Country Overview - ASRIE Associazione

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LIBIA
Country Overview
ASRIE Associazione
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Notizie Geopolitiche
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Introduzione
La Libia è un tema di attualità nell’agenda internazionale perché dopo la caduta del
regime di Gheddafi il paese non è riuscito ad intraprendere il processo di transizione
democratica sperato venendo invece investito da scontri interni tribali e dal fenomeno
del terrorismo internazionale, elementi di instabilità regionale mediterranea e
nordafricana che preoccupano l’Europa e la cui soluzione si impone come necessaria e
rapida.
Paese di fondamentale importanza per la stabilità e sicurezza del Mar Mediterraneo e
direttamente collegato all’Italia, la Libia dell’ultimo quinquennio è stata al centro degli
interessi regionali ed internazionali ed al giorno d’oggi manca ancora di quella unità
politica, ma soprattutto sociale, che le permetterebbero di superare le sfide
rappresentate dalla minaccia terroristica internazionale e la grave crisi economica che
l’ha investita.
Questo report di ASRIE Associazione redatto dal Dott. Giuliano Bifolchi, Direttore della
OSINT Unit di ASRIE, dal Dott. Enrico Oliari, Direttore di Notizie Geopolitiche, e dal Dott
Abu Bakr Thawabe, analista presso la OSINT Unit di ASRIE, si prefigge come obiettivo
quello di fornire una panoramica dello Stato libico analizzandone gli aspetti geografici,
storici, sociali e politici per poter fornire al lettore spunti di maggiore riflessione e
comprensione dell’attualità libica
Il report “Libia: Country Overview” rientra nella serie di pubblicazioni di ASRIE
Associazione mirate a favorire la conoscenza dei fenomeni geopolitici, economici e socioculturali che hanno caratterizzato e continuano a caratterizzare l’attualità e segue la
prima pubblicazione dell’Associazione dal titolo “Libia: il processo storico e politico
della Libia ed il conflitto attuale. Analisi delle fonti aperte periodo febbraio 2015 –
marzo 2016”.
Tale report è stato redatto tramite la raccolta di dati ed informazioni dalle fonti aperte ed
è aggiornato al giorno 1 gennaio 2017.
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Indice
Introduzione ..................................................................................................................................... 2
Geografia ............................................................................................................................................ 6
Società ............................................................................................................................................... 10
Storia ................................................................................................................................................. 13
Cronologia eventi in Libia a partire dal XX secolo .......................................................... 20
Attori nazionali e regionali libici ............................................................................................. 30
Fayezz al-Serraj ed il Consiglio Presidenziale .................................................................. 30
Khalifa Ghwell ed il Governo di Salvezza Nazionale ....................................................... 33
Il Generale Khalifa Haftar dell’Esercito di Liberazione Nazionale ............................ 34
Lo Stato Islamico in Libia ........................................................................................................ 35
Ansar al-Sharia .......................................................................................................................... 36
Ibrahim Jadharan ...................................................................................................................... 37
Il network jihadista libico ....................................................................................................... 37
Città-stato libiche ...................................................................................................................... 38
Attori regionali ........................................................................................................................... 39
Fonti e bibliografia ....................................................................................................................... 40
Autori................................................................................................................................................. 42
Report ASRIE ................................................................................................................................... 43
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Geografia
FIGURE 1 SUDDIVISIONE REGIONALE DELLA LIBIA
Situata nell’Africa settentrionale, la Libia è caratterizzata da una morfologia territoriale
prettamente desertica nella parte meridionale del paese a tal punto che la maggioranza
della popolazione, circa 6,7 milioni di persone, vive nelle città a nord lungo la costa
mediterranea (90% della popolazione) dove le condizioni climatiche risultano
maggiormente favorevoli tutto l’anno.
Il deserto libico però, una sub-regione del deserto del Sahara, possiede le risorse fossili
maggiori del paese che rendono la Libia un mercato energetico di primaria importanza
ed un esportatore di idrocarburi.
La Libia condivide i propri confini a nord-ovest con la Tunisia, ad ovest con l’Algeria, a
sud con il Niger ed il Chad, a sud-est con il Sudan e ad est con l’Egitto. A nord il Mar
Mediterraneo rappresenta il confine naturale libico con una linea costiera lunga 1.770
chilometri.
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Con una superficie terrestre pari a 1.759.540 chilometri quadrati la Libia è il paese più
grande dell’Africa di cui circa il 90% è rappresentato dalla catena del Sahara, territorio
desertico o semidesertico che condiziona la vita della popolazione.
Il paese ha tre divisioni storiche:
1. Tripolitania copre il quadrante nord-occidentale ed è anche comunemente
chiamata “Regione Occidentale”. Questa regione è la più popolata del paese ed
ospita circa la metà della popolazione nazionale. La capitale Tripoli è il più grande
cluster regionale. La maggioranza dell’agricoltura libica proviene dalla costa
fertile della Tripolitania mentre nella parte interna della regione l’allevamento e
la pastorizia sono le principali attività.
2. Fezzan è la seconda regione più popolata del paese situata nella parte sudoccidentale. Prettamente il Fezzan è caratterizzato da elevati bacini con numerose
depressioni est-ovest e vaste aree di sabbia a nord del Sahara dove è possibile
trovare alcune oasi che in passato hanno rappresentato centri cittadini importanti
mentre oggigiorno sono degli avamposti.
3. Cirenaica è la regione più grande della Libia situata nella parte orientale ed ospita
circa un milione di persone. Benghazi è la città principale della Cirenaica e la
seconda città più grande libica situata nella costa orientale del Golfo di Sidra.
Dal punto di vista climatico la Libia presenta due distinte caratteristiche geografiche che
determinano un clima marittimo al nord del paese lungo le coste mediterranee ed un
clima desertico nel sud. A causa di questa situazione climatica, la Libia è il paese
mediterraneo a registrare meno precipitazioni annue.
Il clima e la morfologia del terreno determinano anche la scarsa presenza di risorse
idriche: nel paese mancano infatti corsi d’acqua e fiumi permanenti ed il clima desertico
riduce molto le piogge stagionali. A parte una serie di laghi presenti nella zona delle Dune
Sabbiose di Zellaf nel Fezzan, esistono dei corsi acquiferi che scorrono al di sotto del
deserto per un totale di 10 mila chilometri cubi sfruttati dal progetto Great Man-Made
River (GMR) definito dal regime di Gheddafi come “Ottava meraviglia del mondo” il cui
obiettivo era proprio quello di sfruttare queste risorse acquifere per fornire acqua
all’agricoltura ed alle città del nord libico. Nel 2011 gli attacchi aerei della NATO hanno
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danneggiato l’impianto la cui riparazione e ripresa dei lavori è stata annunciata nel 2012
da una compagnia canadese.
FIGURE 2 PRINCIPALI CITTÀ E CENTRI ABITATI IN LIBIA
Le principali città del paese sono:
Tripoli: situata nel nord-ovest lunga la costa mediterranea, la capitale ed il motore
economico libico è anche conosciuta come “Tarabulus al-Gharb” (Tripoli dell’Ovest).
Con una popolazione di 1 milione di persone a cui si aggiungono altri 2 milioni di abitanti
lungo l’area metropolitana, Tripoli rappresenta anche il porto principale nazionale ed
il centro economico per quel che concerne l’agricoltura, la pesca, l’industria del tabacco,
l’industria tessile e dei tappeti a cui si aggiungono impianti petroliferi di
autoassemblaggio e depositi petroliferi per l’esportazione. Chiamata anche “La Città
Bianca” per le sue bianche costruzioni che riflettono il sole, è costituita da un quartiere
vecchio delimitato da antiche mura conosciuto come la medina e da una parte moderna
con grattacieli, industrie e l’Università di Tripoli a cui si devono aggiungere residenze
coloniali, parchi e lunghe strade edificate durante il colonialismo italiano.
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Benghazi: la seconda città del paese per grandezza situata lungo la costa fertile del Mar
Mediterraneo e del Golfo di Sidra, originalmente fondata dai greci, nel XV secolo prese il
nome in onore di Sidi ibn Ghazi, figura religiosa musulmana importante che venne
sepolto nelle vicinanze. La città dispone di due grandi porti significativi dal punto di
vista economico: il porto principale è il centro per la produzione e raffinazione del
petrolio. Benghazi ricopre il ruolo di capitale regionale e nel 2011 è stata il punto di
origine della rivolta contro il regime di Gheddafi.
Misurata: situata tra Benghazi e la parte occidentale del Golfo di Sidra, terza città libica
per grandezza, Misurata ospita uno dei centri industriali tessili e di produzione dei
tappeti più antichi nel paese a cui si aggiungono inoltre le industrie per la produzione
dell’acciaio.
