Corso di Economia delle Istituzioni Finanziarie
Docente: Luca Riccetti
POLITICA MONETARIA
1
MERCATO MONETARIO
Economia delle Istituzioni Finanziarie
Offerta e domanda di moneta
• Il mercato della moneta, come tutti i mercati, può essere
rappresentato sotto forma di domanda e di offerta.
• L’offerta nominale di moneta M è influenzata dalla Banca
Centrale (come vedremo successivamente).
• Ipotizzando che nel breve periodo i prezzi siano costanti al
livello P=1, l’offerta reale di moneta M/P è M.
• La quantità di moneta domandata è determinata da 3 motivi:
– transazionale: per acquistare beni e servizi (funzione di
mezzo di scambio);
– precauzionale: per la possibilità di dover effettuare
pagamenti imprevisti (funzione di mezzo di scambio);
– speculativo: per allocare il portafoglio tra moneta e titoli
(funzione di riserva di valore).
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Motivo speculativo e
scelte di portafoglio
•
•
•
•
La domanda di moneta speculativa è dovuta al fatto che le persone che
hanno ricchezze possono detenerle, semplificando l’analisi, in due
grandi gruppi:
– moneta;
– titoli e altre attività reali o finanziarie (azioni, obbligazioni, immobili,
terreni…).
La decisione di portafoglio si basa sul fatto che l’investitore vuole
detenere l’attività che offre il rendimento più alto, ma, dato che il
rendimento dei titoli è incerto, si può dimostrare come sia ottimale
diversificare il portafoglio.
Un incremento del rendimento atteso dei titoli, aumentando il costo
opportunità di detenere moneta, riduce la domanda speculativa di
moneta.
Un incremento dell’incertezza-rischio dei titoli accresce la domanda
speculativa di moneta.
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Mercato della moneta e
mercato dei titoli
• Il vincolo di bilancio patrimoniale implica che la
domanda reale di titoli DT e la domanda reale di moneta
L devono essere uguali alla ricchezza finanziaria reale
W: L + DT = W
• La ricchezza finanziaria reale è composta dalla moneta
in termini reali (M) e dai titoli in termini reali (ST): W = M
+ ST
• L’equilibrio è quindi dato da: L + DT = M + ST
• Riordinando i termini: (L - M) + (DT – ST) = 0
• Il vincolo sulle attività totali implica che quando il
mercato della moneta è in equilibrio (L=M) anche il
mercato dei titoli è in equilibrio (DT=ST).
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Domanda di moneta
• La domanda di moneta transazionale e precauzionale può
essere scritta LT = kY con k>0 che indica la sensibilità della
domanda reale di moneta al livello del reddito.
• La domanda di moneta speculativa può essere formalizzata
come
LS = L* - hi con h>0 che indica la sensibilità della
domanda di moneta al tasso di interesse e L* che indica la
ricchezza che gli operatori vorrebbero in liquidità se il tasso di
interesse fosse zero.
• La domanda di moneta può essere espressa come soma
delle due precedenti componenti:
L = LT + LS = kY + L* - hi
• La domanda reale di moneta cresce col livello del reddito
(motivo transazionale) e diminuisce all’aumentare del tasso
d’interesse (motivo speculativo)
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Mercato monetario e curva LM
• Il mercato della moneta è definito anche L-M perché
in equilibrio è caratterizzato dall’uguaglianza tra
domanda di moneta (L) e offerta di moneta (M).
• La curva LM mostra le combinazioni fra tasso
d’interesse e livello di produzione per le quali il
mercato monetario è in equilibrio.
• Per ricavare la curva LM occorre quindi uguagliare
l’offerta e la domanda di moneta:
M = kY + L* - hi
• Oppure, equivalentemente:
i = 1/h (kY + L* - M)
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Pendenza della LM
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Pendenza della LM (cont.)
• La LM ha pendenza positiva perché un aumento del
reddito accresce la domanda di moneta e, affinché
rimanga uguale all’offerta che è data, occorre un
aumento del tasso di interesse che induca i risparmiatori
a investire in titoli riducendo le scorte monetarie
speculative.
