La comunicazione nei gruppi
La comunicazione svolge una funzione centrale nella formazione e nel
funzionamento dei gruppi sociali = insieme di più soggetti che
interagiscono fra loro in modo interdipendente, che si percepiscono
come membri del gruppo e che sono percepiti come tali da individui di
altri gruppi
• Consapevolezza dell’appartenenza al gruppo, favorisce la distinzione
fra in-group e out-group
1
La genesi dei gruppi
Genesi dei gruppi: disposizione sociale innata della specie umana
nella prospettiva di un reciproco guadagno
• presenza e azione di un sistema di interazioni e di scambi fra i
componenti = integrazione sociale
• definizione e condivisione di un progetto comune attraverso cui
vengono a realizzarsi gli scopi del gruppo stesso
2
• Problema della relazione individuo-gruppo
integrazione fra
l’identità personale e l’identità sociale di un soggetto attraverso processi di
identificazione degli individui al gruppo
• Valore strumentale del gruppo: il gruppo costituisce un sistema sociale in
grado di sostenere e valorizzare le componenti affettive dei rapporti entro il
gruppo (il sentimento del “noi”)
• Processo di differenziazione fra le persone in termini di posizione, di status
e di competenze: premessa per la complessità gestionale del gruppo
(struttura organizzativa) e per la costituzione della leadership (struttura
gerarchica) nella condivisione di norme e di standard di riferimento
(struttura normativa)
• Ogni gruppo definisce e precisa la propria cultura come elaborazione della
idiocultura (o microcultura), che qualifica in modo peculiare la rete di
relazioni che tessono la vita del gruppo stesso
3
Comunicazione e influenza sociale
Influenza sociale e potere
Influenza sociale: modalità di base per orientare e dirigere in modo
reciproco il sistema delle credenze positive e negative (belief-disbelief
system), dei desideri, degli atteggiamenti, degli scopi e dei processi
decisionali dei membri di un gruppo
• effetto di mera esposizione: la semplice presenza di altri esercita una
serie di effetti facilitanti o inibenti sull’azione del soggetto
4
Influenza sociale informativa
Influenza sociale normativa
disposizione ad accettare
un’informazione proveniente da
un altro, come vera e appropriata;
utile per ridurre l’ambiguità nella
valutazione di una data
situazione o per affrontare una
condizione di crisi o d’emergenza
induce l’individuo a conformarsi
alle norme, alle aspettative e agli
standard vigenti nel gruppo; chi
non si adegua è valutato come
deviante, sciocco o folle e, di
solito, è emarginato e isolato dal
gruppo
5
L’influenza sociale
Il conseguimento dell’influenza sociale richiede una base di potere =
distribuzione diseguale delle risorse e capacità di controllo nei
confronti degli atteggiamenti e delle decisioni degli altri
A livello comunicativo, potere = relazione fra due soggetti A e B,
regolata da alcuni parametri
• le risorse possedute da A (“base del potere”)
• asimmetria (A “maggiore di” B)
• la sfera del potere di A (ambiti cui il potere è esteso)
• la creazione di aspettative (A ha potere su B se B si aspetta che,
adeguandosi ad A, ottenga dei vantaggi; oppure che, rifiutando le
indicazioni di A, vada incontro a sanzioni
6
Potere = relazione asimmetrica, riguardante ambiti specifici, nella
quale A, in virtù delle risorse che si presume disponga, appare in
grado di indirizzare e influenzare in modo intenzionale la condotta
di B verso la realizzazione dei propri obiettivi
• pur essendo asimmetrica, la relazione di potere è bidirezionale:
se è vero che A influenza B, è altrettanto vero che B influenza A
• la sociometria studia questa rete complessa di rapporti
attraverso l’uso del sociogramma
• passaggio dallo studio di una comunicazione a due a uno
studio della rete di comunicazione (communication network
analysis)
7
Gli effetti dell’influenza sociale
• pressione sociale da parte del gruppo nei confronti del