Tobruk: a nord-est della costa libica a soli 148 chilometri di distanza dal confine egiziano,
Tobruk è l’unico porto naturale della Libia. Conquistata e colonizzata dagli italiani, la
città ha avuto importante ruolo strategico durante la Seconda Guerra Mondiale. A partire
dal 1960 l’industria petrolifera è stata l’attività principale cittadina.
Sirte: sulla costa meridionale del Golfo di Sidra, la città si trova a metà strada tra Tripoli
e Benghazi. L’insediamento è stato creato all’inizio del XX secolo dagli italiani sfruttando
il sito di una fortezza del secolo precedente costruita dagli ottomani. Città natale di
Gheddafi e sua roccaforte fino alla morte nel 2011, la città conta una popolazione di circa
79.600 abitanti.
Sabha: la città principale del Fezzan, Sabha è l’oasi più grande della Libia che funge da
punto di giuntura tra le rotte carovaniere dell’Africa interna verso le coste del Mar
Mediterraneo. Avendo ospitato una base militare ed abitazioni per gli immigrati dal Chad,
Niger e Sudan, presunti fedeli del regime, a cui si aggiungono molti membri della tribù di
Qadhadhfa, nel 2011 Sabha è stata la roccaforte di Gheddafi.
Oasi di al-Kufrah: situata nella regione sud-orientale e formata da una serie di comunità
che vivono in diverse oasi, al-Kufrah è una delle più grandi strutture agricole della Libia
interna. Grazie infatti al Sistema Acquifero Nubiano che permette di pompare acqua da
una riserva pari a 375 mila chilometri cubi estesa al di sotto di Libia, Egitto, Sudan e Chad,
al-Kufrah ha potuto sviluppare un sistema agricolo locale.
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Società
FIGURE 3 COMPOSIZIONE ETNICA E TRIBALE DELLA LIBIA (FONTE: STRATFOR)
La vasta maggioranza della popolazione libica è descritta come arabo-berbera (97%). I
Berberi chiamano sé stessi Imazighan (singolare Amazigh) e sono i discendenti delle
tribù native del Nord Africa la cui presenza nella regione risale a circa 5 mila anni fa.
Gli arabi sono giunti nella regione nel VII secolo favorendo la diffusione della lingua araba
e dell’Islam. All’inizio dell’XI secolo la migrazione su larga scala delle tribù beduine, o
arabe nomadi, comportò l’assimilazione della maggior parte delle tribù berbere e la loro
arabizzazione nella regione.
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Oggigiorno la maggioranza dei libici condivide la cultura araba, professa la religione
islamica sunnita e parla la lingua araba. Anche se la maggioranza si identifica come
“araba”, pochi possono rivendicare una discendenza pura e predominante araba a causa
di secoli di matrimoni misti con la popolazione berbera o con i discendenti di altri gruppi
etnici che hanno occupato la regione. Una piccola percentuale di libici (3-5%)
continua ad identificarsi come Berberi anche se non si può parlare di una discendenza
omogenea; queste persone parlano le lingue berbere e vivono in piccolo comunità dove
la pastorizia e l’agricoltura rappresentano le attività primarie. La maggior parte dei
Berberi vivono nella regione della Tripolitania con sporadiche presenze nell’area della
Cirenaica e del Fezzan.
I Tuareg sono un sottogruppo distinto di Berberi nomadi che vivono attraverso la
regione del Grande Sahara tra cui la vicina Algeria ed il Niger. All’interno della Libia i
Tuareg sono concentrati ad ovest (intorno a Ghadames) e sud-ovest (intorno Ghat e
Murzuq) e possono essere identificati dal loro abbigliamento blu (per questo motivo
vengono chiamati anche “il popolo blu”). Professano un tipo di Islam folkloristico e
conferiscono un importante status sociale alle donne che hanno il privilegio della lettura
e scrittura; mentre gli uomini Tuareg possono avere il volto coperto, le donne non hanno
obbligo di velarsi il volto.
Un altro gruppo etnico localizzato principalmente nella Libia sud orientale sono i Tebu
(Toubou) che praticano pastorizia ed agricoltura. L’Islam professato dai Tebu è stato
pesantemente influenzato dalla Sanusiyyah.
In Libia sono presenti anche neri africani, lavoratori migranti o discendenti degli schiavi.
Questo gruppo include persone dal Mali, Chad, Sudan, e Niger. Tra i migranti si
aggiungono inoltre egiziani, palestinesi e tunisini ed alcune comunità europee
formate da italiani, greci, e maltesi.
La lingua ufficiale è l’arabo ed è largamente parlata in tutto il paese. In Libia esistono
tre principali dialetti: arabo tripolitano, arabo libico orientale, arabo libico meridionale.
L’inglese è largamente utilizzato come seconda lingua, ma anche il francese e l’italiano
possono essere parlati o compresi nelle aree urbane. Le lingue Berbere, chiamate anche
Tamazight, sono parlate nella comunità Berbera tra cui spicca il Nafusi maggiormente
diffusa nella regione del Jebel Nafusah ed in altre aree della Tripolitania. Soltanto un
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piccolo gruppo di Berberi della Cirenaica orientale parla la lingua Awjilah: anche se gli
uomini parlano l’arabo come seconda lingua, le donne parlano solamente l’Awjilah,
fattore che permette anche la preservazione della lingua.
I Tuareg parlano una lingua Berbera conosciuta come Tamahaq o Tamashek, mentre i
Tebu parlano la loro lingua, un dialetto locale.
Approssimativamente il 97% dei libici professa l’Islam sunnita anche se sono presenti
piccole comunità di Kharigiti tra i Berberi.
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Storia
La Libia è stato un punto di incrocio degli antichi imperi del Mediterraneo. La costa
connessa con l’entroterra desertico fu un luogo di centri per gli scambi commerciali ed
avamposti dei fenici, greci e romani. Nel VII secolo l’arrivo degli arabi, a cui fece seguito
un largo influsso di arabi beduini, favorì il progressivo cambiamento sociale che culminò
nell’XI secolo con l’affermazione dell’Islam e della cultura araba.
FIGURE 4TAPPE DELL'ESPANSIONE ARABA 632-750 D.C
Nel 1510 la Spagna catturò Tripoli ed il re spagnolo affidò la città all’Ordine dei Cavalieri
di San Giovanni con il compito di arrestare l’influenza musulmana nella regione. Iniziò
quindi lo scontro tra la corona spagnola e l’Impero Ottomano per il controllo del
Mediterraneo.
Nel 1551 gli ottomani conquistarono Tripoli ed iniziarono il loro lungo periodo di
influenza lungo la costa libica. Nel 1711 Ahmed Karamanli, ufficiale di discendenza
turco-libica dell’esercito ottomano, prese il controllo di Tripoli e diede vita alla dinastia
Karamanli che fondava le sue basi ed introiti sulla pirateria e sull’estorsione.
Gli ottomani affermarono nuovamente la propria autorità nella regione nel 1835 ma, con
la decadenza dell’Impero, l’amministrazione ottomana era ampiamente inefficace a
livello locale.
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FIGURE 5 MUHAMMAD BIN ALI AS-SANUSI (1878-1859)
Nel XVIII secolo venne creata la Sanusiyyah, ordine islamico fondato da Muhammad bin
Ali as-Sanusi (1787 – 1859), studioso musulmano nato in Algeria che promuoveva una
versione austera dell’Islam il quale ricevette nel 1830 il titolo di Grande Senussi dalle
popolazioni della Tripolitania e del Fezzan. Nel 1843 il Grande Senussi tornò in Cirenaica
e stabilità una zawiya (“loggia”) islamica che faceva riferimento alla scuola del
Wahhabismo e sottolineava il principio della Sanusiyya dell’estrema autodisciplina.
Questi insegnamenti fecero presa sulla popolazione beduina della Cirenaica che aderì in
gran numero. Dopo la morde del Grande Senussi nel 1859 i suoi figli Muhammad alMahdi e Muhammad Sharif continuarono l’opera di promozione del messaggio Senussi
in tutto il Sahara; nel 1895 al-Mahdi spostò il centro dell’ordine nelle oasi di al-Kufrah.
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La Sanusiyyah ricoprì un ruolo di primaria importanza nella lotta contro l’autorità
ottomana e nella resistenza contro l’occupazione delle potenze coloniali straniere.
