Scuola di Scienze del Farmaco e dei Prodotti della Salute Materiale Didattico di: Metodi Fisici in Chimica Organica Risonanza Magnetica Nucleare Protonica (1H NMR) (prof. Adriano Pizzabiocca*) * Via S. Agostino 1, 62032 Camerino, MC, Italy Tel. Studio 0737 402281, Cellulare 3204281986, Fax 0737 4281986 e.mail: [email protected] 1. INTRODUZIONE Il fenomeno della NMR (Nuclear Magnetic Resonance) trae origine dal fatto che certi nuclei posti in un campo magnetico sono in grado di assorbire radiazioni elettromagnetiche che cadono nella regione delle onde radio dello spettro. Tutti i tipi di spettroscopia danno spettri che possono essere descritti in funzione della: - frequenza - intensità - forma delle linee spettrali o bande Queste proprietà osservabili dipendono dai parametri molecolari del sistema che per l’NMR sono: Le costanti di schermo (chemical shift o spostamento chimico) Le costanti di accoppiamento dei nuclei I tempi di vita dei livelli energetici Cenni Storici Scoperta indipendentemente nel 1946 dai fisici Felix Bloch (1905-1983) ed Edward Purcell (1912-1997), per cui ricevettero il Premio Nobel per la fisica nel 1952, tra il 1950 e il 1970 venne utilizzata primariamente nell'analisi della chimica molecolare e della struttura dei materiali. Nel 1971 Raymond Vahan Damadian descrive come tumori e tessuti sani si comportino in maniera differente all'RMN. Egli suggerì che queste differenze potessero venire utilizzate per la diagnosi del cancro. Nel 1972, sfruttando i progressi matematici per la ricostruzione delle immagini, basati sulla trasformata di Fourier, Lauterbur associò lo studio di risonanza, fino ad allora utilizzato nell’osservazione di macromolecole chimiche, a distretti anatomici. E’ evidente, che noi chimici, utilizzeremo principalmente questa tecnica per la determinazione della struttura dei composti organici. Infatti, la spettroscopia NMR serve per individuare lo scheletro carbonio-idrogeno dei composti organici. Rispetto alle tecniche strumentali quali IR, UV e Massa la spettroscopia NMR è sicuramente più valida in quanto essa non solo rende possibile identificare le funzioni su uno specifico carbonio, ma fornisce anche informazioni sui carboni vicini. In molti casi la spettroscopia NMR permette di determinare completamente la struttura della molecola. 2 Nessun corso universitario, quindi, può definirsi completo se non include una trattazione dei principi fondamentali della risonanza magnetica nucleare. La nostra attenzione sarà dedicata esclusivamente alla risonanza magnetica nucleare di sistemi liquidi o in soluzione. Per descrivere correttamente tutti i fenomeni NMR dovrebbe essere utilizzato il formalismo della meccanica quantistica, ma per quanto riguarda sistemi microscopici a spin 1/2 tutte le predizioni del modello classico sono in accordo con quelle della teoria quantistica, permettendo una trattazione più semplice del soggetto. Abbiamo visto che gli elettroni sono particelle cariche in rotazione, con due stati di spin permessi: +1/2 e -1/2. Alcuni nuclei hanno anch’essi stati di spin permessi +1/2 e -1/2, e questa proprietà rende possibile il loro studio NMR. Nonostante, come abbiamo detto, cercheremo di semplificare i possibili trattamenti matematici alcune considerazioni di meccanica quantistica sono d’obbligo. 