• Più la domanda di moneta è sensibile al reddito (k alto) e
meno è sensibile al tasso di interesse (h basso), più
inclinata risulta la LM: data una variazione del reddito,
l’effetto sul tasso di interesse risulterà maggiore.
• Casi estremi:
– LM orizzontale: trappola della liquidità;
– LM verticale: caso classico.
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Posizione della LM
Un aumento (riduzione) dell’offerta reale di moneta,
provoca uno spostamento della curva LM verso il
basso – a destra (verso l’alto - a sinistra): in
corrispondenza di ciascun tasso di interesse,
l’ammontare del reddito deve essere più alto (basso)
per far crescere (ridurre) la domanda di moneta
transazionale e riassorbire la maggiore (minore)
offerta di moneta oppure, equivalentemente, per ogni
livello di reddito il tasso d’interesse deve essere più
basso (alto) per indurre a detenere una maggiore
(minore) quantità di moneta speculativa.
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Posizione della LM (cont.)
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LM e regola di Taylor
• La LM si ricava ipotizzando che la Banca Centrale decida
l’offerta di moneta.
• A volte le Banche Centrali si pongono obiettivi sul tasso
d’interesse e non sull’offerta di moneta.
• Taylor nel 1993 scrisse una regola che rappresentava le
scelte della Fed nel fissare il tasso d’interesse:
•
  e Y
i  r *    (   *)  Y (Y  Y *)
sono coefficienti positivi: se il tasso d’inflazione
atteso o il reddito atteso è superiore a quello obiettivo, la
Banca Centrale aumenta il tasso d’interesse e viceversa.
• Anche in questo caso vi è una relazione positiva tra reddito e
tasso d’interesse, similmente alla LM che è positivamente
inclinata.
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Equilibrio del mercato dei beni
e di quello monetario
• Affinché il sistema sia in equilibrio (nel breve
periodo), occorre che sia il mercato dei beni (il cui
equilibrio è rappresentato dalla IS) che quello
monetario siano simultaneamente in equilibrio. Nella
figura questo si ottiene nel punto E, intersezione tra
le due rette IS e LM, nel quale si ha un reddito di
equilibrio Y0 e un tasso d’interesse di equilibrio i0.
• Il punto di equilibrio (di breve periodo) cambia
quando si sposta la IS o la LM.
• Per questo la politica monetaria è importante.
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Equilibrio del mercato dei beni
e di quello monetario
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Ma la Banca Centrale fissa la
moneta o il tasso?
• La BC per raggiungere i suoi obiettivi finali di inflazione
e reddito, può scegliere se controllare come obiettivo
intermedio il tasso d’interesse o l’offerta di moneta.
• Nel caso la posizione della IS e della LM siano note, i
due obiettivi intermedi coincidono.
• Nel caso in cui la IS sia instabile, la BC dovrebbe
preferire un obiettivo in termini di offerta di moneta
(figura superiore).
• Nel caso in cui la LM sia instabile, la BC dovrebbe
preferire un obiettivo in termini di tasso di interesse
(figura inferiore).
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• Figure tratte da
«Macroeconomia»,
Dornbusch,
Fischer, Startz,
10°edizione,
McGraw-Hill.
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Quando leggiamo che la BC ha alzato o abbassato il tasso di interesse, vuol dire
che la BC sta modificando il tasso attraverso un’operazione con cui modifica la
quantità di moneta per portare (o mantenere) il tasso al livello prestabilito.
Negli ultimi anni la preferenza delle BC è per questo tipo di politica monetaria.
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POLITICA MONETARIA
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Politica monetaria
• La politica monetaria (assieme a quella fiscale) fa parte della
politica economica.
• La politica monetaria è usualmente svolta dalle Banche Centrali
(mentre quella fiscale dai governi).
• Gli obiettivi finali della politica economica sono:
– occupazione e crescita del reddito;
– stabilità dei prezzi;
– equilibrio della bilancia dei pagamenti.
• La politica monetaria si riassume nella regolazione della
quantità di moneta e del livello dei tassi di interesse.
