I farmaci nelle patologie neurologiche periferiche G. A. Checchia con la collaborazione di A. M. Amato*, N. Camuzzini, G. Corvaglia, C. Lentino, S. Villella SC Recupero e Rieducazione Funzionale Ospedale Santa Corona Pietra Ligure (SV) *SSD Rieducazione Funzionale Ospedale Santa Maria di Misericordia Albenga (SV) ASL 2 Savonese 1 Neuropatie periferiche Epidemiologia Le neuropatie periferiche rappresentano patologie frequenti e spesso invalidanti Prevalenza nella popolazione generale: 2,4% Dopo i 55 anni di età: 8% Più frequenti le neuropatie compressive e diabetiche 2 Il danno neuronale Nella valutazione degli effetti della compressione del nervo occorre tener presente due parametri: l’entità della compressione e la durata della stessa. 3 Il danno neuronale In studi sperimentali si è evidenziato che già per compressioni di lieve entità si ha una compromissione del microcircolo intraneurale. Per ciò che riguarda il trasporto assonale risultano compromessi, ad alte pressioni, sia quello anterogrado rapido (per i costituenti delle membrane cellulari), che lento (per i costituenti del citoscheletro). Tale blocco del flusso assonale anterogrado interferisce con il rifornimento di sostanze costituenti l’assolemma ed i precursori dei neurotrasmettitori necessari per la funzione sinaptica. Il blocco del flusso retrogrado determina un’inibizione del riciclo delle sostanze catabolizzate a livello assonale, che, captate dalle terminazioni nervose terminali attraverso il flusso retrogrado, tornano al corpo cellulare e ne garantiscono la sopravvivenza.4 Il danno neuronale L’ischemia nervosa cui vanno incontro i nervi periferici determina uno stress ossidativo con un blocco dell’apporto dei metaboliti energetici locali, un aumento a livello periferico di idroperossidi lipidici ed una diminuzione delle capacità di difesa antiossidante. Le fibre nervose compresse moderatamente possono non essere danneggiate immediatamente, ma solo secondariamente per il danno del microcircolo intraneurale che determina un blocco di conduzione totale. 5 Il processo infiammatorio a carico del Nervo In seguito alla lesione nervosa periferica si osserva una attivazione delle cellule immunitarie e delle cellule di Schwann, che rilasciano citokine che sostengono l’infiammazione del nervo e i disturbi sensitivi correlati alla lesione neuropatica. 6 Tacker MA et al. Anesth Analg 2007; 105:838–847 TNF-α receptors and signaling molecules Robert R.Myers, W.Marie Campana and Veronica I.Shubaye DDT • Volume 11, Number 1/2 • January 2006: 8-20 7 Sequence of events that relate peripheral nerve injury to neuroinflammation and neuropathic pain development Robert R.Myers, W.Marie Campana and Veronica I.Shubaye DDT • Volume 11, Number 1/2 • January 2006: 8-20 8 9 Ugualmente importante è l’influenza esercitata sulle cellule nervose da cellule cosiddette NON NEURONALI • MASTOCITI in periferia • MICROGLIA nel midollo spinale 10 Attivazione della Microglia La microglia migra verso il sito della lesione e rilascia citokine infiammatorie. I linfociti T si infiltrano nel midollo spinale e amplificano il processo 11 infiammatorio 12 THE PAIN PRACTITIONER, VOLUME 21, NUMBER 3, Fall 2011 ATTIVAZIONE DELLA GLIA: dallo stato pro-infiammatorio a quello antinfiammatorio Ruolo proinfiammatorio: Le cellule microgliali contribuiscono e sostengono la sensibilizzazione centrale. 