John Dewey 1859-1952 • Il più grande pedagogista del Novecento (F. Cambi); • L’intellettuale più sensibile al ruolo politico della pedagogia come chiave per una società democratica. • Ispirata a lui: Scuola Città Pestalozzi di Firenze (1944), ideatore Ernesto Codignola. • Democrazia: “Una società che ponga in grado tutti i suoi membri di partecipare, a condizioni uguali, a quel che ha di buono e che assicuri un riadattamento flessibile delle sue istituzioni attraverso lo scambio delle diverse forme di vita associata”: • E’ qualcosa di più di una forma di governo; è un tipo di vita associata, di esperienza continuamente comunicata. • Massimo rappresentante teorico della “scuola progressiva”: • Espressione e cultura dell’individualità • Apprendere dall’esperienza • Conseguimento di abilità come mezzi per ottenere fini che rispondono a esigenze vitali • Massimo sfruttamento delle possibilità della vita presente • Familiarizzazione con un mondo in movimento (Esperienza e democrazia, 6) Contesto • Periodo di trasformazioni sociali in USA: • Industria, mercato mondiale. Mezzi di comunicazione rapidi • Aumento popolazione • Apertura università, centri di ricerca • Crisi del 1929-32 • 1905-1929: docente alla Columbia University • Vittoria nella seconda guerra mondiale (Scuola e società,3) Formazione • Laurea in filosofia, 1884 • Influenza dal neogheliano G.S. Morris e dallo psicologo G. Stanley Hall • 1884-1894, Michigan University; 18941904, Università di Chicago • Abbandono dell’hegelismo e approdo al pragmatismo, per influenza soprattutto di W. James • Sistema originale: strumentalismo. Opere • • • • • • • • Il mio credo pedagogico, 1897 Scuola e società, 1899 Le scuole di domani, 1915 Democrazia ed educazione, 1916 Esperienza e natura, 1929 Fonti di una scienza dell’educazione, 1929 Esperienza e educazione, 1938 Educazione oggi, 1940 Pragmatismo • Pensiero non spettatore di un mondo fisso e compiuto; • “Dottrina che afferma che la realtà possiede un carattere pratico e che questo carattere è più efficacemente espresso nella funzione dell’intelligenza”. • Conoscenza = previsione e ricostruzione; carattere dinamico. • Vita umana: interagire continuo degli esseri gli uni con gli altri e con l’ambiente, la natura. • Vivere = sperimentare, come processo continuo di esperienza. • Idee: piani per l’azione, come anticipazione del futuro e metodi atti a determinare il cambiamento. Strumentalismo • Pensiero non come attività mentale astratta, ma un’azione concreta, determinata ogni volta dalla sua situazione problematica e dal tentativo, attraverso prove ed errori, di porvi rimedio, trasformando la condizione di partenza in un nuovo orizzonte di vita, e di idee, cioè in una nuova possibile comunità etica, in una nuova integrazione sociale giusta ed efficace”. Scuola elementare all’Università di Chicago (1896) • Laboratorio di pedagogia: la scuola è un’istituzione sociale per cui deve riprodurre in maniera ridotta e semplice le idee e i fatti della società più ampia. • Ragazzi dai 4 ai 13 anni (da 15 a 95 ragazzi )(Scuola e società, 117) ? • Non a partire da un metodo e da un modello: “Quasi completamente affidati agli insegnanti della scuola; c’è stato uno sviluppo graduale dei principi e dei metodi educativi, non una dotazione precostituita di essi”. • “Gli insegnanti cominciarono con punti interrogativi piuttosto che con regole fisse”. (Scuola e società, 117). Da quattro questioni • 1)Come fare per portare la scuola in un rapporto più stretto con la vita della casa e del vicinato? (unità dell’esperienza del ragazzo) • 2)Cosa fare per introdurre nello studio della storia, della scienza e dell’arte degli argomenti realmente significativi nella vita del ragazzo? • 3)Come procedere perché l’esperienza e l’attività costituiscano lo sfondo di questi insegnamenti? Cioè fare in modo che l’esperienza e le attività di ogni giorno costituiscano sempre lo sfondo delle abilità del leggere e dello scrivere e dell’adoperare in modo intelligente i numeri? • Uso e applicabilità dei numero e del linguaggio. • 4)Come rivolgere l’attenzione alle capacità e ai bisogni individuali dell’allievo? (piccoli gruppi). • “Il nostro problema sociale si è che il metodo, lo scopo, la comprensione esistano nella coscienza di chi opera, che la sua attività abbia significato per lui stesso”. Mezzi • Lavoro d’officina, falegnameria • Tessile • Di cucina (“Dove si impara non solo a cuocere le uova, ma il principio incluso nella cottura delle uova ) • Conoscenza ambiente (geografia, storia, scienza) ”(p. 27-29) Convincimenti che: • “Il lavoro manuale … è il metodo più facile e naturale che consenta al fanciullo di conservare il medesimo atteggiamento dentro la scuola e fuori. Il fanciullo ottiene la maggior parte delle sue cognizioni mediante le attività del suo corpo prima di apprendere a lavorare sistematicamente con l’intelletto” (122). Si rifà a Froebel • - il principale compito della scuola è di addestrare i ragazzi a una vita di cooperazione • - la radice principale di ogni attività educativa è posta nelle attitudini e nelle attività istintive e impulsive del fanciullo • - le conoscenze valide sono quelle a cui si perviene mediante la produzione e l’impiego creativo Scuola ideale = casa ideale • Scuola come laboratorio di psicologia applicata; • Psicologia tradizionale: spirito: entità fissa, immobile, solo differenza di quantità (ragazzo piccolo uomo); • Psicologia contemporanea: spirito funzione della vita sociale, processo di sviluppo, attraverso stadi. Dall’eghelismo • tendenza guardare alla realtà in maniera unitaria; • considerazione della realtà in continuo divenire; • rilevanza dei legami tra individuo e società. Punto di partenza del pensiero • E’ una situazione problematica, il dubbio, il conflitto, l’incertezza. • “Poiché la situazione nella quale ha luogo il pensiero è il dubbio, il pensiero è un processo di indagine, di esame delle cose, di investigazione … Tutto il pensiero è ricerca”. Conoscenza • Conoscere: pensiero non spettatore di un mondo statico e compiuto; come contemplazione o rispecchiamento: • Ma: come previsione e modificazione del reale mediante il pensiero. • Conoscere e fare intimamente connessi: conoscere è la realtà “che effettua in se stessa una forma particolare e specifica di mutamento”: il lavorio che comporta il mutamento è il pensiero. Passi del pensiero • 1) Disagio e perplessità dell’individuo di fronte a un problema, a una situazione incompiuta; • 2) Osservazione delle condizioni, cioè dei diversi elementi che aiutano a chiarire il problema; • 3) Formulazione ed elaborazione razionale di una conclusione o ipotesi di soluzione; • 4) Prova sperimentale attiva: la soluzione suggerita, l’idea o la teoria, deve essere provata, con l’agire in base ad essa; • 5) Se la soluzione proposta produce certe conseguenze, cioè certi cambiamenti nella realtà esterna, “viene accettata come valida. Altrimenti è modificata, e si fa un altro tentativo ”(Democrazia e educazione, 195) L’esperienza • Lo svolgimento positivo e costruttivo dell’esperienza “dipende dall’avere una idea esatta dell’esperienza”. • Tutto ciò che si prova, che si sperimenta, che avviene nel mondo, realtà onnicomprensiva (ciò che è razionale, logico e irrazionale e inconscio) • “L’esperienza include i sogni, la pazzia, la malattia, la morte, il lavoro, la guerra, la confusione, l’ambiguità, la menzogna, l’errore; include i sistemi trascendentali come gli empirici; la magia e la superstizione come la scienza. Include quell’inclinazione che impedisce d’imparare dall’esperienza, come l’abilità che trae partito dai suoi più deboli cenni”. (Scuola e società, 5) • E’ prima di tutto cosa ATTIVA, non principalmente conoscitiva; la sola attività non costituisce esperienza: • Valida e fertile nella misura in cui conduce a percepire le connessioni (SIGNIFICATO) tra l’attività del soggetto e e conseguenze che ne risultano. Esperienza • Interazione fra uomo e ambiente, con la presenza di significato; • Valida se porta a percepire le connessioni tra l’attività del soggetto e le conseguenze; • La sola attività non costituisce esperienza: es. il dito nel fuoco • Elemento attivo (tentare, esperimento); elemento passivo (sottostare alle conseguenze); (Democrazia, 98); Teoria ed esperienza • “Un’oncia di esperienza è meglio che una tonnellata di teoria, semplicemente perché è soltanto dall’esperienza che una teoria può avere un significato vitale e verificabile” (Democrazia e educazione, 185). Esperienza ed educazione • Parte dalla constatazione che c’è un nesso “organico fra educazione ed esperienza personale”. • Non vuol dire che tutte le esperienze siano