Nel XIX secolo le potenze occidentali sfidarono l’Impero ottomano per il controllo
dell’Africa del nord. La Libia divenne un obiettivo dell’Italia che dichiarò guerra agli
ottomani nel 1911 con la motivazione che il governo ottomano aveva armato le tribù
arabe con l’obiettivo di contrastare gli interessi commerciali italiani. Il Trattato di
Losanna firmato nel 1912 richiedeva all’Impero ottomano di concedere la
“indipendenza” alla Cirenaica e Tripolitania le quali vennero simultaneamente annesse
dall’Italia.
Le tribù beduine guidate dai Senussi organizzarono una forte resistenza contro le forze
italiane in uno scontro che è stato definito come Prima Guerra Italo-Senussi (1914 –
1917) terminato soltanto con la fine della Prima Guerra Mondiale quando le Potenze
Alleate accettarono le rivendicazioni italiane sulla Cirenaica e la Tripolitania.
La resistenza contro gli italiani continuò anche dopo la Prima Guerra Mondiale ma vide
un contrasto tra le tribù Senussi della Cirenaica e del Fezzan ed i nazionalisti nelle aree
urbane della Tripolitania. L’Italia riconobbe Muhammad Idris, figlio di Muhammad alMahdi, come Emiro della Cirenaica il quale però ben presto lasciò il paese inducendo
l’allora Governo italiano guidato da Benito Mussolini ad iniziare la Seconda Guerra
Italo-Senussi (1923 – 1931) nel 1923. La Tripolitania capitolò presto mentre la
Cirenaica espresse una forte resistenza grazie alla leadership dello Sceicco Umar alMukhtar il quale venne catturato ed ucciso nel 1931, anno che decretò la fine della
resistenza Senussi.
Il Governo italiano incoraggiò la migrazione verso la Libia e circa 100 mila italiani
giunsero in Tripolitania e Cirenaica partecipando alla realizzazione di infrastrutture ma
anche al processo di confisca e distruzione di fattorie e centri di stoccaggio alimentare.
Nel 1939 l’Italia incorporò ufficialmente la Libia come territorio italiano. Questo
periodo è stato etichettato da parte delle autorità libiche come un “genocidio virtuale”
che ha causato secondo le stime la morte di circa il 25% della popolazione libica durante
i 30 anni di occupazione italiana.
Durante la Seconda Guerra Mondiale le Forze dell’Asse potevano contare su 200 mila
soldati italiani a Tripoli mentre gli Alleati avevano 35 mila soldati inglesi ad Alessandria
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d’Egitto. Il Nord Africa rappresentò un teatro di guerra caratterizzato da battaglie tra
carri armati in aperto deserto oppure lungo la costa settentrionale che causarono la
distruzione di infrastrutture ed economie locali. La popolazione della Cirenaica, tra cui
alcuni veterani Senussi, supportarono le truppe Alleate e favorirono l’espulsione delle
forze dell’Asse nel febbraio 1943. Gli inglesi presero il controllo amministrativo della
Tripolitania e della Cirenaica, mentre i francesi stabilirono la loro presenza nel
Fezzan.
Con la fine del secondo conflitto bellico mondiale
gli Alleati determinarono che l’Italia non potesse
mantenere le proprie pretese coloniali e fu
lasciato il compito alle Nazioni Unite di
determinare il futuro politico della Libia. Gli
inglesi supportarono il ritorno dell’Emiro
Muhammad Idris in Cirenaica nel 1947 il quale
proclamò l’indipendenza della regione nel 1949.
Nel novembre 1949 le Nazioni Unite decretarono
che la Libia, comprendente Cirenaica, Tripolitania
e Fezzan, dovesse costituire uno stato unico ed indipendente e fu scelto il 1 gennaio 1952
come data di scadenza per tale unificazione.
Dopo la creazione di una Assemblea Nazionale Costituente che rappresentasse ogni
provincia, il 24 dicembre 1951 Re Muhammad Idris dichiarò l’indipendenza dal
Regno Unito di Libia. Il paese, uno dei più poveri al mondo, dipese per tutti gli anni ’50
e ’60 dagli aiuti economici ed umanitari di Stati Uniti e Gran Bretagna, ingerenza esterna
dell’Occidente che venne vista in maniera negativa dal movimento nazionalista arabo
musulmano che in quel periodo si stava affermando lungo l’Africa del Nord. Nel 1959,
dopo un decennio di esplorazioni, nella regione di Sirtica a nord-ovest della Cirenaica fu
rinvenuto il primo giacimento petrolifero della Libia.
Il 1 settembre 1969 un colpo di Stato guidato da un gruppo di giovani ufficiali abolì
la monarchia in Libia e, una volta preso il controllo di Tripoli, i 14 membri del Consiglio
del Comando Rivoluzionario (CCR) proclamarono la nascita della Repubblica Araba
Libica che prevedeva la chiusura delle basi militari straniere sul territorio libico, la
soppressione dei partiti politici esistenti e le nomine dei futuri ministri.
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FIGURE 6 MUAMMAR GHEDDAFI INSIEME A RE FAYSAL DELL’ARABIA SAUDITA ED AL PRESIDENTE
DELLO YEMEN
Uno dei membri del CCR era il Capitano Muammar Abu Minyar al-Qadhafi, un giovane
militare beduino di 27 anni dell’area tribale dei Qadhadfa (Qathathfa) di Sirte il quale
fu promosso al titolo di Colonnello e divenne il nuovo leader del paese. Gheddafi elaborò
la “Terza Teoria Universale” la quale proponeva l’Islam invece che il marxismo come la
base per un governo socialista.
Nel 1971 Gheddafi dichiarò che la repubblica avrebbe avuto una guida popolare
attraverso
dei
rappresentanti
regionali
e
l’elezione
diretta
del
presidente.
Successivamente nel 1973, il giorno del compleanno del Profeta, il Colonnello iniziò la
Rivoluzione Popolare conosciuta come Rivoluzione Culturale Libica che diede vita a
circa 2400 Comitati Popolari di 16-20 individui il cui compito era quello di scegliere i
membri dei Comitati di livello distrettuale i quali a turno inviavano membri al Congresso
Generale del Popolo. Il Libro Verde di Gheddafi pubblicato nel 1975 in tre volumi fu
descritto come la road map per la rivoluzione anche se l’assenza di un modello societario
riversava tutto il potere decisionale sul Colonnello.
Nel 1975, a seguito di problemi economici dovuti ad una gestione dello Stato da parte del
Colonnello non focalizzata sullo sfruttamento efficace delle rendite petrolifere, ci fu il
tentativo di un colpo di Stato contro Gheddafi il quale all’interno del CCR aveva il
supporto soltanto di 5 membri. Nel 1977 il regime eseguì la condanna a morte di coloro
accusati di aver preso parte al golpe, il CCR fu abolito ed i suoi 5 membri furono assorbiti
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nel Segretariato Generale del Congresso Generale del Popolo (SG-CGP). Nello stesso
anno il paese fu rinominato come Grande Jamahiriyah Araba Libica Popolare
Socialista (letteralmente Jammahiriya significa “Repubblica delle masse”) che conferì
il potere al SG-CGP e vide la creazione dei Comitati Rivoluzionari che avrebbero dovuto
controllare i Comitati Popolari. L’accesso alle cariche pubbliche era possibile solo a coloro
che dimostravano lealtà a Gheddafi.
Nel 1979 Gheddafi abbandonò il suo titolo ufficiale e la sua posizione preferendo quelli di
“Leader fraterno” e “Guida della Rivoluzione”. Nello stesso anno, però, la Libia fu
inserita nella lista degli Stati Uniti come Stato sponsor del terrorismo; nel 1986
come conseguenza del coinvolgimento libico nell’attentato alla discoteca di Berlino
ovest frequentata da statunitensi, la Casa Bianca eseguì una serie di attacchi aerei contro
obiettivi militari a Tripoli e Benghazi ferendo lo stesso Gheddafi e alcuni dei suoi figli. Nel
1988 la Libia fu accusata di essere dietro l’esplosione del volo di linea presso
Lockerbie in Scozia e nei primi anni del 2000 fu colpita dalle sanzioni politiche e
economiche.
Durante gli anni ’90 crebbe lo scontento verso il regime di Gheddafi il quale represse
duramente i gruppi di opposizione e gli islamisti mentre gli esiliati proponevano la
restaurazione della monarchia oppure nuove elezioni. Agli inizi del XXI secolo Gheddafi
cercò di correre ai ripari a livello internazionale per l’attentato di Lockerbie, pose fine al
programma delle armi di distruzione di massa, e cercò di riprendere i rapporti con gli
Stati Uniti e la Gran Bretagna. A livello interno accusò i burocrati di aver utilizzato i soldi
pubblici per scopi personali e smantellò l’apparato burocratico e governativo, tra cui
molti ministeri, cercando di distribuire le rendite petrolifere direttamente alla
popolazione.
