IL SANGUE
Il sangue
• Il sangue rispetta le caratteristiche
principali di tutti i connettivi, cioè
la presenza di tre elementi
essenziali:
• La matrice extracellulare: il plasma
• La porzione cellulare: emazie e
leucociti
• Le fibre: presenti solo in seguito
alla coagulazione (fibrina)
il sangue è
un tessuto
di origine
mesenchimale
Funzioni del sangue
•
•
•
•
•
•
•
•
Trasporta gas disciolti
Distribuisce sostanze nutritive
Trasporta i prodotti del catabolismo
Consegna enzimi e ormoni a specifici
tessuti-bersaglio
Regola pH e composizione elettrolitica dei
liquidi interstiziali
Riduce la perdita di liquidi attraverso
lesioni di vasi e di altri tessuti
Difende il corpo dalle tossine e dai
patogeni
Contribuisce a regolare la temperatura
corporea
Composizione del sangue
dopo centrifugazione
55%
~1%
45%
Albumine (58%)
Acqua
Globuline (38%)
Proteine
Fibrinogeno (4%)
Lipidi
plasma
Glucosio
Aminoacidi
Ioni
Neutrofili
Linfociti
Monociti
globuli bianchi
Eosinofili
e piastrine
Basofili
globuli
rossi
Elementi figurati del sangue
ERITROCITI



Sono privi di nucleo e di tutti gli organuli
citoplasmatici
Contengono emoglobina
Hanno un citoscheletro particolare che
permette:



di mantenere la forma
di essere deformabili
Quando diminuisce la loro capacità di entrare
nei capillari, vengono distrutti da istiociti
della milza
Classificazione dei leucociti

Granulociti


Presentano voluminose inclusioni
citoplasmatiche
Si dividono in:
 Neutrofili
 Eosinofili
 Basofili