• Tra gli obiettivi elencati, la politica monetaria ha un impatto
particolarmente rilevante sulla stabilità dei prezzi.
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Politica monetaria e
sistema finanziario
• La politica monetaria è rilevante anche per altri
obiettivi, quali la stabilità del sistema finanziario.
• Infatti, ad es., una politica monetaria restrittiva in
una fase di forte dipendenza delle imprese dal
credito bancario a breve termine, può portare a
fallimenti di imprese e quindi a crisi bancarie.
• D’altra parte il sistema finanziario è un canale di
trasmissione della politica monetaria.
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Strumenti e obiettivi intermedi
• La Banca Centrale (BC) non può influire direttamente sugli
obiettivi finali della politica economica.
• Gli strumenti a disposizione della BC sono strumenti monetari
che incidono direttamente su obiettivi intermedi di natura
monetaria.
• Gli strumenti (tassi ufficiali, riserve obbligatorie, operazioni di
mercato aperto…) servono per modificare la base monetaria.
• Questi strumenti, modificando le riserve bancarie e i tassi di
interesse a breve e a lungo termine, incidono sugli obiettivi
intermedi, cioè la quantità di moneta e di credito e il prezzo
delle attività finanziarie.
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Obiettivi intermedi e
obiettivi finali
• Gli obiettivi intermedi di natura monetaria hanno poi
una relazione con gli obiettivi finali dell’economia
reale, cioè lo sviluppo economico e la stabilità dei
prezzi.
• Questo perché viene influenzata la domanda
aggregata (investimenti e consumi). Si veda lo
schema macroeconomico IS-LM (AD-AS).
• La relazione tra obiettivi intermedi e finali non è del
tutto prevedibile (né sulla misura degli effetti, né sul
tempo di trasmissione) e non è stabile nel tempo.
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Schema logico della
politica monetaria
Strumenti
Obiettivi
operativi
Obiettivi
intermedi
Obiettivi
finali
•Tassi ufficiali
•Riserve obbligatorie
•Operazioni di mercato aperto
•Controlli diretti
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Schema logico della
politica monetaria
Strumenti
Obiettivi
operativi
Obiettivi
intermedi
Obiettivi
finali
•Occupazione e Reddito
•Stabilità dei prezzi
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Schema logico della
politica monetaria
Trasmissione tra variabili finanziarie
Strumenti
Obiettivi
operativi
Obiettivi
intermedi
Obiettivi
finali
Trasmissione tra variabili
finanziarie e reali
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Strategie di politica monetaria
•
•
Nella scelta dell’obiettivo intermedio (e quindi della strategia di politica
monetaria) la BC considera il trade-off tra la precisione con cui riesce a
controllare gli obiettivi intermedi e la correlazione degli stessi con gli obiettivi
finali.
Gli obiettivi intermedi possono fissati in termini di:
– tasso di interesse (interest rate targeting): fino ai primi anni ’70 quando
l’obiettivo della crescita prevaleva sulla stabilità dei prezzi
– crescita di un aggregato monetario (monetary targeting): anni ‘70 e primi
anni ‘80 per combattere l’inflazione dovute alle crisi petrolifere
– tasso di inflazione (inflation targeting): anni ‘90 quando l’innovazione
finanziaria ha reso difficile la previsione della quantità di moneta
compatibile con l’obiettivo finale in termini di inflazione: N. Zelanda
1989, Canada e Israele 1991, Regno Unito 1992, Australia 1993
– strategie ibride di politica monetaria: Federal Reserve System e Banca
Centrale Europea.
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Inflation Targeting
Regime di politica monetaria in cui si fissa direttamente
il tasso di inflazione come obiettivo intermedio.
La Banca centrale si impegna esplicitamente
a condurre la politica monetaria al fine di conseguire
entro un certo intervallo di tempo
un target di inflazione stabilito quantitativamente
e annunciato pubblicamente.
