tangenziale che mi
ha fatto arrivar tardi ad alcuni importanti appuntamenti.
Lo stomaco mi ha fatto male tutto il giorno, dei crampi
dolorosissimi. Le medicine che ho preso non sono servite a
niente, e per cercare di calmarmi ho provato a convincermi
che il mio malessere fosse semplicemente la conseguenza
di una giornata stressante. Tuttavia, subito dopo, e poi nel
corso della notte, ho cominciato a temere di aver qualcosa di
serio, come un’ulcera o un cancro allo stomaco (mio padre,
del resto, è morto di un tumore al colon appena passati
i 50 anni). Nelle scorse settimane ho prestato continua
attenzione a quest’ultimo, monitorandolo costantemente
e preoccupandomi un sacco, perché in effetti mi stanno
succedendo cose strane: avverto una nausea ripetuta e
persistente, bruciori di stomaco e movimenti intestinali
inusitati. Nelle scorse tre settimane ho consultato il medico
tre o quattro volte, sentendomi sempre ripetere che non
avevo niente, che dovevo soltanto tenere sotto controllo
4
La paura delle malattie
l’alimentazione e per il resto stare tranquilla. Anche altri
specialisti che ho sentito mi hanno confermato la stessa
cosa. Io però non sono affatto d’accordo. È impossibile che i
dolori che avverto derivino da stress o cattiva alimentazione:
la verità è che ho un cancro allo stomaco, e se non interverrò
subito sarò destinata a morire in poco tempo!».
Jonathan: «Cos’è che non va in me?»
«Da otto mesi, quasi tutti i giorni, mi sento fiacco e
impacciato e avverto mal di testa e pesantezza alle gambe.
Ho consultato il mio medico e altri specialisti per capire
cosa avessi; inizialmente ero convinto di avere una semplice
influenza, ma dopo tre settimane di sintomi costanti e
ripetuti ho cominciato a temere di avere la SLA, la malattia
che pochi anni fa ha ucciso mio zio. Il neurologo tuttavia dopo avermi sottoposto a una nutrita serie di esami, inclusa
la risonanza magnetica - mi ha assicurato che non l’avevo,
e che non soffrivo neppure di altre malattie neurologiche
come la sclerosi multipla. Uno specialista di medicina
interna ha ipotizzato che avessi il linfoma di Hodgkin, date
le mie abbondanti sudorazioni notturne, ma gli esiti degli
esami sono stati negativi. I medici stanno cercando in tutti
i modi di convincermi che non ho niente, ma sono sicuro
che hanno tralasciato qualcosa di importante: i sintomi
che avverto sono reali, ed è molto probabile che abbia la
sclerosi multipla o un tumore al cervello!».
Bob: «I microbi sono dappertutto!»
«Da sempre ho la salutare abitudine di starmene lontano
dai microbi, così infestanti da essere sostanzialmente
dappertutto: nei pomelli delle porte, nei corrimano, nei
ricevitori telefonici, negli sportelli bancomat, nei sedili dei
gabinetti, sulle banconote e sulle monete. Chissà quante
persone hanno toccato questi oggetti, e quali terribili
Mi preoccupo troppo per la mia salute?
5
malattie avranno sviluppato! Spesso inoltre, nel tentativo di
evitare la diffusione dei microbi, si ottiene l’effetto contrario:
quando infatti copriamo i colpi di tosse e gli starnuti con
le mani, non ci rendiamo conto che con quelle stesse mani
utilizzeremo di lì a poco la fotocopiatrice, aggiungeremo
crema al nostro caffè e saluteremo i nostri colleghi con
un’amichevole pacca sulla spalla. E questo è solo l’inizio!
Pensiamo infatti a cosa succederà quando andremo in
bagno: i nostri microbi si diffonderanno alla porta, al sedile
del water, allo sciacquone, aggiungendosi a quelli di tutte le
persone passate in precedenza, le quali spesso (come molti
miei colleghi) non si saranno nemmeno lavate le mani una
volta espletati i loro bisogni! A mio avviso non c’è niente
di peggio dei bagni. Quelli pubblici, poi, cerco di evitarli
il più possibile, ma se proprio ho un’urgenza inderogabile
cerco di proteggermi utilizzando i piedi, con i quali apro
la porta, alzo e abbasso il sedile del water e tiro anche lo
sciacquone. Nelle ultime settimane ho cominciato a usare
i guanti per affrontare tutte le situazioni non gestibili con
le strategie suddette. Essendosi rivelati utili in moltissimi
casi, ho iniziato a indossarli con regolarità. I miei familiari
e amici dicono che mi preoccupo troppo, che ho una
vera e propria fobia, ma questo per me non rappresenta
un problema: se anche sono un po’ fissato, si tratta di una
fissazione utile e salutare!».
Ognuno di noi, di tanto in tanto, si preoccupa per la propria salute, spesso anche solo per capire le ragioni delle sensazioni
che avverte; e ognuno di noi si è almeno una volta chiesto se il
proprio mal di stomaco dipendesse da ciò che aveva mangiato
o non fosse piuttosto il sintomo di un’ulcera, se il proprio mal
di testa e i propri occhi infiammati fossero conseguenza di una
giornataccia o di un tumore al cervello, se il dolore avvertito al
petto fosse il sintomo di un problema cardiaco e se la stanchezza
cronica recente - anziché dipendere da un sovraccarico di lavoro
- non fosse piuttosto l’avvisaglia di qualcosa di più serio come la
sclerosi multipla.
