Dott. Paolo COLLIVADINO Specialista in Ortopedia e Traumatologia

Dott. Paolo COLLIVADINO
Medico Chirurgo
Specialista in Ortopedia e Traumatologia
LA CAVIGLIA DEL
PALLAVOLISTA
• ALLENARLA – CURARLA
• RIABILITARLA
•VOLLEY E CAVIGLIA
• Un rapporto a volte complicato !!!
Nell'esame della letteratura recente
troviamo studi epidemiologici che
hanno preso in considerazione
sport con cambi di direzione
(pivoting) e di lateralità (cutting) in
cui sono in gioco intense forze
rotatorie e traslatorie a carico
dell'arto inferiore.
E' emerso che durante l'attività in
catena cinetica chiusa i traumi
distorsivi dell'articolazione tibiotarsica rappresentano l'evento
traumatologico principale.
40% nel volley
13,6% nel calcio
50% nella pallacanestro
22% nel football
ANATOMIA DELLA
CAVIGLIA
ARTICOLAZIONE TIBIO-TARSICA
(VERSANTE MEDIALE)
ARTICOLAZIONE TIBIO-TARSICA
(VERSANTE LATERALE)
La stabilità e la congruità
articolare di queste ossa durante
l’esecuzione del movimento sono
assicurate dall’integrità di questi
complessi legamentosi.
Il meccanismo di lesione è
ricollegabile per il 90% a traumi in
inversione, ovvero: flessione
plantare della tibio-tarsica, varismo
sottoastragalico, flessione interna
mediotarsica.
Inversione forzata in flessione
(rottura dei legamenti esterni e del
legt a siepe)
Distorsione
La distorsione di caviglia produce
un danno legamentoso, più o meno
complesso a seconda del numero di
legamenti coinvolti, la cui
estensione e gravità viene
quantificata in tre gradi.
Grado I (lieve):
stiramento dei PAA senza lesione
macroscopica con modesto
gonfiore e scarsa limitazione
funzionale
Grado II (moderato):
parziale lesione macro-scopica
del legamento con moderato
gonfiore e dolore. Sono presenti
una limitazione del movimento
ed un moderato grado di
instabilità.
Grado III (severo):
lesione legamentosa completa,
accompagnata da gonfiore,
emorragia, impotenza
funzionale assoluta ed instabilità
articolare.
CLINICA
• I segni ed i sintomi clinici sono:
tumefazione precoce ed a volte imponente
della regione malleolare, ecchimosi
tardiva, dolore in sede premalleolare e
sottomalleolare, a volte in sede
retromalleolare esterna; impotenza
funzionale, dolorabilità in sede di lesione
provocata dai tentativi di pronazione o
supinazione del piede, segno del "cassetto
anteriore" in caso di rottura totale del
compartimento esterno.
IL MIO ATLETA SI
INFORTUNA ALLA
CAVIGLIA.
COSA DEVO FARE ??????????
I medici che siedono in panchina
(non necessariamente traumatologi),
gli allenatori e gli atleti
dovrebbero avere le conoscenze
necessarie affinché la distorsione di
caviglia in inversione, cioè il trauma
più frequente non solo nella
pallavolo ma nella vita di tuoi i
giorni, non debba rappresentare un
problema nel prosieguo della
carriera sportiva di un giocatore.
Infatti, come succede sempre
più frequentemente, ne viene
sottovalutata la gravità, assillati
dalla necessità di un repentino
recupero agonistico.
Pertanto, potendo ottenere una
perfetta guarigione in ogni distorsione
di caviglia, è necessario effettuare
un trattamento appropriato a
seconda dei casi (bendaggio
funzionale, tutore, apparecchio gessato
o intervento chirurgico) ed è quindi
opportuna una corretta valutazione
della gravità e localizzazione delle
lesioni legamentose.
Vediamo dunque come
comportarsi sul campo nel
momento in cui avviene il trauma:
immediata applicazione del
ghiaccio ed elevazione
dell'arto;
dopo un paio di minuti,
valutazione del danno (se
possibile) e fasciatura
compressiva.
Indagare sul meccanismo
traumatico (inversione) e chiedere
all'atleta se si tratti o meno della
prima distorsione a quella caviglia
(questo perché un eventuale
danno potrebbe essere il reliquato
di un altro evento traumatico) e se
ha sentito un rumore tipo "crack"
al momento del trauma (indice di
probabilissima lesione grave);
Se si ritiene che la distorsione sia
di lieve entità (stabile) l'atleta
può, in assenza di dolore al
carico e previo taping sia
compressivo che stabilizzante,
tornare in campo; dopo la gara la
caviglia verrà nuovamente valutata
e trattata a seconda delle
necessità.
