Applicazioni della teoria delle perturbazioni: Effetto Stark Sia Ĥ0 l’hamiltoniana dell’atomo di idrogeno (trascurando l’accoppiamento spin-orbita). Si utilizzi la teoria delle perturbazioni per calcolare lo shift dei livelli En0=-13.6eV/n2 prodotta da un campo elettrico esterno uniforme ℰ. Considerare solo i livelli n=1, e n=2. Orientiamo l’asse z parallelamente al campo elettrico. Per effetto del campo, l’elettrone subirà una forza lungo z pari a -eℰ=-∂zU➞U=eℰz; Ĥ’=eℰz^ Oss: Ĥ’ commuta con (Ŝ2 e) Ŝz in un modo particolare … non ne dipende. In questo caso è ovvio che la perturbazione non tocca l’indice ms, e in quanto segue posso trascurarlo. Oss: Ĥ’ trasforma il problema da simmetria sferica a simmetria cilindrica. “m” è un buon numero quantico anche in presenza di Ĥ’, dato che ^ [Ĥ’,Lz]=0 Bene: m è un indice di degenerazione che posso trattare con la teoria delle perturbazioni per livelli non degeneri (la perturbazione non “mescola” le autofunzioni di Lz) ^ Orientiamo l’asse z parallelamente al campo elettrico. Per effetto del campo, l’elettrone subirà una forza lungo z pari a -eℰ=-∂zU➞U=eℰz; Ĥ’=eℰz^ [Ĥ’,L^2]≠0 Ok, quindi NON potrò applicare la teoria semplice per l fissato. Orientiamo l’asse z parallelamente al campo elettrico. Per effetto del campo, l’elettrone subirà una forza lungo z pari a -eℰ=-∂zU➞U=eℰz; Ĥ’=eℰz^ Ok, inizio a considerare n=1, per cui l=0,m=0 (ho già detto che ms posso trascurarlo, nel senso che prima e dopo la perturbazione rimarrà un semplice indice di degenerazione). Lo stato è NON degenere, e quindi la correzione al I ordine allo stato fondamentale dell’idrogeno sarà data da: eℰ<1,0,0│z│1,0,0> eℰ<1,0,0│z│1,0,0> eℰ<1,0,0│z│1,0,0>= ∫ ➞ 2 ➞ =eℰ │Ψ100(r)│ z dr Ψ100= (1/4π) +1/2 -3/2 2(a) exp(-r/a)=Cexp(-r/a) Y00 │Ψ100(r)│2=C2exp(-2r/a) R10 ∫ ➞ 2 eℰ │Ψ100(r)│ z dr =C22π Ma ∫∫ ➞ = exp(-2r/a)r3sinϑcosϑdrdϑ π sinϑcosϑdϑ=(1/2)sin2ϑ =0 ∫0 π 0 Al I ordine, un campo elettrico non altera il livello energetico En, per n=1. Elementi di matrice di z rispetto^alle autofunzioni dell’atomo di idrogeno; <n,l,m│z│n’,l’,m’>=0 A MENO CHE: m=m’ (Δm=0); l=l’±1 (Δl=±1). Il risultato in l non lo dimostriamo. Quello in m invece è immediato. Sappiamo che <n,l,m│1│n’,l’,m’>=δm,m’δl,l’δn,n’ Il termine z=rcosϑ altera l’integrale in r e in ϑ, non quello in φ! Nel caso precedentemente trattato Δl=0 e infatti abbiamo ottenuto zero. Adesso