Nel febbraio 2011 gli arresti degli attivisti dei diritti umani diedero vita ad una
protesta a Benghazi che velocemente dilagò in tutto il paese e generò uno scontro tra le
forze fedeli a Gheddafi e gli insorti del Consiglio Nazionale Libico. Dopo l’attacco aereo
da parte di Gheddafi contro le forze ribelli, nel marzo 2011 il Consiglio di Sicurezza della
Nazioni Unite adottò la risoluzione 1973 che attivò l’intervento militare internazionale
il cui scopo era quello di proteggere la popolazione libica ed istituì una no fly zone.
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La coalizione internazionale a guida NATO formata da Stati Uniti, Francia, Regno Unito,
Italia e Canada, e alcuni paesi arabi come Qatar ed Emirati Arabi Uniti, concentrò i propri
sforzi sul bombardamento delle truppe governative, sulle infrastrutture civili e militari e
sul supporto alle truppe antigovernative. Nel marzo dello stesso anno l’International
Contact Group sulla Libia riconobbe formalmente il Consiglio Nazionale di
Transizione (CNT), il gruppo principale dell’opposizione, come legittimo organo di
governo del paese.
Il 17 ottobre 2011 cadde l'ultima città lealista di Gheddafi, Bani Walid, e le forze fedeli a
Gheddafi rimasero assediate tra Bani Walid di Sirte. Il 20 ottobre 2011 Muammar
Gheddafi fu catturato e ucciso nella sua città natale di Sirte, evento che sancì la fine
della guerra civile e del regime libico.
FIGURE 7 SPIEGAZIONE DELLA CATTURA ED UCCISIONE DI GHEDDAFI
La morte di Gheddafi ha generato l’inizio degli scontri tra le diverse milizie tribali che
formavano la coalizione antigovernativa. La Libia dal 2011 ha sperimentato diversi
governi i quali hanno cercato invano di imporre la propria autorità su queste milizie
tentando di disarmarli o integrarli nell’esercito nazionale.
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Il 18 maggio 2014, il Colpo di Stato del Generale Khalifa Belqasim Haftar comportò
l’occupazione del Palazzo del Parlamento a Tripoli. Il 30 luglio 2014 Ansar al-Sharia ha
occupato Benghasi e proclamato la nascita dell’Emirato Islamico in Libia mentre nella
stessa Tripoli si sono registrati violenti scontri nella zona dell’aeroporto tra Fajr Lībiyā
(Alba della Libia) e altre milizie laiche.
Il 17 dicembre 2015, a Skhirat, in Marocco, i rappresentanti del Congresso di Tripoli e
della Camera di Tobruk hanno firmato un accordo al fine della formazione di un "Governo
di Accordo Nazionale", sotto l'egida delle Nazioni Unite e la guida del Primo Ministro
Fayez al-Sarraj la cui autorità è stata messa in discussione da entrambe le parti. Nel
marzo 2016 Sarraj ed alcuni dei suoi rappresentanti del Governo sono riusciti ad arrivare
a Tripoli ed a stabilire il loro Quartier Generale all’interno di una base navale.
Nel settembre 2016 l’Esercito di Liberazione Nazionale di Haftar è riuscito invece a
conquistare i terminali petroliferi per l’esportazione nell’est del paese; nel dicembre
2016 forze governative hanno cacciato i militanti dello Stato Islamico da Sirte dopo 18
mesi.
Cronologia eventi in Libia a partire dal XX secolo
1911-12 L’Italia sottrae la Libia agli Ottomani. Iniziano i 20 anni di insorgenza da parte
di al-Mukhtar contro il Governo italiano.
Anni ’20 La resistenza libica cresce grazie all’intervento della dinastia Senussi in favore
della campagna militare di al-Mukhtar.
1931 L’Italia riesce a sconfiggere la resistenza libica attraverso una serie di operazioni
maggiori e la creazione di campi di concentramento dove detenere i ribelli. Al-Mukhtar
viene catturato e condannato a morte.
1934 Con l’obiettivo di far rientrare la Libia all’interno del progetto della Grande Italia,
l’allora Governo di Mussolini promuove la migrazione dei cittadini italiani verso la colonia
libica.
1942 Durante la Seconda Guerra Mondiale gli Alleati scacciano gli italiani dalla Libia che
viene divisa tra i francesi, i quali amministrano Fezzan, e gli inglesi, che controllano la
Cirenaica e la Tripolitania.
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1951 La Libia diviene indipendente e guidata dal Re Idris al-Sanussi il quale divide il
paese in tre unità amministrative: Fezzan, Cirenaica e Tripolitania.
1956 La Libia concede a due compagnie statunitensi petrolifere un’area di circa 14
milioni di acri.
1961 Re Idris I apre un oleodotto della lunghezza di 104 miglia che permette la
connessione tra i giacimenti petroliferi dell’entroterra con il Mar Mediterraneo e rende
possibile l’esportazione del petrolio libico per la prima volta nella storia del paese.
1969 Un colpo di Stato guidato dal Colonnello Muammar Gheddafi depone Re Idris I.
Il nuovo leader libico persegue una agenda panaraba ed introduce il socialismo di stato
attraverso la nazionalizzazione della maggior parte delle attività economiche
nazionali, tra cui anche l’industria petrolifera.
1970 La Libia ordina la chiusura della base aerea britannica di Tobruk e la base
statunitense Wheelus di Tripoli, mentre le proprietà appartenenti agli italiani vengono
nazionalizzate.
1971 Un referendum nazionale approva la creazione della Federazione delle
Repubbliche Arabe (FAR) comprendente Libia, Egitto e Siria. Il progetto di realizzazione
della FAR non verrà mai portato a compimento.
1973 Il Colonnello Gheddafi dichiara una “rivoluzione culturale” che include la
formazione di “comitati popolari” nelle scuole, ospedali, università, luoghi di lavoro e
distretti amministrativi. Le forze libiche occupano la Striscia di Aozou nel nord del
Chad.
1977 Il Colonnello Gheddafi cambia il nome ufficiale del paese da Repubblica Araba
Libica in Grande Jamahiriyah Araba Libica Popolare Socialista e istituisce i “comitati
rivoluzionari”.
1980 Le truppe libiche intervengono nella guerra civile nel nord del Chad.
1981 Gli Stati Uniti abbattono due aerei libici che minacciavano aerei da guerra
statunitensi sopra il Golfo di Sirte dichiarato dal Governo di Tripoli come acque
territoriali nazionali.
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1984 La Gran Bretagna interrompe le relazioni diplomatiche con la Libia dopo che
una donna poliziotto britannica venne uccisa a colpi d’arma da fuoco al di fuori della
Ambasciata libica di Londra mentre erano in atto le proteste anti – Gheddafi.
1986 Gli Stati Uniti bombardano le strutture militari libiche e le aree residenziali
di Tripoli e Benghazi uccidendo 101 persone, distruggendo la casa di Gheddafi
provocando la morte della figlia adottiva. Washington sostiene che i raid aerei furono la
risposta al coinvolgimento libico nell’attentato alla discoteca di Berlino frequentata da
personale militare statunitense.
1988 Un aereo di linea esplode sopra la città scozzese di Lockerbie. Le fonti parlano di
una azione coordinata ed eseguita da agenti segreti libici.
1989 Libia, Algeria, Marocco, Mauritania e Tunisia formano l’Unione Araba del
Maghreb.
1992 Le Nazioni Unite impongono le sanzioni alla Libia con lo scopo di indurre il
Governo nel consegnare i due cittadini libici sospettati di essere coinvolti nell’esplosione
dell’aereo di linea PanAm sopra la città di Lockerbie nel dicembre 1988.
1994 La Libia restituisce la Strisci di Aozou al Chad.
1995 Il Colonnello Gheddafi espelle circa 30 mila palestinesi come protesta per gli
Accordi di Oslo siglati tra l’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP) ed
Israele.
1999 I sospetti di Lockerbie vengono giudicati in Olanda mediante legge scozzese; le
Nazioni Unite sospendono le sanzioni alla Libia e la Gran Bretagna ripristina le relazioni
diplomatiche.
2000 Dozzine di immigrati africani vengono uccisi dalla folla nell’ovest del paese in
protesta contro il largo numero di lavoratori africani giunti in Libia.
2001 Il 31 gennaio la Corte Speciale scozzese in Olanda dichiara colpevole uno dei due
cittadini libici per l’attentato di Lockerbie. Abdelbaset Ali Mohamed al-Megrahi viene
dichiarato colpevole e condannato all’ergastolo mentre viene scaggionato Al-Amin
Khalifa Fahimah.
