27 agosto 2011
QUALE DESTINO PER L'EUROPA?
Partecipano: Gianni Pittella, Vicepresidente del Parlamento Europeo; Mario
Mauro, Capogruppo del Popolo della Libertà al Parlamento Europeo; Giulio
Tremonti, Ministro dell’Economia e delle Finanze. Introduce Bernhard Scholz,
Presidente della Compagnia delle Opere.
CIÒ CHE ABBIAMO DI PIÙ CARO
Presentazione del libro di Luigi Giussani (Ed. BUR-Rizzoli).
Partecipano: Eugenio Borgna, Primario Emerito di Psichiatria dell’Ospedale
Maggiore di Novara; Aldo Trento, Missionario in Paraguay. Introduce Emilia
Guarnieri, Presidente della Fondazione Meeting per l’Amicizia fra i Popoli.
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QUALE DESTINO PER L'EUROPA?
Eurobond e Stati Uniti d’Europa: questa la risposta vincente ad una crisi epocale
che da cinque anni attanaglia non solo il nostro continente ma il mondo intero. Se
ne sono detti convinti questa mattina il ministro dell’Economia e delle Finanze
Giulio Tremonti, il capogruppo del Pdl al Parlamento europeo, Mario Mauro, e il
vicepresidente del Parlamento europeo, Gianni Pittella.
Tutti però hanno insistito che gli Stati Uniti d’Europa non possono essere
un’operazione di ingegneria politico-finanziaria ma il frutto di un impegno che
nasce da valori comuni e principi etici prima ancora che economici.
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Il ministro dell’Economia e delle Finanze Giulio Tremonti
“L’eurobond – ha spiegato Tremonti – permette di organizzare e contenere il
debito pubblico e di raccogliere sul mercato i necessari finanziamenti per il
futuro dell’Europa. L’eurobond serve a collegare rigore di bilancio e sviluppo del
continente, è l’inevitabile punto di approdo di quella interdipendenza che ormai
caratterizza la convivenza fra i paesi europei”. “Non siamo più ai tempi di
Westfalia, del cuius regio eius religio con l’assolutizzazione dei particolarismi e
dei nazionalismi. Oggi la globalizzazione è un dato di fatto”.
“Se prima c’era l’automobile adesso è il momento dell’eurobond”. Tremonti, a
proposito delle contese economico-finanziarie di oggi, ha richiamato l’attenzione
su un altro evento storico, la pace di Versailles, dopo la prima guerra mondiale,
quando stupidità e avidità imposero alla Germania sanzioni economiche
impossibili, prefigurando un nuovo ricorso mondiale alle armi.
Secondo Tremonti, “il mondo della finanza ha avuto solo regole scritte per finta
dagli stessi banchieri direttamente coinvolti”. Per questo, a detta del ministro,
siamo ancora dentro la crisi e non ne abbiamo ancora sconfitti gli aspetti
peggiori.
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Bernhard Scholz,presidente della Compagnia delle Opere
Il debito pubblico e la crisi finanziaria hanno un’origine comune: volere tutto e
subito, senza passare per uno sviluppo reale e i necessari sacrifici. “Alle
richieste assistenzialistiche verso lo stato e alle pretese corporativistiche – ha
aggiunto Scholz – si deve rispondere promuovendo la sussidiarietà, come
chiedono la costituzione europea e quella del nostro Paese”. Secondo Scholz,
certe politiche nazionali hanno di mira solo l’interesse del singolo leader mentre
i popoli sono pronti a fare la loro parte se la politica dimostra di avere un
disegno complessivo e prospettive lungimiranti.
Il presidente della CdO ha poi chiesto agli ospiti quale sia la strada da
percorrere per coniugare la riduzione della spesa pubblica con “una crescita che
abbia come bussola delle sue decisioni il futuro dei nostri figli”.
Dobbiamo riscoprire il significato di Unione Europea, è stata la risposta di
Mario Mauro e Gianni Pittella.
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Mauro Mario, capogruppo del Pdl al Parlamento europeo
Dobbiamo riscoprire il significato di Unione Europea, è stata la risposta di Mario
Mauro e Gianni Pittella. “L’Europa ha prodotto e produce interdipendenza – ha
spiegato Mauro – questa logica non è un’altra parola da aggiungere al lessico
europeo ma ci siamo legati di più e in un numero maggiore di paesi e nessuno può
pensare di uscire dal guado della crisi da solo”. Per questo, secondo Mauro,
nonostante l’idea di un’Europa unica risalga a più di cinquant’anni fa, “solo adesso
ci stiamo mettendo insieme e lo facciamo soltanto per superare questa situazione
critica”.