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STRUMENTI DI POLITICA
MONETARIA DELLA BCE
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Strumenti di politica monetaria
della BCE
1. Operazioni di mercato aperto (OMA), per
- controllare i tassi d’interesse
- determinare le condizioni di liquidità
- segnalare orientamento politica monetaria
2. Operazioni su iniziativa delle controparti, per
- immettere ed assorbire liquidità overnight
- segnalare orientamento politica monetaria
- limitare fluttuazioni tassi overnight
3. Riserva obbligatoria, per
- stabilizzare i tassi del mercato monetario
- creare un fabbisogno strutturale di liquidità
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1. Operazioni di mercato aperto
• Operazioni di pronti/termine (repurchase agreement – REPO:
cedo titoli per denaro e mi impegno a ricomprarli ad una certa
data ad un prezzo maggiorato): effetti temporanei.
• Operazioni di acquisto/vendita a titolo definitivo: correzione
permanente della base monetaria.
• Tipologie:
1.1. Operazioni di rifinanziamento principali.
1.2. Operazioni di rifinanziamento a più lungo termine.
1.3. Operazioni di regolazione puntuale (fine tuning).
1.4. Operazioni strutturali.
N.B. 1 - 2 utilizzate con regolarità, 3 - 4 utilizzate all’occorrenza.
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1.1 Operazioni di rifinanziamento
principali (ORP - MRO)
• Sono operazioni di finanziamento che forniscono la maggior
parte del rifinanziamento dell’Eurosistema.
• Effettuate regolarmente con frequenza settimanale.
• Scadenza 1 settimana.
• Effettuate con modalità competitiva, mediante asta standard
con tasso minimo (tasso «ufficiale» di riferimento della politica
monetaria).
• Con la crisi sono iniziate aste a tasso fisso anche con «full
allotment» cioè aggiudicazione di tutti i soldi richiesti dalle
banche.
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1.2 Operazioni di rifinanziamento a
più lungo termine (ORLT - LTRO)
• Dovrebbero rappresentare una quota limitata del
rifinanziamento complessivo.
• Effettuate regolarmente con frequenza mensile.
• Scadenza a tre mesi.
• Effettuate mediante asta competitiva standard a tasso
variabile.
• Con la crisi questo strumento è stato esteso a due LTRO
straordinarie e ora alle Targeted LTRO (TLTRO): si veda
la slide sulle misure non convenzionali.
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1.3 e 1.4 fine tuning e
operazioni strutturali
• Fine tuning:
– per attenuare gli squilibri di liquidità imprevisti sui
tassi di interesse;
– durata e frequenza non standardizzate.
• Operazioni strutturali:
– condotte mediante operazioni temporanee o
definitive, oppure tramite l’emissione di certificati
di debito della BCE.
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1. Le operazioni di mercato
aperto (OMA)
• Se la BC:
1. acquista attività
2. concede un prestito
paga con (e crea) base monetaria. Viceversa se vende attività o
non rinnova un prestito riceve (e distrugge) base monetaria.
• I 3 canali di creazione della base monetaria sono le 3 principali
voci dello stato patrimoniale della BC:
– titoli del settore pubblico
– oro e valuta straniera
– prestiti alle banche commerciali (rifinanziamenti)
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Stato patrimoniale della Banca Centrale Europea
I tre principali gruppi di attività costituiscono i canali di creazione
della base monetaria (oro e valuta, titoli, prestiti alle banche)
mentre i due principali gruppi di passività rappresentano i modi in
cui la base monetaria è utilizzata (circolante e riserve).
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1. OMA sui titoli di Stato
Quando la BC acquista da un investitore istituzionale, ad
es. una banca, titoli per 1 milione di €, accresce il suo attivo;
la BC paga i titoli emettendo un assegno su se stessa che
viene depositato sul conto corrente che la banca ha presso
la BC.
Nel momento in cui l’assegno è accreditato il passivo della
BC cresce di €1 milione perché crescono le riserve
bancarie (e quindi la base monetaria).