2. Quantizzazione del momento angolare Nel modo classico di rappresentare un atomo il nucleo viene raffigurato come una sfera in rotazione lungo un asse. Questo comporta che i nuclei posseggono un momento angolare P. Il momento angolare è un’importante grandezza fisica, legata alle rotazioni spaziali, è infatti la quantità che si conserva se un sistema fisico è invariante sotto rotazioni. In altri termini costituisce l’equivalente per le rotazioni spaziali della quantità di moto per le traslazioni. In parole povere il momento angolare misura la tendenza di un corpo che ruota a persistere nel suo moto circolare. Esso dipende dalla massa e dalla velocità. Uno dei postulati fondamentali della moderna chimica-fisica afferma che il momento angolare totale di una qualsiasi particella isolata non può assumere valori arbitrari, ma soltanto certi valori discreti, per questo si dice quantizzato e la sua grandezza, P, può essere espressa in funzione di un numero quantico I per mezzo dell’equazione: 3 I (I+1) P= h/2 (Eq. 1) Dove h è la costante di Planck ed I è il numero quantico del momento angolare, solitamente indicato come spin nucleare. Il momento angolare è una vera e propria grandezza vettoriale e per descriverlo completamente bisogna specificarne sia la direzione che il modulo. In termini quantomeccanici ciò si ottiene ricorrendo ad un altro numero quantico M, tale che la grandezza della componente del momento angolare, Pz, lungo la direzione considerata (z) sia data dall’equazione seguente: Pz = M h/2 Naturalmente i numeri quantici che specificano un modulo di un vettore devono essere positivi. Invece poiché la componente di un vettore non può essere più grande del vettore stesso, IM I deve essere uguale o minore di I, ma M può essere positivo o negativo. Infatti la meccanica quantistica dimostra che i valori permessi di M sono: M = I, I-1, I-2,……-I cioè 2I +1 valori possibili di M, questo significa che il momento angolare P, non può orientarsi in una qualsiasi direzione, ma solo in quelle definite con i numeri quantici M da +I a -I in step di 1. z (A) z (B) M=0 [I ( M = -1 P= 2 h Pz = M . h/2 I+ 1)] 1 /2 M = +1 cos = M/ h [I (I+1)]1/2 Vettori momento angolare (A) caso generale in cui si illustra l'uso dei numeri quantici I ed M (B) orientamenti possibili di un vettore momento angolare di numero quantico I =1 Si noti che I ed M non specificano affatto la direzione nel piano xy 4 3. Spin nucleare ed elettronico Le transizioni tra i livelli energetici di spin nucleare danno origine al fenomeno della risonanza magnetica nucleare, la corrispondente proprietà dello spin degli elettroni dà luogo alla risonanza di spin elettronico [Electron Spin Resonance (ESR)] Il concetto di spin dell’elettrone è familiare agli studenti di chimica dei primi anni, dato che la struttura della tavola periodica può essere spiegata sulla base di quattro numeri quantici elettronici: n, l, ml e ms, dove l’ultimo è il numero quantico direzionale di spin. L’ipotesi che gli elettroni possiedono un momento angolare dovuto ad un moto di rotazione su se stessi fu avanzata per la prima volta nel 1925 per spiegare sia la struttura fine delle bande osservate negli spettri atomici sia l’effetto di un campo magnetico su tali spettri (effetto Zeeman anomalo). Lo spin dell’elettrone, inoltre, deriva come una conseguenza naturale dei principi della meccanica ondulatoria relativistica. Il numero quantico di spin di un singolo elettrone è s = 1/2 ed il momento angolare associato è (3/4)1/2 h/2 (vedi Eq. 1). I valori possibili del numero quantico direzionale, ms, sono pertanto +1/2 e -1/2. Questa conclusione è contenuta nel principio di esclusione di Pauli che dice, secondo uno dei modi di esprimerlo, che soltanto due elettroni (ms = +1/2 e -1/2) possono occupare un orbitale elettronico caratterizzato dai numeri quantici n, l e ml. Lo spin nucleare fu introdotto per la prima volta da Pauli nel 1924, un anno prima che venisse avanzata l’idea dello spin elettronico, per spiegare la presenza di ulteriori separazioni negli spettri atomico (struttura iperfine). Questa separazioni dimostrano che nuclei di elementi differenti (e isotopi dello stesso elemento) differiscono per il momento angolare di spin. Questo fatto si può far risalire alle proprietà della struttura interna dei nuclei. Il