Dott.ssa Gabriella Punziano [email protected] Dott.ssa Sandra Vatrella [email protected] LABORATORIO DI METODOLOGIA E TECNICHE DELLA RICERCA SOCIALE – PRIMA PARTE Progettazione di ricerca sul campo Definizione dell’oggetto d’indagine a partire dalla ricostruzione presentata in Cortoni I (2012) – Lello Savonardo (2007) – Giovanni Di Franco (2006) – Amaturo (2003) Perché studiare i giovani? “In quanto attori proiettati naturalmente nel futuro, essi costituiscono il banco di prova di un progetto identitario innovativo. È nell’identità sociale giovanile che è possibile individuare i tratti peculiari dei processi di mutamento” Giovani come driver del cambiamento sociale • Studiare i giovani significa analizzare l’evoluzione della società nel prossimo futuro Considerazioni generali (Di Franco, 2006) Si parte dallo studio deli giovani come condizione biologica tra infanzia e adultità Si passa ai giovani come espressione identitaria, subculture caratterizzate da propri valori ed atteggiamenti in aperta manifestazione di una contrapposizione con la cultura degli adulti nel gap generazionale Giovanile identifica un universo culturale nel quale musica, letteratura, cinema, moda, consumi, linguaggio, comportamenti sessuali, valori, etc., tendono a marcare una differenza rispetto agli stili di vita degli adulti (Di Franco, 2006) Culture e non cultura quella giovanile poiché non definibile in maniera univoca ma da ancorare nel tempo Atteggiamento ambivalente: giovani risorsa o minaccia? Identità univoca o realtà multipla? Trasversali alle caratteristiche sociodemografiche o contestualizzabili? Giovani: alcuni topic sociologici Comportamenti culturali Sistema valoriale Sistema espressivo Processi di percezione e interpretazione della realtà Dinamiche relazionali Contesti socioculturali di crescita Modelli educativi e culturali soggiacenti La ricerca giovane: nodi problematici Mancanza di definizioni standardizzate capaci di circoscrivere precisamente i giovani • Scarsa correlazione fra i dati statistici e le modalità di rappresentazione del giovane • Autoreferenzialità della ricerca Frammentarietà e disomogeneità dei parametri identificativi di generazione (ad esempio delimitazione delle età) Allungamento progressivo della condizione giovanile Mancanza di parametri metodologici condivisi • Poco esaustive le interpretazioni passate • I giovani sono raccontati dalle parole degli adulti • I metodi di ricerca sono inadeguati per raccontare la nuova espressività giovanile Sperimentazione di nuovi metodi di ricerca Nascita di una nuova cultura scientifica Nuova cultura scientifica sui giovani Individuazione di parametri condivisi sull’età dei giovani Riflessione metodologica sugli strumenti e i metodi di ricerca adottati Chiarire il valore delle ricerche longitudinali sui giovani Disegnare la mappa degli stili culturali dei giovani Modelli interpretativi di giovani (Crespi, 2002) 1950-1967: etero attribuzione sulla base di modelli adulti (generazione del moratorium) 1968-1980: stereotipo del conflitto e processo di radicalizzazione (generazione del conflitto anche intergeneraziona le e sociale) 1981-2000: stereotipo del disagio e processo di differenziazione (generazione del disagio) Dopo il 2000: stereotipo della diffusione e processo di giovinilizzazion e della società (generazione prolungata e indefinita) L’età del moratorium Definizioni classiche della giovinezza: “uno stato di transizione verso il raggiungimento dell’età adulta” (Grasso, Buzzi) Un momento di attesa “un’età di passaggio prima del raggiungimento della pienezza dell’età adulta” Condizione di moratorium “C’era una volta il giovane… “…Tutti sapevano chi era: finiti gli studi, l’apprendistato e il “garzonato”, a seconda dello stato sociale e del ceto della famiglia, era richiamato alle armi – un passaggio obbligato per la vita adulta. Terminato il servizio militare, l’aspettava un lavoro stabile, nei campi, nelle fabbriche o negli uffici; il matrimonio; l’attesa dei figli. Nel tempo breve di una manciata di anni si consumava il tragitto dall’adolescenza all’età adulta. Per la giovane, la transizione era ancora più rapida” (Diamanti,1999) Generazione boomers: I giovani moderni Figli delle 3 M (Grimaldi e Bertoni, 1964): • Mestiere • Macchina • Moglie Generazione materialista, spoliticizzata, qualunquista, figlia della “società del benessere” 5 step per essere giovani: IARD, 2006 1. Uscita dal circuito formativo, 5. Assunzione