soggetto: funzione di normalizzazione per mantenere condizioni
di prevedibilità e di ragionevolezza nel flusso delle interazioni
sociali e istituzionali
• reattanza psicologica: l’influenza sociale sotto forma di
pressione è percepita e valutata da parte del soggetto come
costrizione e restrizione della propria libertà personale
8
• esigenza della differenziazione: definizione di uno spazio personale
distintivo che eviti l’omogeneizzazione e l’uniformità del gruppo
 effetto PIP (primus inter pares) o fenomeno della conformità
superiore di sé: adesione perfetta alle norme del gruppo, in modo da
essere percepito come un prototipo e una sorta di ideale per gli altri
membri del gruppo
9
Influenza maggioritaria
Funzionalismo
l’influenza prodotta dalla maggioranza
genera una condizione di livellamento e di omogeneizzazione del
gruppo; effetto convergente di diversi fattori (teoria dell’impatto
sociale, Social Impact Theory):
• numerosità della maggioranza
• immediatezza della pressione esercitata sulla minoranza
• consistenza della maggioranza (generata soprattutto dalle
pratiche discorsive e dallo stile comunicativo)
10
Esito: ottenimento della conformità da parte dei vari membri del gruppo
• acquiescenza opportunistica: accettazione anonima e acritica, estrinseca e
passiva del sistema di credenze, di valori e di norme adottato dalla
maggioranza
• ignoranza pluralistica: affinché una norma si perpetui, non è necessario che
la maggioranza la sostenga ma che la maggioranza creda che la maggioranza
la sostenga
o spirale del silenzio: il silenzio di ciascuno è interpretato come adesione al
“pensiero collettivo” del gruppo; conduce a forme di:
o falso consenso: si crede in modo erroneo che i propri pensieri o azioni
corrispondano ai pensieri o azioni comuni e dominanti nel gruppo
11
Influenza minoritaria
Prospettiva interazionista (Moscovici)
La minoranza influenza il pensiero e il corso delle decisioni del gruppo
quando
• è dotata di consistenza sincronica (estende il proprio punto di vista in
modo coerente su tutte le questioni esaminate)
• è dotata di consistenza diacronica (mantiene il proprio punto di vista
nel tempo in modo stabile)
• fa riferimento ad argomentazioni dotate di forza e qualità
12
Minoranza attiva
• non è caratterizzata da forme di devianza passiva e acritica
(minoranza anomica)
• è qualificata da un punto di vista alternativo e da forti convinzioni in
grado di mettere in discussione quelle dominanti del gruppo (minoranza
nomica)
• conflitto di idee, di interpretazioni e di progetti (conflitto sociocognitivo)
a cui, di norma, segue un processo di negoziazione, gestita secondo
differenti modalità di comunicazione (dalla rigidità alla flessibilità)
13
Effetti prodotti dalla minoranza
Gli effetti prodotti dalla minoranza puntano all’innovazione dei sistemi di
credenze e di valori del gruppo attraverso un processo di conversione:
favorisce l’accettazione convinta e “privata” delle credenze e dei valori
proposti, come la formazione di nuovi convincimenti e di un diverso
assetto nella gerarchia dei valori
• “effetto sonno” (sleeper effect): consiste nel dissociare nel tempo il
messaggio da una fonte informativa poco credibile, consentendo al
messaggio stesso di acquisire un valore di influenza che non
possedeva all’origine
14
Effetti della minoranza: Modello della divergenza
• la maggioranza influenza i singoli membri mediante processi di
pensiero convergente, che confermano le linee di valutazione e di
condotta già esistenti
• la minoranza applica forme di pensiero divergente che comporta
l’illustrazione di soluzioni alternative e di percorsi nuovi, stimolando la
creatività e contribuendo a migliorare le prestazioni del gruppo
La teoria del doppio processo (gli effetti della minoranza seguono un
percorso diverso da quello attivato dagli effetti della maggioranza)
non è stata convalidata dalla sintesi meta-analitica di Wood et al.