protone ed il neutrone hanno numero quantico di spin, I, di 1/2. Nei nuclei diversi di 1H i momenti angolari di spin dei singoli nucleoni si accoppiano (insieme con i loro momenti angolari di tipo orbitale) per dare il momento totale che è quello che si osserva. Quest’ultimo è caratterizzato da un numero quantico I che può essere intero, semiintero o nullo. Se consideriamo un particolare nucleo esso sarà composto da p protoni (che definisce il numero atomico e la carica totale) ed n neutroni, la sua massa totale è p+n (massa atomica), il suo spin totale sarà la combinazione vettoriale di p+n spin ciascuno con grandezza 1/2. Ciascun isotopo nucleare essendo composto di un numero differente di protoni e neutroni ha un suo proprio valore di spin totale. Purtroppo non sono note le leggi di combinazione vettoriale di spin nucleari e quindi in generale non può essere predetto lo spin di un particolare nucleo. Però gli spin osservati possono essere razionalizzati da un certo numero di regole empiriche, infatti si possono individuare alcune proprietà sistematiche quali - Nuclei con numero di massa dispari hanno spin semiintero (1/2 o multipli) - Nuclei con numero di massa pari e numero atomico dispari hanno spin intero - Nuclei con numero di massa pari e numero atomico pari hanno spin nullo 5 Questo spin nucleare può assumere i valori di 0, 1/2, 1, 3/2, 2....fino a 6. Quindi il valore di I, non quello di P, può essere predetto teoricamente sulla base di quanto riassunto nella seguente tabella: Esempi di numeri di spin nucleare, I, con diverse combinazioni di massa atomica e numero atomico I Massa Atomica Numero Atomico Semi-intero Dispari Dispari Esempio di Nuclei 1 1 H(1/2) 19 9 H(1/2) 15 7 N(1/2) F(1/2) 31 15 P(1/2) 35 17 C(1/2) 29 14 Si(1/2) 17 8 Dispari Pari 13 6 Intero Pari Dispari 2 1 Zero Pari Pari Semi-intero 3 1 H(1) 12 6 C(0) Cl(3/2) O(5/2) 14 7 10 5 N(1) 16 8 O(0) 32 16 B(3) S(0) Per I = 0 il nucleo non ha momento magnetico dipolare (concetto che vedremo a breve), quando I = 1/2 il nucleo ha una distribuzione sferica di carica e momento magnetico non nullo, ma quando I > 1/2 il nucleo ha una distribuzione di carica oblata o prolata. nucleo sferico nucleo oblato nucleo prolato Possibili distribuzioni della carica positiva nei nuclei 6 In quest’ultimo caso il nucleo non solo è dotato di momento magnetico ma a anche un momento elettrico di quadrupolo che tiene conto della distribuzione asimmetrica della cariche e quindi della non perfetta radicalità del campo elettrico creato dalla carica stessa intorno al nucleo. Si può concludere che tutti i nuclei che hanno lo stesso valore del numero quantico di spin (come 1H, 19F, 31P dove I = 1/2) hanno lo stesso valore del momento angolare di spin, P, malgrado le differenti masse. Essi però avranno, come vedremo, valore diverso del momento magnetico poiché avranno un valore diverso del rapporto giromagnetico . Nella tabella seguente sono elencati i valori del numero quantico di spin nucleare di alcuni degli elementi più comuni. Spin (I) e rapporti giromagnetici, per alcuni isotopi nucleari comuni isotope natural abundance spin gyromagnetic ratio /rad s–1 T-1 1 99.98% 1/2 267.5 106 2 0.015% 1 41.1 106 10 19.9% 3 28.7 106 12 98.9% 0 - 13 C 1.1% 1/2 67.2 106 14 N 99.6% 1 19.3 106 15 0.37% 1/2 -27.1 106 16 99.96% 0 - 17 0.04% 5/2 -36.3 106 F 100% 1/2 251.8 106 Na 100% 3/2 70.8 106 100% 5/2 69.8 106 100% 1/2 108.4 106 H H B C N O O 19 23 27 Al 31 P Poiché la risonanza magnetica nucleare dipende dall’esistenza dello spin nucleare, i nuclei con I = 0 non danno luogo a nessun fenomeno di risonanza e quindi possono essere ignorati. Dalla tabella si può osservare che fra questi nuclei ci sono il 12C e l’16O. 7 Poiché questi isotopi costituiscono la quasi totalità del carbonio e dell’ossigeno esistenti in