Tecnologie dei Sistemi di Trasporto Prof. Ing F. Pagliara a. a. 2011/12 Trasporto stradale 1 Trasporto stradale Il sistema di trasporto stradale è dato dall’insieme di: Infrastrutture Veicoli Sistemi di gestione e controllo che interagiscono tra loro per favorire il trasferimento di persone e merci a bordo di veicoli su guida non vincolata Elementi essenziali del sistema di trasporto stradale: Veicoli (mezzi che consentono lo spostamento) Utenti (che si spostano a bordo dei veicoli) Infrastrutture (strade su cui i veicoli si muovono) dotate di sistemi di controllo e regolazione Ambiente esterno 2 Trasporto stradale Il veicolo presenta diverse caratteristiche: Meccaniche (oggetto dell’Ingegneria meccanica) Funzionali (caratteristiche del veicolo inteso come sistema funzionale oggetto della presente parte del corso) 1. L’utente riveste due funzioni essenziali: Conducente dei veicoli che utilizzano l’infrastruttura Frequentatore di aree influenzate dal sistema di trasporto stradale 2. Nel primo caso l’utente utilizza il sistema dei trasporti e si relaziona con gli utenti degli altri veicoli tenendo conto delle norme (codice della strada, sistemi di controllo e regolazione) che regolano la circolazione. 3 Trasporto stradale Nel secondo caso coloro che svolgono attività o abitano in aree limitrofe a sistemi di trasporto, possono subire dal sistema impatti negativi (inquinamento acustico, ambientale, ecc.) e/o positivi (miglioramenti dell’accessibilità, ecc.) L’infrastruttura è costituita da elementi fisici che consentono lo spostamento o la sosta dei veicoli e da elementi appartenenti ad un sistema di controllo. L’ambiente esterno ad un sistema di trasporto viene definito come l’insieme di tutti gli elementi che non fanno parte del sistema di trasporto studiato e non influenzano in modo rilevante e nel breve periodo il funzionamento. Esempi di parti funzionali appartenenti all’ambiente esterno sono i parchi cittadini, l’aria che si respira, ecc. 4 Trasporto stradale Il sistema dei trasporti può invece influenzare l’ambiente esterno, ad esempio l’impatto arrecato all’aria dalla circolazione dei veicoli stradali. In questo contesto verranno considerati gli aspetti legati allo studio del veicolo e delle infrastrutture intesi come singoli sistemi funzionali. Successivamente si studieranno le interazioni tra veicolo ed infrastruttura in termini di interazioni geometriche e dinamiche per definire il diagramma di moto di un veicolo isolato. 5 Trasporto stradale Veicoli 6 Trasporto stradale Veicoli di trasporto stradale Classificazione Componenti 7 Trasporto stradale 1.2.Veicoli di trasporto stradale I veicoli stradali possono essere classificati in relazione a diverse caratteristiche: 1. 2. Per persone e per cose trasportate Per numero di assi presenti Passeggeri individuali (moto, auto) se l’utilizzo è destinato a singoli o gruppi di utenti che utilizzano e gestiscono il mezzo in modo autonomo; Passeggeri collettivi (taxi, bus, filobus, tram) se la gestione del sistema è demandata ad un gestore che definisce percorsi utilizzati ed orari di passaggio delle singole corse del sistema; Merci (autocarri, autoarticolati) se sono destinati per il trasporto delle merci; modo combinato (furgoni) se i veicoli sono utilizzati per il trasporto di persone e merci. 8 Trasporto stradale Veicoli di trasporto stradale Classificazione Categorie di veicoli circolanti su strada Veicoli ad 1 asse: alcuni rimorchi Veicoli a due assi classe A (altezza sagoma fino a 1.3 m) Motocicli; autovetture Veicoli a due assi classe B (altezza sagoma superiore a 1.3 m) Bus Autoarticolati; bus snodati Veicoli a tre assi Autotreni Veicoli a quattro assi Veicoli a cinque o più assi Sc. 1:500 9 Trasporto stradale Veicoli di trasporto stradale Classificazione Categorie di veicoli circolanti su strada 10 Trasporto stradale Veicoli di trasporto stradale Classificazione Categorie di veicoli circolanti su strada (Motori ad accensione comandata o ciclo diesel; motori elettrici) 11 Trasporto stradale Veicoli di trasporto stradale Classificazione Categorie di veicoli circolanti su strada: trainati da altri veicoli (carretti; rimorchi) 12 Trasporto stradale Veicoli di trasporto stradale Classificazione I criteri di progettazione dei veicoli sono il risultato derivante da esigenze di mercato e dal rispetto di normative sulle caratteristiche geometriche, di massa, di potenza, di sicurezza e di comfort (codice della strada e normative tecniche) Le dimensioni massime degli autoveicoli Altezza (m) Larghezza (m) Lunghezza (m) Autoveicoli 4.0 2.5 12.0 Rimorchi a un asse 4.0 2.5 7.5 Caravan a due assi 4.0 2.3 7.5 Autocaravan a due o più assi 4.0 2.5 8.0 Autoveicoli e rimorchi isolati a 2 o più assi 4.0 2.5 12.0 Semirimorchi 4.0 2.5 12.5 Autoarticolati ed autosnodati 4.0 2.5 16.5 Autotreni 4.0 2.5 18.0 Autobus 4.3 2.5 12.0 13 Trasporto stradale Veicoli di trasporto stradale Classificazione I limiti massimi di massa degli autoveicoli 1 asse (t) 2 assi (t) 3 assi (t) 4 assi (t) 5 o più assi (t) Motoveicoli 2.5 2.5 ---- ---- ---- Autoveicoli ---- 18.0 24.0 ---- ---- Rimorchi 6.0 22.0 25.2 25.2 25.2 Autoarticolati ed autosnodati ---- ---- 30.0 40.0 44.0 Autotreni ---- ---- 24.0 40.0 44.0 Autobus ---- 19.0 24.0 24.0 24.0 14 Trasporto stradale Veicoli di trasporto stradale Componenti I veicoli sono composti da elementi meccanici, elettrici ed elettronici interagenti tra loro. Essi si classificano in: Cassa (telaio e carrozzeria; sospensioni; ruote) Organi di propulsione (motore; frizione; cambio; differenziale) Impianti (frenanti; elettrici e organi di direzione) 15 Trasporto stradale Veicoli di trasporto stradale Componenti CASSA Le autovetture vengono progettate e realizzate a scocca (insieme di telaio e carrozzeria) portante, utilizzando come funzione resistente le lamiere che delimitano l’abitacolo, i vani bagagli e il motore. Anche gli autobus vengono costruiti a scocca portante, le parti non portanti sono costituite da resine. Gli autotreni, gli autoarticolati ed i rimorchi hanno un telaio su cui vanno ad inserirsi la carrozzeria ed i cassoni. Il telaio ha lo scopo di collegare e sostenere le parti del veicolo non portanti e tutti gli organi sia meccanici che elettrici. Esso deve essere ad elevata resistenza a fatica e deve avere una buona resistenza alla deformabilità in tutte le direzioni. 16 Trasporto stradale Veicoli di trasporto stradale Componenti CASSA Le sospensioni sono gli organi che collegano in modo elastico la scocca del veicolo alle ruote. Esse servono per proteggere gli elementi dei veicoli dagli urti e dalle vibrazioni, per garantire la tenuta della strada anche su superfici non perfettamente piane e regolari e per migliorare il comfort di marcia dei passeggeri. Esistono vari tipi di sospensioni classificabili in funzione dell’elemento elastico utilizzato: - a molla a balestra (lamine di acciaio sovrapposte) - a molla elicoidale (tondino di acciaio avvolto ad elica) - a barra di torsione (asta di acciaio che reagisce elasticamente a torsione) - pneumatiche (sfruttano la comprimibilità dei fluidi) 17 Trasporto stradale Veicoli di trasporto stradale Componenti CASSA Le sospensioni, che si trovano su uno stesso asse del veicolo, possono essere agganciate a ruote collegate rigidamente tra loro oppure possono essere indipendenti. Si hanno quindi due tipi di assali degli autoveicoli: ad asse rigido (con sospensioni di tipo a molle o a balestre) a ruote indipendenti (con molle elicoidali o barre di torsione) Le sospensioni sono collegate agli ammortizzatori. Questi ultimi hanno la funzione di assorbire e dissipare energia per smorzare le oscillazioni delle sospensioni (elastiche). 18 Trasporto stradale Veicoli di trasporto stradale Componenti CASSA Il funzionamento delle sospensioni può essere assimilato a quello di un corpo elastico. Indicando con: P = peso del veicolo i = generico pneumatico Pi = peso che il veicolo scarica sul pneumatico i lungo l’asse della molla ki = rigidezza della sospensione sul pneumatico i ei = cedimento della sospensione i (dovuto alla compressione della sospensione ed al cedimento elastico del pneumatico) Per la singola ruota vale: ki ei = Pi 19 Trasporto stradale Veicoli di trasporto stradale Componenti I motori sono gli elementi che forniscono l’energia per il movimento dei veicoli. Possono essere endotermici o elettrici: Le parti principali che compongono un motore endotermico sono: - Monoblocco con basamento (in ghisa che contiene al suo interno i cilindri e consente l’appoggio dell’albero motore) - Testata (in lega di alluminio, che costituisce la chiusura superiore del monoblocco; in essa sono contenute le camere di combustione dei cilindri; le valvole; le candele e gli iniettori) - Coppa (che chiude inferiormente il monoblocco) - Pistoni (all’interno dei cilindri, si muovono alternativamente e producono la forza motrice) - Biella (che connette il pistone all’albero motore e trasmette il moto alternativo del pistone all’albero) - Albero motore primario (trasforma il moto alternato rettilineo dei pistoni in moto rotatorio) - Volano (disco fisso all’estremità dell’albero motore e dotato di elevata inerzia e ha il compito di uniformare la rotazione dell’albero) 20 Trasporto stradale Veicoli di trasporto stradale Componenti Le caratteristiche principali di un motore a combustione interna sono: - alesaggio (diametro interno del cilindro in mm) - corsa (distanza tra i due punti morti del pistone in mm) - cilindrata (volume generato dal pistone durante una corsa) - potenza (coppia prodotta dal sistema biella pistone per la velocità angolare di rotazione dell’albero motore) - rendimento (rapporto tra calore che si trasforma in lavoro utile e calore teorico complessivo prodotto dalla combustione della miscela aria-combustibile) I motori elettrici sono costituiti da: - statore che genera il campo magnetico utilizzato dal rotore - rotore, contenuto all’interno dello statore, che immerso nel campo magnetico creato dallo statore, ruota e produce la coppia che viene trasmessa all’albero motore. 21 Trasporto stradale Veicoli di trasporto stradale Componenti Organi di propulsione Asse anteriore 22 Trasporto stradale Veicoli di trasporto stradale Componenti Organi di propulsione Asse posteriore e differenziale 23 Trasporto stradale Veicoli di trasporto stradale Componenti Organi di propulsione Motore 24 Trasporto stradale Veicoli di trasporto stradale Componenti Organi di propulsione Motore I motori a combustione interna erogano la loro coppia in maniera variabile all’interno di un certo intervallo di velocità dell’albero motore. La necessità di adeguare la coppia fornita dal motore a quella richiesta dall’autoveicolo porta all’utilizzo del cambio di velocità. Il cambio serve a variare il rapporto tra la velocità di rotazione dell’albero motore e quella dell’albero di trasmissione che porta il moto alle ruote. Frizione La frizione è l’organo di trasmissione che consente il collegamento e lo scollegamento tra gli organi del motore (albero motore) ed il cambio. 25 Trasporto stradale Veicoli di trasporto stradale Componenti Organi di propulsione Motore a combustione interna L’organo attivo (quello che fornisce una forza motrice) è il sistema pistonecilindro. Nei veicoli terrestri i pistoni possono essere 1 (ciclomotori), 2 (motoveicoli e autovetture di piccola cilindrata), 3 o 4 (autoveicoli di media cilindrata) o più (altri veicoli). Al moto alternativo del pistone corrispondono le 4 fasi caratteristiche del ciclo dei motori a combustione interna (aspirazione, compressione, (adduzione di calore), espansione, scarico). La fase attiva è quella di espansione (lavoro attivo), mentre per le altre fasi il lavoro viene assorbito a spese dell’energia cinetica immagazzinata nel volano. 