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2001 Nel mese di maggio le truppe libiche aiutano a reprimere il tentativo di colpo di
Stato mosso contro il Presidente Ange-Felix Patasse della Repubblica Centrale Africana.
2002 In gennaio Libia e Stati Uniti dichiarano di aver iniziato i dialoghi per riparare
le relazioni diplomatiche dopo anni di ostilità in cui Washington aveva etichettato il
Governo libico di essere sostenitore del terrorismo.
2002 Il 14 marzo Abdelbaset Ali Mohmed al-Megrahi perde l’appello e viene condannato
a scontare almeno 20 anni di carcere per l’attentato di Lockerbie.
2003 In gennaio la Libia viene eletta presidente della Commissione dei Diritti Umani delle
Nazioni Unite nonostante l’opposizione degli Stati Uniti e di diversi gruppi di tutela dei
diritti umani.
2003 In agosto la Libia firma un accordo di 2.7 miliardi di dollari per compensare le
famiglie delle vittime dell’attentato all’aereo di linea PanAm esploso nel 1988 sopra
Lockerbie. La Libia si assume la responsabilità dell’accaduto in una lettera indirizzata al
Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.
2003 In settembre il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite vota per revocare le
sanzioni.
2003 In dicembre la Libia afferma che abbandonerà il programma di sviluppo di
armi di distruzione di massa.
2004 In gennaio la Libia concorda di compensare le famiglie delle vittime dell’attentato
all’aereo francese trasportante passeggeri avvenuto sopra il Sahara.
2004 In marzo il Primo Ministro britannico Tony Blayr visita la Libia; l’ultima visita
ufficiale era avvenuta nel 1943.
2004 In agosto la Libia accetta di pagare 35 milioni di dollari come compensazione alle
vittime dell’attentato alla discoteca di Berlino nel 1986.
2005 La prima asta delle licenze di esplorazione dei giacimenti di petrolio e gas
naturale in Libia vede il ritorno delle compagnie energetiche statunitensi dopo una
assenza di 20 anni.
2006 In febbraio almeno 10 persone vengono uccise durante gli scontri con la polizia
nella città di Benghazi generati dal vento di protesta internazionale sollevato dai
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musulmani per la pubblicazione da parte di un giornale danese delle vignette giudicate
offensive nei confronti del Profeta Muhammad.
2006 In maggio gli Stati Uniti affermano di aver ripristinato completamente i rapporti
diplomatici con la Libia.
2007 Il Primi Ministro libico annuncia un piano che farà divenire ridondanti 400 mila
impiegati governativi, più di un terzo della totale forza lavoro, per poter stimolare il
settore privato e ridurre la spesa pubblica.
2008 In gennaio la Libia termina l’incarico di presidenza nel Consiglio di Sicurezza delle
Nazioni Unite.
2008 In agosto Libia e Stati Uniti firmano un accordo che impegna entrambe le parti a
ricompensare tutte le vittime degli attacchi terroristici e militari. Il Primo Ministro
italiano Silvio Berlusconi presenta le scuse ufficiali alla Libia per i danni provocati
dall’Italia durante il periodo coloniale e firma un accordo di investimenti pari a cinque
miliardi di dollari come forma di compensazione.
2008 In settembre il Segretario di Stato degli Stati Uniti Condoleezza Rice effettua
una storica visita in Libia, la più importante dopo l’ultima del 1953. Il Segretario
statunitense afferma che le relazioni tra i due paesi sono entrate in una nuova fase.
2009 In febbraio il Colonnello Gheddafi viene eletto Presidente dell’Unione Africana dai
leader riuniti nel meeting in Etiopia.
2009 In giugno, il Colonnello Gheddafi effettua la sua prima visita in Italia, paese
divenuto il principale partner commerciale per la Libia.
2009 In agosto viene rilasciato Abdelbaset Ali al-Megrahi condannato per l’attentato di
Lockerbie. Al suo ritorno in Libia al-Megrahi viene accolto come un eroe suscitando dubbi
e disapprovazione dalla comunità internazionale.
2009 In dicembre si inaspriscono i rapporti diplomatici con Svizzera ed Unione Europea
dopo che uno dei figli del Colonnello Gheddafi viene accusato nel paese elvetico di
maltrattamento dei collaboratori domestici.
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2010 In gennaio la Federazione Russa accetta di vendere armi alla Libia per un
accordo di 1.8 miliardi di dollari. L’accordo prevede la fornitura di aerei da guerra,
carrarmati e sistemi di difesa aerea.
2010 In giugno viene espulsa l’agenzia UNHCR delle Nazioni Unite.
2010 In luglio i senatori statunitensi presentano una richiesta di indagine riguardo il
rilascio di al-Megrahi dovuta alle pressioni effettuate dalla multinazionale petrolifera BP
che simultaneamente conferma di aver iniziato ad operare sulla costa libica.
2010 In ottobre l’Unione Europea e la Libia firmano un accordo per arrestare
l’immigrazione illegale.
2010 In dicembre le informazioni diplomatiche rilasciate da WikiLeaks indicano che il
Colonnello Gheddafi abbia minacciato di tagliare fuori la Gran Bretagna dai commerci in
Libia se al-Magrahi fosse morto in prigione.
2011 In febbraio l’arresto di attivisti dei diritti umani dà il via a delle violente proteste
nella città orientale di Benghazi che rapidamente si espandono nelle altre città
portando ad una serie di scontri tra le forze di sicurezza ed i ribelli. Il Colonello Gheddafi
rifiuta di lasciare il potere e rimane in controllo della capitale Tripoli.
2011 In marzo il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite autorizza la creazione di
una no-fly zone sulla Libia ed attacchi aerei guidati dalla NATO per proteggere i civili.
Grazie alle azioni militari della NATO i ribelli libici inizialmente riescono a conquistare
buona parte del territorio per poter poi essere respinti dalle forze armate pro-Gheddafi.
2011 In luglio l’International Contact Group sulla Libia riconosce formalmente il
Consiglio Nazionale di Transizione (CNT), il gruppo principale dell’opposizione, come
legittimo organo di governo del paese.
2011 In agosto le forze ribelli raggiungono la serie di fortezze del Colonnello Gheddafi a
Tripoli a soli sei mesi dall’inizio della rivolta. Con sole poche roccaforti ancora sotto il suo
controllo, il Colonnello Gheddafi si dà alla fuga nascondendosi mentre sua moglie
ed i suoi tre figli fuggono nella vicina Algeria.
2011 Tra agosto e settembre l’Unione Africana si unisce ai 60 paesi che hanno
riconosciuto il CNT come nuova autorità in Libia.
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2011 Il 20 ottobre il Colonnello Gheddafi viene catturato ed ucciso. Tre giorni dopo
il CNT dichiara la Libia ufficialmente “liberata” ed annuncia il programma di tenere le
elezioni entro i successivi otto mesi.
2011 In novembre Saif al-Islam, figlio del Colonnello Gheddafi in fuga, viene catturato
divenendo l’ultimo membro chiave della famiglia ad essere imprigionato o ucciso.
2012 In gennaio si verificano scontri nella città di Benghazi tra le forze ribelli che
hanno preso parte alla Primavera Araba in Libia come forma di opposizione alla pace
raggiunta ed al cambiamento del paese sotto la guida del CNT. Abdel Hafiz Ghoga,
portavoce del CNT, presenta le sue dimissioni.
2012 In febbraio gli scontri tra il gruppo arabo Zawi e quello africano Tebu nella località
di al-Kufra nella remota parte sud orientale del paese generano un numero significativo
di vittime.
2012 In marzo il CNT, stabilitosi nella ricca parte orientale del paese caratterizzata dalla
presenza di giacimenti petroliferi, lancia una campagna per ristabilire l’autonomia delle
regioni generando un incremento delle tensioni con il CNT di Tripoli.
2012 In marzo muore Abdelbase Ali al-Megrahi a Tripoli, autore dell’attentato di
Lockerbie.
2012 In giugno si registrano le lotte delle truppe governative per controllare le milizie
locali, in particolar modo quelli di Zintan nell’ovest del paese. La Brigata al-Awfea prende
in possesso l’Aeroporto Internazionale di Tripoli mentre una folla di supporters
dell’autonomia saccheggia l’ufficio della commissione elettorale di Benghazi.
2012 In agosto il Governo di transizione prende il potere del Congresso Generale
Nazionale, eletto in luglio. Il Congresso elegge Mohammed Magarief del Partito
Fronte Nazionale come presidente dichiarandolo Capo dello Stato ad interim.