Agranulociti

Si distinguono:
 Monociti
 Linfociti
Lo “striscio”
di sangue
data la sua natura
liquida, lo studio
istologico del
sangue è diverso
da quello degli
altri tessuti
nello striscio di sangue la matrice
extracellulare (plasma) viene
eliminata e si osservano solo i
cosiddetti elementi figurati,
ovvero cellule o parti di cellule
striscio
gli elementi figurati del sangue
vengono fissati e poi colorati
con il metodo di Romanowski,
cioè con una miscela di
coloranti acidi, basici e neutri
Globulo
rosso
aspetto morfologico a
“disco biconcavo”
la forma del globulo rosso aumenta
l’efficienza dello scambio di gas
fra citoplasma e plasma ematico
8 µm
due globuli rossi
(e una piastrina)
in un vaso capillare
la forma del globulo rosso
favorisce anche il suo
scorrimento nel microcircolo periferico…
Eritrociti
Membrana cellulare
• Molto flessibile, resistente alle forze tangenziali
• Proteine 50% (prevalentemente integrali)
– Glicoforina A
– Canali ionici, potassio calcio-dipendenti e Na+-K+ ATP
– Trasportatori anioni, Banda 3 (ancoraggio anchirina)
– Banda 4.1 (ancoraggio glicoforine)
• Lipidi 40%
• Carboidrati 10%, superficie extracellulare, antigenici
(A e B), determinano gruppo sanguigno
• Rh (macacus
85% Rh+
rhesus)
complesso gruppo di antigeni (C, D, E)
Citoscheletro
• Reticolo esagonale di tetrameri di spectrina,
actina, adducina, ancorato ad ankirina e banda 4.1
• Contribuisce al mantenimento della forma e
dell’integrità strutturale e funzionale
il citoplasma del globulo rosso
contiene emoglobina
• In un globulo rosso:
– 66% acqua
– 33% proteine, di cui
• 95% emoglobina
• 5% altre
• L’emoglobina è responsabile della
maggior parte del trasporto di
ossigeno e anidride carbonica
Ricambio dei globuli rossi
• perdita di mitocondri, ribosomi,
reticolo endoplasmatico e nucleo
durante il differenziamento
• mancando di dispositivi di sintesi, il
GR diventa rapidamente senescente…
• …e viene distrutto da cellule
fagocitarie dopo circa 120 giorni
dall’entrata in circolo
Globuli bianchi
o leucociti
sono cellule preposte alla difesa
dell’organismo
Classificazione dei leucociti
• Granulari (granulociti)
– Presentano voluminose inclusioni
citoplasmatiche
– Si dividono in:
• Neutrofili
• Eosinofili
• Basofili
• Agranulari (agranulociti)
– Si distinguono:
• Monociti
• Linfociti
Presenza relativa delle diverse
classi di globuli bianchi
Linfociti
20-35%
Monociti 2-8%
Basofili 0-1%
Eosinofili 1-4%
Neutrofili
50-70%
Proprietà generali dei leucociti
• La maggior parte dei leucociti si
trova al di fuori del circolo ematico
(principalmente nel connettivo lasso e nel
tessuto linfatico)
• come e perché i leucociti escono
dal circolo?
chemiotassi, diapedesi
e movimento ameboide
in caso di necessità, i
globuli bianchi, attratti
da specifici stimoli
chimici (chemiotassi),
sono in grado di
fuoriuscire dal circolo
ematico (diapedesi) per
migrare nel connettivo
grazie al movimento
ameboide raggiungono
il sito da difendere
endotelio e
diapedesi
durante la diapedesi
viene temporaneamente
meno l’aderenza fra
cellule endoteliali
diapedesi
Proprietà generali dei leucociti
• Sono tutti dotati di capacità di
movimento ameboide
• Attirati da specifici stimoli chimici
(chemiotassi) si dirigono verso
aree di invasione o lesione
• Per mezzo della diapedesi escono
dal circolo per portarsi nei tessuti
periferici
Conta leucocitaria
• 5000-9000 / mm3
– condizioni normali
• Entro certi limiti, variazioni di
numero sono fisiologiche.
Tuttavia…
• 20000-40000 / mm3
– Indica la presenza di un infezione
acidofilo (eosinofilo)
diversi tipi di
granulociti
basofilo
neutrofilo
granulocito
neutrofilo
cellula
polimorfonucleata
(nucleo plurilobato)
neutrofilo
in microscopia ottica, il
citoplasma di queste
cellule presenta numerose
“granulazioni” (da cui il
termine granulocito)
neutrofilo
con la
(tem) microscopia
elettronica, si
dimostra che le
granulazioni
sono vescicole
piene di enzimi
litici e altre
sostanze
battericide
(lisosomi)
Granulociti neutrofili
“granuli”
citoplasmatici
la cellula è solo
apparentemente
polinucleata!
neutrofilo (TEM)
fagocitosi
• Estremamente
mobili (arrivano
per primi sul
luogo della
lesione)
• Spiccata attività
fagocitaria (pus)
• Vita breve
(12 ore o meno)
granulocito eosinofilo
I granuli citoplasmatici
(specifici, relativamente
grandi) si colorano con il
colorante acido eosina
 g. acidofili
granulocito
eosinofilo
(tem)
nucleo
tipicamente
bilobato
Granulociti eosinofili
Partecipano alla
reazione
antiparassitaria
Granulociti eosinofili
• I granuli (specifici, relativamente grandi) si
colorano con il colorante acido eosina  g.
acidofili
• Nucleo tipicamente bilobato
• Rimangono in circolo 6-10 ore, poi migrano
nel connettivo, dove sopravvivono 8-12
giorni
• Non si occupano di fagocitare batteri
• Eliminano complessi antigene-anticorpo
formati nel corso di reazioni allergiche
• Partecipano alla reazione antiparassitaria
granulocito basofilo
la basofilia del citoplasma
“mimetizza” il nucleo,
anch’esso basofilo
granulocito
basofilo
(tem)
Nucleo
reniforme
o bilobato
Granulociti basofili
• Granulazioni specifiche dense, molto grandi
• Producono eparina e istamina
(simili ai mastociti del connettivo!)
Interazione fra antigene e IgE
presentato sulla
membrana del
mastocito
antigeni
granulo
recettore
IgE
Degranulazione del
mastocito
Ruolo determinante
nella patogenesi
delle reazioni di
ipersensibilità
immediata
monocita
Più grandi dei granulociti,
nucleo eccentrico, rotondo o
più spesso a forma di rene
Monociti
Creste e estroflessioni
della superficie cellulare
Circolano per 1-4 giorni prima
di migrare nel connettivo,
dove diventano macrofagi liberi
Monociti
• Cellule fagocitiche “voraci”, “ardite”,
in grado di fondersi fra loro in una
cellula fagocitaria gigante per
aggredire particelle di grandi
dimensioni
• Partecipano alla risposta
immunitaria “umorale” con la
presentazione dell’antigene
Il sistema immunitario mette in atto due tipi di
difesa immunitaria:
DIFESA ASPECIFICA o FAGOCITOSI: attacca
qualsiasi corpo estraneo, senza agire in modo
specifico per quel determinato corpo.
DIFESA SPECIFICA: viene attuata dai linfociti, che
producono specifici anticorpi allo scopo di
eliminare un ben determinato corpo estraneo.
Fagocitosi 1
I recettori di membrana
(arancio) interagiscono con
ligandi sulla superficie del
batterio (nero)
Fagocitosi 2
Il batterio viene
progressivamente
inglobato da
estroflessioni
citoplasmatiche
(pseudopodi)
guidate dal
citoscheletro di
actina (rosa)...
Fagocitosi 3
...e
dall’ulteriore
legame fra
recettori di
membrana e
ligandi della
superficie
batterica
Fagocitosi 4
Il citoplasma
si richiude su
se stesso
inglobando il
batterio in
una vescicola
(fagosoma)
Fagocitosi 5
I lisosomi si
fondono con il
fagosoma,
riversando
enzimi idrolitici
al suo interno
(fagolisosoma)
Fagocitosi 6
Al termine del
processo, il
materiale
degradato
(corpo residuo)
può essere
espulso dalla
cellule
attraverso
l’esocitosi
DIFESA SPECIFICA
linfocita
La maggior parte sono di piccole
dimensioni, nucleo grande con
grosse zolle di eterocromatina
Linfociti
Linfociti