educative; dipende dalla qualità dell’esperienza. Strumentalismo • “E’ soltanto nell’esperienza che una teoria può avere significato vitale e verificabile” • Le idee e in generale le operazioni mentali hanno valore esclusivamente pratico, in quanto ipotesi e progetti di trasformazione dell’esperienza: il pensiero costituisce lo strumento con cui un essere umano fonda con gli oggetti dell’esperienza rapporti sempre più efficaci e più utili per il futuro. Educazione come ricostruzione dell’esperienza • Educazione deve essere basata “sull’esperienza della vita”. • Preparare il ragazzo alla vita futura significa dargli padronanza di se stesso; • Esperienza è “mezzo e fine dell’educazione”. • “Credo che l’educazione dev’essere concepita come una ricostruzione continua dell’esperienza; che il processo e il fine dell’educazione sono una sola e identica cosa” (Credo pedagogico). • L’esperienza del fanciullo illuminata dal pensiero è il vero metodo; • Noi non educhiamo mai direttamente ma indirettamente per mezzo dell’ambiente; o l’ambiente è casuale o preparato dall’uomo; • “Una famiglia intelligente differisce da una che non lo è, specialmente in questo: che in essa le abitudini di vita e le relazioni che vi prevalgono sono scelte, o per lo meno influenzate dal pensiero dei loro effetti sullo sviluppo dei bambini”: come le scuole. Educazione come crescita • Presuppone immaturità: • Dipendenza:debolezza fisica alla nascita,ma capacità, abilità di rispondere; • Plasticità: abilità di imparare dall’esperienza • Crescita come continua riorganizzazione o ricostruzione dell’esperienza (Democrazie e educazione, 9798). • Come apprendimento di abitudini: • Una forma di abilità esecutiva, di efficienza in azione; • Non cosa fissa; non solo adattamento all’ambiente,assuefazione, conformità; • Adattamento dell’ambiente alle nostre attività e le nostre attività all’ambiente: Tribù selvagge in ambiente desertico: con l’irrigazione trasforma la produzione. • Educazione: cambiamento qualitativo dell’esperienza dell’individuo, nell’attuazione non di valori assoluti o trascendenti, ma di valori intesi come scelte fatte all’interno del mondo dell’esperienza; non c’è nulla a cui sia subordinata l’educazione se non ad un’educazione più compiuta. • Quindi: • Il fine non è statico: non è la fine della crescita; il processo educativo non ha altro scopo che se stesso; • -persistente mutabilità dell’educazione sia negli scopi che nei mezzi; • Continua riorganizzazione, ricostruzione, trasformazione; • Il crescere non ha fine: è il fine; • -sua evolutività contro ogni forma di assolutismo e di monolitismo; • -crescita pluriforme intelligentemente guidata, aperta a tutti, in organica e autentica democraticità; • -per dare capacità di comprendere, di criticare, di dirigere i mutamenti, preoccupata del presente e del futuro; • Pertanto educazione dell’intelligenza, della ricerca critica, della ragione, in senso strumentalistico, non neoumanistico, come capacità di soluzione di problemi vitali, non contemplativamente, ma criticamente e operativamente .(Credo, art. I) • Agire per uno scopo è agire intelligentemente: significa avere una mente, poiché la mente è attività intenzionale in vista di un fine basata sulla percezione dei fatti e sulla loro relazione reciproca.(es: Api) • Avere un scopo = agire con un significato • Non separare i mezzi dai fini: ogni mezzo è un fine temporaneo; ogni fine diventa un mezzo quando è raggiunto. • L’educazione come tale non ha scopi Scuola • Come comunità di vita, come istituzione sociale, embrionale comunità di vita • “Essendo l’educazione un processo sociale, la scuola è semplicemente quella forma di vita di comunità in cui sono concentrati tutti i mezzi che serviranno più efficacemente a rendere il fanciullo partecipe dei beni ereditati dalla specie e a far uso dei suoi poteri per finalità sociali”. (Credo, art. II); • “La scuola deve rappresentare la vita attuale, una vita altrettanto reale e vitale per il fanciullo di quella che egli conduce a casa, nel vicinato o nel recinto dei giochi”. • “La scuola, come istituzione, deve semplificare la vita sociale esistente; deve ridurla in certo modo a una forma embrionale”. • Importante il lavoro manuale; Interessi del fanciullo • Importanza dello studio dell’allievo e la conoscenza dei suoi autentici