26 Trasporto stradale Veicoli di trasporto stradale Componenti Organi di propulsione La trasmissione della coppia nei veicoli dotati di motori a combustione interna (illustrazione schematica) Pistoni - cilindri p1 s1 h1 C, n volano r T1 Albero secondario Albero motore (primario) Cambio C1,n1 Differenziale C2, n2 27 Trasporto stradale Veicoli di trasporto stradale Componenti Organi di propulsione T1 = p1s1 p1 = pressione media durante la fase di espansione s1 = area del pistone Sia h1 = corsa del pistone = di stanza tra due punti morti L1 = T1 h1 = p1 s1 h1 dove L1 è il lavoro fornito da ciascun pistone Dato un veicolo a z cilindri ed detto n1 il numero di giri dell’albero motore, il valore della potenza N1 trasmessa dai cilindri all’albero motore risulta: N1 = z L1 n1 a = z p1 s1 h1 n1 a dove a è il numero di fasi di espansioni di ciascun cilindro per ogni giro dell’albero motore 28 Trasporto stradale Veicoli di trasporto stradale Componenti Organi di propulsione La coppia C1 presente sull’albero motore è: C1 = N1/ n1 = z p1 s1 h1 a Utilizzando la cilindrata V (V= z s1 h1) del veicolo, la coppia C1 è: C1 = V p1 a 29 Trasporto stradale Veicoli di trasporto stradale Componenti Organi di propulsione Andamento della coppia C1 e della potenza N1, al variare del numero di giri nell’unità di tempo dell'albero primario C1 (N m) 190 180 170 160 150 140 130 120 110 100 n1 (giri/sec) 0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 N1 (k W) 80 70 60 50 40 30 20 10 n1 (giri/sec) 0 0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 *Coppia fornita dal motore sull’albero motore primario con un numero di giri nell’unità di tempo (n) compresi tra 15 e 95 giri/sec con legge C=28+0.124n-3.07E-5n2+2E-9n3 30 Trasporto stradale Veicoli di trasporto stradale Componenti Organi di propulsione Tramite il cambio (variazione del rapporto di trasmissione), la coppia C1 viene trasmessa dall’albero primario a quello secondario; tramite il differenziale la coppia viene trasmessa dall’albero secondario all’asse (o agli assi) delle ruote motrici. La potenza fornita dal motore Nm risulta sempre maggiore o uguale di quella trasmessa alle ruote N per effetto delle perdite di energia (N = Nm): C 2n = C1 2n1 La coppia trasmessa alle ruote è proporzionale a quella generata dal motore: C = C1 n1/n 31 Trasporto stradale Veicoli di trasporto stradale Componenti Organi di propulsione Uno schema del cambio a cinque marce Albero motore (primario) P S5 S2 S3 S1 S6 Albero secondario 4 C2,n2 5 C1,n1 A5 A Ca,na 3 A3 2 A2 1 A1 R1 Retrom. Albero R2 della retromarcia Cr, nr Albero ausiliario 32 Trasporto stradale Veicoli di trasporto stradale Componenti Organi di propulsione Il numero di giri delle ruote è legato al numero di giri del motore dalla relazione: n = n1 / (mc * mp) dove: mc è il rapporto al cambio, pari al rapporto tra il numero di giri del motore ed il numero di giri che, tramite un ingranaggio riduttore, viene trasmesso all’albero di trasmissione secondario (mc = n1/n2) mp è il rapporto al ponte, pari al rapporto tra il numero di giri dell’albero di trasmissione secondario ed il numero di giri che, tramite il differenziale, viene trasmesso alle ruote (mp = n2/n) 33 Trasporto stradale Veicoli di trasporto stradale Componenti Organi di propulsione Entrambi i rapporti sono molto maggiori di 1 (ad esempio pari a 6). Esempio: Giri motore 5.000 giri/min Se fossero mc = mp = 1 si dovrebbero avere 5.000 giri al minuto delle ruote; ciò comporterebbe una velocità del veicolo (in prima marcia) pari a: v = 5.000 x d = 5.000 x 3,14 x 0,8 = 12.560 m/min = 753 km/h dove d è il diametro della ruota. Utilizzando, invece, i rapporti al ponte e al cambio (ad esempio 5 e 5): v = (5.000/25) x 3,14 x 0,8 = 502 m/min = 30 km/h 34 Trasporto stradale Veicoli di trasporto stradale Componenti Impianti L’impianto frenante ha il compito di dissipare l’energia cinetica e/o potenziale di un veicolo per rallentarlo o fermarlo. La forza frenante si aggiunge alle altre resistenze presenti durante il moto. Nei veicoli stradali possono essere utilizzati vari tipi di sistemi frenanti: - a compressione (freno a disco) - a espansione (freno a tamburo) - dovuto al funzionamento del motore (freno motore) Le principali caratteristiche che deve possedere un impianto frenante in un veicolo stradale: - rapidità - dolcezza e continuità - regolabilità - inesaurabilità 35 Trasporto stradale Vie e terminali 36 Trasporto stradale Vie e terminali di trasporto stradale Le infrastrutture utilizzate per il trasporto stradale si possono raggruppare in due classi: 1. 2. Infrastrutture lineari (strade), utilizzate per lo spostamento dei veicoli tra punti differenti; Infrastrutture puntuali se localizzate in aree ristrette e originate dalla confluenza di più strade. Queste possono essere suddivise in due categorie: - intersezioni, incrocio tra infrastrutture stradali ed attraversabile dai veicoli; - terminali, se utilizzati per la sosta dei veicoli stessi. 37 Trasporto stradale Vie e terminali di trasporto stradale Infrastrutture stradali Terminali stradali 38 Trasporto stradale Vie e terminali di trasporto stradale Infrastrutture stradali In Italia le infrastrutture stradali si sviluppano per circa 350000 km e rappresentano circa il 90% delle infrastrutture di trasporto complessive. La maggior parte delle strade sono di tipo extraurbano (poco meno del 46% del totale), mentre la categoria meno sviluppata è rappresentata da autostrade (poco più del 2% del totale). Le strade provinciali e le strade statali sono rispettivamente il 38% ed il 14% della rete complessiva. In Italia: Piemonte (oltre 30000 km) - maggiore estensione di rete stradale Molise (poco meno di 3000 km) – minore estensione 39 Trasporto stradale Vie e terminali di trasporto stradale Infrastrutture stradali In rapporto all’estensione: Liguria (160km/km2) – regione più ricca Sardegna (circa 50km/km2) – regione meno ricca In rapporto alla popolazione residente Valle d’Aosta (circa 10m/res) – più ricca Campania (circa 3m/res) – meno ricca L’Italia si colloca al primo posto in Europa per l’estensione della rete stradale sia rispetto al numero di residenti che rispetto all’estensione del territorio 40 Trasporto stradale Vie e terminali di trasporto stradale Infrastrutture stradali Strade Gli elementi caratteristici di una strada sono: • La piattaforma stradale (composta dalla carreggiata e dalle banchine laterali) • La delimitazione della sede 41 Trasporto stradale Vie e terminali di trasporto stradale Infrastrutture stradali Strade Esempi di sezioni stradali urbane (illustrazione schematica) Carreggiata Pista Carreggiata Corsia ciclabile bus Esempi di sezioni stradali extraurbane (illustrazione schematica) Strada a carreggiata unica Strada a carreggiate separate 42 Trasporto stradale Vie e terminali di trasporto stradale Strade 43 Trasporto stradale Vie e terminali di trasporto stradale Strade Le categorie delle strade secondo la normativa CNR anno 1980 Tipo Corsie totali Velocità Spartitraffico Larghezza corsia Capacità di riferimento (numero) (km/h) (m) (m) (veic/h dir.) Ia 4 110140 4.00 4 da 3.75 4000 Ib 6 110140 4.00 4 da 3.75, 2 da 3.50 6000 IIa 4 90120 2.00 4 da 3.75 4000 IIb 6 110140 2.00 4 da 3.75, 2 da 3.50 6000 III 4 80100 1.10 4 da 3.50 4000 IV 2 80100 No 2 da 3.75 1800 V 2 6080 No 2 da 3.50 1500 VI 2 4060 No 2 da 3.00 1200 A 2 6080 No 4 da 3.50 3000 B 2 40 No 2 da 2.75 1000 C 1 40 No 1 da 3.00 700 44 Trasporto stradale Vie e terminali di trasporto stradale Strade Le categorie delle strade secondo la normativa del codice della strada Tipo A. Autostrada Ambito Extraurbano Urbano B. Extraurbano principale C. Extraurbano secondario D. Urbano di scorrimento Extraurbano Extraurbano Urbano E. Urbano di quartiere Urbano F. Locale Extraurbano Urbano Corsie in una direzione Velocità Spartitraffico Larghezza corsia Capacità di riferimento (numero) (km/h) (m) (m) (veic/h dir.) 2 o più 90140 1 o più 40100 2 o più 80140 1 o più 4060 2 o più 70120 1 o più 2.6 3.75 4000 o più 3.50 2000 o più 3.75 4000 o più 3.00 3600 o più 3.75 4000 o più 40100 3.50 2000 o più 1 60100 3.75 2000 1 60100 3.50 2000 2 o più 5080 3.25 3600 o più 1 o più 2560 2.75 1700 o più 1 o più 4060 3.00 1700 o più 1 40100 2.253.50 1500 1 o più 2560 2.75 1000 o più 1.8 1.8 1.8 45 Trasporto stradale Vie e terminali di trasporto stradale Strade Le strade, per appartenere a ciascuna delle categorie sopra riportate, devono possedere alcune caratteristiche che vengono di seguito indicate 1/2 Autostrada: strada extraurbana o urbana a carreggiate indipendenti o separate da spartitraffico invalicabile, ciascuna con almeno due corsie di marcia, con eventuale banchina pavimentata a sinistra e corsia di emergenza o banchina pavimentata a destra; priva di intersezioni a raso e di accessi privati; dotata di recinzione e di sistemi di assistenza all'utente lungo l'intero tracciato; riservata alla circolazione di talune categorie di veicoli a motore; contraddistinta da appositi segnali di inizio e fine; attrezzata con apposite aree di servizio ed aree di parcheggio, entrambe con accessi dotati di corsie di decelerazione e di accelerazione. Strada extraurbana principale: strada a carreggiate indipendenti o separate da spartitraffico invalicabile ciascuna con almeno due corsie di marcia e banchina pavimentata a destra, priva di intersezioni a raso, con accessi alle proprietà laterali coordinati contraddistinta dagli appositi segnali di inizio e fine, riservata alla circolazione di talune categorie di veicoli a motore: per altre categorie di utenti devono essere previsti opportuni spazi; attrezzata con apposite aree di servizio, che comprendano spazi per la sosta, con accessi dotati di corsie di decelerazione e di accelerazione. Strada extraurbana secondaria: strada ad unica carreggiata con almeno una corsia per senso di marcia e banchine. 46 Trasporto stradale Vie e terminali di trasporto stradale Strade Le strade, per appartenere a ciascuna delle categorie sopra riportate, devono possedere alcune caratteristiche che vengono di seguito indicate 2/2 Strada urbana di scorrimento: strada a carreggiate indipendenti o separate da spartitraffico, ciascuna con almeno due corsie di marcia, ed una eventuale corsia riservata ai mezzi pubblici; banchina pavimentata a destra e marciapiedi; eventuali intersezioni a raso semaforizzate; per la sosta sono previste apposite aree o fasce laterali estranee alla carreggiata, entrambe con immissioni ed uscite concentrate. Strada urbana di quartiere: strada ad unica carreggiata con almeno due corsie, banchine pavimentate e marciapiedi; per la sosta sono previste aree attrezzate con apposita corsia di manovra, esterna alla carreggiata. Strada locale: strada urbana od extraurbana non facente parte degli altri tipi di strade. 47 Trasporto stradale Vie e terminali di trasporto stradale Strade 48 Trasporto stradale Vie e terminali di trasporto stradale Strade 49 Trasporto stradale Vie e terminali di trasporto stradale Strade Le strade, per appartenere a ciascuna delle categorie sopra riportate, devono possedere alcune caratteristiche che vengono di seguito indicate 1/2 Inoltre, le strade extraurbane si distinguono in: Statali, quando costituiscono le grandi direttrici del traffico nazionale, congiungono la rete viabile principale dello Stato con quelle degli Stati limitrofi, costituiscono diretti e importanti collegamenti tra strade statali e congiungono tra loro capoluoghi di regione o capoluoghi di provincia appartenenti a regioni diverse, collegano alla rete delle strade statali i porti marittimi, gli aeroporti, i centri di particolare importanza industriale, turistica e climatica oppure servono traffici interregionali oppure presentano particolare interesse per l'economia di vaste zone del territorio nazionale; Regionali, quando collegano i capoluoghi di provincia della stessa regione tra loro o con il capoluogo di regione, collegano i capoluoghi di provincia o i comuni con la rete statale se ciò sia particolarmente rilevante per ragioni di carattere industriale, commerciale, agricolo, turistico e climatico; 50 Trasporto stradale Vie e terminali di trasporto stradale Strade Le strade, per appartenere a ciascuna delle categorie sopra riportate, devono possedere alcune caratteristiche che vengono di seguito indicate 2/2 Inoltre, le strade extraurbane si distinguono in: Provinciali, quando collegano al capoluogo di provincia capoluoghi dei singoli comuni della rispettiva provincia o più capoluoghi di comuni tra loro, quando allacciano alla rete statale o regionale i capoluoghi di comune, se ciò sia particolarmente rilevante per ragioni di carattere industriale, commerciale, agricolo, turistico e climatico; Comunali, quando, congiungono il capoluogo del comune con le sue frazioni o le frazioni fra loro, congiungono il capoluogo con la stazione ferroviaria, tranviaria o automobilistica, con un aeroporto o porto marittimo, lacuale o fluviale, con interporti o nodi di scambio intermodale o con le località che sono sede di essenziali servizi interessanti per la collettività comunale. 