Esercitazioni per la caviglia esplosiva viene regolata dalla qualità di lavoro del piede. Quindi la caviglia non è solo un mezzo di supporto dell’arto inferiore, i suoi movimenti di flesso - estensione, sono indispensabili per compiere l’espressione di forza necessaria al gesto sportivo. I movimenti di adduzione ed abduzione vengono fatti attraverso l’azione di altre due articolazioni che sono il ginocchio e l’anca. La caviglia è un’articolazione soggetta a tantissime sollecitazioni e di conseguenza più esposta a distorsioni, fratture, contusioni, lussazioni. La caviglia è fondamentale in ogni gesto sportivo specifico, in quanto tutti i movimenti di espressione di forza vengono veicolati dall’azione di questa articolazione. Per esempio in qualsiasi gesto di salto, negli sport di atletica, nel nuoto, nel calcio, nella pallavolo ecc; la caviglia è l’ultima articolazione che esegue il gesto. Il sistema muscolare che sostiene ed esegue il movimento sono: il soleo, il gastrocnemio, gli estensori e flessori delle dita del piede. La biomeccanica del movimento definisce il piede come una leva di secondo grado, dove i punti di forza ed il fulcro sono nello stesso lato della forza resistente. Affinché tutto questo venga con la massima efficienza ed espressione di forza, c’è bisogno di una grande conoscenza tecnica e pratica dei punti di appoggio del piede. L’allenamento della caviglia non deve essere in relazione alla massa, ma bensì in relazione alla forza. La forza soprattutto quella Molti esercizi diventano fondamentali per il recupero da infortuni e per l’aumento della forza; essi sono: - Calf seduto Calf in piedi Propriocezione della camminata Propriocezione del salto Propriocezione dell’atterraggio Solo attraverso la definizione degli esercizi che si possono effettuare, capiamo bene che in quasi tutti gli sport diventa fondamentale la capacità di reclutamento dei muscoli della caviglia. Le esercitazioni di questa ripartizione vengono trascurati per mancanza di tempo, ma anche perché sono esercitazioni monotone, e quindi secondo la cultura moderna, si possono trascurare perché ci dobbiamo divertire. Questa idea sbagliata molto spesso ci rende cechi davanti al reale problema di un atleta che salta poco, o che non riesce a spingere bene durante le bracciate nel nuoto, oppure corre senza riuscire a superare determinati tempi di progressione. Non mi dilungo su i calf seduto ed in piedi, in quanto in palestra esistono i macchinari specifici, in più è di facilissima applicazione anche con il corpo libero; mi dilungo un po’ sulla propriocezione della caviglia. Ad un esame specifico con piezoelettrici, possiamo osservare i punti di appoggio del nostro piede, che possono generare scompensi nella postura e di conseguenza nel gesto specifico. Allenare la capacità di appoggio e spinta del piede aiuta a recuperare i traumi della caviglia in modo efficace e rapido. In più un’articolazione forte, riduce drasticamente la recitiva da infortunio. Quindi far muovere un piede alla volta, camminare lungo una linea prima in flesso estensione, poi in adduzione e abduzione, creano nella muscolatura specifica un adattamento fondamentale in tutte le discipline. Saltare e ritornare da un salto deve servire a capire l’appoggio necessario per evitare un infortunio. Quindi esercitazioni di salto ad un piede, salto a due piedi sono degli automatismi da dover nidificare nella testa del nostro atleta. Il nostro atleta durante la gare pensa a tante cose e non riesce a pensare anche alle fasi di spinta ed atterraggio; possiamo però farlo diventare, attraverso la memoria muscolare, un automatismo. A lungo termine salverà la salute dell’atleta, la sua resa sportiva e la sua qualità di impiego della forza. Marco Candalise