6
La paura delle malattie
Quando nel 2003 vi fu l’epidemia di SARS, molti di coloro che
erano stati a contatto con persone che avevano la tosse si convinsero che avrebbero sviluppato la malattia; inoltre, chi ha o ha avuto
un grave problema di salute come un infarto o un cancro tende
a preoccuparsi moltissimo per la propria salute. Molto spesso tali
preoccupazioni sono però eccessive: Joan, per esempio, si era convinta di avere un cancro al colon a dispetto delle smentite ricevute
dai tre diversi medici che aveva consultato. Tale atteggiamento è
purtroppo assai comune, e tocca circa il 20% della popolazione.
Dal momento che state leggendo questo libro, sono pronto
a scommettere che il vostro medico non è stato in grado di dare
una spiegazione soddisfacente ai sintomi che avvertite, fatto che
ovviamente vi impedisce di ottenere sollievo e conforto. Se ogni
giorno trascorrete un bel po’ di tempo a monitorare le vostre sensazioni corporee, se temete che il vostro corpo stia smettendo di
funzionare correttamente o di soffrire di una malattia che non vi
è stata ancora diagnosticata, se i vostri familiari e amici vi chiamano “ipocondriaci” o dicono che avete la fobia dei microbi, se
nonostante le rassicurazioni dei medici continuate a temere di
avere dei gravi problemi di salute, non preoccupatevi: questo capitolo vi aiuterà a ottenere una visione oggettiva e realistica della
vostra situazione, liberandovi dai dubbi e dalle questioni che vi
stanno assillando!
Vi insegneremo infatti un modo diverso di guardare alle vostre sensazioni corporee, primo e ineludibile passo per comprendere se vi state preoccupando eccessivamente. Nel far questo vi
porremo numerose domande, invitandovi anche a compilare un
questionario di autovalutazione riguardante l’intensità della vostra ansia. Molto probabilmente le spiegazioni che vi proporremo
inizialmente non vi soddisferanno, come ripetutamente dimostrato dalla pratica clinica. Tuttavia, attraverso il nostro approccio cognitivo-comportamentale, vi insegneremo a comprendere
come le sensazioni corporee che così tanto vi preoccupano siano
la maggior parte delle volte non tanto i sintomi di una determinata e specifica malattia, quanto piuttosto il risultato di una
condizione di stress e affaticamento (una volta acquisita tale consapevolezza, potrete tranquillizzarvi e dedicarvi ad altro di più
interessante). D’altronde cosa vi costa provare?
Mi preoccupo troppo per la mia salute?
7
COS’È L’“ANSIA PER LA SALUTE”?
Per descrivere l’ampia gamma di preoccupazioni che le persone
hanno per la propria salute, gli esperti utilizzano spesso l’espressione “ansia per la salute”, di cui occorrerà chiarire subito il significato analizzando separatamente le parole che lo compongono.
Salute
Spesso si tende a identificare la salute con la mera assenza di malattia, asserendo che una persona è sana se non ha virus, tumori,
ulcere o altre patologie invalidanti; noi tuttavia, al pari di molti
altri esperti e professionisti, ci opponiamo risolutamente a tale
definizione. Essere sano è ben diverso dal semplice non essere
malato! La salute è infatti identificabile con una condizione generale di benessere, che comprende componenti fisiche, emozionali
e sociali. Chi è sano si sente bene fisicamente, è generalmente
soddisfatto e di buon umore, ed è inserito in una rete vivace e
proficua di rapporti interpersonali. Possiamo anche pensare alla
salute come a un continuum avente come estremi da una parte la
più grande sofferenza e dall’altra l’estrema gioia (quest’ultima è
la definizione utilizzata dall’OMS1 a partire dagli anni ’40). Ad
alcuni forse tale definizione sembrerà troppo impegnativa, perché
fa della salute un obiettivo assai complesso da raggiungere, che
come abbiamo accennato richiede il contemporaneo raggiungimento del benessere in tre diverse sfere (fisica, emotiva e sociale).
Ma “complesso” non è sinonimo di “impossibile”; sforziamoci
quindi in tutti i modi di conquistarla!
Ansia
Provate un attimo a pensare alle volte in cui vi siete sentiti ansiosi
per motivi che non riguardavano la vostra salute. Vi siete sentiti
in pericolo? Incerti rispetto a cosa sarebbe potuto accadere? Stressati o addirittura esauriti?
L’ansia subentra tutte le volte in cui si teme stia per succedere
qualcosa di negativo ma si è incerti sul suo effettivo realizzarsi.
La proverete, per esempio, se accingendovi a tenere un discorso
in pubblico comincerete a chiedervi se tutto andrà bene e se ri1
Organizzazione Mondiale della Sanità (N. d. T.)
8
La paura delle malattie
uscirete a evitare inciampi e intoppi; oppure se - trovandovi in
un quartiere isolato e sconosciuto - penserete che potreste essere
derubati da qualche losco individuo che vi trascinerà in un angolo buio. L’anticipazione del pericolo combinata all’incertezza
produce un mix esplosivo di agitazione e turbamento, quel vago
sentore che qualcosa di brutto o addirittura di terribile sia sul
punto di accadere.