51 Trasporto stradale Vie e terminali di trasporto stradale Intersezioni Le intersezioni stradali rivestono un ruolo importante nel trasporto stradale, in quanto rappresentano punti singolari del sistema e sono la principale causa di congestione e incidenti. Esse sono date dall’area di confluenza di più tronchi stradali. Una corrente veicolare è composta dell’insieme dei veicoli che seguono la stessa traiettoria ad un’intersezione. L’intersezione tra differenti correnti di veicoli genera i punti di conflitto. Un tronco stradale che ha come nodo finale (o iniziale) una intersezione viene chiamato braccio dell’intersezione. 52 Trasporto stradale Vie e terminali di trasporto stradale Intersezioni Principali elementi di una intersezione a tre braccia Corrente veicolare Manovra di attraversamento Punti di conflitto STOP Corrente veicolare Manovra di immissione Corrente veicolare Manovra di diversione Sc. 1:200 53 Trasporto stradale Vie e terminali di trasporto stradale Intersezioni In funzione del sistema di regolazione, le intersezioni possono essere classificate in due categorie principali: • Intersezioni con regole di priorità (dove la precedenza tra le varie correnti viene regolata tramite segnali a messaggi fissi) • Intersezioni con controllo semaforico, dove la precedenza tra le varie correnti viene regolata tramite segnali a messaggi variabili (semafori) e fissi. 54 Trasporto stradale Vie e terminali di trasporto stradale Intersezioni Il progetto delle intersezioni con regole di priorità deve essere svolto tenendo conto delle singole tipologie di manovre e dal numero di veicoli che, per unità di tempo, interessano ciascuna corrente. Per motivi di sicurezza o per la presenza di flussi di attraversamento elevati si ricorre alla realizzazione di rotatorie o di intersezioni a livelli sfalsati, che comunque occupano superfici ampie ma eliminano le manovre di attraversamento. Se il numero di punti di conflitto è elevato o esistono problemi di sicurezza, si ricorre alle intersezioni semaforizzate. In queste condizioni queste intersezioni consentono di ridurre il ritardo per gli utenti che devono attraversare l’intersezione e/o aumentare il livello di sicurezza per i guidatori e per i pedoni. 55 Trasporto stradale Vie e terminali di trasporto stradale Intersezioni Esempi di intersezione 56 Trasporto stradale Vie e terminali di trasporto stradale Terminali stradali I terminali stradali sono quei luoghi destinati allo stazionamento dei veicoli stradali e possono essere suddivisi in due categorie: - i parcheggi destinati alla sosta degli autoveicoli - le autostazioni la cui funzione principale è quella di permettere la sosta degli autoveicoli e di accogliere gli utenti in attesa di utilizzare il servizio fornito tramite gli autobus. 57 Trasporto stradale Vie e terminali di trasporto stradale Terminali stradali I parcheggi Schemi di sosta a margine della carreggiata 4.50 2.30 Verso di percorrenza Sosta in linea da un solo lato della strada Sosta inclinati da un lato della carreggiata ed in linea dall’altro Sosta in linea da un lato a pettine Sc. 1:500 58 Trasporto stradale Vie e terminali di trasporto stradale Terminali stradali I parcheggi Individuata una strada ed indicando con ns il numero di stalli destinati alla sosta, la capacità dell’impianto di sosta Cs si può definire come il numero di vetture differenti che in un giorno possono essere parcheggiate nel sistema. La capacità di sosta è influenzata dalla durata della stessa. Se, ad es., tutti gli utenti sostano l’intera giornata (24 ore), la capacità dell’impianto risulta: Cs = ns vetture/giorno Se la sosta è di 12 ore Cs = ns 24/12 = 2 ns vetture/giorno Ovvero se ts è la durata media della sosta, la capacità del parcheggio è: Cs = ns/ ts 59 Trasporto stradale Vie e terminali di trasporto stradale Terminali stradali I parcheggi fuori strada consentono il ricovero dei veicoli su appositi spazi localizzati fuori della carreggiata stradale. Definita l’area che dovrà ospitare il parcheggio, occorre definire un insieme di elementi necessari per la funzionalità dell’impianto: - la quantità di posti auto necessari - gli ingressi e le uscite dall’impianto - lo sviluppo verticale e la comunicazione tra i vari livelli - la circolazione interna e la disposizione degli stalli - i locali destinati alle attività accessorie, le strutture portanti, gli impianti ed i servizi annessi 60 Trasporto stradale Vie e terminali di trasporto stradale Terminali stradali I parcheggi Vari tipi di rampe di collegamento (illustrazione schematica) Rampa laterale Rampa a elica Rampa perimetrale A piani sfalsati 61 Trasporto stradale Vie e terminali di trasporto stradale Terminali stradali I parcheggi Nei sistemi a stalli mobili i posti auto sono in continuo movimento ed ogni volta che si deve ritirare o consegnare un’autovettura, tutti gli stalli, e quindi tutte le auto, vengono messi in movimento fino a quando lo stallo cercato è nella posizione di ingresso o di uscita desiderata. Questi sistemi sono utilizzati solo in parcheggi con poco spazio a disposizione, in quanto ci sono costi di gestione e tempi di servizio elevati. Nei sistemi a stallo fisso, c’è un meccanismo di prelievo delle singole vetture in spazi statici. Questo tipo di impianti sono indicati per capacità medio alta e si suddividono in tre categorie. 62 Trasporto stradale Vie e terminali di trasporto stradale Terminali stradali I parcheggi Schema di parcheggi a stallo fisso Pianta Sezione Sistema a torre traslante Pianta Sezione Sistema a torre rotante Pianta Sezione Sistema a torre fissa 63 Trasporto stradale Vie e terminali di trasporto stradale Terminali stradali Autostazioni Le autostazioni sono i terminali per il trasporto collettivo stradale a guida non vincolata (autolinee). La loro funzione principale è quella di permettere la sosta agli autobus ed accogliere gli utenti in attesa. Si possono avere piccole autostazioni, che vengono denominate fermate (pensiline destinate alla sosta degli utenti e dell’autobus) oppure autostazioni di media o grande dimensione denominate terminali se gli autobus in sosta hanno inizio e/o termine delle corse. 64 Trasporto stradale Vie e terminali di trasporto stradale Terminali stradali Autostazioni Schema di un'autostazione circolazione dei veicoli VIABILITÀ ESTERNA STRADALE PIAZZALE circolazione delle persone EDIFICIO VIAGGIATORI ALTRI MODI DI TRASPORTO 65 Trasporto stradale Vie e terminali di trasporto stradale Terminali stradali Autostazioni In relazione all’ampiezza e alla morfologia dell’area dell’autostazione ed alla distribuzione ottimale degli spazi destinati alle varie attività si deve studiare la distribuzione planimetrica dei singoli elementi funzionali. Le soluzioni sono dipendenti dalla forma dell’area stessa e dalla dislocazione degli accessi. 66 Trasporto stradale Vie e terminali di trasporto stradale Terminali stradali Autostazioni Schemi distributivi delle autostazioni Fabbricato Centrale A, B, C A B C di Testa F Fabbricato Laterale D, E D Fabbricato viaggiatori E Percorsi degli autobus F Percorsi pedonali 67 Trasporto stradale Interazioni tra veicolo e via 68 Trasporto stradale Interazioni tra veicolo e via nel trasporto stradale Sono trattati i problemi legati al movimento del veicolo isolato su un’infrastruttura. Condizioni ideali. Interazioni geometriche Forze agenti su un veicolo Equilibrio delle forze agenti su un veicolo Diagrammi del moto 69 Trasporto stradale Interazioni tra veicolo e via nel trasporto stradale Interazioni geometriche Per garantire lo spostamento dei veicoli sulle infrastrutture in condizioni di sicurezza sia il veicolo che le infrastrutture devono rispettare determinati vincoli interdipendenti che nascono da esigenze strutturali, geometriche e dipendenti da fattori di sicurezza per i conducenti. Un veicolo nel percorrere una curva occupa una sezione trasversale maggiore rispetto a quella occupata durante la marcia in rettilineo. Tale spazio aumenta con l’aumentare della lunghezza del veicolo e con il diminuire del raggio della curva. E’ quindi necessario un allargamento della carreggiata stradale. 70 Trasporto stradale Interazioni tra veicolo e via nel trasporto stradale Interazioni geometriche Il problema dell'inscrizione di un autoveicolo in curva (illustrazione schematica) Si consideri un veicolo. Se esso si muove in rettilineo, l’occupazione trasversale è pari alla sua larghezza massima l. Se viaggia in curva, il veicolo occupa uno spazio maggiore (l+e). La differenza tra lo spazio trasversale minimo occupato dal veicolo in curva e lo spazio trasversale occupato in rettilineo fornisce l’allargamento dell’ingombro. l = larghezza del veicolo p = distanza tra l’asse delle ruote posteriori e l’estremo anteriore del veicolo OB = raggio interno della curva che può essere indicato con Rin + l 71 Trasporto stradale Interazioni tra veicolo e via nel trasporto stradale Interazioni geometriche Il problema dell'inscrizione di un autoveicolo in curva (illustrazione schematica) e= BF si calcola tramite considerazioni geometriche. Triangolo rettangolo OBE OF = OE = [OB2 + BE2]0.5 = [(OA +l) 2+ p2]0.5 = [(Rin +l)2+ p2]0.5 Sostituendo ad OF le singole componenti (OF = Rin + l + e): Rin + l + e = [(Rin + l)2 +p2]0.5 L’allargamento é: e = [(Rin + 1)2 +p2]0.5 – Rin - 1 72 Trasporto stradale Interazioni tra veicolo e via nel trasporto stradale Interazioni geometriche Il problema dell'inscrizione di un autoarticolato in curva (illustrazione schematica) B p2 C G C H E D G d H p1 O F A e l Rin Lo spazio trasversale richiesto dal veicolo in curva è: AD = AE + ED = e + l 73 Trasporto stradale Interazioni tra veicolo e via nel trasporto stradale Aderenza Lo studio della dinamica di un veicolo isolato si basa sull’analisi delle forze che agiscono sul veicolo ed i legami tra esse esistenti. La strada è costituita da una superficie perfettamente piana; il telaio del veicolo è perfettamente rigido. Fissare un sistema di riferimento è utile per poter individuare e studiare le diverse componenti delle forze che agiscono sul veicolo. 74 Trasporto stradale Interazioni tra veicolo e via nel trasporto stradale Aderenza Sistema di riferimento z Verso del moto y x In questa sede si considerano le forze che agiscono dall’esterno sul veicolo e vengono riferite ad un sistema cartesiano ortogonale definito: - asse x nel piano del moto ed ortogonale alla tangente alla traiettoria; - asse y nel piano del moto e parallelo alla tangente alla traiettoria; - asse z ortogonale al piano del moto 75 Trasporto stradale Interazioni tra veicolo e via nel trasporto stradale Aderenza Lungo l’asse verticale (z), la sede stradale esercita una reazione uguale ed opposta alla risultante, Fztot, di tutte le forze verticali scaricate dal veicolo (in generale la componente della forza peso ortogonale alla pavimentazione). Tale reazione, ancora pari a Fztot, è distribuita tra le superfici di impronta dei pneumatici: Fztot i Fzi = Fztot Fzi spz i 76 Trasporto stradale Interazioni tra veicolo e via nel trasporto stradale Aderenza Le pressioni superficiali medie (tensioni normali) che agiscono sulle aree di impronta dei pneumatici sono date da: s = Fzi / spzi = Fz / spz (ipotizzando una distribuzione uniforme dei carichi) Alle tensioni normali, s, se il veicolo è in movimento, si accoppiano delle tensioni tangenziali, s, agenti nel piano xy, che dipendono dal tipo di contatto tra pneumatici e pavimentazione. Si ha aderenza quando le due superfici a contatto “non scorrono” tra loro. Si ha attrito quando, invece, le superfici a contatto “scorrono” tra loro. 77 Trasporto stradale Interazioni tra veicolo e via nel trasporto stradale Aderenza Consideriamo le sole componenti secondo l’asse del moto delle tensioni tangenziali ed indichiamone il valore medio con s y; la forza tangenziale totale che la pavimentazione trasmette ad ogni pneumatico è pari a: Fy = s y spz Il rapporto tra Fy ed Fz è un coefficiente, pari evidentemente al rapporto tra s y e s (intesi sempre come valori medi): Fy / Fz = s y / s = f Fino ad un certo valore del rapporto Fy/ Fz si rimane in condizione di aderenza (senza scorrimento relativo tra le superfici a contatto), oltre un certo limite si è in condizioni di attrito (si ha scorrimento relativo tra le superfici a contatto). 78 Trasporto stradale Interazioni tra veicolo e via nel trasporto stradale Aderenza Il coefficiente di aderenza limite, fay, è il valore limite del rapporto Fy / Fz oltre il quale si passa in condizioni di attrito. Pertanto, per permanere in condizioni di aderenza si deve avere: Fy fay Fz La quantità fayFz è detta forza di aderenza massima, ed è il valore massimo della forza tangenziale che la sede stradale può trasmettere al pneumatico. 