La maggior parte sono di piccole dimensioni, (8
- 10 µm) nucleo grande, citoplasma sottile
Componenti del sistema di immunità specifica
(a differenza degli altri tipi di globuli bianchi)
Cellule di lunga vita, non “terminali”, in grado
di trasformarsi in linfoblasti e di assumere
nuovi programmi funzionali in seguito
all’interazione con l’antigene
Distinguibili in linfociti T e B in base a
markers di superficie
I linfociti, prodotti nel midollo osseo, sono
di due tipi linfociti B e linfociti T.
Questi ultimi si raccolgono nei linfonodi,
pronti a intervenire in caso di necessità.
I linfociti B liberano gli anticorpi nel
sangue, così questi, legandosi agli antigeni
dei germi, li rendono riconoscibili ai
granulociti che li eliminano.
3 categorie di linfociti
•B
•T
•NK
DIFESE SPECIFICHE (Risposta immunitaria)
Il tipo di risposta è specifico per ogni dato patogeno ed è in
grado di conferire immunità
Linfociti B: sono prodotti dal midollo osseo e
maturano al suo interno. Producono particolari
proteine plasmatiche, dette anticorpi (o
immunoglobuline), capaci di riconoscere e di
legarsi a scopo difensivo con specifiche
molecole dette antigeni. Per questo motivo
quella attuata dai linfociti B è detta anche
risposta anticorporale.
Come avviene la difesa specifica?
I linfociti T si dividono in T-killer, T-helper,
T-soppressori
Il linfocita T-killer produce anticorpi che
restano ancorati sulla sua superficie. Gli
anticorpi legandosi agli antigeni del virus, del
fungo, di altre cellule o di una cellula tumorale,
permettono al T-killer di distruggere
l’elemento patogeno.
I T-helper aiutano i linfociti T-killer e B.
I T-soppressori intervengono per porre fine
all’azione di difesa.
Linfociti T: sono prodotti dal midollo osseo, maturano nel timo. Agiscono
contro le cellule del nostro organismo infettate da virus oppure degenerate
in cellule tumorali. Per questo motivo quella attuata dai linfociti T è detta
anche risposta mediata da cellule.
Vi
sono
tre tipi di
linfociti T:
Linfociti T killer: attaccano le cellule infettate da virus o degenerate in
cellule tumorali
Linfociti T helper: svolgono molteplici funzioni, coadiuvando l’attività dei
linfociti T killer e dei macrofagi e stimolando i linfociti B a produrre anticorpi.
Linfociti T suppressor: al momento opportuno fanno cessare la risposta
immunitaria
Anche la risposta mediata da cellule è lenta durante la prima infezione,
successivamente alla quale l’organismo acquisisce immunità
Linfociti NK
• cellule di grandi dimensioni
• importanti nella risposta immunitaria
innata
• uccidono cellule neoplastiche o
infettate da virus
piastrine
• piccoli elementi corpuscolati del
sangue periferico, privi di sostanza
nucleare
• in genere non più di 2-4 µm
• 200.000-400.000 per mmc
• vita media: 8-10 giorni
• prodotte nel midollo osseo per
frammentazione di grandi elementi
cellulari detti megacariociti
Ruolo delle piastrine nell’emostasi



a contatto con il collagene esposto dalla lesione,
le piastrine liberano serotonina e altre
sostanze, provocando vasocostrizione
le piastrine si agglutinano formando un tappo
piastrinico che si ingrossa rapidamente
occludendo la soluzione di continuo
il tappo piastrinico viene successivamente
convertito in coagulo in seguito alla
precipitazione di fibrinogeno in fibrina,
formando una rete di filamenti che imbriglia
piastrine, globuli rossi e altre cellule del sangue
globuli rossi imbrigliati
in un reticolo di fibrina