15
La comunicazione persuasiva
Modalità centrale per generare e sostenere l’influenza sociale,
in quanto ha lo scopo di modificare lo stato mentale degli altri
• Efficacia: capacità di ottenere successo presso i destinatari in
condizione di libertà
• La persuasione mira a cambiare gli atteggiamenti (= disposizioni
interne e valutazioni generali di un certo oggetto e evento, in grado di
orientare in modo coerente l’azione seguente)
16
I principali modelli teorici sulla comunicazione persuasiva
a) La teoria del giudizio sociale (Sherif e Hovland)
Processo mediato da due fattori:
• il grado di accettazione, di rifiuto o di indifferenza verso le idee proposte
• il livello di coinvolgimento personale (ego-involvement) nell’argomento in
questione
Esito di questo processo:
• effetti di assimilazione (il destinatario valuta il messaggio come vicino alla
sua posizione più di quanto lo sia in realtà)
• effetti di contrasto (il destinatario valuta il messaggio come distante dalla sua
posizione più di quanto lo sia in realtà)
17
a.Il modello del valore dell’aspettativa nell’atteggiamento
Modello dell’integrazione dell’informazione (Fishbein)
l’atteggiamento verso un oggetto o evento è in funzione di due
fattori:
• forza delle credenze (forza con cui si tiene fede alla proprie
credenze salienti sull’oggetto in esame)
• valutazione delle credenze (valutazione che si ha delle proprie
credenze)
18
a. La teoria dell’azione ragionata
Per modificare il comportamento di una persona occorre cambiare
la sua intenzione (Ajzen e Fishbein). Quest’ultima è influenzata da
due fattori:
• l’atteggiamento (componenti attitudinali) dell’individuo verso il
comportamento in oggetto
• la “norma soggettiva” (percezione delle aspettative che altri
membri importanti del gruppo hanno; esigenza di assecondare tali
aspettative) dell’individuo
19
a. Il modello della probabilità di elaborazione
Il destinatario varia nel modo in cui probabilmente affronta ed elabora
le informazioni contenute nel messaggio persuasivo; due percorsi
persuasivi (Petty e Cacioppo)
• percorso centrale: la probabilità di informazioni è elevata;
rielaborazione cognitiva approfondita dei contenuti informativi
• messaggio forte
pensieri positivi
• messaggio debole
pensieri negativi (effetto
“boomerang”: esito persuasivo controproducente)
20
• percorso periferico: la probabilità di elaborazione delle
informazioni è bassa (il destinatario è poco interessato
all’argomento)
Sono attivati processi cognitivi di natura euristica, basati su
considerazioni presenti nel messaggio, ma non strettamente
pertinenti all’ambito della comunicazione stessa
21
Principali fattori della comunicazione persuasiva
Il risultato persuasivo è dato dall’intreccio dei seguenti fattori:
le caratteristiche della fonte, del messaggio e del ricevente in
relazione al contesto di uso
• Caratteristiche della fonte: la credibilità
Credibilità percepita della fonte: grado di competenza (generalizzata:
livello di istruzione esposizione sociale; specifica: esperienza e
conoscenze particolari in un determinato ambito) e di fiducia (integrità
morale, onestà intellettuale, sincerità ecc.), che le sono riconosciute da
parte del destinatario
22
Due distorsioni presenti nella comunicazione persuasiva:
• distorsione della conoscenza (mancanza di competenza:
credenza del ricevente secondo cui la conoscenza della
fonte sulla realtà in oggetto non è attendibile)
• distorsione della trasmissione (mancanza di fiducia:
opinione del ricevente secondo cui la fonte non ha la
volontà di fornire una versione accurata della realtà)
23
Le modalità comunicative sono in grado di influenzare
sensibilmente la percezione della credibilità della fonte
• fluidità del parlato: aumenta la credibilità percepita
• disfluenza (pause piene, interruzioni di parole ecc.): modesta
competenza
• citazione di fonti verificabili: aumenta la credibilità percepita
• posizione sostenuta: se disconferma le attese dell’uditorio, aumenta
la qualità percepita della fonte
24
La credibilità della fonte: gli effetti
Effetti della credibilità
• grandezza variabile dell’effetto persuasivo (maggiore è il