79 Trasporto stradale Interazioni tra veicolo e via nel trasporto stradale Aderenza Se il pneumatico scorre rispetto alla sede stradale, la forza che si instaura tra i corpi a contatto è detta forza di attrito ed è pari a: Fay = fatt Fz dove: fatt è detto coefficiente di attrito Si ha sempre: fatt < fay Entrambi i coefficienti si ricavano sperimentalmente e dipendono da diversi fattori: • • • • natura e caratteristiche della superficie stradale disegno del battistrada e pressione del pneumatico velocità di avanzamento del veicolo presenza di acqua, umidità, polvere ghiaccio 80 Trasporto stradale Interazioni tra veicolo e via nel trasporto stradale Aderenza Valori indicativi del coefficiente di aderenza: conglomerato bituminoso asciutto 0,4-0,6 “ “ umido 0,3-0,5 “ “ bagnato 0,1-0,3 conglomerato cementizio asciutto 0,6-0,8 “ “ umido 0,4-0,5 “ “ bagnato 0,2-0,4 strada oleosa 0,1-0,2 ghiaccio 0,05-0,1 Si noti come la forza massima trasmissibile, pari al prodotto del coefficiente di aderenza per la risultante delle forze verticali, si dimezzi al passare da strada asciutta a strada bagnata. 81 Trasporto stradale Interazioni tra veicolo e via nel trasporto stradale Aderenza Se si considera il veicolo nel suo insieme: in fase di moto la forza di aderenza massima è proporzionale al peso che il veicolo scarica sulle ruote motrici (peso aderente, Fzad): Fy fay Fzad in fase di frenatura la forza di aderenza massima è proporzionale al peso che il veicolo scarica sulle ruote frenanti (peso frenato, Fzfr): Fy fay Fzfr Per le autovetture, in generale, solo due ruote sono motrici, per cui il peso aderente è inferiore (circa ½) al peso totale; per le auto a trazione integrale (4x4) il peso aderente è pari al peso totale. Invece, in generale, tutte le ruote sono frenanti, per cui il peso frenato è pari al peso totale. 82 Trasporto stradale Interazioni tra veicolo e via nel trasporto stradale Forze agenti su un veicolo Aderenza Descrizione di un pneumatico 83 Trasporto stradale Interazioni tra veicolo e via nel trasporto stradale Forze agenti su un veicolo Aderenza Descrizione di un pneumatico • • • • D: Diametro esterno H: Altezza del pneumatico S: Larghezza o ingombro trasversale massimo del pneumatico Ø: Diametro del cerchio 84 Trasporto stradale Interazioni tra veicolo e via nel trasporto stradale Forze agenti su un veicolo Aderenza Descrizione di un pneumatico 85 Trasporto stradale Interazioni tra veicolo e via nel trasporto stradale Forze agenti su un veicolo Aderenza La pressione del pneumatico sulla superficie stradale In tre differenti casi di pressione del pneumatico. Se la pressione è troppo bassa, le pressioni di contatto sono più alte ai lati, risultando nulle al centro. Nel caso opposto sono molto elevate nella parte centrale. 86 Trasporto stradale Interazioni tra veicolo e via nel trasporto stradale Forze agenti su un veicolo Aderenza Lo schiacciamento della ruota (illustrazione schematica) Lo schiacciamento del pneumatico provoca un raggio di rotolamento effettivo d*/2 inferiore al raggio d/2 della ruota. Ipotizzando che tutti i punti della ruota si muovano con velocità angolare , ogni elemento della ruota che si trova ad una distanza d dal centro della ruota ha una velocità tangenziale pari a d. Il punto B ha una velocità periferica di rotazione ( d*/2) inferiore a quella dei punti A e C ( d/2). Le parti periferiche della ruota sono sottoposte ad un rallentamento della loro velocità proporzionale all’accorciamento del raggio. Nel passare dal punto C al punto B la velocità periferica della ruota diminuisce e si comprime il pneumatico. Nel passare da B ad A la velocità periferica aumenta estendendo il pneumatico che si riporta nella condizione iniziale. d*/2 d/2 d*/2 A B C d/2 87 Trasporto stradale Interazioni tra veicolo e via nel trasporto stradale Forze agenti su un veicolo Aderenza Schema del pneumatico di un autoveicolo durante la fase di moto Se il veicolo è in movimento nella parte anteriore, il tratto del pneumatico che deve appoggiarsi sulla pavimentazione comprime il concio di pneumatico contiguo ed a contatto con la pavimentazione. Si crea quindi nel pneumatico in corrispondenza della superficie di contatto una zona anteriore che si comprime ed una posteriore che si estende. Nel punto iniziale di contatto gli sforzi tangenziali scambiati tra ruota e pavimentazione sono nulli. Nel punto finale di contatto gli sforzi tangenziali teorici richiesti del pneumatico assumono il valore max. Sforzo tangenziale teorico massimo Sforzo tangenziale nullo Zona con pneumatico compresso 88 Trasporto stradale Interazioni tra veicolo e via nel trasporto stradale Forze agenti su un veicolo Aderenza Schema delle forze trasmesse dalla sede stradale sul pneumatico A sinistra si riporta il diagramma di pressione dovuto alla componente normale al piano della pavimentazione e a destra il diagramma delle tensioni tangenziali teoriche nelle condizioni di veicolo fermo e veicolo in movimento. Se il veicolo è fermo la reazione Fz della pavimentazione passa per l’asse della ruota e la reazione Fy è nulla. Se il veicolo è in movimento la reazione Fz è spostata dal lato del moto rispetto all’asse della ruota e la reazione Fy è contenuta nella superficie di contatto. Forza tangenziale teorica Fy nella ruota motrice Forza normale Fz =0 Fz =0 Fy=0 Fz Fy 89 Trasporto stradale Interazioni tra veicolo e via nel trasporto stradale Forze agenti su un veicolo Resistenza al rotolamento (contatto ruota-strada) Durante il moto dei veicoli stradali nascono delle resistenza al moto dovute a: 1. Non esiste il rotolamento puro ed il pneumatico scorre rispetto alla strada 2. Il pneumatico si deforma continuamente e le deformazioni non sono perfettamente elastiche 3. La reazione della pavimentazione è spostata dal lato del moto rispetto all’asse della ruota ef Fz 90 Trasporto stradale Interazioni tra veicolo e via nel trasporto stradale Forze agenti su un veicolo Resistenza al rotolamento La consistenza di questi fattori comporta una deformazione del diagramma delle pressioni, per cui la risultante delle forze di reazione è eccentrica di una quantità ef rispetto alla forza che la ruota esercita sulla pavimentazione. Questo valore di eccentricità cresce con l’aumentare della velocità di avanzamento. La coppia che si crea (Fz ef ) si oppone al moto e costituisce la resistenza al rotolamento. Risultati sperimentali portano alla conclusione che per i veicoli in moto rettilineo la resistenza al rotolamento si può esprimere come una forza di modulo: rr = m (c + bv2) m= massa del veicolo c e b = parametri v = velocità di avanzamento del veicolo 91 Trasporto stradale Interazioni tra veicolo e via nel trasporto stradale Forze agenti su un veicolo Forze che derivano dall'andamento plano-altimetrico La forza peso agente sul veicolo (illustrazione schematica) Tutti i corpi terrestri sono soggetti ad una accelerazione di gravità g cui corrisponde la forza peso P = mg rp = P sen (γ) = m g sen (γ) 92 Trasporto stradale Interazioni tra veicolo e via nel trasporto stradale Forze agenti su un veicolo Forze che derivano dall'andamento plano-altimetrico La convergenza delle normali alle ruote in curva Durante lo spostamento in curva di un autoveicolo si hanno resistenze al moto aggiuntive (rc) di entità piccola rispetto alle altre. La forza centrifuga è una forza applicata al baricentro del veicolo, con direzione nel piano del moto ed ortogonale alla tangente alla traiettoria, pari a: Fc = m v2 / R con: m massa del veicolo (kg) v velocità del veicolo (m/sec) R raggio della curva (m) 93 Trasporto stradale Interazioni tra veicolo e via nel trasporto stradale Forze agenti su un veicolo Forze che derivano dall'andamento plano-altimetrico La convergenza delle normali alle ruote in curva Sperimentalmente si è visto che, per i veicoli stradali, la resistenza in curva è proporzionale alla forza centrifuga: rc = cc m v2 / R dove cc vale 0,01-0,02. Fc R 94 Trasporto stradale Interazioni tra veicolo e via nel trasporto stradale Forze agenti su un veicolo Forze che derivano dall’interazione con l'atmosfera Un veicolo che si muove in un fluido incontra delle resistenze che possono essere scomposte in tre aliquote: resistenza frontale, posteriore e laterale. Disposizione dei filetti di aria al passaggio di un autoveicolo (illustrazione schematica) 95 Trasporto stradale Interazioni tra veicolo e via nel trasporto stradale Forze agenti su un veicolo Forze che derivano dall’interazione con l'atmosfera 1) Una prima resistenza si crea sulla parte frontale del veicolo per effetto della pressione dinamica. 2) Una seconda resistenza si crea nella parte posteriore per effetto della depressione dell’aria dietro il veicolo provocata dai moti turbolenti; essa si esplica tramite una forza che ha verso opposto a quello del moto del veicolo. 3) Una terza trascurabile nei veicoli stradali nasce sulle superfici laterali. La risultante delle tre forze costituisce la resistenza aerodinamica 96 Trasporto stradale Interazioni tra veicolo e via nel trasporto stradale Forze agenti su un veicolo Forze che derivano dall’interazione con l'atmosfera La forza che nasce al contatto con l’aria viene sfruttata nei veicoli da competizione, inserendo appositi alettoni posteriori, anteriori e laterali. Gli alettoni, soggetti alla spinta del vento, creano una ulteriore forza verticale, un conseguente aumento potenziale della pressione che il veicolo trasmette alla piattaforma stradale e, quindi, un aumento del peso aderente*. Tale aumento stabilizza il veicolo. * Peso aderente è il peso totale del veicolo che si scarica sulle ruote motrici . Se a 4 ruote P = Pad; se a 2 ruote motrici Pad<P (40-60% di P) 97 Trasporto stradale Interazioni tra veicolo e via nel trasporto stradale Forze agenti su un veicolo Forze che derivano dall’interazione con l'atmosfera La sezione frontale del veicolo gioca un ruolo fondamentale nella resistenza aerodinamica: quanto maggiore è l’area di tale sezione tanto maggiore risulta la resistenza aerodinamica. La presenza di un eventuale carico sul tetto fa aumentare anche del 30% la resistenza aerodinamica del veicolo. Le aree frontali variano tra qualche metro quadro per autoveicoli e 5-6 m2 per i veicoli pesanti. Il modulo della resistenza aerodinamica viene calcolata con la formula di Stokes: ray = cy sy ρvry2 / 2 cy = coefficiente di forma del veicolo frontale sy = area della sezione maestra del veicolo vry = modulo della velocità relativa del veicolo rispetto a quella dell’aria nella direzione del moto ρ = densità dell’aria 98 Trasporto stradale Interazioni tra veicolo e via nel trasporto stradale Forze agenti su un veicolo Forza frenante La forza frenante può essere anche essa vista come una forza esterna al veicolo, anche se prodotta da impianti frenanti facenti parte del veicolo stesso. Essa si ottiene applicando alle ruote una coppia frenante di verso opposto al senso di rotazione delle ruote. Esempi di sistemi frenanti per le autovetture: Freno a disco Freno a tamburo dF/2 dF/2 FF d f F FF d f F FF 99 Trasporto stradale Interazioni tra veicolo e via nel trasporto stradale Forze agenti su un veicolo Forza frenante dove: per il freno a disco: FF è la forza che la pinza (ferodi), solidale al veicolo, applica al disco, solidale alla ruota fF è il coefficiente di attrito tra pinza e disco per il freno a tamburo: FF è la forza che le ganasce, solidali al veicolo, applicano alla superficie interna di un cilindro cavo (tamburo), solidale alla ruota fF è il coefficiente di attrito tra ganasce e tamburo 100 Trasporto stradale Interazioni tra veicolo e via nel trasporto stradale Forze agenti su un veicolo Forza frenante In entrambi i casi nasce una coppia frenante esprimibile come: Freno a disco: Freno a tamburo: CF = fF FF dF/2 CF = fF FF dF 101 Trasporto stradale Interazioni tra veicolo e via nel trasporto stradale Forze agenti su un veicolo Forza frenante La forza frenante si ottiene dall’equilibrio alla rotazione della ruota intorno al proprio asse: Pertanto la forza frenante assume i seguenti valori: Freno a disco: rF = fF FF dF/d Freno a tamburo: rF = 2 fF FF dF/d 102 Trasporto stradale Interazioni tra veicolo e via nel trasporto stradale Forze agenti su un veicolo Forza resistente complessiva Ry = rp + ray + rr + rc + rf Nel caso in cui non si è in una fase di frenatura: Ry = rp + ray + rr + rc Ry = +(-)mgi + cy sy ρvry2 / 2 + m (c + bv2) + cc m v2 / R Rappresentando rispetto alla velocità di avanzamento, la resistenza complessiva può scriversi: Ry = W + Z v2 103 Trasporto stradale Interazioni tra veicolo e via nel trasporto stradale Forze agenti su un