L’ansia determina inoltre modificazioni fisiologiche e comportamentali; quando siamo ansiosi, il nostro corpo si prepara a reagire alla potenziale minaccia: il battito cardiaco accelera, i muscoli si contraggono, il respiro si fa affannoso, si può sudare o sentirsi
nauseati ecc. Dal momento che la fonte del pericolo è ignota e
indefinita, non è affatto facile capire qual è la cosa migliore da
fare, un fatto che purtroppo può determinare gravi conseguenze negative. Il rischio maggiore è quello dell’“autosabotaggio”:
preoccuparsi troppo dei possibili esiti negativi di un’azione può
precludere la bontà e l’efficacia dell’azione stessa. Se infatti si trascorre troppo tempo a preoccuparsi, si rischia di perdere di vista
l’obiettivo principale e di non considerare le strategie e i comportamenti che potrebbero guidarci verso il successo.
L’ansia è simile ma non identica alla paura: quest’ultima è
infatti una risposta emotiva che si attiva a seguito di una minaccia specifica e determinata (per esempio un ladro che ci punta un coltello alla gola, un orso che ci si para improvvisamente
davanti), e che pertanto non presenta elementi di mistero o di
incertezza.
L’ansia e la paura non hanno in ogni caso soltanto aspetti
negativi: possono infatti aiutarci a cavarcela e a comportarci al
meglio in varie circostanze, permettendoci di affrontare adeguatamente le sfide di tutti i giorni grazie alla scossa di adrenalina
che producono. Come potremmo sfuggire a un orso (o almeno
tentare di farlo) se non ne avessimo paura? Come potremmo
affrontare un esame o un colloquio di lavoro? Tornando all’esempio fatto in precedenza, quello di una persona che debba
tenere un discorso in pubblico, occorre notare che un moderato grado di ansia può essere a tale scopo utile e proficuo. Colui che deve parlare si preparerà infatti al meglio, predisporrà
adeguatamente il materiale, imparerà qualche barzelletta atta a
Mi preoccupo troppo per la mia salute?
9
rompere il ghiaccio e organizzerà una presentazione stimolante
capace di catturare l’attenzione del pubblico, mentre un individuo presuntuoso e sicuro di sé sino all’eccesso potrebbe trovarsi
impreparato o essere costretto a improvvisare. Tuttavia, qualora
l’ansia sia eccessiva, la sensazione di incertezza e di apprensione
raggiungerà picchi intensissimi e si protrarrà a lungo, andando
a detrimento della prestazione (facendo il solito esempio, una
persona troppo ansiosa prima di tenere un discorso sarà più
facilmente soggetta a bloccarsi o a non presentarsi neppure).
Purtroppo, in molti casi, l’ansia che proviamo condiziona negativamente le nostre vite e ci impedisce di gestire al meglio le
nostre sfide quotidiane, con il risultato che ci sentiamo spesso
depressi, che i nostri rapporti interpersonali e sociali peggiorano, che perdiamo il lavoro, che entriamo in una spirale negativa
dalla quale non sappiamo come uscire. D’altronde, recenti ricerche hanno evidenziato come i disturbi d’ansia rappresentino
il problema di salute mentale più diffuso in Nord-America, assai più della depressione.
Ansia per la salute
A questo punto siamo finalmente in grado di fornire una definizione dell’espressione “ansia per la salute”. È la sensazione
- subdola e corrosiva - che il nostro benessere fisico sia minacciato da qualcosa di ignoto e di terribile che potrebbe accadere.
Come tutte le forme d’ansia, anch’essa implica cambiamenti
comportamentali, fisiologici e nelle credenze e nei pensieri della
persona; e anch’essa può variare da un grado moderato a uno
grave e acuto, rappresentando nel primo caso una condizione
transitoria - talvolta espressione di una condivisibile premura
nei confronti di determinate modificazioni o sensazioni corporee - e nel secondo uno stato logorante e invalidante (come nei
succitati casi di Joan, Jonathan e Bob). Quando l’ansia per la
salute è sproporzionata e persiste al di là di qualsiasi rassicurazione medica, si parla di “Ipocondria” o “Disturbo d’Ansia
di Malattia”, un disturbo che condiziona tutte le componenti della salute e che può essere risolto soltanto individuando
e comprendendo i fattori cognitivi e comportamentali che lo
alimentano e lo mantengono.
10
La paura delle malattie
LE MIE SENSAZIONI CORPOREE
SONO IMMAGINARIE O REALI?
Chiariamo subito una cosa: ciò che provate è assolutamente e
“solidamente” reale. Infatti, chi non si preoccuperebbe per un
mal di testa persistente o per un mal di stomaco che lo tormenta
tutte le mattine? Il punto è un altro: tali sensazioni non sono
sempre sintomi di malattia (anzi lo sono raramente), ma in molti
casi generano preoccupazioni crescenti e incontrollabili.