coinvolgimento del destinatario, minore è il suo peso
attribuito alla credibilità, e viceversa)
• direzione non costante dell’effetto persuasivo (non è
sempre vero che aumentando la credibilità si aumenta
anche l’effetto persuasivo)
25
• Caratteristiche della fonte: l’attrazione fisica e la simpatia
 simpatia: in linea di massima, maggiore è la simpatia, maggiore
è l’efficacia persuasiva; fattore meno importante della credibilità;
poco efficace quando il ricevente ha un elevato coinvolgimento
 attrazione fisica: incrementa il grado di simpatia, soprattutto nei
casi di modesto coinvolgimento del ricevente
 anche la somiglianza fra la fonte e il destinatario e l’etnicità della
fonte possono influenzare i processi persuasivi, anche se non in
modo costante, né sistematico
26
• Caratteristiche del messaggio: la struttura
 Ordine degli argomenti: se è in crescendo in termini di
importanza e di forza, ottiene un’efficacia persuasiva
maggiore, rispetto a un ordine in decrescendo
 Conclusioni e raccomandazioni esplicite: aumenta il valore
persuasivo del messaggio rispetto all’assenza di
raccomandazioni o a raccomandazioni implicite
27
• Caratteristiche del messaggio: lo stile
Alternativa fra
 argomentazione unilaterale: si prendono in
considerazione solo gli argomenti che sono a favore
della posizione sostenuta dalla fonte (argomenti pro)
 argomentazione bilaterale (più efficace): oltre agli
argomenti pro, sono discussi e rigettati gli argomenti
della posizione opposta (argomenti contro)
28
• Discrepanza fra la posizione della fonte e quella del destinatario: il massimo
dell’efficacia si ottiene con un grado medio di discrepanza, mentre
discrepanze troppo piccole o troppo grandi vengono ignorate o producono
reazioni negative
• Livello di efficacia persuasiva degli argomenti sostenuti dalla discrezione di
un esempio (case history) o da dati statistici: il primo risulta più persuasivo,
benché le statistiche siano più attendibili e rappresentative del fenomeno in
oggetto
• Appelli alla paura: utili per aumentare il consenso; relazione curvilinea a U
rovesciata (se si supera un certo livello di paura, il messaggio perde efficacia)
29
• Caratteristiche del messaggio: la strategia della sequenza
nelle richieste
Spesso nei gruppi vi è l’esigenza di ottenere una certa richiesta
(richiesta critica). Due strategie.
Piede–nella–porta
• si avanza una prima richiesta modesta, che viene di norma
soddisfatta, per giungere poi alla richiesta critica
(l’accondiscendenza alla prima richiesta aumenta la percezione
di sé come persona cooperativa; diventa così più difficile tirarsi
indietro alla richiesta critica)
30
Porta–in–faccia
• si avanza una richiesta impegnativa, che di norma viene
rifiutata, per poi presentare la richiesta critica (“reciproca
concessione”)
• se il ricevente ha opposto un rifiuto alla prima richiesta,
deve accogliere la seconda in un processo di negoziazione
31
• Caratteristiche del destinatario: le disposizioni stabili
 grado di influenzabilità: facilità (o meno) con cui uno si
lascia persuadere in generale
 autostima: secondo alcune ricerche, l’incremento del
livello di autostima è associato positivamente con la
disponibilità a cambiare atteggiamento; tuttavia altre
ricerche hanno ottenuto risultati opposti
32
• Le caratteristiche momentanee del destinatario
• resistenza alla comunicazione persuasiva:
“teoria dell’immunizzazione”
 in un esperimento, sono stati proposti dei messaggi persuasivi che
attaccavano dei truismi culturali attraverso un trattamento “di
supporto”, uno “di confutazione, o nessun trattamento (gruppo di
controllo)
 il gruppo di controllo ha dimostrato di non sapersi difendere,
mentre il gruppo “di confutazione” resisteva meglio alle pressioni del
messaggio persuasivo rispetto al gruppo “di supporto”
33
• Caratteristiche del destinatario: fattori contestuali
 l’esposizione in gruppo incrementa il grado di coinvolgimento
e il numero di pensieri rilevanti (pro e contro)
 la persistenza: gli effetti della comunicazione persuasiva
tendono a perdersi con il tempo e a decadere; per essere il più