considero n=2; E20=-13.6(eV)/4 Adesso considero n=2; E20=-13.6(eV)/4 Ψ200 l=0,m=0 Ψ211 l=1,m=1 Ψ210 l=1,m=0 Ψ21-1 l=1,m=-1 Ĥ’=eℰz^ Ĥ’ commuta con Lz ma non con L2: posso ragionare ad m fissato, ma non a l fissato. Adesso considero n=2; E20=-13.6(eV)/4 Ψ200 l=0,m=0 Ψ211 l=1,m=1 Ψ210 l=1,m=0 Ψ21-1 l=1,m=-1 Ĥ’ commuta con Lz ma non con L2: posso ragionare ad m fissato, ma non a l fissato. Se m=±1, allora ho un solo stato corrispondente, in questi due casi uso la teoria perturbativa per stati non degeneri. Adesso considero n=2; E20=-13.6(eV)/4 Ψ211 l=1,m=1 Correzione al I ordine: eℰ<2,1,1│z│2,1,1> Ψ21-1 l=1,m=-1 Correzione al I ordine: eℰ<2,1,-1│z│2,1,-1> <2,1,±1│z│2,1,±1>=0 dato che Δl=0. Anche in questo caso il campo elettrico non ha effetto alcuno. Adesso considero n=2; E20=-13.6(eV)/4 Ora passo agli stati Ψ200 l=0,m=0 Ψ210 l=1,m=0 Si è detto che la degenerazione in l “non è eliminabile”. Devo usare la teoria delle perturbazioni per stati degeneri, fortunatamente solo due volte. Costruiamo <2,0,0│z│2,0,0> <2,1,0│z│2,1,0> <2,1,0│z│2,0,0> <2,1,0│z│2,1,0> W=eℰ ( W=eℰ ( 0 <2,1,0│z│2,0,0> <2,1,0│z│2,1,0> 0 ) ) W=eℰ ( <2,0,0│z│2,1,0> 0 <2,1,0│z│2,0,0> 0 ) eℰ<2,1,0│z│2,1,0> W-E(1)I= ( -E(1) eℰ W21 det(W-E(1)I)=0⇔[E(1)]2=e2ℰ2|W12|2; E(1)=±eℰ|W12| eℰ W12 -E(1) ) Se E(1)=+eℰ|W12|→gli autovettori sono dati da: ( -eℰ|W12| eℰ W12 eℰ W21 -eℰ|W12| α )( ) ( ) β = 0 0 -eα ℰ|W12|=-βeℰ W12; eα ℰ W12=βeℰ |W12|; Come vedremo tra un attimo, W12 < 0, per cui, ripetendo il calcolo anche per l’altra soluzione: E(1)=+eℰ|W12|, E(1)=-eℰ|W12|, α α ( )( ) ( )( ) β α β = -α = α α E(1)=+eℰ|W12|, α α ( )( ) β = -α Questo mi dice che la funzione d’onda all’ordine zero è la combinazione lineare: αΨ200-αΨ210=(normalizzata)=(1/√2)(Ψ200-Ψ210) E(1)=-eℰ|W12|, α α ( )( ) β = α Questo mi dice che la funzione d’onda all’ordine zero è la combinazione lineare: αΨ200+αΨ210=(normalizzata)=(1/√2)(Ψ200+Ψ210) n=2; Riassunto ℰ=0 eℰ|W12| ℰ>0 m=0 m=±1 (2 volte deg.) E20=-13.6(eV)/4 deg=4 Ψ ordine o (1/√2)(Ψ200-Ψ210) Ψ21±1 m=0 (1/√2)(Ψ200+Ψ210) Ok, per concludere l’esercizio dobbiamo solo calcolare |W12|. Ψ200=(32π)-1/2a0-3/2(2-r/ao)exp(-r/2ao)≡C(2-r/ao)exp(-r/2ao) Ψ210=(32π)-1/2a0-3/2(r/a0)exp(-r/2ao)cosθ≡C(r/a0)exp(-r/2ao)cosθ <2,1,0│z│2,0,0>=<2,0,0│z│2,1,0>=? Ψ200=(32π)-1/2a0-3/2(2-r/ao)exp(-r/2ao)≡C(2-r/ao)exp(-r/2ao) Ψ210=(32π)-1/2a0-3/2(r/a0)exp(-r/2ao)cosθ≡C(r/a0)exp(-r/2ao)cosθ <2,1,0│z│2,0,0>=<2,0,0│z│2,1,0>=(z=rcosθ) ∞ =2πC2 ∫ r3(2-r/ao)exp(-r/2ao) (r/a0)exp(-r/2ao)dr 0 0 ∞ =2πC2 ∫ r3(2r/ao-r2/ao2)exp(-r/ao)dr 0 ∫ π ∫ π 0 sinθcos2θdθ sinθcos2θdθ ∞ =2πC2 ∫ r3(2r/ao-r2/ao2)exp(-r/ao)dr 0 0 ∫ π π =2/3 sinθcos2θdθ=-cos3θ/3 0 0 Integrale comodo da sapere: ∫ ∞ 0 xnExp[-x]dx=n! (n≥0) ∫ π sinθcos2θdθ ∞ =2πC2 ∫ ∫ r3(2r/ao-r2/ao2)exp(-r/ao)dr sinθcos2θdθ 0 0 ∞ ∫ =(4/3)πC2[ π ∞ ∫ 2/ao r4exp(-r/ao)dr-1/ao2 r5exp(-r/ao)dr] 0 0 Integrale comodo da sapere: ∫ ∞ xnExp[-x]dx=n! (n≥0) 0 ∫ ∞ 0 xnExp[-x/A]dx=(x’=x/A; x=Ax’-> An+1 ∫ ∞ x’nExp[-x’]dx’) 0 n=2; Riassunto ℰ=0 3eℰa0 ℰ>0 m=0 m=±1 (2 volte deg.) E20=-13.6(eV)/4 deg=4 Ψ ordine o (1/√2)(Ψ200-Ψ210) Ψ21±1 m=0 (1/√2)(Ψ200+Ψ210) Attenzione: perchè valga la teoria delle perturbazioni al I ordine il campo elettrico NON può essere troppo intenso. D’altronde se è troppo debole, l’effetto si combina con quello dato dall’interazione spin-orbita (vedi dopo). Esistono range di intensità ottenibili in laboratorio dove l’effetto è osservabile. Attenzione: noi abbiamo studiato l’effetto Stark lineare. Se si fosse considerata la correzione al second’ordine si sarebbe trovato un effetto (quadratico) anche sull’energia di stato fondamentale. E’ immediato generalizzare i risultati ottenuti per l’atomo di idrogeno ad un sistema idrogenoide. ℰ=0 3eℰa0/Z ℰ>0 m=0 m=±1 (2 volte deg.) E20=-Z2 13.6(eV)/4 deg=4 m=0 Attenzione: perchè valga la teoria delle perturbazioni al I ordine il campo elettrico NON può essere troppo intenso. D’altronde se è troppo debole, l’effetto si combina con quello dato dall’interazione spin-orbita (vedi dopo). Esistono range di intensità ottenibili in laboratorio dove l’effetto è osservabile. Attenzione: noi abbiamo studiato l’effetto Stark lineare. Se si fosse considerata la correzione al second’ordine si sarebbe trovato un effetto (quadratico) anche sull’energia di stato fondamentale. ∫ ∞ xnExp[-x/A]dx=(x’=x/A; x=Ax’-> An+1 x’nExp[-x’]dx’ 0 0 ∞ =(4/3)πC2[ ∫ ∞ ∞ ∫ ∫ 2/ao r4exp(-r/ao)dr-1/ao2 r5exp(-r/ao)dr] 0 0 ao524 =(4/3)πC2ao4(48-120)=-(4x72/3)πC2ao4 =-(4x72/3)πao4(32π)-1a0-3=-3ao -> E(1)=±3eℰa0 ao6120 Applicazioni della teoria delle perturbazioni: shift nei livelli causato dall’interazione spin-orbita Ricordiamo che: j1,j2,j │j1,j2,j,mj>= ∑ Cm1,m2,mj│j1,m1,j2,m2> m1+m2=mj j1,j2,j I coefficienti Cm1,m2,mj sono detti di “Clebsch-Gordan”. │j1,j2,j,mj> al variare di