1)aumentano numericamante 2)producono una e rilasciano una serie di citochine proinfiammatorie IL-1, IL-6 or TNFα 3)Producono e rilasciano fattori trofici (NGF, BDNF, NT3) Ruolo antinfiammatorio: Le cellule microgliali possono avere un ruolo neuroprotettivo 1) Producono citochine antinfiammatorie (IL-4 e IL-10) 2) esprimono i recettori dei cannabinoidi CB1 e CB2 13 Il termine epigenetica risale al 1942 quando Conrad Waddington lo coniava per designare "la branca della biologia che studia le interazioni causali fra i geni e il loro prodotto cellulare e pone in essere il fenotipo" (Waddington, 1942). Oggi, per epigenetica si intende lo studio delle modifiche genetiche stabili che danno luogo a cambiamenti nella funzione e dell'espressione genica senza un’alterazione nella sequenza del DNA corrispondente (http://nihroadmap.nih.gov/roadmap15update.asp; Aguilera et al. 2010). In pratica si tratta di quei fenomeni in cui il fenotipo è determinato non tanto dal genotipo in sé, quanto dalla sovrapposizione al genotipo stesso di "un'impronta" che ne influenza il comportamento funzionale. Questa impronta è detta segnale epigenetico, ovvero un qualsiasi cambiamento che sia in grado di alterare l’attività di un gene ma non la sequenza nucleotidica. 14 Regolazione epigenetica Per Epigenetica si intende una qualunque attività di regolazione dei geni tramite processi chimici che non comportino cambiamenti nel codice del DNA cioè del genotipo, ma possono modificare il fenotipo dell’individuo e/o della progenie. Modificazioni Istoniche Metilazione del DNA ESPRESSIONE GENICA EPIGENETICA Fattori che rimodellano la cromatina 15 EPIGENETICA: manifestazione di «espressioni» diverse a partire dallo stesso materiale EPIGENETICA: lo stesso set di geni ma con espressione (struttura) diversa nelle diverse fasi della vita EPIGENETICA: modificazioni dell’espressione genica non associate ad alterazioni della sequenza delle basi del DNA 16 DNA methylation and histone acetylation are two critical epigenetic mechanisms controlling chromatin structure and function in mammalian neurons Or methylation 17 Korzus Nat. Neurosc. 13,405,2010 18 APPROCCIO TERAPEUTICO ALLE NEUROPATIE PERIFERICHE 19 Farmacologicamente si va dall’utilizzo dei sintomatici come FANS, cortisonici, miorilassanti e analgesici, a farmaci neurotrofici con attività mirata a favorire la ripresa della funzionalità delle cellule nervose. 20 ANALGESICO sul dolore neuropatico NEUROPROTETTIVO e NEURORIPARATIVO 21 22 Trattamento Multimodale Il Protocollo proposto da Mayo Clinic si basa sulle evidenze di letteratura e sulle principali Consensus Internazionali, in base a cui il trattamento della neuropatia periferica deve innanzitutto essere multimodale. Questo significa che per ottenere efficacia clinica è necessario associare più principi attivi. L’approccio multimodale consente di ottenere una maggiore efficacia e contemporaneamente una migliore tollerabilità del trattamento, perché i singoli principi attivi vengono impiegati a dosaggi inferiori rispetto ai dosaggi necessari in monosomministrazione. 23 TRE LINEE DI TRATTAMENTO 24 25 ANALOGHI DEL GABA gabapentin / pregabalin 26 La terapia sintomatica con GABAPENTIN / PREGABALIN: razionale e meccanismo d’azione Farmaci che interagiscono a livello della trasmissione nervosa e della cinetica dei neurotrasmettitori si sono dimostrati utili nel dolore neuropatico, tra cui gli antiepilettici, la cui efficacia sembra legata alle proprietà di condizionare l’attività dei canali ionici della membrana neuronale implicati nella trasmissione dell’impulso nervoso. 27 La terapia sintomatica con GABAPENTIN: razionale e meccanismo d’azione • Blocco dei canali Ca++ (canali tipo L - canali del calcio voltaggio-attivati “Large and Long”); • Riduzione del glutammato aumentandone la degradazione da parte della decarbossilasi specifica; • Aumento dei livelli cerebrali di GABA, per aumento della sintesi e del rilascio. 