efficace possibile, il messaggio persuasivo deve precedere di
poco il momento della decisione e del passaggio all’azione
34
Il pettegolezzo e le dicerie come sistemi di
comunicazione
I gruppi vivono di comunicazione, poiché senza comunicazione
essi non avrebbero elementi per portare avanti la loro storia
Pettegolezzo = manifestazione di questo bisogno vitale
• È una pratica universale; si trova, sia pure in forme diverse, in tutte le culture
• È un sistema di comunicazione: procedura comunicativa che coinvolge il
gruppo nella sua totalità e che propone un certo modo di interpretare i
significati all’interno e all’esterno del gruppo stesso
35
Funzioni psicologiche del pettegolezzo
Il pettegolezzo implica una serie di dicerie che sono trasmesse
di bocca in bocca con l’aggiunta facoltativa di commenti
personali (simile alla trasmissione orale dei miti nelle culture
preletterate)
• Asimmetria sociale: le dicerie riguardano soprattutto le
trasgressioni e le peculiarità di persone che occupano una
posizione sociale migliore
36
• Valore normativo: chiacchiera = sorta di denuncia di atti
reprensibili da additare al biasimo
• Valore ostensivo: anagrafizza e rende di pubblico dominio ciò
che è privato
• Indicatore dell’invidia sociale: i pettegoli, di solito, non sono
nella condizione di fare ciò che il bersaglio del pettegolezzo è
in grado di fare
• Funzione culturale: pratica discorsiva ricorrente che funge da
connettivo comunicativo nella rete delle relazioni di gruppo
37
Elaborazione semantica del pettegolezzo
Riproduzione seriale: far ripetere un racconto alquanto complesso da
un soggetto a un altro, che deve raccontarlo a un terzo, e così di
seguito fino all’ultimo soggetto
•
Trasformazione semantica del messaggio iniziale che comporta
una rilevante riduzione delle informazioni
•
Processo semantico dell’accentuazione: la diceria si crea attorno
a particolari contenuti resi salienti e dominanti
38
1. Processi di assimilazione: modalità di conservazione, di
deformazione, di omissione o di aggiunta degli elementi informativi
•
Assimilazione tematica (rendere coerente con il tema centrale del
pettegolezzo eventuali aspetti divergenti)
•
Assimilazione per completamento (si aggiungono elementi
informativi per completare il quadro e renderlo coerente)
•
Assimilazione anticipatrice (adeguamento delle informazioni
trasmesse dal pettegolezzo all’enciclopedia delle conoscenze già
possedute dal soggetto e ai suoi schemi mentali di riferimento)
39
1. Rappresentazione stereotipata della situazione oggetto del
pettegolezzo: l’assimilazione trasforma e assimila le
informazioni secondo le categorie cognitive, affettive e
normative del gruppo
• Processi di soggettivizzazione: il pettegolezzo sfocia in una
forma di memorizzazione collettiva, sottoposta a leggi
analoghe a quelle che valgono per la memoria individuale
40
La diffusione del pettegolezzo
Il pettegolezzo spesso sorge in concomitanza con la comparsa di
novità, di situazioni insolite, nonché di cambiamenti organizzativi
• Metafora dell’epidemia: spiega le caratteristiche del processo
di trasmissione del pettegolezzo
41
Credibilità granitica e oggettiva del pettegolezzo
•
È considerato una informazione altamente credibile, dotata di un
consistente valore di oggettività e di “verità”
•
La credibilità è fondata, per paradosso, sull’impersonalità della
fonte e della responsabilità comunicativa
•
Le smentite da parte dei personaggi oggetto del pettegolezzo
costituiscono delle conferme indirette della validità dello stesso
•
“cliniche del pettegolezzo”: trasmissione sotto forma di
pettegolezzo di opportune controinformazioni atte a ridicolizzare
le affermazioni contenute nel pettegolezzo di origine
42
Comunicazione e decisione di gruppo
La comunicazione entra di diritto nei processi di presa di
decisione che spesso un gruppo di lavoro (o un gruppo
informale) è invitato a prendere per raggiungere i propri
obiettivi
Sono in gioco dispositivi comunicativi che consentono di
passare dai progetti all’azione
43
La comunicazione come mezzo
Comunicazione = mezzo per influenzare i fattori strutturali e gli
aspetti contestuali sulle interazioni del gruppo