natura, gli spettri NMR di molti composti organici assai complessi sono notevolmente semplici e facili da interpretare, essendo attribuibili ai soli nuclei di idrogeno (protoni). Abbiamo già accennato che i nuclei con numero quantico di spin maggiore di 1/2 possiedono anche un momento elettrico quadrupolare, che influisce sul tempo di vita degli stati magnetici di questi nuclei, il quale normalmente è assai più breve di quello dei nuclei a spin 1/2. Pertanto le bande NMR di assorbimento dei nuclei con spin > 1/2 sono larghe (in virtù del principio di indeterminazione) e piuttosto difficili da interpretare. In pratica questi nuclei si possono considerare non magnetici a tutti gli effetti. In questo corso si prendono in considerazione prevalentemente nuclei con spin 1/2, anche se la maggior parte di concetti sono ugualmente applicabili ai nuclei con spin > 1/2. 4. Momenti magnetici nucleari Ad ogni particella carica in moto è associato un campo magnetico; su scala macroscopica la corrente elettrica, che è dovuta al moto degli elettroni lungo un conduttore, produce un campo magnetico e, ad una corrente che percorre un circuito è associato un momento magnetico dipolare. Questo fenomeno si verifica anche su scala atomica, perché tutte le volte che un elettrone o un nucleo possiede un momento angolare, possiede anche un momento magnetico, e poiché nell’ambito delle dimensioni atomiche i momenti angolari sono quantizzati, lo sono anche quelli magnetici. P i Relazione tra il momento magnetico di spin di un nucleo con distribuzione sferica di carica e quello di una spira percorsa da corrente 8 La grandezza di questi momenti si può ricavare con estrema facilità da un punto di vista classico considerando il moto orbitale degli elettroni. Però quando si prende in considerazione il moto di spin, questo semplice calcolo non riproduce in maniera quantitativa l’espressione quantomeccanica che mette in relazione il momento magnetico ed il momento angolare. L’espressione che mette in relazione entrambi i momenti (grandezze vettoriali) introduce un fattore di proporzionalità detto rapporto giromagnetico, (tale rapporto è noto anche come rapporto magnetogirico), quindi avremo: = I h / 2 dato che I h / 2P (in una data direzione di riferimento Pz = Mh/2 dove M = -I...+ I) .P Il rapporto giromagnetico determina il rapporto tra il momento magnetico nucleare ed il momento angolare (tenendo conto esplicitamente del segno). Quindi il momento magnetico (vettore) ci dà la direzione e l’ampiezza (o intensità) del ‘magnete nucleare’. Il rapporto giromagnetico () è una proprietà fondamentale di ogni isotopo nucleare, questo comporta che nuclei differenti hanno momenti magnetici differenti. Quindi possiamo affermare che nel modello classico lo spin del nucleo viene descritto come un momento magnetico rappresentato da un vettore. 9 5. Nuclei in un campo magnetico Anche il momento magnetico , appena definito, ammetterà delle componenti lungo una direzione di riferimento ad esempio un campo magnetico esterno, B [spesso nei testi più vecchi troverete scritto H a posto di B il significato concettuale non cambia], coincidente con l’asse z. E’ evidente che il momento magnetico interagirà in modo differente con il campo magnetico esterno (interzione Zeeman) a seconda del valore della grandezza della componente. z B y x Ora quando si applica un campo magnetico di intensità B0 lungo l’asse z, il momento magnetico assume, in termini classici, una energia data da E = B0 L’energia per ogni stato (per ogni valore di M) è data da EM = -zB0 = -PzB0 = -M(h/2)B0 Nel caso di I = 1/2, M = ±1/2 per cui ci sono due stati di energia: E = ½ B0h/2 e E = -½ B0h/2 La differenza di energia è: Ricordando che E = B0h/2 E = h. si ha: E/h = = I/2IB0 (Eq. 2) 10 In questa equazione sta la base della tecnica