veicolo Forza resistente complessiva Andamento delle resistenze al moto lungo la direzione y (W = 200 N, Z = 1 N sec/m - Veicolo con peso = 20 kN, S=1.7 m2, cy = 0.4; strada rettilinea con pendenza nulla) 1200 Ry (N) 1000 800 600 400 200 v (km/h) 0 0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 110 120 130 140 104 Trasporto stradale Interazioni tra veicolo e via nel trasporto stradale Forze agenti su un veicolo Forza di trazione La forza di trazione è applicata al veicolo e ne favorisce il moto. – – La trazione in un veicolo terrestre può avvenire in due modi differenti: attraverso il motore che produce una coppia motrice che a sua volta è trasmessa alle ruote motrici attraverso una forza esterna, applicata in un punto di traino (per i veicoli trainati, quali rimorchi, vagoni ferroviari o funicolari) 105 Trasporto stradale Interazioni tra veicolo e via nel trasporto stradale Forze agenti su un veicolo Forza di trazione Esaminiamo il caso di un veicolo motore e vediamo quali caratteristiche ha la coppia motrice. I motori possono essere elettrici o a combustione interna (a benzina o a gasolio); nel seguito ci si riferisce a questi ultimi. Per un motore a combustione interna, si definisce, per via teorica, una curva che lega la potenza N1 (unità di misura kW) al numero di giri del motore n1 (unità di misura giri/sec), note le caratteristiche del motore (numero dei cilindri, area del pistone, corsa dei pistoni, pressione media durante la fase di espansione del pistone, ecc.): 106 Trasporto stradale Interazioni tra veicolo e via nel trasporto stradale Forze agenti su un veicolo Forza di trazione N1 = N1(n1) La coppia C1 presente sull’albero motore si calcola come rapporto tra la potenza ed il numero di giri: C1 = N1/n1 107 Trasporto stradale Interazioni tra veicolo e via nel trasporto stradale Forze agenti su un veicolo Forza di trazione In generale, il calcolo teorico di queste caratteristiche è praticamente impossibile (diversi fattori relativi al rendimento del motore ed alla difficoltà di calcolo della pressione di espansione non possono essere valutati correttamente senza una sperimentazione), ed è effettuato solo in una fase preliminare di progettazione del motore. In generale le caratteristiche di coppia e potenza si ricavano sperimentalmente su un banco di prova; più precisamente, si ricava la curva coppia/n. di giri, C1(n1), sul banco di prova e si calcola la corrispondente potenza come N1 = C1 n1. L’andamento delle curve di coppia e di potenza, per un motore a combustione interna, sono di seguito riportate. 108 Trasporto stradale Interazioni tra veicolo e via nel trasporto stradale Forze agenti su un veicolo Forza di trazione 109 Trasporto stradale Interazioni tra veicolo e via nel trasporto stradale Forze agenti su un veicolo Forza di trazione Il numero di giri del motore viene trasferito alle ruote (numero di giri delle ruote) attraverso gli organi di trasmissione (cambio, albero di trasmissione, differenziale). Alle ruote si può definire una coppia C ed una potenza N; la potenza sarà pari alla potenza del motore moltiplicato per il rendimento della trasmissione: N = N1 con circa uguale a 0,87. La coppia è pari al rapporto tra la potenza e la velocità angolare delle ruote: C = N/ Considerato che la velocità angolare delle ruote è legata al numero di giri delle ruote n dalla relazione: = 2 n 110 Trasporto stradale Interazioni tra veicolo e via nel trasporto stradale Forze agenti su un veicolo Forza di trazione Si possono definire, pertanto, due relazioni, analoghe a quelle definite per il motore (in corrispondenza dell’albero motore), anche per le ruote motrici: C = C(n) N = N(n) Queste relazioni hanno lo stesso andamento delle precedenti. 111 Trasporto stradale Interazioni tra veicolo e via nel trasporto stradale Forze agenti su un veicolo Forza di trazione Esaminiamo l’equilibrio di una ruota motrice, soggetta ad una coppia di trazione C, alla forza peso P ed alle resistenze al moto Ry: verso del moto moto d R y d/2 Fz = -P C P Fy 112 Trasporto stradale Interazioni tra veicolo e via nel trasporto stradale Forze agenti su un veicolo Forza di trazione Per l’equilibrio alla rotazione intorno al centro della ruota, si ha: Fy = C/(d/2) = T dove T è detto sforzo di trazione applicato alle ruote motrici. Esso non può mai superare il valore limite della forza di aderenza. 113 Trasporto stradale Interazioni tra veicolo e via nel trasporto stradale Forze agenti su un veicolo Forza di trazione A sua volta, la velocità del veicolo v, è legata al numero di giri delle ruote dalla relazione: v= dn Pertanto, la relazione tra coppia e numero di giri può essere trasformata in una relazione tra forza di trazione e velocità del veicolo: C = C(n) . T = T(v) Le due relazioni, a meno della scala di rappresentazione grafica, coincidono e, sia l’una che l’altra, prendono il nome di caratteristica di trazione di un veicolo. 114 Trasporto stradale Interazioni tra veicolo e via nel trasporto stradale Forze agenti su un veicolo Forze che derivano dall’interazione con l'atmosfera Forze di trazione – – – Affinché un motore sia utilizzabile ai fini della trazione è opportuno che la caratteristica di trazione (C = C(n) o T = T(v)) sia decrescente, in modo che sia possibile: disporre di un’ampia gamma di valori di coppie alle ruote; disporre di coppie motrici [sforzi di trazione] maggiori in corrispondenza di numeri di giri [velocità] minori, in modo da poter ridurre il tempo necessario per raggiungere il moto a regime; ottenere un comportamento autoregolante del motore: se una causa esterna (ad esempio aumento delle resistenze) fa allontanare il motore da una condizione di funzionamento a regime (equilibrio tra resistenze e sforzi di trazione), è il motore stesso a ritrovare un’altra condizione di funzionamento a regime. Il motore ideale è un motore a potenza costante: N = C = cost. . 115 Trasporto stradale Interazioni tra veicolo e via nel trasporto stradale Forze agenti su un veicolo Forze che derivano dall’interazione con l'atmosfera Forze di trazione Per tale motore si ha anche, viste le relazioni tra ed n, tra C e T e tra n e v: C n = cost. T v = cost. Per un motore ideale, pertanto, la caratteristica di trazione è iperbolica. 116 Trasporto stradale Interazioni tra veicolo e via nel trasporto stradale Forze agenti su un veicolo Forze che derivano dall’interazione con l'atmosfera Forze di trazione N T [C] T2 T1 n [v] v2 v1 v [n] Il motore è autoregolante: un veicolo che viaggia in equilibrio (tra forze di trazione e resistenze) alla velocità v1 con sforzo di trazione T1 se incontra delle maggiori resistenze (o un’altra causa esterna), ad esempio una livelletta in salita, diminuisce la propria velocità a v2; al nuovo regime il veicolo è in grado di produrre uno sforzo di trazione maggiore T2, tale da compensare l’incremento di resistenze al moto e ritrovare una nuova condizione di equilibrio. 117 Trasporto stradale Interazioni tra veicolo e via nel trasporto stradale Forze agenti su un veicolo Forze che derivano dall’interazione con l'atmosfera Forze di trazione Solo i motori elettrici si avvicinano ad avere una caratteristica di trazione ideale. Per i motori a combustione interna, si utilizza il cambio in modo da avvicinarsi ad una caratteristica ideale di trazione, sfruttando i tratti decrescenti della curva caratteristica. Più precisamente, si cerca di utilizzare il motore per un numero di giri compresi tra la coppia massima e la potenza massima. Si ricordi che la caratteristica di trazione è relativa al veicolo (relazione tra coppia [trazione] e numero giri ruote [velocità]) e non al motore. 118 Trasporto stradale Interazioni tra veicolo e via nel trasporto stradale Forze agenti su un veicolo Forze che derivano dall’interazione con l'atmosfera Forze di trazione Il cambio Un motore a combustione interna ha una caratteristica di trazione ben diversa da quella ideale (crescente per un basso numero di giri e decrescente successivamente), con una curva di potenza non costante: C, C N N n 119 Trasporto stradale Interazioni tra veicolo e via nel trasporto stradale Forze agenti su un veicolo Forze che derivano dall’interazione con l'atmosfera Forze di trazione Il cambio consente, a parità di numero di giri all’albero motore, di variare il numero di giri all’albero di trasmissione secondario e quindi alle ruote. Scegliendo opportunamente i rapporti è possibile ottenere un inviluppo delle caratteristiche di trazione tali da avvicinarsi ad una caratteristica ideale sfruttando i tratti decrescenti delle curva di coppia. In generale, si tende ad utilizzare il motore in un intervallo di numero di giri compreso tra il valore corrispondente alla coppia massima e quello corrispondente alla potenza massima. 120 Trasporto stradale Interazioni tra veicolo e via nel trasporto stradale Forze agenti su un veicolo Forze che derivano dall’interazione con l'atmosfera Forze di trazione Andamento della coppia sull'albero secondario, per una prefissata quantità di miscela aria-carburante per unità di tempo fornita all'interno dei cilindri 750 Primo rapporto C2 (N m) 500 Secondo Terzo 250 Quarto Quinto 0 0 20 40 60 80 100 120 140 n2 (giri/sec) Coppia fornita dal motore sull’albero motore secondario con un numero di giri nell’unità di tempo (n) compresi tra 15 e 95 giri/sec con legge C = 28+0.124n-3.07E-5n2+2E-9n3 e rapporto al cambio per le cinque marce 4.1, 2.6, 1.6, 1.0, 0.63 121 Trasporto stradale Interazioni tra veicolo e via nel trasporto stradale Equilibrio delle forze agenti su un veicolo Il modulo delle forze a cui è soggetto un veicolo Componente lungo l'asse Denominazione x y z Aerodinamica rax = cx sx r vrx2 / 2 ray = cy sy r v2 / 2 0 Curva 0 rc = cc m v2 / r 0 Deformazione ruote 0 rr = m (c + b v2) 0 Frenante 0 rF = fF FF dF / d 0 Inerzia rce = m v2 / r rin = m dv/dt 0 Peso 0 rp = m g i m g (1 – i2)0.5 Reazione pavimentazione Fx fax Fz Fy fay Fz Fz < s spz Trazione 0 Ty 0 122 Trasporto stradale Interazioni tra veicolo e via nel trasporto stradale Forze agenti su un veicolo Forze che derivano dall’interazione con l'atmosfera Equazione della trazione Il legame tra le forze agenti sul veicolo è definito tramite il secondo principio della dinamica: F=ma dove: F è la risultante delle forze agenti sul veicolo (N) m è la massa del veicolo (kg) a è l’accelerazione applicata al veicolo (m/sec2) Nel seguito si considera solo l’equilibrio nel verso del moto. Se si indica con T la forza motrice e con R la risultante delle resistenze al moto, la relazione che governa il moto del veicolo è: T-R = m a = m dv/dt = rin In condizioni di moto uniforme la forza di inerzia è nulla e si ha perfetto equilibrio tra forza motrice e resistenze al moto: T – R = 0 123 Trasporto stradale Interazioni tra veicolo e via nel trasporto stradale Forze agenti su un veicolo Forze che derivano dall’interazione con l'atmosfera Equazione della trazione La forza di inerzia lungo l’asse del moto ha sempre verso opposto all’accelerazione del veicolo; essa è somma dell’inerzia delle masse traslanti e di quella delle masse rotanti del veicolo. In generale, si tiene conto dell’inerzia delle masse rotanti moltiplicando la massa m del veicolo per un coefficiente maggiore di 1. In definitiva l’equazione che definisce il moto di un veicolo, detta equazione della trazione, è data da: T-R = m dv/dt = mE dv/dt dove: assume valori compresi tra 1,1 ed 1,3 mE è detta massa equivalente del veicolo Considerato che sia la forza di trazione che le resistenze sono funzioni della velocità del veicolo, l’equazione della trazione si può scrivere: T(v) - R(v) = m dv/dt 124 Trasporto stradale Interazioni tra veicolo e via nel trasporto stradale Forze agenti su un veicolo Forze che derivano dall’interazione con l'atmosfera Equazione della trazione L’integrazione dell’equazione della trazione consente di conoscere istante per istante i parametri del moto del veicolo e, quindi, in ultima analisi le prestazioni del veicolo stesso. L’integrazione dell’equazione della trazione consente il tracciamento dei diagrammi del moto ed il calcolo delle prestazioni del veicolo isolato. L’integrazione dell’equazione della trazione viene fatta alle differenze finite, con un procedimento di calcolo iterativo. L’equazione della trazione alle differenze finite si scrive come: T(v) R(v) = m v/t da cui: v = [T(v) R(v)] t/( m) 125 Trasporto stradale Interazioni tra veicolo e via nel trasporto stradale Forze agenti su un veicolo Forze che derivano dall’interazione con l'atmosfera Equazione della trazione Procedura: si