Allora cosa le causa? Vi sono varie ipotesi e possibilità: cambiamenti nel regime alimentare, sovraccarichi di lavoro, variazioni
nelle abitudini di sonno. Se per esempio, non abituati a farlo, divorerete nella stessa sera alcuni burritos, è assai probabile che non
li digerirete e avvertirete una forte agitazione di stomaco (specialmente se li avrete conditi con salse pesantissime). Esistono poi una
serie di malanni o acciacchi che presentano gli stessi sintomi di
gravi malattie: alcune protuberanze al seno sono fibromi benigni e
non tumori, la mancanza di coordinazione può essere dovuta alla
stanchezza e non alla sclerosi multipla, i mal di testa possono dipendere dallo stress e non da grumi di sangue accumulatisi nel cervello. Altre volte le sensazioni che ci preoccupano sono il risultato
dell’ansia stessa, che come abbiamo detto provoca una serie di reazioni corporee (respiro corto e affannoso, accelerazione del battito
cardiaco, senso di oppressione al torace, tensione muscolare, stanchezza, vertigini, mal di stomaco, nausea, gonfiore, diarrea, rossore,
vampate di calore, tremori e mancanza di equilibrio).
Qualunque sia la loro origine, ricordate però una cosa: sono
del tutto innocue! Se invece comincerete a preoccuparvi che siano sintomi di una malattia, entrerete in un circolo vizioso che
non farà altro che alimentarle e mantenerle! O che addirittura
le renderà ogni giorno più acute e gravose! Pertanto, l’obiettivo principale di questo libro sarà quello di insegnarvi a liberarvi
dell’ansia che tali sensazioni vi provocano (o comunque a gestirla
al meglio), prima che questa vi trascini inesorabilmente in una
spirale ripida e buia.
IL CIRCOLO VIZIOSO DELL’ANSIA
La prima cosa che dovrete fare sarà imparare a stabilire se avete
o meno un reale disturbo. Innanzitutto dovrete ovviamente con-
Mi preoccupo troppo per la mia salute?
11
sultare il medico, che molto spesso risolverà il vostro caso con
una breve visita. Come abbiamo già detto, un mal di stomaco,
un senso di impaccio, un giramento di testa o una sensazione di
pesantezza al cuore possono avere moltissime origini, e non sono
per forza riconducibili a una malattia. È importante che il vostro
medico le esamini al più presto, in modo che possiate sentirvi
sollevati o, nell’eventualità peggiore, che siate subito sottoposti a
cure appropriate (il che accade in genere abbastanza spesso). Per
esempio Jeff, dopo aver avuto per cinque giorni consecutivi un
terribile mal di testa che il Moment non era riuscito a placare, si è
recato preoccupato dal proprio medico, che gli ha diagnosticato
in un batter d’occhio un’infezione alle cavità nasali e gli ha prescritto un antibiotico che ha risolto il suo problema nel giro di un
paio di giorni. Ciò non accade però in tutti i casi.
Quando il vostro medico di base e altri specialisti escludono
la presenza di patologie, non vi resta che cercare una spiegazione
alternativa. Molti non fanno altro che consultare medici ripetutamente. È capitato anche a voi? Avete anche voi sperato in una
spiegazione medica del vostro problema? Sentire costantemente il
parere di esperti non è però del tutto positivo; se da un lato ci
rassicura convincendoci che è tutto a posto, dall’altro produce una
rassicurazione effimera, che in breve tempo lascia nuovamente spazio alle preoccupazioni, prolungando di fatto la spirale ansiogena.
Sarah: «Il mio medico pensa che sia una sciocca»
Sarah, temendo che il nodulo che aveva al seno fosse un
tumore, si recò per l’ennesima volta dal medico, che le ripeté che non aveva niente, le ricordò i risultati degli esami
e la invitò a stare tranquilla e a piantarla di recarsi continuamente da lui (negli ultimi 7-8 mesi c’era stata ben 12
volte!).
Lei tuttavia insistette: «Mi spiace seccarla, ma non riesco proprio a smettere di preoccuparmi. Il cancro ha letteralmente divorato la mia famiglia, portandosi via mia nonna, mia madre e una mia zia, guarda caso quando avevano
la mia stessa età!». Ad ogni modo, il medico riuscì subito
a rassicurarla, ed si sentì momentaneamente sollevata. Ma
12
La paura delle malattie
durò poco. Tornata a casa, ricadde nuovamente nella solita
spirale, e cominciò a pensare che questi (per quanto certamente onesto e scrupoloso) fosse in fondo un incompetente e non stesse prendendo sul serio il suo problema.
E se la mammografia e gli esami del sangue non fossero
attendibili? Se avessero fallito nel loro intento e non fossero
stati capaci di rilevare qualcosa che invece c’era? Del resto,
non si leggono ogni giorno notizie simili? «Forse - disse
al marito - dovrei prendere un appuntamento alla clinica
Mayo. La mia amica Jennifer mi ha raccontato che gli
specialisti che ci lavorano hanno diagnosticato in un batter
d’occhio un cancro a un suo conoscente, al quale tutti i
medici consultati in precedenza avevano assicurato che
era tutto a posto». Suo marito la invitò a stare tranquilla
e a fidarsi dei pareri dei propri medici. La notte seguente
Sarah non riuscì a dormire: non fece altro che esaminare
il proprio petto, notando quanto il proprio nodulo fosse
ingrossato e che brutta conformazione avesse. «Dio mio
- pensò - sto per morire e non gliene importa niente a
nessuno... Il mio medico pensa che sia una sciocca e mio
marito si sta convincendo che sia una pazza!». le mie
abbondanti sudorazioni notturne, ma gli esiti degli esami
sono stati negativi. I medici stanno cercando in tutti i
modi di convincermi che non ho niente, ma sono sicuro
che hanno tralasciato qualcosa di importante: i sintomi
che avverto sono reali, ed è molto probabile che abbia la
sclerosi multipla o un tumore al cervello!».