2012 In settembre l’ambasciatore statunitense in Libia e tre cittadini statunitensi
vengono uccisi dai militanti islamisti, tra cui Ansar al-Sharia, durante un attacco
diretto al Consolato di Benghazi. Una folla di persone espellono Ansar al-Sharia ed altre
milizie della città e della vicina Derna spingendo il Congresso Nazionale guidato da
Mohammed al-Magarief a votare per lo scioglimento e smantellamento di tutte le milizie
illegali.
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2012 In ottobre il Congresso Nazionale elegge Ali Zeidan, liberale e leader
dell’opposizione durante la guerra civile, alla carica di Primo Ministro.
2012 In dicembre l’ex Primo Ministro al-Baghdadi al-Mahmoudi viene posto sotto
processo a Tripoli per le accuse di “atti che hanno portato l’ingiusta morte dei cittadini
libici” e di aver veicolato 25 milioni di dollari di denaro pubblico attraverso la Tunisia con
l’obiettivo di aiutare le forze militari fedeli al Colonnello Gheddafi.
2013 In maggio una nuova legge proibisce agli ufficiali del Governo del Colonnello
Gheddafi l’accesso ai pubblici uffici. Il Presidente del Congresso Nazionale, Muhammad
al-Magarief, annuncia le sue dimissioni in rispetto della nuova legge.
2013 In giugno il Congresso Nazionale elegge Nuri Abu Sahmein alla carica di Presidente.
Sahmein è membro della minoranza berbera che ha sofferto la discriminazione sotto il
Colonnello Gheddafi.
2013 In agosto la milizia a guardia delle strutture petrolifere inizia a bloccare i terminali
petroliferi di esportazione.
2013 In ottobre le forze speciali statunitensi catturano Anas al-Liby, cittadino libico
sospettato degli attentati all’ambasciate degli Stati Uniti in Kenya e Tanzania nel 1998,
trasportandolo all’estero per la detenzione. Il Governo libico chiede una spiegazione a
Washington. Al-Liby morirà nel 2015, pochi giorni prima l’inizio del suo processo a New
York, ed il suo corpo verrà rimpatriato per i funerali. Il Primo Ministro Ali Zeidan viene
brevemente rapito a Tripoli da un gruppo di miliziani armati, azione che porta gli Stati
Uniti e l’Unione Europea ad esprimere preoccupazione per lo stato dell’ordine pubblico
libico.
2013 In novembre nove persone vengono uccise a Benghazi durante gli scontri tra
l’esercito e gli islamisti armati di Ansar al-Sharia.
2013 In dicembre la Libia sperimenta quello che viene definito il suo primo attacco
suicida esplosivo nella città di Benghazi.
2014 In gennaio il vice Ministro dell’Industria Hassan al-Droui viene ucciso durante
la una visita nella città di Sirte. L’accaduto sancisce il primo assassinio di un membro
del Governo di transizione dopo la caduta del Colonnello Gheddafi.
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2014 In febbraio a seguito del rifiuto del Congresso Nazionale di sciogliersi dopo il
termine del mandato scoppiano delle proteste.
2014 In marzo dozzine di protestanti armati attaccano l’edificio del Parlamento
mentre era in corso una sessione. Due membri del Parlamento vengono feriti e si
decide di spostare la sede in un albergo a cinque stelle nella capitale Tripoli. Il Ministro
della Difesa libico autorizza le forze militari ad usare la forza contro una nave cargo nord
coreana trasportante petrolio venduto dalle forze ribelli. I ribelli in agosto avevano
catturato i tre principali porti libici con l’intento di richiedere una maggiore suddivisione
delle rendite provenienti dal petrolio ed una maggiore autonomia.
2014 In aprile la milizia di guardia alle strutture petrolifere aumenta la chiusura di due
terminali petroliferi.
2014 In maggio il rinnegato Generale Khalifa Haftar dell’Esercito Nazionale Libico
(ENL) lancia un assalto militare compreso di attacchi aerei contro i gruppi islamisti
di Benghazi e cerca di conquistare il Parlamento, accusando il Primo Ministro Maiteg
di essere in balia dei gruppi islamisti.
2014 In giugno il Primo Ministro Maiteg rassegna le dimissioni dopo che la Corte
Suprema ha giudicato il suo incarico illegale. Il nuovo Parlamento scelto dalle elezioni
è conseguenza di una bassa affluenza al voto a causa dei pericoli per la sicurezza e dei
boicottaggi. Gli islamisti soffrono una pesante sconfitta. Scoppia la lotta tra le forze fedeli
al Consiglio Nazionale uscente e quelle del nuovo Parlamento.
2014 In luglio la situazione degenera costringendo la chiusura delle ambasciate e
l’evacuazione dei cittadini stranieri. L’Aeroporto Internazionale di Tripoli viene in grande
pare danneggiato e distrutto dagli scontri armati. Ansar al-Sharia prende il controllo
della maggior parte di Benghazi.
2014 In ottobre il Segretario Generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon visita la Libia per
continuare il dialogo con il nuovo Parlamento e Governo di base a Tobruk e con le milizie
islamiste in possesso di Tripoli. Un report delle Nazioni Unite parla di 100 mila profughi
generati dagli scontri armati.
2014 In dicembre dopo aver riconquistato la maggior parte di Benghazi nel mese di
ottobre, le forze armate si avvicinano a Derna.
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2015 In gennaio l’esercito libico e l’alleanza delle milizie di base a Tripoli dichiarano un
parziale cessate il fuoco sponsorizzato dai colloqui delle Nazioni Unite tenuti a Ginevra. I
militanti islamisti uccidono nove persone in un attacco all’Hotel Corinthia nella città di
Tripoli.
2015 In febbraio aerei dell’aviazione egiziana bombardano obiettivi afferenti allo
Stato Islamico nei pressi di Derna il giorno dopo la pubblicazione del video che mostra
la decapitazione di 21 egiziani cristiani copti da parte degli uomini del Califfato.
L’offensiva dell’esercito libico per riprendere Derna nel mese di marzo fallisce e lo Stato
Islamico riesce a stabilire il controllo sopra la città ed il porto di Sirte a metà strada
tra Tripoli e Benghazi.
2015 Le Nazioni Unite pianificano dei colloqui in Marocco per i fondatori del governo di
unità nazionale tra le amministrazioni di Tobruk e quella di Tripoli. I bombardamenti
aerei statunitensi portano all’uccisione di Mokhtar Belmokhtar, ex comandante di alQaeda e leader del gruppo al-Murabitoun, nella Libia orientale.
2015 In luglio la corte di Tripoli condanna a morte il figlio di Gheddafi Saif al-Islam ed
altri otto ex ufficiali accusati di crimini commessi durante rivoluzione scoppiata nel 2011.
2016 In gennaio le Nazioni Unite annunciano un nuovo governo ad interim di base in
Tunisia, ma né il parlamento di Tobruk né quello di Tripoli accettano di riconoscerne le
autorità. Lo Stato Islamico attacca il terminale petrolifero di Ras Lanuf minacciando di
muovere verso Brega e Tobruk.
2016 In marzo il nuovo governo di unità nazionale giunge a Tripoli e installa il proprio
quartier generale in una base navale.
2016 In aprile lo staff delle Nazioni Unite ritorna a Tripoli dopo circa due anni di assenza.
2016 In settembre l’Esercito di Liberazione Nazionale del Generale Khalifa Haftar
conquista i terminali per l’esportazione petrolifera nell’est libico.
2016 In dicembre le forze pro-Governo cacciano i militanti dello Stato islamico dalla città
costiera di Sirte riuscendo a liberarla dopo 18 mesi.
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Attori nazionali e regionali libici
In Libia ci sono pochi attori nazionali, mentre la maggior parte di attori sono a livello
regionale di cui alcuni con rilevanza anche a livello nazionale. Molti attori importanti,
particolarmente quelli al di fuori delle più grandi città, hanno anche alleanze tribali.
Fin dal 2014, il potere politico è stato diviso tra i due governi rivali di Tripoli e
Tobruk con quest’ultimo riconosciuto dalla comunità internazionale prima della
creazione del Consiglio Presidenziale nel dicembre 2015.
Al momento la Libia ha tre centri di potere:
Fayezz al-Serraj ed il Consiglio Presidenziale
FIGURE 8 FAYYEZ AL-SERRAJ GUIDA DEL CONSIGLIO PRESIDENZIALE
Il Consiglio Presidenziale che si trova localizzato nella base navale di Abu Sittah fin
dal 30 marzo 2016. Questo Consiglio Presidenziale è guidato da Fayez al-Serraj, ex
membro del Parlamento di Tobruk dove rappresentava la Costituente di Tripoli, ed è
stato confermato dalla firma dell’Accordo Politico Libico (APL) nel dicembre 2015.