fissano l’istante di tempo iniziale t0, l’incremento di tempo t, la velocità iniziale v0 (= 0 se il veicolo parte da fermo). Detta vt la velocità al generico istante t (pari a v0 all’istante di tempo t0) si calcolano T(vt) e R(vt), rispettivamente dalla curva caratteristica di trazione e dalla formula per le resistenze totali. Si calcola l’incremento di velocità corrispondente: v(t) = [T(vt) R(vt)] t/( m) 126 Trasporto stradale Interazioni tra veicolo e via nel trasporto stradale Forze agenti su un veicolo Forze che derivano dall’interazione con l'atmosfera Equazione della trazione Procedura: si ottiene il nuovo valore di velocità alla fine dell’intervallo t come v(t+t) = v(t) + v(t) si calcola la velocità media nell’intervallo di tempo (t, t+t) come vm = [v(t) + v(t+t)]/2 si calcola lo spazio percorso nell’intervallo di tempo (t, t+t) come s = vm t si calcola il tempo percorso sommando tutti i t e lo spazio percorso sommando tutti i s 127 Trasporto stradale Interazioni tra veicolo e via nel trasporto stradale Equilibrio delle forze agenti su un veicolo Equilibrio lungo l’asse longitudinale (asse y) Schema di equilibrio tra le forze durante il moto di un veicolo (W = 200 N, Z = 1 N sec/m, N = 40 kW) 2000 Ty, Ry (N) Ty Ry 1500 1000 500 v (km/h) 0 0 20 40 60 80 100 120 140 160 128 Trasporto stradale Interazioni tra veicolo e via nel trasporto stradale Forze agenti su un veicolo Forze che derivano dall’interazione con l'atmosfera Diagrammi del moto Il diagramma in cui si riporta sull’asse orizzontale il tempo e sull’asse verticale lo spazio percorso è detto diagramma del moto. Utilizzando l’integrazione dell’equazione della trazione è possibile calcolare: - lo spazio di arresto di un veicolo ed il tempo di frenatura - il tempo che occorre per raggiungere la velocità di regime (tempo di avviamento) ed il relativo spazio percorso (spazio di accelerazione) - la velocità massima di un veicolo, la velocità media e la velocità commerciale - il tempo impiegato a percorrere una data tratta .... In effetti, dal tracciamento del diagramma del moto si possono ricavare tutte le caratteristiche del moto del veicolo isolato e le sue prestazioni. 129 Trasporto stradale Interazioni tra veicolo e via nel trasporto stradale Forze agenti su un veicolo Forze che derivano dall’interazione con l'atmosfera Diagrammi del moto Sono diagrammi del moto “semplificati” e rappresentativi di andamenti ricorrenti del moto di un veicolo isolato. Diamo preventivamente delle definizioni sulle grandezze cinematiche rappresentative del moto di un veicolo isolato. Si indichi con: t il generico istante di tempo in cui si osserva un veicolo (misurato rispetto ad un tempo zero di riferimento) s(t) l’ascissa curvilinea che individua la posizione del veicolo all’istante di tempo t (misurata rispetto ad una ascissa zero di riferimento) Si definisce velocità istantanea (all’istante t): v(t) = ds(t)/dt 130 Trasporto stradale Interazioni tra veicolo e via nel trasporto stradale Forze agenti su un veicolo Forze che derivano dall’interazione con l'atmosfera Diagrammi del moto Se indichiamo con t1 e t2 due istanti di tempo (con t2 > t1), si definisce velocità media nell’intervallo di tempo (t1, t2): vM(t1, t2) = [s(t2) s(t1)]/(t2 t1) 131 Trasporto stradale Interazioni tra veicolo e via nel trasporto stradale Forze agenti su un veicolo Forze che derivano dall’interazione con l'atmosfera Diagrammi del moto Si definisce accelerazione istantanea (all’istante t): a(t) = dv(t)/dt Analogamente a quanto visto per la velocità si può definire una accelerazione media: aM(t1, t2) = [v(t2) v(t1)]/(t2 t1) Si definisce contraccolpo o jerking, la variazione dell’accelerazione nel tempo: j(t) = da(t)/dt jM(t1, t2) = [a(t2) a(t1)]/(t2 t1) 132 Trasporto stradale Interazioni tra veicolo e via nel trasporto stradale Forze agenti su un veicolo Forze che derivano dall’interazione con l'atmosfera Diagrammi del moto Le variazioni di accelerazione sono indesiderate dagli utenti dei sistemi di trasporto collettivo, per cui per tali sistemi si cerca di mantenere dei livelli di marcia che li limitino al minimo. I diagrammi rappresentativi delle variazioni delle grandezze cinematiche nel tempo sono detti diagrammi del moto. I diagrammi di interesse sono: s = s(t) diagramma dello spazio percorso v = v(t) diagramma della velocità a = a(t) diagramma dell’accelerazione j = j(t) diagramma del contraccolpo 133 Trasporto stradale Interazioni tra veicolo e via nel trasporto stradale Forze agenti su un veicolo Forze che derivano dall’interazione con l'atmosfera Diagrammi del moto I diagrammi del moto “tipo” sono diagrammi semplificati che consentono un rapido, anche se approssimato calcolo, delle prestazioni di un veicolo isolato. I diagrammi del moto reali devono essere costruiti tramite l’integrazione dell’equazione della trazione. Di seguito esaminiamo 3 diagrammi del moto tipo, che si avvicinano a diagrammi del moto reali, con un grado sempre migliore di approssimazione. 134 Trasporto stradale Interazioni tra veicolo e via nel trasporto stradale Forze agenti su un veicolo Forze che derivano dall’interazione con l'atmosfera Diagrammi del moto diagramma del moto a velocità uniforme, detto anche diagramma rettangolare, per la forma assunta dal diagramma della velocità. 2) diagramma del moto con variazione lineare della velocità, detto anche diagramma trapezio, per la forma assunta dal diagramma della velocità. 3) diagramma del moto con variazione lineare della accelerazione, detto anche diagramma a contraccolpi costanti. 1) In ognuno dei tre casi calcoleremo il tempo di percorrenza complessivo, ed altre grandezze utili a descrivere il moto. 135 Trasporto stradale Interazioni tra veicolo e via nel trasporto stradale Diagrammi del moto Moto a velocità uniforme La cinematica di un veicolo che si sposta a velocità uniforme vM 6 v (m/sec) 4 2 t (sec) 0 0 lAB 140 120 100 80 60 40 20 0 2 4 6 8 10 12 14 16 18 20 t AB s (m) t (sec) 0 2 4 6 8 10 12 14 16 18 20 t AB Esempio numerico con vM = 6 m/sec, t=20 sec 136 Trasporto stradale Interazioni tra veicolo e via nel trasporto stradale Forze agenti su un veicolo Forze che derivano dall’interazione con l'atmosfera Diagrammi del moto Diagramma rettangolare Si ipotizza che il veicolo viaggi a velocità uniforme per l’intera tratta; tale diagramma, molto approssimato, può essere usato, per un calcolo di massima, solo se i tempi di avviamento e di frenatura sono trascurabili rispetto al tempo totale di viaggio. Detti: lAB lo spazio da percorrere vM la velocità media ipotizzata costante il tempo di percorrenza totale è dato da: tAB = lAB/vM L’accelerazione è teoricamente infinita agli istanti di tempo iniziale e finale del moto. La velocità è, come detto, costante, per cui il diagramma della velocità è rettangolare e lo spazio percorso ha andamento lineare: v(t) = vM s(t) = vM t 137 Trasporto stradale Interazioni tra veicolo e via nel trasporto stradale Diagrammi del moto Moto con variazione lineare della velocità La cinematica di un veicolo che si sposta con variazione lineare della velocità a (m/sec 2 ) 1.5 aM1 0.5 t1 -0.5 0 2 4 t2 6 8 10 12 14 16 t (sec) 18 t AB aM2-1.5 vM 6 20 v (m/sec) 4 2 t (sec) 0 0 140 120 lAB 100 80 60 40 20 0 2 4 6 8 10 12 14 16 18 20 t AB s (m) t (sec) 0 2 4 6 8 10 12 14 16 18 20 138 Trasporto stradale Interazioni tra veicolo e via nel trasporto stradale Forze agenti su un veicolo Forze che derivano dall’interazione con l'atmosfera Diagrammi del moto Diagramma Trapezio Si suddivide il moto del veicolo in 3 fasi: avviamento intervallo di tempo (0, t1) regime intervallo di tempo (t1, t2) frenatura intervallo di tempo (t2, tAB) Nella fase di avviamento si ipotizza un moto uniformemente accelerato (accelerazione costante, velocità lineare): a(t) = aM v(t) = aM t 139 Trasporto stradale Interazioni tra veicolo e via nel trasporto stradale Forze agenti su un veicolo Forze che derivano dall’interazione con l'atmosfera Diagrammi del moto Diagramma Trapezio In questa fase, lo spazio percorso si calcola come l’integrale tra 0 e t del diagramma delle velocità: s(t) = 0, t v(t) dt = 0, t aM t dt = (aM t2)/2 Alla fine della fase di avviamento si ha: v(t1) = vMAX = aM t1 (1) s(t1) = (aM t12)/2 (2) Sostituendo nella (2) al posto di t1 il rapporto vMAX/aM (ricavabile dalla (1)), si ottiene: s(t1) = v2MAX/(2 aM) 140 Trasporto stradale Interazioni tra veicolo e via nel trasporto stradale Forze agenti su un veicolo Forze che derivano dall’interazione con l'atmosfera Diagrammi del moto Diagramma Trapezio Nella fase di regime il moto è uniforme e valgono le seguenti relazioni: a(t) = 0 v(t) = vMAX s(t) = s(t1) + vMAX (t t1) Lo spazio percorso alla fine della fase di regime è: s(t2) = s(t1) + vMAX (t2 t1) La fase di frenatura è analoga a quella di avviamento: a(t) = a’M v(t) = vMAX a’M (t t2) s(t) = s(t2) + (a’M t2)/2 Lo spazio di frenatura è dato da: s(t2, tAB) = (a’M t2)/2 = v2MAX/(2 a’M) Lo spazio totale percorso è pari a: lAB = v2MAX/(2 aM) + vMAX (t2 t1) + v2MAX/(2 a’M) 141 Trasporto stradale Interazioni tra veicolo e via nel trasporto stradale Forze agenti su un veicolo Forze che derivano dall’interazione con l'atmosfera Diagrammi del moto Diagramma Trapezio Il tempo totale di percorrenza è dato dalla somma del: tempo di avviamento t1 = vMAX/aM durata della fase a regime (t2 t1) tempo di frenatura (tAB t2) = vMAX/a’M tAB = vMAX/aM + (t2 t1) + vMAX/a’M Ricavando (t2 t1) dalla formula per il calcolo dello spazio totale percorso, si ha: (t2 t1) = lAB/vMAX vMAX/(2 aM) vMAX/(2 a’M) tAB = lAB/vMAX + vMAX/(2 aM) + vMAX/(2 a’M) I due termini vMAX/(2 aM) e vMAX/(2 a’M) sono detti perditempo, rispettivamente in avviamento ed in frenatura. 142 Trasporto stradale Interazioni tra veicolo e via nel trasporto stradale Forze agenti su un veicolo Forze che derivano dall’interazione con l'atmosfera Diagrammi del moto Diagramma Trapezio Se aM = a’M si ha: tAB = lAB/vMAX + vMAX/ aM Il diagramma trapezio, se lAB è inferiore alla somma dello spazio di avviamento e dello spazio di frenatura, degenera in un diagramma triangolare, in cui è assente la fase di regime. 143 Trasporto stradale Interazioni tra veicolo e via nel trasporto stradale Diagrammi del moto Moto con variazione lineare della accelerazione La cinematica di un veicolo che si sposta con variazione lineare dell’accelerazione j (m/sec 3 ) 1,5 aM1 j4 j1 0,5 t3 -0,5 0 t4 2 4 j2 t1 6 t2 8 10 12 t5 14 t6 16 18 j3 aM2-1,5 t (sec) 20 t AB a (m/sec 2 ) 1.5 aM1 0.5 t (sec) -0.5 0 aM2-1.5 vM 6 2 4 6 8 10 12 14 16 18 20 t AB v (m/sec) 4 2 t (sec) 0 s (m) 140 0 120 lAB 100 80 60 40 20 0 0 2 4 6 8 10 12 14 16 18 20 t (sec) 2 4 6 8 10 12 14 16 18 20 Es. numerico con vM =6 m/sec, t=20 sec, aM1 =1.2 m/sec2, aM2 =1.5 m/sec2, j1 =j2 =1.2 m/sec3, j3 =j4 =1.5 m/sec3 144 Trasporto stradale Interazioni tra veicolo e via nel trasporto stradale Forze agenti su un veicolo Forze che derivano dall’interazione con l'atmosfera Diagrammi del moto Diagramma con accelerazione lineare Anche in questo caso si individuano le tre fasi di avviamento, regime e frenatura. La fase di avviamento e la fase di frenatura sono divise in tre intervalli di tempo; durante il primo ed il terzo intervallo di ogni fase si considera l’accelerazione variabile linearmente (contraccolpo costante e diverso da zero): j(t) = jM a(t) = jM t Nella fase intermedia il contraccolpo è nullo e l’accelerazione è costante. 