Esperienze a confronto

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MODALITA’ DI
COMUNICAZIONE
DELLA PROGNOSI AL
PAZIENTE ED ALLA
FAMIGLIA
Maria Rita Magnarella
Dipartimento di Medicina Riabilitativa “San Giorgio”
Ferrara
LA COMUNICAZIONE CON
LA FAMIGLIA: UNA STORIA
CHE PARTE DA LONTANO
 1991
e 1992: due Progetti sul Percorso
Paziente
 1997: Progetto P.I.P.P.O.
 1999: Progetto PEGASO
All’interno di questi progetti sono stati
progressivamente messi a punto e
formalizzati i momenti di
comunicazione con la famiglia,
arrivando a strutturare la
RIUNIONE FAMIGLIARE
in cui l’intero team che ha in carico il
paziente si incontra la famiglia, più
volte durante il percorso riabilitativo.
Di tali incontri viene stilato un verbale,
inserito nella cartella integrata del paziente.
In parallelo, vista la fondamentale
importanza attribuita al fatto che la
famiglia abbia informazioni le più
complete e comprensibili possibile su
quanto accaduto al proprio caro,
sono stati elaborati strumenti ad hoc
(“Diario di bordo”) che vengono forniti
ai famigliari di tutti i pazienti presi in
carico.
 La
comunicazione della prognosi al
paziente e alla famiglia effettuata in
team, secondo la nostra esperienza
presenta esclusivamente aspetti
positivi e dà valore aggiunto alla
comunicazione stessa
 E’ importante
e necessario, però,
tenere presenti alcuni aspetti legati
alle modalità e ai tempi
LA COMUNICAZIONE DELLA
PROGNOSI DI DISABILITA’:
 COME
 QUANDO
 PER
QUANTO
COME?






Usare termini chiari e comprensibili
Fornire dati oggettivi ed oggettivabili (mostrare
TAC, RMN, RX)
Dare informazioni chiare e definite, senza giri
di parole
Tener conto dello stato emotivo delle persone
Spostare l’attenzione dal recupero del danno o
della menomazione al recupero delle abilita’
Essere realisti senza togliere la speranza
QUANDO?

Il team deve valutare se la famiglia è pronta a
tale momento; a volte può essere necessario
“procedere per gradi”

Il team nello stesso tempo deve valutare se per
i famigliari (tutti o alcuni) è importante avere
informazioni il più precocemente possibile in
modo da essere messi nelle condizioni di
prendere per tempo decisioni importanti
PER QUANTO?
FINO A QUANDO E’ NECESSARIO!!

Il team deve saper accettare che ogni famigliare
ha i suoi tempi per capire, elaborare,
“accettare” quanto gli è stato detto e che quello
che per il famigliare sembrava esser chiaro
durante la riunione, il giorno dopo, specie se
duro e doloroso da accettare, non lo è più.
 Il team deve saper accettare che la famiglia non
accetti quello che gli viene detto, si “ribelli”,
non voglia crederci; l’importante è creare e
mantenere un rapporto di stima e fiducia
reciproca
GRAZIE!
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