Diapositiva 1 - Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali

Attività di tutoraggio
Corsi di Laurea in Scienze Politiche
Coorte 2014/2015
Materia: Istituzioni di Diritto Pubblico
Tutor: Greta Massa Gallerano
Lezione del 2 novembre 2015
Ore 9.00 Aula L2
Evoluzione delle forme di Stato
Libro di testo: R. BIN – G. PITRUZELLA
pp. 25 - 54
FORMA DI STATO E FORMA DI GOVERNO
DEFINIZIONI
A. FORMA DI STATO: rapporto che esiste tra le autorità dotate di potere di
imperio e la società civile. Insieme di principi e valori a cui lo Stato ispira la
sua azione. In sintesi: rapporto tra Stato e società
B. FORMA DI GOVERNO: modi in cui il potere è distribuito tra gli organi
principali di uno Stato-apparato e l’insieme dei rapporti che intercorrono
tra essi.
Lo STATO è un ORDINAMENTO A FINI GENERALI
Può assumere come proprio qualsiasi fine. In ogni epoca storica esiste però una
finalità prevalente che produce un particolare assetto delle relazioni tra lo Stato e
la società.
La forma di Stato serve, quindi, a dare una risposta alla domanda: “quale è la
finalità prevalente dello Stato? E, di conseguenza, che tipo di rapporto esiste tra
lo Stato e la società?
La nozione forma di governo, invece, risponde alla domanda “chi governa
all’interno dell’apparato statale”?
Tra forma di governo e forma di Stato esiste perciò una “rapporto di
strumentalità”
LA FORMA DI STATO ASSOLUTO
È la prima forma di STATO MODERNO
Nasce in Europa tra il 1400 ed il 1500 e si afferma per i due secoli successivi
CARATTERISTICHE:
-Apparato autoritario separato e distinto dalla società
-Affermazione di un potere sovrano attribuito interamente al Re, alla Corona.
Il potere sovrano è concentrato nella mani della Corona (funzione legislativa ed esecutiva),
mentre il potere giudiziario è esercitato da Tribunali formati da giudici nominati dal Re.
Il potere del Re non incontrava limiti legali e non poteva essere condizionato dai sudditi.
L’assolutismo limitò il potere delle corporazioni e della nobilita feudale e, quindi, dei
Paralamenti medioevali (si veda Capitolo 1. Lo Stato: Politica e Diritto, p. 6)
DIVERSE EVOLUZIONI DELLO STATO ASSOLUTO:
-Francia: forte limitazione del peso della nobiltà feudale. Potere assoluto del Re (Luigi XIV –
“L'état, c'est moi”).
-Inghilterra: rimangono residui feudali. Nobiltà non totalmente sottomessa. L’assolutismo si
afferma parzialmente. Incontra ostacoli di natura sociale come l’alleanza tra borghesia e
aristocrazia rurale.
-Prussia e Austria: ASSOLUTISMO ILLUMINATO. Il Sovrano promuove il benessere della
popolazione. Definito anche “Stato di Polizia” per intendere uno Stato caratterizzato da
finalità di accrescere il benessere della popolazione e che, spinto da tali finalità, si incarica di
avviare molte attività sociali (costruzione ospedali, scuole ecc.)
In tutte le sue varianti è comunque uno Stato onnipresente anche nella sfera economica.
LA NASCITA DELLO STATO LIBERALE
Lo Stato liberale nasce tra la fine del 1700 e la prima metà del 1800 a seguito della
crisi dello Stato assoluto, dello sviluppo del modo di produzione capitalistico e
dell’affermazione della classe borghese.
CARATTERI STRUTTURALI:
-Base sociale ristretta ad una sola classe
-Il principio di libertà
-Il Principio rappresentativo
-Lo Stato di Diritto
FRANCIA
La crisi dello Stato assoluto assume la forma traumatica della Rivoluzione francese (1789).
FASI:
- Convocazione degli Stati Generali (Parlamento) formati prevalentemente da membri della
borghesia.
- Gli Stati Generali autoproclamarono l’Assemblea nazionale che diede una COSTITUZIONE al
Paese: “La Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino” che sfociò nella Costituzione
del 1791.
Secondo la Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino lo scopo fondamentale
dello Stato è quello di conservare:
- i diritti naturali dell’uomo (tra cui il diritto di proprietà),
- l’eguaglianza di fronte alla legge (fine dei privilegi nobiliari),
- la limitazione del potere tramite il principio della divisione dei poteri
IMPORTANTE è l’art. 16 della Dichiarazione: “Ogni società in cui la garanzia dei diritti
non è assicurata, né la separazione dei poteri stabilita, non ha una Costituzione”.