145 Trasporto stradale Interazioni tra veicolo e via nel trasporto stradale Forze agenti su un veicolo Forze che derivano dall’interazione con l'atmosfera Diagrammi del moto Diagramma con accelerazione lineare Nell’ipotesi in cui i contraccolpi (4 in totale) siano in valore assoluto tra loro uguali e siano uguali i valori dell’accelerazione massima e della decelerazione massima e trascurando un termine infinitesimo di ordine superiore, il tempo di percorrenza della tratta è pari a: tAB = lAB/vMAX + vMAX/aM + aM/jM Rispetto al caso precedente c’è l’ulteriore perditempo aM/jM. 146 Trasporto stradale Interazioni tra veicolo e via nel trasporto stradale Diagrammi del moto Caratteristiche cinematiche di un veicolo isolato v rettangolare v lineare a lineare tAB lAB / vM lAB / vM + vM / aM lAB / vM + vM / aM + aM / j s1 = (lAB-l2) 0 vM2 / (2 aM) vM (vM / aM - aM / j) / 2 t1 = (tAB-t2) 0 t1 = vM / aM vM / aM + aM / j (s2-s1) lAB lAB - vM2 / aM lAB - vM (vM / aM + aM / j) (t2-t1) lAB / vM lAB / vM - vM / aM lAB / vM - vM / aM - aM / j 147 Trasporto stradale Interazioni tra veicoli 148 Trasporto stradale Interazioni tra veicoli nel trasporto stradale Circolazione in linea: modelli deterministici Circolazione ai nodi: modelli deterministici Circolazione in linea: modelli stocastici Circolazione nei nodi: modelli stocastici Impatti di una corrente di veicoli 149 Trasporto stradale Interazioni tra veicoli nel trasporto stradale L’interazione tra più veicoli è studiata dalla teoria dei flussi di traffico (teoria del deflusso). Diversi modelli sono stati sviluppati per simulare il comportamento dei conducenti (e dei veicoli). I primi contributi risalgono agli anni’30. Oggi esiste una ampia letteratura a riguardo. Varie classificazioni dei modelli di deflusso in relazione: 1. Cause esterne al flusso che possono influire sulla circolazione veicolare 2. Livello di aggregazione delle variabili utilizzate 3. Tipo di variabili utilizzate 150 Trasporto stradale Interazioni tra veicoli nel trasporto stradale 1. Si possono avere modelli di deflusso interrotto o ininterrotto Deflusso interrotto. Cause esogene al flusso ne influenzano il regolare funzionamento. Le cause possono essere problemi legati alla geometria dei rami stradali; la configurazione topologica della rete; problemi di carattere normativo dettati dal gestore del sistema, quali chiusura globale o parziale (momentanea o permanente) di aree della rete per problemi legati alla gestione del sistema (superamento dei limiti di congestione consentiti, superamento degli impatti sui non-utenti (inquinamento); lavori di ordinaria e/o straordinaria manutenzione. Nel caso di deflusso ininterrotto si ipotizza che siano assenti disturbi esogeni al sistema. 151 Trasporto stradale Interazioni tra veicoli nel trasporto stradale 2. Modelli macroscopici, microscopici e mesoscopici. I modelli macroscopici si basano sull’ipotesi che il deflusso possa essere assimilato ad un fluido. Le equazioni utilizzate sono molto simili a quelle della teoria idrodinamica. I modelli microscopici simulano il comportamento del singolo utente confrontandolo con quello degli altri utenti. I modelli mesoscopici studiano il sistema analizzando gruppi di utenti con caratteristiche omogenee e forniscono dei risultati aggregati (di gruppo) seguendo la traiettoria spaziale seguita da gruppi di veicoli denominati pacchetti. 152 Trasporto stradale Interazioni tra veicoli nel trasporto stradale 3. Si possono avere modelli deterministici o stocastici. Nei modelli deterministici, tutte le variabili sono di natura deterministica, definite le condizioni iniziali del sistema, le funzioni che lo definiscono, è possibile studiare con certezza il funzionamento e l’evoluzione del sistema. Nei modelli di tipo stocastico, le variabili sono di natura aleatoria e il sistema può essere studiato in termini di probabilità del verificarsi di alcuni stati. I modelli di deflusso possono essere studiati in modo separato per la circolazione lungo un’infrastruttura (circolazione in linea) o in corrispondenza di punti singolari denominati nodi (circolazione ai nodi). 153 Trasporto stradale Interazioni tra veicoli nel trasporto stradale Circolazione in linea: modelli deterministici Variabili osservabili Si consideri un tronco di infrastruttura stradale di lunghezza Y compreso tra le coordinate y e y+ Y. Si osservi il movimento dei veicoli (tracce orarie) sul tronco per un intervallo temporale di durata T compreso tra le coordinate temporali t e t+ T. Si consideri un riferimento spazio-temporale composto dagli assi y e t con y asse delle distanze, parallelo all’asse longitudinale della strada, e t asse di riferimento temporale. Ogni veicolo che transita nel tronco in esame, nell’intervallo spazio temporale di analisi Y T, individua una traccia y= tri(t) che rappresenta la sua traiettoria spazio-temporale. 154 Trasporto stradale Interazioni tra veicoli nel trasporto stradale Circolazione in linea: modelli deterministici Variabili osservabili Esempio di tracce orarie veicolari A A y B B y + Y Y t t+T vi(y,t) i i+1 T si(t) t hi(y) y 155 Trasporto stradale Interazioni tra veicoli nel trasporto stradale Circolazione in linea: modelli deterministici Variabili osservabili Si fissi una coordinata temporale t* e due veicoli i e i+1, il distanziamento spaziale si tra due veicoli è dato dalla distanza tra le parti frontali dei due veicoli nell’istante temporale t*: si(t*) Se oltre a fissare una coordinata temporale t*, si fissano anche due coordinate spaziali y e y+ Y, si può misurare il numero di veicoli che si trovano tra le due sezioni stradali di coordinate y e y+Y nell’istante t*: no (t*, y, y+ Y) 156 Trasporto stradale Interazioni tra veicoli nel trasporto stradale Circolazione in linea: modelli deterministici Variabili osservabili Il distanziamento spaziale medio di questi veicoli risulta: s(t*, y, y+ Y) = i=1….no(t*, y, y+ Y)-1 si(t*)/no(t*, y,y+ Y)-1 Si consideri un veicolo i, si indichi con vi(t)=tri(t)/t la velocità istantanea del veicolo. La velocità media di percorrenza dei veicoli compresi tra le sezioni y e y+ Y nell’istante t*, risulta: vs(t*, y, y+ Y) = i=1….no(t*, y, y+ Y) vi(t*)/no(t*, y,y+ Y) 157 Trasporto stradale Interazioni tra veicoli nel trasporto stradale Circolazione in linea: modelli deterministici Variabili osservabili in una data sezione Il distanziamento temporale hi tra i veicoli i e i+1 : hi(y*) Se oltre a fissare y*, si fissano anche due coordinate temporali t e t+ T, si può misurare il numero di veicoli che attraversa la sezione y* tra i due istanti t e t+ T : mo (y*, t, t+ T) 158 Trasporto stradale Interazioni tra veicoli nel trasporto stradale Circolazione in linea: modelli deterministici Variabili osservabili in una data sezione Il distanziamento temporale medio risulta: h(y*, t, t+ T) = i=1….mo(y*, t, t+ t)-1 hi(y*)/mo(y*, t,t+ T)-1 La velocità media di percorrenza dei veicoli che attraversano la sezione y* tra gli istanti t e t+ T risulta: vt(y*, t, t+ T) = i=1….mo(y*, t, t+ T) vi(y*)/mo(y*, t,t+ T) 159 Trasporto stradale Interazioni tra veicoli nel trasporto stradale Circolazione in linea: modelli deterministici Relazioni tra variabili Si consideri un’infrastruttura stradale e una prefissata sezione di coordinata y, è possibile misurare il numero di veicoli che attraversano tale sezione in un intervallo temporale prefissato. Se si indica con T l’intervallo di tempo di analisi di estremi t e t+T , si definisce flusso di traffico veicolare (o portata veicolare) q, il numero di veicoli che attraversano la sezione nell’unità di tempo. La portata veicolare q è: q(y, t, t+ T) = mo(y, t,t+ T)/ T 160 Trasporto stradale Interazioni tra veicoli nel trasporto stradale Circolazione in linea: modelli deterministici Relazioni tra variabili Il distanziamento temporale medio (h) risulta circa l’inverso della portata: h(y, t, t+ T) 1/ q(y, t, t+ T) Si definisce densità veicolare (k) il numero di veicoli che sono contenuti in un tronco di un’infrastruttura per unità di lunghezza ed in un prefissato istante di tempo t. Si indichi con Y la lunghezza del tronco analizzato di estremo sinistro y. La densità veicolare è: k(t, y, y + Y) = no(t, y,y+ Y)/ Y 161 Trasporto stradale Interazioni tra veicoli nel trasporto stradale Circolazione in linea: modelli deterministici Relazioni tra variabili Il distanziamento spaziale medio (h) risulta circa l’inverso della densità: s(t, y, y+ Y) 1/ k(t, y, y+ Y) 162 Trasporto stradale Interazioni tra veicoli nel trasporto stradale Circolazione in linea: modelli deterministici Relazioni tra variabili Si consideri un tronco stradale di lunghezza finita y, analizzato in un intervallo temporale t. Il tronco è delimitato dalle sezioni AA e BB. Il flusso entrante nella sezione AA nell’istante t sia q. Nello stesso istante il flusso uscente nella sezione BB risulta q+ qy (dove qy rappresenta la variazione di flusso tra le due sezioni nell’istante t). Dopo un intervallo temporale t, il flusso nelle due sezioni diventi: q+ qt nella sezione AA (qt rappresenta la variazione di flusso nella sezione AA nell’intervallo t) e q+ qt+qy nella sezione BB. Il numero di veicoli contenuti nel tronco è k y nell’istante t e k y+ kt y dopo un intervallo temporale t. Dall’analisi dei veicoli entranti, uscenti e presenti nel dominio, si ottiene l’equazione generale di conservazione del flusso qy t + no = 0 dividendo per t y si ha: qy /y + kt /t = 0 163 Trasporto stradale Interazioni tra veicoli nel trasporto stradale Circolazione in linea: modelli deterministici Relazioni tra le variabili Legame tra le variabili principali del deflusso in un tronco Istante temporale t A q Veicoli contenuti = k y B A Istante temporale t+t B Veicoli contenuti = = k y + kt y q + qy q + qt A y B q + qt + qy A y B 164 Trasporto stradale Interazioni tra veicoli nel trasporto stradale Circolazione in linea: modelli deterministici Relazioni tra variabili Le grandezze fondamentali del deflusso possono anche essere definite come grandezze riferite al tronco spazio-temporale. In questo caso: velocità media nel tronco: vtronco = i=1….n yi/ i=1….n ti portata media nel tronco: qtronco = i=1….n yi/ YT densità media nel tronco: ktronco = i=1….n ti/ YT yi rappresenta lo spazio percorso all’interno del tronco stradale considerato dal veicolo i e ti l’intervallo temporale in cui lo stesso veicolo è presente nel tronco. Vale : qtronco = ktronco vtronco 165 Trasporto stradale Interazioni tra veicoli nel trasporto stradale Circolazione in linea: modelli deterministici Modelli stazionari Un flusso di traffico in un tronco stradale di lunghezza Y e in un intervallo di tempo di durata T è in condizioni stazionarie se si verificano le seguenti condizioni: - il numero di veicoli contenuti nel tronco Y non dipende dal tempo; - il numero di veicoli che nel tempo T attraversano una qualunque sezione del tronco non dipende dalla sezione considerata. 166 Trasporto stradale Interazioni tra veicoli nel trasporto stradale Circolazione in linea: modelli deterministici Modelli stazionari In condizioni di flusso stazionario, considerate due sezioni stradali poste rispettivamente alle sezioni y e y+ Y , ed osservate in un intervallo temporale compreso tra t e t+ T si ha: k(t+ T, y, y + Y) = k T(0, T) q(y+ y, t, t + T) = q y(0, Y) Analogamente per le velocità medie nel tempo e nello spazio 167 Trasporto stradale Interazioni tra veicoli nel trasporto stradale Circolazione in linea: modelli deterministici Modelli stazionari In condizioni stazionarie, le tre grandezze fondamentali del deflusso, portata, q, velocità (spaziale media indicata con v e temporale media con vt) e densità spaziale k, sono legate tra loro da alcune relazioni fondamentali. Si considerino i veicoli entranti ed uscenti da un tronco stradale: q= k v 168 Trasporto stradale Interazioni tra veicoli nel trasporto stradale Circolazione in linea: modelli deterministici Modelli stazionari Legame tra le variabili principali del deflusso in un tronco in condizioni stazionarie Istante temporale t+T Istante temporale t A B A C B Veicoli contenuti = = k v T q A Y B A v T C Y B 169 Trasporto stradale Interazioni tra veicoli nel trasporto stradale Circolazione in linea: modelli deterministici Modelli stazionari Si consideri una sezione stradale e si osservi il passaggio dei veicoli nella sezione considerata. Ad intervalli regolari di tempo T, in condizioni di flusso stazionario, si misuri la velocità media v in corrispondenza della sezione e la relativa portata nella stessa sezione e nello stesso intervallo di tempo. I punti osservati si possono riportare in un diagramma v,q. Quanti più veicoli sono presenti nel tronco, tanto più alto è il valore della probabilità che i veicoli si influenzino a vicenda. 170 Trasporto stradale Interazioni tra veicoli nel trasporto stradale Circolazione in linea: modelli deterministici Modelli stazionari Il legame tra velocità e portata (illustrazione schematica) v Deflusso libero Deflusso condizionato APPENDICE Cq D EFL APPENDICE B D 171 Trasporto stradale Interazioni tra veicoli nel trasporto stradale Circolazione in linea: modelli deterministici Modelli stazionari Esistono quattro aree all’interno del piano: - una zona di deflusso libero, dove i veicoli sono liberi di circolare alla propria velocità desiderata e ci sono poche interazioni tra loro; - una zona di deflusso condizionato, dove i veicoli cominciano a condizionarsi nel movimento tra loro; - una zona di deflusso congestionato, dove i veicoli sono fortemente condizionati tra loro nel movimento; - una zona di deflusso instabile, dove i veicoli sono fortemente condizionati tra loro nel movimento ed il deflusso è caratterizzato da continui fenomeni di arresti e partenze. 