interessi; • (Credo, art. II) “Esperienza ed educazione” • E’ un esame critico del movimento di riforma da lui stesso promosso. • Autocritica • Contro le artificiose escogitazioni didattiche • Autorità-libertà: negando l’autorità non si promuove la libertà. • Esperienza: non ogni esperienza è promozione: • C’è un’attività che porta alla dissipazione; • Importanza dei maestri più che dei metodi • Critica al modello tradizionale di programma. Educazione • Tradizionale: svolgimento dal di fuori; abiti acquisiti con pressione esteriore; tradizionale; • Compito: trasmissione, condotta, addestramento • Alunni: docili, ricettivi, statici, obbedienti; • Mezzi: controllo, voti, memoria ecc. • • • • • Progressiva: cultura dell’individualità; apprendere dall’esperienza; vita presente; mondo in movimento. Autorità • Il ripudiare ogni autorità esterna non significa ripudiare qualsiasi autorità, ma cercare piuttosto una più effettiva fonte di autorità; • Se una volta ci si fondava sull’esperienza degli adulti, non è che ora non si tenga conto dell’esperienza degli adulti; • Una filosofia dell’educazione che si prefigga di essere fondata nell’idea della libertà può diventare altrettanto dogmatica quanto l’educazione alla quel reagisce. Tutto dall’esperienza • Punto fermo: il nesso organico fra educazione ed esperienza personale; • Non tutte le esperienza sono genuinamente e parimenti educative; • Negative quelle che arrestano lo svolgimento dell’esperienza ulteriore • Possono essere sconnesse fra di loro, per cui incapacità di controllare le esperienze future. Qualità dell’esperienza • Tutto dipende dalla qualità dell’esperienza. • Criteri e principi: • 1) CONTINUITA’: ogni esperienza riceve qualcosa da quelle che l’hanno preceduta e modifica in qualche modo la qualità di quelle che seguiranno. • Crescere come svolgimento: il crescere in un modo promuove o ritarda la crescenza in generale? • Tocca all’educatore rendersi conto in quale direzione si muove un’esperienza. • Autorità e libertà • Quali esperienze avviano ad un aumento di crescenza? • 2) INTERAZIONE o collegamento: situazione e interazione non concepibili separatamente. Ogni esperienza autentica ha un aspetto ATTIVO che modifica in qualche modo le condizioni sotto cui si compie l’esperienza stessa. • Facendo esperienze, passando da una situazione ad un’altra, l’ambiente di una persona si espande o si contrae. • Non l’oggetto in se è educativo, promuove la crescenza. • A nessuna materia in se si può attribuire valore educativo. • Bisogna adattare il materiale ai bisogni e alle attitudini. • Non materie isolate scisse dall’esperienza. • Scuola come preparazione alla vita? No, come vita. Il controllo sociale • Ogni ragazzo che gioca segue delle regole: la situazione controlla socialmente. • Nelle scuole tradizionali: il controllo era dall’insegnante. • Scuole nuove: dalla natura stessa del lavoro. • Ci vuole un PIANO intelligente La natura della libertà • Non vuol dire libertà di movimento o con un lato esterno o fisico dell’attività • Il silenzio è una virtù? Nell’officina non c’è silenzio. • La libertà non è un fine in sé: è potere di fare progetti, di giudicare • Meta: potere di autocontrollo • Gli impulsi e i desideri che non sono disciplinati dall’intelligenza sono sotto il controllo di circostanze accidentali. • E’ schiava la persona che è tiranneggiata da ciechi desideri. Il proposito • Ogni proposito nasce da un impulso • Ma il proposito è la visione di un fine • La previsione delle conseguenze implica attività dell’intelligenza. • Osservazione = comprensione del significato. • L’educazione deve fare in modo che l’azione non segua immediatamente il desiderio, ma sia preceduta dall’osservazione e dal giudizio. • Non confondere impulso con proposito • L’educazione tradizionale ignorava l’importanza dell’impulso e del desiderio personale come spinta iniziale all’azione • Abbandonare il ragazzo in nome della libertà? Il Piano • Le materie sono esperienza • Non bastano nuove esperienze, devono attaccarsi alle precedenti; • Nella tradizionale: argomenti scelti dagli adulti: le progressive devono ignorare il passato? • Il passato è il mezzo per comprendere il presente. • Ci vuole attività intelligente che è distinta dall’attività senza meta. • Metodo scientifico: modello ed ideale dell’intelligente esplorazione.