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1. Operazioni di mercato aperto: prestito
Lo Stato Patrimoniale semplificato di una Banca Centrale
Banca Centrale
ATTIVITA’
Titoli di Stato
PASSIVITA’
Moneta in circolazione
Rifinanziamento
Riserve bancarie
Finanziamenti verso le banche
Che definiscono il tasso di sconto
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Riserva obbligatoria e
riserve libere detenute
dalle banche
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Esempio: la banca centrale finanzia una banca
Sistema bancario
Riserve
ATTIVITA’
+100 €
Discount loan
PASSIVITA’
+ 100 €
Banca Centrale
Discount loan
Riserve
ATTIVITA’
+100 €
PASSIVITA’
+ 100 €
- Un discount loan
produce una espansione
delle riserve sotto forma
di depositi, dando luogo
ad un incremento della
base e dell’offerta
monetarie.
- Al momento del
rimborso, la quantità di
riserve diminuisce,
esattamente come la base
e l’offerta monetarie.
- Sono operazioni di pronti contro termine (repurchase agreements, REPO): le
banche portano alla BC dei titoli usati come garanzia (collateral, ai quali viene
applicato un haircut) e ricevono un prestito. Successivamente riacquistano i titoli
(a prezzo maggiore, quindi pagando un interesse).
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2. Operazioni su iniziativa delle controparti
•
•
•
•
Frequenza a discrezione delle controparti.
Durata overnight (24 ore).
Ammontare teoricamente illimitato.
Risolvono momentanee carenze/eccedenze di base monetaria 
impediscono una eccessiva volatilità dei tassi interbancari.
1. Operazioni di rifinanziamento marginale:
tasso di rifinanziamento marginale fissato dalla BCE, cap (limite
superiore) dei tassi di mercato monetario su tale scadenza. Sono
operazioni di pronti/termine.
2. Operazioni di deposito marginale:
tasso di deposito marginale fissato dalla BCE, floor (limite inferiore)
del tasso di mercato monetario su tale scadenza.
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Corridoio per EONIA
Scarto tra i tassi su: operazioni di rifinanziamento marginale e
sui depositi presso la BCE.
Definisce il Corridoio per EONIA (Euro Overnight Index Average):
banda entro la quale può oscillare
il tasso del mercato interbancario.
Fissando il corridoio e regolando la liquidità con le OMA la BCE
controlla i tassi a breve termine e segnala l’orientamento della
politica monetaria.
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Corridoio per EONIA
Maggiore o minore ampiezza del corridoio: maggiore o minore volatilità del
tasso sul mercato interbancario.
Quanto più stretto è il corridoio tanto meno le banche sono indotte a
ricorrere ai rapporti interbancari.
Quanto più ampio è il corridoio tanto meno rapido e preciso è il contributo
del mercato alla trasmissione degli impulsi di politica monetaria.
Tassi del mercato monetario: esprimono la valutazione sulla situazione di
liquidità e segnalano le strategie perseguite dalle Autorità.
Controllo monetario attraverso il mercato: scambio di segnali tra le due
istituzioni permettono di individuare le valutazioni reciproche della situazione
corrente e delle prospettive future.
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TRM= banca chiede finanziamenti a
BCE
TRP= BCE immette (toglie) liquidità
a questo tasso con OMA con
scadenza 1 settimana
Tdepo= tasso con cui la BCE
remunera i depositi delle banche
Bce, Bollettino Mensile, gennaio 2009
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Pagina 42
3. Riserva obbligatoria
• Le banche sono al centro del sistema dei pagamenti.
• Le banche, per far fronte a «mismatching» nei pagamenti
(uscite > entrate) hanno riserve monetarie:
– presso sedi e sportelli;
– come depositi interbancari;
– come depositi presso la Banca Centrale (vertice
sistema pagamenti).
• La riserva obbligatoria è una parte delle «riserve
bancarie».
• Riserva obbligatoria: rapporto minimo stabilito dalla BC
tra le riserve delle banche commerciali e i loro depositi.
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3. Riserva obbligatoria
• Storicamente nata per tutelare i depositanti (attività priva di
rischio).
• Successivamente usata per il controllo del moltiplicatore: un
aumento del coefficiente di riserva obbligatoria comporta un
incremento del rapporto riserve/depositi delle banche e quindi
una riduzione del moltiplicatore monetario.