• Pur avendo un valore strumentale, la comunicazione dà forma
ai processi sottesi alla presa di decisione: media gli effetti della
conoscenza, delle preferenze, delle caratteristiche del compito
ecc., che influenzano la presa di decisione del gruppo
44
La comunicazione come fattore costitutivo della presa di
decisione
Due sensi:
•
decisioni = esito dello sviluppo di idee; gli scambi comunicativi
generano l’incremento, l’elaborazione, la modificazione o la
cancellazione delle idee
•
decisioni = prodotti sociali inseriti nella “realtà sociale” del
gruppo; la comunicazione partecipa in modo essenziale a
sostenere tale realtà
45
Decisione
=
Determinazione deliberata e consapevole per effettuare una
certa azione, scegliendo all’interno di una certa gamma di
alternative possibili
•
Gerarchia mezzi–fini: la decisione assume valore di mezzo
per una scelta più estesa e, allo stesso tempo, di fine per
scelte più ristrette e limitate
•
Decisione = processo continuo che riguarda le varie attività
svolte dall’individuo e dal gruppo (in ogni momento occorre
fare delle scelte)
46
La polarizzazione nelle decisioni di gruppo
Le decisioni collettive (di gruppo) sono, in media, più
arrischiate di quelle prese individualmente
Polarizzazione verso il rischio
(spostamento della decisione collettiva verso una posizione
estrema di una determinata dimensione psicologica, a seguito
dei processi di comunicazione e discussione che sono
avvenuti entro il gruppo)
47
Tre fattori spiegano il processo di polarizzazione:
1. la discussione di gruppo: lo “scambio di informazione” permette di
individuare nuovi argomenti che orientano i membri del gruppo verso
un certo estremo; parimenti, pone in moto una sequenza di interazioni
comunicative che può innescare il cosiddetto “pensiero di gruppo”
(groupthink)
• Groupthink = forma illusoria di invulnerabilità, rappresentazione
stereotipata degli altri gruppi, forme di autocensura, percezione
illusoria di unanimità; conduce a una minimizzazione dei rischi e
all’estremizzazione collettiva (adozione di una scelta estrema)
48
I fattori determinanti la polarizzazione (continua)
2. divergenza iniziale di posizioni e di opinioni: esaltazione delle
differenze nel corso della discussione e della comunicazione
(polarizzazione = accentuazione di una tendenza latente già
presente nella maggioranza dei membri di un gruppo,
palesata attraverso gli scambi comunicativi)
3. impegno da parte dei membri del gruppo nell’interazione e
nella comunicazione reciproca
49
Comunicazione e consenso di gruppo nella presa di
decisione
Teoria del campo di Lewin
pone in evidenza
l’interdipendenza fra coesione di gruppo e comunicazione come
premessa per favorire la decisione di gruppo
• La decisione collettiva favorisce la convergenza simbolica fra i membri del
gruppo: rafforza una determinata visione del mondo e rinsalda un sentire
emotivo comune
• Gli scambi comunicativi comportano una maggiore assunzione di
responsabilità nei confronti di quello che ciascun membro del gruppo afferma
• La comunicazione comporta un impegno psicologico (verso sé e verso gli
altri), a cui è difficile sottrarsi in seguito
50
Comunicazione e relazione fra gruppi
Nessun gruppo (in–group) vive isolatamente, ma interagisce
costantemente con altri gruppi (out–group)
La comunicazione fra membri di gruppi differenti è
probabilmente il fenomeno sociale più complesso nella specie
umana, poiché implica, oltre che l’insieme delle differenze
individuali e delle variabili contestuali, anche la somma delle
variabili intergruppo
51
Teoria dell’identità sociale [Tajfel]
•
Prospettiva della cognizione sociale: i processi di
differenziazione fra gruppi sono spiegati in termini di
percezione e di valutazione cognitiva
•
Identità sociale = consapevolezza di appartenere a un
certo gruppo sociale con i significati, le emozioni, le norme
e i valori che tale appartenenza comporta
•
L’identità sociale è attivata dal meccanismo del confronto
sociale: un gruppo è quello che è, soltanto se si differenzia
e si distingue dagli altri gruppi sociali
52
Categorizzazione sociale
•