Tutti questi elementi erano coerenti on gli interessi della classe borghese.
INGHILTERRA
Gloriosa rivoluzione del 1689: evento politico costituzionale fondamentale, che senza
traumi civili e urti sanguinosi sancì l’impossibilità per il Sovrano di sovvertire le leggi
fondamentali.
Si afferma il principio secondo il quale anche il Re è sottoposto e vincolato dal diritto.
Il Parlamento adotta due importanti documenti costituzionali:
-Declaration of Rights
-Bill of Rights
Con questi documenti costituzionali si riafferma:
-la libertà dagli arresti arbitrari,
- la libertà di parola e di discussione dell’ambito del Parlamento,
- il divieto del Re di sospendere le leggi e di imporre tributi senza consenso parlamentare,
- il diritto del Parlamento ad essere frequentemente riunito per garantire il rispetto delle
leggi ecc.
STATI UNITI
Dichiarazione di indipendenza del 1776 che fissava i principi politicocostituzionali da porre a fondamento della nuova nazione americana, nei
seguenti termini: “Noi riteniamo che le seguenti verità siano di per sé stesse
evidenti, che tutti gli uomini siano stati creati eguali, che essi sono stati dotati
dal loro creatore di alcuni diritti inalienabili, fra i quali la vita, la libertà e la
ricerca della felicità”
Fu poi approvata la Costituzione americana del 1787
STATO LIBERALE ED ECONOMIA DI MERCATO
Un fattore centrale che ha promosso l’organizzazione del potere politico tipica dello Stato
liberale è stato l’avvento di un’economia di mercato connessa ad un modo di produzione
capitalistico.
ECONOMIA DI MERCATO E CAPITALISTA: presuppone, sul terreno giuridico, la certezza dei
diritti di proprietà dei venditori e dei compratori, la piena libertà contrattuale, l’eguaglianza
formale dei contraenti, l’abolizione dei privilegi, dei monopoli pubblici e di tutte le
restrizioni alla libertà di circolazione delle merci, la prevedibilità degli effetti giuridici delle
azioni al fine di effettuare il controllo economico.
Nuove modalità di produzione della ricchezza portano all’affermazione di una società civile
distinta dallo Stato. Lo Stato assoluto rendeva la società oggetto di gestione politica, invece
lo Stato liberale riconosce e garantisce la capacità della società civile e del mercato di
AUTOREGOLARSI e di sviluppare così i proprio interessi.
In questa prospettiva si coglie il collegamento tra due tendenza giuridiche tipiche dello
Stato liberale:
-Le codificazioni costituzionali
- Le codificazioni civili
COSTITUZIONE: principi sulla titolarità e sull’esercizio del potere politico
CODICE CIVILE: regole sui rapporti tra privati che formano un corpo sistematico e coerente
di regole generali (riferibili a tutti gli individui), astratte (suscettibili di ripetute applicazioni
nel tempo), certe (prevedibili nei loro effetti).
CODICE NAPOLEONICO del 1804 a cui si ispirano la maggior parte dei codici civili europei.
CARATTERI DELLO STATO LIBERALE
1. Finalità politico costituzionale garantista. Lo Stato deve tutelare la libertà e i diritti degli
individui (primo tra tutti, il diritto di proprietà).
2. Concezione dello Stato minimo cioè di uno Stato limitato, titolare solo delle funzioni
necessarie all’adempimento della finalità garantista (garanzia dei diritti, funzione
giurisprudenziale, tutela ordine pubblico ecc. ). Uno Stato che non interviene nella sfera
economica, affidata alle relazioni ed alle autoregolazioni dei soggetti privati. Obiettivi,
perciò, sono la bassa tassazione e il ‘pareggio di bilancio’.
3. Principio della libertà individuale. Lo Stato riconosce e tutela la libertà personale, la
proprietà privata, la libertà contrattuale, di pensiero e di stampa, la libertà religiosa, di
domicilio. Libertà riferite esclusivamente all’individuo.
4. Separazione dei poteri
5. Principio di legalità. La tutela dei diritti è affidata alla legge, ogni limitazione della
sfera di libertà di ogni individuo può avvenire solo per mezzo della legge
6. Principio rappresentativo. Le assemblee legislative dello Stato liberale rappresentano
l’intera nazione o popolo. I parlamenti sono liberi dal vincoli da parte del corpo
elettorale (‘divieto di mandato imperativo’) ma sono comunque eletti da un corpo
elettorale ristretto ovvero dalla classe borghese
7. Stato monoclasse. Diritto di voto solo ai cittadini ritenuti particolarmente capaci e
affidabili, che hanno un adeguato livello di istruzione e di reddito. Base sociale
ristretta (borghesia).