L’atteggiamento di Sarah è purtroppo assai comune e comporta una serie di conseguenze negative: oltre a farla precipitare sempre più a fondo nella spirale ansiogena, aveva comportato un peggioramento dei suoi rapporti col marito, soprattutto a causa del
suo desiderio di recarsi alla clinica Mayo nonostante non potesse
permetterselo. Avendo perso fiducia nel proprio medico, aveva
iniziato a consultarne altri, uno dei quali - esperto dei problemi
legati all’“ansia per la salute” - le ha suggerito di venire da noi.
Quando l’abbiamo vista, le abbiamo comunicato di essere
Mi preoccupo troppo per la mia salute?
13
consapevoli delle sue sensazioni negative e che non ci sognavamo neppur lontanamente di metterle in dubbio, dal momento
che sapevamo quanto stessero condizionando e rendendo difficile la sua vita. Al fine di chiarire definitivamente il suo caso, le abbiamo posto una serie di domande, le stesse che desidereremmo
vi faceste voi alla fine di questo capitolo. Sulla base delle risposte
che ci ha fornito e della sua storia clinica, abbiamo concluso che
ella soffrisse di ansia per la salute al pari di milioni di nordamericani.
Durante le prime sedute, abbiamo subito cercato di farle comprendere come la sua condizione d’ansia fosse con tutta probabilità la vera causa del suo rigonfiamento al seno (ipotesi rispetto
alla quale si è mostrata inizialmente scettica); tale rigonfiamento
era infatti dovuto alle sue continue autopalpazioni, dettate dalle
preoccupazioni laceranti che la assillavano. Quando ha compreso
questo, ha iniziato a interessarsi alle tematiche connesse all’“ansia
per la salute”, mostrando il desiderio di sperimentare se le strategie che le avevamo suggerito avrebbero potuto aiutarla diminuendo o alleviando i suoi sintomi. E finalmente ha cominciato
a sentirsi liberata e a muovere i primi passi verso la guarigione,
perché ha compreso come questi non fossero necessariamente
conseguenza di una malattia.
DISTURBI COMUNI CONNESSI
ALL’“ANSIA PER LA SALUTE”
Come abbiamo affermato in precedenza, l’“ansia per la salute”
può presentarsi in forme più o meno acute. Nei casi più gravi, è
tale da condizionare pesantemente la vita quotidiana del soggetto
compromettendone le prestazioni lavorative e i rapporti familiari
e sociali (come è successo a Sarah, che ha visto ogni giorno peggiorare i propri rapporti col marito e con gli amici ed è divenuta
sempre più isolata; o come è accaduto a Stan che - convintosi di
aver sviluppato una malattia della pelle - trascorreva intere giornate a osservare e punzecchiare qualsiasi macchia comparisse sul
proprio corpo, al punto da non riuscire più a lavorare né a dormire e da riempirsi di croste e cicatrici). Diverso e meno grave è
invece il caso di Barry, a cui erano capitati episodi di vista offuscata. Dopo che il medico aveva escluso un problema agli occhi,
14
La paura delle malattie
ha cominciato a temere di aver sviluppato un tumore al cervello;
ciononostante, la sua vita e il suo equilibrio psico-fisico non ne
sono stati condizionati, a parte alcune inevitabili preoccupazioni giornaliere e l’aver comunicato i propri timori alla fidanzata.
Passiamo adesso a descrivere uno alla volta i principali disturbi da
“ansia per la salute”: l’“Ipocondria”, la “Fobia delle Malattie” e il
“Delirio Somatico”.
Ipocondria
Il DSM IV classifica l’“Ipocondria”2 tra i “disturbi somatoformi”,
ovvero tra quei disturbi caratterizzati da sintomi fisici che, pur
suggerendo l’esistenza di una malattia, non sono affatto riconducibili ad essa. È anche definita come “la preoccupazione legata
alla paura di avere, oppure alla convinzione di avere una malattia
grave, basate sulla erronea interpretazione di sintomi somatici da
parte del soggetto”3. Sebbene a livello di classificazione ufficiale
non sia del tutto corretto, possiamo farla rientrare tra i “disturbi
d’ansia”, dal momento che l’ansia e la preoccupazione ne costituiscono le caratteristiche predominanti. Essa presenta inoltre diversi elementi in comune con altri disturbi d’ansia di cui parleremo
nel terzo capitolo, come quello da attacchi di panico (DP; Disturbo di Panico), quello ossessivo-compulsivo (DOC; Disturbo
Ossessivo-Compulsivo) e quello d’ansia generalizzato (DAG; Disturbo d’Ansia Generalizzato).
Un bravo terapeuta cognitivo-comportamentale potrà facilmente capire se ne soffrite ponendovi domande relative alle vostre
preoccupazioni riguardo alle malattie e al modo in cui interpretate i sintomi e le sensazioni corporee che avvertite. Per esempio,
abbiamo chiesto a Sarah se la salute fosse sempre al centro dei
suoi pensieri, se temesse continuamente di ammalarsi o di sentirsi
male e perché ritenesse che i sintomi che avvertiva fossero indice
di malattia.
Altre domande potranno concernere:
Nell’ultima versione del manuale diagnostico per i disturbi mentali (DSM-5)
l’Ipocondria è stata rinominata “Disturbo d’Ansia di Malattia”.
3
DSM IV, p. 485.
