Alessandra Perutelli - U.O. Ostetricia e Ginecologia 2 NEL SUO AMBITO SPECIALISTICO QUALI INTERVENTI POSSONO ESSERE ESEGUITI UTILIZZANDO IL ROBOT? L’introduzione del sistema robotico da Vinci in chirurgia ginecologica ha determinato un importante cambiamento nel management chirurgico, permettendo ai chirurghi meno esperti in laparoscopia di poter eseguire procedure chirurgiche complesse con una tecnica mini invasiva. Un’ampia serie di studi della letteratura ha dimostrato che quasi tutti gli interventi chirurgici ginecologici sono fattibili con approccio mininvasivo roboticamente assistito, ma ancora riserve esistono sulla reale indicazione alla chirurgia robotica per molti tipi di interventi che possono essere eseguiti per via laparoscopica con gli stessi benefici ma a costi inferiori. QUALI SONO I VANTAGGI DELLA CHIRURGIA ROBOTICA RISPETTO ALLA CHIRURGIA TRADIZIONALE? Rispetto alla chirurgia open i vantaggi della chirurgia robotica sono: • significativa riduzione del dolore • minore perdita di sangue e di conseguenza minore necessità di trasfusioni • diminuzione del rischio d'infezione • riduzione della degenza ospedaliera • recupero e ritorno più rapido alle normali attività • piccole incisioni con cicatrici minime • riduzione dei tempi tra l'intervento chirurgico e i trattamenti successivi • in molti casi, migliori esiti e soddisfazione del paziente La chirurgia robotica rappresenta l’evoluzione della laparoscopia consentendo di superarne i limiti attraverso: • Migliore visione (immagine 3D, magnificazione) • Maggior mobilità della punta dello strumento (7 gradi di libertà, simile alla mano umana) con conseguente maggior destrezza nelle procedure • Riduzione del tremore • Posizione ergonomica per il chirurgo Ciò si traduce in: • Fine dissezione, più facile identificazione di vasi, nervi e piani anatomici • Sutura più facile e più rapida; • Riduzione del discomfort e della stanchezza durante procedure complesse • Rapida curva di apprendimento e maggior diffusione della tecnica • Procedure chirurgiche complesse e miglior gestione complicanze intraoperatorie rispetto alla laparoscopia con conseguente riduzione del tasso di conversione laparotomica • Migliore approccio chirurgico alla paziente obesa anche grazie all’assenza di feed back tattile annulla la resistenza che la parete addominale esercita sui movimenti degli strumenti, garantendo movimenti più fluidi e maggior destrezza in spazi ristretti. Tutto ciò si concretizza in una minor percentuale di conversione rispetto alla tecnica laparoscopica QUAL È IL PERCORSO DI UN PAZIENTE CANDIDATO A UN INTERVETNO CON LA CHIRURGIA ROBOTICA? In ginecologia oncologica l’approccio chirurgico mini invasivo sta assumendo un ruolo sempre più rilevante. Nel carcinoma iniziale dell’endometrio lo studio multicentrico controllato randomizzato LAP2 ha dimostrato che la stadiazione laparoscopica è fattibile e sicura, garantendo una minor degenza postoperatoria con le stesse % di complicanze perioperatorie rispetto alla tecnica open, ma con più lunghi tempi operatori. La chirurgia robotica, rappresentando un’evoluzione della laparoscopia, a maggior ragione dovrà essere impiegata per la stadiazione del carcinoma iniziale dell’endometrio, considerando inoltre che la maggior parte di queste pazienti sono obese. Alessandra Perutelli - U.O. Ostetricia e Ginecologia 2 L’unico limite è rappresentato dalle dimensioni dell’utero (o da vagine anguste) che dovrà essere sfilato dalla vagina senza essere morcellato per evitare disseminazione neoplastica. In tali circostanze, come nei tumori in stadio superiore al I è indicato l’approccio open. In casi selezionati (pazienti obese con possibile alta morbilità perioperatoria se sottoposte a chirurgia open) è possibile eseguire un approccio robotico anche per uteri voluminosi, associando alla procedura una laparotomia in Pfannenstiel per estrarre il pezzo operatorio. Ad oggi pertanto l’unica indicazione alla laparotomia nella stadiazione del carcinoma iniziale dell’endometrio è costituita dalle dimensioni uterine Anche per quanto riguarda il carcinoma iniziale della cervice uterina (IA-IB1) gli studi comparativi che hanno confrontato la tecnica open, laparoscopica e robotica hanno evidenziato che l’approccio mini invasivo a fronte di tempi operatori più lunghi, presenta una radicalità chirurgica (tessuto parametriale e n linfonodi asportati) sovrapponibile alla tecnica open, ma con minori perdite ematiche e tempi di recupero più brevi. Rispetto alla laparoscopia la tecnica robotica consente dissezioni più fini in spazi più ristretti, presupposto per una chirurgia “nerve sparing”, sempre più raccomandata considerato l’impatto negativo di una denervazione viscerale sulla qualità di vita delle pazienti. In attesa dei risultati del LACC study, unico studio multicentrico clinico controllato randomizzato che confronta la chirurgia mini invasiva (robotica e laparoscopica) con la laparotomia nell’isterectomia radicale per il carcinoma iniziale della cervice. I criteri selettivi per un approccio mini invasivo al carcinoma della cervice sono costituiti da quelli prettamente oncologici ossia un vero stadio iniziale, non precedentemente chemio trattato. La presenza di qualsiasi fattore di rischio (linfadenomegalie regionali alla TC, neoplasia < 4 cm, fornici vaginali interessati) impongono un approccio open. Anche nel tumore iniziale dell’ovaio lo staging chirurgico intensivo (washing peritoneale, isterectomia totale/bx endometrio, annessiectomia mono/bilaterale, bx peritoneali, omentectomia e linfadenectomia pelvica e lombo aortica) potrà essere eseguito con chirurgia robotica o laparoscopica In questo caso l’unico vero criterio selettivo è costituito dalla volume della neoformazione ovarica. Se diametro > 10 cm è raccomandabile un approccio open per il rischio di rompere la massa. Considerati i vantaggi che l’approccio mini invasivo ha rispetto alla laparotomia ed i vantaggi che la chirurgia robotica ha rispetto alla laparoscopia, il vero criterio selettivo nella chirurgia per patologia benigna è costituito dal rapporto tra costo e difficoltà della procedura. Per procedure più complesse come rianastomosi tubariche o promontosacropessia potrebbe essere indicato un approccio robotico. Procedure meno complesse come l’isterectomia semplice (uteri con fondo al di sotto del livello della linea ombelicale trasversa) dovrebbero essere eseguite con tecnica mini invasiva laparoscopica.