172 Trasporto stradale Interazioni tra veicoli nel trasporto stradale Circolazione in linea: modelli deterministici Modelli stazionari Funzione di costo di un tronco stradale (illustrazione schematica) t Deflusso instabile Deflusso condizionato Deflusso congestionato Deflusso libero q 173 Trasporto stradale Interazioni tra veicoli nel trasporto stradale Circolazione in linea: modelli deterministici Modelli stazionari Si utilizzano delle curve che riportano i valori medi delle grandezze misurate. Se pochi veicoli sono presenti in un tronco stradale (densità quasi nulla) i veicoli si possono muovere alla propria velocità desiderata v0. Con l’aumentare della densità la velocità del flusso decresce fino ad un valore limite di densità veicolare kL. Dove tutti i veicoli sono incolonnati e la velocità di percorrenza è quasi nulla. Con l’aumentare della densità veicolare la portata veicolare cresce e la velocità di percorrenza diminuisce. Con l’aumentare della portata i veicoli interagiscono sempre di più tra loro. 174 Trasporto stradale Interazioni tra veicoli nel trasporto stradale Circolazione in linea: modelli deterministici Modelli stazionari La portata veicolare cresce fino ad un valore limite che caratterizza la capacità C della strada. Il valore della capacità non viene però quasi mai raggiunto in quanto già per valori prossimi della portata alla capacità il flusso diventa instabile e si passa nel ramo inferiore della curva portata velocità. Il flusso è caratterizzato da fenomeni di arresti e ripartenze dei veicoli ed elevati valori di densità spaziale. Per ripristinare le condizioni stabili del flusso occorrono valori di portata più bassi rispetto a quelli di capacità. In tal caso si passa al ramo superiore della curva portatavelocità con valori alti di velocità e bassi di densità spaziale. 175 Trasporto stradale Interazioni tra veicoli nel trasporto stradale Circolazione in linea: modelli deterministici Modelli stazionari Andamento qualitativo delle grandezze medie del deflusso v v v0 v0 q kL v k C kL k qC kL q C 176 Trasporto stradale Interazioni tra veicoli nel trasporto stradale Circolazione in linea: modelli deterministici Modelli stazionari Un legame importante esiste tra la portata veicolare q presente in un dato tronco ed il tempo di percorrenza t necessario per attraversare tale tronco. Se sono presenti pochi veicoli nel tronco, ciascun veicolo può viaggiare alla propria velocità desiderata. Se il flusso presente nel tronco tende ad aumentare, il tempo di percorrenza tende ad aumentare. Come per la relazione portata-velocità, si può avere un andamento qualitativo anche della relazione tempo di percorrenza di un troncoportata che dipende da vari fattori caratteristici della strada (larghezza, pendenza, ecc.) 177 Trasporto stradale Interazioni tra veicoli nel trasporto stradale Circolazione in linea: modelli deterministici Modelli stazionari Un indicatore del grado di libertà dei conducenti durante la marcia è il Livello di Servizio (LdS) dell’infrastruttura. Esso è una misura della qualità del servizio che una data infrastruttura fornisce agli utenti che la utilizzano a bordo dei veicoli. Il grado di libertà di manovra dei conducenti è alto per basse densità ed è basso per le alte densità. Il manuale HCM (Highway Capacity Manual) classifica il livello di servizio di un’infrastruttura con le prime sei lettere dell’alfabeto: A definisce il livello di servizio migliore con bassa densità spaziale; F il livello di servizio peggiore con densità spaziale prossima a quella limite. 178 Trasporto stradale Modelli di deflusso deterministici stazionari Il flusso in condizioni stazionarie è stata studiato da vari autori che hanno proposto diversi modelli. Da misure sperimentali si evince: - per densità spaziali tendenti a zero, la velocità del deflusso è prossima ad un valore (velocità libera di deflusso) vo. - la funzione velocità è monotona decrescente rispetto alla densità spaziale; - per densità spaziali tendenti al valore di densità limite kL (densità che si ottiene quando tutti i veicoli sono accodati), la velocità del deflusso tende a 0; - per valori di densità distanti da 0 e da kL ma compresi all’interno dell’intervallo (0, kL) la velocità decresce in modo lineare; - per valori di densità spaziale bassi o prossimi a kL, la velocità decresce in modo meno che lineare rispetto alla densità. Ciascun modello tende ad approssimare il più possibile il legame tra la velocità e la densità sperimentale 179 Trasporto stradale Modelli di deflusso deterministici stazionari v (m/sec) 30 drake 25 20 drew underwood greeenberg 15 greenshields 10 5 k (veic/m) 0 0,00 Greenshields: v = v0 (1-k/kL) q=v0 (k-k2/kL) q = kL(v-v2/v0) 0,01 0,02 Drew: v = v0 [1-(k/kL)0.5] q=v0 k [1-(k/kL)0.5] q = kL v (1- v/v0)2 0,03 0,04 0,05 Greenberg: v = -v*0 ln(k/kL) q=-v*0 k ln(k/kL) q = kL v exp(-v/v*0) 0,06 0,07 Underwood: -k/k0 v = v0 e -k/k0 q= v0 k e q = -k0 v ln(v/v0) 0,08 0,09 0,10 Drake: -(k/k0)2/2 v = v0 e -(k/k0)2/2 q= v0 k e q= k0 v [-2 ln(v/v0)]0.5 Esempi dei vari modelli riportati per valori di v0 = 30 m/sec, v*0 = 10 m/sec, kL = 0.1 veic/m, k0 = 0.04 veic/m 180 Trasporto stradale Interazioni tra veicoli nel trasporto stradale Circolazione ai nodi: modelli deterministici In un’infrastruttura stradale possono essere presenti delle condizioni esterne al flusso (perturbazioni esogene) che interrompono il regolare funzionamento del flusso stesso. In questo caso si studia il flusso in condizioni interrotte. Le pertubazioni esogene al flusso in genere sono localizzate in una zona ristretta del sistema e possono essere classificate in funzione della loro durata nell’intervallo di analisi in pertubazioni temporanee o permanenti. Le pertubazioni sono temporanee se hanno una durata molto piccola rispetto all’intervallo temporale di analisi; sono permanenti se la loro durata è superiore e dello stesso ordine di grandezza dell’intervallo. 181 Trasporto stradale Interazioni tra veicoli nel trasporto stradale Circolazione ai nodi: modelli deterministici Le pertubazioni esogene presenti sulle reti in giorni diversi possono essere percepite dagli utenti come cicliche o acicliche. Nel primo caso l’utente prima di iniziare lo spostamento prevede che con elevata probabilità si potrebbe verificare la pertubazione, nel secondo caso l’utente non è in grado di prevedere il verificarsi o meno del disturbo. Una pertubazione esogena temporanea crea agli utenti dei ritardi locali durante la circolazione; una permanente crea agli utenti dei ritardi su un’area più vasta del sistema: i ritardi devono essere valutati tramite modelli appropriati. Si considerino solo le pertubazioni esogenee temporanee: caselli autostradali; intersezioni semaforizzate; zone con lavori in corso per un breve periodo di tempo; ecc. 182 Trasporto stradale Interazioni tra veicoli nel trasporto stradale Circolazione ai nodi: modelli deterministici Variabili fondamentali Si consideri un tronco stradale e l’asse spaziale y parallelo al tronco in esame. Siano: qE(t) il flusso veicolare entrante nella coda al variare del tempo; qU(t) il flusso veicolare uscente dalla coda al variare del tempo; E(t) il numero totale di utenti entranti nel tronco tra un istante iniziale t=0 e l’istante t; U(t) il numero totale di utenti uscenti dal tronco tra un istante iniziale t=0 e l’istante t; n0(t) il numero di veicoli in coda al variare del tempo pari a E(t) - U(t); 183 Trasporto stradale Interazioni tra veicoli nel trasporto stradale Circolazione ai nodi: modelli deterministici Variabili fondamentali Le funzioni che descrivono gli andamenti degli arrivi e delle partenze degli utenti sono note e definite in modo deterministico. Per crearsi una coda deve accadere che per un intervallo di tempo, la portata in ingresso nell’infrastruttura sia superiore alla capacità di smaltimento dei veicoli della stessa. Si possono riportare gli andamenti degli arrivi qE(t) e delle partenze qU(t) potenziali degli utenti sulla strada nell’unità di tempo. - Nell’istante T1 inizia a crearsi la coda; nell’istante T2 la capacità della strada raggiunge il suo valore minimo; - nell’istante T3 la capacità della strada raggiunge nuovamente il livello del flusso entrante; - nell’istante T5 terminano i veicoli in coda; - nell’istante T3 si ha la lunghezza della coda massima 184 Trasporto stradale Interazioni tra veicoli nel trasporto stradale Circolazione ai nodi: modelli deterministici Variabili fondamentali Le funzioni di arrivi e partenze in un tronco stradale con coda deterministica temporanea (illustrazione schematica) Flusso qU(t) qE(t) t Veicoli E(t) U(t) n0(t) = E(t) - U(t) T0 T1 T2 T3 t T5=T1 185 Trasporto stradale Interazioni tra veicoli nel trasporto stradale Circolazione ai nodi: modelli deterministici Variabili fondamentali Elementi utili per il calcolo degli indicatori (illustrazione schematica) Veicoli Numero totale di utenti entranti nel sistema fino all'istante T* Lunghezza della coda di utenti all'istante T* Punto di smaltimento della coda E(t) Numero totale di utenti uscenti dal sistema fino all'istante T* U(t) Tempo di attesa per l'utente che entra nel sistema nell'istante T* tempo T* 186 Trasporto stradale Interazioni tra veicoli nel trasporto stradale Circolazione ai nodi: modelli deterministici Variabili fondamentali qE(t) Veicoli in coda = n0(t) Sezione di blocco L’equilibrio dei flussi in un modello deterministico della coda (illustrazione schematica) qU(t) 187 Trasporto stradale Interazioni tra veicoli nel trasporto stradale Circolazione ai nodi: modelli deterministici Variabili fondamentali L’equazione di continuità che descrive il funzionamento del sistema diventa quindi: [qU(t) - qE(t)] T + no(t)=0 ovvero: [qE(t) - qU(t)] T = no(t) In termini infinitesimi la stessa relazione può essere scritta nella forma: [qE(t) - qU(t)] dT = dno(t) integrando e considerando nulla la coda all’istante t=0 si ha E(t) – U(t) = no(t) 188 Trasporto stradale Interazioni tra veicoli nel trasporto stradale Circolazione ai nodi: modelli deterministici Il deflusso in condizioni di sottosaturazione Un caso che spesso si incontra nella pratica è il seguente. Una infrastruttura stradale in condizioni ordinarie riesce a smaltire una quantità di veicoli pari alla sua capacità, si indichi con C tale capacità; in condizioni ordinarie il flusso veicolare in transito è pari a q con valore inferiore a C (q< C); per problemi legati alla gestione dell’infrastruttura (lavori in corso, manifestazioni, incidenti, ecc.), la capacità dell’infrastruttura diventa C1 (C1 < C); tale valore permane fino all’istante T* ed inoltre il valore C1 è inferiore a q. Nell’intervallo [0, T* ], il valore di portata é superiore a quello della capacità e si crea una coda di veicoli. Dopo l’istante T*, la pertubazione esogena al flusso viene rimossa e quindi la capacità della strada torna al valore iniziale C superiore a q. Nell’istante T1, successivo a T* e dipendente dalla durata della pertubazione e dalla differenza tra il flusso di utenti e la capacità residua della strada, si ristabiliscono le condizioni ordinarie. 189 Trasporto stradale Interazioni tra veicoli nel trasporto stradale Circolazione ai nodi: modelli deterministici Il deflusso in condizioni di sottosaturazione Schema degli effetti di un annullamento della capacità di un'infrastruttura C qU(t) = = 0 se t T* = C se t > T* q qE(t) = q Flusso tempo Veicoli B D U(t) E(t) O C A T* tempo T 190 Trasporto stradale Interazioni tra veicoli nel trasporto stradale Circolazione ai nodi: modelli deterministici Il deflusso in condizioni di sovrasaturazione Un caso che spesso si riscontra nella pratica è: un’infrastruttura di trasporto in condizioni ordinarie riesce a smaltire una quantità di veicoli pari alla sua capacità C; in condizioni ordinarie il flusso veicolare in transito è pari a q con valore inferiore a C (q< C); per problemi legati all’arrivo degli utenti (arrivo di utenti alla stazione ed utenti uscenti dalla stazione) il flusso dell’infrastruttura diventa q1 > C >q; il valore q1 permane per un intervallo di tempo T*. Durante l’intervallo [0, T*] il valore di portata é superiore a quello della capacità; si crea quindi un problema di coda. Dopo l’istante T*, il flusso torna al valore q. 191 Trasporto stradale Interazioni tra veicoli nel trasporto stradale Circolazione ai nodi: modelli deterministici Il deflusso in condizioni di sovrasaturazione Schema degli effetti di una sovrasaturazione di utenti Flusso q1 qU(t) = C C qE(t) = = q1 se t T* = q se t > T* q tempo Veicoli B A C E(t) E U(t) O D T* tempo T 192