spettroscopica: una transizione di spin nucleare tra livelli energetici diversi può essere associata con l’emissione o l’assorbimento di energia sotto forma di radiazione con frequenza data dall’equazione precedente. Poiché la frequenza di risonanza è proporzionale al campo magnetico, per raggiungere le condizioni di risonanza si può variare sia che B0. Se è necessario passare dall’osservazione di un nucleo X a quello di un nucleo A, in cui quest’ultimo ha un rapporto giromagnetico più grande, l’equazione 2 stabilisce che si può aumentare o diminuire B0 come mostrato nella figura seguente. MA = 1/2 E MX = 1/2 ------------------------3 1 B0 ------------------------- MX = + 1/2 2 MA = + 1/2 Diagramma energetico di due nuclei differenti ed isolati, A ed X, di spin 1/2, in cui vengono illustrate le condizioni di risonanza a frequenza costante ed a campo costante Il diagramma è stato costruito supponendo A > X (entrambi positivi) Se le condizioni di risonanza sono tali da provocare la transizione 1 di X, per raggiungere la risonanza del nucleo A si può aumentare la frequenza mantenendo costante il campo (transizione 2) sia diminuire il campo mantenendo costante la frequenza (transizione 3) È difficile infatti che nuclei di diverso tipo rispondano a sollecitazioni in frequenze proprie di un determinato nucleo: le costanti giromagnetiche variano infatti grandemente da elemento ad elemento, comportando regioni di eccitabilità totalmente separate. 11 Contrariamente al caso appena considerato, dove campo e frequenza hanno effetti opposti finché non sono state raggiunte le condizioni desiderate, un aumento di B0 per un dato tipo di nucleo (cioè per costante) corrisponde ad un aumento di se si vogliono mantenere le condizioni di risonanza. Intensità del campo magnetico = 1.41 Tesla Isotope Magnetogyric Ratio (radians/Tesla) (Spin Number) & n° of Spin States Resonance Frequency (MHz) 1H 267.53 (1/2) 2 60.0 2H 41.1 (1) 3 9.2 13C 67.28 (1/2) 2 15.1 (1) 3 4.3 14N 17O - 36,28 (5/2) 6 8.1 19F 251.7 (1/2) 2 56.4 31P 108.3 (1/2) 2 24.3 35Cl 26,24 (3/2) 4 5.9 Il simbolo B (induzione magnetica o densità di flusso) sostituisce H (intensità magnetica) L’unità di misura di B nel SI: tesla [T (Kg s2 A1)] sostituisce il gauss (G), 1T = 104 G L’hertz (Hz) unità di misura della frequenza, sostituisce i cicli per secondo (cps) MHz sta per megahertz (106 Hz) Valori tipici di e B0 in strumenti di risonanza magnetica del protone (1H) (MHz) B0 (tesla) 60 100 200 360 500 1,4092 2,3487 4,6974 8,4553 11,7434 Normalmente tutti gli spettrometri lavorano nelle condizioni in cui il campo magnetico applicato è costante (per motivi di omogeneità del campo stesso), mentre si varia la frequenza per raggiungere le condizioni di risonanza esperimento a scansione di frequenza [spettrometri ad onda continua (continuous-wave, CW)]. 12 Il rapporto giromagnetico determina la velocità con cui lo Zeeman splitting (energia Zeeman) aumenta all’aumentare dell’intensità del campo magnetico: E = B0h/2 energy I = 1/2 1 H energy M = - 1/2 15 energy 27Al N I = 1/2 I = 5/2 M = - 5/2 M = - 3/2 M = + 1/2 M = - 1/2 M = - 1/2 M = + 1/2 M = + 3/2 M = + 1/2 field Nota l’ordinamento dei livelli energetici ( è positivo per 1H) M = + 5/2 field field Nota l’ordinamento dei livelli energetici ( è negativo per 15N) 6. Popolazione dei livelli energetici (Gli atomi di Idrogeno sono piccoli magneti) Se consideriamo l’ago di una bussola questo normalmente si allinea con il campo magnetico terrestre indicando il nord. Se non è chiuso in un contenitore si può girare l’ago con le dita per dirigerlo verso sud allineandolo in opposizione al campo magnetico terrestre. Questa è una posizione molto instabile e non appena è libero di muoversi ritorna alla posizione più stabile. 