Secondo questo Accordo, il Consiglio Presidenziale presiede sopra il Governo di Accordo
Nazionale (GAN), attualmente di base a Tripoli, che deve a sua volta essere approvato
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dalla Casa dei Rappresentanti (CS) precedentemente localizzata a Tobruk anche se può
essere localizzata altrove per garantire la sicurezza dei suoi membri che spesso hanno
denunciato le minacce ricevute dagli oppositori del GAN.
FIGURE 9 STRUTTURA GOVERNATIA LIBICA SANCITA DALL’ACCORDO POLITICO LIBICO (LPA)
Il Primo Ministro al-Serraj non rappresenta una figura forte ed autonoma, ma alcuni degli
otto membri che formano il Consiglio Presidenziale hanno rapporti diretti con i detentori
del potere. Il suo vice Ahmed Maiteeq, in precedenza primo ministro per un breve
periodo prima di essere destituito da una sentenza del tribunale, rappresenta la cittàstato di Misurata, la maggiore sostenitrice del Governo di Accordo Nazionale dal punto
di vista politico e militare. Le milizie di Misurata, infatti, hanno avuto un ruolo
fondamentale nella lotta contro Gheddafi e sono ancora oggi una delle due forze militari
maggiormente rilevanti nel paese.
Un'altra importante figura è quella di Ali Faraj al-Qatrani che rappresenta il Generale
Haftar, guida l’Esercito Nazionale Libico, l’altra forza militare del paese. Al-Qatrani è un
alleato di un altro membro del Consiglio Presidenziale, Omar Ahmed al-Aswad che
rappresenta la città-stato di Zintan nella Libia occidentale. Zintan ha giocato un ruolo
importante nella caduta nel 2011 della città di Tripoli controllata da Gheddafi e tutt’oggi
ha buone relazioni con gli Emirati Arabi Uniti.
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Una terza figura importante è Abdessalam Kajman allineato con il Partito Giustizia e
Costruzione di cui i Fratelli Musulmani formano la più grande componente mentre
Musa al-Kuni rappresenta la Libia meridionale.
Mohammed Ammari guida la fazione pro-Governo di Accordo nazionale all’interno del
“Parlamento di Tripoli” e Fathi al-Majburi è un alleato del Direttore delle Guardie delle
Infrastrutture Petrolifere (GIP).
Due aspetti importanti che hanno permesso il consolidamento del potere di al-Serraj sono
state la dichiarazione di lealtà da parte di due delle maggiori istituzioni economiche
libiche di base a Tripoli come la Banca Centrale e la National Oil Corporation unite dal
supporto dimostrato da diverse municipalità nell’ovest e nel sud del paese.
All’interno del Governo di al-Serraj due ministri emergono per il ruolo che hanno giocato
o che possono giocare. Il primo è il Ministro degli Interni al-Aref al-Khuja il quale ha
un background nella polizia e rapporti stretti con la milizia di Tripoli. Il secondo invece è
il Ministro della Difesa Mahdi al-Barghathi, colonnello dell’esercito dello stesso
Esercito di Liberazione Nazionale di Haftar ma politicamente distante abbastanza da
quest’ultimo in modo da essere accettato da altri gruppi che, di fatto, hanno rifiutato
Haftar stesso.
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Khalifa Ghwell ed il Governo di Salvezza Nazionale
FIGURE 10 KHALIFA GHWELL PRIMO MINISTRO DEL GOVERNO DI SALVEZZA NAZIONALE
Il Governo di Salvezza Nazionale rivale al Consiglio Presidenziale e presieduto dal
Primo Ministro Khalifa Ghwell rimane appoggiato al Congresso Nazionale Generale
(CNG), il Parlamento originalmente eletto nel 2012 di base a Tripoli anche se non
controlla nessuna istituzione rilevante. La maggioranza dei membri del CNG, conosciuto
anche come “Parlamento di Tripoli”, sono stati spostati in tutto al Consiglio di Stato,
un corpo consultivo creato sotto l’Accordo Politico Libico.
Il portavoce del Congresso Nazionale Generale, Nouri Abusahmain, ed il Primo Ministro
del Governo di Salvezza Nazionale Khalifa Ghwell provengono dalle città di Zwara e
Misurata rispettivamente e ricevono supporto militare da Jabhat al-Samud (Fronte di
Fermezza) di Salah Badi. Anche se in passato hanno ricevuto armi dalla Turchia, Nouri
Abusahmain e Khalifa Ghwell non sono mai stati controllati dalla Turchia in passato e
influenzati da Ankara.
Sia Ghwell che Abusahmain sono ostili al Governo di Accordo Nazionale ed hanno subito
le sanzioni dell’Unione Europea; anche se il loro supporto è in fase di diminuzione,
insieme hanno la capacità di disturbare le attività di al-Serraj, in special modo se il
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supporto popolare venisse a mancare o se alcune milizie che attualmente fiancheggiano
il Primo Ministro decidessero di cambiare fazione.
Il Generale Khalifa Haftar dell’Esercito di Liberazione
Nazionale
FIGURE 11 IL GENERALE KHALIFA HAFTAR DELL'ESERCITO DI LIBERAZIONE NAZIONALE
Il Generale Khalifa Haftar, autoproclamatosi nemico delle forze islamiste in Libia, guida
dell’Esercito di Liberazione Nationale (ELN). Il Generale Haftar, allineato con l’Egitto,
controlla le autorità di base a Tobruk e al-Bayda che devono anche concedere il potere
al GAN. La Casa dei Rappresentanti di Tobruk è l’autorità legislativa legittima sancita
dall’Accordo Politico Libico, mentre il Governo di Abdullah al-Thinni opera dalla città
orientale libica di al-Bayda e deve eventualmente concedere il potere al GAN.
Il legame tra Haftar ed il Portavoce del “Parlamento di Tobruk” Aguila Saleh Issa è
molto forte. Haftar guida il suo esercito dal quartier generale di Mark nella Libia orientale
ed ha un controllo militare forte sia sul governo di al-Bayda che sulla Casa dei
Rappresentanti di Tobruk a cui si deve aggiungere il supporto popolare nella regione
orientale.
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Recentemente le forze di Haftar sono avanzate verso Benghazi sfidando lo Stato Islamico
e gli islamisti del Consiglio Rivoluzionario della Shura.
A questi tre centri di potere si devono aggiungere le seguenti forze interne:
Lo Stato Islamico in Libia
FIGURE 12 STATO ISLAMICO IN LIBYA SUDDIVISO IN WILAYAT AT-TARABULUS, WILAYAT BARQA E
WILAYAT FEZZAN
Stato Islamico in Libia, chiamato anche Tandhim ad-Dawla (L’Organizzazione dello
Stato) dai libici, controlla la costa centrale mediterranea. Nel novembre 2014 Abu Bakr
al-Baghdadi ha annunciato la creazione del Wilayat in Libia dando vita a tre differenti
province: Wilayat at-Tarabulus, conosciuto anche con il nome di Wilayat Tripolitania,
nell’ovest del paese, Wilayat Barqa nella parte orientale e Wilayat Fezzan nella zona
meridionale. Le origini dello Stato Islamico in Libia possono essere fatte risalire alla
primavera del 2014 quando un gruppo di combattenti libici di Daesh in Siria ed Iraq, la
“Brigata Battaglia”, è tornato il Libia dando vita al Consiglio della Giovane Shura che
ha giurato fedeltà allo Stato Islamico
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Ansar al-Sharia
Ansar al-Sharia, gruppo formato originalmente nella città di Benghazi nel 2012 da ex
combattenti rivoluzionari che richiedevano l’imposizione immediata della shari’a.
Affiliati al movimento sono presenti anche a Derna, Sirte e Ajdabiya. Nel 2014 Ansar alSharia è stato inserito nella lista delle organizzazioni terroristiche delle Nazioni Unite ed
è stato descritto come un gruppo affiliato con al-Qaida nel Maghreb Islamico (AQIM)
e al-Mourabitoun i quali hanno presenza nelle regioni meridionali e centro-orientali
libiche. Ansar al-Sharia ha diretto campi di addestramento per foreign fighters, tra cui un
numero significativo di tunisini, i quali hanno viaggiato verso la Siria, Iraq e Mali.
Individui legati al gruppo hanno partecipato all’attacco alla missione diplomatica degli
Stati Uniti di Benghazi nel settembre 2012.
Anche se Ansar al-Sharia è un gruppo armato, nel periodo 2012/2014 ha adottato una
strategia volta a raccogliere il supporto popolare attraverso attività caritatevoli. Come
risultato Ansar al-Sharia è divenuta l’organizzazione jihadista più grande in Libia.