2
Mi preoccupo troppo per la mia salute?
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• la storia clinica del paziente e degli esami effettuati;
• il suo grado di convinzione circa la natura patologica del proprio disturbo;
• il grado di stress associato alle sue preoccupazioni;
• l’incidenza del disturbo sulle sue attività sociali e lavorative e
sul suo tempo libero;
• la durata dei sintomi;
• le difficoltà emotive ad essi correlate.
Tornando al caso di Sarah, possiamo osservare come fosse costantemente assillata e tormentata da preoccupazioni relative alla
natura del proprio disturbo, al travagliato rapporto col proprio
medico, all’eventualità di una morte imminente, e all’ipotesi di
essere considerata una pazza da coloro che la circondavano. Fisicamente si sentiva tesa e agitata per gran parte della giornata e di
recente aveva cominciato ad avere problemi di insonnia. Sebbene
al lavoro riuscisse ancora a ingranare, la sua relazione col marito
stava peggiorando a vista d’occhio, dal momento che trascorreva
sempre più tempo a esaminare il proprio seno nel timore che
comparissero nuovi noduli, tralasciando le necessità della coppia.
Inoltre, non faceva altro che incalzare il proprio medico e i propri
familiari con continui dubbi e domande, alla perenne e inutile ricerca di rassicurazioni. Considerato tutto questo, non sorprende
affatto che le sia stata diagnosticata l’“Ipocondria”.
Fobia delle Malattie
Si tratta della fobia (una paura specifica relativa a una o a poche
cose particolari, come è il caso di quella dei ragni o dell’altezza)
di sviluppare una o più malattie che ci porteranno alla morte. Per
esempio la sclerosi multipla, ma anche malattie da contagio (come
temeva Bob, di cui abbiamo parlato all’inizio del capitolo)4. Chi
soffre di questo particolare disturbo, a differenza dei casi che abbiamo esaminato in precedenza, non crede di avere già una patologia in atto, motivo per cui non presenta quei sintomi e quelle
sensazioni corporee che potrebbero segnalarla. Ciononostante sarà
In questo caso è molto probabile che si possa porre diagnosi di Disturbo Ossessivo-Compulsivo. Si veda il volume “Vincere le ossessioni. Capire e affrontare il disturbo ossessivo-compulsivo”, edito da Eclipsi, nella stessa collana.
4
16
La paura delle malattie
con tutta probabilità fortemente ansioso, avvertendo tensione muscolare, vertigini, respiro affannoso e battito cardiaco accelerato.
Inoltre, tenderà a evitare luoghi o situazioni associati alla malattia
temuta (come Bob, che oltre ad aver cominciato a indossare guanti
di lattice per evitare qualsiasi contatto con i germi aveva anche iniziato a rifiutarsi di usare i bagni pubblici, pur avendone il bisogno
o l’urgenza, con gravi compromissioni a livello sociale e lavorativo).
Mike: «Non voglio prendere la SARS!»
Nonostante vivesse in una piccola cittadina di campagna e
non avesse mai viaggiato negli ultimi due o tre anni, Mike
cominciò a temere di poter contrarre la SARS. Inizialmente contenuto, il suo timore crebbe presto a dismisura, tanto
che per un intero mese non uscì quasi mai di casa. Quando
finalmente lo fece, andò in giro indossando una mascherina
e dei guanti di lattice, e cercando in tutti i modi di evitare
i contatti con le altre persone. Se qualcuno gli si avvicinava, cominciava a sudare copiosamente, il suo cuore iniziava
a battere all’impazzata e avvertiva il desiderio di scappare.
Quando un amico di Toronto lo chiamò comunicandogli
che di lì a breve sarebbe andato a trovarlo, addusse un sacco
di scuse per evitarne la visita. Sebbene riconoscesse di stare
esagerando, i suoi timori lo schiacciavano: non voleva certo
prendersi la SARS!
Un bravo terapeuta cognitivo-comportamentale potrà capire se
soffrite di questo disturbo ponendovi domande quali: «Teme di poter sviluppare una grave malattia?» oppure «Va nel panico se vede
persone malate, entra in un ospedale o ascolta notizie relative ai virus
che si stanno diffondendo?». Altre domande potranno riguardare:
• il grado e l’intensità della vostra paura (anche rispetto all’entrare in contatto con altre persone);
• le cose e le situazioni che evitate a causa di questa;
• la sua incidenza sulle vostre attività lavorative e sociali e sul
vostro tempo libero;
• il vostro grado di stress.
Mi preoccupo troppo per la mia salute?
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Delirio Somatico
In alcuni casi, la convinzione del soggetto di avere una grave malattia è così radicata e irremovibile da arrivare al delirio. Quest’ultimo può essere definito come una “falsa credenza derivante da
un’errata interpretazione di percezioni o esperienze, ma della
quale il soggetto è fortemente convinto e si dichiara certo”. I più
comuni deliri somatici sono:
• la convinzione che il proprio corpo emetta costantemente un
odore disgustoso e ripugnante (per esempio dalla pelle o dalla
bocca);
• la convinzione di essere infestati da insetti o parassiti;
• la convinzione, a dispetto di ogni evidenza, che alcune parti
del proprio corpo siano brutte o deformi;
• la convinzione che alcune parti del corpo (per esempio il sistema circolatorio e l’intestino) non stiano funzionando correttamente.
Vicky: «Tutti mi odiano perché ho un cattivo odore!»