28 Linee di trattamento La terapia sintomatica con PREGABALIN • Si lega alle subunità alfa-2-delta dei canali del calcio voltaggio-dipendenti; • Modula l’ingresso di ioni calcio a livello delle terminazioni presinaptiche nei neuroni iperattivi; • Riduce il rilascio di neuro-trasmettitori eccitatori (glutammato, sostanza P, noradrenalina) 29 Linee di trattamento PREGABALIN • Indicazioni – dolore neuropatico (periferico e centrale) – epilessia – disturbo d’ansia generalizzata • Dosaggio 150-600 mg/die, suddiviso in due o tre somministrazioni Si può partire con 150 mg/die per poi salire a 300 mg/die in 3-7 giorni. Se necessario il dosaggio può essere portato a 600 mg/die dopo altri 7 giorni. 30 Linee di trattamento PREGABALIN 300-600 mg/die 150 mg/die placebo 27-39% 10% 2-11% Sonnolenza 20-27% 5% 3-4% Edemi periferici 4% 1-5% Vertigini 7-17% • Effetti collaterali descritti come persistenti in letteratura 31 Linee di trattamento Nota 4 La prescrizione a carico del SSN è limitata ai pazienti con dolore grave e persistente dovuto alle seguenti patologie documentate dal quadro clinico e/o strumentale: - nevralgia post-erpetica correlabile clinicamente e topograficamente ad infezione da Herpes zoster - neuropatia associata a malattia neoplastica - dolore post-ictus o da lesione midollare - polineuropatie, multineuropatie, mononeuropatie dolorose, limitatamente ai pazienti nei quali l’impiego degli antidepressivi triciclici (amitriptilina, clomipramina) e della carbamazepina sia controindicato o risulti inefficace gabapentin, pregabalin - neuropatia diabetica duloxetina, gabapentin, pregabalin 32 Tassi di risposta: riduzione del dolore 50% 60 *p 0,001 vs placebo 47%* % di pazienti 50 40 34%* 26%* 30 19% 20 10 0 Placebo (n=830) 150 (n=425) 300 (n=495) 600 (n=582) Dose pregabalin (mg/die) Risultati di 10 studi clinici RCT, sul dolore neuropatico periferico 33 Efficacia di pregabalin nel dolore neuropatico periferico: conclusioni Efficacia di pregabalin dimostrata in studi in doppio cieco, controllati con placebo, condotti su più di 10.000 pazienti Significativa riduzione del dolore già dopo la prima settimana Efficacia a lungo termine mantenuta negli studi in aperto ≥1 anno Semplicità posologica BID: 150-600 mg/die Significativa riduzione delle interferenze con il sonno, associate al dolore, già dopo la settimana 1 Effetti indesiderati generalmente lievi o moderati che tendono a risolversi spontaneamente 34 L-ACETILCARNITINA RUOLO TERAPEUTICO NELLE NEUROPATIE PERIFERICHE 35 L-acetilcarnitina è l’estere acetilico di L-carnitina; si tratta di un composto naturale, presente in tutti i mammiferi. Le due principali funzioni di Lcarnitina sono il trasporto degli acidi grassi a catena lunga dal citoplasma alla matrice mitocondriale, in seguito alla loro attivazione in acil-CoA, e la regolazione intracellulare di un corretto rapporto tra acil-CoA e acilcarnitina, mediante il trasferimento di gruppi acilici a catena corta dall’interno del mitocondrio verso il citoplasma 36 Farmacologia La L-Acetilcarnitina svolge un ruolo cruciale nel metabolismo della cellula perché, attraverso l’enzima CAT (Carnitina-Acetil-Transferasi), cede il gruppo acetilico al CoA libero per formare Acetil-CoA nelle diverse strutture subcellulari: Perossisomi, Mitocondrio, Citosol e Nucleo. LAC • donatore gruppi acetilici 37 L-ACETILCARNITINA: donatore di gruppi acetilici La LAC, in qualità di donatore di gruppi acetilici, interviene: 1. Nei processi di produzione energetica 2. Nei processi biosintetici 3. Nei processi di acetilazione 38 L-ACETILCARNITINA: donatore di gruppi acetilici 1. PRODUZIONE DI ENERGIA: Formazione di acetil-CoA per il ciclo di Krebs Krebs Cycle ATP 39 L-ACETILCARNITINA: donatore di gruppi acetilici 2. PROCESSI BIOSINTETICI LAC CAT – Sintesi di acetilcolina – Sintesi degli acidi grassi (es: PUFA) 40 L-ACETILCARNITINA: donatore di gruppi acetilici 3. PROCESSI DI ACETILAZIONE – Enzimi cellulari: LAC modula il metabolismo energetico (es: ox glucosio) – Proteine cellulari: l’acetilazione di proteine cellulari previene la formazione della cataratta e l’aggregazione della proteina β-amiloide – Proteine nucleari (istoni, fattori di trascrizione): LAC regola l’espressione di geni (es: NGF, SOD, NF-kB, mGluR) – 41 RUOLO DI LAC NELL’ACETILAZIONE ISTONICA LAC CAT Acetyl-CoA 1. LAC acetila la lisina terminale degli istoni 2.apertura della cromatina gruppo acetile 3.attivazione espressione genica 42 P. Madiraju 2009 La terapia con L-ACETILCARNITINA: azione SUI Recettori Metabotropici per il Glutammato (mGluR) • LAC ha dimostrato di indurre una upregulation selettiva dei recettori sinaptici mGlu2, recettori con funzione di modulazione della trasmissione sinaptica eccitatoria; • Azione antidolorifica: derivante da una maggiore espressione dei recettori mGlu2/3 a livello sinaptico. 43 Induction of mGlu2 receptors is under the control of acetylation mechanisms Acetyl donors Inhibitors of histone deacetylase Acetyl groups p65 Exon 1 p50 NFk-B binding sites Exon 2 p300 TIS ATG mGluR2 44 L-acetilcarnitina 45 LAC: AZIONE NEUROTROFICA Neuropatia periferica da trauma LAC aumenta il numero di assoni mielinati e lo spessore della mielina Salina Normal ALC ALC: 50 mg/kg/day i.p. per 12 weeks; resezione nervo sciatico A B C 46 (Wilson 2010) 47 48 49 LAC: IMPIEGO CLINICO Forme di dolore neuropatico di differente eziologia (neuropatie compressive / intrappolamento) Avviare terapia con 500 mg bid per via parenterale (i.m.) per 10 giorni ottimizzazione della biodisponibilità maggiore rapidità d’azione con effetto sintomatico Proseguire terapia con 500 mg bid per os per almeno 30 - 60 giorni stabilizzazione del risultato 50 espletamento azione neurotrofica 51 L’Acido Alfa Lipoico (ALA) è tra i più potenti antiossidanti fisiologici; svolge un’azione antiossidante protettiva sulle membrane cellulari, mitocondriali e su proteine e DNA. Neutralizza l’azione dei radicali liberi, responsabili dei processi di invecchiamento e diminuzione della funzionalità dei tessuti, e promuove la rigenerazione di altri antiossidanti endogeni come Vitamina E, Vitamina C e Glutatione. L’ALA è inoltre conosciuto per la sua attività di coenzima del metabolismo cellulare, di fondamentale importanza per promuovere i cicli metabolici finalizzati alla produzione di ATP e dunque di energia per la cellula. 52 ALA Meccanismo d’Azione danno meccanico compressione nervo danno ischemico compressione vasa nervorum stasi microvascolare danno membrane assone blocco metaboliti e stress ossidativo neurotrasmettitori radicali ossigeno idroperossidi lipidici capacità antiossidante lipoperossidazione lipidica ATP glucosio potere antiossidante ALA tempi di conduzione nervosa 53 Infiammazione e neuroinfiammazione: dove agisce l’ALA L’acido alfa-lipoico (ALA) inibisce la biosintesi di citokine infiammatorie quali TNF-α e IL-1, che sono responsabili dell’attivazione delle cellule immunitarie (linfociti, macrofagi, mastociti e neutrofili). Questa attività antinfiammatoria di ALA si osserva sia a livello periferico che a livello centrale Ru-Rong Ji, Zhen-Zhong Xu and Yong-Jing Gao Emerging targets in neuroinflammation-driven chronic pain Nature Reviews Drug Discov. 