In risposta all’Operazione Dignità del Generale Khalifa Haftar, l’unità di Benghasi di
Ansar al-Sharia si è unita ad altre milizie cittadine per formare il Consiglio
Rivoluzionario della Shura di Benghazi (CRSB) nell’estate 2014.
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Ibrahim Jadharan
FIGURE 13 IBRAHIM JADHARAN - DIRETTORE DELLA GUARDIE DELL'INFRASTRUTTURE
PETROLIFERE
Ibrahim Jadharan, Direttore delle Guardie dell’Infrastrutture Petrolifere,
attualmente supporta al-Sarraj; in passato ha combattuto contro le milizie della città di
Misurata ed ha criticato molti libici per aver istigato e mantenuto il blocco dei pozzi
petroliferi libici nel periodo 2013-2014. A causa di un disaccordo personale con il
Generale Haftar, Jadharan supporta il Consiglio Presidenziale.
Il network jihadista libico
Il Network Jihadista Libico può essere diviso lungo linee generazionali che fondano le
radici agli anni ’80. Molti coloro appartenenti alle generazioni passate hanno combattuto
contro le truppe sovietiche in Afghanistan e successivamente hanno creato dei gruppi
di opposizione a Gheddafi, il più grande dei quali era il Gruppo Combattente Islamico
Libico (GCIL) attualmente non esistente.
Diversi membri del GCIL, tra cui il l’ultimo leader Abdelhakim Belhadj, hanno giocato
un ruolo chiave nella rivolta del 2011 ed hanno partecipato al periodo di transizione
libico formando partiti politici, conducendo le elezioni e servendo come viceministri nel
governo.
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La seconda e terza generazione di jihadisti invece, ossia coloro che hanno combattuto in
Iraq dal 2003 ed in Siria dal 2011, sono legate a ideologie più radicali e rigettano la
democrazia e tendono ad unirsi alla lotta dello Stato Islamico.
Città-stato libiche
•
Città-stato di Tripoli i cui gruppi armati possono essere differenziati tra coloro
che supportano o non il Governo di al-Serraj. Fino ad ora la maggioranza supporta
l’unità del governo con l’intento di comprendere se questo assetto politico possa
realizzare i loro interessi politici. Una delle figure di spicco è quella di Abdel Rauf
Kara, leader della Forza Deterrente Speciale (Rada) di base nel complesso di
Maitiga. In passato una forza di polizia, attualmente Rada ha come obiettivo quello
di contrastare lo Stato Islamico ed i suoi simpatizzanti. Un’altra figura di spicco è
quella di Haitham Tajouri che guida la più grande milizia di Tripoli. La sua
priorità principale è quella di proteggere i propri interessi nella capitale ed
attualmente la sua posizione rimane ambivalente in merito all’unità del governo.
Le milizie islamiste di Tripoli, alcune delle quali legate con il Gruppo
Combattente Islamico Libico, tendono ad essere le più scettiche in merito
all’unità del governo.
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La Città-stato di Misurata ospita la milizia più grande e più forte del paese. La
città di Misurata, un porto fondamentale libico, non vede una coesione interna tra
i gruppi armati. Le figure politiche e militari più prominenti di Misurata
supportano il governo di unità nazionale, fattore che ha contribuito a garantire
l’appoggio dei principali gruppi armati della città, tra cui le Brigate di Halbous e
Mahjoub.
Una incognita a Misurata è rappresentata da Salah Badi, ex parlamentare e leader
di una milizia e figura chiave nell’alleanza Libya Down del 2014 che si oppone al
governo di unità.
▪
Zintan è una piccola città montana che ha giocato un ruolo influente nella Libia a
partire dal 2011 fino al 2014 quando le sue milizie sono state guidate da Tripoli
nella coalizione Libya Down. Come conseguenza, Zintan ha perso il controllo dei
siti strategici, tra cui l’aeroporto internazionale di Tripoli che è stato distrutto nei
combattimenti. Alcuni si sono uniti successivamente all’Esercito Tribale,
formazione militare che comprende combattenti dalla regione Warshefana
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nell’hinterland di Tripoli e da altri elementi della Libia occidentale, che ha sfidato
Libya Down.
Le milizie di Zintan, dopo le perdite del 2014, sono in fase di studio per
comprendere in che modo possono essere inserite nel cambiamento di ordine.
Attori regionali
L’Egitto è tra i paesi arabi quello che esercita un ruolo più potente in Libia come
dimostrano i viaggi regolari dei leader libici al Cairo. La relazione tra Tobruk e l’Egitto
non è data solo dalla fornitura di armi, ma anche da un progetto politico comune che mira
ad eradicare l’Islam politico ed aumentare l’autonomia della Libia orientale.
Secondo l’Egitto la Cirenaica autonoma, e sotto un leader pro-Cairo come Haftar, potrebbe
creare una buffer zone contro l’ISIS. D’altro canto il Ministero degli Esteri egiziano ha
fornito rassicurazioni sul suo supporto al processo di unità nazionale promosso dalle
Nazioni Unite.
Gli Emirati Arabi Uniti, anche se condividono alcuni dei progetti dell’Egitto, hanno una
posizione di maggiore sostegno alle Nazioni Unite ed hanno dimostrato un minore
coinvolgimento in Libia perché maggiormente preoccupati ed interessati al vicino Yemen.
Comunque gli Emirati continuano ad inviare armi sia ad Haftar che alle milizie di Zintan
ed ospitano ad Abu Dhabi l’Ambasciatore Libico Aref al-Nayed considerato una
importante figura di Tobruk.
Né la Turchia né Qatar hanno lo stesso peso politico sul Governo di Salvezza Nazionale
come quello dell’Egitto e degli Emirati su Tobruk. Le compagnie turche, secondo i report
delle Nazioni Unite, hanno trasportato armi alla coalizione Libya Down (oramai
inesistente) ed il Qatar ha collegamenti con Abdelhakim Belhadj.
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Autori
Abu Bakr Thawabe. Businessman ed analista di base in Kuwait laureato in Studi
Orientali, consulente per la HI Tech International di Kuwait City, ha operato in Medio
Oriente e nel Golfo Persico con l’obiettivo di favorire gli investimenti esteri ed i rapporti
economico-commerciali tra imprese locali ed aziende estere.
Enrico Oliari. L’interesse per la politica estera e la geopolitica lo ha portato a collaborare
con più testate; nel 2011 è tra i fondatori di Notizie Geopolitiche, di cui è attualmente
giornalista e direttore responsabile. Aree di maggiore interesse sono il Mondo arabo e il
fenomeno dei migranti-rifugiati. Per ASRIE Associazione ricopre il ruolo di Analista –
Desk Medio Oriente & Nord Africa.
Giuliano Bifolchi. Analista geopolitico specializzato nel settore Sicurezza, Conflitti e
Relazioni Internazionali. Laureato in Scienze Storiche presso l’Università Tor Vergata di
Roma, ha conseguito un Master in Peace Building Management presso l’Università
Pontificia San Bonaventura specializzandosi in Open Source Intelligence (OSINT)
applicata al fenomeno terroristico della regione mediorientale e caucasica. Attualmente
è il Direttore della OSINT Unit di ASRIE e svolge un progetto di ricerca come dottorando
presso l’Università Tor Vergata di Roma dal titolo “Northern Caucasus Resorts Projects:
il turismo come forma di contrasto al terrorismo ed alla instabilità economica regionale”
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Report ASRIE
Maggio 2017
Report The Iranian Nuclear Deal in the Trump Administration’s Foreign Policy
Aprile 2017
Report Jihad in Africa: gruppi, legami e affiliazioni
Report Daesh: nascita ed evoluzione dello Stato Islamico
Novembre 2016
Report ASEAN: caratteristiche economiche, politiche e socio-culturali della
regione del Sud-Est Asiatico ed opportunità di investimento
Ottobre 2016
Report Kurdistan iracheno: documento elaborato in merito al progetto Speciale
Iraq ed a seguito del viaggio condotto da ASRIE Associazione e Notizie
Geopolitiche nella Regione Autonoma del Kurdistan iracheno
Luglio 2016
Report Russia: analisi della Federazione Russa dal punto di vista economico,
politico e sociale e delle relazioni internazionali con gli attori regionali e
internazionali
Marzo2016
Report Libia: il processo storico e politico della Libia ed il conflitto attuale. Analisi
delle fonti aperte periodo febbraio 2015 – marzo 2016
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ASRIE Associazione
Associazione di Studio, Ricerca ed Internazionalizzazione
in Eurasia ed Africa
C.F. 97759360585
E-mail: [email protected]
Notizie Geopolitiche
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