Mauro, nel suo discorso, ha citato il problema del debito pubblico, trattato anche
dal collega Pittella: “Gli Eurobond sono la chiave per uscire dalla crisi perché si
può costituire un’agenzia del debito europeo che contemporaneamente raccolga
investimenti”. Secondo il vicepresidente, l’Europa deve inoltre “costruire
infrastrutture materiali e immateriali, come la formazione, puntare sulla banda
larga e le energie rinnovabili”.
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Gianni Pittella, vicepresidente del Parlamento europeo
Pittella ha sottolineato che “non si possono fare solo sacrifici ma che bisogna
pensare anche a politiche per la crescita e la condivisione. È poi necessaria
un’unione fiscale altrimenti l’euro non regge: Inoltre bisogna riformare le agenzia
di rating: dobbiamo crearne una indipendente in Europa”. Importante in questo
difficile contesto è anche il potenziamento degli strumenti per aumentare il
controllo sui mercati finanziari e “il rafforzamento del Parlamento europeo
perché è l’unica istituzione in Europa eletta dal popolo”.
Ha concluso con una speranza: “Mi auguro che l’Italia esca dal club degli
euroscettici ed entri in quello degli eurofili”.
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Il ministro Tremonti conclude:
“Se c’è una strada da seguire – ha concluso Tremonti – non è certo
quella dei sacerdoti del denaro e dei sepolcri imbiancati, ma quella dei
sacerdoti veri come il papa, che a Madrid ha richiamato la dimensione
etica anche nell’economia e nella finanza, e don Giussani che già
quarant’anni fa diceva che il cuore dell’uomo e la storia sono cambiati
dalle stesse forze”
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Siamo proprio alla fine di questa meravigliosa
esperienza.
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CIÒ CHE ABBIAMO DI PIÙ CARO
Atto finale della 32ma edizione del Meeting per l’amicizia fra i popoli, la
presentazione alle 15.00, in un gremitissimo Auditorium B7 del libro di don Luigi
Giussani, edito da Bur Rizzoli, Ciò che abbiamo di più caro. Il volume conclude il
resoconto delle équipes – ovvero gli incontri che don Giussani teneva
periodicamente con gli universitari di Comunione e Liberazione – raccogliendo
quelle dell’88 e dell’89.
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Gli ultimi appunti…….
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Emilia Guarnieri, presidente del Meeting, introduce l’incontro:
“Il titolo del libro è una frase tratta da Il racconto dell’Anticristo di Vladimir
Solovëv, la risposta dello starets Giovanni alla domanda dell’imperatore: cosa
avete di più caro nel cristianesimo? Per la Pasqua del 1988 gli universitari
realizzarono un volantone con questa frase e nelle équipes di quell’anno lavorano
sul quel testo. Don Giussani partiva sempre dall’esperienza. E il nostro movimento
è sempre andato avanti così, non per parole d’ordine lanciate ma per la riflessione,
per un giudizio sull’esperienza”.
“Il testo – prosegue la presidente del Meeting – inizia con un’équipe in cui don
Giussani pone drammaticamente la questione dell’emergenza-uomo, ridotto a
essere un fascio di reazioni il più delle volte in balìa della paura. Ciò che può
ridare identità all’umano, prosegue il percorso che Giussani fa con gli universitari,
è solo l’imbattersi in una realtà umana certa, non consolatoria, ma al contrario
inquietante, la certezza di un amore concreto che entra drammaticamente nella
vita per cambiarla, non diversamente da quello che anche in questi giorni abbiamo
visto accadere”.
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Eugenio Borgna, psichiatra,
Maggiore di Novara
primario
emerito
dell’ospedale
Borgna ha raccolto calorosissimi applausi, raccontando come la lettura del libro
lo abbia profondamente coinvolto, attraverso “una mirabile presenza umana e
sacerdotale”, nella quale contemplazione, preghiera e ascolto si intrecciano
misteriosamente. “Come dice Paul Celan – ha detto Borgna – ci sono occhi che
vanno al fondo delle cose, e questi sono gli occhi di don Giussani. Le parole sono
creature viventi, sono persone, mai queste immagini mi sono sembrate così
palpitanti
di
vita
come
ascoltando
e
leggendo
don
Giussani”.
Con queste parole, osserva Borgna, noi entriamo in relazione con l’altro. “Vi è una
Epifania, ossia una celebrazione dell’istante, dove sta l’essenza del cristianesimo
che colpisce ciascuno di noi al di là di quello che abbiamo o non abbiamo fatto;
tutto è modificabile grazie alle nostre certezze, secondo come noi agiamo e
viviamo la vita.