NB Stato di Diritto: concetto giuridico. Si basa su alcuni pilastri come la separazione dei
poteri, il principio di legalità, la tutela dei diritti, il principio di eguaglianza.
NASCITA DELLO STATO DI DEMOCRAZIA PLURALISTA
Trasformazione dello Stato liberale: allargamento della sua base sociale. Lo Stato
monoclasse si trasforma in Stato pluriclasse
Stato pluriclasse: pluralità dei gruppi, degli interessi, delle idee, dei valori che possono
confrontarsi nella società ed esprimere la loro voce nei Parlamenti.
Piano storico: elemento determinante è l’allargamento dell’elettorato quantitativo attivo,
che è cumulato nel suffragio universale (si veda scheda sull’estensione del voto, p. 35).
TRASFORMAZIONI :
-Affermazione dei partiti di massa
-Configurazione degli organi elettivi come luogo di confronto e di scontro di interessi
eterogenei
-Riconoscimento dei diritti sociali come strumento di integrazione nello Stato dei gruppi
sociali più svantaggiati
La Costituzione Di Weimar (Germania) del 1919 è la prima a riconoscere i diritti sociali
CRISI DELLE DEMOCRAZIE DI MASSA E NASCITA DELLO STATO TOTALITARIO
La crisi dei partiti, la frammentazione politica della giovane democrazia di massa e la crisi
economica successiva al primo conflitto mondiale portarono all’instaurarsi di regimi
totalitari (si vedano le schede relative alla Costituzione di Weimar e alla sua crisi e alla
nascita del fascismo, pp. 38-39).
Italia: regime fascista 1922-1943
Germania: regime nazista 1933-1945
Cosa avviene? C’è una rottura della democrazia e l’instaurazione dello Stato autoritario:
Stato autoritario: partito unico. Negazione del pluralismo. Potere politico concentrato in un
unico organo (funzione legislativa ed esecutiva). Soppressione delle tradizionali libertà
liberali individuali.
Altra alternativa alla democrazia pluralista che ha conosciuto il Novecento è stata
rappresentata dallo Stato socialista (Russia e Paesi est Europa).
Principi: abolizione della proprietà privata, attribuzione allo Stato del dominio di tutti i
mezzi di produzione e abolizione del mercato a favore di una economia collettivistica (si
veda la scheda relativa allo Stato socialista e Muro di Belino, p. 41).
CONSOLIDAMENTO DELLA DEMOCRAZIA PLURALISTA E AFFERMAZIONE DELLO STATO
SOCIALE
I principi dello Stato di democrazia pluralista hanno trovato conferma alla fine della
seconda guerra mondiale.
In alcuni casi è stato ripreso un processo di sviluppo costituzionale interrotto dalle
parentesi totalitarie (Statuto Albertino in Italia e Costituzione di Weimar in Germania).
In altri casi questi principi sono stati rivitalizzati con la fine della guerra (Francia, Belgio,
Olanda, Lussemburgo, Danimarca, Norvegia, Finlandia, Austria e Grecia).
In altri casi ancora abbiamo l’imposizione di un modello politico costituzionale da parte
delle potenze vincitrici ai Paesi vinti (Germani e Giappone).
Spagna e Portogallo saranno caratterizzati da regimi totalitari fino agli anni Settanta.
I DIRITTI
oltre alle classiche libertà negative, tipiche dello Stato liberale, si affermano il pluralismo
politico, sociale, religioso, culturale. Si riconosce il ruolo costituzionale dei partiti politici.
PRINCIPIO PLURALISTA NELLA COSTITUZIONE ITALIANA
Art. 49: pluralismo dei partiti politici
Art. 39: pluralismo sindacale
Art. 8: pluralismo delle confessioni religiose
Art. 33: pluralismo delle scuole, pluralismo culturale e delle istituzioni universitarie
Art. 18: libertà di associazione dei cittadini …..
RICONOSCIMENTO COSTITUZIONALE DEI DIRITTI SOCIALI
Tutela della salute, istruzione, lavoro, previdenza e assistenza in caso di bisogno ecc.
Questi diritti comportano la pretesa a PRESTAZIONI POSITIVE dei poteri pubblici da parte di
cittadini svantaggiati
Lo Stato deve quindi realizzare interventi nella società e nell’economica con il fine di ridurre
le diseguaglianze materiali tra i cittadini derivanti dalla diversità nella distruzione del reddito
e delle opportunità di vita.