Se vi e’ il dubbio che la
distorsione sia grave
(instabile), mantenendo l'arto
fuori carico, conviene subito
eseguire un esame radiografico
prima standard (per escludere
eventuali fratture) poi sotto stress
(almeno con l'esecuzione del test
dell'inversione).
Come detto prima, per quanto
riguarda il trattamento definitivo,
dipende dalla gravità della
lesione.
Nelle lesioni stabili il trattamento
d'elezione è quello cosiddetto
"funzionale": per 2 giorni
ghiaccio, fasciatura compressiva ed
elevazione dell'arto; in questo
periodo può essere utile la
somministrazione di farmaci
antinfiammatori non steroidei.
Successivamente ghiaccio, graduale
carico con calza elastica (dolore
permettendo) e con l'eventuale
ausilio di bastoni canadesi,
movimenti articolari attivi e contro
la resistenza dell'acqua e, ad una
settimana dal trauma, esercizi di
ginnastica propriocettiva
in questa fase il dolore e la
reazione infiammatoria dei tessuti
potranno essere controllati anche
con l'uso di farmaci e applicazioni
di fisioterapia (tens, ultrasuoni,
ionoforesi, laser terapia, tecar
terapia).
Dopo circa 10 giorni, sempre
gradualmente, si potrà tornare a
correre ed a saltare con un
taping anelastico evitando le
situazioni a rischio, cioè i salti in
prossimità di altri giocatori.
Generalmente a quindici giorni dal
trauma si è pronti per un pieno
recupero, ma la ginnastica
propriocettiva ed il taping verranno
abbandonati solo in trentesima
giornata.
Per quanto riguarda il ghiaccio
(crioterapia) sembrerebbero
esservi pareri discordi sulla
modalità di applicazione.
Alcuni, infatti, suggeriscono di
mantenerlo a permanenza sulla
zona lesionata per tutte le prime
24/48 ore, mentre altri
suggeriscono di non superare mai i
20 minuti di applicazione
continuativa.
In realtà nessuna delle due
metodiche è sbagliata, ma le
modalità di una corretta
crioterapia dipendono dagli effetti
che desideriamo ottenere con essa.
In una distorsione di caviglia,
quindi, le due metodiche si
compendiano: infatti, ad una prima
fase di un paio di giorni di
crioterapia "continua" potrà seguire,
per tutto il periodo del recupero,
una crioterapia "alternata".
La ginnastica propriocettiva ha
lo scopo di ripristinare e migliorare i
riflessi propriocettivi di controllo
neuromuscolare della stabilità
articolare, attraverso la riproduzione
di situazioni a rischio controllate.
Per l'esecuzione di questi esercizi ci si
avvale di tavolette ad appoggio
instabile sulle quali il paziente deve
imparare a rimanere in equilibrio.
BENDAGGI FUNZIONALI - TAPING
PRO E CONTRO
I vantaggi del bendaggio funzionale,
che evita un'immobilizzazione
prolungata, sono rappresentati dal più
veloce riassorbimento dell'edema, dal
mantenimento del tono muscolare,
dalla più rapida guarigione dei
legamenti, sottoposti a sollecitazioni
funzionali, inoltre non interrompe la
stimolazione dei propriocettori
capsulari.
Lo svantaggio del bendaggio
funzionale è costituito dalla durata
dello stesso, che deve essere
applicato in assenza di tumefazione
e quindi rinnovato ogni 5-7 giorni
fino a 3 settimane, al fine di fornire
un'adeguata contenzione alla
caviglia.
In definitiva si può affermare
che il bendaggio preventivo
abbia una
reale efficacia preventiva.
Alla luce di quanto emerge dalla
rassegna dell'attuale letteratura il
picco massimo dell'azione
preventiva del taping è in
associazione al potenziamento
muscolare e ad un training
propriocettivo costante.
CONCLUSIONI
UNA PRECOCE E CORRETTA DIAGNOSI,
PERMETTERA’ UN APPROCCIO
TERAPEUTICO IDONEO ALL’ATLETA,
OTTIMIZZANDO I TEMPI DI RECUPERO
PER LA RIPRESA DELL’ATTIVITA’
AGONISTICA.
GRAZIE
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