Per 5 anni Vicky ha creduto di emettere cattivo odore durante le mestruazioni, un odore ripugnante descrivibile
come “un’orribile mistura di urina, sangue e materiale in
decomposizione”. Quando ad appena 10 anni ebbe le sue
prime mestruazioni, le sue compagne di classe la presero in
giro, fatto che lei attribuì al fetore nauseante ad esse associato. Ormai quindicenne, non usciva mai di casa se non
per andare a scuola, non aveva amici e non era ancora stata
fidanzata. Era profondamente convinta di emettere un cattivo odore, e che tutti gli sforzi fatti per mascherarlo (come
fare la doccia fino a sei volte al giorno e darsi continuamente il profumo) fossero vani e inefficaci.
Un bravo psichiatra o psicoterapeuta è in grado di diagnosticare questo disturbo tramite poche e opportune domande, chiedendo per esempio al paziente se crede di avere parti del corpo
danneggiate o malfunzionanti o che il suo corpo sia infestato da
parassiti. Per molti aspetti, coloro che sono affetti da “Delirio
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La paura delle malattie
Somatico” somigliano a coloro che sono affetti da “Ipocondria”:
la differenza sta nel grado in cui gli uni e gli altri sono consapevoli dell’irragionevolezza delle proprie preoccupazioni (discreto
o comunque sufficiente per i primi, nullo o quasi per i secondi).
La nostra sfida
Sebbene forse stentiate ancora a credere che l’ansia possa essere la
vera causa del vostro malessere, sarà opportuno, giunti a questo
punto, che cominciate a prendere seriamente in considerazione
quest’ipotesi. Come abbiamo sottolineato in precedenza, l’ansia
per la salute può presentarsi in forme e con livelli di gravità diversi, variabili da un individuo all’altro. La nostra sfida come terapeuti consiste nel comprendere sin da subito quanto essa sia acuta
nel paziente che dobbiamo aiutare, valutazione in cui senz’altro
ci aiuta l’esperienza, ma che è innanzitutto egli stesso a dover
compiere.
COME CAPIRE QUANDO STIAMO ESAGERANDO?
Fondamentalmente, occorre rispondere a una serie di domande
volte a scandagliare e individuare il grado delle nostre preoccupazioni e quanto esse inficiano la nostra vita di tutti i giorni. Vi
suggeriamo pertanto di chiedervi:
• Quanto tempo trascorro a preoccuparmi di aver sviluppato o
di poter sviluppare una malattia?
• Quante volte ho consultato il medico per lo stesso problema,
nonostante mi avesse già rassicurato dicendomi che non avevo
niente che non andasse?
• Quanto tempo trascorro in rete alla ricerca di informazioni
che spieghino i miei sintomi, e quanto ciò sta condizionando
la mia esistenza?
• Ho forse tralasciato o interrotto i miei hobby e interessi a causa
delle preoccupazioni che mi stanno assillando?
• Tali preoccupazioni stanno forse compromettendo le mie prestazioni lavorative?
Un altro importante strumento che potete utilizzare è il Witheley Index, un questionario di autovalutazione che riportiamo
Mi preoccupo troppo per la mia salute?
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alla fine del capitolo e la cui efficacia è stata ripetutamente sperimentata e comprovata. Perché non provate subito a compilarlo?
Attribuitevi un punto per ogni risposta positiva (fatta eccezione per la numero 9, per la quale ve lo attribuirete se avrete
risposto “No”); in questo modo otterrete un punteggio compreso
tra 0 e 14, in cui i numeri più alti indicano un più alto grado di
ansia per la salute e un vero e proprio disturbo se il punteggio è
uguale o superiore a 8.
In quest’ultimo caso, vi suggeriamo fortemente di leggere questo libro avvalendovi delle tecniche di auto-aiuto che vi sono riportate; inoltre, qualora non lo abbiate già fatto, vi consigliamo di
rivolgervi a un bravo psicoterapeuta di orientamento cognitivocomportamentale al quale far presenti le preoccupazioni che vi
affliggono (se avete difficoltà nel farlo date un’occhiata alle linee
guida contenute nell’ultima parte di questo volume). Si tratta di
un passaggio fondamentale: solo un esperto potrà infatti stabilire
se soffrite di un disturbo da ansia per la salute conclamato o se
l’elevato punteggio che avete ottenuto non sia invece dovuto a
depressione o ad altri disturbi emotivi!
COME POTRÀ AIUTARVI QUESTO LIBRO
Se vi siete resi conto che la vostra ansia per la salute è eccessiva e
sta condizionando la vostra vita a più livelli, vi invito a leggere il
capitolo 2 per comprendere in che modo le persone si formino
credenze intorno alle sensazioni corporee che esperiscono, e come
l’ansia che provano influenzi sia il modo in cui le avvertono sia
le spiegazioni che danno a queste. Inoltre, vi troverete tecniche
e strategie che vi aiuteranno a interpretarle diversamente, non
considerandole più come sintomi di una patologia. I capitoli 3
e 4 saranno invece incentrati sulla depressione e su altri disturbi
d’ansia, spesso associati all’ansia per la salute, e vi troverete indicate le principali relazioni sussistenti tra gli uni e l’altra nonché i
metodi per giungere a una corretta autovalutazione in proposito.