j1,j2,j,mj e │j1,m1,j2,m2> al variare di j1,m1,j2,m2 costituiscono due sonc. Il formalismo è utile nel trattare atomi a molti (>1) elettroni. Ma per ora concentriamoci sull’atomo di idrogeno (o su ioni idrogenoidi) in cui i due momenti angolari in questione sono quello angolare e quello di spin. Ĥ=Ĥ0+Ĥ’, dove H’ rappresenta l’interazione spin-orbita. Ma concentriamoci su -ℏ Ĥ0= 2 [ 2m 1 ∂ r2 ∂r ( r2 ∂ ∂r )+ 1 r2sinθ ∂ ∂θ ( sinθ ∂ ∂θ V(r)=-(Z)e2/(4πε0r) Sappiamo che Ĥ0 può essere riscritta come: Ĥ0= [ ∂ 1 2 -ℏ 2 2mr ∂r ( r2 ∂ ∂r ) + L2 ] +V(r) )+ 1 r2sin2θ 2 ] ∂ 2 +V(r); ∂φ Sappiamo che Ĥ0 può essere riscritta come: Ĥ0= [ ∂ 1 2 -ℏ 2 2mr ∂r ( r2 ∂ ∂r ) + L2 ] +V(r) Trascurando lo spin, e posto ψ(r,θ,φ)=R(r)Y(θ,φ), sappiamo come va a finire: Ĥ0[Rn,l(r)Ylm(θ,φ)]=En[Rn,l(r)Ylm(θ,φ)], dove En è determinato risolvendo l’equazione radiale ∂ ∂r ( r2 ∂R ∂r )- [ ] 2mr2 V(r)-E R(r)=l(l+1)R(r) 2 ℏ che introduce il numero quantico n, e mostra che i livelli energetici solo da quello dipendono. Se parto ancora da Ĥ0 ma considero le coordinate di spin, l’estensione è banale: Ĥ0= [ ∂ 1 2 -ℏ 2 2mr ∂r ( r2 ∂ ∂r ) + L2 ] +V(r) Ĥ0[Rn,l(r)Ylm(θ,φ)χsms]=En[Rn,l(r)Ylm(θ,φ)χsms], dove En è determinato risolvendo la solita equazione radiale. In notazione alla Dirac, le ψn,l,m,s,ms si indicano con |n,l,m,s,ms>. In realtà ho aggiunto un solo grado di libertà, dato che s=1/2, ed è fisso. E’ come assegnare la massa della particella. Ma per rientrare nel formalismo alla Clebsh-Gordan portiamocelo dietro, almeno all’inizio. (χsms=χ1/2±1/2 ovvero o χ- o χ+) Ĥ0[Rn,l(r)Ylm(θ,φ)χsms]=En[Rn,l(r)Ylm(θ,φ)χsms] Le Rn,l(r)Ylm(θ,φ)χsms sono un sonc dell’intero spazio di Hilbert Le Ylm(θ,φ) sono un sonc per la sola porzione dello spazio di Hilbert descritto da (θ,φ); Le χsms sono un sonc per le sole variabili di spin Le Ylm(θ,φ) χsms sono un sonc per le variabili angolari e quelle di spin. Ora, se io prendo una qualunque combinazione lineare del tipo: ∑ l,s cm,msYlm(θ,φ) χsms m,ms con l fissato, questa sarà ancora un’autofunzione di L2 relative allo stesso autovalore. Infatti: L2 ∑ l,s cm,msYlm(θ,φ)χsms= m,ms ∑ l,s cm,msL2Ylm(θ,φ)χsms= m,ms ∑ l,s cm,msχsms L2Ylm(θ,φ) m,ms ∑ ∑ l,s cm,msχsms ℏ2l(l+1)Ylm(θ,φ)=ℏ2l(l+1) l,s cm,msYlm(θ,φ)χsms cvd m,ms m,ms Ovvio: sto sommando autofunzioni relative allo stesso autovalore. Unica cautela: la normalizzazione finale. Quindi, se