1 TUTTI GLI ENZIMI POSSONO ESSERE ANALIZZATI IN MODO DA POTER QUANTIFICARE SIA LA VELOCITA’ DI REAZIONE CHE LA LORO EFFICIENZA ENZIMATICA Lo studio della cinetica enzimatica inizia nel 1909 con ADRIAN BROWN e i sui studi sulla velocità di IDROLISI del SACCAROSIO catalizzata dall’enzima -fruttofuranosidasi SACCAROSIO + H2O GLUCOSIO + FRUTTOSIO Quando la concentrazione del saccarosio è molto più elevata di quella dell’enzima, la velocità di reazione diventa indipendente dalla concentrazione del saccarosio 2 [E] 0 V0 = NUMERO NUMERO DI DI DI MOLIMOLI DI PRODOTTO CHE IN SUBSTRATO CHE SI SI FORMANO CONSUMANO UNUN SECONDO SECONDOAD UNA AD UNA IN CONCENTRAZIONE FISSA FISSA DI CONCENTRAZIONE DI ENZIMA ENZIMA 1 2 3 4 Leonor Michaelis e Maud Menten nel 1913 proposero un semplice modello matematico per spiegare queste caratteristiche cinetiche 3 Velocità a differenti concentrazioni di S Il punto focale dell ’ ipotesi di Michaelis e Menten sta nella formazione di un COMPLESSO ES SPECIFICO come intermedio essenziale per la catalisi Michaelis e Menten proposero che la REAZIONE ENZIMATICA COMPLESSIVA fosse costituita da due REAZIONI ELEMENTARI COMPLESSO ENZIMA-SUBSTRATO E+S La reazione raggiunge velocemente 4 l’equilibrio K1 K3 ES K2 P+E Questi scienziati attraverso una serie di assunzioni logiche vogliono determinare un equazione della velocità che metta in relazione la velocità di reazione alla concentrazione del substrato in una reazione catalizzata da un enzima. Vogliono cioè ricavare l’equazione della velocità che sia valida per una qualsiasi reazione catalizzata da un qualsiasi enzima 5 LA PRIMA ASSUNZIONE ( assunzione dell' "equilibrio rapido") dice che il complesso ES è in equilibrio con l’E libero e il S e che questa situazione di equilibrio non è disturbata dalla formazione del P. In altre parole la velocità di formazione del prodotto a partire da ES è molto piccola rispetto alla velocità con cui ES si scinde per dare E+S ( k3 << k2 ). La velocità di catalisi è data dalla formazione del prodotto (reazione più lenta) d[P] V= dt 6 = K3[ES] LA SECONDA ASSUNZIONE (assunzione della velocità iniziale V0 ) la velocità della reazione viene valutata per un periodo di tempo durante il quale la reazione inversa è fisicamente trascurabile in quanto poco è il prodotto formatosi: la velocità iniziale che può così essere determinata sarà la massima velocità ottenibile. In condizioni di velocità iniziale la reazione è di fatto irreversibile (k4=0) e deve essere scritta nel seguente modo: 7 LA TERZA ASSUNZIONE (assunzione dello "stato stazionario“) Dice che il complesso ES si mantiene in uno stato stazionario durante tutto il periodo di tempo in cui si possono misurare le velocità iniziali. [ES] rimane costante per cui la velocità con cui il complesso ES si forma a partire da E+S è uguale alla somma delle velocità con cui si scinde per dare E+P ed E+S. 8 * 9 * 10 ASSUNZIONE DELLO STATO STAZIONARIO [S] >> [E] Velocità di sintesi di ES rimane COSTANTE equazione di conservazione di massa per l'enzima: 11 v di SINTESI = v di CONSUMO COME SI ARRIVA ALL’EQUAZIONE DELLA VELOCITA’ V0 =K3[ES] La concentrazione di ES deve essere scritta in termini di concentrazioni note 12 Velocità di formazione di ES = Velocità di formazione di ES Velocità di scissione di ES d[ES] dt =0 Velocità di scissione di ES [ES]= K1[E] [S] [ES]= (K2+K3) [ES] K1 [E] [S] = K3 [ES] + K2 [ES] 13 Svolgiamo l’equazione portando le costanti tutte dalla stessa parte [E] [S] = [ES] K1 [E] [S] = K3 [ES] + K2 [ES] (K3 + K2) K1 (K3 + K2) K1 COSTANTE DI MICHAELIS = KM KM = [E] [S] [ES] Per poter essere utilizzate le espressioni CINETICHE devono essere formulate in quantità note Poiché [E]T = [E] + [ES] sostituendo KM = [E] = [E]T - [ES] ([E]T – [ES])[S] [ES] 14 KM = ([E]T – [ES])[S] Risolvendo rispetto a ES [ES] [ES] KM = [E]T [S]– [ES][S] [ES] KM + [ES][S] = [E]T [S] [E]T[S] [ES] = KM + [S] [ES] (KM + [S]) = [E]T [S] Poiché la velocità iniziale è data da d[P] V0 = dt = K3[ES] [ES] = V0 / K3 Sostituendo a [ES] l’equazione diventa: 15 K3[E]T[S] V0 = KM + [S] K3[E]T[S] V0 = KM + [S] v0 = QUANDO [S]>> [E] TUTTO L’ENZIMA E’ SATURATO [ES] [ET] VMAX [S] V0= K3[ES] KM + [S] VMAX = K3[ET] V0= K3[ET] Equazione di una iperbole 16 Equazione di Michaelis-Menten v0 = VMAX [S] KM + [S] VMAX diventa l’ asintoto a cui tende l’iperbole 17 e KM ? v0 = VMAX [S] KM + [S] V0 = VMAX/2 quando VMAX 2 Se VMAX è il valore dell’asintoto a cui tende l’iperbole, a che valore corrisponde la KM ? = VMAX [S] KM + [S] VMAX (KM + [S]) = 2 VMAX [S] KM + [S] = 2 [S] KM = [S] La KM equivale alla concentrazione del substrato 18 quando la velocità è uguale a VMAX/2 Per concentrazioni di substrato basse [S]<<Km l'equazione di Michaelis-Menten diviene l'equazione della retta: v0 = VMAX [S] KM + [S] Per concentrazioni di substrato [S]>>Km l'equazione di Míchaelis-Menten si semplifica nella relazione: 19 ANALISI DEI DATI CINETICI L' equazione di Michaelis-Menten può però essere manipolata per ottenere l' equazione di una retta in cui Vmax e Km siano delle intercette e non più degli asintoti. Grafico di Lineweaver e Burk o Grafico dei doppi reciproci Trasforma l’equazione di un iperbole nell’equazione di una retta v0 = 1 V0 = VMAX [S] 1 KM + [S] V0 KM VMAX [S] + = KM + [S] VMAX [S] 1 1 = KM 1 + VMAX VMAX S V0 [S] VMAX [S] 20 Equazione lineare rispetto a 1/v0 e 1/S Y=mX+c Equazione di una retta SVANTAGGI: 1) la maggior parte delle misure sperimentali di sono concentrate nella parte sinistra del grafico. 2) piccoli valori di [S] piccoli errori in v0 Grandi errori in KM e VMAX Grandi errori 1/v0 21 [S] La KM ha un valore unico per ciascuna coppia ENZIMASUBSTRATO CORRISPONDE ALLA CONCENTRAZIONE DI SUBSTRATO IN CUI LA VELOCITA’ DI REAZIONE E’ 22 META’ DELLA VELOCITA’ MASSIMA quando KM = (K3 + K2) K1 K3 << K1 K2 KM = K1 = KS Capacità di incontrare Costante di EQUILIBRIO il substrato KM = KS Quando K1> K2 KM bassa alta affinità Quando K1<K2 23 KM alta bassa affinità Rappresenta la capacità dell’enzima di legare il substrato A più alta (Km2) o più bassa (Km1) concentrazione di substrato ottengo la stessa V0 = VMAX/2 24 La KM ha un valore unico per ciascuna coppia enzimasubstrato Significato pratico della Km. Il valore della Km è importante per varie ragioni: La Km rappresenta approssimativamente il valore della concentrazione intracellulare del substrato. 25 La Km è una costante specifica per ogni enzima, il suo valore numerico ci fornisce un mezzo per comparare enzimi provenienti da organismi diversi, da differenti tessuti dello stesso organismo o dallo stesso tessuto a differenti stadi di sviluppo: se due enzimi hanno valori differenti di Km è probabile che siano due ISOENZIMI. Spesso ligandi differenti dal substrato provocano modificazioni del valore della Km. Se la Km determinata in vitro sembra essere troppo alta, allora è pensabile che in vivo sia presente un inibitore che ne abbassi il valore ad una livello 'fisiologico'. Se si conosce il valore della Km di un enzima, allora è possibile misurarne la velocità di reazione in condizioni di [S] di saturanti. 