• Oggi serve per stabilizzare la domanda di riserve bancarie e
quindi di base monetaria. In questo modo la politica monetaria,
cioè la variazione dell’offerta di base monetaria, ottiene i suoi
effetti sui tassi a breve. Altrimenti l’alta variabilità della domanda
di base monetaria renderebbe i tassi a breve (interbancari
soprattutto) troppo volatili.
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Pagina 44
3. Riserva obbligatoria
• Istituzioni soggette a riserva: banche insediate nell’area
dell’euro.
• Ammontare di riserva da detenere: 1% della raccolta a
breve (< 2 anni: depositi, titoli del mercato monetario…), a
partire dal 18 gennaio 2012 (prima era il 2%).
• Periodo di mantenimento: dal giorno 24 al 23 del mese
successivo (dal 2004 varia in base al calendario delle ORP).
• Completamente mobilizzabile rispetto dell’obbligo su base
mensile (media saldi fine giornata).
• Remunerazione: al tasso medio delle operazioni di
rifinanziamento principale durante il periodo di mantenimento.
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Pagina 45
Misure non convenzionali adottate dalla
BCE dopo la crisi
«…the ECB is ready to do whathever it takes to
preserve the Euro.
And believe me, it will be enough.»
(26 luglio 2012)
https://www.youtube.com/watch?v=Pq1V0aPEO3c
«…la BCE è pronta a fare tutto il necessario per preservare l’Euro.
E credetemi, sarà sufficiente.»
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Misure non convenzionali adottate
dalla BCE dopo la crisi
• Ottobre 2008: MRO (ORP) con «full allotment» cioè alle
banche tutti i soldi da queste richiesto (se hanno collaterale di
qualità da dare per il P/T).
• Due LTRO straordinarie: prestiti di 3 anni e con «full
allotment» (ad un tasso bassissimo).
– 22-12-2011: 489 miliardi di Euro;
– 1-3-2012: quasi 530 miliardi di Euro;
– la crisi di liquidità delle banche è scongiurata.
• Da agosto 2014 Targeted LTRO (TLTRO): prestiti di 4 anni,
condizionati al finanziamento dell’ «economia reale».
Altrimenti allo scadere del secondo anno la BCE richiederà il
rimborso anticipato.
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Misure non convenzionali adottate
dalla BCE
• La BCE acquista titoli sui mercati finanziari tramite OMA:
– Securities markets programme - SMP (da maggio 2010 a
settembre 2012): iniezioni di liquidità su alcuni mercati,
sterilizzate, per ristabilire il meccanismo di trasmissione della
politica monetaria.
– Outright Monetary Transactions - OMT (da settembre 2012):
acquisto sul mercato secondario di titoli di stato principalmente
con scadenza tra 1 e 3 anni, con liquidità sterilizzata e solo se il
Paese ha fatto richiesta all’EFSF/ESM.
– Quantitative Easing - QE (da marzo 2015): acquisto di titoli di
stato anche a lunga scadenza.
• Dal 16 marzo 2016: Tasso di rifinanziamento marginale: 0,25%.
Tasso di deposito marginale: -0,40%!
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Fonte: Banca d’Italia
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Pagina 49
BCE E FED
Economia delle Istituzioni Finanziarie
Euro: la moneta unica
• Il 1 gennaio 1999 l’Europa ha adottato una
nuova moneta comune: l’Euro.
• Inizialmente 11 paesi, da gennaio 2011 con
l’entrata dell’Estonia 17 paesi.
• Processo verso l’euro in 2 fasi:
– esperienza fino alla caduta del Sistema
monetario europeo (SME) nel 1992;
– dal piano Delors all’Unione Economia e
Monetaria europea (UEM).
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Pagina 51
EU: il Cammino verso la Politica Monetaria Unica
•
•
•
•
1989, prima della fine dello SME, il Rapporto Delors raccomanda la
realizzazione di una Unione Economica e Monetaria in 3 fasi:
I FASE (1/7/1990 - 31/12/93)
• Liberalizzazione mercato dei capitali.