Rnl(r) Ylm(θ,φ)χsms è un’autofunzione di Ĥ0 relativa al livello energetico En, lo stesso vale per Rnl(r) ∑ l,s cm,msYlm(θ,φ)χsms m,ms Ĥ o( Rnl(r) ∑ l,s cm,msYlm(θ,φ)χsms )=En( Rnl(r) m,ms ∑ cm,msYlm(θ,φ)χsms m,ms Ma una combinazione lineare di questo tipo io già la conosco!!! j1,j2,j │j1,j2,j,mj>= ∑ Cm1,m2,mj│j1,m1,j2,m2> m1+m2=mj ➞ ➞ ➞ ➞ Ĵ1=L, Ĵ2=Ŝ (m1=m, m2=ms) ➞ ➞ ➞ Ĵ=L+Ŝ ) Ylm(θ,φ)χsms │l,m,s,ms> Rn,l(r)Ylm(θ,φ)χsms │n,l,m,s,ms>=│n,l>│l,m,s,ms> │l,s,j,mj>= ∑ Cm,ms,mj│l,m,s,ms> m+ms=mj l,s,j Rn,l(r) ∑Cm,ms,mj Ylm(θ,φ)χsms │n,l,s,j,mj> m+ms=mj Note note(tab.) note note Buone notizie: serve solo sapere che si possono scrivere così. E non serve neppure l’espressione dei coefficienti di Clebsh-Gordan Sappiamo che data un sonc Φk, con k “indice riassuntivo”, allora Ψ=∑kckΦk; <Φl|Φm>=δl,m ⇒ <Φm|Ψ>=∑k ck<Φm|Φk>=∑k ckδm,k=cm. Da cui: Ψ=∑k<Φk|Ψ>Φk Se ora invece di k ho l,m,s,ms➞ │l,s,j,mj>= ∑ Cm,ms,mj│l,m,s,ms> m+ms=mj │l,s,j,mj>= ∑ <l,m,s,ms│l,s,j,mj> │l,m,s,ms> m+ms=mj I coefficienti di CG altri non sono che le componenti della nuova base nella vecchia Tenendo conto dell’interazione spin-orbita, l’hamiltoniana per l’elettrone dell’atomo di idrogeno sarà del tipo: Ĥ=Ĥ0+Ĥ’SO 2 1 e ^ ______ ______ Ĥ’SO= Ŝ⋅L me2c2r3 8πε0 Idea: uso la teoria perturbativa. Problema: i livelli energetici imperturbati En0=-13.6 (eV)/n2 sono degeneri in l,m,(s),ms. Dovrei quindi applicare la teoria delle perturbazioni per livelli (molto in alcuni casi) degeneri. So che ciò può essere evitato, o almeno reso più semplice, se la perturbazione commuta con gli operatori che determinavano i numeri quantici l,m,(s),ms. Abbiamo già visto che L2,Ŝ2 commutano con Ĥ’SO. Ma non è così per Lz,Ŝz ➞ la degenerazione andrebbe trattata veramente considerando la degenerazione in m,ms. Disastro! (Diagonalizzazioni di matrici enormi in vista …). Ma adesso ci viene utile tutto ciò che abbiamo fatto. Ĥ=Ĥ0+Ĥ’SO Invece di considerare gli stati 2 1 e ^ ______ ______ Ĥ’SO= Ŝ⋅L me2c2r3 8πε0 │n,l,m,s,ms> utilizzo │n,l,s,j,mj> Ricordare: già abbiamo visto che Ĥ0 │n,l,s,j,mj>=En0│n,l,s,j,mj> con En0=-13.6eV/n2. Adesso voglio calcolare la correzione energetica al I ordine. Gli indici l,(s),j,mj sono di degenerazione MA Ĥ’SO COMMUTA con gli operatori corrispondenti: L2,Ŝ2, Ĵ2, Ĵz Ciò significa che posso ragionare a l,(s),j,mj fissato a calcolare lo shift ai livelli energetici utilizzando la formula