13 In condizioni normali l’orientazione dei momenti magnetici dei singoli nuclei ha una distribuzione casuale, si dice che i nuclei sono degeneri (posseggono cioè la stessa energia). L’applicazione di un campo magnetico esterno, impone al sistema un ordine che porta la popolazione nucleare a distribuirsi su due o più livelli energetici. Tali livelli sono associati a diverse orientazioni dei momenti magnetici nucleari rispetto al campo magnetico applicato. Per fare un esempio pratico è come se considerassimo i singoli nuclei come dei piccoli aghi magnetizzati, in condizioni normali questi aghi sono orientati in maniera random quando applichiamo un campo magnetico essi inizieranno a disporsi secondo le linee di forza del campo stesso assumendo posizioni a bassa energia (allineati parallelamente al campo magnetico) o ad alta energia (allineati antiparallelamente al campo magnetico). Bo Come vedremo vi è sempre un piccolo eccesso di nuclei allineati nella stessa direzione del campo rispetto a quelli allineati in senso inverso. Quindi a seguito dell’applicazione del campo magnetico esterno noi creiamo una differenza di energia tra i nuclei allineati o no con B0 E = h Bo > 0 Bo = 0 14 La popolazione di nuclei con spin parallelo N, cioè orientata secondo il verso di B0, possiede energia potenziale minore E1 e si trova in soprannumero rispetto alla popolazione N con spin antiparalleli e con energia potenziale maggiore E2. La distribuzione della popolazione nei due livelli energetici E ed E è data dalla legge di distribuzione di Boltzmann: N / N = eΔE / K °T dove K è la costante di Boltzmann, °T è la temperatura assoluta e ΔE = E2 - E1 è la differenza di energia tra i due livelli, etichettati o oppure 1/2 e -1/2. Il E per 1H a 400 MHz (Bo = 9.5 T) è 3.8 x 10 5 Kcal/mol: N/N = 1.000064 Questo rapporto, molto vicino all’unità, ci dice che i due livelli sono egualmente popolati. Per essere più precisi, per ogni milione di nuclei presenti nello stato energetico superiore vi sono un milione e qualche decina di nuclei nello stato inferiore. Sebbene tale eccesso (eccesso di Boltzmann) sia piccolo, esso è sufficiente per permettere l’osservazione di un assorbimento della radiazione elettromagnetica poiché la probabilità di una transizione verso l’alto è lievemente maggiore di quella verso il basso. Nella spettroscopia NMR, la radiazione elettromagnetica viene usata per invertire l’allineamento dello spin nucleare dallo stato a più bassa energia a quello, allineato in direzione opposta, a più alta energia. L’energia richiesta per questa transizione dipende dalla forza del campo magnetico applicato, ma è piccola e corrisponde al campo delle radiofrequenze dello spettro elettromagnetico. Il piccolo valore dell’eccesso di Boltzmann fa sì che il metodo non è molto sensibile, ne consegue che in uno spettrometro NMR è necessario usare una sofisticata amplificazione del segnale e ciò comporta complicate soluzioni tecniche cioè gli spettrometri NMR ad alta risoluzione sono strumenti complessi e costosi. 15 Inoltre appare evidente, ora, una delle ragioni per le quali si debbano usare campi magnetici molto alti, l’equazione = I/2IB0 mostra che campi magnetici alti richiedono alte frequenze di risonanza, questo a sua volta, aumenta la differenza di energia tra gli stati di spin, E = h (energia Zeeman), e di conseguenza, l’eccesso di Boltzmann e la sensibilità dell’esperimento. Per 1H nei normali magneti (2.35-18.6 T) questa frequenza è nell’intervallo 100-800 MHz raggi- raggi-x 10-10 10-8 UV VIS IR 10-6 10-4 10-2 m-onde 100 radio 102 lunghezza d’onda (cm) Un’altra considerazione da fare è che nuclei con più grande assorbono più energia e sono pertanto più sensibili. 13C = 6,728 rad/G (oppure 67,28 radianti/T) 1H = 26,753 rad/G (oppure 267,53 radianti/T) H è ~ 64 volte più sensibile di 13C proprio a causa di 1 16