serve a classificare e a dare ordine alla realtà sociale in
base a un sistema di categorie sociali

•
L’esito è l’elaborazione di una griglia, in base alla quale
l’individuo riesce a identificare la posizione sociale
occupata dal proprio gruppo di appartenenza
Sul meccanismo del confronto sociale si innesta la
competizione sociale, al fine di occupare le posizioni più
elevate della piramide sociale
53
Differenziazione categoriale
Processo di differenziazione categoriale: processo di
definizione delle differenze fra i gruppi e le categorie sociali
•
Fenomeni di accentuazione delle somiglianze
intracategoriali e delle differenze intercategoriali sono alla
base della differenziazione categoriale

La differenziazione categoriale consente, a sua volta,
di stabilire in termini positivi le opportune distanze fra il
gruppo di appartenenza e gli altri gruppi (definizione
positiva della propria identità sociale)
54
Il sociocentrismo
Sociocentrismo = tendenza generale dell’individuo a ritenere se
stesso come punto di riferimento centrale in termini sociali e culturali
• La persona sociocentrica accetta soltanto gli individui considerati
simili, mentre rifiuta coloro che sono dissimili in riferimento ai parametri
presi in considerazione
• Comporta la distorsione nella valutazione delle proprietà presenti nel
proprio gruppo e negli altri gruppi
• Errore fondamentale di attribuzione: tendenza a spiegare il
comportamento dei membri degli altri gruppi più su base disposizionale
che situazionale
55
Lo stereotipo
Stereotipo = processo robusto a livello cognitivo e affettivo che
consente e favorisce la distinzione e, in certi casi, la discriminazione fra
i gruppi, alimentando il sociocentrismo
• Lo stereotipo viene rafforzato mediante i fenomeni di estremizzazione
e di polarizzazione dei giudizi
• Gli scambi comunicativi fra i membri di un gruppo conducono a una
minore dispersione percepita di tali conoscenze stereotipate
• Fenomeno della tendenza alla conferma: gli stereotipi sono
caratterizzati da un’elevata resistenza cognitiva ed è molto difficile
modificarli o, ancora di più, sradicarli
56
Il controstereotipo
Controstereotipo = conoscenza che si oppone allo stereotipo
•
Al contrario degli stereotipi, i controstereotipi sono
conoscenze non condivise e discrepanti
•
Distribuzione delle informazioni: il controstereotipo funziona
soltanto se le informazioni sono concentrate e diffuse da
pochi membri del gruppo
57
Il pregiudizio
Pregiudizio = atteggiamento negativo e ostile nei confronti dei
membri di un altro gruppo, esclusivamente in quanto
appartenenti a quel gruppo
• Gli stereotipi sono strettamente associati ai pregiudizi, in
quanto predispongono facilmente all’azione
• Teoria dell’auto–affermazione: la creazione degli stereotipi
serve a difendere e ad affermare la propria identità
58
Gli stereotipi secondo il modello della distorsione
linguistica intergruppo
Linguistic Intergroup Bias, LIB [Maass e Arcuri]
Gli autostereotipi positivi (in–group) e gli eterostereotipi negativi
(out–group) sono comunicati facendo ricorso a forme linguistiche
astratte, mentre gli autostereotipi negativi e gli eterostereotipi positivi
sono espressi impiegando forme linguistiche concrete
• Forme astratte = disposizione psicologica più o meno permanente
• Forme concrete = valore dell’occasione contingente (situazionalità)
59
Stereotipi e conflitto sociale
Nei contesti conflittuali, è come se le persone appartenessero
a gruppi sociali fra loro escludentisi
Teoria dell’attribuzione: spiega l’esistenza del conflitto
intergruppo attraverso il riferimento al comportamento
dell’out–group
• Se conferma le proprie aspettative negative, è attribuito a
cause stabili, perpetuando la condizione di conflitto (profezia
che si autorealizza)
60
Attribuzione delle informazioni controstereotipiche

A fattori stabili; in tal caso,
 se il membro dell’altro gruppo è percepito come
atipico, la sua condotta è considerata di poco
valore (mantenimento del conflitto)
 se è valutato come un membro tipico, si pone la
possibilità di un cambiamento di atteggiamento
verso l’altro gruppo (riduzione del conflitto)
61