26 In realtà il valore della VMAX non è una costante ma dipende dalla quantità di enzima che è stata messa per calcolare l’equazione di Michaelis-Menten. MA poichè: VMAX = K3[E]T K 3= KM è anche chiamata: Vmax ET = K cat moli/sec moli Misura la velocità di un processo catalitico ( a carico di una molecola enzimatica) ed ha le dimensioni: sec-1 NUMERO DI TURNOVER Numero di molecole di substrato trasformate da una 27 molecola enzimatica in un secondo Nella cellula la maggior parte degli enzimi non si trova mai a concentrazione di substrato saturante ma a concentrazioni che determinano una velocità che varia tra il 10-50% di quella massima Quando V0 = [S] << KM Vmax [S] V0 = KM + [S] Vmax Kcat = ET [ES]molto piccolo Vmax [S] KM Vmax = Kcat [ET] [E] [E]T La velocità diventa la probabilità dell’enzima di trovare il substrato e il valore V0 = Kcat [E][S] KM Misura l’efficienza catalitica di un enzima 28 Kcat KM / A bassa concentrazione di substrato V0 = Kcat KM [E][S] La TEORIA DELLA DIFFUSIONE dice che esiste un valore teorico della capacità di incontro di due molecole e questo valore è di 108 - 109 (moli/l)-1 s-1 La trioso isomerasi che catalizza la reazione di isomerizzazione della G3P a DHAP possiede un valore di Kcat/KM = 2,4 x 108 (mol/L)-1 sec-1. 29 Efficienza che si avvicina a quella massima La maggior parte delle reazioni enzimatiche ha più substrati per ognuno possiamo calcolare la l’efficienza catalitica Da questi dati è abbastanza evidente che la chimotripsina ha una predilezione ad operare l ’ idrolisi in prossimità dei residui maggiormente 30 idrofobici La velocità di reazione è limitata solo dalla velocità con cui riescono ad incontrare il substrato in soluzione. I limiti imposti dalla velocità di diffusione possono essere superati mediante strutture polienzimatiche Complesso multienzimatico 31 Gli studi di CINETICA STAZIONARIA non danno informazioni sulla velocità di formazione o quella di scissione né sulla natura del complesso ES né se esistano uno o più complessi. E + S ES EX EP E + P OPPURE EX E + S ES EP E + P EY Tuttavia se i DATI CINETICI non sono compatibili con un certo meccanismo molecolare allora quel meccanismo deve essere scartato 32 Unità di attività enzimatica e dosaggi degli Enzimi Catal (kat): è la quantità di enzima che converte 1 mole di reagente nel prodotto in 1 secondo nelle condizioni di reazione standard (ottimali). L’Unità internazionale (U): corrisponde alla quantità di enzima che converte 1 mole di reagente nel prodotto in 1 minuto. Poiché 1 mole /min = 1.67 10-8 moli /s quindi U = 1.67 10-8 kat. L’attività specifica: è il rapporto tra il numero di U o di Kcat e la quantità totale di proteina espressa in milligrammi. 33 L’attività specifica è una misura del grado di purificazione dell’enzima e il suo valore tende a raggiungere un massimo e rimane poi costante quando tutte le molecole del 34 campione in esame sono molecole di enzima attivo. Effetto del pH L’attività enzimatica è influenzata dal pH. Ciò può derivare dai valori di pKa del substrato e/o dell’enzima. Perciò il pH scelto e la selezione di un tampone appropriato sono fondamentali per i saggi di attività enzimatica. 35 Effetto della temperatura temperatura enzimatiche, come le reazioni chimiche, dipendono Le reazioni dalla temperatura, inoltre se la temperatura diventa troppo alta l’enzima può denaturarsi e si avrà perdita di attività. 