Nascita dello STATO SOCIALE o STATO DEL BENESSERE o WELFARE STATE: al contrario dello
Stato liberale, lo Stato sociale ricomprende, tra i compiti del potere politico, quello di
intervenire nella distruzione dei benefici e dei sacrifici sociali. Lo Stato supera così
l’individualismo liberale e sviluppa forme di solidarietà tra gli individui e tra i diversi gruppi
sociali.
Intervento pubblico nell’economia e nella società danno vita ad un sistema di economica
mista (si veda la scheda relativa allo Stato sociale e all’intervento economico, p. 44).
LA COSTITUZIONE ITALIANA COME STATO SOCIALE
La Costituzione italiana è un chiaro esempi di compromesso su cui è stato edificato lo Stato
sociale.
Infatti, la Costituzione riconosce e garantisce:
Libertà di iniziativa economica privata – Art 41
La proprietà privata – Art 42
Il risparmio privato . Art. 47
Eguaglianza formale e sostanziale . Art. 3
I doveri di solidarietà politica, economica e sociale – Art. 2
Il diritto al lavoro – Art. 4
Inoltre, la Costituzione limita la tutela della proprietà privata e dell’iniziativa economica per
assicurarne la “funzione sociale” ed ha previsto tutta una serie di prestazioni pubbliche a
tutela dei diritti sociali.
LO STATO DI DEMOCRAZIA PLURALISTA TRA SOCIETÀ POST CLASSISTA E
GLOBALIZZAZIONE
Cambiamenti principali a partire dagli anni Ottanta del XX secolo:
-Società post-classista
-Crisi fiscale
-Globalizzazione
-Integrazione europea
Gli ultimi decenni del XX secolo hanno visto una crescita considerevole della
complessità sociale, indotta da vari fenomeni tra cui principalmente lo sviluppo
tecnologico, il cambiamento dei modi di produzione, con il tramonto della grande
fabbrica, la globalizzazione.
A partire dagli anni ‘70: crisi fiscale dello Stato. Cosa succede ai diritti sociali?
Il grado di soddisfacimento dei diritti sociali dipende dalla quantità di mezzi finanziari che
sono destinati dal bilancio dello Stato a questi diritti (si veda la scheda sula crisi del debito
sovrano e il ruolo dello Stato, p. 49).
Oggi lo Stato, per tranquillizzare i mercati finanziari sulla sua solvibilità, è costretto ad
adottare politiche di rigore finanziario e a tagliare sempre di più la spesa pubblica
Mezzi utilizzati oggi dallo Stato per razionalizzare lo Stato sociale:
-Welfare non più universalistico ma di tipo “selettivo”. Destinato solo ai soggetti meno
abbienti.
-Principio della responsabilità individuale. L’individuo mette da parte dei risparmi con cui
paga servizi tipici dello Stato sociale, come i fondi pensione.
-Principio di sussidiarietà verticale e orizzontale. La prima consiste nel trasferire la gestione
di alcuni servizi agli enti locali (Comuni). La seconda al “terzo settore” (formazioni sociali
senza scopo di lucro).
-Utilizzo di Fondi europei come il fondo sociale o quello per lo sviluppo regionale
CARATTERI DELLO STATO DI DEMOCRAZIA PLURALISTA:
La democrazia pluralista copre un vasto spettro di esperienze politico –
costituzionali.
I suoi tratti peculiari sono:
-Il suffragio universale
- Le costituzioni di questi Stati contengono le più ampie garanzie del pluralismo
politico, religioso, sociale, economico, culturale ecc. l’insieme di queste garanzie è
chiamato Principio di tolleranza (cioè il dissenso non va represso ma va
garantito!).
-Riconoscimento costituzionale di alcune libertà: sindacale, confessionale, di
associazione, di formazione dei partiti politici ecc.
Attraverso il pluralismo dei centri di potere presenti nella società di raggiungono due
obiettivi:
-Si limita il potere dello Stato che è costretto a confrontarsi con essi;
-Attraverso le formazioni sociali e i partiti politici si creano canali di partecipazione
permanenti dei cittadini all’attività dello Stato, così si può esercitare una pressione sugli
organi costituzionali per ottenere provvedimenti che soddisfano le loro esigenze.
L’affermazione del pluralismo porta al riconoscimenti di principi tra di loro in conflitto .
Tali principi chiedono forme di contemperamento, in rodine alle quali si parla di
BILANCIAMENTO.