2014 Li G et Al. Alpha-Lipoic Acid Exerts Anti-Inflammatory Effects on Lipopolysaccharide-Stimulated Rat54 Mesangial Cells via Inhibition of Nuclear FactorKappa B (NF-κB) Signaling Pathway. Inflammation, 2014 Inibisce l’attivazione di NF-Kb Riduce significativamente i livelli circolanti di IL-1, IL-6 e TNF-α Inibisce l’espressione delle molecole di adesione VCAM-1 nelle cellule endoteliali, riducendo la capacità di adesione dei monociti-macrofagi Inibisce la trasmigrazione dei linfociti T L’azione antinfiammatoria dell’ALA si esplica sia a livello periferico che a livello centrale, grazie alla sua capacità di oltrepassare facilmente la barriera ematoencefalica, in quanto è una molecola piccola e lipofila: a livello periferico inibisce in particolare l’attivazione delle cellule immunitarie (monociti, macrofagi, linfociti T e neutrofili); a livello centrale riduce l’attivazione della microglia, mediata dall’attivazione dell’NF-kB Suzuki YJ et al. 55 T cells. Alpha-lipoic acid is a potent inhibitor of NF-kappa B activation in human Biochem Biophys Res Commun 1992;189(3):1709-1715 Riduce l’ossidazione delle membrane mitocondriali Cofattore essenziale di enzimi mitocondriali (biosintesi ATP) Aumenta l’uptake di glucosio da parte del tessuto muscolare e del tessuto nervoso Cofattore del ciclo di Krebs Aumenta le disponibilità energetiche del tessuto nervoso e ne previene la degenerazione (biosintesi NADH, NADPH) Jacob et al. The antioxidant alpha-lipoic acid enhances insulin-stimulated glucose metabolism in insulinresistant rat skeletal57 muscle. Diabetes. 1996 Aug;45(8):1024-9. CONTROLLO DELLA GLICEMIA ALA 600 mg/die per via orale dopo 4 settimane di trattamento migliora la sensibilità delle cellule all'insulina (studio randomizzato e controllato vs placebo in pazienti diabetici). Jacob S et Al. Free Radic Biol Med 1999; 27:309-14 ALA migliora inoltre l'uptake di glucosio a livello del nervo, aumentando di conseguenza l'energia a disposizione della cellula nervosa (è stato fra l'altro dimostrato un aumento dell'attività mitocondriale a seguito di somministrazione di ALA). FUNZIONALITA’ ENDOTELIALE L’acido alfa-lipoico ha dimostrato di migliorare la funzionalità endoteliale nei pazienti diabetici e nei pazienti con sindrome metabolica. Kishi Y et Al. Diabetes 1999; 48:2045-51 Heitzer et al. Free Radic Biol Med. 2001 Jul 1;31(1):53-6158 Dopo 2 settimane di trattamento con 600 mg/die di ALA la riduzione dei sintomi neuropatici è risultata significativa rispetto a placebo. 59 Ziegler D et al. Diabetes Care 2006;29:2365-2370. Effetto osservato Indicazione Studi Raccomandazione/ evidenza Neuropatia diabetica Riduzione del dolore e delle parestesie (TSS, Studi randomizzati e controllati verso (polineuropatia NIS, NIS-LL) placebo (Ziegler et al 2004; Ziegler et al sensitiva simmetrica Miglioramento della velocità di conduzione 2006; Ametov et al 2003; Ruessmann et nervosa al 2009; Ziegler et al 1999; Ziegler et al Riduzione consumo analgesici 2011) Neuropatia diabetica Lieve miglioramento dell’aritmia conseguente 1 studio randomizzato e controllato verso autonomica a neuropatia cardiaca autonomica placebo (Ziegler et al 1997) Burning mouth Riduzione del dolore e delle disestesie Studi randomizzati e controllati verso distale) syndrome placebo e metanalisi Cochrane (Femiano (glossopirosi) 2002; Zakrzewska et al 2005) Grado A Livello 1b Grado A Livello 1c Grado A Livello 1c Sindrome del tunnel Riduzione dei sintomi (dolore e Studi clinici controllati verso altro Grado B carpale parestesie) e miglioramento della trattamento (Di Geronimo et al 2009) Livello 2 funzionalità della mano Miglioramento della velocità di conduzione nervosa Radicolopatie Riduzione del dolore Studi clinici controllati verso altro Grado B (sciatalgia e Miglioramento della funzionalità trattamento (Battisti et al 2013; Letizia Livello 2 cervicobrachialgia) Miglioramento della qualità di vita Mauro et al 2014; Memeo e Loiero 2008; Riduzione del consumo di analgesici Ranieri et al 2009) Neuropatie da Miglioramento della velocità di conduzione Studi su modello animale (Tuncer et al Grado C chemioterapici nervosa (studio modello animale) 2010) e piccolo studio clinico (Gedlicka et Livello 