semplice: Gli indici l,(s),j,mj sono di degenerazione MA Ĥ’SO COMMUTA con gli operatori corrispondenti: L2,Ŝ2, Ĵ2, Ĵz Ciò significa che posso ragionare a l,(s),j,mj fissato a calcolare lo shift ai livelli energetici utilizzando la formula semplice: En(1)=<n,l,(s),j,mj│Ĥ’SO│n,l,(s),j,mj> ^ 2-Ŝ2-L2); Ma Ĥ’SO=f(r) Ŝ⋅ L=f(r)(1/2)(Ĵ ^ Ĥ’SO│n,l,(s),j,mj>=f(r)(ℏ2/2)[j(j+1)-3/4-l(l+1)]➞ En(1)=(ℏ2/2)[j(j+1)-3/4-l(l+1)]<n,l,(s),j,mj│f(r)│n,l,(s),j,mj> En(1)=<n,l,(s),j,mj│Ĥ’SO│n,l,(s),j,mj> ^ 2-Ŝ2-L2); Ma Ĥ’SO=f(r) Ŝ⋅ L=f(r)(1/2)(Ĵ │n,l,s,j,mj>=│n,l> ∑ Cm,ms,mj│l,m,s,ms> <n,l,s,j,mj│f(r)│n,l,s,j,mj>=<n,l│f(r)│n,l> ^ En(1)=(ℏ2/2)[j(j+1)-3/4-l(l+1)]<n,l,s,j,mj│f(r)│n,l,s,j,mj> Indipendentemente dal suo valore, già vediamo qual è l’effetto dell’interazione spin-orbita sui livelli dell’atomo dell’idrogeno (o su un sistema idrogenoide): En 0=-13.6eV/n2 Multipletto di livelli energetici (Vedremo dipendenti da quali numeri quantici oltre a n) Osservazione: se l=0, allora (l+s)=l+1/2=1/2, e |l-s|=1/2, j può solo assumere il valore 1/2. Se invece l≥1 j=l±1/2. │n,l,s,j,mj>=│n,l> ∑ Cm,ms,mj│l,m,s,ms> m+ms=mj ∑∫∫∫r2senθdrdθdφ ∫r2dr <n,l,s,j,mj│f(r)│n,l,s,j,mj>=<n,l│f(r)│n,l><l,s,j,mj│l,s,j,mj> <n,l,s,j,mj│f(r)│n,l,s,j,mj>=<n,l│f(r)│n,l> En(1)=(ℏ2/2)[j(j+1)-3/4-l(l+1)]<n,l│f(r)│n,l>=En,l,j=En,l,l±1/2 Notare che per l=0, j=1/2 e En(1)=0. L’interazione spin-orbita non agisce sui livelli s. 2 1 e ^ ______ ______ Ĥ’SO= Ŝ⋅L me2c2r3 8πε0 <n,l│f(r)│n,l> 2 1 e ______ ______ me2c2 8πε0 e2 = ______ 8πε0 1 ______ me 2c2 <n,l│r-3│n,l>= ∫ ∞ |Rn,l(r)|2dr r 0 >0. Dato che j=l±1/2 con l≥1, allora se j=l+1/2 [j(j+1)-3/4-l(l+1)]=[(l+1/2)(l+3/2)-3/4-l2-l]= =[l2+3l/2+l/2+3/4-3/4-l2-l]=l En(1)=(ℏ2/2)l<n,l│f(r)│n,l>=En,l+1/2 se j=l-1/2 [(l-1/2)(l+1/2)-3/4-l2-l]=l2-1/4-3/4-l2-l=-l-1. Riassumendo …. l=0➞E(1)=0 SHIFT NULLO j=l+1/2➞En(1)=En,l+1/2=(ℏ2/2)l<n,l│f(r)│n,l> SHIFT POSITIVO j=l-1/2➞En(1)=En,l+1/2=(-l-1)(ℏ2/2)<n,l│f(r)│n,l> SHIFT NEGATIVO Se voglio quantificare meglio devo valutare e2 1 ______ 8πε0 me2c2 ______ <n,l│f(r)│n,l>= ∫ ∞ |Rn,l(r)|2dr r 0 Diamo il risultato finale per i sistemi idrogenoidi (H: Z=1) En(1)=(ℏ2/2)l<n,l│f(r)│n,l>= l se j=l+1/2 0 -EnZ2α2 X 2nl(l+1/2)(l+1) -l-1 se j=l-1/2 0 En=-Z2 X 13.6eV α=1/137=e2/(4πεℏc) 0 l=0➞E(1)=0 SHIFT NULLO j=l+1/2➞En(1)=En,l+1/2=(ℏ2/2)l<n,l│f(r)│n,l> SHIFT POSITIVO j=l-1/2➞En(1)=En,l+1/2=(-l-1)(ℏ2/2)<n,l│f(r)│n,l> SHIFT NEGATIVO ≈10-4En En(1)=(ℏ2/2)<n,l│f(r)│n,l>= 0 piccola correzione (ok perturbativa) l se j=l+1/2 0 2 2 -EnZ α X 2nl(l+1/2)(l+1) -l-1 se j=l-1/2 VERIFICA SPERIMENTALE? PRIMA DEVO AGGIUNGERE UN’ALTRA CORREZIONE ≈α2 Applicazioni della teoria delle perturbazioni: shift nei livelli causato dalla correzione relativistica Fisica non relativistica: Ekin=p2/2m La teoria della relatività fornisce invece: Ekin= p2c2+m2c4 p2c2+m2c4 =(mc2)[1+p2/(m2c2)]1/2 Se p<<mc→ (1+ε)1/2≈1+(1/2)ε[(1+ε)-1/2]|ε=0 -(1/8)ε2[(1+ε)-3/2]|ε=0 p2c2+m2c4 shift costante ≈mc2+(p2/2m)-p4/(8m3c2) solita espressione correzione rel. Ĥ=Ĥ0+Ĥ’REL ^ 4/(8m3c2) Ĥ’REL=-p E=En0; |n,l,m,s,ms> Indici di degenerazione. [Ĥ’REL,Ŝ]=0 ➞ posso ragionare a (s e) ms fissato. Lx=ypz-zpy Ly=zpx-xpz Lz=xpy-ypx ^ α]=iℏ; ^ [α,p α=x,y,z p2 =px2+py2+pz2 ^ ^ ^^ ^ ^ ^ ^ ^ ^ ^ ^ ^ ^]=2iℏp ^ ^ x^2]=xpx^p^x-p^xpxx=iℏp [x,p +p xp -p p x=iℏp +p [x,p x x x x x x x x x (stesso per y e z) [x,px2]=xpxpx-pxpxx=iℏpx+pxxpx-pxpxx=iℏpx+px[x,px]=2iℏpx (stesso per y e z) [Lx,p2]=(ypz-zpy)(px2+py2+pz2)-(px2+py2+pz2)(ypz-zpy)= =ypzpx2+ypzpy2+ypzpz2-zpypx2-zpypy2-zpypz2+ -px2ypz-py2ypz-pz2ypz+px2zpy+py2zpy+pz2zpy ypzpy2=ypy2pz=2iℏpypz+py2ypz -zpypz2=-zpz2py=-2iℏpzpy-pz2zpy [Lx,p2]=0 Vero anche per Ly e Lz. Se [A,B]=0, [A,B2]=ABB-BBA=BAB-BBA=B[A,B]=0 ➞ p4 commuta con L. Posso usare la teoria perturbativa semplice!!!!! (omessi i “cappucci”) Ĥ=Ĥ0+Ĥ’REL ^ 4/(8m3c2) Ĥ’REL=-p Inutile introdurre i numeri quantici di spin; la Ĥ0 e la Ĥ’ non coinvolgono le variabili di spin. E=En0; |n,l,m,s,ms> E(1)=C<n,l,m,s,ms|p4|n,l,m,s,ms>; C=-1/(8m3c2) ^ E(1)=C<n,l,m|p4|n,l,m><ms|ms>=C<n,l,m|p4|n,l,m> Trucco bellissimo! 4/(8m3c2)=(p2/2m)2(-1/2mc2) -p ^ ^ Ĥ0=(p2/2m)-Ze2/(4πεr)➞(p20/2m)=Ĥ0+V(r) V(r) 0 ^ E(1)=C<n,l,m,s,ms|p4|n,l,m,s,ms>; C=-1/(8m3c2); E(1)=[-1/(2mc2)]<n,l,m,s,ms|[Ĥ0+V(r)]2|n,l,m,s,ms>= =[-1/(2mc2)]<n,l,m,s,ms|[Ĥ0+V(r))][Ĥ0+V(r)]|n,l,m,s,ms> [Ĥ0+V(r)]|n,l,m,s,ms>=[En0+V(r)]|n,l,m,s,ms> e <n,l,m,s,ms|[Ĥ0+V(r))][Ĥ0+V(r)]|n,l,m,s,ms>=[En0]2+2En0<V>n,l,m+<V2>n,l,m -1|n,l,m,s,ms>+ E(1)=[-1/(2mc2)]{[En0]2+2En0Ze2/(4πε)<n,l,m,s,ms|r 0 +Z2e4/(4πε)2<n,l,m,s,ms|r-2|n,l,m,s,ms>. RISULTATO: 0 E(1)= 0 2 2 -EnZ α n2 [ 3 n 4 l+1/2 ] Correzione relativista al I ordine. Notare la rottura della degenerazione in l. -[En0]2 E(1)= 2mc2 E(1)= 0 2 2 -EnZ α n2 [ [ 4n - 3 l+1/2 3 n 4 l+1/2 ] ] Oss: n=1,l=0 []=(8 - 3) > 0 n=2,l=1 [7/3]>0 n=2,l=0 [13]>0 La correzione relativistica AUMENTA (leggermente) l’energia di legame. VUOL DIRE CHE LA RENDE PIU’ NEGATIVA. Il contributo diventa mai positivo? Ho “speranza” solo se scelgo l max = n-1, per cui il termine da confrontare con 3 è 4n/(n-1/2); 4n>3n-3/2 n>-3/2 SEMPRE. La correzione relativistica shifta verso il basso tutti i livelli. 