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Ogni certezza rimane tale solo se si fonda su altre certezze. Oggi, però, le
certezze che la nostra società incoraggia sono assai futili e su di esse non si può
fondare una intera esistenza. Tuttavia, Giussani ha fondato un vero e proprio
metodo per poter coltivare le nostre speranze. La nostra speranza deve
permetterci di coltivare l’eterno”.
“Il dolore è ineliminabile dalla vita, solo quando essa è immersa negli orizzonti
della fede e della speranza ed è accompagnata da questa immensa certezza, il
dolore ritrova un senso. Il dolore scompare, ma il ricordo del dolore rimane
radicato nel cuore e nella memoria. Ancora una volta le parole di don Giussani
scendono nel nostro cuore con la loro scia di pensieri e di emozioni, e
testimoniano la sua inenarrabile capacità di rivivere nel suo cuore il mare di
dolore e di angoscia che ci sono nella vita, e che solo nell’immersione nell’infinito
ritrovano i loro orizzonti di senso”.
“Il male, lama di umiliazione, ti separa muscolo da muscolo, osso da osso, ti
penetra tra una cellula e l’altra. Vi è una permanenza del grande dolore; e se si
ama una persona, si è aperti umanamente, la questione si moltiplica perché il
dolore dell’altro è uguale al nostro. Non dobbiamo scandalizzarci della follia che
è in noi, qualunque grado questa follia raggiunga. La coscienza di questa
dislocazione fa sentire l’umanità ai nostri occhi così come era sentita dagli occhi
di Cristo, che “si voltò ed ebbe compassione di loro, della folla”.
“Non so se io sia riuscito a dire qualcosa di ciò che il mio cuore ha provato
leggendo questo libro – ha concluso lo psichiatra – in ogni modo vorrei
ringraziare questa assemblea, il cui linguaggio del silenzio arcano mi ha aiutato
ad andare avanti nella mia relazione, che non avrei potuto nemmeno pensare
senza il grande libro di don Giussani, e che è sgorgato nel ricordo incancellabile
dell’estate del 1998, quando il destino mi ha fatto incontrare questo maestro
incomparabile di fede e di speranza, di preghiera e di profezia, di rinascita
interiore e di riscoperta delle fondazioni cristiane della vita”.
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Conclude don Aldo Trento, missionario della Fraternità San
Carlo in Paraguay.
“Chi sei tu o Cristo che, a distanza di 22 anni, mi fai essere qui a dire che è vero
quello che Giussani e Borgna testimoniano?
“Da questa esperienza del mistero, da questo riconoscimento ‘io sono tu che mi
fai’, da questa drammatica letizia è sbocciata la coscienza del mio io. A pagina 286
del libro, in una lezione tenuta a Corvara proprio dal professor Borgna, si legge: ‘Mi
ha impressionato il fatto che siamo tutti folli... non facciamo fatica a capire che
l’equilibrio assoluto non ce l’ha nessuno (…). Questa dissociazione dell’io, questa
follia appartiene a tutti perché frutto, sono parole di don Giussani, del peccato
originale”.
“Cosa mi ha salvato da questa mia pazzia cosa ha ricostituito il mio io dissociato?
Un incontro, non un incontro qualsiasi ma con qualcuno con cui ho sperimentato la
stessa tenerezza di Gesù con Giovanni e Andrea, Zaccheo, l’adultera, la
samaritana, Matteo. Un incontro mendicato (…) l’incontro con don Giussani,
l’abbraccio di don Giussani. Mi ricordo il giorno, era il 25 marzo 1989.
Rivedo gli occhi luminosi di quell’uomo mentre mi parlava di Cristo parlando lui con
Cristo. Quell’abbraccio era l’abbraccio di Dio. Dal giorno di quell’abbraccio ho
sperimentato la differenza tra l’essere figli e discepoli”.
“L’esperienza dell’abbraccio è una necessità, perché la vita non si impara: è
ricevuta. È trasmessa da un padre – ha gridato padre Aldo – Mi ami tu? Un abbraccio
che si trasforma in amicizia, compagnia, sostegno”.
(fonte: www.meetingrimini.org)
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Emilia Guarnieri, presidente del Meeting, conclude i
lavori
Il tema del Meeting 2012, annuncia Emilia Guarnieri ringraziando tutti, è
«La natura dell’uomo è rapporto con l’infinito».
Ascoltando il professor Borgna e padre Aldo è come se fosse già cominciato ora.
Il prossimo meeting si terrà
Dal 19 al 25 agosto 2012, con il seguente titolo
"La natura dell'uomo e rapporto con l'infinito"
.....e noi ci saremo
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«Fare i volontari, un’esigenza del cuore »
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