36 Ogni sostanza che riduca la velocità di una reazione enzimatica è da considerarsi un inibitore. La formazione reversibile di un legame non covalente con una molecola diversa dal substrato porta alla formazione di complessi anomali, che non fanno parte del normale processo catalitico. Nella trattazione cinetica della inibizione enzimatica si applicano le assunzioni di Michaelis-Menten anche 37 all'inibitore. Ci sono almeno tre tipi principali di inibizione. Le sostanze che alterano l’attività di un enzima legandosi ad esso, sono chiamate INIBITORI INIBIZIONE REVERSIBILE Legame non covalente tra inibitore e enzima IRREVERSIBILE Legame covalente tra inibitore e enzima Azione di tossine e veleni INATTIVATORI specifici, molti dei quali 38 provocano la morte inattivando degli enzimi chiave. INIBIZIONE COMPETITIVA Sostanza che compete con il substrato per il SITO ATTIVO INIBIZIONE NON COMPETITIVA INIBIZIONE INCOMPETITIVA Sostanza che si lega ad un SITO DIVERSO dal sito attivo INIBITORE COMPETITIVO 39 INIBITORE NON COMPETITIVO INIBITORE INCOMPETITIVO L’inibitore che somiglia al substrato lega l’enzima nel SITO ATTIVO, ma diversamente dal substrato non è capace di reagire per dare un prodotto di reazione. K1 K3 KI E + S KES E + P 2 + I In presenza dell’INIBITORE l’enzima non può legare il substrato come di consueto. L’Enzima opera come se la sua KM per il substrato fosse aumentata [E]t = [E] + [ES] + [EI] EI Enzima totale Enzima libero Enzima legato 40 al substrato Enzima legato all’inibitore STESSA Vmax DIVERSA KM 41 UN INIBITORE COMPETITIVO RIDUCE LA CONCENTRAZIONE DI ENZIMA LIBERO DISPONIBILE PER LEGARE IL SUBSTRATO aumenta la KM Per tutto il tempo che l ’ inibitore occupa il sito attivo, l ’ enzima non è 42 disponibile per la catalisi Un inibítore competitivo è una sostanza che si lega all'enzíma libero, impedendo così la formazione del complesso enzima-substrato. Esso può essere un analogo non metabolizzabile del substrato, un substrato alternativo per l'enzima o un prodotto di reazione. L'inibizione della succinico deidrogenasi da parte dell'acido maloníco è un classico esempio di inibizione competitiva da analogo non metabolízzabile: 43 44 Quando l’inibitore si lega ad un SECONDO SITO sulla superficie dell’enzima diverso dal SITO ATTIVO modificando la Kcat INIBITORE NON COMPETITIVO molecola che non somiglia al substrato 45 L’inibitore si lega tanto ad E che a ES e che S si lega sia ad E che a EI. La presenza di uno di essi non ha alcun effetto sulla costante di dissociazione dell'altro, ma il complesso ESI è inattivo, non è in grado cioè di liberare il prodotto. L’inibitore non competitivo si comporta come se determinasse una rimozione di molecole enzimatiche attive dalla soluzione KM uguale VMAX VARIA 46 47 L’inibitore si lega direttamente al complesso ES ma non all’enzima libero K K 1 2 E + S K ES E + P + L’inibitore incompetitivo, che non I deve necessariamente somigliare al -1 substrato provoca una distorsione nel sito attivo, rendendo l’enzima cataliticamente inattivo KI ESI L’inibitore influenza la funzione catalitica dell’enzima, ma non il suo legame con il substrato. Importante solo per gli enzimi a substrati multipli. Varia sia VMAX KM che 48 Nessuna reazione E' interessante notare che per l’inibizione incompetitiva, il grado di inibizione aumenta all'aumentare della concentrazione del substrato. Ciò è comprensibile in quanto l'inibitore incompetitivo si lega al solo complesso ES, e la [ES] cresce al crescere di [ S ]. L'inibitore incompetitívo è inibitore per il suo effetto sulla Vmax, ma è virtualmente un attivatore per quanto riguarda la Km. 49