di un ruolo genitoriale 4. Costruzione di una famiglia 2. Entrata nel mondo del lavoro, 3. Raggiungimento della indipendenza economica e abitativa GENERAZIONE DEL CONFLITTO (1968-1980): La generazione x del ‘68 Il ‘68 rivela una “generazione in transizione” I giovani diventano oggetto di interesse nella società industriale, capitalistica e moderna (anni ‘60) • “portatrice di nuovi valori postmaterialisti, collocabili nell’area dell’espressività, solidarietà e autorealizzazione” (Besozzi, 2006) • generazione attiva, antagonista rispetto ai modelli moderni adulti • Generazione attiva politicamente e movimentista • Generazione sfiduciata nei confronti degli altri • Generazione orientata sul privato ma più incerta e insicura Generazione del disagio (1981-2000) I giovani come luogo del disagio, come emblema del comportamento liminale, (droga, alcool, la corsa in macchina, le più diverse forme di devianza e di trasgressività) I giovani rendono familiari le novità sociali, incentivando il cambiamento e sfumando la zona di confine fra normalità e anormalità. (Crespi, 2002) La generazione degli anni ‘80 Esaltazione dell’autenticità dell’io (crollo delle metanarrazioni) Generazione alla ricerca del self (soggettivismo) Esaltazione dell’autonomia (relativismo etico e sociale) Costruzione dell’io Processo di individualizzazione e privatizzazione • Indebolimento della memoria • Scollamento della tradizione • Perdita dei legami sociali e collettivi Partecipazione a più sfere sociali e culturali Assunzione di più ruoli contemporaneamente Biografia aperta e non standardizzata Autoreferenzialità come obbligo verso se stessi Tracce di generazione Generazione del rischio I giovani come “figli della libertà” (Beck, 2001) Il sé è un progetto autoriflessivo • Ridefinizione continua della propria identità • Dal senso della libertà al paradosso della responsabilità • Logica del fai da te Generazione invisibile “negli anni 90 questa categoria sociale perde i tratti fondamentali e diventa “invisibile”, una generazione dalla “sagoma scolorita e sfrangiata” (Diamanti, 1999) Dal punto di vista della ricerca: • “Oggi i giovani non fanno più moda. Ne costituiscono, al più un bersaglio” • “Non più un soggetto sociale che esprime novità e cambiamento.” • “Sono osservati con disattenzione e un po’ di fastidio” “Nascosti nella luce” “È con questo ossimoro che nel 1988 Dick Hedbige definisce i giovani e le loro pratiche subculturali: costantemente sotto i riflettori, eppure testardamente opachi a ogni tentativo di catalogazione entro confini netti e precisi del trattato scientifico, dell'editoriale giornalistico, del rapporto statistico, tutti approcci che non si addicono a una categoria sociale e a pratiche che tendono a sfuggire a ogni tentativo che vuole incasellare in schemi e tassonomie statistiche e monolitiche”(Cappello, 2009) Tracce di una nuova generazione Difficile inquadramento e definizione della categoria “giovane” Difficile riconoscimento dei giovani in una generazione • Prolungamento della formazione • Allungamento e precarizzazione del lavoro • Allentamento delle successive tappe evolutive Prolungamento della formazione Formazione continua e permanente • Nuovo concetto del sapere • Nuova definizione dell’apprendimento Perenne fase di studio e sperimentazione Precarizzazione del lavoro Indebolimento della visione fordista del lavoro (meccanicizzazione, standardizzazione, ripetizione) Flessibilità, reticolarità e creatività Ricontestualizzazione delle conoscenze e delle abilità acquisite Non più identificazione con il progetto di vita o di costruzione dell’identità soggettiva Cambiamento del concetto di famiglia Difficoltà di assunzione di un ruolo genitoriale Da progetto a rifugio per le insicurezze del vivere Da agenzia di socializzazione a gruppo sociale di sostegno emotivo Polisemia interpretativa della sua concettualizzazio ne • Welfare truccato • Bene rifugio Generazione prolungata e indefinita Uscita tardiva dalla famiglia Prolungamento della gioventù (Bonazzi, Pusceddu, 2008) Precarizzazione lavorativa l’adulto che vuole rimanere giovane Rinnego del ruolo e della responsabilità di essere adulto Il giovane che non sa più dove orientare lo sguardo per diventare adulto Generazione acrobata (Crepet, 2003) “Molti adolescenti assomigliano, senza saperlo, a degli equilibristi: camminano sospesi sopra teste di adulti che non guardano in su, verso quelle corde tese, né si accorgono degli sforzi