Vi raccomandiamo di esser sinceri e onesti con voi stessi, per
capire se le vostre preoccupazioni relative alla salute sono dovute
o meno a questi, perché nell’uno e nell’altro caso le strade da percorrere per giungere alla guarigione saranno diverse.
Vi sarà anche richiesto un vero e proprio cambio di atteggia-
20
La paura delle malattie
mento rispetto al passato: fino ad ora vi siete infatti così tanto
concentrati sul vostro corpo che inizialmente stenterete a credere
che la chiave del cambiamento stia tutta nei vostri pensieri e nelle
vostre azioni! Nella seconda parte del volume (“Spezzate il circolo
ansiogeno!”) vi proporremo strategie atte a vivere al meglio e pienamente la vostra vita. Se l’ansia e lo stress sono infatti in una certa
misura inevitabili, ciò non significa che non possiate imparare a
rilassarvi, e il capitolo 5 vi mostrerà come farlo in ogni situazione!
Spesso chi è troppo preoccupato per la propria salute non si rende
conto di tutti gli altri fattori stressanti che è fondamentale saper
alleviare, come le piccole o grandi scocciature quotidiane e i ritmi
serrati di lavoro e di vita che a volte ci consumano. Attraverso le
tecniche descritte nel capitolo 6 imparerete poi ad abbandonare
quelle modalità di pensiero che alimentano la vostra ansia per la
salute, sostituendole con altre che contribuiscano al vostro benessere psico-fisico. Esse infatti potrebbero danneggiarvi gravemente, condizionando in senso negativo le vostre sensazioni e i vostri
comportamenti. Il capitolo 7 vi indicherà invece i modi attraverso i quali potrete eliminare quei comportamenti che alimentano e
mantengono la spirale ansiogena, dimodoché - quando arriverete
a leggere la terza e ultima parte del libro (“Mantenere i risultati
conseguiti!”) - sarete ormai capaci di tenere sotto controllo e gestire al meglio le vostre preoccupazioni.
Non possiamo tuttavia dimenticare l’incidenza che queste potrebbero avere sui vostri rapporti con le altre persone, motivo
per cui nei capitoli finali vi mostreremo come aiutare gli altri
(siano essi medici, amici o familiari) ad aiutarvi, indicando loro
le strategie migliori e più efficaci a questo scopo. Vi spiegheremo
anche come quello che vi viene solitamente detto, cioè che non
avete niente di cui preoccuparvi, sia del tutto inutile e inefficace
(se non addirittura controproducente). Nel capitolo 8 vi indicheremo strategie efficaci per migliorare il rapporto che avete col vostro medico e aiutare quest’ultimo ad aiutarvi, insegnandovi anche a stabilire quando è davvero utile consultarlo (quest’ultimo è
un aspetto importantissimo, perché dovrete imparare a recarvi da
lui soltanto nei casi in cui è strettamente necessario). Nel capitolo
9 vi spiegheremo inoltre come far comprendere ai vostri familiari
e amici ciò che state effettivamente passando, e come indicare
Mi preoccupo troppo per la mia salute?
21
loro i modi migliori per aiutarvi a gestire e superare le vostre
ansie. Nel capitolo 10 vi daremo infine suggerimenti per vivere
una vita piena, ricca e divertente, illustrandovi anche strategie
efficaci per gestire eventuali ricadute, i diversi trattamenti di cui
potrete avvalervi e alcune linee guida per decidere come e quando
ricorrervi. Un’ultima cosa: questo libro è pieno di utili esercizi,
che vi consigliamo di svolgere via via che procederete nella lettura
(o al massimo di fotocopiare ed eseguire poi con attenzione). Ma
adesso bando alle ciance e mettiamoci subito in azione!
Witheley Index5
Qui di seguito riportiamo alcune domande relative alla vostra
salute, a cui dovrete semplicemente rispondere con un “sì” o con
un “no”.
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
9.
Si preoccupa spesso di poter avere una grave malattia?
È infastidito da molti dolori e malesseri?
È spesso consapevole di ciò che accade nel suo
corpo?
Si preoccupa molto per la sua salute?
Ha spesso i sintomi di una malattia molto grave?
Se viene a conoscenza di una malattia molto grave (attraverso radio,TV, giornali o qualcuno che
conosce) si preoccupa di poterla contrarre?
Si arrabbia se qualcuno le dice che sembra in forma quando si sente malato?
Le capita di essere infastidito/a da molti sintomi
fisici?
Le è difficile distogliere l’attenzione dal suo corpo e pensare ad altro?
Sì
No
Sì
Sì
No
No
Sì
Sì
Sì
No
No
No
Sì
No
Sì
No
Sì
No
Attribuite un punto ad ogni “Sì”, fatta eccezione per la domanda 9 alla quale
lo attribuirete soltanto se avrete risposto “No”. Per gentile concessione del
Prof. Issy Pilowsky del Dipartimento di Psichiatria dell’Università di Adelaide
(Australia; South Australia 5001, Australia).
5
22
La paura delle malattie
10. Le è difficile credere al medico quando le dice
che non c’è niente di cui preoccuparsi?
11. Ha la sensazione che la gente non prenda sul serio le sue malattie?
12. Crede di preoccuparsi per la sua salute più della
maggior parte delle persone?
13. Pensa che ci sia qualcosa di serio che non va nel
suo corpo?
14. Ha paura delle malattie?
Sì
No
Sì
No
Sì
No
Sì
No
Sì
No