0 2 2 -EnZ α E(1)REL= n2 [ 3 n 4 l+1/2 ] l se j=l+1/2 0 2 2 -EnZ α E(1)SO= X 2nl(l+1/2)(l+1) -l-1 se j=l-1/2 Entrambe sono dell’ordine di α2. Sperimentalmente vedrò sommati i due effetti e osserverò la “struttura fine” data da: E(1)tot=En,j= 0 2 2 +EnZ α n2 [ n (j+1/2) - 3 4 ] En0=-13.6(eV)xZ2/n2 Alla fine la struttura fine è composta da multipletti, ma la rottura di degenerazione coinvolge solo j. La formula completa per i livelli energetici, struttura fine inclusa, diventa quindi: En,j= -13.6eVxZ2 n2 [ 1+ α2 n2 ( n - j+1/2 3 4 n=1,2,3,4,…; j=1/2, 3/2, …n-1/2 DA SAPERE! E’ un grande risultato teorico Alla fine la struttura fine è composta da multipletti, ma la rottura di degenerazione coinvolge solo j. ) ] E(1)tot=En,j= 0 2 2 +EnZ α n2 [ n (j+1/2) - 3 4 ] Esempio: n=1 atomo di idrogeno. l=0,m=0,ms=±1/2 j=1/2 E10=-13.6eV E(1)=-13.6 (eV)xα2 x [1/4]=-0.18meV. Non ho splitting, solo uno shift verso il basso (senza struttura fine sottovalutavo l’energia di legame) SIMBOLO DI TERMINE PER LA STRUTTURA FINE: se l=0 di parla di stato S (l=1, P; l=2, D, etc.). Dato che n=1 e j=1/2 si scrive: 1 S1/2 E(1)tot=En,j= 0 2 2 +EnZ α n2 [ n (j+1/2) - 3 4 ] Esempio: n=2 atomo di idrogeno. l=1,m=0,±1,ms=±1/2 e l=0,m=0,ms=±1/2 j=l+1/2 e |l-1/2|. Se ho j=3/2, allora per forza l=1. Se j=1/2 posso avere l=0,l=1. Se j=1/2 E(1)=-(3.4/4) (eV)xα2 x [5/4] E20=-3.4eV E(1)=-0.06meV. Simboli di termine per l=0 e l=1: 2 S1/2 2 P1/2 Se j=3/2 (l=1), E(1)=-(3.4/4) (eV)xα2 x [8/5-5/4] E(1)=-0.015meV. Simbolo di termine: 2 P3/2 Atomo di idrogeno: struttura fine e simboli di termine n=3 4 stati con egual simbolo di termine (mj=3/2,1/2,-1/2,-3/2) n=2 Degenerazione: 8 2 stati (mj=1/2,-1/2) con simbolo S, 2 con simbolo P. n=1 2 stati (mj=1/2,-1/2) N.B. Non è in scala! Occhio che per ogni simbolo di termine ho ancora tutta la degenerazione in mj (non devo perdere stati …) Se cerco conferma nelle righe spettrali devo considerare le REGOLE DI SELEZIONE (in approx. di dipoli elettrico) Δl=±1; Δj=0,±1. Ne segno ALCUNE del tipo n->n’. Rosso=Sì, Nero=No n=3 n=2 n=1