5 (cisplatino, vincristina) Miglioramento dei sintomi non statisticamente al 2002) 60 Trial Casistica (n) Dose (mg) Durata Effetti Safety ALADIN 328 100 / 600 / 1200 / placebo 3 sett. e.v. TSS+ NDS+ HPAL+ ALADIN II 65* 600 / 1200 / placebo 2 anni os Sural SNCV+ Sural SNAP+ Tibial MNCV+ Tibial DMLNDS- ALADIN III 508 600 e.v. / 1800 os / placebo 3 sett os. / 6 mesi os TSS-/NIS+/(+) NIS (LL)(+) / (+) buona DEKAN 73 800 / placebo 4 mesi os HRV+ buona ORPIL 24 1800 / placebo 3 sett. os TSS+ HPAL (+) NDS+ buona * n= 299 randomizzati TSS = Total Symptom Score HPAL = Hamburg Pain Adjective List DML = Distal Motor Latency SNAP = Sensory Nerve Action Potential MNCV = Motor Nerve Conduction Velocity SNCV = Sensory Nerve Conduction Velocity HRV = Heart Rate Variability buona buona NIS(LL) = Neuropathy Impairment Score (arti inferiori) NDS = Neuropathy Disability Score + miglioramento vs placevo (+) miglioramento borderline vs placebo - assenza di significativi effetti 61 Ziegler, 1999 ALA 1200 mg ALA 600 mg ALA 100 mg PLACEBO Miglioramento vs basale (punteggio) 2,0 1,8 1,6 1,4 1,2 * * 1,0 * * * * * 0,8 0,6 0,4 0,2 0,0 dolore bruciore parestesie intorpidimento Variaziazioni (miglioramento) nei punteggi individuali <basale vs 19° giorno (media ± ES). * p<0,05 vs variazioni nel gruppo placebo 62 Ziegler, 1995 Formazione dei ROS Respirazione Cellulare 63 Antiossidanti Primari e Secondari 64 ALA neutralizza i ROS formati SOD previene la formazione dei ROS 65 Palmitoiletanolamide 66 La Palmitoiletanolamide è una sostanza già presente nel nostro organismo, in quasi tutte le cellule in piccolissime quantità. Viene sintetizzata on demand, quando è necessaria, a partire dai fosfolipidi di membrana. J. LoVerme et al. / Life Sciences 77 (2005) 1685–1698 67 Il mastocita va assumendo, in maniera sempre più chiara, il ruolo di “direttore d’orchestra” dell’equilibrio omeodinamico intersistemico che garantisce la funzionalità e lo stato di salute a livello di numerosi tessuti dell’organismo , compreso il microambiente endoneurale del nervo periferico, somatico ed autonomico, all’interno del quale lo stesso mastocita coordina, tra l’altro, le complesse interazioni tra le cellule endoteliali dei vasa nervorum e le fibre nervose ospitate. Sono stati altresì chiariti i fini meccanismi agonisti in grado di determinare e/o di facilitare il fondamentale processo di degranulazione mastocitaria attraverso il quale il mastocita tissutale riesce a comunicare, con estrema rapidità, con stipiti cellulari differenti (cellule nervose, cellule endoteliali, fibroblasti, linfociti, ecc); 68 69 M A S T O C I T A R I A In seguito a stimolazione il mastocita rilascia nell’ambiente circostante i suoi granuli contenenti citochine proinfiammatorie, fattori di crescita 70 neuronale, enzimi litici, citochine antinfiammatorie, etc . 71 DB JACK DN&P Vol 9 (2) 93-98; 1996 PALMITOILETANOLAMIDE (PEA) Sostanza lipidica endogena ad effetto ALIA i cui livelli sono alterati negli stati infiammatori e/o dolorosi 72 G. Re et al. The Veterinary Journal 173 (2007) 23–32 73 Pazienti: 636 pazienti (336 maschi e 300 femmine) affetti da lombosciatalgia, dovuta a compressione del nervo sciatico o a discopatia. Disegno dello studio: studio multicentrico in doppio cieco, randomizzato, controllato, due dosi di NORMAST® verso Placebo. Trattamento: 2 cps/die Normast o Placebo x 21 giorni) 74 DOLORE & QUALITA’ DELLA VITA 75 La Palmitoiletanolamide a livello periferico è in grado di modulare l’attivazione mastocitaria e nel midollo spinale di ridurre l’attivazione gliale. La Palmitoiletanolamide agisce su cellule non neuronali e, attraverso la down regulation di queste cellule, è in grado di controllare stati infiammatori e dolorosi cronici. 76 GRAZIE 77