• Divieti di finanziamenti diretti alle Amministrazioni Pubbliche.
• Rafforzamento autonomia Banche centrali.
• Coordinamento politiche monetarie e valutarie.
• Approvazione del nuovo trattato sull’Unione Europea che istituisce BCE e
SEBC (Trattato di Maastricht).
II FASE (1/1/94 - 31/12/98)
• Programmi pluriennali di convergenza (Patto Stabilità e Crescita).
• Costituito Istituto monetario europeo (IME).
III FASE (dal 01/01/99)
• Politica monetaria a BCE (e SEBC).
• Fissazione tassi di cambio e adozione Euro.
• Coordinamento politiche di bilancio e regionali.
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Pagina 52
Trattato di Maastricht - Patto Stabilità e Crescita
• Secondo l’art. 121 del Trattato UE il raggiungimento di un livello di
convergenza economica necessario per l’ingresso nell’UEM è valutato
secondo i seguenti criteri:
– alto grado di stabilità dei prezzi
– sostenibilità della finanza pubblica
• rapporto fra disavanzo pubblico e PIL non superiore al 3%
• rapporto fra debito pubblico e PIL non superiore al 60%
– rispetto dei margini di fluttuazione previsti dallo SME per almeno
due anni
– stabilità dei tassi di interesse a lungo termine
• Il PSC firmato nel 1996 (e rivisto nel 2010) mira a garantire la
disciplina di bilancio dei Paesi già dentro l’UEM
– prevede la possibilità di deroghe ma anche di sanzioni per il non
rispetto degli obiettivi di deficit e debito pubblico sul PIL.
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Pagina 53
SEBC e Eurosistema
Banca Centrale Europea
Banche Centrali dei paesi che adottano l’euro
E
U
R
O
S
I
S
T
E
M
A
S
E
B
C
Banche Centrali dei paesi fuori dall’euro
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Pagina 54
SEBC
BCE
CONSIGLIO
DIRETTIVO
COMITATO
ESECUTIVO
Fase di decisione
Fase di esecuzione
•
•
Composto da Comitato
Esecutivo +
governatori BCN Euro.
Decide la politica
monetaria.
•
•
Composto da
Presidente e
Vicepresidente BCE +
altri 4 membri
Attua la decisioni del
Consiglio.
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BC
NAZIONALI
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Poteri normativi della BCE
• Atti giuridici vincolanti all’interno dell’Eurosistema
– Indirizzi della BCE (efficacia esecutiva)
– Istruzioni della BCE (efficacia esecutiva)
– Decisioni interne (questioni di carattere organizzativo,
amministrativo, finanziario)
• Atti giuridici su parti terze diverse da BC nazionali
dell’Eurosistema
– Regolamenti della BCE (vincolanti e direttamente applicabili
in tutti Paesi area euro, portata generale)
– Decisioni della BCE (vincolanti per i destinatari con
efficacia dietro notifica)
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Attività consultive della BCE
• Raccomandazioni della BCE
– non vincolanti
– per avviare l’iter legislativo a livello comunitario nel proprio
ambito di competenza
– stimolo da parte della BCE a intraprendere determinate azioni
• Pareri della BCE
– se consultata da Stati o dagli organi comunitari o di propria
iniziativa su materie di propria competenza
• questioni valutarie, strumenti e sistemi di pagamento,
raccolta e distribuzione statistiche monetarie e finanziarie,
bilancia dei pagamenti, strumenti della politica monetaria
Economia delle Istituzioni Finanziarie
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Compiti del SEBC
Trattato di Maastricht (1992):
• Politica monetaria
• Operazioni sui cambi
• Gestione riserve ufficiali in valuta degli Stati membri
• Regolare sistemi di pagamento (Target2)
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Obiettivi del SEBC
Trattato di Maastricht.
• Obiettivo principale: mantenimento della stabilità dei
prezzi.
• In subordine (fatta salva la stabilità dei prezzi):
sostenimento delle politiche economiche generali della
Comunità.