immani di quei giovani per dire che vivono” Riduzione e svalorizzazione del giovane che diventa invisibile agli occhi dell’adulti Debolezza del Sistema psicologico immunitario rispetto alle tossine psichiche (dolori, perdite, frustrazioni…) Diffusione del condono educativo Dalla condizione generazionale al “senso generazionale” (Donati, 1997) L’essere giovani in sé non determina l’assunzione di una specifica identità di generazione, oltre le circostanze socioculturali I giovani sono slegati dai processi di maturazione biologica. • Non sono una classe di età definibile in termini anagrafici I giovani non sono un gruppo sociale, una classe sociale perché non hanno una precisa collocazione nella divisione sociale del lavoro (Crespi, 2002) Generazioni situate “Cogliere fenomeni generazionali, circoscrivibili in modo dettagliato e preciso secondo canoni e stilemi definiti, nonché rilevazioni empiriche è abbastanza complesso. L’unicità e la distinzione generazionale è spesso connessa all’incidenza della specifica congiuntura socioculturale e politica di un preciso periodo storico rispetto allo status sociodemografico, lavorativo e culturale delle singole generazioni in uno specifico momento storico.” ( Cavalli, 2010) Le età delle generazioni 1. Generazione della guerra e della resistenza (85 anni in su) 6. …. (al di sotto di 20 anni) 2. Generazione della ricostruzione (dai 65 agli 85 anni) 5. Generazione dell’insicurezza e della globalizzazione (dai 20 ai 30 anni) 3. Generazione del 68 e degli anni di piombo (dai 50 ai 65 anni) 4. Generazione disillusa (dai 30 ai 50 anni) Pluriverso generazionale Dalla identificazione di un unico universo giovanile al pluriverso (Donati e grandini, 1998) • Tribù affettive di Maffesoli • Partecipazione a mondi eterogenei, situati e circoscritti, in cui i giovani si riconoscono sotto il profilo culturale, valoriale e comportamentale Relativismo etico, legato al situazionismo • Non più un modello culturale dominante • L’eticità diventa correlata al situazionismo Identità critica Consapevolezza della distanza culturale ed espressiva con le generazioni adulte • Gap espressivi • Gap comportamentali • Gap interpretativi e valoriali Rifiuto delle strategie comunicative e educative adottate La dis-mediazione culturale Rinuncia alle mediazioni sociali (scuola famiglia…) • I giovani diventano portatori di disvalori • I giovani sono innovatori di modelli di socializzazione Percorsi di vita funamboli (Beck, 2001) e partecipazione a più sfere sociali Generazione dell’hic et nunc Socializzazione come proposta discorsiva e di scambio Tracce di generazione Sviluppo di un senso di religiosità, appartenenza o fedi altre Attribuzione d’importanza al mondo relazionale Disagio di costruzione di un’identità collettiva Diverso modo di intendere la politica Depoliticizzazione dello stato e subpoliticizzazione della società • Associazionismo e volontariato Partecipazione parziale: poco onerosa e poco duratura • Reversibilità delle scelte • Attenuazione della conflittualità intragenerazionale Tipologie di giovani generazioni Impatto delle tecnologie: la networked generation “Essere digitali è come essere nomadi” (Censis, 2008) • • • • Fruizione è sinonimo di vagabondaggio (socializzazione malinconica) Navigazione reticolare e ricca: Nichilismo light Mancanza di una gerarchia di priorità di fruizione Disincanto mediale (socializzazione estetica) Atteggiamento di indifferenza nei confronti delle proprietà espressive dei media • Spostamento verso la fruizione inter-attiva Sviluppo di senso di onnipotenza autofondato e inconcludente (socializzazione narcisista) Coi media… I giovani sono spesso descritti da buona parte della stampa come prodotti «del degrado e dell’emarginazione sociale… figli del vizio, della noia» (Il Messaggero, 07/08/2008) che trovano nei media strumenti per evadere dalla realtà, i complici del proprio bisogno di appagamento e attribuzione di senso. “Una subcultura gerarchizzata con cui i giovani, che hanno le chiavi di accesso a questo sapere (fare), si differenziano dal mondo adulto”. You tubo, dunque sono». (socializzazione espressiva) un bisogno manifesto di visibilità, di contatto, di cura, di espressione di uno status culturale o emotivo, quasi fosse un desiderio di comunicare la propria distintività intragenerazionale Arrivando al dunque… Livello d’istruzione? Residenza? Chi sono i giovani di cui ci occuperemo? Età? Occupazione? Genere? Altro?