• Sviluppo equilibrato, crescita sostenibile che rispetti
l’ambiente, convergenza, elevato livello di
occupazione, protezione sociale, miglioramento della
qualità della vita, coesione economica e sociale…
Economia delle Istituzioni Finanziarie
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Obiettivi del SEBC: perché?
• Modello tedesco
• Ondate inflazionistiche dagli anni Settanta agli anni
Novanta  costi dell’inflazione: tassa inflazionistica, con
redistribuzione del reddito, minore trasparenza sistema
dei pagamenti.
• Idea che sul medio-lungo periodo le politiche strutturali
sostengono gli obiettivi reali, non la politica monetaria,
che invece può contribuire alla crescita con la stabilità
dei prezzi.
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Strategia di politica monetaria della BCE
• Fino al 2003 strategia mista fra monetary targeting e inflation targeting
– primo pilastro: obiettivo (non vincolante) di crescita di M3;
– secondo pilastro: analisi di indicatori economici e previsione
inflazione futura.
• Dal maggio 2003 i due pilastri sono stati invertiti e strategia più vicina
all’inflation targeting
– primo pilastro: analisi economica identifica i rischi per la stabilità
dei prezzi nel breve - medio periodo con esercizi di proiezione
delle principali variabili macroeconomiche;
– secondo pilastro: analisi monetaria individua il trend
dell’inflazione su orizzonti di medio – lungo periodo utilizzando
un’ampia gamma di strumenti fra cui il tasso di crescita di M3 è
solo uno dei tanti.
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Economia delle Istituzioni Finanziarie
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Strategia di politica monetaria della BCE
Attribuzione alla BCE della definizione di “stabilità dei prezzi”.
• Ottobre 1998: aumento sui 12 mesi dello IAPC (Indice annuale dei
prezzi a consumo) per area Euro < 2%.
• Maggio 2003: aumento sui 12 mesi dello IAPC a livelli prossimi al
2%.
1. SI valore positivo dell’inflazione
2. NO deflazione (se vi è uno shock deflazionistico  tasso di
interesse reale è più alto dei nominale).
p.s. possibili distorsioni dell’indice dei prezzi al consumo (ad es.
miglioramenti qualità dei prodotti).
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Regola di Taylor per la Fed
• Obiettivi finali della Fed: stabilità prezzi, massima
occupazione e tassi di interesse di lungo periodo
contenuti.
• La Fed non formula obiettivi intermedi espliciti.
• Il comportamento della Fed nell’utilizzo dello strumento
tasso di interesse nominale può essere approssimato da
una regola monetaria (regola di Taylor) che assegna
un’importanza relativa agli obiettivi finali: come visto, lo
strumento del tasso di interesse dipende dai gap fra il
prodotto di equilibrio e il prodotto che non accelera
l’inflazione (potenziale) e fra l’inflazione corrente e
l’inflazione obiettivo.
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
Yt  YNAI
i t  r * π t  α π t  π *   αY 100
YNAI




• dove r* è il tasso reale di interesse che si avrebbe se
l’economia raggiungesse l’equilibrio in corrispondenza del
livello della produzione che non accelera l’inflazione, YNAI,
mentre * è il tasso di inflazione obiettivo della Fed.
• I pesi dei due gap, α e αY danno un’idea dell’importanza
relativa che la Fed attribuisce ai due obiettivi principali di
stabilità dei prezzi e crescita
– Taylor nel 1993 ha stimato entrambi in 0,5 per il
comportamento della Fed dal 1987 al 1992 (con r*=2)

Yt  YNAI

i t  2  π t  0,5π t  π *   0,5 100
YNAI

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


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“JUST DO IT”
Politica monetaria USA difficilmente inseribile nella
esistente tassonomia dei regimi di politica monetaria.
Per la Riserva Federale Americana (Fed) l’unica cosa importante
della politica monetaria è “farla”.
La Banca centrale ha il compito di:
 assegnare i pesi agli obiettivi finali
 modificarli in base alle circostanze.
Capacità della banca di mantenere la fiducia dei mercati a fronte
di modificazioni del proprio comportamento.
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Federal Reserve System vs Eurosistema
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